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Autore: MaryFangirl    19/11/2022    0 recensioni
Camilo non ha mai pensato di conoscere suo zio Bruno. Gli è stato insegnato che Bruno è un orco, più una leggenda che un membro della famiglia. Quando Bruno torna, Camilo scopre che non è affatto come pensava che fosse. Questo Bruno, quello vero, è gentile e serio, goffo e desideroso di compiacere, e un partner ideale per guardare telenovele.
Camilo inizia a preoccuparsi quando la sua amicizia con lo zio gli fa pensare che ci sia qualcosa di più tra loro.
[Bruno/Camilo]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Bruno Madrigal, Camilo Madrigal, Dolores Madrigal, Mirabel Madrigal
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: Incest
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Avviso: in questo capitolo si consuma il rapporto sessuale tra Bruno e Camilo. Dato che tecnicamente non è possibile inserire la scena descritta esplicitamente se si tratta di una storia contenente incesto (anche se il regolamento non è specifico circa le relazioni zii/nipoti), ho preferito lasciarla sottintesa, anche per non modificare il rating della fanfiction. Il punto in cui si svolge è evidenziato da degli asterischi. Per leggere la scena integrale, è possibile cliccare QUI
 
 
 
Bruno e Camilo smisero momentaneamente di guardare telenovele per concentrarsi a scrivere la loro. La resero estremamente sentimentale. Raccontava la storia di un uomo che viveva in un paradiso solitario, finché un giorno incontrò un viaggiatore, che aveva visto in precedenza nei suoi sogni. Fu Camilo a inventare quella parte. Era un’ovvia analogia delle visioni di Bruno, ma prendeva anche spunto da ‘La tunica dai mille colori di Jose’, tratto dalla Bibbia. Il personaggio principale, che chiamarono Amancio, vestiva di un lungo mantello fluente, ricoperto di colori diversi. Non molto diverso dalla ruana di Bruno.
 
Ridevano mentre inventavano il dialogo più drammatico possibile.
 
“E se Amancio soffrisse di amnesia? Per questo non sa che Julio è suo nipote?”
 
Bruno annuì. “Entrambi soffrono di amnesia. Amancio per via di un sogno particolarmente orrendo e Julio per essere caduto da un dirupo mentre era in viaggio per ritrovare lo zio scomparso da tempo”
 
“Un dirupo, Bruno? È ridicolo” Camilo sorrise, “è perfetto”
 
“Poi c’è un pollo magico”
 
“E come si chiama?”
 
“Marisol?”
 
“Mi piace”
 
Scrissero la sceneggiatura, realizzando un set per i topi. Sarebbe stata una delle telenovele più dozzinali di sempre.
 
Non ci misero molto a finirla. Dopo qualche settimana, tutto era completo.
 
“Quando glielo mostriamo?” chiese Camilo. Avevano ideato di usare la telenovela come mezzo per rivelare la loro relazione alla famiglia.
 
“Aspettiamo” disse Bruno, un po’ nervoso, “fino al momento giusto”
 
Camilo era d’accordo. Era tutto così nuovo. Stavano ancora conoscendo quelle nuove versioni l’uno dell’altro e il pensiero di poter perdere il resto della famiglia era qualcosa che Camilo non era pronto ad affrontare. Amava molto Bruno, ma non poteva perdere tutti gli altri. Non ancora, almeno.
 
Quindi, andarono avanti così come stavano. Tennero la sceneggiatura e gli oggetti di scena nascosti in un cassetto in camera di Bruno, nell’attesa del momento giusto. La mostrarono a Dolores e Mirabel. Che, per loro sorpresa, ne rimasero entusiaste.
 
Dolores e Mirabel erano sulle loro sedie mentre ascoltavano Camilo raccontare la storia, intanto i topi si esibivano sul minuscolo palco in camera di Bruno. Quando finì, Camilo notò che avevano le lacrime agli occhi.
 
“Non sapevo fossi un attore così bravo, Cami” disse Mirabel, asciugandosi il viso e battendo le mani.
 
“Davvero, Mira? Il mio vero dono è la recitazione!” e per sottolinearlo, si trasformò in Mirabel, con i lacrimoni. “Forse il migliore”
 
“E volete farla vedere a tutti?” chiese Dolores. Bruno e Camilo annuirono. “Vi prego, aspettate”
 
Bruno sorrise tristemente. “Lo so. La teniamo per noi, per ora. Aspetteremo il momento giusto”
 
Dolores inspirò. “Quando arriverà, chiederete il nostro aiuto?” guardò sua cugina, che annuì.
 
Camilo si accigliò. “Volete aiutarci?”
 
“Non voglio che dobbiate farlo da soli” Dolores si alzò e prese la mano di Camilo. Guardò Bruno e prese anche la sua. “So quanto sarà difficile. Ma siamo disposte a stare dalla vostra parte. Giusto, Mira?”
 
Mirabel si alzò e si inserì tra Camilo e Bruno, prendendo loro le altre mani.
 
“Non hai paura di quello che diranno?”
 
“Sì” ammise Dolores, “Sono terrorizzata. Ma vi voglio bene. Non voglio che siate soli. E” respirò profondamente, “se dovessero rifiutarvi e mandarvi via, verrò con voi”
 
Bruno la fissò. “Dolores, non è necessario”
 
Mirabel strinse le loro mani. “Verrò anch’io”
 
Dolores sorrise e si mise una mano sul ventre. “Anche Mariano e il piccolo Teo. Li convincerò”
 
Camilo non sapeva cosa dire. Dolores era sempre così forte e gentile. Sentiva ogni cosa, i segreti più profondi e oscuri di tutti, eppure aveva tanto amore da dare al mondo. La abbracciò forte, sperando che fosse sufficiente per comunicarle quello che provava. Poi abbracciò Mirabel. Aveva lottato duramente per avere un posto in famiglia, essendo l’unica senza un dono, ed era disposta a rinunciarvi.
 
Quando se ne andarono, Bruno strinse Camilo tra le braccia a lungo. Dopo quelli che parvero anni, Bruno sussurrò: “Penso che andrà tutto bene”.
 
Avendo finito con la loro storia, poterono tornare alle telenovele sullo schermo. La famiglia De Leon era ancora in auge e ora che i protagonisti avevano preso possesso su quasi tutta la Catalogna e parti della Spagna, il dramma aumentava. La Città del Vaticano era la successiva sulla loro lista. Quattro dei personaggi principali erano stati uccisi e due di loro erano riapparsi come fantasmi. Gloria stava scoprendo che il padre di suo figlio era in realtà il suo patrigno, avvelenato per vendetta.
 
Camilo lasciò da parte il suo pan de yuca mentre la trama si svolgeva. Non riusciva a staccare gli occhi dallo schermo. Sussultò, mentre pezzetti di cibo gli volavano dalla bocca, esclamando: “Hanno ucciso il papa! Come hanno potuto?!”
 
Bruno era altrettanto preso. “È impossibile che Salvador ce la faccia”
 
“Pensi che sarà il prossimo papa?”
 
Bruno non staccò gli occhi dallo schermo mentre rispondeva: “A meno che il fantasma di Inigo non torni”
 
Quando il papa si alzò improvvisamente da terra, estraendo una pistola dalla tonaca intrisa di sangue, Camilo fu così sconvolto che mosse accidentalmente la testa e colpì Bruno sul naso.
 
“Ah, scusa, zio!”
 
Bruno lo guardò. “Era da un po’ che non mi chiamavi così”
 
Camilo si girò. “Come? Zio?”
 
Non riusciva a comprendere l’espressione di Bruno. “Ti disturba?”
 
“Credo di no. Solo che è strano ora, non credi?”
 
Camilo smise di prestare attenzione alla televisione. Si voltò completamente. “Forse. Ma sei mio zio” ora che ci faceva caso, la parola sembrava bizzarra. Bruno era Bruno. Provò a ridirla. “Zio”
 
“Nipote”
 
Sì. Era strano che Bruno lo chiamasse così. Ma era la verità. E onestamente, era bello sentirlo. Era un termine familiare, anche se non suonava bene date le circostanze. Saggiò il terreno, dicendo:
 
“Ti amo, zio. Zio Bruno”
 
Bruno aveva un’espressione buffa. “Ti amo anch’io, nipote” improvvisamente scoppiò a ridere. “Ah, viviamo la nostra telenovela personale”
 
Anche Camilo rise. “Almeno non siamo cattivi come i Leon”
 
“Vero. Quando tenteremo l’omicidio del papa, ne riparleremo”
 
Era bello poterne ridere. Una piccola parte di Camilo si sentiva ancora in colpa per quello che stava facendo, ma aveva vissuto nella vergogna molto a lungo. Era davvero così brutto che fosse felice? Anche Bruno lo era. Non se lo meritavano, dopo essersi nascosti per così tanto tempo?
 
E Bruno...Camilo amava vederlo ridere.
 
Quando Camilo si chinò per baciarlo, la sua bocca era ancora aperta nella risata, e si incastrarono facilmente. All’improvviso, Bruno non rideva più. Sembrò sciogliersi nel bacio, la tensione abbandonò le sue spalle mentre assaporava Camilo.
 
Si erano già baciati. In realtà, lo avevano fatto parecchio nelle ultime settimane. Si baciavano pigramente quando finivano di guardare le telenovela, avevano condiviso baci mentre scrivevano Amore Proibito, si baciavano al risveglio e prima di dormire. Era sempre dolce e bello, ma non si erano mai spinti oltre. Dopo quella sera, Camilo aveva voluto assicurarsi che procedessero a un ritmo con il quale Bruno era a suo agio. Camilo era pronto, quasi dolorosamente pronto, ma voleva che Bruno sapesse che era al sicuro. Non gli avrebbe mai fatto fare qualcosa che non era disposto a fare.
 
Questa volta però fu diverso. Di solito non andavano mai molto oltre i baci, a parte una mano sul fianco e un rapido contatto dei bacini, muovendosi l’uno contro l’altro, ma quella sera le mani di Bruno stringevano forte la vita di Camilo. Lo spinse in basso, sempre più vicino al proprio corpo.
 
“Bruno?” sussurrò Camilo, il respiro affannoso mentre si riscopriva eccitato.
 
Gli occhi di Bruno erano scuri, le palpebre leggermente socchiuse mentre osservava Camilo bramoso. “Sei così bello, Cami” disse, guardandogli le labbra.
 
“Vuoi...vuoi provare ad andare fino in fondo?”
 
Le parole pronunciate ad alta voce gli risultarono sciocche, ma Bruno apparve solo più affamato. Annuì e si tuffò a baciare Camilo con nuovo fervore. Quando lo sentì gemere, sembrò tornare lucido. “Camilo, è quello che vuoi?”
 
“Sì”
 
“Sei sicuro?”
 
“Bruno” disse Camilo, fiducioso. “Voglio fare l’amore con te”.
 
* * * *

* * * *

Erano entrambi appiccicosi e Bruno si guardò la mano, arricciando il naso, poi raccolse la maglietta da terra e la usò per pulire se stesso e Camilo.
 
“Che schifo, Bruno”
 
Bruno scrollò le spalle. “Cos’altro posso fare? Non ho degli stracci apposta per questo”
 
Camilo rise, poi cadde sul letto accanto a Bruno. Appoggiò la testa nell’incavo del suo collo. Era ancora in fermento, assaporando le sensazioni del momento, la pelle che toccava quella di Bruno, respirando affannosamente.
 
“Sono stato bravo?” chiese, scherzando solo in parte.
 
Bruno gli accarezzò i capelli. “Hai fatto un ottimo lavoro”, lo baciò sulla fronte.
 
Camilo sorrise, “È stato bellissimo” sussurrò, “ti è piaciuto?”
 
“Certo. Mi piaci tu”
 
Camilo si morse il labbro per un secondo. “La prossima volta, posso stare sotto?”
 
Bruno rise. “Certo. La prossima volta”
 
“La prossima volta”
 
Ad un certo punto La famiglia De Leon terminò e la televisione trasmetteva ora il telegiornale serale. Doveva essere quasi mezzanotte, pensò Bruno. Pensò che quella notte sarebbe potuto rimanere nel letto di Bruno a dormire.
 
Bruno non sembrava avere problemi a riguardo e si addormentò profondamente, ancora nudo, prima di una pausa pubblicitaria. Camilo non si addormentò subito. Guardò il viso di Bruno, dolce e tranquillo nel sonno, non riuscendo a crederci.
 
Finalmente aveva tutto ciò che aveva sempre desiderato.

 

  
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