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Autore: Reykyra    23/11/2022    0 recensioni
Dopo molti anni Reyen Uchiha fa ritorno a Konoha con l'intento di smascherare il responsabile di un progetto che ha ridotto lui e molti altri sfortunati bambini in uno stato di schiavitù. Tuttavia, il suo ritorno avviene in un periodo particolare e ha delle conseguenze di varia natura. Molte questioni sono rimaste irrisolte e nuove realtà devono ancora realizzarsi.
La storia ha luogo in una sorta di "what if" riguardante il massacro degli Uchiha, pur non essendo la questione la tematica principale del racconto.
(Ho inserito personaggi inventati in un universo già esistente, ma con la specifica che ci saranno interazioni dirette con personaggi già esistenti nell'universo originale, quindi in particolare ci saranno interazioni con i memebri del Clan Uchiha e anche Naruto, che qui dovrebbe avere all'incirca otto anni, come Sasuke).
E' la mia prima storia! Enjoy!
Genere: Avventura, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Clan Uchiha, Danzo Shimura, Famiglia Uchiha, Nuovo Personaggio
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 4 – Importunare uno indifferente
 
Quella mattina era iniziata bene, anzi, benissimo: si era alzato prestissimo, si era concesso una buona tazza di caffè latte con qualche biscotto; aveva poi passato un po’ di tempo a rimirare la città dalle vetrate dell’appartamento e aveva ricordato quanto quel panorama gli apparisse ancora così estraneo nonostante fosse il suo paese natale, con i suoi edifici alti e minacciosi, le mura di pietra fredda e indifferente avevano ricordato gli incontri diretti ed indiretti con i membri del suo clan, i cittadini del villaggio, quel bambino di nome Naruto e i suoi amici.  E poi c’era stato anche il secondo incontro con il ragazzo dai capelli lunghi, al quale lui, ovviamente, non aveva nemmeno chiesto il nome. Non era sicuro sul perché l’avesse interessato al punto di spingerlo a cercarlo nuovamente, ma l’atteggiamento che aveva assunto quando finalmente aveva potuto parlargli gli aveva dimostrato la spontaneità dei suoi intenti. Reyen dal canto suo sapeva di non essere stato il top della gentilezza e si era atteggiato da snob da quando lo aveva raggiunto solo per chiedergli scusa, non ce l’aveva con lui nello specifico e sapeva che avrebbe potuto, anzi dovuto, essere meno brusco e scostante con quel giovane dai capelli lunghi, ma gli risultava difficile fidarsi di chiunque avesse il ventaglio e il nome del suo vecchio clan.
Poi la sua mente si era spinta indietro, a quando aveva ancora addosso stracci, lividi e catene; a quando la sua vita e la sua libertà dipendevano interamente dalla volontà di altri. E non aveva dimenticato, mai, i pochi amici che si era fatto, tra i quali Luxe e Kyria, e quanti di loro e morti sottoterra, schiacciati dai crolli o stremati dall’incessante ed opprimente ritmo di lavoro che erano stati costretti a raggiungere. Lui era il primogenito ed erede del capo del Clan Uchiha, ma era stato trattato come un mostro sulla base di un pregiudizio e per quel motivo allontanato dalla sua famiglia. Era stato costretto ad una vita che non meritava e dalla quale era riuscito a fuggire con i suoi due amici a caro prezzo. Ora, i responsabili dovevano pagare e lui, Luxe e Kyria erano a realizzare il loro scopo. Dopotutto era colpa di quelle persone se lui aveva sofferto tanto ed era persino stato abbandonato dai suoi genitori. Istintivamente si toccò la mano sinistra, dove il dito medio e l’anulare erano coperti da una sorta di guanto scuro che risaliva fino all’avambraccio, un gesto che sembrava rassicurarlo sul fatto che l’arto stesso fosse ancora attaccato a lui. Scostò la mano, si alzò in piedi e si stiracchiò un po’, pronto per avviarsi verso il bagno per una doccia calda. Quando si fu lavato e vestito se ne tornò in soggiorno a leggere il giornale.
A scuoterlo dai suoi pensieri fu un lieve bussare alla porta, era dannatamente presto quindi: chi era il pazzo che rompeva le scatole a quell’ora? Reyen aprì la porta in fretta e furia, prima che Luxe si svegliasse, perché sapeva che se si fosse destato così presto avrebbe scatenato un putiferio. Stava per prendere a male parole il demente che faceva chiasso alle cinque di mattina, ma si rese conto che il demente era niente meno che suo padre, Fugaku Uchiha. Le parole gli morirono in gola. – Sapevo che eri sveglio.- Disse semplicemente l’uomo e Reyen, semplicemente, non sapeva come, cosa e perché rispondere,ma sapeva che suo padre si era presentato alla sua porta all’alba dell’alba e non aveva minimamente senso che conoscesse, o fingesse di farlo, i suoi orari di veglia. – Mi spii?!- Fece lui, tra l’incredulo e lo scontroso. – Possiamo parlare?- “Ovviamente”, pensò Reyen, “prima lui, poi gli altri … Forse.” – Ignori le mie domande e ti aspetti una risposta alle tue?- Stava per sbattergli la porta in faccia, ma il “per favore” che gli rifilò Fugaku suonò quasi come un colpo basso. Quasi, perché a ben pensarci, anche lui aveva qualche parolina da dire a suo padre dopo tutti gli anni che avevano trascorso lontani. Sbuffò fingendosi scocciato,uscì e si chiuse l’uscio alle spalle. Se Fugaku Uchiha voleva parlare con lui, doveva trovare un territorio neutro e, di certo, casa sua non lo era. – Fa’ strada.-
 
In quello stesso momento di pace che è il mattino, la sala del Consiglio di Konoha era tutt’altro che pacifica. Il Terzo Hokage e i suoi consiglieri si erano riuniti su invito del leader, il quale aveva provveduto poi ad informarli circa il ritorno al villaggio di un membro del Clan Uchiha ritenuto piuttosto pericoloso: Reyen Uchiha. – La sua presenza è una potenziale minaccia, Hiruzen! Perché hai aspettato tanto a convocarci?! - I membri del Consiglio di Konoha si sentivano oltraggiati. Homura, Koharu e Danzo sedevano ai loro posti con risolutezza, eleganza e un diavolo per capello. – Calmati Homura. Reyen è qui solo da qualche giorno e non ha ancora avuto nessun contatto ufficiale con gli Uchiha.- Rispose Hiruzen, di gran lunga più calmo degli altri tre. – Reyen Uchiha è il primogenito di Fugaku Uchiha, se buon sangue non mente, non avrà nemmeno bisogno di incontrarli, forse si saranno messi in contatto prima ancora del suo arrivo al villaggio! - – Sospetto sia così anch’io. Hiruzen, la presenza di Reyen e le sue intenzioni vanno chiarite. Ho sentito dire che ha ottenuto grandi abilità nei suoi anni di lontananza da Konoha.- Il Terzo scosse il capo, sconsolato. A volte i suoi consiglieri erano davvero paranoici, tuttavia l’idea di chiarire gli intenti di Reyen non era poi male. – Aspettate.- intervenne Danzo, chiamando a sé l’attenzione dei presenti. – Se convocassimo Reyen Uchiha per chiedergli in che rapporti è con il suo clan, la situazione risulterebbe sospetta a chiunque. Propongo di osservarlo da una distanza conveniente.- – Potremmo affidare questo incarico ad Itachi Uchiha. È la nostra spia più fidata e di certo non conosce Reyen. Di certo il suo lavoro potrebbe portarci ad osservare nuove possibilità e valutare diverse opzione nel caso in cui dovessimo arrivare ad eliminare il problema. -  Hiruzen scoccò un’occhiata di ferro a Danzo. – Trovo che si fin troppo presto per questi discorsi e in ogni caso non sono disposto ad arrivare ad un conflitto armato con gli Uchiha. Sono nostri compagni d’armi e il clan che ha fondato il nostro villaggio insieme ai Senju. Non getterò al vento anni di storia e di lealtà reciproca senza aver tentato ogni possibilità di riconciliazione con loro. Spero che Reyen possa rivelarsi un alleato e non un nemico. E l’unica persona che forse potrebbe anche avvicinarlo a questo è sempre Itachi, per gli stessi motivi che ha elencato prima Danzo. Molto bene, quest’operazione ha il mio pieno appoggio. Fa’ inviare un messaggio ad Itachi e convocalo qui, gli spiegheremo i dettagli della sua missione. –  E con quelle ultime parole, Hiruzen Sarutobi licenziò il Consiglio e si recò fuori dall’edificio dove ha sede l’ufficio dell’Hokage. Il sole non si era ancora alzato appieno e il villaggio cominciava appena a svegliarsi, il vecchio Professore si avviò per le tanto amate vie di Konoha con un sorriso calmo sul viso. Si, quell’atmosfera era l’ideale per aiutarlo nelle sue riflessioni.
 
I due Uchiha erano andati nel bosco alla fine e si erano inoltrati nella sua parte più profonda, dove gli alberi erano talmente alti da coprire la volta celeste e i primi raggi solari s’infiltravano tra le foglie. Accanto al percorso terreno c’era un ruscello abbastanza grande e nell’aria si sentiva il suono della natura che si svegliava, il canticchiare degli uccelli sovrastava il più flebile frinire dei grilli e si cominciavano a vedere in giro scoiattoli, qualche coniglio e qualche rara volpe dei boschi. Gli animali notturni si erano già ritirati nelle loro tane per il loro riposo dopo aver vegliato sul bosco per tutta la notte. Reyen e Fugaku avevano camminato a lungo e in completo silenzio, del quale il più giovane era sinceramente grato perché avrebbe preferito di gran lunga evitare di rispondere a inutili convenevoli e preferiva ammirare l’ambiente circostante, come ormai era abituato a fare ovunque andasse. Tutto appariva più bello, quasi magico, se avevi passato un’infanzia nelle profondità delle miniere ad estrarre materiale sconosciuto che veniva impiegato per scopi non definiti. Reyen sapeva solo quanto quelle pietre facessero male alla salute delle persone.
Nel profondo del bosco c’era una radura con un piccolo lago, il panorama circostante era verdeggiante ma privo di altri suoni al di fuori dell’ animato scrosciare di una cascata. Reyen guardò il muro d’acqua che aveva di fronte senza vederlo davvero, il fragore dell’acqua gli ricordava le onde del mare dell’isola dove era stato tenuto prigioniero e costretto a vivere sottoterra come un verme, il rumore del mare era stato una costante nei fugaci attimi di tregua aveva avuto. Rinsavì quando Fugaku si diresse alla fonte d’acqua e vi camminò sopra con nonchalance, superando la barriera d’acqua ed addentrandosi in quella che l’altro suppose essere una grotta nascosta. Un territorio neutrale, certo, ma anche una possibile tomba. Lo seguì comunque, se ci fosse stato bisogno di combattere lui non si sarebbe risparmiato nemmeno, anzi, soprattutto contro suo padre. – Qui non ci disturberanno.- – Il rumore dell’acqua ci copre sia per il suono che per l’odore. Potremmo ucciderci a vicenda che nessuno si accorgerebbe di niente. Anche considerando quanto siamo lontani dal centro abitato.- Fugaku si voltò verso il figlio, avendo già previsto la sua sfiducia e il suo scetticismo in merito al luogo che aveva scelto. – Non sono qui per ucciderti o aggredirti. Voglio solo parlare con te. - Il giovane Uchiha si sedette a terra e Fugaku lo imitò. – Perché sei tornato?- – Davvero t’importa? Se avessi voluto farmi domande tanto futili non saremmo qui.- Fugaku si dovette trattenere, si convinse che l’ostilità di Reyen era del tutto comprensibile. –Per me è importante saperlo. Gli Uchiha sono preoccupati che tu possa essere un nemico. Non vorrebbero finire in qualche … trappola, per così dire.-  – Avrei dovuto aspettarmelo.- Reyen si alzò in piedi e si diresse verso il muro d’acqua e vi si fermò davanti. – Sei qui per conto loro … Di nuovo.- Fece un suono che risultò a metà tra una smorfia ed una risatina, tutt’altro che felice. – Allora puoi dire alle tue pecorelle che il giorno in cui questo lupo deciderà di mangiarsele, non sarà un caso. - – Ciò che vogliono sapere è se il momento è arrivato o meno. Io voglio sapere soprattutto se sei alleato con qualcuno o se ti muovi da solo. – Il giovane Uchiha si voltò verso suo padre con aria confusa. –  Due cose: nessun predatore è così idiota da dire alla propria preda quando l’attaccherà e soprattutto … Alleati? Come ti aspetti che io conosca alleati se non so chi sono i tuoi nemici?- ­– Konoha. – Ci fu un momento di stallo, durante il quale Reyen e Fugaku si fissarono senza parlare. – Ma perché mai Konoha dovrebbe esservi avversa? Siete il Clan co-fondatore e gestite le forze di polizia del villaggio … - ­– Otto anni fa ci fu l’attacco del Kyuubi a Konoha. Qualcuno incolpò noi Uchiha per l’accaduto e da allora il Consiglio di Konoha e l’Hokage ci hanno tenuto a distanza, ci hanno spinto a vivere ai margini del villaggio. Siamo perseguitati per un atto che non abbiamo commesso. Perciò ora ti chiedo: sei alleato di Konoha o degli Uchiha? – Reyen aveva ascoltato incredulo, seppur composto, le parole di suo padre fino al quesito finale, ma alle sue orecchie suonava più come una richiesta di alleanza e non poté non ridere. – Io ti garantisco una cosa: non mi alleerò mai con gli Uchiha, soprattutto perché , come hai detto non vorrebbero finire in qualche trappola, per così dire. E stai pur certo che se Konoha mi farà un offerta allettante ci penserò su. - – Reyen! Non puoi fare una cosa simile alla tua gente! - –Non posso? Tu pensi che dopo che sono stato cacciato da loro, dopo che ho vissuto in schiavitù per tutta la mia infanzia, dopo che sono stato picchiato, lasciato a morire di fame e usato come un animale da laboratorio, tu pensi che dopo tutto questo io non possa fare loro un torto? – Fugaku dove riconoscere a suo figlio le sue ragioni. Gli Uchiha avevano chiesto a gran voce che venisse allontanato. – Tu hai sofferto per le decisioni prese dagli Uchiha, ne prendo atto. Ma ti chiedo di non agire contro il clan. È stata una decisione sofferta, soprattutto per me e tua madre.- – Non ci avete messo più di cinque minuti a scaricarmi, non credere che non me lo ricordi! - – Tu eri pericoloso! - – Io non avevo il controllo! Il mio chackra era troppo forte perché potessi controllarlo all’epoca, quindi si, ho appiccato qualche incendio senza volerlo, ma questo non giustifica l’essere abbandonato dai propri compagni e soprattutto dai propri genitori! - Eccolo li, il carattere forte che sicuramente aveva ereditato da lui e del quale in quel momento Fugaku si sentiva derubato, sapeva di non poter placare il rancore di un figlio tornato al suo paese dopo essere stato abbandonato dai genitori. Chinò il capo in segno di sconfitta, sperando che Reyen capisse. – Ci sono delle tensioni esterne, gli Uchiha temevano che tu potessi essere un nemico. Io dovevo essere sicuro, è il mio dovere come loro leader. Se non stai con Konoha, allora non c’è nient’altro da aggiungere- – Io sto da qualunque parte, purché non sia la loro. E, chi lo sa, magari potrei prendere posizione in questa faida interna … Se solo m’importasse qualcosa di una delle due parti.- – Reyen ascolt…!- Ma l’altro lo interruppe, visibilmente irritato. – Non crediate di essere così importanti per me! Sono tornato, allora? Mi state trattando allo stesso identico modo di quattordici anni fa! Non mi avete voluto quando avrei potuto far parte del clan e della famiglia, adesso non devo più spiegazioni a nessuno.- Reyen si rigirò verso l’uscita. – Abbiamo finito. Ah, in futuro ti pregherei di non tornare a cercarmi. - Ed era stato tanto svelto ed impetuoso a parlare quanto nell’andarsene. Era sparito come un’ombra, lasciando Fugaku Uchiha in una caverna sotto una cascata, solo come uno stoccafisso.
 
Reyen rientrò in casa come un uragano, sotto lo sguardo perplesso di un ancora assonnato Luxe e di Kyria, che ovviamente si era unita a loro per la colazione e aveva imbandito la tavola di cibi e bevande. – Ren?- Chiese semplicemente lei, con il tono di chi ha capito che qualcosa non va e con una punta di preoccupazione. – Non credo di essermi mai incazzato tanto in vita mia!!!- Disse lui sbattendo la felpa contro il divano. – Non l’ho visto per anni e stamattina si è presentato qui all’alba per chiedermi che cosa ci faccio a casa mia!- Luxe cominciò a svegliarsi a mano a mano che il suo amico sfogava la rabbia trattenuta nel tragitto da non sapeva dove fino a casa. – Mi ha trascinato in un angolo dimenticato da dio per dirmi cosa?! Non mi vede da oltre un decennio e la sola motivazione che lo ha spinto alla mia porta è stata il clan! Sempre il clan! Non sia mai che Fugaku Uchiha si comporti da essere umano.- Kyria cercò di rimanere calma per il bene del suo amico, aveva sentito di come Reyen era stato allontanato dagli Uchiha e non poteva sperare di placare il suo risentimento con una chiacchierata di dieci minuti. – Almeno tu gli hai chiesto chi era il tizio che ti aveva aggredito la prima volta? Quello che poi è tornato a chiederti scusa.- – Ah. Ehm … No. Sinceramente non ha nemmeno sfiorato i miei pensieri, ero decisamente concentrato a non uccidere mio padre. - Luxe scoppiò a ridere come se avesse sentito la barzelletta più bella degli ultimi anni. – Ora sappiamo perché sei negato per il lavoro d’intelligence! Non riusciresti mai a sopportare di fare la spia o peggio, sostenere un interrogatorio!- L’Uchiha inarcò il sopracciglio, giocosamente irritato. – Beh, chiedo scusa, ispettore. Ero lievemente incazzato. - Kyria capì che quello era il momento d’intervenire. – Va bene, va bene ragazzi. Adesso vediamo di metterci a fare colazione, prima di svenire dalla fame. Poi vedremo di organizzarci. – Reyen sembrò placarsi un pochino, complice lo scambio di frecciate amichevoli con Luxe, ma si stupì nel sentire nominare la colazione. – Sono ancora in tempo per la colazione? – Fece perplesso. – Guarda che è ancora mattina, non è nemmeno ora per un aperitivo. - – Ah, già. Tu sei ancora in pigiama. – Il biondo s’indignò. – Mi stai dando dell’ubriacone?! Guarda che ho solo due anni più di te! - – Il che ti rende maggiorenne! -
Stavano bisticciando ancora mentre apparecchiavano la tavola e servivano le porzioni di uova e pancetta nei piatti. Erano ormai pronti quando, per la seconda volta quella mattina, qualcuno bussò alla porta. Reyen andò ad aprire, poiché era l’unico rimasto in piedi. Alla porta si stupì di vedere di nuovo Fugaku. – Ancora tu?! - Fugaku stavolta non era intenzionato ad aspettare che il figlio si rendesse disponibile ad ascoltarlo e lo manifestò apertamente quando bloccò la porta che gli stava per essere sbattuta in faccia per la seconda volta quel giorno. – Hai ragione. I tuoi affari ti appartengono, ma sappi questo: qualsiasi siano le tue intenzioni, se gli Uchiha verranno coinvolti ci saranno anche due innocenti che rischieranno la vita. E quegli innocenti si chiamano Itachi e Sasuke: i tuoi fratelli!-  Reyen indietreggiò, quasi fosse stato colpito fisicamente dalle parole di suo padre. Fratelli? D’improvviso sentì il braccio forte di Luxe avvolgerlo e la sua mano appoggiarsi sulla sua spalla. – Usare in questo modo la vita delle persone è da bastardi! - Ringhiò Luxe, paonazzo dalla rabbia tanto che le vene sul collo e sulle tempie si erano gonfiate. – Tuo figlio ti ha già dato l’opportunità di parlargli e tu l’hai buttata al vento. Perciò, ora lascialo in pace. Vattene.- Anche Kyria era comparsa al fianco di Reyen e gli aveva preso la mano, l’amico era in chiaro stato di choc. Fugaku uscì in silenzio e i due amici sospettarono che quell’ultimo scambio di battute gliel’avesse data vinta. Si voltarono a guardare il loro amico. –  Ren? - – Ho perso l’appetito. Vado in camera mia. -   
   
 
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