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Autore: mortifero    01/12/2022    1 recensioni
Fashion student!Morty passa con suo nonno un sabato sera a Milano.
Ovviamente, con Rick la serata si rivela più scatenata del previsto. C'è anche da aspettarselo. Quello che meno riescono a prevedere è come un minuscolo fraintendimento riesca a far venire al pettine nodi creduti ben nascosti.
Genere: Erotico, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Altri, Morty Smith, Rick Sanchez
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Incest
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Honeymoon

 Fashion student!Morty passa con suo nonno un sabato sera a Milano.

Ovviamente, con Rick la serata si rivela più scatenata del previsto. C'è anche da aspettarselo. Quello che meno riescono a prevedere è come un minuscolo fraintendimento riesca a far venire al pettine nodi creduti ben nascosti.



Capitolo Uno: Rick (prologo)



Il mal di testa la domenica mattina non è una novità per Rick. È il classico dopo-sbornia che picchietta sul suo cranio e che con una vocina stridula gli rammenta "Hey, guarda quante cazzate hai fatto ieri sera", ma gli basta una pillola che ha nascosto in un comportamento del suo braccio cibernetico per annullare ogni effetto. È necessario estrarla e - oh, cacchio, l'ha finita! Quanto serve al suo processore per sintetizzare un'altra pillola? Lo schermo proiettato dal suo occhio cibernetico mostra una serie di dati corrispondenti a una quantità di tempo non inferiore ai trenta minuti. Rick sbuffa davanti alla cifra così tanto improduttiva. Una mezz'ora di tempo con mal di testa e nascente nausea corrispondono a un'eternità! Gli toccherà fare alla vecchia maniera. A cosa serve essere un dio tecnologicamente immenso se non può avere immediatamente un'aspirina molto più funzionante di quelle in commercio? L'inerzia pare sempre più un'arma formidabile contro la divinità bastarda che è, ma se nessuno lo scopre, può andare benissimo così. Distrattamente allunga il braccio sul comodino, e una serie di oggetti metallici cadono a terra. Non il suono delle sue invenzioni mai terminate, ma di monetine. Rick non ha centesimi con sé, li considera una delle peggiori invenzioni sulla faccia della Terra. Con le dita pallide e lunghe della sua mano si stropiccia le palpebre, per schiarire la vista. Il colore sbiadito della carta da parati in una stanza pagata molto più di quanto varrebbe fa capire a Rick che no, non è più nel Midwest americano, ma in un appartamentino vicino ai Navigli. Il pile che ricopre il suo corpo (nudo, tra l'altro, ma che si svegli senza vestiti dopo un sabato di pazzie non è mai una novità sensazionale) di sicuro non è suo, perché gratta ed è di un fastidioso color giallo. O almeno sembrerebbe, le persiane sono calate e solo un po' di luce filtra attraverso le piccole fessure. Quando fa schiacciare la mascella, in cerca di riprendere il controllo delle sue funzioni facciali, si ricorda la voce leggermente brilla di suo nipote sconsigliargli di tornare a casa in quelle condizioni, o qualcosa del genere: i ricordi nella testa di Rick non sono per niente nitidi, ed è molto meglio così.

Deve aver obiettato all'idea del nipote, farfugliando e imprecando qualcosa, con annesso ruttare; così ci vuole poco per far sembrare la proposta di Morty la genialata del secolo. Stupido Morty e le sue stupide idee. Ora come dovrà farsi passare la sbornia? Con del caffè come tutti? Impreca sottovoce ma non abbastanza da non farsi udire da donna o uomo o persona che apparentemente condivide il letto con lui. Non può vederne la faccia, e il piccolo grugnito non gli sembra familiare. Sabato sera Rick deve aver fatto faville.

Morty lo ammazzerà per aver deciso di portare a casa sua la conquista della settimana, ma non è un vero problema. Più un problema di suo nipote, perché Rick non vuole davvero prendersi a carico il dover mandar via la ragazza o chiunque altro mal capitato. Lancia un'occhiata di sbieco al fagotto ronfante accanto a lui, e con sarcasmo pronunciato commenta "Hai fatto proprio un bel affarone". Forse al mondo c'è davvero chi è messo peggio di lui. Oppure il suo essere un dio anche nella camera da letto (e non solo) deve aver incuriosito anche la parte nord della penisola italica. È come se si fosse appena dato una pacca sulla spalla, il minimo che basta per fargli decidere di alzarsi dal letto con un ghigno sfrontato in faccia. Afferra senza troppi problemi quella che gli sembra una vestaglia, troppo piccola per lui, ma copre quello che deve coprire, così esce dalla stanza. Il freddo gli fa rizzare tutti i peli come un gatto in tangenziale che becca un auto, ma almeno lo sveglia un po', e la luce all'inizio gli dà fastidio, ma pian piano si abitua.

Passa in corridoi beige e senza personalità, tranne qualche dipinto falso e soprammobili discutibili. C'è il famoso Angioletto della Thun che Morty vorrebbe tanto buttare via, "perché troppo kitch. Neanche in casa di mia nonna ci sarebbero tanti orrori!".

Rick al ricordo accenna a un sorriso che si ferma a metà e diventa sghembo. Forse anche Diane col passare dell'età avrebbe amato quegli obbrobri. Ne avrebbe di esperienza lei, nell'amare cose e persone disgustose.

Ma passando per lì, più tremendo del pensiero di Diane, è l'idea tramutata in realtà di Morty che vive una vita propria, completamente lontana da ciò che ha con lui. Sia mai che Morty la ritenga migliore. Sia mai che Morty si dimentichi di suo nonno. Stamattina si arrabbierà per lo sconosciuto o la sconosciuta in casa sua. Essere un mostro in camera da letto non varrà come scusa. E poi che importa di Morty? Niente. Pensasse alle sue di conquiste, se mai riesce ad averne!  Rick vuole chiudere una volta per tutte quel discorso.

Davvero è così ininfluente per te, Rick?, un'altra vocina, simile a quella del dopo sbornia, fa ricominciare la diatriba interiore dello scienziato. Così poco da aver pagato pure settanta e passa euro per un'entrata dal Gattopardo, la discoteca più in vista di Milano? I soldi non sono mai un problema. Soprattutto quando vuoi fare bella figura portandolo alla serata a tema del suo cantante preferito? Cazzate belle e buone. È per questo che paghi anche la retta e l'alloggio per lui, non è vero? Così non rompe più le palle ogni singolo giorno come faceva prima. Lo dici come se non ti dispiacesse.

Perché è così. Non deve sopportare Morty tutto il giorno in casa. Non deve sentire la sua fastidiosa risata quando sente qualche battuta pessima raccontata da Jerry, la sua stupida musica squallida da adolescente piagnone. Non deve ritrovarselo sempre tra i piedi nel garage, quando viene perché incuriosito da cosa Rick potrebbe mai star sperimentando, o perché si sente troppo solo. È bella e rilassante la vita senza Morty.

Menti a qualcun altro.

Con l'umore incline all’essere azzerato e già infastidito, e una matta voglia di mischiare caffè e Montenegro, Rick entra in cucina e sbuffa, appena trova i coinquilini di Morty ridere e scherzare con un tono di voce troppo alto. Cazzo hanno da urlare? È prima mattina, le dieci e venti!

Beatrice, una biondina dagli occhi nocciola e quasi dolci come quelli di Morty, gli rivolge un sorriso e gli augura il buongiorno. A Rick sembra anche che gli chieda com'è andata la serata, con un inglese maccheronico e un forte influsso siculo.

"Una favola", risponde, facendo l'occhiolino e andando alla ricerca del proprio nipote con lo sguardo. Non c'è. Probabilmente è ancora a letto, non ancora abituato come il nonno ai ritmi della vida loca notturna. Prende una tazzina da caffè e si serve con la moka, che fortunatamente qualcuno ha già messo in funzione. Non si siede sul tavolo insieme alla biondina, e rimane appoggiato al bancone della cucina, sempre di fretta, perché situazioni come mangiare, fare colazione, sono solo inutile spreco del suo tempo e immenso genio, che potrebbero essere adoperati per qualcosa di molto più conveniente.

Anche gli altri coinquilini non battono ciglio alla presenza dell'Americano, fin troppo abituati a lui e, sfortunatamente per loro, a tutte le stranezze sci-fi che accadono quando Rick e Morty sono nello stesso Paese. Lo scienziato non riesce a fare a meno a ripensare quante volte, in realtà, buona parte dei coinquilini del nipote abbiano voluto mandare via il moro dall'appartamento, ma niente è facilmente corruttibile come uno studente che sa già che verrà sfruttato per i prossimi trenta anni a venire. C'è sempre qualcosa di particolare nella città meneghina, forse il profumo di un Paese ingiusto e perennemente in rovina, ma che non decade mai, resiste sempre fino all'ultimo.

Nemmeno Summer si ricorda che faccia hai, tra un po'. Bella Milano, eh? Di certo non il motivo per cui sei sempre qui. Zitto.

Sei un vero osso duro, Sánchez. Hai davvero mantenuto le distanze. Vaffanculo, tu e la tua ossessione per Morty. È da malati!

Io sono te, brutto cazzone! Vuoi eliminarti di me? Sparati in testa! Faresti un favore a tutti!

Rick vede nero. Non può restare lì un minuto di più, o promette a sé stesso che farà saltare in aria quel palazzo abusivo con una bomba al neutrino. Stringe così forte la tazzina da caffè che gli esplode nella mano da cyborg, il liquido bollente che striscia sulla sua pelle, ma non lo sente. È così furioso, con sé stesso, con quella fastidiosa voce, con gli stupidi coinquilini di Morty che lo guardano male, Un vaffanculo ancora più grosso lo augura a quel disgraziato di suo nipote che nemmeno si degna di uscire dalla sua stanza e farsi vedere. Esce dalla cucina con la velocità di una saetta e la furia di un tuono. Dietro di sé una voce esclama: "Hey, era del servizio di mia mamma!".

"Me la trombo tua madre!".

Entrato nella stanza di prima, i suoi vestiti non si trovano da nessuna parte, sembra che qualcuno li abbia buttati via. Niente sembra andare per il verso giusto questa mattina, e così attiva con un pulsante sul suo braccio cibernetico un'opzione che gli permette di avere vestiti prefabbricati, godendosi anche la transizione a stile Sailor Moon.

È pronto ad andarsene. Controlla di avere tutto con sé. Camice a posto, chiavi della navicella nel taschino, portafoglio nella tasca sul retro del jeans marrone, e — perché lo sta facendo? Che ha da tergiversare?

Non te ne vuoi andare. Vai, trova Morty e salutalo.

Che cazzate.

Lo sai che ti manca come l'aria perché tu lo

"Rick?".

Il fagotto ronfante ha appena parlato, segno che non è più dormiente e, perciò, nemmeno più ronfante. Non è quello a destabilizzare Rick, perché sì, ora si ritrova congelato sul posto. È fermo a fissare il giovane davanti a lui, non più quattordicenne come un tempo, ma quasi vicino all'essere un adulto fatto e compiuto. Un turbine di ricordi paralizza lo scienziato a guardare Morty mentre si libera dalle coperte, più nudo di quanto dovrebbe essere, e con un segno sul collo che fa sentire la saliva nella bocca di Rick secca come il Sahara. Se prima l'anziano ha potuto bearsi nell'illusione che no, ha solo frainteso ciò che è avvenuto la sera prima, quella macchia sulla pelle del nipote è lo stesso marchio sul suo animo che lo rendono un mostro, l'ennesimo errore da cui non si può più tornare indietro. La realizzazione naviga nel suo corpo come un veleno che fa marcire il poco rimasto sano in lui, se c'è. Buca i polmoni, l'aria manca, il petto brucia e stringe in una morsa mortale.

Rick distoglie lo sguardo e fugge via, senza rispondere, senza dire nulla. Aria non esce dalla sua bocca, nessuna parola viaggia sull'onda di suono.



Non è ancora partito. È rimasto chiuso nella sua navicella, a maledire il ricordo, se stesso, Morty, e ancora se stesso con più odio, e ancora Morty per essere semplicemente Morty, stupido e imperfetto disgraziato. Ha urlato, più forte di quanto i suoi polmoni consentissero. Ha bestemmiato la divinità che è, ha bestemmiato contro ogni altro dio. Non esistono, ma se lo facessero, perché permettere una cosa talmente abominevole? Perché odiare Rick così tanto? Perché fargli realizzare il suo desiderio più sporco e peccaminoso da renderlo così schifosamente umano e mostro al tempo stesso? Sì, è un dio caotico e invincibile, capace di ottenere tutto ciò che vuole, ma a che costo? Perché graziarlo e rovinarlo in una così banale serata di settembre? Cosa ne rimane adesso del suo rapporto con Morty? Lui sta bene? Ha idea di cosa è successo? Se lo ricorda?

Rick chiude gli occhi e se li copre con una mano, così magari anche lui smette di vedere quelle maledette immagini che ruotano nella sua mente. Potrebbe essere la volta buona.

Non lo è mai.

A fargli male di sicuro non è ripensare a lui e Morty scatenarsi sul dance floor, o a sé stesso che beve, beve e beve, non è importante. Passa anche in secondo piano la sua gara di ballo vinta contro uno spagnolo lì in vacanza, o Morty nel dopo serata al karaoke che intona (male, malissimo, le unghie sulla lavagna sono più graziose) con un accento molto scarso Sere Nere. Ma fosse stata solo così, la loro serata.

A colpire prepotentemente il petto sono le scene in cui Morty invita Rick a restare per la notte, troppo preoccupato per lui, dal modo in cui barcollava. Non come se non avesse mai visto suo nonno ubriaco fradicio, non come se l'indole da crocerossina di Morty potesse sparire da un momento all'altro.

Arrivati nella stanza del moro, Rick è il primo ad arrampicarsi sul letto e a sdraiarsi, ma rivolto sempre con lo sguardo verso il nipote che chiude la porta. Morty si volta verso il nonno e sorride, ma scuotendo la testa, in segno di dissenso verso qualcosa. Nemmeno Rick ha idea di cosa abbia risposto dopo, ma basta per far sì che suo nipote gli si avvicini. Si arrampica anche il giovane sul letto, e tra i due c'è un altro scambio di battute, che fa ridere il moro a crepapelle, fino a tentare di zittirsi per non far svegliare le altre persone che vivono nella casa. Qualcosa mormorato da Morty scatena in Rick il bisogno di tirargli un pizzicotto. Il moro è ormai completamente sopra il letto  e un guizzo gli oltrepassa lo sguardo, mentre si mette seduto a cavalcioni su suo nonno. Ecco dove tutto è iniziato. Rick non lo scaccia, anzi, prende con le mani le guance del moro, che intanto ha messo le proprie braccia dietro la schiena del nonno. Sono faccia a faccia, e tra i mille sussurri viene evitato un bacio sulle labbra. Entrambi ridono e con uno scatto Rick è quello sopra Morty, la sua mano sul collo del moro. Come poter dimenticare ora l'espressione sul suo viso? Morty appare così devoto e pieno di fiducia, tanto da pensare con estrema convinzione che il vecchio, nonostante stia stringendo la giugulare, non gli farà del male. Sorride, bello e fresco, per niente impaurito. Si ritrovano ancora col viso sempre più vicino a quello dell'altro. Pochi centimetri a separarli. L'unico dialogo che ricorda è Morty che gli si avvicina all'orecchio, le labbra morbide e la lingua bagnata mentre pronuncia qualcosa come "Cosa mi vuoi fare, marito?".

Qualcosa nel Rick del presente trema, si disintegra definitivamente.

"Marito" è una parola che rimbomba nella sua mente, collegata anche a fin troppi ricordi. Quanto hanno voluto scherzarci su, sul loro finto matrimonio? La realtà è chiara: tanto da superare il limite. Stuzzicare una fantasia è meno peggio di renderla realtà? Forse, ma adesso è un qualcosa di cui Rick non deve più preoccuparsi. È andata. È troppo tardi. L'hanno fatto.

L'ha fatto.




NdA

Ciao a tutti!

Capisco che questa fanfic, con un incipit molto molto particolare, appaia davvero strana. Volevo scrivere qualcosa sulla Luna di miele dei nostri portal husbands, ma in maniera originale – e credo che almeno l’originalità l’ho azzeccata lmao. Cinque secondi di matrimonio, ma per me vale a tutti gli effetti (u.u). Vivo per gli AU dove Morty è universitario, così magari posso kinnarlo meglio, e tra le possibile scelte di carriera per il nostro moro prefy c’è lo stilista, per qualche strana ragione. Farà sicuramente diventare fashion la t-shirt gialla. Non so come saranno gli ultimi due episodi, come tutti del resto, ma Rick in questa stagione mi sta piacendo davvero molto, sarà perché riesce a dimostrare il suo lato più sensiBBBileH senza mai cambiare troppo. Ho voluto ricreare il pov seguendo questa nuova parte della sua caratterizzazione. Spero combaci un po’. Essendo un prologo, è un po’ scarno di dettagli, ma col capitolo dedicato a Morty si capiranno un bel po’ di cose. Spero di riuscire a pubblicare quando finiranno le lezioni, quindi tra una settimana. Ma con me non si può mai sapere lol.

Lo schema capitoli sarà diviso secondo i pov dei personaggi, più il capitolo finale che comprenderà il punto di vista di entrambi.

Ps: lo so che dovevo postare anche la fanfic a tema Hogwarts, arriverà anche quella. Don’t worry!

Grazie per aver letto fino a qui, alla prossima! xoxo

   
 
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