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Autore: Vane_26rt    26/11/2022    0 recensioni
Alyson Roberts è una ragazza americana con una passione incondizionabile per la musica e il teatro: il suo sogno più grande è quello di diventare un'attrice di musical e, durante il suo ultimo anno di liceo, riceverà una possibilità per provare a poterlo realizzare. Alyson è dotata di una forte immaginazione alimentata dal suo amore per la lettura e scrittura trasmessa dalla nonna materna. Presto la nostra protagonista capirà di poter volare libera in luoghi fantastici, vivendo un'avventura a lei familiare, con un potere ed una capacità oltre il confine della realtà. Riuscirà Alyson a raggiungere la meta o farà la stessa fine di Icaro?
Genere: Avventura, Fantasy, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inizia la seconda settimana di scuola, manca sempre meno alla mia maggiore età - due giorni con precisione - e l'ansia mi perseguita. Oggi pomeriggio sono sola a casa: mamma e papà sono a lavoro, Alex è a casa di Peter, Maggie al doposcuola; regna il silenzio in tutte le stanze.
Mi trovo in camera mia, seduta comoda sul letto e con la musica in cuffia; ho appena finito di studiare letteratura inglese quando decido di fare una pausa e prepararmi un buon sandwich con prosciutto e formaggio accompagnato da una spremuta d'arancia fresca; dopo tanto studio la fame si fa sentire. 
Nel tornare in camera, la mia attenzione viene catturata dal bellissimo piano a corda nero lucente che abbiamo in un angolo del salotto che spicca tra le pareti bianche della stanza. Non posso resistere al sedermi e iniziare a suonare: le mie mani si muovono istintivamente sulla tastiera bianca e nera creando una melodia del tutto improvvisata.
Mi piace molto lasciarmi andare alla musica, ogni nota è come dettata da un battito del mio cuore che mi permette di lasciar scivolare via qualsiasi tensione ma anche nutrirmi di un adrenalina pura che mi elettrizza tutto il corpo. Dimentico tutto ciò che mi circonda, è come se non mi trovassi più a casa mia: tutto attorno a me è buio, un faretto puntato su di me, solo io, la mia musica e la mia voce. 
La melodia che sto suonando, cambia nuovamente: posso sentire il rumore delle onde che s'infrangono lentamente sulla spiaggia in un moto continuo e instancabile, bagnando la riva con la sua spuma bianca; il profumo di salsedine che inebria l'aria e la brezza fresca che mi accarezza la pelle e gioca con i miei capelli.
Davanti a me, la luce del tramonto si riflette sulla superficie calma del mare dipingendolo di un rosso vivo e là, in lontananza, fin dove si perde l'occhio, il mare e il cielo si fondono creando un unico panorama: il sole tinge il cielo di varie sfumature rosa, rosso e giallo, così come le nuvole giocano a cambiare forma; il tutto crea un quadro perfetto, accompagnato dal brano "River flows in you" di Yiruma che sto suonando.
Amo il mare, amo il tramonto, amo la musica… un paradiso in terra. È incredibile come la semplicità della natura, possa riuscire a lasciarti senza fiato creando spettacoli che l'uomo potrebbe solo sognare di creare.

La mia visione s'infrange in un attimo al suono del campanello di casa che mi fa ritornare bruscamente alla realtà.
Alla porta è Sam, vestito con jeans e camicia sportiva: «Ciao Ally, ti disturbo?» chiede con sorriso smagliante. 
«No tranquillo, entra pure» sono ancora un po' scombussolata ma cerco di non farglielo notare «Cosa ti porta qui?»
Lo abbraccio e il suo profumo riempie i miei polmoni, quelli maschili mi piacevano un sacco! Questo però non è il suo solito, lo avrei riconosciuto subito, è un profumo nuovo. 
«Nulla in particolare, sono semplicemente di passaggio» vestito in questa maniera e con un profumo nuovo? C'è sicuramente qualcosa sotto ma decido di non accentuare la cosa. Gli offro un bicchiere di succo ai mirtilli ed io me ne verso un altro all'arancia.
«Sei sola in casa?» mi chiede.
Annuisco mentre bevo un sorso di succo: «Mamma e papà sono a lavoro, Alex dovrebbe tornare a momenti da casa di Peter» spiego. 
Nel mentre il suo sguardo capta il pianoforte aperto: «Ti eri immersa in uno dei tuoi mondi?» annuisco nuovamente «Ecco perché ci sei stata ore ad aprire» ride raggiante e non sorpreso.
«Scusami ma mi conosci, non ci sono per nessuno quando suono» 
«Lo so ed è per questo che ti perdono» ridiamo insieme ma il mio sguardo non fa altro che dirigersi sempre verso lo stesso strumento.
«Ti va di suonare qualcosa insieme? Cosa stavi suonando prima di venirmi ad aprire?» sa sempre leggermi anche quando non parlo, soprattutto direi.
«River flows in you di Yiruma, la conosci?»
Senza nemmeno rispondermi, prende la chitarra di Alex poggiata a lato del piano e inizia a suonare. Con un semplice sguardo mi invita ad unirmi a lui così mi avvicino, siedo di nuovo al piano e lo accompagno con la melodia.
«Riesci ad immaginarlo con la vista sul mare?» mi chiede ad occhi chiusi, perdendosi nella sua mente.
Sì, ci riesco perché sono già lì, noi siamo lì e lo scenario è molto più bello di quello che avevo immaginato precedentemente: i colori sono molto più accesi e caldi, il vento sembra sollevarci da terra, il mare che culla ogni nostra nota e accordo fondendosi perfettamente con la melodia.
Il sole che ci sorrideva smagliante all'orizzonte, si nasconde totalmente sotto la superficie delle acque facendo sorgere il buio della notte per portarci lentamente alla realtà.
Entrambi tiriamo un sospiro di sollievo, come se per tutto questo tempo fossimo stati in apnea e invece, abbiamo respirato l’aria più purificante di tutte per il fisico, per la mente e per l'anima.

Guardo l’orario: manca ancora un'ora, prima che i miei tornino a casa e mi ricordo che devo finire di fare matematica ma anche che Sam se la cavava abbastanza bene.
Alla mia richiesta di aiuto, Sam accetta volentieri quindi saliamo in camera mia, ci sediamo vicini sopra il mio letto e con molta calma e pazienza, mi dà una mano spiegandomi tutti i passaggi. 
Non saprei dire come, ma sono riuscita a capirli ed a farli tutti in pochi minuti, record personale.
Sposto il materiale scolastico sul comodino di fianco al mio letto pur di non alzarmi, non ne ho proprio voglia in questo momento.
«Vedo che ti stai dedicando molto anche ad altro» il suo sguardo si sposta verso un angolo della mia stanza dove ho accumulato fogli vari sopra la scrivania, coprendo quasi totalmente la tastiera del computer ancora acceso e con Word aperto. «Non sei riuscita ancora a finirlo?»
Sam si riferisce ad un romanzo che sto scrivendo da quasi due anni: è una storia, possiamo dire, quasi autobiografica ma con un po' di magia e fantasia. Clara Wilson è tutto ciò che sono e ciò che vorrei essere, un'ancora di salvezza per i miei momenti bui, un mondo dove rifugiarmi e poter vivere i miei sogni attraverso i suoi occhi. 
Mi alzo controvoglia dal letto per andare a chiudere il computer: «Ci sto lavorando» sospiro «Spero di finirlo il prima possibile» dico con un po' di malinconia e preoccupazione nella voce.
«Ci riuscirai» si alza dal letto sorridendomi «E conoscendoti, sarà perfetto!» mi posa le mani sulle spalle «Devi solo trovare il modo giusto» mi rassicura con un sorriso dolce sulle labbra. 
«Comunque adesso è meglio che vada, non vorrei fare tardi» mi abbraccia per salutarmi e inizia a scendere le scale per dirigersi verso l'ingresso.
«Tardi per cosa?» chiedo incuriosita mentre lo accompagno. 
«Devo vedere una persona e non voglio farla aspettare» noto un diverso e particolare sorriso sul suo volto, uno di quelli che conosco abbastanza bene: lo stesso che appare sul mio volto quando vedo Peter e recentemente su quello di Susan quando vede Alan. Adesso capisco molte cose del suo recente comportamento: testa tra le nuvole, sempre sorridente, cellulare sempre alla mano… ma vorrei che le parole uscissero direttamente dalla sua bocca.
«Sam, dimmi la verità, con chi ti devi vedere?» la mia voce è malizia pura. 
Le sue guance prendono colore nel dirmi la verità: deve vedersi con una ragazza. Mi esalto di gioia e lo minaccio amichevolmente nel farmela conoscere e che la pagherà per non avermi detto nulla; dopotutto lui sa della mia cotta per Peter. 
Nello stesso istante in cui apro la porta per farlo andare, mio fratello si manifesta davanti al portico e saluta l'amico prima di entrare in casa. 
«Come mai Sam aveva quel sorrisetto sulla faccia?» evidentemente l'ha notato anche lui «Che avete combinato tutti e due?» fraintendendo probabilmente la ragione. 
«Top secret!» ridacchio tra me e me e torno in camera, lasciandolo alla sua curiosità. 
Chiudo la porta alle mie spalle e decido di mettere un po' di ordine mentre aspetto il ritorno dei miei genitori, che non tardano ad arrivare.

Finito di cenare, Maggie inizia a fare i soliti capricci per non dover andare a letto, e vedendo i miei genitori molto stanchi, decido di usare la stessa tattica che mia madre usava con me e Alex quando eravamo piccoli: «Vieni Mag, ti voglio far vedere una cosa» incuriosita, mi prende la mano e mi segue fino in camera sua.
«Cosa fai Ally?» mi chiede sedendosi sul letto, mentre cerco una coperta rossa dentro l'armadio. 
«Indovina chi sono?» chiedo, poggiando il tessuto sulla testa.
Un colpo d'aria fredda mi colpisce la schiena provocandomi un brivido tale da far venire la pelle d'oca. Mi copro meglio con il mantello rosso che mi avvolge le spalle e tiro più su il cappuccio per ripararmi meglio la testa dal vento. Sembra una notte di pieno inverno e invece siamo solo alla fine di Settembre.
«Cappuccetto Rosso!» esclama Maggie entusiasta «Però ti manca il cestino!» scende dal letto e rovista in un bauletto situato ai piedi di un albero: al suo interno si trovano molti giocattoli e tesori, da cui tira fuori un cestino di plastica riempito con leccornie varie che, a solo sentire il profumo, ti fanno venire l'acquolina in bocca. 
«Grazie, piaceranno molto alla mia nonnina. Sto andando a farle visita, vuoi venire con me?» Lei esulta gioiosa e molto rumorosamente «Sh! Dobbiamo fare silenzio, altrimenti attireremo gli animali cattivi» la zittisco sussurrando.
Troppo tardi: alle nostre spalle, un umanoide si avvicina piano piano a noi e più avanza, più posso scorgere il suo passo che diventa sempre più calzante, i suoi occhi cambiare da un nocciola ad un giallo brillante, un essere dal folto pelo grigio come la cenere: «Si può sapere cosa state facendo voi due? Vi sentite dalla fine del corridoio» nostro fratello Alex è appena entrato nel nostro mondo senza nemmeno accorgersene.
«Stiamo andando a casa della mia nonnina» rispondo, cercando con lo sguardo la sua complicità e di fargli capire dove si trovava.. 
«Dove?» Chiede lui visibilmente confuso. 
«A casa della…» 
Stavo per ripetere più decisa ma vengo interrotta da Mag con una brusca tirata della maglietta: «Non dobbiamo parlare con lui, è il lupo cattivo!» mi sussurra. 
«Dici che ci vuole mangiare?» cerco di non sembrare troppo spaventata.
Un’altra ondata di vento freddo mi colpisce da dietro e i raggi del sole che filtrano tra i rami degli alberi si fanno più tenui.
«Ma io non sono cattivo, sono un lupo buono» si difende l’essere peloso e possente.
«Se tu sei buono, io sono una principessa!» esclama la piccola con ironia e coraggio. Io cerco di fare del mio meglio per non ridere.
Il viso del lupo Alex cambia in un'espressione stupefatta e avvicinandosi un po’ a noi, si inginocchia davanti alla mia piccola accompagnatrice: «Chiedo umilmente perdono vostra altezza, non lo sapevo» la sua voce era apparentemente dispiaciuta ma sospetto che trami qualcosa. 
Maggie si lascia andare ad una lieve risata alla vista dal gesto di nostro fratello e burla di lui: «Era uno scherzo fratellone, non esiste una principessa nella storia di Cappuccetto Rosso»
«Non esiste nemmeno un lupo buono» minaccia il lupo Alex alzando lo sguardo, con un sorriso beffardo e famelico sul volto. 
Inizia un piccolo e rapido inseguimento per il bosco. Mi guardo attorno cercando un qualche nascondiglio per sfuggire al predatore e fortunatamente, con un po’ di affanno, troviamo un grande e vecchio salice dai lunghi rami piangenti di morbido cotone rosa pastello. Perchè mi sembra di averlo già visto?
Un secondo dopo, sentiamo la voce cupa di nostro fratello che cambia ancora facendosi più grave e graffiante per assomigliare di più ad un grosso lupo cattivo: «Non saranno tanto lontane, potrei ancora prenderle e mangiarle in un grande boccone!» l'ultima affermazione viene seguita dal rumore di una porta che si chiude.
L'affanno è ancora presente nei nostri caldi respiri che si tramutano in nuvolette di vapore a contatto con l'aria gelida. Io e Maggie ci scambiamo uno sguardo non di paura ma di adrenalina ed eccitazione.
Qualche attimo successivo, esco per prima da dietro i rami per assicurarmi che il lupo non fosse più nei paraggi: intorno a me ci sono solo alberi alti e robusti, neanche l'ombra del predatore ne di nessun altro animale; eppure giurerei di aver visto, solo per un secondo, due piccoli bagliori rossi tra due arbusti in lontananza davanti a me: sembravano due occhi, come se qualcuno mi stava osservando nascosto nell'ombra con le sue pupille infuocate; uno sguardo da far paura, certo, eppure io non ne ho avuta anzi, mi dispiace della sua scomparsa. È strano, lo so, ma è così.

Io e Maggie ci incamminiamo per il bosco godendoci il bellissimo e ormai tranquillo paesaggio fino ad arrivare a casa della nonnina.
«Ciao nonna» salutiamo entrando.
«Come stai oggi? Ti abbiamo portato tante cose buone da mangiare» dico mentre mi avvicino al suo letto per porgerle il cestino pieno di prelibatezze.
«Che bello! Sono molto affamata, in effetti» risponde lei con un enorme sorriso e voce gracchiante.
Mi ritrovo costretta a lasciare il cestino in mano alla nonna e ad allontanarmi perché mia sorella mi stava tirando da dietro: «C'è qualcosa che non va, la nonnina è molto strana oggi» mi sussurra improvvisamente sospettosa. 
Io ovviamente avevo notato che c'era qualcosa di diverso in nonna e cercavo di non ridere ma mostrarmi altrettanto preoccupata: «Hai ragione Maggie, hai visto quanto sono grandi i suoi occhi?» 
«È per vedervi meglio, nipotine mie» si giustifica subito la nonnina che evidentemente ci aveva sentite.
«Anche le sue braccia sono molto più grandi» osserva la piccola indagatrice.
«Così posso abbracciarvi meglio» spiega sempre la vecchietta coricata a letto a qualche metro da noi. Deve avere un udito ben accurato per sentirci così bene alla sua età e con la cuffietta che le copriva le orecchie.
Dopo che la nonna ci ha invitati ad avvicinarci al letto per poterci stringere tra le sue possenti braccia, riesco a notare un altro particolare che poco tempo prima mi era sfuggito: «Anche la tua bocca è molto più grande. Sicura di stare bene nonnina?» 
«Sì, sto benissimo, ho solo molta fame» ripete «E la mia bocca grande mi permette di mangiarvi meglio!» Esclama, facendo incupire di nuovo la voce per ritornare a essere il lupo cattivo.
Prese di sorpresa, io e Mag proviamo a scappare ma questa volta il lupo è troppo veloce e riesce a prendermi: «Scappa Mag, vai a cercare aiuto!» simulo di alzare la voce mentre il lupo Alex mi tiene stretta tra le braccia. 
Invece di scappare, Maggie si precipita addosso a noi facendoci cadere nuovamente sul letto: «Non mangerai anche lei, brutto lupo cattivo!» 
Il lupo adesso è intrappolato sotto il nostro peso ed è costretto a lasciare la presa attorno alle mie braccia per difendersi dalle cuscinate date da Mag e provare ad alzarsi e scappare cercando di evitare i peluche che gli stiamo tirando contro.

Alla fuga del cattivo lupo Alex, scendo dal letto e mi avvicino al baule: «Mag, ho trovato la nonna!» esclamo estraendo una bambola dal vestito azzurro fiorato «il lupo non l'ha mangiata!» 
Maggie si mette sotto le coperte insieme alla sua bambola e, mentre facciamo finta di mangiare le pietanze prelibate che c'erano nel cestino, si incominciano a vedere i primi sbadigli.
Ci stavamo deliziando quando qualcuno bussa alla porta: «Ancora tu? Vuoi altre botte per caso?» chiede Mag irritata alla vista del ragazzo dal grigio pelo.
«Volevo chiedere scusa, sono stato un lupo tanto cattivo ma io avevo solo tanta fame, non mangio da molto tempo» dalla voce sembra davvero molto dispiaciuto.
«Ma non sai che non si mangiano le persone?» lo rimprovera sempre lei «Potevi dirlo subito che avevi fame e ti davamo un po' di cibo!» eccome se è arrabbiata! 
«Che dici Mag, lo perdoniamo per questa volta?» le chiedo dolcemente e trattenendo una risata.
«Solo se promette di non fare mai più il lupo cattivo e di non mangiare le persone!» richiede lei esigente.
Il lupo promette che sarebbe stato buono per tutta la vita, così lo facciamo entrare in casa e mangiamo tutti insieme fino a che, la "nonnina" e Maggie, finalmente sia addormentano. 
Mentre Alex si dirige verso l'uscita, poso il mio mantello rosso dentro l'armadio e lo seguo fuori lasciandomi alle spalle il mondo incantato dell'immaginazione e della fantasia. 

«Questa è l'ultima volta che mi unisco ai vostri giochetti» parla piano Alex massaggiandosi la nuca con faccia dolorante.
«Ne hai prese parecchie stasera» rido con gusto «eppure dovresti averci fatto l'abitudine, anche noi giocavamo così a volte»
«Ma con te potevo osare un po' di più, avevamo la stessa età. Con Mag, essendo molto più piccola, mi devo trattenere molto di più» 
«Dai che però ti diverti lo stesso!» lo stuzzico allegramente punzecchiandogli il fianco.
A sua difesa, risponde bloccandomi le braccia e ne approfitto per stringerlo forte a me. Lui non si allontana ma ricambia l'abbraccio.
Io ed Alex abbiamo il classico rapporto fraterno dove c'è ne diciamo di tutti i colori, non ci sopportiamo, ma nelle difficoltà non ci abbandoniamo mai. Anche se non lo ammetterebbe mai, è sempre stato molto geloso e protettivo nei miei confronti: si prendeva colpe non sue per non farmi mettere in punizione dai nostri genitori, mi difendeva quando qualcuno mi prendeva in giro e teneva d'occhio i ragazzini a cui piacevo, mi consolava quando piangevo e si offriva sempre di giocare con me per tirarmi su di morale, cantavamo e ballavamo insieme per pomeriggi interi e mi dava anche una mano con i compiti a volte. È normale che, crescendo, ci siamo allontanati un po': molte cose non le facciamo più con la stessa frequenza di quando eravamo piccoli, ma la sua protezione è il suo affetto non mi è mai mancato. Sono comunque la sua sorellina! Anche con Maggie si comporta alla stessa maniera, ma data l'elevata differenza d'età, non è la stessa cosa, non c'è la stessa complicità. 
«Posso farti una domanda?» mi chiede improvvisamente «Mi devi rispondere sinceramente però!» 
«Cosa vuoi sapere?» chiedo notando la serietà sul suo volto. 
«È da un po' che ci penso ma…» non sembra tanto sicuro di voler porre la domanda  «Non è che tra te e Sam c'è qualcosa?» 
Sentita la domanda, scoppio istintivamente a ridere fragorosamente, cercando di attutire il suono portandomi la mano davanti la bocca. Noto che la porta di camera sua è aperta e decido di entrarci, essendo anche la più vicina dal punto del corridoio dove ci troviamo, così da non rischiare di svegliare i miei genitori e la piccola Mag.

Lui mi segue e richiude la porta alle sue spalle mentre mi guardava infastidito: «Non scherzo Alyson, se c'è qualcosa puoi dirmelo» 
Cerco di fare un respiro profondo per calmarmi e ridare un po' di ossigeno al mio corpo: «Sì, effettivamente c'è qualcosa» riesco a dire ridacchiando «Ma niente di quello che pensi, solo una grande, bellissima e profonda amicizia» 
Per un solo attimo, gli occhi di Alex si illuminano di una luce poco rassicurante che si spegne appena pronuncio l'ultima frase.
Un’altro respiro profondo: «Sam è come un altro fratello maggiore per me: sarebbe come se mi innamorassi di te e non ci tengo a fare un incesto, grazie!» puntualizzo, ricominciando a ridere. 
È più forte di me, non riesco proprio a rimanere seria in una situazione così assurda.
«Beh, può essere così per te ma non sai cosa c'è da parte sua» contesta molto seriamente. 
«Allora forse non lo conosci così bene» finalmente riesco a calmarmi definitivamente e permettere al fuoco che aveva preso possesso delle mie guance di attenuarsi «Sam non è uno che si fa problemi per queste cose e poi ti posso assicurare al cento per cento che non nutre nessun interesse nei miei confronti, non quel tipo di interesse almeno» specifico.
Mi sdraio comoda sul suo letto a pancia in su per rilassarmi e la mia mente ricorda dell'appuntamento che Sam ha avuto questa sera. Lo contatterò domani per farmi raccontare l'accaduto, penso.
«Come fai ad esserne così sicura?» insiste lui.
«Sono cose sue personali, non è giusto che te li racconti io» dico alzandomi dal suo letto per andarmene in camera mia e chiudere la conversazione «Tu domani hai le prove con il gruppo giusto?» annuisce «Salutami Peter allora, ci vediamo domani sera» mi avvicino a lui sicura del fatto che non ha capito minimamente la mia frecciatina.
«Notte fratellone» gli scompiglio i capelli per infastidirlo e me ne torno in camera mia dove mi aspetta la mia dose di lettura notturna che facevo ogni sera prima di andare a dormire, indipendentemente dall'orario. 
Riesco a leggere parecchie pagine e potrei continuare ancora per molto, ma devo fermarmi obbligatoriamente: si è fatto tardi e l'indomani mi dovrò alzare presto per andare a scuola e affrontare il mio ultimo giorno da minorenne.

   
 
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