Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: Milly_Sunshine    28/11/2022    3 recensioni
Novembre 2002: al termine di una serata con gli amici, Mark ha un appuntamento con la fidanzata Ellen, ma lei rimane ad attenderlo invano, senza ricevere sue notizie. Il giorno dopo, l'amara realtà: è stato brutalmente assassinato, mentre si trovava in un luogo in cui già fu consumato un atroce delitto. Il mistero legato alla sua morte non viene svelato, ma provoca la morte di altre persone. Novembre 2022: a vent'anni di distanza, Ellen e gli amici di Mark si ritrovano di nuovo nel loro paese natale per commemorarne la scomparsa, senza sapere che chi ha già ucciso vent'anni prima è ancora in agguato. Li aspetta un mistero fatto di lettere anonime, identità scambiate e intrighi di varia natura. // Scritta nel 2022/23, ma ispirata a un lavoro adolescenziale.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
LACRIME MACCHIATE DI SANGUE

[8 novembre]
A distanza di una settimana dall'omicidio che aveva sconvolto, vent'anni dopo, la cittadina di Goldtown, le indagini sembravano brancolare nel buio. In compenso fioccavano, non solo a livello regionale, innumerevoli approfondimenti televisivi in proposito. Anche quella mattina, girando distrattamente per i canali, Roberta aveva trovato ben tre emittenti televisive nelle quali si parlava del fatto, in alcuni casi con un interesse quasi morboso. Non ne era disturbata: certo, non riteneva particolarmente edificante il cercare a tutti i costi di far risaltare il macabro e lo scabroso facendo audience sul brutale assassinio di una persona, ma rigettava completamente chi se ne usciva con considerazioni del tipo "fare trasmissioni su un omicidio significa mettersi allo stesso livello di chi quell'omicidio l'ha commesso". Tra tutte le assurdità che Roberta ricordava di avere sentito, almeno di tanto in tanto, quella era senza ombra di dubbio la peggiore. Chi era disturbato da ciò che un'emittente televisiva proponeva aveva a disposizione il telecomando con il quale mettere su un altro canale. Quella povera donna che aveva perso la vita una settimana prima a Goldtown, invece, era sempre morta. Un assassino a piede libero stava probabilmente circolando a pochi chilometri o a poche centinaia di metri di distanza dal luogo in cui era stato consumato il delitto e non era assicurato che non tornasse a colpire.
Era un incubo, un dannatissimo incubo dal quale non c'era via d'uscita, altro che le televisioni che rimarcavano come la donna di quarant'anni che aveva perso la vita avesse risieduto a Goldtown fino all'età di diciannove anni e avesse avuto una relazione giovanile con Mark Forrester, vittima a sua volta di omicidio esattamente vent'anni prima, nello stesso luogo. Magari non era gradevole essere nell'occhio del ciclone a causa della morte di Kimberly Richards, ma Roberta era certa che l'intera cittadinanza di Goldtown e aree limitrofe avesse ben altro di cui preoccuparsi. Pur non essendo stata a Goldtown nelle ultime settimane, avvertiva a sua volta una tensione che credeva di avere dimenticato. Non era la sola, come poteva essere confermato anche dal diario di Jennifer, gettato come al solito sul comodino - Jennifer aveva sempre dato segno di lasciare in giro il proprio diario proprio perché desiderava che qualcuno lo leggesse.

Mercoledì 2 Novembre
Vent'anni fa chiamai i miei amici a casa mia. C'era anche Ellen insieme a loro. Ai tempi non la conoscevo, né mi interessava più di tanto conoscerla, ma sapevo che chiamare anche lei era la cosa giusta.
Non ricordo con esattezza che cosa dicemmo quella sera, ma ricordo che solo allora, quando ci riunimmo tutti in soggiorno e iniziammo a parlare di Mark, realizzai che il mio amico non c'era più e non sarebbe mai tornato indietro.
Non ho mai saputo se Mark fosse legato a me, oppure se mi considerasse solo una zavorra che stava al seguito di Danny, ma sono certa che, in fondo, non mi schifasse come ho avuto l'impressionedi fare ad altri a quei tempi e che magari faccio tuttora.
Sarebbe stato bello se Mark avesse potuto conoscere Roberta. Gli sarebbe piaciuta di sicuro. Roberta piace a tutti, anche alle persone che per me provano indifferenza. Comunque sono felice che Roberta ai tempi fosse lontana da Goldtown.
Sono passati vent'anni da allora e oggi è rimbombata una notizia terribile: è stata uccisa un'altra persona, a Goldtown. Non ci sono ancora indiscrezioni sulla sua identità, ma al telegiornale hanno detto che si tratta di una donna e che l'hanno ammazzata proprio dove morì anche Mark.
Non riesco a crederci, non riesco a credere che stia ricominciando un incubo. Spero sia stata una casualità, ma non credo nelle coincidenze. Non so chi sia quella donna, ma se qualcuno voleva ucciderla, è curioso come abbia scelto proprio l'anniversario dell'omicidio di Mark e lo stesso posto. Non può essere un caso.

Giovedì 3 Novembre
Ho provato a chiamare Danny, ma non mi ha risposto per tutto il giorno. Sicuramente era al lavoro. Ci ho riprovato anche stasera, ma mi ha risposto la sua ex moglie. Mi ha detto che Danny non c'era e che dovevo lasciarlo in pace e che ho già fatto abbastanza danni mettendomi tra di loro. Non so cosa le sia preso, io e Danny eravamo amici già molto tempo prima che conoscesse Lacey e non si sono certo lasciati per colpa mia.
Volevo parlare con Danny di quello che è successo, tutto qui. Sui giornali c'era scritto che hanno ucciso Kimberly Richards. Era la ragazza di Mark, credo, un paio d'anni prima che Mark morisse. Non andava a Goldtown da una vita, o almeno così pare. Non si sa ancora perché sia andata là a morire. Certo, non pensava di morire, ma comunque ha fatto una brutta fine.

Venerdì 4 Novembre
Danny mi ha richiamata. Non sapeva che Lacey avesse risposto e mi ha detto che non le ha chiesto lui di rispondermi. Si è scusato per quello che è successo e per avermi ignorata. Mi ha detto che sono stati giorni difficili, questi, per lui.
C'era, quando è stato trovato il cadavere. Era insieme a Kevin, Jack, Steve... ed Ellen. Non so cosa ci facesse a Goldtown, ma a quanto ho capito si erano trovati là per commemorare la scomparsa di Mark. Solo, una volta arrivati sul posto, hanno trovato il cadavere di Kimberly. Deve essere stato terribile. Se fossi stata a Goldtown, forse avrebbero chiamato anche me e sarei stata con loro. Mi tocca ringraziare il coronavirus.
Non gli ho detto del tampone negativo di stamattina. L'ho detto solo a Sophie, più tardi, quando l'ho chiamata. Mi ha chiesto se torno a Goldtown, mi ha detto che è un po' in difficoltà da sola al negozio. Non so se me la sento. Le ho chiesto qualche giorno, con la scusa che mamma non sta ancora bene e che sono il suo unico collegamento con l'esterno.
Non so, comunque, se me la sentirò di tornare così presto. Preferirei aspettare che prendano l'assassino di Kimberly. Non siamo più nel 2002, la gente viene inavvertitamente ripresa da telecamere di sorveglianza senza rendersene conto, oppure si porta lo smartphone ovunque facendo sì che gli spostamenti vengano rintracciati facilmente. Spero che lo prendano, che non Kimberly non sia un Mark 2.0.
Chissà se Roberta se la sente di tornare a Goldtown. Sophie continuerà sicuramente a insistere, minaccerà di assumere una commessa estranea alla famiglia. Mi dice sempre che, se voglio prendere un'altra strada, sono libera di farlo, ma devo parlare chiaro. Le manderò Roberta affinché stia tranquilla, prima o poi. La convincerò a farlo per stare vicina a Patricia, di solito è un'arma che funziona.

Sabato 5 Novembre
Vent'anni fa veniva ritrovato il cadavere di Will Mason. Gli avevano fatto fare la stessa fine di Mark. Aveva fatto troppe domande scomode in giro, forse, dopo essere stato sospettato del delitto perché aveva litigato con Mark dopo un incidente stradale o qualcosa del genere.
Povero Will, non lo conoscevo, ma era già assurdo pensare che avesse commesso un omicidio per qualche graffio sulla macchina, figurarsi dovere morire a sua volta per quella ragione. Era fidanzato con Meredith. Al giorno d'oggi la gente darebbe di matto, se sapesse che un ventenne stava insieme a una ragazza che frequentava ancora le scuole. Sono un po' spiazzata quando sento certi discorsi, c'è gente che pensa che ragazzini/e di sedici o diciassette anni siano da considerare come dei bambini e che, se si mettono insieme a una persona che ha un paio d'anni di più, questa persona sia un/una criminale.
Meredith, comunque, aveva diciotto anni, anche se frequentava la stessa classe di Lydia, Cindy e Janet. Se ben ricordo, una volta Lydia mi raccontò che Meredith, da bambina, aveva avuto un incidente ed era rimasta in ospedale molto a lungo, perdendo un anno di scuola. La gente di oggi, quindi, impazzirebbe solo al pensiero che Will frequentasse una ragazza maggiorenne che aveva due anni meno di lui.

Domenica 6 Novembre
Mamma sta meglio. Non appena risulterà negativa, Roberta partirà per tornare a Goldtown. Ha accettato e Sophie ne è stata piuttosto soddisfatta.
Volevo chiamare Danny, per chiedergli se ci fossero novità, ma non me la sentivo di rompergli le scatole un'altra volta. Così ho telefonato a Kevin.
Mi ha risposto, ma non era solo. L'ho sentito, a un certo punto, parlare con una donna che si trovava con lui. Mi è sembrato che si rivolgesse a lei chiamandola Ellen.
Credo che sia questa la grossa novità, Ellen Jefferson potrebbe essere ancora a Goldtown e, per qualche ragione, avere a che fare con Kevin. Non so cosa possa significare.
L'ho sempre trovata un po' strana. Non ho idea di che tipo di rapporto ci fosse tra lei e Mark e di quanto fosse seria la loro relazione, ma mi è sempre sembrato che non dovesse importarle molto di lui.
Non penso di potere essere la persona più giusta per giudicare, proprio io che non ho mai provato attrazione né sessuale né romantica per nessuno, ma ho sempre trovato un po' fuori luogo il fatto che Ellen e Steve stessero insieme apertamente e alla luce del sole così poco tempo dopo la morte di Mark.
Con questo non voglio dire che la gente che li denigrava facesse bene. Anzi, penso che avrebbero dovuto tenere per sé il loro parere, come ho sempre fatto io, ma era chiedere troppo.

Lunedì 7 Novembre
Roberta partirà mercoledì. Patricia è stata molto felice di scoprirlo. Sembra un po' preoccupata, anche se da una settimana a questa parte sembra non essere capitato ancora nulla.
Con questo non voglio dire che a Goldtown tutti possano fare vita normale, esattamente come prima. Piuttosto, possono iniziare a pensare che l'assassino volesse eliminare Kimberly e basta.
Non ci sono novità, per quanto riguarda le indagini. Lo dice la TV, lo conferma Sophie: anche a Goldtown non ci sono indiscrezioni in proposito. Non saprei dire se sia davvero un male. Per incastrare il colpevole, forse bisognerà aspettare che colpisca di nuovo e sarebbe terribile se accadesse.

Roberta richiuse il diario di Jennifer, tornò ad appoggiarlo sul comodino e si alzò in piedi. Si infilò la giacca di ecopelle e gli anfibi. In pochi istanti fu pronta per uscire, senza dire nulla. Prima di tornare a Goldtown, l'indomani, sentiva di avere qualcosa di importante da fare, di avere qualcuno da salutare.
Prese l'automobile di sua madre e percorse i sette chilometri che la separavano dal cimitero nel quale era sepolta la persona alla quale intendeva andare a fare visita. Parcheggiò lontano, non voleva che l'auto fosse vista da quelle parti.
Si sistemò in testa il cappuccio della felpa che portava sotto la giacca, lasciando ricadere all'esterno solo una ciocca di capelli. Se qualcuno l'avesse vista così, difficilmente avrebbe pensato che volesse nascondersi. Indossò un paio di occhiali da sole piuttosto ampi e diede un'ultima occhiata alla propria immagine che si rifletteva nel retrovisore. Era pronta. Scese dall'auto e proseguì a piedi verso il cimitero, andando a raggiungere la tomba della persona cara alla quale, per motivi ormai più grandi di lei, aveva scelto di non potere fare visita se non di nascosto.
«Non hai idea di quanto sia difficile recitare ogni giorno una parte» mormorò, rivolgendosi alla fotografia sulla lapide, che ritraeva una bambina sorridente. «Non hai idea di quanto vorrei che non mi fosse mai stato imposto tutto questo.»
Scosse la testa, sentendosi ridicola. Ogni volta in cui, nei film, vedeva qualcuno recarsi al camposanto e mettersi a fare conversazione con la fotografia di una persona defunta trovava la scena alquanto assurda e surreale, invece stava facendo la stessa cosa.
«Ciao, principessa» mormorò, prima di allontanarsi.
Uscì, senza essere notata da nessuno. Forse fu vista di sfuggita da una signora di una certa età che sistemava un mazzo di fiori accanto a quella che con tutta probabilità era la tomba del marito, ma si trattava di una perfetta sconosciuta che, senza ombra di dubbio, non aveva fatto caso a lei. In poche parole, quel giorno nessuno aveva visto Roberta Stewart al cimitero. La sua esistenza poteva continuare a scorrere nel modo più normale, sempre ammesso che fosse mai esistita normalità, nella sua vita, a partire dal giorno in cui un pazzo si era introdotto nella scuola elementare con l'intento di aggredire la maestra Melanie.
Roberta raggiunse la macchina, cercando di ricordare le fattezze della sua insegnante. Erano passati tanti anni e temeva di averla dimenticata. Peccato non avere potuto dimenticare anche tutto il resto, non le sarebbe affatto dispiaciuto.
Salì a bordo e si allacciò la cintura di sicurezza, realizzando che era l'8 novembre. Nel 2002 era caduto di venerdì. Se non andava errata, era stato il giorno in cui Jennifer aveva suggerito a Danny di farsi avanti con la ragazza che gli piaceva.

******

«No, non mi sembra il caso!» esclamò Danny. «Non pensi sarebbe ridicolo? Che cosa c'entro io con Cindy Spencer? È bellissima, potrebbe puntare a molto di più.»
«Anche tu non sei così male» lo rassicurò Jennifer. «Non fraintendermi, non significa che tu mi piaccia...»
Danny la interruppe: «No, non ti fraintendo, non preoccuparti. So che stai solo cercando di convincermi a fare quello che, secondo te, potrebbe essere la cosa migliore per me, ma ti assicuro che non lo è.»
Jennifer insisté: «Tra poco Cindy dovrebbe finire la lezione di pattinaggio. Dovresti andare ad aspettarla. Le potresti chiedere se puoi riaccompagnarla a casa. Non ti dirà di no, ne sono certa.»
Danny sbuffò.
«È un'idea assurda! Perché dovrebbe farle piacere essere accompagnata a casa da me?»
«Perché Cindy ha paura» rispose Jennifer. «Stamattina, a scuola, mentre ero in bagno, è entrata insieme a Janet. Le ho sentite discutere, Cindy diceva che non si sentiva sicura ad andarsene in giro da sola. Janet ha cercato di rassicurarla, le ha detto che non hanno niente di cui preoccuparsi.»
«Stavi origliando?»
«Stavo facendo la pipì. Queste si sono messe a parlare al di là della porta. Dovevo tapparmi le orecchie? Non stavano dicendo niente di segreto. Cindy, poi, si è messa a parlare di Meredith e di Will Mason. Ho sentito che menzionava anche Linda, ma Janet le ha detto di stare zitta, che forse dentro al bagno c'era qualcuno.»
«E poi?»
«Ho aspettato che se ne andassero, prima di uscire dal bagno. Non mi hanno vista.»
«Cosa dicevano su Linda?»
«Non ho capito. Janet ha interrotto Cindy prima che potesse dire davvero qualcosa.»
«Erano compagne di corso, a pattinaggio, però non penso fossero amiche. Linda mi ha sempre detto che Cindy se ne stava per conto suo e non parlava molto.»
«Magari Cindy ha qualche sospetto a proposito di Linda. Per questo ha paura. Questo potrebbe andare a tuo vantaggio. Almeno lei sa che non c'entri niente.»
Danny abbassò lo sguardo.
«Ovvio, no?»
«C'è gente che dice che l'hai uccisa tu» gli ricordò Jennifer. «Certo, solo pettegolezzi che hai fatto bene a ignorare...»
Danny non la lasciò finire.
«Va bene, andrò da Cindy e con una scusa la convincerò a fare la strada insieme a me. Però non le dirò che mi piace. Non adesso. Non mi sembra il caso.»
«È già importante che tu voglia fare qualcosa» concluse Jennifer. «Ti lascio andare. Mi raccomando, cerca di fare bella figura. Sono sicura che potresti piacerle, quindi cerca di giocare bene le tue carte.»
Danny le assicurò che avrebbe fatto del suo meglio e Jennifer lo guardò andare via.

******

"Sì, è stato proprio l'8 novembre" realizzò Roberta, mentre avviava il motore e si apprestava a tornare a casa di sua madre. Percorse i sette chilometri che la separavano dalla sua destinazione cercando di scacciare i pensieri che la tormentavano.
Quando rientrò, sua madre era nell'ingresso e sembrava quasi aspettarla.
«Dove sei stata?» volle sapere.
«A fare un giro» rispose Roberta.
«Ho visto che hai preso la macchina.»
«Sì, ho preso la macchina.»
«Dove sei stata?»
«Sono stata a fare un giro.» Roberta la guardò negli occhi. «A fare un giro in macchina.»
«Dovresti chiamare tuo padre» le ricordò la madre. «Sbaglio o, da quando sei qui, non ti sei ancora fatta viva con lui?»
Roberta alzò le spalle.
«Tanto fino a pochi giorni fa non potevo nemmeno uscire di casa per andare a trovarlo. Non sarebbe cambiato molto.»
«Ti ricordo che quell'uomo ti ha generata» replicò sua madre, secca. «Ha il diritto di vederti.»
«E io ti ricordo che ha abbandonato me e Jennifer alla nascita» replicò Roberta, «E che se ne è fregato di noi per molto tempo. In più ti ricordo che ho trentasei anni, penso di potere decidere da sola se voglio incontrarlo o no.»
Sua madre le scoccò un'occhiata di fuoco.
«Abbiamo un accordo con lui.»
«Abbiamo un accordo che abbiamo fatto quando ero solo una ragazzina facilmente influenzabile. Adesso le cose sono cambiate. Voglio che questa storia finisca.»
«Tu sei pazza!»
«No, sei tu che sei pazza se pensi che possa continuare a sottostare a questo giochetto per tutta la vita» tagliò corto Roberta. «Non voglio vedere John.»
«Avresti solo un modo per non vedere John» puntualizzò sua madre, «Ormai, però, non puoi più tornare indietro. Hai ragione, ho fatto degli errori con te, è per questo che non ti rendi conto che...»
Roberta sapeva dove stesse andando a parare, quindi non la lasciò finire.
«Non spetta a te spiegarmi chi sono. Tu non puoi sapere.»
Sua madre sospirò, con aria di rassegnazione. Almeno per quel giorno, realizzò Roberta, la discussione era terminata.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: Milly_Sunshine