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Autore: musa07    01/12/2022    4 recensioni
[SakuAtsu][Time!Skip][XMAS Fic]
"Se c’era una cosa che Kiyoomi associava al Natale era il profumo di mandarini. Punto.
Non che avesse chissà quale avversione per il Natale[...]
Indubbiamente aveva sempre apprezzato che la sua famiglia non avesse mai preso quella tradizione occidentale che il Natale si dovesse passare in famiglia. Ecco, questa cosa però la Miya family invece l’aveva fatta propria eccome. E quest’anno lui non si sarebbe potuto esimere in alcun modo[...]"
E sia dia inizio alle fic natalizie (quelle serie...)
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E sia dia inizio alle fic natalizie
(quelle serie ^///^)

 

 

A Natale tutte le strade conducono a casa

 



Se c’era una cosa che Kiyoomi associava al Natale era il profumo di mandarini. Punto. 
Non che avesse chissà quale avversione per il Natale. Non era il Grinch (per quanto Atsumu si fosse dato tanta premura quando si erano conosciuti di apostrofarlo in quel modo) si poteva dire che apprezzasse (sì, apprezzasse era indubbiamente il termine più corretto) le lucine degli alberi. Certo, apprezzava ma il suo era un entusiasmo livello lieve/moderato. Ovviamente quello di Atsumu era un entusiasmo livello esplosivo e Kiyoomi sapeva  che stando con Atsumu e convivendo con lui doveva aspettarsi qualcosa in più in merito a decorazioni varie ed affini, ma di certo non di trovarsi catapultato direttamente nel Villaggio di Babbo Natale nel momento in cui in una non meglio precisata domenica mattina di Dicembre aveva messo piedi fuori dalla camera da letto. Nel loro appartamento minuscolo.
Ed era rimasto seduto sul divano, attonito. Con la sua tazza di caffè nero rigorosamente amaro tra le mani che cercava di capacitarsi del perché.
Indubbiamente aveva sempre apprezzato che la sua famiglia non avesse mai preso quella tradizione occidentale che il Natale si dovesse passare in famiglia. Ecco, questa cosa però la Miya family invece l’aveva fatta propria eccome. E quest’anno lui non si sarebbe potuto esimere in alcun modo. Era già da quasi due anni che lui e Atsumu stavano insieme e se il Natale precedente era riuscito ad schivare la reunion Miya inventandosi una fantomatica esigenza della sua famiglia di essere tutti insieme appassionatamente davanti al tavolo imbandito (e sentirsi morire quando aveva visto la coda scodinzolante di Atsumu abbassarsi delusa) quest’anno gli toccava, punto e fine. 
Fine in tutti i casi, perché Kiyoomi era certo che non sarebbe sopravvissuto. Sarebbe finito in neuro di sicuro. Perché lo sapeva come andavano i cenoni della Vigilia in casa Miya. Perché Atsumu fin dal primo giorno che si erano conosciuti si era sempre premurato, non si sa per quale misterioso motivo, di fargli vedere video e foto dei loro Natali da quando erano piccoli. E quindi Kiyoomi sapeva che cosa gli sarebbe aspettato. Perfetto, non c’era che dire. Visto che, piccolissimo particolare, quella era anche la prima visita ufficiale a casa Miya come ragazzo di Atsumu. Forse se si fosse lanciato dal settimo piano sarebbe morto sul colpo se era fortunato, no? 

E la vigilia di Natale era infine arrivata…

Solitamente era Kiyoomi quello mattiniero. Non che Atsumu restasse a poltrire a letto (la sua iperattività glielo impediva. E poi odiava restare nel lettone da solo senza essere acciambellato addosso a Kiyoomi), ma era Kiyoomi quello che si alzava per primo, con tutta la sua routine tranquillizzante. Che comprendeva anche preparare il the preferito di Atsumu e portaglielo a letto bello bollente nel momento in cui il bell'addormentato apriva gli occhi. E che gioia per Kiyoomi vedere come ogni mattina sul volto ancora assonnato del suo compagno si aprisse quel sorriso genuino, che niente aveva a che vedere con quello solito da sprangate sulle gengive, mentre si stropicciava gli occhi sbadigliando e poi, immancabilmente, gli si gettava addosso per abbracciarlo e affossare la testa sul suo petto mentre gli mormorava un buongiorno biascicato.

Era Kiyoomi, si diceva, quello che tra i due si alzava per primo alla mattina dopo esserselo coccolato per un po', facendogli i grattini sulla nuca e tra i capelli, ma in quel 24 Dicembre Kiyoomi lo aveva sentito posargli un dolce bacio tra i capelli, facendo indugiare ancora un istante le dita tra i suoi ricci neri, quando fuori era ancora notte fonda. Aveva farfugliato qualcosa, rigirandosi dall’altro lato, pancia sotto, braccia sotto al cuscino ed era sprofondato nuovamente nel sonno. Non avendo gli allenamenti per una settimana potevano indubbiamente permettersi di rallentare per un attimo i loro solito ritmi.
Quando era riemerso da quel sonno ristoratore, sempre nella stessa identica posizione di quando si era riaddormentato, aveva dapprima sollevato la testa, per poi abbracciare la stanza con lo sguardo, scostandosi da davanti agli occhi i capelli.
Rabbrividendo nel momento in cui aveva messo la punta del naso fuori dal confortante calore del piumone, facendosi coraggio ne era alla fine riemerso con tutto il corpo. Aveva infilato ai piedi le ciabatte (sì, natalizie per l’occasione. E, ovviamente, qualcosa che definire grottesco era essere gentili dato che le aveva scelte Atsumu, quindi erano un tripudio di pacchianaggine nel loro essere a forma di renna con tanto di sonaglietto al collo) e, giusto per essere certo di non ibernarsi, si era anche avvolto nella coperta prima di avanzare verso la cucina.

Se c’era un profumo che Kiyoomi associava ad Atsumu era quello della cannella. Ed entrando in cucina Kiyoomi venne letteralmente avvolto dal profumo speziato della cannella.
Così come dalle canzoni di Natale. Nello specifico, Atsumu aveva messo in loop Let’s snow.
Non essendosi accorto di lui, Kiyoomi si prese quell’attimo in più per guardare il proprio compagno di schiena che, allegramente, era intento ai fornelli mentre canticchiava e danzava sulle note di Let’s snow, dimenando abbondantemente i fianchi e il sedere. Sembrava un bambino da quanta gioia ed entusiasmo autentici palesava. Scosse la testa divertito e pieno d’amore avvicinandosi a lui silenziosamente posandogli le mani sui fianchi e un bacio sulla nuca.
- OMI! - strillò l’altro, sorpreso, appoggiandogli le mani sulle sue –Buongiorno.-
- ‘giorno. - replicò posandogli un altro bacio sulla nuca e poi il mento sulla spalla, guardando nella teglia da forno il quantitativo industriale di biscotti alla cannella e zenzero dall’aspetto dubbio.
Indubbiamente, se ci fosse stato bisogno di conferma, era Osamu l’asso dei fornelli ma se c’era una cosa che Atsumu sapeva fare, affinando ogni anno la sua tecnica e del quale andava tremendamente fiero, erano i suoi speciali biscotti.
Kiyoomi stava ancora strofinando la punta del naso sul collo dell’altro, assaporandone il confortante profumo della pelle, quando il telefono di Atsumu squillò, annunciando una videochiamata. Era Osamu. Lui e Rintaro si trovavano già dal giorno prima a Hyogo.

°°Allora coglione, gliel’hai detto alla fine?°°
- Non ancora. Pensavo di farlo tra poco. -
°°’Tsumu si può sapere che cosa aspetti? Tra poche ore sarete qui anche voi.°°
- Ti ho detto che glielo dirò tra poco. - mentre cercava di salvare capra e cavoli sorridendo a Kiyoomi che si era staccato dall’abbraccio ed ora fissava il telefono stranito.
°°Dopo che ti avrà scopato? Così pensi sarà più semplice dirglielo?°° ghignò Osamu.
- ‘Samu non rovinare i piani astutissimi. - replicò Atsumu tra i denti, cercando di mantenere la sua solita faccia come il culo, mentre sentiva su di sé lo sguardo bruciante di Kiyoomi – Ci vediamo dopo, cia’. - e gli chiuse la telefonata in faccia.
- Dirmi cosa? -
- Hummm… -
E la vedeva, Kiyoomi, la rotellina nella testa di Atsumu cercare di mettersi velocemente in moto.
- Sputa il rospo, Miya. - lo incitò Kiyoomi incrociando le braccia al petto.
Ahi ahi pensò Atsumu, non era mai un buon segno quando il suo compagno lo chiamava Miya come quando si erano conosciuti. Voleva dire che era pericolosamente sulla via del farlo incazzare.
- Ecco… te lo faccio vedere. Ho giusto un paio di foto sul cellulare… abbia pazienza un attimo Omi-Omi... ecco qua. - e il biondo gli spiaccicò il telefono in faccia, con un sorriso a trentadue denti. E temendo che Kiyoomi glieli avrebbe fatti saltare i denti ma ok, dettagli.
- No Miya, io mi rifiuto. - replicò Kiyoomi, sentendo l’aria venirgli meno.
- Ma è una tradizione di famiglia. Omi ti pregooo. Lo indossa anche SunaRin. -
“E quindi?” avrebbe voluto replicare Kiyoomi, ma lasciò perdere capendo che sarebbe stato inutile.
- E Suna cosa dice di quelle cose orrende? - chiese invece con malcelato disprezzo.
- Che nella loro grotteschità sono terribilmente instagrammabili. -
- Cazzo Atsumu, tu ti rendi conto che mi stai chiedendo di venir a conoscere ufficialmente i tuoi con quella… cosa agghiacciante addosso? Come se non fossi già pieno di ansia. -
- Ma i miei ti conoscono già, sono venuti a vedere un sacco di nostre partite. - cercò di indorare la pillola il biondo.
- Ma non sapevano che io fossi il tuo ragazzo! - sospirò esasperato, e sul disperato andate, Kiyoomi mentre si lasciava cadere pesantemente sul divano, passandosi una mano tra i capelli.
- Se ti può essere d’aiuto, mia mamma lo aveva già capito. -
E Kiyoomi avrebbe voluto sprangarglielo quel sorriso a trentadue denti. Si limitò ad incenerirlo con lo sguardo.
- Omi, per favoreeee. - con tanto di mani giunte davanti a lui e solito suo sguardo da minchione scodinzolante. Che non parve però sortire l’effetto sperato questa volta. E allora capì che doveva giocarsela in un’altra maniera.
- Omi-Omi però pensaci bene, se sarai l’unico senza il maglione di Natale tutti gli occhi saranno puntati su di te. - e calcò molto bene su quel tutti.
- Avrò comunque gli occhi di tutti puntati addosso. Perché tutti si chiederanno perché io stia con uno come te. - sentenziò esasperato.
- Mia mamma se lo chiede già in effetti. - ridacchiò Atsumu candido e facendo spallucce.
- E non lo neghi neanche! - ribatté incredulo Kiyoomi.



Ovviamente alla fine Kiyoomi aveva capitolato. Capitolava sempre di fronte alla coda scodinzolante del suo minchione scodinzolante. A dirla tutta questa era una cosa che era accaduta praticamente fin da subito, anche se Kiyoomi era stoico a resistergli apposta per vedere quando l’altro avrebbe iniziato a sbuffare, lamentarsi, caricare a testa bassa e beccarlo alla fine per sfinimento ed accogliere la sua disfatta con il suo sorrisetto strafottente.
Però Kiyoomi si era rifiutato di indossare quel maglione imbarazzate in treno, l’avrebbe fatto solo sulla porta di casa Miya. Atsumu invece, manco a dirlo, indossava e sfoggiava già il suo maglione raccapricciante sul treno. Il naso di Rudolph che si accendeva ad intermittenza aveva già attirato l’attenzione e il risolino di ogni singolo bambino che fosse passato davanti ai loro posti.

Kiyoomi amava viaggiare in treno. Era rilassante il dolce dondolino del treno, il silenzio all’interno dell’abitacolo che permetteva di ascoltare l’andatura del convoglio, il confortante tepore che avvolgeva i passeggeri. Dopo essersi assicurato di aver appoggiato con cura e precisione millimetrica il compri poggiatesta sul sedile, si abbandonò comodamente ad esso, fissando affascinato lo scorrere e il mutare del paesaggio davanti ai suoi occhi.
Era bellissimo quando i palazzoni di cemento lasciavano spazio al verde di qualche parco e poi, via via, ci si addentrava nella campagna della periferia, con le sue casettine perfettamente simmetriche e proporzionate.
Fuori spirava un forte vento quel giorno ed il grigio del cielo prometteva di sicuro pioggia. Che infatti ebbe modo di vedere abbattersi in più di qualche occasione sui vetri, mescolata a ghiaccio.
- Sarebbe bello se nevicasse, no? -
- Cazzo Atsu, quando ti sei svegliato? Russavi fino a tre secondi fa. -
L’alzatore gli appoggiò il mento sulla spalla, ridacchiando divertito e scoccandogli un sonoro bacio sulla nuca.
- Nervoso? - gli chiese, prendendogli la mano ma infilandole sotto alla coperta – gentile attenzione che la compagnia ferroviaria metteva a favore dei propri passeggeri -  che giaceva nel grembo di entrambi, lontane da occhi indiscreti.
- Un po'. - ammise Kiyoomi.
Era inutile negarlo. Già normalmente gli eventi sociali gli creavano uno stato di angoscia non indifferente, che andava dal “mi vien da vomitare” al “sento che mi inizia a mancare l’aria”. Figurarsi conoscere ufficialmente la famiglia del suo ragazzo. E se lo avessero giudicato troppo noioso? Fisimanto? Che lui ed Atsumu non erano per niente compatibili? Per fortuna Osamu e Suna avevano  in qualche modo spianato la strada, quindi Kiyoomi non aveva da aspettarsi reazioni di non contentezza o perplessità in merito al fatto che fossero due ragazzi. Di cosa avrebbe parlato? In quel caso Kiyoomi fu eternamente grato del fatto che il proprio compagno parlasse anche per il culo, quindi ci avrebbe pensato lui ad intrattenere la conversazione.
- Andrà tutto b… - Atsumu si fermò appena in tempo. Sapeva quanto Kiyoomi odiasse quella frase.
– Sarà un successo. - si corresse quindi. Di male in peggio.
- Hum… - fu la replica dubbiosa di Kiyoomi mentre era lui ora che si abbandonava sulla spalla del compagno, per cercare di tranquillizzarsi.


Il vento gelido che li accolse quando scesero dal treno li colse indubbiamente impreparati. 
Il freddo li avvolse ulteriormente quando misero piede fuori dalla stazione. 
Atsumu sembrava farci caso fino ad un certo punto perché era tutto intento ad osservare quali decorazioni fossero state aggiunte e quali sostitute nello spazio adibito per l’occorrenza nel piazzale della stazione. Kiyoomi invece si rese conto fin da subito che lì faceva indubbiamente più freddo che ad Osaka e si maledì per non essersi portato un piumino più pesante.
Sollevò il naso verso l’alto quando notò che qualcosa di ghiacciato si era posato delicatamente su uno dei suoi ricci. Oltre al cielo plumbeo notò il proprio fiato condensarsi non appena usciva dalla bocca.
Atsumu incrociò le braccia dietro la testa e guardò con la coda dell'occhio il proprio compagno, infossato nella sua calda sciarpa, le mani in tasca e tendeva tutto il corpo perché aveva ovviamente freddo.
- Vorrei essere sul nostro divano, sotto alla copertona, abbracciati a coccolarci e con una bella tazza di the yuzu fumante in mano. -
Ed Atsumu si girò a fissarlo a bocca spalancata a sentir quelle parole. Non era da Kiyoomi manifestare così apertamente i suoi desideri. E così tanti insieme poi. E di quel genere. Solitamente Kiyoomi gli faceva capire che aveva bisogno o che voleva coccole, ma raramente glielo diceva apertamente. Sembrava quasi che, anche dopo tutto quel tempo che stavano insieme, Kiyoomi temesse di apparir ai suoi occhi debole o melenso. Pur sapendo perfettamente quanto Atsumu invece adorasse restare a coccolarsi in divano o subito dopo aver fatto l’amore, passato quel momento ad alto contenuto erotico che con loro due era sempre altissimo.

- Sei proprio in ansia e agonia, eh Omi-Omi? - cercò di tranquillizzarlo a modo suo, dandogli una spallata divertita per poi far scivolare la mano tra i loro corpi fino ad incontrare la sua e far intrecciare le dita.
- Io avrei detto una cosa carina se non te ne fossi reso conto, fingi di apprezzare almeno. - brontolò Kiyoomi, corrucciando le sopracciglia e facendo scoppiare a ridere di gusto Atsumu, nella sua risata rumorosa.
- Apprezzo, apprezzo… - gli sussurrò, invitandolo ad incamminarsi verso casa. Sapeva che Kiyoomi era indubbiamente preoccupato e in ansia per quell’incontro ma conosceva abbastanza bene i suoi genitori da sapere che avrebbero fatto di tutto per mettere il suo compagno a proprio agio, quindi cercò di velocizzare il più possibile quel tragitto, anche se lui avrebbe voluto fare il giro largo per poter raccontare per filo e per segno a Kiyoomi ogni singolo angolo di quel quartiere che l’aveva visto protagonista con qualche avventura o goliardia delle sue. Semplicemente il tour sarebbe stato rimandato al giorno dopo.
Dal canto suo Kiyoomi si sentì defluire il sangue agli arti nel momento in cui nella villetta in fondo alla via, appoggiato al cancello – e ovviamente già con il suo orrendo maglione addosso – vide Osamu che aveva iniziato a salutarli agitando una mano con la sua solita flemma. Suna doveva essere dentro, con i genitori dei gemelli. Kiyoomi non sapeva se essere grato o meno di quel vantaggio che Rintaro aveva su di lui. I genitori di Atsumu, Rintaro lo conoscevano molto prima di essere il ragazzo di Osamu, quindi era veramente uno di casa e con buone probabilità tutta l’attenzione sarebbe stata su di lui. O almeno era quello che Kiyoomi si augurava con tutto il cuore. 
“Fa che passi presto, ti prego.” si rivolse mentalmente ad una non meglio precisata entità divina, ricordandosi poi di una cosa importantissima.
Tirando indietro Atsumu mentre questi si stava per lanciare alla carica per saltare in braccio al fratello (già pronto a chiudergli in faccia il cancello del giardino) gli sussurrò in un orecchio:
- Promettimi che non dirai nulla di imbarazzante, ti prego. - e seriamente era una supplica disperata quella.
- Perché dovrei dire cose imbarazzanti? - chiese Atsumu interdetto.
- Perché è nella tua natura amore. -
- Tranquillo Sakusa-kun, ti proteggeremo noi; tutta l’imbarazzo lo faremo provare al coglione qui presente. - fu la promessa, per niente rassicurante, di Osamu mentre indicava  il fratello.
- Amore sono arrivati, corri. - papà Miya uscì di corsa dirigendosi verso i nuovi arrivati di gran carriera.
E Kiyoomi capì che la genetica non era indubbiamente una opinione.
Per almeno due dei componenti della famiglia Miya lo spazio personale di una persona era indubbiamente una questione a loro estranea. Atsumu riuscì a placare il padre nel momento in cui questi si stava gettando a peso morto su Kiyoomi per dargli il benvenuto.
- Papà! - lo ammonirono all’unisono i due gemelli facendogli cenno con gli occhi di ricordarsi le raccomandazioni che gli avevano tanto fatto.
Il tutto mentre Kiyoomi si stava istruendo mentalmente ad un “inspira-espira” in loop.
Papà Miya, in imbarazzo per la gaffe appena commessa, iniziò a sua volta a non sapere che pesci prendere per tentar di rimediare. Tentò di allungare la mano per presentarsi ma di nuovo venne incenerito dallo sguardo dei suoi due figli.
- Be-benvenuto… - riuscì a mormorare infine, sfoderando lo stesso identico sorriso di Atsumu. Quello vero, non quello strafottente da sprangate sulle gengive.
- Grazie… - mormorò Kiyoomi, non sapendo come doversi muovere – E grazie anche per il vostro invito. - proseguì a parlare, proferendosi in un inchino.
- Omi-kun non serve essere così formale rilassati. - proferì l’uomo non riuscendo a trattenersi dal dargli una pacca incoraggiante sulla schiena.
“Omi-kun?” pensò Kiyoomi nel frattempo gettando un’occhiata di rimprovero ad Atsumu. Sapeva che quella era opera sua. Era quasi certo che i genitori del suo compagno fossero convinti che lui si chiamasse veramente così e non che quello fosse uno dei nomignoli fastidiosi con i quali il loro figlio lo aveva apostrofato fin da subito.
Spostò lo sguardo sulla soglia di casa dove la signora Miya stava uscendo, con le guance tutte rosse per essere appena emersa dalla cucina, tutta intenta a cucinare piatti succulenti da quella mattina e con l’aiuto di Osamu.
Si affrettò verso Kiyoomi, tutta raggiante, mentre Suna – manco a dirlo – stava riprendendo il tutto per immortalare il momento.
La donna fu indubbiamente più diligente del marito, più attenta nei confronti di Kiyoomi anche se questi, da bravo osservatore quale era, vide perfettamente nei suoi occhi che avrebbero voluto abbracciarlo, per dargli il benvenuto nella loro famiglia. Per fargli capire la contentezza di averlo lì con lui.
- Mi scusi… - le mormorò imbarazzato per averla privata di quel momento.
Lei sorrise, scuotendo la testa ad indicare che andava tutto bene, che era tutto a posto.
- Ne avremo di tempo. - lo rassicurò, permettendosi di posargli una lieve carezza sul braccio prima di girarsi e poter abbracciare il figlio.
- Potevi chiamarci. Vi saremmo venuti a prendere alla stazione invece che fargli fare a la strada a piedi con questo tempo. - lo rimproverò amorevolmente.
- Scusa, ti preoccupi solo per Omi? - mise il broncio Atsumu, mentre la stringeva.
- Ovvio. - replicarono in coro la donna e Osamu mentre entravano in casa.
Kiyoomi scoprì molto presto che Atsumu e padre erano il bersaglio preferito delle prese per il culo non solo di Osamu (e nel caso di Atsumu anche da parte di Suna) ma anche della madre. Inutile dire quale sarebbe stato il team del quale avrebbe ingrossato le file.

- Ma l’albero? - chiese Atsumu interdetto nel momento in cui, tolte le scarpe all’ingresso,  e fatto capolino con la testolina bionda nel salotto vide il posto dove di solito veniva adibito ancora vuoto.
- Vi abbiamo aspettato. Ovviamente. - fu l’innocente e candida risposta della madre
“Oh, mio Dio no. Di nuovo questo martirio. Non ce la posso fare!” pensò agonizzante Kiyoomi mentre Atsumu, sghignazzando, lo spingeva verso la sua vecchia camera per farlo cambiare e sistemare.

- Allora, è stato così tremendo il primo impatto? - chiese l’alzatore ridendo mentre si sedeva su quello che era stato il proprio letto ed aspettava che Kiyoomi si decidesse ad indossare il suo maglione natalizio.
- Omi-Omi non cambierà forma né tanto meno colore anche se continui a fissarlo. -
E ovviamente si beccò un’occhiataccia di biasimo da parte dell’altro.
- Dai, il verde è un colore che ti sta indubbiamente bene, l’ho scelto bene e con cura. E poi i gingerbread sono i tuoi biscotti preferiti. Quelli che faccio io, ben si intende. -
- Ben si intende… - ripeté Kiyoomi, mentre posava lo sguardo ora al maglione ora al proprio compagno. Prese un ispiro profondo e poi, buttando rumorosamente fuori l’aria, facendo un vero e proprio atto di coraggio si infilò la… cosa.
- Bravissimo amore. - esultò Atsumu tutto felice avvicinandosi a lui e facendogli vedere che i loro due maglioni erano in pendant.
- Mi rifiuto di guardarmi davanti ad uno specchio con questo maglione addosso. - lo avvisò minaccioso Kiyoomi.
- Ohh fai come credi - non si scompose minimamente l’altro – ma ti ricordo che in casa c’è anche SunaRin e quindi le foto che scatterà verranno postate e diventeranno virali nel giro del tempo in cui tu non avrai ancora finito di dire “Atsumu è il miglior ragazzo che io potessi mai desiderare”. -
- Ma cosa c’entra questo, Miya? -
- Adoro quando retrocedo nuovamente a “Miya” quando ti faccio incazzare. - 
E Atsumu scoppiò a ridere abbracciandolo. E Kiyoomi si lasciò avvolgere dalla sua stretta.
Cercare silenziosamente il biondo quando aveva bisogno di tranquillizzarsi era qualcosa che Kiyoomi aveva iniziato a fare quando avevano iniziato ad uscire ufficialmente insieme. Per fortuna, Atsumu era sempre lì per dargli il conforto di cui Kiyoomi aveva bisogno. 
- Allora? Com’è andata? - gli chiese nuovamente, sussurrando, mentre gli accarezzava la schiena con dei piccoli movimenti circolari con la punta delle dita.
- È stato meno tremendo di quanto temessi. - rispose, lasciandosi coccolare ed osservando la stanza.
- E questo è solo l’inizio. -
- Non mi sei di molto conforto così… - bisbigliò Kiyoomi sconfortato posandogli il mento sulla spalla.
Atsumu, dentro di sé, andava ogni volta in brodo di giuggiole quando Kiyoomi si dimostrava così bisognoso di coccole. Perché Kiyoomi aveva la sua nomea di stronzo imperturbabile da difendere.
Il quale Omi nel frattempo osservava le varie foto appese al muro. Quella stanza, nonostante sia Atsumu che Osamu non vivessero più lì da anni, manifestava ancora la loro presenza. E quella cosa ben si testimoniava nelle foto appese alle pareti. Che raccontavano la vita dei due gemelli, sempre insieme, sempre sorridenti, sempre attorniati da persone. Ma una foto in particolar modo attirò la sua attenzione, dopo che aveva strabuzzato gli occhi. “No dai, non poteva essere” pensò. E invece sì… Nel centro della parete capeggiava una foto di loro due. Di lui e Atsumu, in campo insieme, mentre si scambiavano un high five e gli sguardi che la foto era riuscita a cogliere erano pregni di tantissime cose.
Chi l’avrebbe mai detto, quando Kiyoomi due anni e mezzo prima era entrato a far parte dei Black Jackals, che tra loro due sarebbe andata a finir così?

Quando Kiyoomi era entrato nei Black Jackals il senso di sfida tra lui ed Atsumu aveva raggiunto vette epocali pazzesche. 
Atsumu una cotta per Kiyoomi ce l’aveva già ma gli era stato chiaro fin da subito che non gli sarebbe stato così semplice far breccia oltre al fastidio che Omi pareva provare abbondantemente nei suoi confronti, quindi la strategia del biondo era stata quella di tentare di fargli vedere quanto figo, desiderabile e bravissimo fosse. Strategia che non è che si fosse dimostrata molto efficace. Quindi Atsumu aveva iniziato a rispondere alle punzecchiature di Kiyoomi cercando di provocarlo e non aveva trovato altro modo migliore che fargli delle alzate al limite. Perché la straordinaria bravura di Kiyoomi un po' lo innervosiva, perché  uno schiacciatore del calibro di Sakusa sarebbe stato in grado di fare la schiacciata perfetta anche con un alzatore mediocre. Quindi gli faceva delle alzate che erano sul filo del rasoio dello sbaglio, giusto per potergli acidamente commentare “Ma come Omi-Omi, l’alzata era perfetta, com’è possibile che tu abbia sbagliato?”. Il problema era che Kiyoomi non ne sbagliava una che fosse una, con grave insofferenza da parte di Atsumu. 
Altra questione era che Kiyoomi se ne accorgeva eccome di quelle alzate. Ed un pomeriggio, quando erano rimasti solo loro due da soli ad allenarsi, Kiyoomi era avanzato in modo minaccioso verso di lui. Atsumu era più basso di Kiyoomi solo di qualche centimetro ma in quel momento Sakusa gli era parso sovrastarlo mentre gli si piazzava davanti e gli puntava un dito sul petto minaccioso. La figura alta quasi intimidiva Atsumu.
- Si può sapere che problema hai? - gli aveva chiesto Kiyoomi infastidito, con la voce, di solito sempre così perentoria e bassa, evidentemente incazzata.
- Io? Nessun… - ma la sua faccia di bronzo non lo aveva salvato - non lo salvava mai con Kiyoomi a dire il vero - perché l’altro lo aveva strattonato a sé prendendolo con entrambe le mani per la divisa. E Atsumu si era trovato costretto a deglutire. Cazzo quanto era figo in quel momento! Si era trovato a pensare il biondo.
- Sì, tu. - aveva continuato imperterrito Kiyoomi con un tono di voce così basso ed arrochito che Atsumu si era trovato con un principio di erezione nei pantaloni – Tu hai qualche problema con me. -
- Sei tu Omi ad aver qualche problema con me dato che ti sto spudoratamente in culo. -
- E questo ti giustifica dal farvi queste alzate di merda? Me ne sono accorto sai, Mr “io faccio sempre alzate perfette”. -
- Oh che bravo, te ne sei accorto? Vuoi un premio? - lo aveva schernito strafottente, aprendo le labbra in un ghignetto.
- Miya non scherzare con il fuoco. -
- Perché altrimenti? -
E poi Atsumu non aveva potuto aggiungere altro perché si era trovato le labbra di Kiyoomi premute con forza sulle sue, la lingua che molto presto lo aveva penetrato, lingua alla quale lui non aveva opposto nessuna resistenza, legandola alla propria. Le mani l’uno dell’altro che correvano lungo i loro corpi, intrufolandosi sotto alle divise e dentro i pantaloni, le erezioni che si sfregavano l’una con l’altra strappando ad entrambi dei gemiti soffocati solo dalle loro labbra. Almeno fino a quando si erano ricordati di essere nel palazzetto e che qualcuno poteva rientrare da un momento o l’altro. Si erano quindi staccati ansati, un filo di saliva che ancora gli legava, i volti arrossati, gli occhi liquidi di piacere ed eccitazione.
- Quindi il modo per farti cedere a me è farti incazzare. - aveva riso Atsumu.
- Non ci provare Miya. – aveva ridacchiato Kiyoomi a sua volta mentre gli accarezzava ora dolcemente il volto – La prossima volta non potrei essere così indulgente. -
- Correrò il rischio se questo potrebbe essere il risultato. -
E poi il resto era stato storia. La loro storia. Dato che anche Kiyoomi, nonostante avesse cercato di opporre una strenua resistenza, era cotto a puntino di Atsumu e il suo essere così scostante nei suoi confronti era dovuto al fatto che stava cercando di tenere a bada i suoi sentimenti.
Ed ora eccoli lì, dopo due anni da quel loro primo bacio. A casa di Atsumu, a conoscere ufficialmente i suoi genitori. Mentre nella vecchia stanza di Atsumu sua madre aveva ben pensato di appendere quella foto che li ritraeva complici, innamorati, in campo insieme. 
- Ti amo. - gli sussurrò Kiyoomi, così grato e pieno di amore nei confronti dell’altro.
- Amore… - bisbigliò Atsumu sgranando gli occhi. Kiyoomi gli faceva capire di amarlo in molti modi ma era sempre così parco di quelle due paroline che ogni volta che gliele diceva, Atsumu pensava gli potesse esplodere il cuore dalla felicità. Ricercò immediatamente le sue labbra, trovandole morbide ed accoglienti come al solito. Facevano l’amore tutte le notti – e non solo – ma Atsumu aveva sempre così bisogno di Kiyoomi, quello era veramente un modo per dimostrarsi l’amore che provavano l’uno per l’altro. Si dovettero fermare, e a fatica, perché il fermento dei preparativi che sentivano al di fuori della stanza e il papà di Atsumu che li chiamava a gran voce per dar inizio al sacro rito dell’addobbo dell’albero li stava sollecitando a darsi una mossa.
Si scambiarono un altro piccolo bacio, abbracciandosi per poi scendere ed unirsi agli altri.

- Alla buonora. - esclamò sornione Osamu lanciando un piccolo ghignetto strafottente in direzione del fratello.
- Bel maglione Sakusa-kun. -
- SunaRin sei proprio uno stronzo lasciatelo dire. - Atsumu andò immediatamente in soccorso del proprio innamorato, dimentico forse che Kiyoomi non avesse bisogno di nessuna difesa quando si trattava di sparare acidate.
- Sì, in effetti è molto carino. E caldo anche. Atsumu l’ha scelto apposta per me. - replicò placido, passando un braccio intorno al vita del proprio compagno per attirarlo a sé e posargli un leggero bacio tra i capelli. Atsumu gongolò tutto felice, mostrando elegantemente il dito medio a Rintaro. Che accolse l’imbeccata ghignando e scattando loro una foto alla velocità della luce.

Kiyoomi avrebbe mentito a se stesso se non avesse ammesso che l’addobbo dell’albero, il preparare la tavola tutti insieme non fossero stati momenti piacevoli e confortanti. Avendo a che fare con il componente più chiassoso ed irriverente di tutta la famiglia Miya, gli fu facile gestire tutti gli altri e il senso di ansia e soffocamento che aveva provato da quella mattina si affievolì fino a scomparire del tutto. Tanto che mentre erano tutti e sei seduti a tavola alla fine di quella cena pantagruelica, con il calore che lo aveva riempito fin nelle ossa, rilassatissimo, Omi mentre ascoltava SunaRin e mamma Miya divertirsi a dare il tormento ad Atsumu, lentamente – quasi senza rendersene conto – fece salire un braccio sullo schienale della sedia dell’altro fino ad arrivare ad accarezzargli dolcemente la nuca come faceva sempre.
- Omi… - bisbigliò l’alzatore sorpreso, voltando il viso a guardarlo e sorridergli, con le guance che si imporporavano.
Guardarlo là: arrossiva per quel semplice gesto e nei loro momenti di intimità da quella bocca uscivano – ed entravano – le peggiori indecenze che film p0rn levate proprio. Ma era anche questo il bello del loro rapporto, che erano contemplati tutti gli aspetti. L’ascolto, il rispetto reciproco, le risate, i momenti di coccole e i momenti di sesso selvaggio ed animalesco.
- Ok, facciamo il gioco divertente delle domande imbarazzanti a ‘Tsumu? -
- Scusa ‘Samu che gioco divertente sarebbe? - si inalberò il biondo.
- Oh! Comincio io. - si sovrappose la mamma dei gemelli alzando la mano.
- Mamma! -
- Anch’io voglio partecipare. -
- Omi! - lo apostrofò incredulo - Sei un Giuda della peggior specie! -
Nella tavolata partì una risata collettiva, mentre si alzavano per sparecchiare e attendere un attimo per il dolce e lo scarto dei regali, ed Atsumu si perse davanti al caminetto ad ammirare l'aggrovigliar delle lingue di fuoco.
Guardando dolcemente il fuoco che danzava, la danza delle lucine a luce calda poste sopra al caminetto, Atsumu emise un sospiro rilassato. Era tutto perfetto. Il calore, l'atmosfera rilassante. Kiyoomi che lo abbracciò da dietro, lui che si rilassava lasciando andare il peso del proprio corpo su quello dell’altro, dopo aver poggiato le mani sulle sue.
- Omi quanto siamo dolci oggi, è forse merito della magia del Natale? - lo prese amorevolmente in giro Atsumu, voltando il viso fino ad incontrare le labbra dell’altro per un frugale bacio.
- No, voglio far solo credere ai tuoi che mi prendo amorevolmente cura di te. - stette allo scherzo Kiyoomi, stringendolo ulteriormente a sé e facendolo ridacchiare.
Ignari che qualcuno li stesse spiando.
- Mamma, papà cosa state facendo? - gli piccò scioccato Osamu, con il vassoio del dolce tra le mani.
- SHHH! - lo zittirono i suoi genitori.
- Sono così carini. - replicò la donna.
- Sei inquietante. - non si diede per vinto Osamu, guardandola ancora scioccato.
- Ma guarda come sono carini. - le diede manforte il marito -  Tuo fratello è così felice… -
- Mio fratello è un coglione e Sakusa-kun un uomo in odore di santità a riuscire a sopportarlo. -
- Sì ma a parte questo, che è indubbio, sono comunque così carini. -
- Che cosa ci fate qui tutti e tre a cospirare davanti alla porta? - chiese perplesso Suna, vedendo i tre appollaiati davanti alla porta socchiusa.
- Shhh! - lo ammonirono.
- Ma ci state spiando? -
- Ecco Rintaro-kun, è colpa tua! - sbuffò sonoramente papà Miya.
- Mia? - si oppose Suna incredulo.
E la serata poté proseguire fino a quando non fu il momento di andare a letto.

Osamu e Rintaro se ne andarono a dormire a casa dei genitori di quest’ultimo, che comunque abitava a pochi isolati da lì, in modo tale che Atsumu e Kiyoomi potessero usare tranquillamente la loro vecchia stanza. Inutile dire però che, seppur consapevoli che sarebbero stati stretti stretti, i due scelsero di dormire insieme nel letto che era stato di Atsumu.
Quando furono entrambi rannicchiati sotto al piumino, stretti stretti, Atsumu si mosse per avvolgere le braccia intorno a Kiyoomi e tirarlo più vicino a sé. Kiyoomi sospirò tutto felice appoggiando la testa contro il petto di Atsumu.
- Sei meglio di una borsa dell’acqua calda. - gongolò Kiyoomi.
- Dovrebbero essere un complimento questo? - ridacchiò il biondo mentre passava con cura la mano tra i ricci di Kiyoomi, contento di essere in grado di fornire al suo ragazzo il conforto di cui aveva bisogno per addormentarsi. 
- Grazie. - gli sussurrò Atsumu.
- Hum? - domandò Kiyoomi, continuando a tenere gli occhi chiusi e ascoltando il battito del cuore di Atsumu e il confortante calore del suo corpo.
- Per oggi. So che ti ho chiesto tanto ma per me era una cosa importante. Sì, lo so: sono il solito egoista. - ridacchiò.
- Ehy? - Kiyoomi si sollevò quel tanto che bastava per essere viso verso viso, accarezzandogli una guancia  - So che per te era una cosa importante. E… e anche per me lo era. Non è perché le cose mi creano un’ansia pazzesca all’idea di farle che non sia consapevole di quanto importanti siano. E poi oltretutto tu sei sempre così attento con me, Atsumu, lo sei sempre stato, che mi sembrava il minimo poter far qualcosa per te. -  
Le parole di Kiyoomi fecero emozionare Atsumu, che si sporse per baciarlo. E molto presto le loro mani iniziarono a vagare l’uno nel corpo dell’altro. Almeno fino a quando da fuori la porta della stanza non sentirono i genitori dell’alzatore dar loro la buonanotte, e allora si fermarono.
- La stanza dei miei è qui a fianco. - spiegò Atsumu quasi imbarazzato e Kiyoomi scosse la testa sorridendo.
- Mi sa che dovremmo rimandare a domani quando saremo a casa allora. -
- Già. - replicò l’alzatore – Amore, il prossimo Natale lo passiamo con i tuoi? -
- Ci tieni proprio ad entrare in un film al limite del paradossale? -
- Tragico o comico? -
- Tragicomico guarda. Per me sicuramente tragico, per te sicuramente comico, visto che tu ti adatteresti benissimo a quei pazzi scatenati della mia famiglia.* - 
E la sentì, Kiyoomi, la risata di Atsumu vibrargli nel petto.
- Buon Natale Omi. -
- Buon Natale amore. -


FINE


Grazie mille per essere arrivati fino a qui. Io amo il Natale e l’atmosfera che si respira, quindi aver scritto questa fic (e le altre che ho in mente e che spero vedano tutte la luce) mi ha riempito di gioia e di ancora più mood natalizio.
A presto-prestino quindi.



 
* è un mio headcanon che la famiglia di Kiyoomi, a differenza
del figlio/fratello tutto composto e serio,
sia una famiglia di svalvo chiassosi
   
 
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