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Autore: Mew_vale    28/11/2022    1 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 89
 
 
[Camilla]
Vengo svegliata da un dolce profumino che invade le mie narici. Fatico a mettere a fuoco l’ambiente attorno a me, benché si tratti della mia camera da letto. Ho ancora gli occhi stanchi poiché sono crollata improvvisamente, alla fine di una crisi di pianto. David è stato un tesoro, dato che ha sopportato il mio sfogo notturno coccolandomi fino a che non sono crollata.
<< Buongiorno cucciola. >> Mi saluta, quando lo raggiugo in cucina. Ci scambiamo un bacio.
<< Buongiorno a te amore. >> Lo ricambio. Sorrido quando noto che ha preparato i miei pancake preferiti.
<< Pancake alla banana e scaglie di cioccolato fondente, i tuoi preferiti! >> Illustra. Gli accarezzo il petto.
<< Grazie amore mio. Rischierei di non entrare più nel mio abito da sposa se iniziassi ad affogare i miei dispiaceri nei dolci. >> Osservo.
<< Per oggi farai uno strappo. Ti ci vuole. Non vorrai mica rendere vano il mio duro lavoro, vero? >> Mi domanda, con la faccia da cucciolo. No, io non potrei mai comportarmi così verso una persona amata! Sento la malinconia rimpadronirsi di me.
<< Battuta infelice, perdonami! Sei riuscita per lo meno a dormire? >> Mi domanda, prima di baciarmi la fronte. Annuisco.
<< Ma sarà troppo per i miei nervi reggere un’altra cena come quella di ieri sera! Stasera mi toccherà sedere di nuovo alla stessa tavola con Diego e Isabella e considerando che ci sono i genitori di Massimiliano, mi toccherà fare buon viso a cattivo gioco. Non so se ce la farò! >> Mi lamento, mentre mi siedo al tavolo, con la testa fra le mani. David si alza bruscamente e raggiunge il suo smartphone appoggiato sull’isola in cucina.
<< Hai ragione, sai? >> Interviene. Aggrotto le sopracciglia, domandandomi cosa stia facendo.
<< Pronto… Di sicuro non chiamo per augurarvi un buongiorno, visto che il nostro non lo è! .... Non credete che sia meglio per tutti se disertiate la cena di stasera? Ieri sera è stato difficile e Cami non ha tutta questa voglia di vedervi, a dire il vero!... Sì, sono serio… E poi vorrei evitare melodrammi dinanzi ai suoceri di Giulia i quali è fondamentale che ripartano con un bel ricordo di questo week end con la mia famiglia… Non lo so, inventatevi qualcosa… Ma sarebbe meglio dirlo ai miei verso sera così non avranno più tempo di fare domande e cercare di farvi cambiare idea… Bene, ciao! >> Lo sento dire. Non posso credere a quello che ha appena fatto.
<< Ecco fatto. Tuo fratello e Isabella non ci saranno questa sera. >> Annuncia, baciandomi il capo prima di allontanarsi per servire la colazione.
 
 
[Leonora]
<< Come sta Lorenzo? .... Non mi sorprende che dorma ancora… ma si può sapere cos’è successo per ridurlo a bere così?... Sei sicura, tesoro?... È solo che mi sembrava troppo abbattuto per il semplice bisticcio…. Ok, lo so, mi preoccupo troppo. Ok sto tranquillo. Buon sabato cara! >> Augura mio marito alla nostra primogenita, prima di chiudere la comunicazione.
<< Lorenzo dorme come un sasso. >> M’informa.
<< Non mi sorprende. >> Rispondo sbrigativa.
<< Amore, cosa succede? Hai a stento toccato la tua colazione. >> Mi domanda mio marito, osservando il piatto ancora pieno di leccornie, sul tavolo della nostra stanza d’albergo.
<< Sto pensando a Patrizia. Dato che è sembra essere così avvezza all’arte del ricatto, cosa le impedirà di farlo anche con noi per poter avere un rapporto con Roby? >> Gli domando, esternando i miei dubbi.
<< Sarebbe tempo sprecato, dato che nostra figlia non vuole avere a che fare con lei. La sua unica arma per avvicinarsi a lei è dirle che non le abbiamo mai dato i regalini e i bigliettini che le ha mandato in questi anni, per tanto non potrebbe mai usare questo fatto come arma di ricatto verso di noi per convincerci a spezzare una lancia a suo favore con nostra figlia! Robertina ci farebbe chiudere in manicomio se ci provassimo! >> Mi fa notare mio marito. Lo abbraccio.
<< Io non mi fido comunque di quella donna. Sa troppe cose su tutti noi, potrebbe affossarci con una sola parola! >> Osservo. Maledetta donna!
<< Io vado a vestirmi amore. Così andiamo a casa nostra e vediamo se c’è qualcosa da buttare, ok? >> Propone. Annuisco e mi bacia il capo prima di allontanarsi.
 
 
 
[Paola]
<< Ok, tesoro. Proveremo a contattarlo e a passare dal suo loft. Ma cosa vi siete detti di così sconvolgente durante questo litigio? >> Mi domanda mamma, dopo che le ho domandato notizie di Gonzalo. Ho passato la notte più infernale della mia esistenza!
<< Tante cose, mamma. E non belle! E me ne sono pentita, ho sbagliato a comportarmi così e vorrei parlare con lui. >> Spiego in soldoni. Mi vergogno troppo nel confessare che ho scelto proprio suo cugino per dimenticarlo!
<< Va bene. Ti facciamo sapere, bacio! >> Mi saluta, ponendo fine alla telefonata.
<< Bacio, mamma. >> La saluto. Poso il cellulare per poi stropicciarmi gli occhi prima di sbadigliare. Lo riprendo in mano quando arriva una notifica: le speranze che possa essere lui si sgretolano quando mi rendo conto che è Giulia.
 
Giulia 09:02: Ciao, quindi????????
Io  09:02:  Ciao…. Quindi niente!! Non mi ha aperto e non risponde al telefono!
Giulia  09:03: Mi disp ☹ Magari non era in casa? Magari era da qualche parte a drinkare?
Io: 09:04:  Peggio!! Chissà dove si trova ora… L’ultima volta che si è ubriacato è finito all’ospedale!
Giulia 09:05: Bhe ma quella volta è stata colpa del pazzoide con cui ti eri messa……
Io 09:07: Mi ha appena scritto mia madre. Gonzalo ha mandato un messaggio a suo padre in cui dice che sta bene, che è sobrio ma che vuole stare solo!!
Giulia 09:08: Mi disp. Vedrai che tra poco gli passa! Deve sbollire. Ci vediamo domani al circolo?
Io 09:09. Sì, ovviamente. Speriamo di vederlo lì.
Giulia 09:10: Ha nascosto il tradimento del fratello ai danni della loro figlia… No, non credo che Gonzalo avrà il coraggio di farsi vedere al circolo domani. Ti lascio, prendo l’aereo. A domani! Bacio.
Io 09:11: Hai ragione……. Buon rientro. Baci.

 
 
[Giulio]
Non appena apro gli occhi mi rendo immediatamente conto che lei non è dall’altra parte del letto matrimoniale, poiché non avverto il solletichino dei suoi riccioli in faccia e il suo profumo inondarmi le narici. Mi alzo e quando entro in soggiorno mi sento una merda vedendola rannicchiata a dormire. Nel pugno di una mano stringe un fazzolettino consunto. Afferro il telecomando e spengo la televisione per poi inginocchiarmi e baciarle il capo. Mi siedo per terra accanto al divano e lei si rigira.
<< Mi dispiace, non volevo svegliarti. >> Mi giustifico.
<< Non preoccuparti. Non dormivo così profondamente. >> Mi spiega.
<< Sono stato proprio odioso ieri sera, vero? >> Constato. Ho esagerato sì, ma ero e sono troppo deluso per quest’omissione!
<< Vorrei solo che capissi che non ho agito così per deludere te o per proteggere il mio ex. Cercavo solo di evitare guai alla mia migliore amica e al suo fidanzato. >> Si giustifica. I toni di questo confronto sono molto più maturi di ieri!
<< Io questo lo posso comprendere, dopo qualche ora di sonno e riflessione. Ma tu riesci a capire la gravità della situazione? Lorenzo, Roberta, Isabella e Diego hanno preso in giro tutti, non solo David, Camilla, Ugo e Cèsar. Hanno reso vano il duro lavoro di tutti coloro che hanno lavorato alla creazione della collezione, comprese le sarte del reparto produzione, chiunque abbia cooperato al successo della serata di lancio, comprese i modelli e le indossatrici. Tu stessa hai sfilato con quegli abiti, non ti senti presa per il naso? Hai sfilato con un abito confezionato con stoffe scadenti, presentandolo come di alta moda. Questa è una truffa bella e buona! >> Mi sfogo. Silvia, con il capo piegato in avanti, ascolta mestamente.
<< Qua non parliamo solo della delusione che possono provare le nostre famiglie per il fiasco da loro causato. Qui parliamo di una truffa: l’Ecomoda ha presentato, a stampa compresa, e venduto capi di alta moda con stoffe scadenti. L’azienda potrebbe finire in un procedimento legale qualora qualcuno sporgesse denuncia. E se questa voce arrivasse alla stampa? La nostra reputazione sarebbe sommersa di merda! >> Continuo a sproloquiare.
 << Non avevo pensato a queste cose. >> Riflette amaramente.
<< Non si tratta più della mia sete di ottenere il posto di Presidente. Ci sono in ballo il futuro dell’azienda, dei suoi dipendenti, 60 anni di storia dell’azienda! >> Proseguo nel mio sfogo.
<< Ed è evidente che qui urge l’intervento dei nostri genitori. Chi ha causato questo danno non è assolutamente in grado di porvi rimedio. >> Concludo.
<< Quindi mi vuoi dire che non c’è nessun’altra strada percorribile? Bisogna dirlo a tuo padre e ai Mendoza? >> Mi domanda.
<< Secondo me sì. Dovremmo. Non diventerò loro complice! >> Esclamo disgustato dalla loro condotta.
<< Comunque prima di lunedì non si può fare nulla. Propongo, almeno per oggi e domani, di goderci il week end e di pensarci su, cosa ne pensi? >> Mi domanda, infilando le sue dita affusolate tra i capelli radi sulla mia nuca. Annuisco.
<< Quindi pace? >> Propongo. Detesto litigare con lei! In risposta la mia fidanzata scende dal divano e si siede a cavalcioni su di me. Direi che è un sì! Inizio a baciarla con passione, facendomi largo con le mani sotto la t-shirt che indossa. Sbuffo quando veniamo interrotti dal suono del suo smartphone.
<< E’ tua sorella. >> Annuncia.
<< Sei un po’ vaga, quale delle tante? >> Ironizzo.
<< Isa, sì, buongiorno… Sì, certo!... Se proprio vuoi saperlo sì… Stavamo facendo pace, se capisci cosa intend… Sì, mi sembra opportuno, ci vediamo domani! >> Sento che le dice prima di scagliare il suo telefonino sul divano per tornare a concentrarsi su di me.
 
 
 
 
 
[Marcus]
<< Mio figlio è sempre stato in gran chiacchierone, per tanto una telefonata poteva farla! >> Mi lamento, dopo aver letto il messaggio che mi ha inviato dopo il mio tentativo di chiamata.
<< Io vorrei sapere cos’è successo con mia figlia! Dev’essersi trattato di un brutto litigio per ridurlo a voler stare da solo! >> Commenta MariaPaola.
<< Speriamo sia vero che è sobrio. Che non si sia accoppiato con la bottiglia per consolarsi. >> Mi auguro.
<< E’ sotto un treno. Ha scoperto la storia che ti ha legato a sua madre, ha perso la stima di suo fratello e quella di mia figlia… diamogli tempo. >> Propone Mariapaola.
<< E nel frattempo cosa dovrei fare? Permettere che rimanga chiuso nel suo loft a fare la muffa? >> Obbietto.
<< Per oggi lasciamolo ammuffire. Diamogli i suoi spazi. Fidati che detto da me che sono stata anche fin troppo presente nella vita delle mie figlie, è un buon consiglio… >> Propone, per poi rabbuiarsi.
<< Anzi: troppo presente solo nella vita di Paola. Con Maria non lo sono stata abbastanza, evidentemente. Ad entrambe, agendo in un modo o in un altro, ho rovinato la vita! >> Esclama. L’abbraccio.
<< Non dire così. Sfortunatamente quando vengono fuori dall’utero materno non portano con loro il manuale d’istruzione su come essere un buon genitore! >> Ironizzo, strappandole un sorriso.
<< Però domani mattina usciamo di casa per tempo e prima di andare al circolo passiamo da lui, ok? >> Propongo. Acconsente con un cenno del capo.
<< Chissà se Seba presenzierà alla festa di domani… >> Rifletto a voce alta. I Marquez hanno appena perso una madre e una moglie, come potrebbero mai sopportare la presenza del genero adultero?
<< Conoscendolo tramite i tuoi racconti, non credo che verrà. Dubito che domani i nostri figli, Paola esclusa, possano presenziare a quel party! Sarà sufficientemente imbarazzante per noi doverci giustificare e scusare con i tuoi consuoceri! >> Osserva giustamente la mia compagna.
 
 
[Diego]
Chiudo la comunicazione e torno in cucina dalla mia piccola, ancora sconcertato.
<< Amore, chi era? Cos’è successo? >> Mi domanda, notando la mia espressione tutt’altro che contenta!
<< Tuo fratello David. Siamo appena stati esiliati dalla cena di questa sera! >> Annuncio. Isabella spalanca leggermente la bocca per poi richiuderla e deglutire.
<< Mi dispiace amore… È tutta colpa mia… >> Intervengo, sedendomi accanto a lei. Le accarezzo il capo.
<< No. Io ti ho retto il gioco quindi mi assumerò le mie responsabilità. I miei fratelli mi guarderanno con disprezzo, per non parlare di papà, di zia Marcella, dei tuoi genitori… e dovrò accettarlo! >> Constata, prima di soffiarsi il naso con il tovagliolo.
<< Se può consolarti non credo che dietro questa richiesta di David ci possa essere il disprezzo che prova verso di te. Bensì il disprezzo che provano verso di me! >> Le faccio notare.
<< Camilla non vuole vedere neanche me, fidati. Ieri sera ho letto troppa delusione nei suoi occhi quando le ho confessato che sapevo tutto. >> Rammenta. L’attiro a me e le bacio il capo.
<< Cosa diremo a mio padre? >> Mi domanda.
<< David ha detto di aspettare l’ultimo secondo per disertare la cena così non ci sarà margine di possibilità che possiamo prendervi parte. >> Le spiego.
<< Papà mi cercherà comunque, per chiedere spiegazioni sul nostro comportamento di ieri sera. Scommetto che avrà già iniziato il giro di telefonate e improvvisate dai suoi figli! >> Mi fa notare giustamente la mia fidanzata.
<< Allora è il caso che ti vesti. Non ho intenzione di passare questo sabato chiuso in casa a piangere. >> Propongo.
 
 
[Jimmy]
La mia fidanzata sta veramente rigando dritto. Benché sia sabato, si è alzata presto per studiare, e ora si è concessa una pausa prima di pranzo. Siamo in camera da letto e sto guardando un po’ di tv trash mentre lei, con le mie vecchie bose alle orecchie, scorre i video nei “per te” di tik tok. Indossa solo una maxi maglia che le copre a malapena il fondoschiena quindi lasciarla tranquilla tutta la mattina per studiare resistendo all’istinto di provarci con lei è stata una dura prova di resistenza! Mi alzo quando sento il campanello suonare, Lena neanche se ne accorge. Mi domando chi possa essere a quest’ora, probabilmente il postino che passa sempre a quest’ora. Spero solo che non siano altre bollette!
<< Buongiorno caro! >> Mi saluta mia madre quando spalanco la porta. No!
<< Buongiorno figliolo. >> Mi saluta papà.
<< B-buongiorno. C-cosa ci fate qui? Non è domenica! >> Osservo. Pure di sabato ora? Devo fare un discorsetto a mia madre!
<< Lo so, ma domani papà ha deciso che mi porterà al centro commerciale e poi a pranzo, quindi ti ho portato oggi un po’ di pasta al forno e il ciambellone che ho fatto stamani. Almeno per oggi e domani sarai apposto. >> Mi narra, allungando i contenitori con tali pietanze. Osservo le scale con una certa preoccupazione. Questa scena l’ho già vissuta e non vorrei ripeterla!
<< Grazie mamma. Buon sabato, allora! >> Esclamo, con il tentativo di farli andare via. Mamma e papà si scambiano uno sguardo eloquente.
<< Perché guardi la scala? Non sei solo, vero? >> Mi sussurra mamma. Deglutisco.
<< Esatto. Quindi, arrivederci! Non vorrei essere villano ma preferirei che avvisaste prossimamente prima di passare, ho quasi trentasei anni per tanto vorrei la mia privacy, specialmente nei week end! >> Ne approfitto per precisare.
<< Il ragazzo ha ragione, mia principessa, andiamocene! >> Interviene papà. Deo gracias!
<< Ma si può sapere chi è? >> Mi domanda poi.
<< Non oggi, ciao! >> Esclamo, cercando di sospingerli fuori casa.
<< Sono contenta che ti sei dimenticato di quella Alma, e di Lena specialmente, non facevano per…. >> Sta per dire mamma, quando la vedo guardare oltre di me. No, non ditemelo, vi prego! Chiudo gli occhi mentre mi volto lentamente. Lena è ferma sulle scale, ancora con le bose alle orecchie e non stacca gli occhi dal suo smartphone.
<< No, non un’altra volta! >> Protesta mamma. È un colpo di tosse di papà a far tornare sul pianeta terra la mia fidanzata!
<< Oh merda! >> Esclama, scappando di sopra, spero per indossare dei pantaloni.
<< Sorpresa! >> Intervengo, ironico, per rompere questo silenzio preoccupante!
<< SORPRESA?! Ti ha dato per caso di volta il cervello?! >> Tuona mamma, mentre papà cerca di chetarla.
<< Mamma, calmati e ascoltami, ti prego. Lena non è più la ragazza di anni fa. Ci siamo finalmente trovati. Ci amiamo sul serio! >> Cerco di spiegarle, mentre Lena torna di sotto indossando dei leggings. È visibilmente imbarazzata.
<< Ma ti ha preso in giro e spezzato il cuore in passato! >> Protesta mamma, rievocando il passato.
<< Lo so, e mi vergogno ancora per quello che ho fatto. Se non mi fossi comportata così male con Jimmy a quest’ora… >> Cerca di intervenire Lena.
<< A quest’ora cosa? Sareste sposati e con dei bimbi? Che il Signore ce ne scampi da queste eventualità! >>
<< MAMMA! STAI PARLANDO DELLA DONNA CHE AMO! >> Protesto.
<< Propongo di calmarci, cosa ne dite? E’ il caso di andarcene, cara. >> Interviene papà.
<< E tu Freddy non dici niente? >> Gli domanda mamma.
<< Strepitare e rievocare il passato non mi sembra un atteggiamento da persone adulte, responsabili di sé… >> Interviene prolisso mio padre. Mamma se ne va’ spazientita a metà frase.
<< Arrivederci. > Ci saluta papà, prima di correrle dietro.
<< Bhe, non l’ha presa così male! >> Ironizzo, dopo aver richiuso la porta. Lena mugugna prima di mettersi seduta sulle scale con la testa tra le mani.
 
 
[Nicola]
Era da un bel po’ di tempo che non mettevo piede in questa casa. Vedere tutti questi teli bianchi che coprono i mobili fa una certa impressione! Tra poco il divano e i mobili prenderanno di nuovo aria. Mia moglie, con me e tutto parentado al seguito, apre la porta della vecchia cameretta di Olga, che ha ancora le parenti bianche e rosa, con il suo nome dipinto.
<< E così ecco la tua cameretta! >> Esclama Alexander, guardandosi attorno. Ha le stelline negli occhi!
<< Tu frena l’entusiasmo per questo tour nella casa dove siete nati e cresciuti! >> Esclamo verso mio figlio Cèsar che oggi sembra una statua di marmo. Non parla e non interagisce. Non che il suo ragazzo sia di compagnia!
<< Ho dormito poco quindi un po’ di cattivo umore. >> Adduce come scusa. Sì, e io sono un’astronauta!
<< E non ci volete dire cos’è successo ieri sera. Perché dovete tagliarci fuori? >> Brontola mia figlia, giustamente.
<< Ma niente, cosa vuoi che sia successo? Camilla e Diego hanno discusso durante una riunione, David è intervenuto per difendere Camilla e la discussione è peggiorata… faranno pace! >> Minimizza. A quanto pare è questa la spiegazione!
<< Potremmo fare qua la nursery per quando lo lascerete ai nonni, cosa ne dici tesoro? >> Mi domanda mia moglie.
<< Sì, ottima idea. Scusate, vado in garage a controllare lo stato delle mie canne da pesca. Con permesso! >> Mi congedo, imboccando le scale. Attraverso la cucina per poi aprire la porta che dà sul garage, e richiuderla alle mie spalle. Ok, la scatola giusta era l’ultima in basso nell’angolo, vicino alla poltrona di mia figlia. Quando accendo la luce vedo subito qualcosa di diverso! Gli scatoloni sono messi in modo diverso rispetto al giorno in cui ho aiutato la mia primogenita a sistemare i suoi mobili che non avrebbe portato da Lorenzo. Mi ero assicurato di mettere l’oggetto in questione in uno scatolone ben riconoscibile! Ma ora sono tutti mescolati, e i mobili di mia figlia sono spariti. Rabbrividisco poiché intuisco che Roberta deve aver frugato qui per riprendere i suoi effetti personali! Ora come farò a trovare quella maledetta missiva? Non ho il tempo per cercare in ogni scatolone! Torno alla realtà quando mia moglie apre la porta del garage. Fingo di dedicare la mia attenzione alle canne da pesca appese al soffitto.
<< Cosa ne dici, ragnatele a parte sembrano in ottimo stato. >> Osservo.
<< Sì, amore. E’ dolce che ti preoccupi della canne da pesca di mio padre, anche se non sai pescare. >> Osserva, baciandomi una guancia.
<< Avevamo un ottimo rapporto, lo sai. >> Borbotto, mentre guardo l’accozzaglia di scatoloni in garage. Dove sarà finita ora quella stupida lettera? Avrei dovuto scrivere il contenuto di ogni scatola con il pennarello, in tale modo ora saprei riconoscerla!
 
 
 
[Lorenzo]
Sbatto ripetutamente le palpebre prima di aprirle definitivamente. Mi scoppia la testa. La luce che inonda la stanza è prepotente quindi ne deduco che sia mattina inoltrata: infatti l’orologio digitale segna le undici. Roby non è a letto accanto a me quindi mi alzo a fatica e scendo le scale per cercarla: è seduta al tavolo da giardino con il tablet. Mi rivolge le spalle e ha gli auricolari alle orecchie quindi non mi sente arrivare. Prima che si renda conto della mia presenza leggo che digita sulla barra di ricerca di google “terramoda azienda”.
<< Buongiorno. >> Balbetto, mentre si toglie di auricolari wireless.
<< Buongiorno amore. Come ti senti? Lo vuoi un caffè? >> Mi domanda, richiudendo il tablet. Annuisco e si alza per dirigersi in cucina quindi la seguo.
<< Cosa stavi cercando? Cos’è la “terramoda”? >> Le domando incuriosito, non reprimendo uno sbadiglio.
<< E’ un termine che ho sentito pronunciare ieri sera dai nostri padri. Facevano discorsi strampalati! >> Mi narra.
<< Oddio, non ho le forze mentali per sopportare discorsi complicati! >> Mi lamento, affogando quasi il naso nella tazza di caffè.
<< Riguarda tuo padre e tua madre, il modo in cui si sono innamorati. Tu cosa sai in proposito? >> Mi domanda. Mi stropiccio la faccia, rassegnato al fatto di dover affrontare discorsi complicati di prima mattina in hangover!
<< Mamma era la sua segretaria, e si sono innamorati. Papà ha lasciato Marcella, dopo numerose corna con varie donne, è poi emerso, e si sono messi insieme. Quello che sai anche tu da sempre. Perché ora tali discorsi? >> Le domando.
<< Ieri sera tuo padre stava raccontando al mio che Patrizia ha minacciato i tuoi genitori di rivelarci com’è nata la loro relazione, e ha tirato in ballo la Terramoda, qualunque cosa sia! >> Mi spiega.
<< Mai sentita. Credi si tratti di un’azienda? >> Le domando, al quanto perplesso da tali avvenimenti!
<< Secondo me sì. Pensavo di consultare i registri della camera di commercio. >> Propone.
<< Perché diamine quella donna dovrebbe ricattare papà?! Che oltretutto è reduce da un infarto. Quella donna ha il silicone al posto della materia grigia! >> Mi lamento.
<< Stai pensando di andare da lei e chiederle spiegazioni? >> Mi domanda, conoscendomi bene.
<< Sì. Ma ci mentirebbe. Se sta usando queste informazioni per ricattare papà, volendo in cambio chissà che cosa, non credo che ci darà spiegazioni perché semplicemente gliele chiediamo. Potremmo usare le credenziali della RDL per entrare nel portale online e consultare tale registro. Se usassimo le credenziali dell’Ecomoda potremmo lasciare tracce di tale ricerca. >> Propongo. È incredibile come un semplice caffè sia in grado di riattivarmi le sinapsi!
<< Ottima idea amore. >> Risponde la mia ragazza, correndo a prendere i documenti stampati contenenti tali informazioni sulla nostra piccola azienda di investimenti.
<< Ecomoda e Terramoda… singolare come i nomi siano praticamente identici. >> Rifletto, a voce alta. Roby torna in cucina con tali documenti e sospira profondamente dopo aver osservato il suo smartphone e averne bloccato la tastiera.
<< Non sono abituata a non sentire vibrare ogni due per tre il mio telefono, a causa dei messaggi di tua sorella. >> Osserva, amaramente. L’abbraccio da dietro.
<< Mi dispiace! Sono stato io a proporre questo piano delle stoffe… >> Rifletto dispiaciuto, mentre vezzeggio i suoi capelli freschi di piega fai-da-te.
<< Non ci hai di certo costretti. >> M’interrompe.
<< Mandale tu un messaggio. Prova a fare un tentativo. >> Le consiglio, prima di baciarle una guancia, per poi afferrare i documenti che si è procurata ed entrare nella homepage della camera di commercio.
<< Amore, c’è anche un’altra cosa di cui ti dovrei parlare. >> Introduce, dopo aver tergiversato un po’ con il suo smartphone, evidentemente decidendo cosa scrivere a mia sorella. La esorto a raccontare con un cenno del capo, mentre continuo a smanettare concentrato.
<< Riguarda Silvia. >> Esordisce. Un brivido di percorre la schiena.
<< Oddio. Ha detto tutto a Giulio? >> Le domando con una certa dose di preoccupazione addosso, prima di prendermi la testa tra le mani. Ma come mi è saltato in mente di confidare certe cose ad una ragazza di cui neanche ero innamorato?
<< No, forse, non lo sappiamo con certezza. Diego ed Isa dicono che ieri sera lei e Giulio hanno litigato di brutto, perché lui ha scoperto che lei sta chattando con un’altro, è plausibile? >> Mi fa sapere. Aggrotto le sopracciglia.
<< Direi di no. Stai parlando di una ragazza che quando si lega ad uomo è disposta a tutto: ricordi lo sgambetto? Metterebbe in pericolo la sua relazione con un uomo che le ha pure regalato una villa per un pinco pallino conosciuto su tinder? >> Le faccio notare. Non ce la vedo!
<< Se l’esperto si è pronunciato… >> Borbotta inarcando le sopracciglia, prima di prendere il comando del tablet. Mi mordo il labbro inferiore divertito.
<< Non è che qui una certa ragazza è gelosa? >> La scimmiotto, con il mento appoggiato alla mano e il gomito puntellato al bancone della cucina.
<< No. Compiamo questa ricerca? >> Taglia corto. Non me la bevo! Inizio a farle il solletico e dopo solo trenta secondi è costretta a mollare il colpo!
<< Smettila, dai. >> Ridacchia. << Ok, lo ammetto, detesto sentirti parlare così, come se la conoscessi bene! Lo detesto. >> Ammette a testa bassa. Mi avvicino a lei posando due dita sotto il suo mento la costringo a sollevare il capo. Mi perdo nei suoi occhi celesti.
<< Ti amo. Immensamente. >> Le rammento, prima di catturare le sue labbra in un bacio dal ritmo dolce, che viene ricambiato. L’incisione sull’albero nel giardino dei miei qui a Bogotà è la prova del fatto che eravamo destinati a vivere insieme! Questo magico momento viene interrotto dallo squillo del mio cellulare. Sospiro quando mi rendo conto che è giunto il momento di affrontare i miei!
<< Pronto? >> Esordisco.
<< Buongiorno figlio. >> Salutano, più o meno coralmente, quindi mi rendo conto di trovarmi in viva voce.
<< Buongiorno. Complimenti per il tempismo. >> Ironizzo, facendo sghignazzare la mia fidanzata.
<< Perché, cosa abbiamo… Ah, ok! >> Sento dire da mia madre, la quale stava per chiedere cos’ avessero fatto per poi rendersi conto che, evidentemente, mi trovavo in intimità con la mia dolce metà!
<< Bene, ottima notizia se avete fatto pace! >> Interviene papà. Aggrotto le sopracciglia e guardo Roby, la quale mi domanda cosa succede.
<< Sono felice che ne siate felici. >> Sto al gioco. Evidentemente la mia fidanzata si è inventata una balla per giustificare la mia sete di ieri sera.
<< Molto. Quindi non ti stai sentendo con nessuna? >> Mi domanda papà a bruciapelo.
<< Cosa? Perché mai dovrei? >> Gli domando al quanto perplesso. Oh, no! Non è che hanno saputo di Giulio e Silvia e pensano che l’oggetto della discordia sia io? Faccio cenno alla mia ragazza di stare zitta e metto in viva voce.
<< Solo un dubbio, scusa se te l’ho chiesto! Siamo felici che abbiate fatto pace. >> Minimizza.
<< Un dubbio un po’ strano da farsi venire, non ti pare? >> Osservo, sperando di arrivare al punto!
<< Abbiamo saputo da Nicola, che lo ha saputo da Nora, la quale lo ha saputo da Olga che ieri sera alla cena c’era maretta tra Giulio e Silvia. Sembra che lei abbia chattato con un altro…. >> Inizia a spiegare. Roby si porta una mano alla fronte.
<< E avete pensato potessi essere io. Pensavo avessimo superato i dubbi circa i miei sentimenti verso Roberta! >> Protesto.
<< Hai ragione, caro. Ci dispiace, ma volevamo toglierci il dubbio visto che ieri tu e Roby avete litigato ed eri piuttosto giù di morale. >> Spiega mamma.
<< Ma anche Nicola lo pensa? >> Gli domando allarmato. Possibile che debba affrontare di nuovo con tutti lo stesso argomento?
<< No. Non ho condiviso con lui questi dubbi. Volevamo prima parlarne con te. >> Mi spiega. Bene!
<< Vi posso assicurare che questo ragazzo non sono io. Continuo a portare avanti con successo i miei principi di monogamia e fedeltà. >> Affermo, facendo l’occhiolino alla mia ragazza la quale sorride.
<< Un’altra cosa, prima di chiudere. Cosa succede con Diego? >> Domanda papà. Roby ed io ci raggeliamo.
<< In che senso? >> Domando, per poi deglutire. Se papà e mamma dovessero scoprire del fiasco della collezione e farci domande personalmente, riusciremmo mai a mentirli guardandoli negli occhi?
<< Olga ha anche scritto che l’atmosfera era un po’ tesa, sembravano avercela un po’ tutti con Diego. Vostra sorella era nera. Che succede? >> Mi domanda. Ho la mente offuscata, non riesco a partorire un’altra bugia convincente! La mia ragazza mi scuote posando una mano sulla mia spalla.
<< Niente di che. Ieri in riunione ci sono state delle divergenze di opinione. Sai cosa succede quando si parla tutti insieme: i toni si alzano e niente… C’è stato un po’ di nervosismo. >> Mento, per poi portarmi una mano alla bocca. Aspetto in silenzio la replica dei miei genitori.
<< Ok. Cercate di andare d’accordo, va bene? È un fattore fondamentale per il buon andamento aziendale. Buon sabato, ci vediamo domani? >> Mi domanda papà.
<< Certo. Buon sabato anche a voi. >> Riattacco, non prima di venire salutato anche da mamma. Mi alzo e raggiungo la soglia della porta-finestra aperta e mi appoggio contro di essa con il braccio appoggiato allo stipite e il dorso della mano premuto contro la bocca. Sto osservando la siepe quando mi sento abbracciato da dietro. Mi volto e la stringo forte a me, immergendo il naso nei suoi capelli castano chiaro. Respiro profondamente e lentamente imponendomi di non abbandonarmi alla tensione, di non scoppiare in lacrime, come una ragazzina. La mia fidanzata accoglie il mio viso tra le sue mani e mi costringe a guardarla negli occhi.
<< Comunque andrà, avrai sempre me. Ed io avrò sempre te. >> Mi rincuora, prima di catturare le mie labbra in un bacio tutt’altro che casto. Mi faccio largo sotto la t-shirt che indossa e assaporo con le dita la pelle vellutata sulla sua schiena, per raggiungere con calma la parte superiore di essa, rimanendo contento del fatto di non trovare ostacoli lungo il mio tragitto. Che non indossasse il reggiseno me ne ero già accorto in precedenza, vista la stoffa sottile di cui è composta la maglietta. L’unico mio desiderio è sbarazzarmi di quel capo d’abbigliamento al quanto fastidioso al momento per poter contemplare il suo corpo quindi inizio a sollevargliela ma lei mi ferma.
<< Qui non sono l’unica gelosa, che io sappia! Vuoi davvero togliermi la maglietta dinanzi alla porta finestra aperta e con le tapparelle sollevate? >> Protesta.
<< No, certo che no. I nostri vicini hanno una certa età, non vorrei averli sulla coscienza, anche se la moglie potrebbe ringraziarci con un dolce fatto in casa per aver risvegliato nel marito ottant’enne certi desideri! >> Ironizzo, strappandole una risata.
<< Alexa, chiudi tapparella cucina. >> Le ordino. Solo quando sentiamo il suo “ok” in risposta e vediamo la serranda grigia venire giù la mia ragazza si toglie la maglietta permettendomi di ammirare i suoi seni pieni. Mentre si ravviva i capelli mi avvicino a lei e simultaneamente al mio movimento anche lei muove la testa per poter intrecciare nuovamente le nostre labbra. Continuo ad accarezzarle la schiena, procedendo verso il divano, e rabbrividisco quando lei comincia ad armeggiare con la cintura dei miei pantaloni (poiché sono ancora vestito come ieri sera) non prima di essere caduta seduta sul divano. La guardo negli occhi sapendo perfettamente quali sono le sue intenzioni ora.
 
 
[Daniele]
Mi spazientisco quando, per l’ennesima volta, scatta la segreteria telefonica sul numero telefonico di mia figlia! Perché diamine non mi risponde?
<< Starà facendo le sue cose con il suo ragazzo! Io non rispondevo a mamma e papà se ero in intimità con i miei partners! >> Interviene mia sorella Bea. Per lo meno in questo ha dimostrato pudore!
<< Cosa sono, conigli che non possono fermarsi dieci minuti per rispondere al telefono?! >> Protesto, sortendo una risata generale da parte di tutti i presenti.
<< Vedrai che non sarà successo nulla di grave ieri sera… sono ragazzi, avranno litigato ed erano un po’ tesi. Magari avranno già fatto pace! >> Esclama Marcella.
<< Non lo so: David al telefono è stato piuttosto vago sull’argomento. Mi ha liquidato velocemente con una scusa che non ho capito! >> Spiego alla mia famiglia. Esauriamo l’argomento quando vediamo venire verso di noi Giulia, mio genero e la sua famiglia. Conosciamo questi consuoceri!
 
 
[Clara]
Durante il volo la mia nuova nuora mi è capitata accanto, quindi ho decido di assecondare le richieste di mio marito e di provare ad interagire con lei, da sole. Magari la mia famiglia ha ragione: Giulia è una ragazza giovane, che ha commesso degli errori sentimentali (anche se andare a letto con il ragazzo della sua amica e finire si internet lo definirei più di un errore), ed ora si è pentita ed è cambiata per amore di mio figlio. Il rischio che corro a non concederle il beneficio del dubbio è di non poter vedere mio nipote neanche in fotografia. Giulia agita la mano quando ci stiamo avvicinando ad un gruppetto di persone: un signore alto, un po’ stempiato, molto elegante e dall’espressione perennemente corrucciata (dato che appare sempre così in tutte le foto che ho visualizzato), a braccetto di una signora bionda, fresca di messa in piega, con tailleur con una gonna direi troppo corta per i suoi anni! Accanto a loro c’è Marcella Valencia, che sfoggia anche oggi con un look serio (composto da jeans, un maglioncino accollato ma maniche corte color beige) e la sorella appariscente del mio consuocero, che indossa un copricapo ridicolo. Quando li raggiungiamo sua madre e suo padre baciano il capo di Giulia, che poi viene salutata dalle zie, e i coniugi Valencia salutano calorosamente mio figlio.
<< Daniele, Patrizia, vi presento mia madre Clara, mio padre Giacomo, i miei fratelli Marco e Sara e il suo fidanzato Mattia. >> Compie le presentazioni mio figlio. Patrizia mi offre la sua mano che afferro con delicatezza. Lo stesso atto compie Daniele quando gli porgo la mia mano, dopo di che è il turno del resto della mia famiglia. Sembra che abbiano tanto la puzza sotto il naso, specialmente Patrizia! Più li guardo più continuo a chiedermi come non siano riusciti ad impedire che la loro figlia finisse su internet in un filmino hard. A mia figlia non sarebbe mai passato neanche per l’anticamera del cervello di fare sesso in ufficio, con il fidanzato della sua amica!
<< Cosa ne dite di andare a bere qualcosa? Potremmo fare un giro per la città, avete già visitato il Monserrate, e il santuario, dedicato El Señor Caído? >> Propone la più sobria delle zie di Giulia.
<< No, la settimana scorsa non abbiamo fatto in tempo. Sarebbe carino, cosa dite? Rinfrescata veloce in albergo e ci vediamo dopo? >> Risponde mio figlio Marco, chiedendo il nostro parere.
<< Perché no? >> Accetto, mentre degli inservienti caricano i nostri bagagli su due diversi suv, presumo entrambi di proprietà dei miei consuoceri.
<< Allora io ne approfitto per andare a ritirare la tua auto dal carrozziere e ci vediamo più tardi. >> Interviene Marcella. Un’altra auto? Ma quante sono?
<< Va bene Marce, allora ti accompagniamo dal carrozziere! >> Le risponde Patrizia. Mi domando se pensa di affrontare la scampagnata su quel monte con quella gonna striminzita e le sue decolté firmate da chissà quale stilista!
 
 
[Giulia]
Per il tragitto in auto Massimiliano ed io abbiamo deciso di dividerci, così può passare qualche minuto da solo con la sua famiglia di origine. Chissà se sua madre gli parlerà di me!
<< Bene, amore mio. E di cosa avete parlato? >> Mi domanda mia madre, dopo averle spiegato che durante il volo si è interessata a me!
<< Mi ha chiesto se mi manca il mio lavoro di modella, se mi piace lavorare con Massi. Ha chiesto se abbiamo pensato a qualche nome per il bambino. >> Spiego.
<< Per cinque giorni al mare è rimasta muta, e durante il volo si è sbloccata? >> Commenta pungente papà, mentre guida.
<< Magari lei è fatta così: prima di aprirsi con qualcuno ha bisogno di studiarlo? Non ha fatto che osservarmi per tutta la vacanza. >> Narro.
<< Aprire internet e cercare una tua foto? Non faceva prima? >> Interviene papà.
<< Oggi è nervosetto tuo padre! >> Esclama zia Marcella.
<< Lo vedo. Cosa succede? >> Domando. I presenti si scambiano uno sguardo. La mamma, seduta al posto del passeggero, sposta lo sguardo sulle zie tramite lo specchietto del parasole, mentre sta controllando il maquillage degli occhi.
<< Tuo padre lunedì si dimetterà. >> Annuncia la mamma. Abbasso la testa ed inizio a giocherellare con la catenella della mia borsetta, che tengo in grembo.
<< Immagino che io che do spettacolo su internet abbia contribuito a questa scelta. >> Constato. Zia Marce, che siede in mezzo tra me e zia Bea, mi accarezza una mano.
<< Non è solo per questo. C’entra anche il casino che ha fatto quel pescivendolo alle nozze. Se lo trovo lo metto sotto! >> Sbotta papà.
<< E poi la cena di ieri non ha di certo aiutato ad alleggerire la tensione. Erano tutti nervosi. Camilla e David sembravano avercela con Diego, Michael e Cèsar avranno a stento scambiato due parole con gli altri, Giulio e Silvia ieri hanno litigato e ad un certo punto hanno abbandonato la cena. Gli unici normali erano Alex e Olga! >> Mi racconta zia Marcella.
<< Un po’ come tu e Massi: a un metro da terra. >> Aggiunge zia Bea, allungando la mano per accarezzarmi il ventre. Sorrido.
<< Perché ce l’avevano con Diego? >> Domando curiosa.
<< È quello che cerco di capire. Prima ho parlato con David ma è stato telegrafico.  Isabella e Diego non rispondono al telefono. Mi stanno evitando, è evidente. Tanto farò loro il terzo grado stasera! >> Tuona papà. Mi porto una mano alla fronte poiché le mie speranze di vivere un week end tranquillo con la famiglia di Massimiliano, vanno a farsi benedire!
 
 
[Sebastian]
Mi sembra di vivere in una fiction tv o roba simile. Mio fratello ed io non ci parliamo più, mia madre meglio perderla che trovarla, mia moglie mi odia per tanto sono stato esiliato dal circolo e domani non potrò prendere parte a quella benedetta festa! Come se non bastasse ora mi tocca andare a casa di quella… quella… non ho più offese sufficienti per definire la donna che mi ha privato per quattro anni di un figlio! Ieri ho dato il mio cellulare al piccolo per farlo stare buono in auto con un cartone animato, poi dev’esserselo messo in tasca e mi sono dimenticato di prenderlo. Parcheggio la macchina dinanzi alla villa, per poi chiuderla con il telecomando e dirigermi verso il campanello. Esito quando sento un lamento invadere le mie orecchie.
<< Ma cos’è? >> Penso a voce alta. Non è un lamento! È Tommy che piange disperato e strilla “mamma svegliati”! Sbircio preoccupato attraverso le fessure del cancello e mi accorgo che la finestra dal salone è aperta, per ciò avverto il suo pianto. Inizio a suonare il campanello, ma il portone non si apre, e il pianto non cessa!
<< EHI! OSVALDO? MARIA? >> Inizio a urlare, sperando che qualcuno mi senta. Ma la governante dov’è? Guardo l’imponente cancello in ferro e sospiro prima di iniziare a scavalcarlo. Per fortuna indosso dei formali jeans, e non un completo di sartoria! La parte peggiore mi attende quando arrivo in cima dove ci sono degli spuntoni: riesco a scavalcare senza rimetterci tutto l’apparato riproduttivo, cosa che mi serve ancore poiché spero nel perdono e nel miracolo di diventare padre, stavolta da mia moglie! Una volta passato dall’altro lato mi attende solo un salto di due metri! Compio la manovra con successo atterrando senza rompermi niente. Corro verso la finestra aperta e man mano che mi avvicino sento Tommy urlare “mamma alzati! Mamma!”. Scavalco anche quell’ostacolo e seguo la voce di mio figlio ritrovandomi in cucina. Maria è stesa a terra, immersa nella farina, e cerca di alzarsi tenendosi la nuca.
<< Ma cos’è successo? Tutto bene, piccolo? >> Domando, inginocchiandomi accanto a lei. Accarezzo il mento di mio figlio e mi scoppia il cuore osservando il suo visino inondato di lacrime!
<< Tutto apposto? Chiamo un’ambulanza? >> Domando a Maria, la quale scuote il capo in segno di diniego.
<< No, sto bene. >> Minimizza.
<< Credo tu sia svenuta, altrimenti perché Tommy urlava “mamma svegliati”? Ti serve un medico. Forse hai battuto la testa! >> Ipotizzo.
<< No, sto bene, ho solo male alla spalla. Mi prenderesti il ghiaccio, per favore? >> Mi domanda.
<< Dove? >> Chiedo, stupidamente. Lo so che non è il momento per certe cose, ma guardandola ora mi torna alla mente cosa mi ha attratto di lei quella sera!
<< In lavastoviglie. Noi viviamo in modo alternativo, lo teniamo lì. >> Ironizza. Un lato di me sospira per ritrovare la calma prima di risponderle indietro, all’altro lato di me viene da ridere! Mi alzo e raggiungo il lato sinistro del frigo, dietro il dispenser del ghiaccio, e individuo facilmente un sacchetto di ghiaccio.
<< Se hai la forza di scherzare significa che non stai così male! >> Constato.
<< Te lo avevo detto. >> Ribatte, afferrando la busta di ghiaccio per poi mettersela sulla spalla sinistra. Riconosco una smorfia di dolore sul suo volto.
<< Va tutto bene pulcino. La mamma sta bene, vedi? >> Afferma lei per rincuorare il piccolo, il quale le salta al collo. Maria reprime ancora una volta una smorfia di dolore quando Tommy le si scaglia addosso.
<< Piccolo, hai voglia di andare sul divano a sistemare i cuscini per la mamma, che tra poco arriviamo? >> Gli propongo, per distrarlo da questa situazione.
<< Ok, anche perché devo farmi perdonare dalla mamma. Stavamo facendo i biscotti, mentre era distratta ho rubato dal tavolo il pacco di farina perché volevo giocarci, però mi è caduta e lei è scivolata. Avevo paura, non si alzava.  >> Mi racconta, svelando l’arcano. Ma non ha insegnato a suo figlio a chiamare i numeri d’emergenza?
<< E’ tutto apposto piccolo. Ora fai quel favore al tuo…. Mi fai quel favore? >> Gli chiedo. Stavo per dirgli “il tuo papà”! Non posso ancora definirmi così perché Maria ed io non glielo abbiamo ancora detto. Sarà quello che è, ma è ancora sua madre perciò ha diritto di decidere quando dirglielo. Il piccolo annuisce prima di sgambettare verso il salotto.
<< Ma non gli hai insegnato i numeri d’emergenza?!  >> Protesto sottovoce, vicino ai suoi capelli, aiutandola ad alzarsi. Mette un braccio attorno al mio collo.
<< No, non credevo fosse così urgente. Ovviamente gli farò un corso accelerato! >> Esclama in risposta.
<< E’ una delle prime cose da fare con un bambino! Può essere utile. >> Protesto.
<< Senti… >> Sta per protestare quando si blocca poiché, quando volta il capo verso di me, i nostri nasi sono praticamente appiccicati.
<< Ora puoi lasciarmi. Mi duole la spalla, non la caviglia, posso ancora camminare. >> Protesta. L’accontento e la lascio andare ma fa un passo ed è costretta a reggersi al bancone della cucina. L’afferro in tempo prima che si schianti al suolo.
<< Protesti deambulare, se ti reggessi in piedi! Hai battuto la testa… >> M’impongo.
<< Ma non è niente di grave. Mi gira solo un po’. >> Insiste, mentre l’aiuto a raggiungere il divano. Tommy ha sistemato bene i cuscini, tolto di mezzo i soldatini e i carri armati e le posa una coperta sulle gambe quando Maria si accomoda.
<< Grazie. >> Afferma, guardando anche me, per poi posare un bacio sul capo dal piccolo.
<< Bene, soldato Ribeiro. Si armi di scopa e paletta, la missione pulizia della cucina inizia ora! >> Esclamo, rivolgendomi a mio figlio, per rompere il ghiaccio.
<< Agli ordini capitano Sebastian. >> Risponde entusiasta il piccolo, facendo il saluto militare che imito. Il piccolo corre verso la cucina.
<< Non devi. Farò io più tardi, quando mi sentirò meglio. >> Cerca di fermarmi.
<< È un modo per passare del tempo con lui. Ma Paola? Tuo padre? Tua madre e mio padre? Carlita? >> Elenco. Fra due mila persone che vivono e potevano capitare qui, è toccato proprio a me?
<< Paola è tornata del suo appartamento. Anzi, ora la chiamo così le chiedo se può venire qui e badare a Tommy. Mio padre è fuori città con dei colleghi in un resort, un paradiso del golf. I nostri genitori non lo so, e Carlita ha il giorno libero. >> Mi spiega.
 
 
[Silvia]
<< Insomma, cos’è questa sorpresa? >> Domando a voce alta, premendo una mano sugli occhi, mentre lo aspetto seduta sul tavolo posizionato sul retro della villa che stiamo ristrutturando. Spero che sia nei paraggi altrimenti significa che sto parlando da sola come i matti! Avverto la sua mano posizionarsi sulla mia per aiutarmi a toglierla.
<< Un cestino da pic nic. È questo che sei andato a chiedere in prestito a Francesco, mentre ti aspettavo in auto? >> Constato. Lo osservo perplessa.
<< Sì. Il primo pranzo nella nostra casa. >> Mi spiega. Mi sollevo dalla sedia da giardino traballante per baciarlo. Giulio comincia ad aprire il cesto ed elenca tutte le leccornie che ci ha messo dentro. Mi mordo le labbra mentre il cervello mi si appanna. Non riesco più ad ascoltarlo perché l’unica cosa che riesco ad immaginare sono io sulla passerella di New-York, circondata da quelle stangone magrissime.
<< Dovrei andare in bagno. >> Affermo improvvisamente, uscendo dal mio stato di trance.
<< Mi dispiace amore, ma dovrai accontentarti di quella siepe. Ho portato anche il gel igienizzante per quando avrai finito. >> Mi indica. Mi bacia castamente prima che mi alzi e che mi allontani per urinare dietro ad una siepe! Quando sono sicura di non essere vista da lui estraggo dalla borsetta quel flaconcino. Il cuore mi batte forte.
 
<< E’ ridicolo. Ma l’avete vista? Lì ci saranno dieci chili solo di tette… come pensa di poter sfilare su una passerella New-yorkese? >> Sentii dire da un’oca facente parte di un gruppo più nutrito, evidentemente entrate nel bagno del locale (dove ci eravamo recati per festeggiare la mia promozione, dopo la cena con dramma sentimentale stile telenovela brasiliana annesso a casa di Lorenzo e Roberta) per sistemare tutta la malta che si erano spalmate in faccia! Anche se erano delle befane, quei giudizi mi fecero male poiché erano dubbi che mi ero posta anche io.
<< Dovevo impegnarmi di più per sedurre Giulio Valencia. A quest’ora ci sarei io al suo posto! >> Squittì quella troia di Chiqui. Le altre papere ridacchiarono all’unisono.
<< Ragazze, vedrete che se ne pentirà quando dovranno allargare i vestiti perché non le entrano! >> Rise un’altra gallina.
<< O quando le salteranno i bottoni sul seno. >> Aggiunse quella che sembrava l’ex moglie di Nataniel, dalla voce. Invidiose del mio seno naturale! Repressi l’istinto di piangere e tirai lo sciacquone solo quando sentii le loro risate da galline allontanarsi progressivamente. Cercai di darmi un tono quando, uscendo dal bagno, vidi che c’era un’altra modella dell’ultima sfilata: per fortuna non facente parte del gruppo di sgallettate che avevano appena abbandonato la toilette.
<< E’ successo anche a me. >> Esordii Penelope, credo fosse questo il nome.
<< Ah sì? Ne dubito, dato che sei un’acciuga. >> Commentai.
<< Ho il mio segreto. > Rispose, scioccandomi l’occhiolino, mentre richiudeva il suo rossetto costoso.
<< Ossia? >> Chiesi incuriosita.
<< Una cura, che regola l’assunzione dei nutrienti. In questo modo evito di mettere su troppo peso! >> Mi spiegò a grandi linee.
<< Insomma: pasticche! >> Risposi. Perché non chiamare le cose con il loro nome?
<< No, non sono una drogata! Per chi mi hai presa? Deve prescrivertele un medico. C’è una conta delle calorie da rispettare, una pastiglia prima di ogni pasto.  Non è qualcosa che puoi fare da sola, senza un’assistenza medica. >> Precisò.
<< Sarà. Ma non sono interessata, grazie. >> Tagliai corto.
<< Cercavo solo di aiutarti. Mi sei sembrata turbata dai commenti di quelle. Se vuoi, ti passo il nome del mio medico e ti aiuterà. Buona serata! >> Mi salutò. Sentii la musica rimbombare nel bagno quando aprì la porta per uscire.
 
Prima che Giulio mandi una squadra di ricerca, tolgo il tappo al flacone, faccio scivolare una pastiglia sul palmo della mano dopo di che me la metto in bocca e deglutisco. Mi sento già meglio.
 
 
[Class]
 
<< ALMA! MI SERVE IL BAGNO! >> Protesto, battendo il pugno per l’ennesima volta contro la porta del bagno.
<< Alma lo sa che dobbiamo solo pranzare con mio padre e mia sorella, vero? E’ lì dentro da mezz’ora! >> Protesto con il mio ragazzo.
<< Come si vede che non conosci ancora bene Alma. E’ proprio perché c’è tuo padre che è lì dentro ad agghindarsi da mezz’ora! >> Mi fa sapere, Sbatto ripetutamente le palpebre.
<< E tu hai inviato a questo pranzo anche Jimmy e Lena? Vuoi rimanere senza casa, per caso? Ti immagini cosa potrebbe accadere se Lena la dovesse beccare a fare gli dolci a papà, dopo essersi ripassata il suo ragazzo? >> Gli faccio notare.
<< Cosa dovevo fare, non invitare tua sorella e Jimmy a un pranzo con vostro padre? Alma vive qui, paga la sua parte di spese regolarmente, e ne ho bisogno. Non posso cacciarla! >> Mi rammenta.
<< Ma perché questa donna non ha una sua vita, degli amici con cui uscire il sabato? >> Protesto sotto voce, mentre mi dirigo alla porta, facendo ridacchiare il mio ragazzo mentre aggiunge la salsa di soia nel wok. Quando apro la porta accedono all’appartamento mia sorella e Jimmy quindi iniziano i saluti di rito.
<< Era proprio necessario presenziare a questo pranzo con quella? La giornata non è già stata abbastanza movimentata? >> Domanda mia sorella al suo ragazzo, non premurandosi di utilizzare un tono di voce consono.
<< L’appartamento non è l’attico del Ritz. E’ piccolo, e “quella” si trova nell’altra stanza! >> Le faccio notare.
<< Mi vedi preoccupata? >> Ribatte, facendoci ridacchiare. Ci sarà da ridere! Ci guardiamo vicendevolmente quando Alma viene sputata fuori dal bagno indossando una minigonna in jeans e un top senza spalline.
<< Neanche io vado in giro così conciata. >> Borbotta Lena, nascondendo il commento con un colpo di tosse e beccandosi una gomitata dal suo ragazzo.
<< C’è chi può, Lena. >> Ribatte Alma. Vorrei rimanere qui e ridermela ma ho bisogno del bagno! Continuo comunque a sentire il resto della conversazione poiché le pareti qui sono fatte di carta pesta. Devo trovare il modo di convincere Alma fare la persona adulta e vivere da sola, per poter trovare un altro posto dove vivere con il mio ragazzo!
 
 
[Maria]
Che situazione! Per poco non mi veniva la tentazione di baciarlo… Sarebbe davvero stupido da parte mia, come se nella mia vita non avessi già fatto abbastanza cose stupide! Sebastian è ancora sposato, sebbene la moglie al momento lo detesti. Sì: è un bellissimo ragazzo ma è anche vero che mi sto facendo suggestionare dalla sua presenza della mia vita ora che sa di Tommy. Sorrido quando mio figlio, alla fine della sessione di pulizie, sale sul divano per abbracciarmi.
 << Ho pulito tutto, mamma! >> Mi assicura. Gli bacio il capo. Poco dopo si unisce a noi anche Sebastian.
<< Paola e tua madre? >> Mi domanda. Ovviamente ha fretta di andarsene da qua.
<< Paola non risponde. Mia madre e tuo padre sono fuori, in una spa. Sembra che si siano messi tutti d’accordo. >> Spiego.
<< Posso rimanere, fino a che non riesci a parlare con tua sorella. Se dovessi sentirti male, come fai con il bambino? >> Obietta.
<< Come vuoi. Posso cavarmela, avrai sicuramente da fare. >> Osservo.
<< Per ora devo insegnare a questo ometto come chiamare il 911. Tommy, ti va di andare a prendere dei fogli e i pennarelli? >> Gli domanda, inginocchiandosi dinanzi al divano. Devo dire che è un talento con lui, più di me probabilmente! Tommy esulta prima di scendere dal divano per dirigersi al piano superiore a prendere il suo kit di disegno.
<< Non correre per le scale. >> Lo redarguisco, prima di rimanere da sola con Sebastian. Questo silenzio imbarazzante viene interrotto dallo squillo del suo cellulare.
<< Ciao papà… Sì, non ti rispondevo perché ieri avevo distrattamente lasciato il mio smartphone a Tommy, dimmi… Certo che no! Perché mai avrei dovuto sentirlo?!... Sarà svenuto da qualche parte in hangover!... Qualunque cosa sia successa con Paola se lo sarà meritato, dopo le sue bugie… Ok, ciao! >> Lo sento dire, duro verso suo fratello. Quando chiude la comunicazione scuote il capo e sospira. Mi rivolge uno sguardo quando mi sente tirare sù con il naso.
<< Perché piangi ora? >> Mi domanda, probabilmente chiedendosi cos’ha fatto di male per essere costretto a rimanere qui con me!
<< Perché ho combinato un casino. Per colpa mia tuo fratello e mia sorella non si parlano, benché si amino! >> Osservo. Sebastian si accomoda sul divano.
<< Faranno pace. Lei lo perdonerà alla fine, vedrai. >> Ipotizza.
<< Vuoi portarmelo via, vero? >> Trovo il coraggio di chiedergli. Sebastian si guarda in giro.
<< Cercavo uno specchio. Vorrei controllare se ho veramente l’aspetto da mostro, no perché inizi a farmi venire qualche dubbio! >> Ironizza. Non riesco a trattenermi e scoppio a ridere. Sebastian scuote il capo rassegnato.
<< Me lo meriterei, tutto qui. Per un secondo ho temuto che… >> Confesso. Fermo la frase quando avverto la sua mano sul mio ginocchio.
<< Al momento sei quanto di più al mondo possa urtarmi i nervi, al pari di quel demente di mio fratello! Ma non separerei mai mio figlio da sua madre! >> Mi rassicura.
<< Grazie! >> Rispondo.
<< Quindi, ti prego, di non comportarti come una ad un passo da una crisi di nervi ogni volta che vengo a prenderlo, visto che lo stritoli come se non dovessi più rivederlo! >> Mi domanda. Annuisco.
<< L’avvocato serve per le pratiche di riconoscimento. È ora che abbia il mio cognome! >> Mi spiega. Sorrido debolmente.
<< Sì, è arrivato il momento. Tua moglie cosa ne pensa? >> Gli domando. Vorrei capire se c’è possibilità di riconciliamento tra i due, o se dovrò portarmi anche il loro divorzio sulla coscienza!
<< Se mi rispondesse, glielo chiederei. Mi piacerebbe anche se conoscesse Tommy. >> Mi spiega. È comprensibile che non ritenga necessario chiedere il mio parere sulla cosa, dato che gli ho tenuto nascosto un figlio per quattro anni. E comunque non ho niente al contrario. La nostra prima conversazione civile viene interrotta dal ritorno del nostro bambino con i suoi astucci. Ha più pennarelli e colori che vestiti! Padre e figlio si inginocchiano dinanzi al tavolino del salone e comincia la lezione. Sorrido osservandoli.
 
 
[Lena]
No, le mie orecchie hanno sentito male! Davvero questa tipa vicina alla quarantina si crede meglio di me, che sono nel fior fiore dei miei vent’anni?
<< Esatto, Alma c’è chi può. Io ad esempio posso orgogliosamente indossare un bikini, per quanto riguarda te invece questo è il massimo della nudità a cui puoi aspirare! >> Ribatto. Le guance di quella tizia si gonfiano.
<< Va bene, time out, ok? Siete entrambe gnocche, fine della storia! >> Esclama Francesco mettendoci una pezza. Sento mio fratello ridere prima di tirare lo sciacquone.
<< Ad ogni modo, buongiorno Alma! >> Ironizza Jimmy, dato che non ci siamo neanche salutate prima di scannarci a vicenda.
<< Ciao Jimmy, ciao Lena. Vi trovo bene! >> Risponde quella con un sorriso falso. Afferro un braccio del mio fidanzato.
<< Mai stati meglio, grazie. >> Preciso sorridendo.
<< Cosa intendevi prima quando hai detto che è stata già una mattinata movimentata? >> Mi domanda mio fratello.
<< Mia madre ci ha beccati. Mi è sembrato di vivere un deja-vù! >> Spiega il mio Jimmy.
<< Quindi, fine dell’idillio? >> Ironizza Alma, rimirandosi allo specchio per l’ennesima volta. È senza speranza!
<< Perché mai? Mia madre se ne farà una ragione! Le cose non stanno come anni fa, Lena ed io siamo innamorati, e mia madre lo capirà. E poi papà non sembrava così sconvolto, le farà cambiare idea, aiutato anche da mia sorella. >> Cerca di rincuorarmi il mio ragazzo, prima di sentire il campanello suonare. Ad accedere alla piccola abitazione è nostro padre, che saluto con un guancia a guancia. Seguono gli altri saluti di rito, Francesco e Jimmy sono un pochino intimoriti. Alma no: si prendere un po’ troppa confidenza, considerando che è la seconda volta che si vedono!
<< Silvia e Giulio non partecipano? >> Chiede Jimmy. Ci mancherebbero solo loro a completare un quadretto già abbastanza bizzarro.
<< No, avevano da fare alla villa che stanno restaurando. >> Spiega Francesco.
<< Silvia è mia figlia, è fidanzata con Giulio Valencia! >> Squittisce quell’oca di Alma. Alzo gli occhi al cielo e afferro un bicchiere per stritolare quello, prima di fiondarmi sul suo collo da gallina, dato che lo sta tirando verso mio padre!
<< Lo so, signora, li conosco, ricorda? >> La ridicolizza mio padre. Sono costretta a piegare le labbra verso l’interno per non ridere!
<< Stai tranquilla sorellina, di sicuro Alma non è il tipo di papà. >> Mi sussurra all’orecchio mio fratello, intuendo i miei pensieri.
<< No, visto che è quanto di più lontano ci sia da mamma, sia esteticamente sia nel modo di vestirsi. Tuttavia un bel paio di corna starebbero bene sul capo di mamma, possibilmente non con Alma! >> Vomito velenosa, prima di bere un sorso di aperitivo.
<< Ma non deve lavorare al ristorante, oggi? >> Domando a mio fratello. Insomma, che ci fa qui? Al sabato il ristorante dove lavora non ha bisogno di lei?
<< Non lavora più lì. Ha iniziato a lavorare al circolo, ma generalmente il sabato e la domenica sarà libera, perché al circolo nel week end lavorano degli studenti part-time! >> Mi spiega mio fratello. Perciò ha il tempo di stare qui ad ammorbare mio padre con i suoi tentativi di seduzione. Che culo! È passata dal mio ragazzo a mio padre! Questa ninfomane ce l’ha con gli uomini della mia vita? Il prossimo con cui ci proverà sarà David? Sempre che mia cugina non le dia una lezione prima!
 
 
[Isabella]
È un tuffo al cuore ritrovarsi in questa casa, e in particolar modo sullo stipite della porta di questa stanza. Il viaggio che abbiamo compiuto per giungere alla casa al lago dei Mendoza non è stato solo un tour in macchina ma anche un bellissimo percorso mentale fatto di ricordi. Ho sorriso ammirando quella terrazza quando siamo passati davanti al ristorante dove ci siamo fermati quel giorno, quel piccolo angolo di paradiso culinario dove Diego non aveva mai portato nessuna ragazza, al di fuori di me. Uno dei suoi luoghi preferiti che conosco solo io! Quel ristorante è immacolato così come questa casa: qui non ha mai fatto l’amore né con Paola, né con nessun’altra donna, all’infuori di me!
 
Dopo la sua prolissa e strappalacrime dichiarazione d’amore, abbiamo passato qualche minuto a baciarci, e qualche altro istante abbracciati ad osservare il bosco ed il lago. Ricordo di aver posato un bacio sul dorso della sua mano un attimo prima di venire riportati alla realtà dal colpo di tosse di un cameriere che era giunto al nostro tavolo con le costolette di maiale che avevamo ordinato. Ma quando avevano servito le due bottiglie di acqua? Ci scusammo e ringraziammo il cameriere prima di sederci a tavola.
<< Che buone! Sono bravi qui, mi sembra. >> Osservai. Quelle costolette si scioglievano in bocca.
<< Sì, molto. Con la carne se la cavano alla grande. Ma va tutto bene? Sembra che tu debba dirmi qualcosa. >> Notò. Mi conosceva già bene! Mi morsi il labbro, indecisa se esternare le mie domande.
<< Lo sai che puoi dirmi tutto, vero? >> Mi ricordò, protendendosi in avanti per accarezzarmi una guancia.
<< Amore, occhio! >> Ridacchiai, afferrando con una mano una delle bottiglie di acqua, che stava traballando, poiché l’aveva urtata con il gomito per protendere il braccio verso di me.
<< Ops. Allora, cosa c’è? >> Mi domandò.
<< Sono felice che tu mi abbia introdotta nel tuo mondo, e di essere la prima a visitare questo luogo… >> Introdussi.
<< La prima ed unica. >> Precisò, interrompendomi. Sorrisi.
<< E ho capito perché non hai mai portato qui Paola. Però mi domandavo come mai non ha mai messo piede nella vostra casa al lago, visto che avete avuto una relazione lunga sei anni? >> Trovai il coraggio di chiedergli.
<< Perché sapevo che il lago non le piaceva: zanzare, sport acquatici, fare il bagno nell’acqua popolata da alghe… Paola è più per i resort di lusso e le piscine igienizzate. Io amo il lago, sono sempre venuto qui per rilassarmi e non mi andava di portarmela dietro per sentirla poi lamentarsi di questo o di quello. >> Mi spiegò.
<< Da come ne parli sembra sia stata una zavorra, più che una fidanzata. Gliel’hai mai chiesto se le andava di accompagnarti al lago? >> Gli domandai curiosa. Abbassò lo sguardo.
<< No. Lo so che sono stato pessimo! Ma c’erano aspetti della mia vita che proprio volevo conservare dalle sue lamentele. Come sai, le avevo chiesto di sposarla perché pensavo davvero che quella con lei fosse la cosa più simile ad una relazione che avrei mai potuto vivere. >> Mi rispose, spiegando di nuovo i motivi che l’avevano spinto a chiederla in moglie.
<< Con te è stato subito diverso. Sei affettuosa, e non parlo solo fisicamente. Intendo proprio nel modo che hai di interessarsi alla vita degli altri, di rispettare i loro spazi, i loro interessi. In queste settimane ti sei sempre dedicata con grande cura ai miei libri, spolverando regolarmente le mensole, invece Paola ricordo che una sera si arrabbiò moltissimo perché io volevo rimanere a casa a rilassarmi dopo una settimana di lavoro, per finire un libro che mi prendeva molto, invece lei voleva che l’accompagnassi ad una festa molto esclusiva. Tu mi rispetti! >> Mi spiegò. Sorrisi.
<< Oppure un’altra volta si arrabbiò perché per un fine settimana fuori scelsi un albergo senza piscina… Una notte. Poteva fare a meno della piscina per una notte! >> Rievocò.
<< Ok, ho capito cosa vuoi dire. Direi di finirla qui con gli esempi. >> Lo interruppi, afferrando la sua mano posata sul tavolo. Incrociammo le nostre dita e dentro di me pensai “non le voglio più sciogliere”!
<< Ok, bene. Anche perché non voglio parlare di Paola in questo momento. >> Precisò.
<< L’alternativa è sentirmi blaterale su un padre immaginario. >> Commentai con il capo mesto.
<< Come te lo immagini? >> Mi domandò.
<< Penso che abbia famiglia. Sarebbe giusto piombare così nella sua vita e sconvolgere la sua tranquillità? E se al momento del mio concepimento avesse tradito qualcuna, che poi magari ha sposato? E se non mi volesse attorno, se non dovesse credermi? >> Sproloquiai.
<< Calmati. Magari invece, dopo uno choc iniziale, sarà felice e ben disposto di conoscerti perché sei un tesoro, amore! >> Esclamò facendomi perdere un battito. Mi sollevai dal mio posto per aggirare il tavolo. Diego si scostò con la sedia per permettermi si accomodarmi sulle sue gambe e nascosi la testa nell’incavo del suo collo. Rimanemmo così qualche minuto, mangiammo imboccandoci a vicende alternando il nutrimento a dei baci. Eravamo impegnati a baciarci anche quando fummo nuovamente separati dal personale del ristorante.
<< Scusate… >> Sentimmo dire da un cameriere imbarazzato, lo stesso ragazzo di prima, che era tornato al tavolo con le nostre cheesecake.
<< Ci dispiace. Grazie. >> Rispondemmo più o meno coralmente. Diego ed io ci guardammo negli occhi prima di scoppiare a ridacchiare.
<< Cosa ne dici di mangiare il dolce, poi ci avviamo? C’è una lettera che ti aspetta. >> Propose, ricordarmi quella paurosa lettera. Annuii, più coraggiosa di quando avevo afferrato per la prima volta quella busta a casa di Ines.
 
<< Ehi, scommetto che posso indovinare a cosa stai pesando! >> Esclama lascivo, abbracciandomi da dietro, prima di costellare il mio collo di baci. Sorrido.
<< Non posso non pensarci. In questa stanza sono successi due fatti significativi della mia vita. >> Osservo. Su questo letto ho fatto per la prima volta l’amore con l’uomo della mia vita e raggomitolata fra le sue braccia ho letto la lettera che ha cambiato la mia vita e mi ha condotta verso la vera identità di mio padre.
<< Domenica al matrimonio non ti è venuta voglia di chiedere chiarimenti a tua made riguardo il presunto suicidio di Juan? >> Mi domanda con cautela.
<< No. Non mi è venuto in mente. Ero troppo choccata dal fatto di trovarla lì e poi c’è stata la lite con Patrizia… è avvenuto tutto rapidamente e non ho pensato ad una lista di domande da farle. E comunque a cosa servirebbe sapere se quell’incidente è stato effettivamente tale o se ha invaso apposta la carreggiata del senso di marcia contrario? >> Gli chiedo. Fa spallucce.
<< Magari sapere che ad un certo punto della sua vita gli è rimorsa la coscienza ti farà stare meglio? >> Ipotizza, accarezzandomi i capelli.
<< Forse. O magari è ora che mi lasci tutta questa storia alle spalle. Mi piacerebbe andare a trovare Ines e Asier, però. >> Rifletto. A parte qualche telefonata quando ho scoperto l’identità di mio padre, non ci siamo più viste.
<< Perché no? Credo potrà farle piacere. >> Commenta, prima di tornare a concentrarsi sul mio collo.
<< Diego, cosa fai? >> Gli domando divertita.
<< Rendo reali i tuoi ricordi… >> Sussurra languido contro le mie labbra, prima di aver sospinto leggermente il mio capo verso destra e leggermente all’indietro in modo di aver pieno accesso alle mie labbra. Nel frattempo si fa strada con la mano all’interno della mia scollatura quindi decido di voltarmi e gli allaccio le braccia al collo. Chiudo la porta spingendola, prima di allacciargli le gambe alla vita nello stesso istante in cui Diego mi solleva appoggiando le mani sui miei glutei. Sorrido contro le sue labbra quando sento un rigonfiamento fare pressione contro il mio interno coscia.
 
 
[Roberta]
Vorrei rimanere qui in eterno. Abbracciati su questo divano, senza problemi aziendali e drammi famigliari che ci circondano. Sorrido quando il mio fidanzato mi bacia il capo. E pensare che ero convinta di non attrarlo sessualmente! Direi che ha ampiamente dimostrato il contrario nel corso di questi due mesi. Mi domando se anche lui mi avrà fatto un regalo per festeggiare il nostro secondo mesiversario.
<< Sarebbe bello rimanere qui così vita natural durante. >> Interviene, dando voce ai miei pensieri. Mi rigiro, accompagnando insieme al mio corpo anche il pile al fine di coprirmi. Lo bacio castamente.
<< Perché ti copri? >> Domanda perplesso.
<< Perché ora fa freddino, visto che l’atmosfera si è raffreddata rispetto a prima. >> Rispondo. Lorenzo solleva un sopracciglio ammiccando.
<< Possiamo sempre surriscaldarla nuovamente. >> Propone.
<< Cosa ne dici di tornare alla nostra ricerca? >> Obbietto, prima di baciarlo. Mi metto poi seduta per infilare gli slip e la t-shirt. Lorenzo mi imita indossando i boxer i pantaloni, con la cintura penzolante, rimanendo a petto nudo.
<< Se non ti vesti, non riesco a concentrarmi sulla ricerca però. >> Protesto, mentre lui ordina ad Alexa di accendere le luci della cucina.
<< Disse colei che si aggira per casa senza pantaloni. >> Ribatte, prima di scoccarmi una debole pacca sul fondoschiena. Scuoto il capo divertita mente riprendiamo i nostri posti sugli sgabelli.
<< Sai, pensavo che non mi va di passare il sabato qui. Perché non andiamo al lago? Domani ci aspetta una giornata difficile, considerando che ci troveremo alla stessa festa con Cami, David e Giulio. Passiamo la notte fuori, ti va? >> Propone, mentre smanetto con il tablet.
<< Si amore. >> Rispondo distrattamente, non credendo ai miei occhi. Mi porto una mano alla bocca.
<< Cos’hai trovato? Cattive notizie? >> Mi domanda il mio ragazzo. Giro il tablet affinché possa leggere anche lui, indicando un punto preciso con la mia unghia dipinta di bordeaux.
<< Ma guarda. Mia madre e tuo padre, due ragazzi dei quartieri poveri, ci sono dimenticati di dirci che erano proprietari di un’azienda con un tale capitale sociale. >> Ironizza il mio fidanzato.
 
 
[Kristoff]
Quando abbandoniamo l’appartamento dove vive mio figlio con il suo ragazzo, e con quella specie di piovra, mia figlia ha un’espressione tutt’altro che contenta, e non è difficile intuire cos’abbia!
<< Non ne vale la pena prendersela perché quella ci ha provato. Ovviamente non potrei mai andarci! >> Preciso. Va bene rendere il favore a mia moglie, ma ho gusto in fatto di donne!
<< MI URTA AI NERVI QUELLA Lì! >> Strilla, attirando l’attenzione di una coppia di anziani, mentre raggiungiamo le nostre auto. Sollevo una mano e li saluto per regalare una parvenza di normalità alla situazione.
<< Ignorala, amore mio. Sono contento che abbia accettato di partecipare a questo pranzo, signor Huber! >> Interviene Jimmy.
<< Mi ha fatto piacere. Per ovvie ragioni non ci siamo frequentati anni fa, quindi non ho idea di come fosse il vostro rapporto, ma posso dire che mi sembrate una coppia come altre, si vede che vi volete bene! >> Rispondo. Il ragazzo di mia figlia allunga la mano verso di me e l’afferro. Lena lo abbraccia soddisfatta.
<< Ora però dovresti dirlo alla mamma, non pensi? >> Faccio notare a mia figlia la quale sbuffa. Non vuole assolutamente rapportarsi con lei, e non la biasimo per questo! Quando penso al fatto che ha sempre avuto un debole per quel tipo, mi viene da spaccare tutto!
<< Devo proprio? Non mi va di sorbirmi la sua predica! >> Si lamenta.
<< Oh, dubito che avrà il coraggio di aprire bocca dopo quello che ha fatto, e dopo che da un paio di settimane vi vede per cinque minuti al giorno, ovvero nel tragitto che fate dalla camera da letto all’uscita la mattina! Cosa ne dici di venire al circolo domani? >> Domanda a bruciapelo a Jimmy. Mi guarda con una certa incredulità.
<< Veramente? Non preferite dirglielo magari durante una cena intima? >> Propone il ragazzo.
<< Ad un evento del genere non avrà reazioni spropositate. La mia scenetta alle seconde nozze di quello è stata più che sufficiente! >> Esclamo. Dubito le verrà voglia di dare ancora spettacolo!
 
 
[Giulio]
Ho passato tutto questo pranzo indeciso de introdurre ancora il discorso del pasticcio che hanno combinato i gemelli e Roberta, che chiamarlo pasticcio è abbastanza riduttivo!
<< Sei ancora pensieroso. >> Osserva la mia ragazza, che ha capito ormai quando qualcosa mi tormenta. Sposto da un lato i contenitori da asporto, e incrocio le braccia sul tavolo, sporgendomi in avanti.
<< C’è una cosa che vorrei chiederti. Cosa sai della RDL? >> Le domando. Sapeva anche di quest’azienda che hanno aperto senza dire niente a nessuno? Carpisco al volo la risposta, quando abbassa lo sguardo.
<< No, non posso crederci! DAVVERO? ALTRE OMISSIONI? >> Mi altero, alzandomi dalla sedia.
<< NON RICOMINCIARE A STRILLARE COME TUO SOLITO, IN PRIMO LUOGO! In secondo luogo, me ne ero anche dimenticata di quella stupida azienda, a dire il vero! Non vedo come possa essere collegata alla storia delle stoffe! Hanno voluto mettersi in affari insieme: e allora? E’ cosi grave? E tu come lo hai scoperto? >> Mi domanda. Scuoto il capo mentre mi mordo il labbro inferiore.
<< Mio padre lo ha scoperto diverso tempo fa e me lo ha riferito. >> Le spiego.
<< E avete tenuto la cosa per voi, però. >> Ne deduce.
<< Sì. Perché poi papà ha cercato di costruire un rapporto con Roberta, poi ha scoperto di Isabella, che si era fidanzata con Diego, e ha ritenuto inutile rendere nota questa cosa. Però, dopo la cosa del contrabbandiere, è strana questa cosa dell’azienda segreta. È paradossale che la storia si ripeta. >> Borbotto sul finale.
<< Cosa vuol dire che la storia si ripete? >> Mi domanda la mia ragazza.
<< Silvia: sto per raccontarti una cosa. Guardami negli occhi: è fondamentale che rimanga tra di noi, non lo devi dire a nessuno, capito? Fai cenno di sì con la testa. >> Le chiedo.
<< Sì, ok, ho capito. Non sono lobotomizzata, come le tue ex! >> Ironizza. Inizio quindi a raccontare, affinché possa capire come mai è così strana questa cosa dell’azienda segreta!
 
 
[Massimiliano]
Non sembra andare così male! Questa escursione sul Monserrate, sui cui non ero ancora stato, si sta rivelando tranquilla e divertente. Passeggio tenendo la mia futura moglie per mano, accompagnati dal panorama di questa città. Sollevo la sua mano sinistra e ne bacio il dorso.
<< Dai, ancora qualche ora e potrò rimettermi il tuo anello. Non lo toglierò più! >> Mi promette.
<< Ci pensi che a Natale avremo la fede al dito? >> Le faccio notare.
<< E un bambino in braccio? >> Ribatte. Le allaccio la braccia dietro la schiena, e lei al mio collo, quando ci fermiamo per baciarci.
<< Però sono preoccupata per stasera. Cosa sarà successo tra David, Diego, Camilla, etc.? Speravo che sarebbe stata una serata tranquilla! >> Si confida.
<< Non ne ho idea, piccola. Spero solo che, almeno per stasera, mettano da parte qualsiasi nervosismo. Mia madre deve essere in mood positivo per poter accettare anche l’idea delle nozze! Anche se mi sembra che la vostra chiacchierata sull’aereo e questa gita stiano migliorando la situazione, no? >> Le faccio notare.
<< Secondo me c’è lo zampino di tuo padre. L’avrà messa davanti ad un aut aut. La sua guerra contro di me, o la possibilità di vedere crescere questo nipote! >> Suggerisce.
<< PICCIONCINI, VI MUOVETE? QUI SOPRA LA VISTA È ANCHE MEGLIO! >> Strilla Mattia.
<< DAI, CHE POI SCENDIAMO CON LA FUNIVIA! >> Aggiunge mio padre. Riprendiamo a camminare per raggiungerli.
 
 
 
[Diego]
Apro leggermente gli occhi, destato da questo sonnellino post sesso, da alcuni strani rumori.
<< Amore, sveglia! C’è qualcuno! >> Le sussurro. Isabella si mette seduta chiedendomi sotto voce chi sia. Mi alzo ma non faccio in tempo ad afferrare i boxer poiché la porta si spalanca. Faccio in tempo ad afferrare il cuscino per coprirmi le parti basse e Isa riesce ad afferrare la coperta, per fortuna!
<< Oh merda. >> Commenta quel rompi palle del mio gemello, guardando divertito alternativamente e la mia paonazza fidanzata.
<< LORENZO, CHE DIAMINE! Prima David e Camilla, ora voi, ma è una congiura! >> Brontolo. E che cavolo! Un minimo di privacy non si può avere? Per non contare tutte le volte in cui siamo stati interrotti dai cellulari che squillano!
<< Magari siete troppo focosi? Ci hai mai pensato? >> Mi prende in giro. Afferro una scarpa e la scaglio contro la porta e per poco non prendo Roberta che compare all’improvviso chiedendo a voce alta a Lorenzo cosa stia succedendo.
<< Oh cavolo. Scusate ragazzi! >> Esclama mia cognata.
<< Ho un’idea: cosa ne dite di chiudere la porta? >> Propongo abbastanza seccato.
<< Ma certo. Vi aspettiamo di là. >> Conviene Roberta. I due si allontanano e richiudono la porta alle loro spalle. Scuoto la testa incredulo mentre Isa si nasconde completamente sotto il lenzuolo.
<< Neanche qui si può stare tranquilli. >> Brontolo, mentre mi rivesto. Ma perché poi devono beccare sempre me in queste situazioni? È la quarta volta, di cui la seconda con Isa!
<< Che imbarazzo. Non potrò più guardarli negli occhi. >> Commenta Isa, mentre si riveste.
<< Perché mai, non hai niente di cui vergognarti, sei fantastica. >> La rassicuro, baciandole il capo. Pochi istanti dopo usciamo, raggiungendo quei due rompi scatole in salotto. Se la stanno ridendo sotto i baffi. Roberta riesce a trattenersi ma mio fratello no! Gli arriva un cuscino in faccia.
<< Abbiamo avuto la stessa idea del lago. >> Constata Roberta.
<< Sì. Ma guarda caso dovevate piombare proprio in quella camera da letto? È piena di stanze questa casa! >> Protesto.
<< È l’unica al pian terreno, e con bagno privato. Perciò volevamo dormirci. >> Risponde Lorenzo.
<< NO! >> Rispondiamo coralmente la mia fidanzata ed io. Ci guardiamo sorridendoci.
<< Se per voi va bene, preferiamo dormirci noi. >> Interviene Isabella.
<< Bhe, volevo dormirci, prima di assistere alla scena primaria tra di voi poco fa. E’ tutta vostra! >> Ironizza Lorenzo.
<< Quella stanza è solo nostra, vero? >> Le domando, accomodandomi sul bracciolo del divano accanto a lei, e cingendole le spalle con un braccio. Isa annuisce quindi le poso un casto bacio sulle labbra.
<< Chissà perché, ma qualcosa mi suggerisce che non è la prima volta che lo fanno in tale camera da letto. >> Riflette a voce alta Roberta. Isabella ed io ci guardiamo trattenendo un sorriso.
<< Mi duole interrompere l’idillio, ma già che siamo tutti qua, dovremmo dirvi una cosa. >> Interviene Lorenzo. Sospiro.
<< Ed io che ero venuto qui per scappare da qualche pensiero, almeno per oggi. >> Protesto, sedendomi sul divano, mentre Roberta estrae il tablet dal suo borsone.
<< È importante. >> Introduce, aprendo la homepage della camera di commercio.
<< Abbiamo scoperto cos’è la Terramoda. >> Rivela Lorenzo, non proprio contento. Non promette bene!
<< Di cosa si tratta? >> Chiede la mia fragolina.
<< Un’azienda di investimenti.  Non potrete mai indovinare chi era la proprietaria e chi era l’amministratore. >> Spiega Roberta, offrendoci il tablet. Lo afferro dopo di che sposto lo sguardo da uno all’altro, incredulo.
<< Perché diavolo non ci hanno mai detto di essere stati proprietari di quest’azienda? E dove avrebbero preso tutti questi soldi per aprirla? Se non vado errato all’epoca la mamma lavorava come segretaria per papà, e tuo padre era ancora disoccupato! >> Mi rivolgo sul finale a Roberta.
<< Evidentemente no, dato che amministrava quest’azienda. Risulta come amministratore. >> Spiega, designando con il dito la riga contenente tale informazione. Perché tenerlo nascosto e parlare con Nicola di sottecchi di questa Terramoda?
<< Quello che non capiamo è perché questa cosa non l’hanno mai raccontata, e perché sarebbe un’arma di ricatto per Patrizia. >> Dà voce ai miei pensieri mio fratello.
<< E cos’ha chiesto in cambio quella donna. COME LE SALTA IN MENTE DI RICATTARE NOSTRO PADRE? >> Sbotto. Isabella mi accarezza l’avanbraccio.
 
 
[Paola]
Raggiungo immediatamente mia sorella a casa dei miei, una volta essermi svegliata da un lungo riposino, dato che ho passato la notte in bianco! Ad aprirmi la porta è Sebastian.
<< Ciao, scusa il ritardo, e grazie per essere rimasto con loro. Mi ero addormentata. >> Mi giustifico. Gonzalo nel frattempo non ha dato alti segni di vita!
<< Ciao. Tranquilla, è sempre un piacere giocare insieme a lui. Sì, ho sentito che sei rimasta a piantonare la porta del suo loft, anche se non so se ne vale la pena! >> Osserva. Abbasso lo sguardo.
<< Avevo i miei motivi. >> Rispondo criptica.
<< Ammenoché questi motivi non comprendano qualche tortura medievale, non ne vedo per giustificare tutta questa foga nel volere vederlo! >> Osserva, mentre chiacchieriamo nell’ingresso.
<< Ammenoché tu non sia già pronta a perdonarlo… >> Ipotizza, scuotendo il capo.
<< È più complicato di così. Io ho combinato un casino, lui lo ha scoperto ed è impazzito…. Devo riuscire a parlare con lui. >> Spiego velocemente.
<< Questa è bella! Tu hai combinato un casino e lui se l’è presa? Sto per mettermi a ridere! >> Commenta ironico.
<< Sono stata a letto con Ferdi. >> Balbetto con voce sommessa. Sebastian mi guarda con gli occhi fuori dalle orbite e sbatte velocemente le palpebre.
<< Bhe, tralascerò il fatto che tu lo abbia detto prima a lui che a me. A parte questo, sei impazzita?! >> Tuona mia sorella, apparendo all’improvviso.
<< Bhe, tralascerei il discorso “chi si è comportato peggio di chi”, dei coinvolti in questa storia! >> Suggerisce Sebastian. Lui e mia sorella si scambiano una smorfia.
<< Lo so, è un casino! Ecco perché devo vederlo! >> Esclamo.
<< E per dirgli che cosa? “Mi dispiace di essermi fatta tuo cugino, sei ancora nel mio cuoricino”? Ma poi, perché proprio Ferdi? >> Mi domanda Sebastian.
<< Suppongo che mi abbia attratta, mi sentivo ricambiata, e volevo ferire Gonzalo, così come lui aveva ferito me seducendomi prima di raccontarmi tutto, e per avermi mortalmente deluso! >> Affermo. Ho sempre saputo che Gonzalo non era uno stinco di santo, ma che nascondesse azioni così deplorevoli mi ha delusa mortalmente.
<< Ed ora tu hai deluso lui… Era quello che volevi, no? E ti fai venire i sensi di colpa? Lui non se n’è fatti in questi anni! >> Sputa velenoso Sebastian.
<< E se non dovesse perdonarmi per essere andata a letto con vostro cugino? >> Domando, a loro e a mè stessa.
<< Tesoro, prima di perdonare te, dovrebbe perdonare sé stesso e farsi perdonare dal mondo intero. Ora saluto Tommy e vado perché tutti questi drammi mi hanno fatto venire mal di testa! >> Afferma. Qui il più deluso di tutti è senza dubbio Sebastian, anche se maschera la cosa con battute al vetriolo.
 
 
[Isabella]
Raggiungo il mio fidanzato che se ne sta immobile, meditabondo sulla soglia della porta finestra sul retro, che si affaccia sul portico. Sussulta leggermente quando poso la mia esile mano sul suo braccio allenato, poiché era immerso nei suoi pensieri.
<< Ci stai pensando, non è vero? >> Gli domando.
<< Certo. Non ha senso tutto questo. Perché raccontarci che la mamma era una semplice segretaria, e che il primo impiego di Nicola è stato nel ristorante di quell’amico di mamma? >> Si domanda.
<< Non lo so, amore. Magari con quell’azienda è finita male, non è funzionato, e non volevano raccontarvi di questa delusione? >> Ipotizzo.
<< Finita male? Hai presente l’abilità di Roberta con i numeri? Ecco, moltiplicala per centomila. Nicola è un mago con l’economia, a confronto Daniele, che senza offesa è divenuto ministro per la sua posizione sociale, è un dilettante. Impossibile che si sia trattato di un’azienda fallimentare. E poi mia madre dove ha preso quei soldi per aprirla? >> Si domanda.
<< Non trovate interessanti le similitudini con la RDL? >> Interviene mio cognato, arrivandoci alle spalle. Ci guardiamo tutti vicendevolmente.
<< Ma noi l’abbiamo aperta come salvagente, nel caso le cose fossero andate male. Come infatti sta accadendo. >> Osserva Diego.
<< Magari la Terramoda serviva allo stesso scopo? >> Ragiona Lorenzo.
<< Sarebbe ridicolo: i figli, quasi trent’anni dopo, hanno la medesima idea? >> Osserva Diego. Osservo questo ping pong verbale.
<< Perché no? Pensaci, stanno agendo come noi: neanche noi ci siamo precipitati a raccontare loro dell’apertura della RDL. >> Osserva giustamente Lorenzo.
<< E se fosse stato vostro padre a mettere il capitale? >> Ipotizzo, inserendomi nella conversazione. Diego si passa le mani tra i capelli.
<< Magari papà ha aperto quest’azienda per la mamma. >> Suggerisce Lorenzo.
<< Che casino! >> Esclama Diego. Il nostro sabato lontano dalla città e dai problemi è andato a farsi benedire!
<< Quindi quale sarà la prossima mossa? Chiedere loro spiegazioni? >> Suggerisce Diego.
<< Tu te la sentiresti di chiedere loro spiegazioni circa i loro segreti giovanili, mentre stiamo nascondendo un tale disastro con la collezione? E la nostra azienda segreta? >> Domanda giustamente Lorenzo.
<< No. Giusto. >> Conviene Diego, appoggiando il fondoschiena alla porta e piegandosi leggermente sulle ginocchia. E’ teso!
<< Ma Roberta? >> Domanda Lorenzo, aggrottando le sopracciglia.
<< Sono qui. >> Sentiamo dire dall’esterno. È seduta sull’altalena sotto al portico.
<< Ho registrato una decina di vocali per Cami, per poi cancellarli senza inviarli. Non so cosa dirle! >> Esclama, con gli occhi lucidi. Mi siedo accanto a lei.
<< Io prima le ho scritto un messaggio talmente lungo che neanche Ernest Hemingway! >> Esclamo. Roberta mi dedica un debole sorriso.
<< Devi dirle quello che senti. Le vuoi bene come una sorella, fai parlare il cuore. >> Le suggerisce il suo fidanzato, accarezzandole il capo. Roberta prendere un respiro profondo prima di allontanarsi per registrale tale messaggio vocale.
<< Isa ed io abbiamo portato dei viveri. Un pollo da fare ai ferri, qualcuno ha fame? >> Propone Diego, anche se l’ora di pranzo è passata da un pezzo.
<< Io sì, dopo tutto non abbiamo pranzato. >> Osservo. Facciamo un cenno del capo a Lorenzo aspettando una sua risposta.
<< Ci sto. Anche noi non abbiamo pranzato, e abbiamo bruciato parecchie calorie! >> Esclama. Diego io ci guardiamo con un’espressione mista al divertito ma anche un po’schifati!
<< Stavo bene anche prima di scoprire che avete passato il pranzo avvinghiati! >> Ironizza il mio Diego. << Speriamo solo che ci sia carbonella. Non ci avevo pensato. >> Aggiunge poi.
<< Io però ho voglia di fare un bagno prima che faccia buio. >> Interviene Lorenzo. Diego ed io ci scambiato uno sguardo perplesso.
<< Nel lago? >> Gli domando.
<< No. Lungo la strada c’era una pozzanghera. Certo, nel lago, che domande! >> Ironizza. Ridacchiamo.
<< Ma non sarà fredda? >> Pongo il dubbio.
<< Lo sanno tutti che l’acqua del lago viene percepita freddissima in estate, quando la temperatura dell’aria è di ottantamila gradi, ed è calda quando le temperature sono più fresche. Allora, andiamo? >> Ci domanda tutto gasato, iniziando a camminare all’indietro. Inizia a correre giù per le scale del portico e inizia a togliersi i vestiti mentre attraversa il prato alla volta del molo.
<< Io ci sto. >> Accetto, bacio castamente il mio fidanzato prima di seguire mio cognato.
<< Ma sono impazziti? >> Domanda Roberta a Diego, mentre mi allontano. Pochi istanti dopo avverto il mio fidanzato affermarmi per i fianchi e prendermi in braccio. Anche Roberta ci ha raggiunti e si sta spogliando. Avvertiamo un urlo e osserviamo Lorenzo tuffarsi a bomba dal molo.
<< Bronchite arriviamo! >> Esclama Diego, dopo avermi posata in terra per potersi liberare delle scarpe, della maglietta, dei pantaloni e dei calzini. Ci tuffiamo tenendoci per mano.
 
 
 
[Lorenzo]
Lascio il bagno libero alla mia ragazza e decido di rilassarmi sul divano. Appoggio l’asciugamano sulle spalle, facendolo passare dietro al collo, quando mi siedo sul divano accanto a mia cognata. Noto che ha acceso il camino. La imito allungando le gambe e appoggiandole al tavolino, e incrociando le braccia.
<< Ottima idea quella di accendere il camino. Ci vuole dopo un bagno nel lago, al 25 Marzo! >> Rompo il ghiaccio. Ottengo un sorrido che viene ricambiato.
<< Non avrei dovuto coinvolgervi in questa idea. Mi dispiace. >> Affermo poi. Ho messo nei guai tutti!
<< Non hai di certo costretto nessuno. Come pensi che finirà? >> Mi domanda. Sarebbe bello saperlo!
<< Male. È inutile fingere che non accadrà e cercare di evitarlo: i nostri padri sapranno quello che è successo, e ci cacceranno, dovremmo abbandonare la gestione dell’azienda. >> Ammetto. Dirlo ad alta voce mi aiuta a prepararmi a questa ineluttabile verità. Almeno accuserò meno pesantemente il colpo quando dovrò raccogliere le mie cose in una scatola e liberare il mio ufficio, per fare posto al prossimo vice direttore commerciale dell’Ecomoda! Abbandono la testa all’indietro contro il divano e sorrido quando vedo le labbra della mia fidanzata avvicinarsi. Chiudo gli occhi e mi godo il suo bacio. Veniamo raggiunti anche da Diego.
<< Non ti facevo così spericolata. >> Commenta il mio gemello, rivolgendosi alla sua metà.
<< Neanche io, sai? Mai avrei scommesso che saresti stata la prima a venirmi dietro! >> Osservo. Questa ragazza in questi due mesi è cambiata molto!
<< Ho pensato che sarebbe stato divertente. Che mi ci voleva qualcosa di spericolato, per i miei standard! >> Spiega.
<< Comunque è stato bello. Anche se domani probabilmente starnutiremo a turno sul buffet al circolo! >> Osserva Roberta facendoci ridacchiare.
<< Bhe, accendo il barbecue. Apparecchiamo dentro o fuori? >> Propone Diego.
<< Ma voi non dovreste mettervi in auto? Non avete la cena dai tuoi? >> Domando loro, rivolgendomi ad Isabella sul finale della frase. I due fidanzati si guardano.
<< No, niente cena. Questa mattina David ci ha chiamati, chiedendoci gentilmente di disertare! Ufficialmente per non creare drammi dinanzi alla famiglia di Massimiliano, ufficiosamente perché Cami non ci vuole vedere. >> Spiega Diego. Di male in peggio.
<< Infatti non ha risposto ai nostri messaggi. >> Precisa Roby, appoggiata allo schienale del divano, con le braccia incrociate e il mento appoggiato su di esse.
<< A tal proposito, dovresti chiamare tuo padre e inventare una scusa per disertare. >> Le ricorda mio fratello.
<< Non ce la faccio, capirà subito che sto mentendo. Non sono in grado! >> Si rifiuta, tormentandosi le maniche del maglioncino che indossa. Deve anche mentire al padre che ha appena ritrovato, per colpa mia!
<< Lo faccio io. Gli dirò che non hai risposto alle sue chiamate perché riposavi e avevi il cellulare in silenzioso, ok? >> Si offre Diego.
<< E cosa gli dirai? >> Vuole sapere Isabella.
<< Che hai le tue cose e sei stata male tutto il giorno. Dici sempre che il primo giorno è il più difficile. >> Adduce come scusa, prima di allontanarsi per telefonare.
<< Io nel frattempo condisco il pollo. >> Si offre la mia ragazza. Isabella ed io rimaniamo nuovamente soli.
<< Hai sentito che abbiamo bloccato le vendite? >> Le domando.
<< Sì. Diego me lo ha detto in auto, dopo che lui e David si sono risentiti. Era l’unica cosa da fare, non si potevano vendere capi difettosi. >> Conviene.
<< Gli starai accanto, vero? >> Le domando, a testa bassa. Sollevo lo sguardo verso di lei solo qualche istante dopo e noto che mi osserva come se avesse già intuito i miei pensieri.
<< Certo. Non vado da nessuna parte. >> Promette. Sorrido debolmente, pronto ad affrontare lo tsunami di disprezzo generale che ci sta per travolgere, e la disoccupazione.
 
 
[Camilla]
Ciao Cami. Ho provato e riprovato questo messaggio vocale, perché la verità è che non so cosa dirti. Giustificazioni non ce ne sono. Posso solo chiederti perdono, dal profondo del mio cuore… Mi dispiace.
 
Ascolto per l’ennesima volta questo breve vocale della mia amica, che si interrompe quando avverto la sua voce rotta dal pianto. Rileggo anche il messaggio prolisso che mi ha mandato mia cognata, la nuova fidanzata di mio fratello la quale mi aveva conquistata con la sua ingenuità e lealtà.
 
Ciao Camilla. Stanotte continuavo a visualizzare nella mia mente il tuo sguardo di ieri quando ti ho confessato che lo sapevo. La tua delusione mi accompagnerà ogni volta che chiuderò gli occhi. Mi sono comportata in modo indegno con tutti voi, dei nuovi amici che mi hanno accolta nella loro famiglia senza riserve! Posso solo guardarmi allo specchio e dirmi quanto faccio schifo per tutto questo. Mi dispiace per tutto questo casino, per il tuo lavoro. Non posso fare altro che chiederti scusa dal profondo del cuore.
 
<< Li stai leggendo ancora, vero? >> Mi domanda il mio fidanzato, emergendo dalla camera da letto dopo aver terminato di prepararsi. Annuisco seduta sul divano.
<< Mi hanno anche scritto i miei fratelli. Come se un messaggio in croce bastasse per porre rimedio. La mia collezione ferma nei magazzini, invendibile, e secondo loro sono sufficienti due scuse in croce?! >> Protesto.
<< Mi dispiace amore. Vedrai che rimedieremo, ok? Ora andiamo, cosa ne dici? Diego mi ha scritto che non ci saranno, hanno inventato che Isabella sta male perché le è venuto il ciclo. >> Mi spiega il mio fidanzato. Almeno potrò comportarmi con spensieratezza stasera!
 
 
 
[Michael]
Non posso di certo biasimare Camilla per essere così in collera con i suoi fratelli, con Roberta e con Isabella… I gemelli l’hanno combinata grossa, e le loro fidanzate hanno dato loro corda, professandosi amiche di Cami! Scuoto la testa sospirando, immerso nelle mie recriminazioni mentali. Cèsar, che comanda l’autovettura, mi accarezza il ginocchio.
<< Ci stai pensando anche tu, vero? >> Mi chiede conferma.
<< Per forza. Ti rendi conto di come deve sentirsi Cami, pensando che in queste settimane Roberta e Isabella si cono comportate da amiche uscendo con lei o spettegolando come sempre, mentre sapevano che gli abiti disegnati da lei e da Ugo li stavano producendo con dei banali scarti di magazzino?! >> Mi sfogo.
 << Io non posso davvero credere che mia sorella abbia accettato tutto questo solo per amore di Lorenzo. Io ti amo tantissimo cucciolo, ma non potrei mai soprassedere dinanzi a certe tue decisioni, o peggio assecondarle! Quando papà e mamma lo sapranno ne rimarranno molto delusi! Roberta per papà è sempre stata la sua erede: la più intelligente dei tre, quella con più voglia di studiare, la figlia che si è laureata con il massimo dei voti in economia… ti rendi conto di cosa proverà quando verrà a sapere in cosa è coinvolta? >> Mi fa notare il mio fidanzato. Nicola ne uscirà mortalmente umiliato e deluso, Armando probabilmente dovremo soccorrerlo con un defibrillatore e mio padre darà i numeri da matto… Ma non ci hanno pensato quei quattro prima di ficcare tutti in questo casino?!
 
 
[Patrizia]
<< Ok… mi dispiace che non possiate esserci… salutala, e dille di chiamarmi quando si sveglia. Buona serata! >> Sento dire da mio marito a Diego, durante la loro telefonata.
<< Cosa succede? >> Gli domanda Giulia, mentre si allaccia il secondo orecchino.
<< Isabella e Diego non verranno. Isa sta poco bene, cose di donne. Ha dormito tutto il giorno con il telefono in silenzioso, perciò non rispondeva. >> Spiega mio marito.
<< Hai visto Danielino? C’era una spiegazione logica. >> Interviene Bea, beccandosi un’occhiataccia per via di quel nomigliolo.
<< Mi dispiace. Ci tenevo ad avere tutti qui. >> Si dispiace Giulia. Bhe, per lo meno Clara non avrà altra scelta se non quella di concentrarsi sulla mia Giulietta, visto che la rimpianta nuora non c’è!
<< Mi sono sembrati carini oggi i nostri consuoceri, no? >> Commento, quando Giulia si allontana per finire di vestirsi.
<< Lei non mi convince. Era tanto contraria a questo rapporto e poi di colpo è gentile e affabile? Non sa chi sta cercando di prendere per il naso. >> Obietta mio marito. Marcella alza gli occhi al cielo, mentre stiamo sorseggiando già un primo aperitivo.
<< Ad ogni modo: alla cena di ieri tutti sembravano avercela con Diego e oggi mancherà… comodo, non trovate? >> Osserva Daniele.
<< Daniele, non pensi di essere un tantino paranoico? >> Lo redarguisce Marcella. La discussione viene interrotta dall’ingresso in salotto di nostro figlio Giulio e della sua ragazza, che si tengono per mano. Cominciano i saluti di rito.
<< Avete fatto pace? >> Domando loro.
<< Sì, mamma, tutto bene. >> Ci tranquillizza Giulio. Si scambiano un bacio a stampo, mentre Rhonda si avvicina loro con un vassoio contenente due aperitivi e delle tartine.
<< Con il vostro permesso vorrei andare alla toilette a lavarmi le mani, prima di toccare cibi e bevande! >> Interviene mia nuora.
<< Vai cara, la strada oramai la conosci. >> Le accordo il consenso. Sentiamo che incrocia Giulia nel corridoio e che si salutano. Giulia saluta suo fratello quando fa il suo ingresso in salotto, mentre il campanello suona nuovamente. Fanno il loro ingresso gli ospiti d’onore e ricominciano i saluti di rito. Massimiliano e Giulia si scambiano un bacio a stampo.
<< Hai saputo che purtroppo Isabella si sente poco bene perciò lei e Diego non ci saranno. >> Sento che spiega mia figlia suo fratello e al suo fidanzato.
<< Che peccato. >> Commentano più o meno coralmente, Massimiliano e la sua famiglia, chi aggiungendo un “spero non sia niente di grave”.
<< Davvero? >> Commenta Giulio, mentre si fa pensieroso e beve un sorso dal suo calice.
 
 
[Paola]
 Ci è voluto un miracolo per far addormentare mio nipote. Dopo la lezione con suo padre su come si chiama il 911 ha giocato per due ore buone ai pompieri, correndo per casa strillando “911”. Direi che tale numero lo ha memorizzato! Solo dopo aver terminato di preparare quei benedetti biscotti, è crollato.
<< Sono buoni, comunque. Un po’ abbronzati, ma buoni! >> Commenta mia sorella, mordicchiandone uno evitando i bordi bruciacchiati.
<< Mi dispiace non essere accorsa prima. >> Intervengo.
<< Tranquilla. Mi ritengo già miracolata per il fatto che tu mi abbia risposto al telefono e che mi parli ancora. >> Osserva.
<< Bhe, sei mia sorella. È un legame che resiste ad ogni ostacolo. >> Commento. Mi dedica un debole sorriso. Sì: Maria si è comportata malissimo ma non potrei mai concepire una vita senza di lei e senza mio nipote!
<< Mi dispiace aver rovinato la tua storia con Gonzalo. >> Borbotta mestamente.
<< Non c’era nessuna storia. E poi io ieri ci ho messo il carico da 90! La colpa è anche mia! >> Constato. Ancora nessuna sua notizia!
<< In questa storia l’unico esente da errori è Sebastian. >> Commenta Maria. Esente da errori? Ma se ha tradito sua moglie! La osservo: rivolge lo sguardo verso la poltrona dinanzi a noi e, a meno che non vi sia seduto qualcuno che solo io non vedo, direi che è immersa nei suoi pensieri. Sorride da sola come un’ebete, dopo aver nominato il padre di suo figlio. Conosco benissimo quel sorriso! Spero non si stia prendendo una sbandata per lui perché sarebbe un bel casino!
 
 
[Camilla Senior]
Penso che non mi sarei sentita così sola neanche se quella volta, al posto di comportarmi da sgualdrina, avessi scelto il convento. Sì: so perfettamente cosa pensano tutti (i miei parenti, i miei amici e praticamente il mondo intero dopo l’inequivocabile cazzotto che mio marito ha rifilato a Daniele e che è finito su internet) ovvero che sono una sgualdrina e sono giunta alla medesima conclusione!
Saluto mio fratello, mia cognata, Nicola e Nora agitando la mano quando accedo al ristorante. Mio fratello si alza e ci salutiamo con un guancia a guancia.
<< Grazie per l’invito. Penso che sarei impazzita un’altra sera chiusa in casa! Ormai ho imparato a memoria tutti i titoli pubblicati su Netflix! >> Commento, sedendomi al tavolo.
<< Non che ti possa fare male un po’ di clausura. >> Commenta mio fratello, mal celando la frecciatina con un colpo di tosse. I presenti trattengono una risatina.
<< Ne hai ancora tante di queste freddure da rifilarmi? >> Gli domando, non prima di aver alzato gli occhi al cielo.
<< Un’enciclopedia! >> Ironizza. La diatriba viene interrotta dall’arrivo del cameriere che mi serve un aperitivo della casa.
<< Sei riuscita a parlare con i tuoi figli? >> Mi domanda Nora.
<< No. Class passa il suo tempo fra il lavoro e l’appartamento di Francesco, Lena idem. Con la differenza che quest’ultima non mi ha detto a casa di chi passa le serate! Posso io non sapere con chi passa il tempo mia figlia di appena poco più di vent’anni? >> Mi lamento. Neanche il nome si può sapere?
<< Cami, tua figlia non mi sembra trepidi per confidarsi con te e i motivi li conosci. Eviterei di prendermela! >> Osserva Betty.
<< Hai ragione e infatti non sto insistendo. Aspetterò! Di cosa parlavate prima quado sono entrata nel locale? Sembrava qualcosa di scabroso, visto che parlavate tutti fitti! >> Domando, cambiando argomento, accennando un sorriso. I miei parenti e amici si scambiano uno sguardo eloquente.
<< Di me. Ho capito! >> Constato, con un certo imbarazzo.
<< Ci stavamo solo chiedendo quali sono le tue intenzioni. Farai pace con tuo marito? >> Mi domanda fuori dai denti mio fratello.
<< Non dipende solo da me, non credi? >> Osservo. Se mio marito, giustamente, non vuole avere a che fare con me come posso farci pace?
<< Ma tu ci hai provato a chiedergli scusa? Ci hai parlato? >> Mi domanda Nora.
<< L’ho chiamato quando è tornato in città, anche per avere notizie sul nostro grande magazzino. >> Racconto. La conversazione telefonica più breve della storia, visto che non è stato di tante parole!
<< Cioè tu lo hai chiamato per sapere dall’azienda? E basta? >> Mi chiede sconcertato mio fratello.
<< Con la scusa di chiedergli dell’azienda. >> Lo correggo. << Volevo sondare il terreno, e ho appurato che non ha molta voglia di parlarmi. >> Spiego.
<< Ma è quello che vuoi, giusto? Tornare con lui? >> Mi domanda con prudenza mio fratello. Sbatto ripetutamente le palpebre, incredula.
<< NON CREDO DI AVER CAPITO: MI STAI FORSE VELATAMENTE CHIEDENDO SE HO INTENZIONE DI INFILARMI NEL MENAGE FAMILIARE DI DANIELE? >> Tuono. No! Non ripeterò lo stesso errore due volte nella mia vita!
<< LO TROVI TANTO STRANO? SONO PREOCCUPATO, CAMI! >> Strilla di rimando mio fratello.
<< Miseria santa, la smettete di urlare? Non vi basta quello che è successo alle nozze di Daniele e Patrizia? >> Ci redarguisce Betty. Tiriamo tutti un respiro profondo.
<< No, Armando. Ovviamente non ho intenzione di diventare l’amante di Daniele! Anche se stenterai a crederlo, amo ancora mio marito! >> Esclamo.
<< Scusa, ma il dubbio mi è sorto, visto e considerato che solo poche settimane fa parlavi di divorzio e che hai poi fatto un passo indietro. E per giunta pensavi che LUI ti stesse tradendo. >> Rammenta mio fratello. Sì: ho pensato che Kristoff mi stesse rendendo il torto che gli avevo inflitto anni prima, e in quel frangente ho capito cosa doveva aver provato lui all’idea di dover competere con qualcuno.
<< Ero confusa in quel periodo. Kristoff si comportava in modo strano ed era diventato materialista e viziato… Tutto l’opposto del ragazzo che avevo sposato! Pensavo che fosse ora di arrendersi, perciò avevo cominciato a parlare di divorzio. >> Rammento, non riuscendo a contrastare la commozione. Gli occhi mi si velano di lacrime.
<< Avevo cominciato a rimettere in discussione tutto, comprese le mie scelte del passato, chiedendomi perché mi ero ritrovata sposata con una copia di Daniele: altezzoso, pieno di spocchia e così legato al denaro! >> Proseguo nella spiegazione.
<< Perciò lo hai baciato alla sera della festa? Perché ti eri stancata della copia e volevi l’originale? >> Obbietta mio fratello. Scuoto il capo.
<< È stato solo un altro errore, ero ubriaca e mi sono messa a ripensare al passato, a quel periodo in cui tradivo Kristoff con lui… forse mio marito si era reso conto di qualcosa e questo aveva fomentato la sua competizione contro Daniele? Per questo si era trasformato in lui? Perché pensava che mi sarebbe piaciuto di più? >> Mi chiedo, analizzando le mie scelte discutibili.
<< E ci sono stati altri “errori” nel corso di questi anni, a parte la vostra relazione prima della tua partenza e il bacio di qualche settimana fa? >> Mi chiede Betty.
<< No, ovviamente. L’ho già specificato. È tutta colpa mia se mio marito si è sempre sentito in competizione con Daniele. >> Constato, tormentando con l’unghia il tumbler che contiene il liquido rossastro.
<< Certamente avete combinato un bel casino: tuo marito ha pensato di dover diventare come Daniele per guadagnarsi il rispetto di tua madre e il tuo amore, e tu non hai fatto niente per rassicurarlo. >> Delibera Betty. Probabilmente è vero! Io non ho fatto abbastanza per rinfrancarlo, mia madre non perdeva occasione per svilirlo dinanzi a Daniele, e questo ha fomentato il suo desiderio di diventare come lui, sia per quanto riguarda le possibilità economiche che per la classe sociale, cose che vanno a pari passo fra loro!
 
 
[Daniele]
Mio figlio Giulio diviene pensoso quando apprende la notizia del pacco che ci hanno tirato Diego e Isabella. Posso distintamente vedere gli ingranaggi nella sua mente che girano. Devo provare a parlare con lui per sapere cosa sta succedendo! Ogni mio proposito però lo metto da parte quando sentiamo nuovamente il suono del campanello e torno alla realtà: questa serata è molto importante per la mia ultimogenita e non è il caso di interrogare Giulio in questa circostanza. Qualunque mia curiosità dovrà attendere! Riemergo dai miei pensieri quando tocca a me, l’ultimo rimasto, salutare mio figlio, il suo ragazzo, mio nipote e la sua fidanzata che hanno appena fatto il loro ingresso.
<< Ho visto le foto dell’escursione sul Monserrate, vi è piaciuto? >> Cicaleccia Cèsar con i miei consuoceri italiani.
<< Moltissimo. Una prospettiva della città molto diversa! >> Risponde Giacomo Zanonato.
<< Sorellina ma non ti sarai stancata troppo? Le donne gravide non hanno sempre le caviglie gonfie? >> Domanda Michael a sua sorella minore
<< Probabilmente quest’estate mi accadrà, ma ora no dato che sono alla nona settimana. Oddio, ho appena realizzato che passerò tutta l’estate con il pancione! >> Osserva mia figlia. Sta già per entrare nel secondo trimestre? Mi sembra ieri che ho scoperto della gravidanza, la sera del lancio.
<< Io ho passato tutta l’estate con il pancione quando aspettavo Massimiliano. Non è stato un grande sacrificio! >> S’inserisce la mia consuocera, al quanto commediante. Tutta questa improvvisa tolleranza nei confronti di mia figlia non mi convince! Come se si fosse lamentata di qualcosa poi… ha solo detto che avrà in pancione per tutta l’estate. Giulia sfoggia un sorriso di circostanza ignorando il suo intervento dall’aria vagamente giudicante.
<< Il termine della gravidanza è il 23 settembre, sapete? Esattamente un mese prima del mio compleanno. Se dovesse nascere quel giorno il 23 diverrà esattamente il mio numero preferito! >> Commenta Massimiliano.  Lui e mia figlia si guardano. Giulia sta per intervenire ma viene fermata dal suono del campanello: mancano solo due invitati all’appello. Gli altri due futuri sposi fanno il loro ingresso e salutano tutti. Mia nuora sembra decisamente più rilassata di ieri, quando era presente suo fratello!
<< Comunque, io dovrei dire una cosa… >> Riprende Giulia. È arrivato il momento del grande annuncio, se da di matto giuro che la strozzo!
<< Amore, vorrei dirlo io, posso? >> Le domanda il consenso il suo fidanzato, baciandole il palmo della mano sul cui anulare tra 9 mesi indosserà la fede nuziale. È come se realizzassi solo in questo istante che la piccola di casa sta per sposarsi e mettere su famiglia. Giulia annuisce permettendo al suo futuro consorte di proseguire.
<< Stavo dicendo che il 23 per me e Giulia sarà sempre un numero fortunato e speciale, anche se nostro figlio non dovesse nascere il tale data, perché… >> Esordisce, per poi fermarsi sul più bello. Un sorriso di incoraggiamento dei vari cognati lo invita a proseguire.
<< Perché il prossimo 23 Dicembre Giulia ed io ci sposeremo. Le ho chiesto di diventare mia moglie, e lei ha accettato! >> Annuncia mio genero, lasciando la sua famiglia sorpresa. Suo padre, i suoi fratelli e suo cognato si prodigano a congratularsi mentre parte del parentado accenna un applauso. La mia consuocera compie quello che è evidente essere uno sforzo sovrumano e mette insieme una specie di “congratulazioni” dal tono apatico. Come pensavo! Non sopporta ancora mia figlia!
<< Lo sa che la prossima anti vigilia di Natale prenderà parte a un matrimonio, e non a una veglia funebre, vero? >> Borbotto verso mia moglie.
<< Danielino, sapevamo che non avrebbe accolto la notizia con striscioni e stelle filanti! >> Osserva mia moglie. Alzo gli occhi al cielo e sospiro spazientito poiché si ostinano a chiamarmi come se fossi un bebè!
 
 
FINE CAPITOLO 89.
 
L’ho scritto velocemente e molto ispirata, e spero vi sia piaciuto! Ogni confronto circa la Terramoda, la RDL, il disastro con le vendite e quello tra Gonzalo e Paola, è rimandato! E vi ricordo che nel prossimo capitolo avverrà la festa domenicale al circolo.  Alla prossima!
 
 
 
 
   
 
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