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Autore: Francyzago77    19/11/2022    6 recensioni
Amicizia, amore, famiglia, sfide, passione. E un pallone.
Quanto basta per raccontare una storia semplice ...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kojiro Hyuga/Mark, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La signora Price, appena rientrata, buttò borsa e giacca sul divano rapidamente, quindi si accinse a salire le scale per andare subito in camera. 

Giunta nella stanza, per prima cosa, prese una sigaretta dal pacchetto che era sul comodino per poi accenderla e mettersi a fumare alla finestra. Fu un gesto istintivo, quasi compulsivo, ne sentiva fortemente il bisogno. In quei giorni aveva ripreso a fumare, e molto.

Era stata a scuola quella mattina, a parlare con il preside. Almeno qualcosa l’aveva ottenuta, una piccola goccia in un mare di guai ma era riuscita a conquistarla. Chris sarebbe stata ammessa agli esami finali nonostante le assenze che nell’ultimo periodo erano numerose e continue. Sua figlia non aveva più frequentato le lezioni ma la donna aveva detto al preside di problemi di salute supportati da un certificato medico e accompagnati da una cospicua donazione per l’istituto. Non era stato difficile, il preside si era da subito mostrato comprensivo e collaborativo come anche il suo amico medico che aveva senza difficoltà prodotto quel certificato che attestava una fantomatica indisposizione temporanea della ragazza, impossibilitata ad andare a scuola. 

Era abituata, la signora Price, ad ottenere tutto grazie a quel cognome. I suoi programmi si erano sempre svolti senza grossi ostacoli, né intralci. Eppure, sul suo percorso, qualcosa questa volta era accaduto ed aveva interrotto la sua corsa vincente.
Qualcosa che aveva distrutto le sue certezze.
Qualcosa di inaspettato e sconvolgente.

Sua figlia. Giovanissima. Non sposata. Incinta. Di uno qualunque.
Era un dramma, uno sconvolgimento, un incubo.

Si sentiva fallita, come madre si sentiva veramente fallita.

Cominciò a tossire, sempre più forte, forse doveva smettere col fumo, pensò.

Spense la sigaretta, chiuse la finestra e rimase a guardare fuori il giardino. 

Fu pervasa da un senso di smarrimento.

Udì abbaiare, si voltò. Lucky era entrato placidamente in camera da letto.

Erano giorni ormai che il cane soggiornava tra il salone e le camere, si era impadronito di spazi che soltanto fino a poco tempo fa gli erano preclusi.

La signora Price lo osservò mentre scodinzolava accanto all’armadio.

-Chris non è tornata neppure oggi! – esclamò la donna con rassegnazione iniziando un dialogo a senso unico – Non la vedrai più in questa casa. 

Si avvicinò e lo accarezzò sulla testa, proprio come faceva la ragazza.

-A te voleva bene – sospirò affranta – non è per colpa tua che è scappata via.

Lucky parve ascoltarla per un po’ poi quasi ignorandola si andò a posizionare sotto la finestra tranquillo.

Sentendosi abbandonata perfino dal cane, la donna uscì dalla stanza quasi afflitta.

Era apatica, inerme, non capiva più cosa fare e come muoversi. L’aver risolto almeno il problema esami scolastici non la rasserenò. Lei che nella vita era sempre stata determinata ora non riusciva più a prendere una decisione.

Prima di scendere le scale e recarsi in soggiorno si diresse, come la sera precedente, nella camera di Chris.

Aprì lentamente la porta, quasi con timore, per poi entrare dentro e percepire ancora una volta quella sensazione di vuoto. Il letto, il comodino, l’armadio, la scrivania, tutto lì parlava di Chris. Lo stereo sulla mensola con accanto i suoi Cd preferiti, i libri in lingua inglese, la sua foto sorridente dell’ultima vacanza in Grecia scattata l’estate scorsa, sembrava esser passata un’eternità. 

Poi il suo diario tra i quaderni di scuola. 

Aveva passato tutta la notte a leggerlo, sapeva che non era giusto ma l’aveva fatto. 

Presa dalla rabbia, dallo sconforto, l’aveva letto. Per cercare di comprenderla. E ne era uscita amareggiata.

Nuovamente lo sfogliò per giungere a quelle pagine che tanto l’avevano colpita.

Tra i compiti, qualche disegno e una miriade di cuori accanto al nome di Mark si era soffermata su due fogli scritti fitti fitti che sua figlia e Patty si erano scambiate durante una noiosa lezione di matematica. 

Rilesse ancora quel dialogo provando una forte amarezza.

 

“C. Grazie Patty per tutto quello che stai facendo per me.

  P. Di nulla anche se ho il terrore che tua madre ci scopra. Quando le dirai di Mark?

 C. Vorrei non dirglielo mai! Non capirebbe, ho paura di lei, della sua reazione.

 P. Dai, è così terribile???

 C. E’ insopportabile, isterica e crede di aver sempre ragione! Devo essere sempre perfetta per lei, la figlia modello. In realtà non mi vuole bene.

 P. Stai esagerando, non ci credo!!!

 C. E’ così ti giuro! Per lei esiste solo Benji con le sue vittorie, i suoi trofei. Io sono solo una bella bambola da esibire e nulla più. Ora che ho chiuso con i provini e le sfilate mi ha detto che devo diplomarmi con il massimo dei voti. Quasi quasi non studio più e mi faccio bocciare!

P. No Cri!!! Non fare cavolate.

C. Da che parte stai? 

P. Scema, ti voglio bene!

C. Anch’io!

Cuoricini.”

 

In realtà non mi vuole bene. 

Quelle parole l’avevano devastata. 

Sua figlia non si sentiva amata.

Non si sentiva amata da lei che era sua madre.

Chiuse il diario e lo ripose dov’era.

Era stanca e confusa.

Tremendamente confusa.

Una vita passata a raggiungere il massimo per poi arrivare ad ottenere cosa? 

La sua non era stata un’infanzia felice, un padre artista che presto aveva lasciato la famiglia, una madre depressa e remissiva, una sorella con cui non aveva mai avuto rapporti. Si iscrisse a un corso di recitazione attratta dal teatro e dal cinema, posando per servizi fotografici trovando il modo di mantenersi da sola. 

Viveva a Parigi quando incontrò per la prima volta l’uomo che divenne poi suo marito. Il classico colpo di fulmine. Lui, bel rampollo di ottima famiglia e lei, bellissima ragazza pronta a sfondare nel mondo dello spettacolo. La coppia perfetta per i rotocalchi e le riviste.

Fu un matrimonio da favola il loro, belli, giovani, ricchi e felici.

La nascita di Benji, dopo un anno, consolidò ancor di più l’unione tra i due.

Quando lei ricevette la proposta di girare un film con un importante regista capì che la sua carriera cinematografica, fatta fino ad allora di brevi apparizioni, poteva avere una svolta. Era entusiasta all’idea di recitare con quella produzione ma, ancor prima di firmare il contratto, scoprì di essere nuovamente incinta. Non voleva un altro figlio, proprio in quel momento. Suo marito invece ne era contento. Fu un periodo di discussioni, liti, contrasti. Decise infine di rinunciare al film e portare avanti quella gravidanza indesiderata ma quando nacque Chris le risultò difficile anche tenerla fra le braccia.

Ormai il sogno di diventare attrice era naufragato come anche il suo matrimonio che, col passare del tempo, aveva cessato di essere quella bella favola che tanto aveva incantato il pubblico dalle pagine patinate dei giornali.

Divergenze di opinioni, assenze di lui, qualche amante da entrambe le parti avevano contribuito a rompere un’unione che forse solida non lo era mai stata.

Separati in casa, per anni avevano vissuto quasi non incontrandosi. Lui fuori per lavoro, lei in giro tra ricevimenti, eventi mondani e viaggi. E due figli. Benji, fin da piccolo destinato a diventare una promessa del calcio e Chris, tanto non desiderata prima quanto messa su un piedistallo poi proprio da sua madre.

Era sempre stata una bambina graziosa, con begli occhi e un viso particolare. L’aveva portata ad innumerevoli provini, facendola recitare in diverse pubblicità per prodotti per l’infanzia e poi, da adolescente, per case di moda anche importanti.

Aveva fatto del tutto per quella figlia, a suo parere, e ora si ritrovava sola. 

Forse quel tutto era in realtà un niente.

Buttò un ultimo sguardo al diario e uscì da quella stanza chiudendo con delicatezza la porta.

In salone trovò Benji appena rientrato.

-Novità? – gli chiese immediatamente.

-Nessuna – rispose lui senza coinvolgimento – non ho visto Patty oggi.

-Potevi chiamare quel Danny per sapere qualcosa! – disse la madre con tono quasi di rimprovero.

-Devo fare tutto io? – Benji era stizzito – Perché non vai alla polizia, sono giorni che te lo ripeto! 

-Mi odierà ancora di più – ribatté la donna – invece sono stata dal preside, per non farla bocciare.

Il giovane non disse nulla, sembrò non interessato a quella notizia.

-Andare a vivere in quel quartiere – sospirò la signora Price afflitta – non credo resisterà per molto.

Benji continuò a non rivolgerle la parola, si diresse nella sua camera sbattendo la porta forte.

Sua madre, tentata di fumare un’altra sigaretta, uscì sotto il portico pensando a Chris incinta, con quel Mark, in quel quartiere.

Nel salone intanto, arrivava Lucky. 

Salì sul divano.

Nessuno gli diceva più nulla.

Poteva correre, saltare, abbaiare in ogni stanza della villa.

Ormai era lui il padrone.



 

 

   
 
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