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Autore: Reykyra    02/12/2022    0 recensioni
Dopo molti anni Reyen Uchiha fa ritorno a Konoha con l'intento di smascherare il responsabile di un progetto che ha ridotto lui e molti altri sfortunati bambini in uno stato di schiavitù. Tuttavia, il suo ritorno avviene in un periodo particolare e ha delle conseguenze di varia natura. Molte questioni sono rimaste irrisolte e nuove realtà devono ancora realizzarsi.
La storia ha luogo in una sorta di "what if" riguardante il massacro degli Uchiha, pur non essendo la questione la tematica principale del racconto.
(Ho inserito personaggi inventati in un universo già esistente, ma con la specifica che ci saranno interazioni dirette con personaggi già esistenti nell'universo originale, quindi in particolare ci saranno interazioni con i memebri del Clan Uchiha e anche Naruto, che qui dovrebbe avere all'incirca otto anni, come Sasuke).
E' la mia prima storia! Enjoy!
Genere: Avventura, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Clan Uchiha, Danzo Shimura, Famiglia Uchiha, Nuovo Personaggio
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 6 – Tracce
 
Dalla serata del festival Matsuri erano passati solo due giorni e il legame tra Reyen e Naruto cominciava a rafforzarsi. Reyen aveva due fratelli a cui non sapeva se e come avvicinarsi, perciò aveva inconscia mente cominciato a manifestare atteggiamenti protettivi e positivi verso il bambino orfano, che dalla sua parte si nutriva di ogni singola briciola di affetto che riceveva dall’Uchiha, fin troppo grato alla vita per avergli concesso la gioia di una simile figura. Ai suoi occhi Reyen appariva come una persona gentile e divertente (aveva avuto modo di assistere ai rari momenti in cui il suo senso dell’umorismo si faceva vedere e, laddove la sorpresa finiva, iniziavano le risate), molto forte ma anche fragile in un certo senso. Infatti ogni tanto gli capitava di trovarlo a fissare chissà cosa con un’aria tutta mogia e non sapeva spiegarsene il motivo. Sapeva che detestava quei momenti e che, istintivamente, faceva di tutto per distrarlo. In un certo senso, quei due colmavano l’uno il vuoto dell’altro.
Reyen gli aveva spiegato che nell’arco di qualche giorno Luxe e Kyria avrebbero intrapreso un lungo viaggio e che quindi non si sarebbero visti per un po’ di tempo, gli aveva inoltre raccontato qualche aneddoto della loro vita: come si erano conosciuti e come erano diventati amici, aveva persino accennato al fatto che anche loro erano cresciuti senza genitori e si erano fatti forza l’un l’altro. – Sai, Naruto, io ti ho visto quel giorno … Quando quell’uomo ti ha picchiato in mezzo alla strada. - Gli confessò un giorno l’Uchiha mentre i due si gustavano una dolce merenda, perché senza di lui Naruto avrebbe vissuto solo ed esclusivamente a ramen, ne era più che certo. Il biondino alzò gli occhi incuriosito, osservando il suo nuovo amico, il cui viso era contratto in una smorfia di rabbia. –Non ho passato molto tempo qui a Konoha, nonostante io ci sia nato. Ma vedere una scena del genere … Credevo che il mondo andasse avanti, non indietro. - – Ren … - - Io avrei voluto fare qualcosa ma … - D’improvviso Reyen si voltò verso Naruto con uno sguardo incoraggiante sul viso. –Ci hai pensato proprio tu a dare il ben servito a quel tizio! Ahah, ricordo ancora la sua faccia dopo che gli avevi tirato quel moro! Ahah!- L’inaspettato scoppio d’ilarità del moro aveva inevitabilmente contagiato anche Naruto. Quando si furono calmati anche il bambino parlò. – Quindi già sapevi chi ero, quando mi hai incontrato quella sera? - – Beh, si e no. Non sapevo niente di te, se non che mordi.- E di nuovo cominciarono a ridere. -  
 
Shisui era tornato da poco al villaggio, ma pareva che poco prima del suo ritorno un altro Uchiha avesse portato scompiglio nel Consiglio e nel Clan e, soprattutto, nel suo amico Itachi. Era stato proprio quest’ultimo a raccontargli dell’incontro con Reyen e di come l’Hokage in persona gli avesse ordinato di capire le sue intenzioni, inoltre Itachi gli aveva confessato di essere inspiegabilmente attratto dalla sua figura: non sapeva darsi una ragione, dato che al secondo incontro con lui, Reyen l’aveva trattato in maniera più che glaciale e sbrigativa, però per il giovane Uchiha era difficile discostare i propri pensieri dall’immagine dell’altro. – Non è che ti sarai innamorato?- Lo prese bellamente in giro Shisui. – Non scherzare! È una cosa seria! Insomma, è da un po’ che ha fatto ritorno, ma non è mai entrato nel quartiere degli Uchiha e non ha mai cercato un colloquio con mio padre né con il Consiglio di Konoha. Insomma, non ha preso una posizione in merito a … Beh, tu sai in merito a cosa .- Shisui tornò serio. – Era lui quello che ci ha osservati al Matsuri? Capelli scuri, un po’ ribelli e quegli strani occhi?- – Allora lo hai notato anche tu! -  – Certo che l’ho visto! Con lui c’era il bambino della Volpe … -
I due adolescenti si fissarono per un po’ e poi ebbero lo stesso, terrificante pensiero. – Non pensi che Reyen voglia liberare il demone, vero?! - Fece Itachi, visibilmente agitato. Come aveva fatto a non pensare ad una possibilità così ovvia? E se fosse davvero successo di nuovo, come otto anni prima, a quel punto anche la sorte degli Uchiha era segnata. Konoha li avrebbe ritenuti responsabili del precedente attacco. Itachi scattò in piedi prima che Shisui potesse fiatare e corse via come un fulmine, lasciando l’altro con ancora la mano sollevata a mezz’aria e prima ancora che potesse dire A.
 
Reyen aveva da poco accompagnato Naruto a casa e gli aveva dato la buona notte, avrebbe voluto rimboccargli le coperte come un bravo tutore, ma sapeva che sarebbe stato un po’ troppo. Dopotutto si conoscevano solo da qualche giorno. Luxe e Kyria non si erano visti per tutto il giorno, forse erano riusciti a trovare qualcosa, forse avevano dovuto anticipare la loro fuga. Non sapeva nulla di certo, perché dovevano comunque essere cauti. Decise di non cedere a pensieri negativi e optò per un banale giro al market ventiquattrore poco distante dalle vie principali di Konoha. Vi entrò e si guardò un po’ in giro, concedendosi di acquistare qualche sfizio, come una bottiglia del suo succo preferito e qualche stuzzichino dolce e salato come accompagnamento. Non si sentiva nemmeno un po’ stanco e dubitava che avrebbe dormito quella notte; passava delle belle giornate in compagnia delle persone a cui voleva bene, ma la notte il suo sonno tardava ad arrivare e spesso era agitato. Stava per salire la scalinata che l’avrebbe riportato sulla via di casa, quando si trovò in cima ai gradini Itachi, tutto trafelato e affannato da quella che sembrava essere stata una lunga corsa. Reyen rimase a fissarlo con un pizzico di stupore, poi si riprese e cercò d’imbottigliare tutte le sue emozioni e di ostentare un’aria d’indifferenza.
Senza vacillare, riprese il suo passo sui gradini, intenzionato a passare oltre Itachi e a tornare a casa. Quando gli fu accanto, l’altro l’afferrò per il braccio, scoperto per via della semplice maglia con manica a tre quarti che Reyen indossava. La risposta che ricevette fu un’occhiataccia. – Ho bisogno di parlarti. - Furono le sole parole che riuscì a pronunciare il giovane Uchiha, parole che giunsero inaspettate alle orecchie di Reyen e che lo lasciarono in dubbio. “Beh, tale padre, tale figlio.” Pensò, quando ripensò a come anche Fugaku si era presentato alla sua porta con la medesima richiesta e più ci pensava, più si innervosiva. La stretta che Itachi aveva sul suo braccio gli diventò fastidiosa, tanto che rispose al gesto alzando la temperatura del suo chackra talmente in fretta che l’altro lasciò la presa solo quando ormai sulla sua mano c’erano delle piccole ustioni. – Non capisco per quale motivo dovresti voler parlare con me. Noi non ci conosciamo. - Fu la brusca risposta che accompagnò il microscopico attacco. – Ti prego! - Reyen allora si voltò e, colta l’espressione disperata di Itachi non riuscì a non trattenere il sopracciglio che andava inarcandosi. – Non è che ti sei innamorato di me, vero? - Itachi diventò paonazzo per l’imbarazzo e la rabbia. Anche lui, oltre a Shisui, si era fatto l’idea sbagliata. – Ma come ti salta in mente?! – Gli urlò contro. Reyen doveva riconoscere che l’idea di stuzzicarlo lo divertiva sinceramente. – E’ per una cosa seria! - Aggiunse Itachi. Reyen non aveva voglia di altre rogne con gli Uchiha, ma del resto aveva davanti l’unico che aveva avuto la decenza di scusarsi per un comportamento scorretto. – Va bene. Seguimi. - Gli sbuffò l’altro, roteando gli occhi. Itachi lo seguì fino a casa.
 
– Kyra, ti rendi conto di cosa abbiamo trovato? – La ragazza e Luxe avevano messo a punto un lungo e ben progettato piano per riuscire ad intrufolarsi nelle segrete della Radice, che sapevano essere sotto la gestione di Danzo. Avevano evitato di rivelare a Reyen del loro piano, soprattutto perché, a differenza sua, si erano accorti del fatto che il loro amico era tenuto d’occhio da qualche tempo, perciò rivelare le loro intenzioni avrebbe potuto essere pericoloso. Ora lei e il biondo muscoloso avevano in mano dei documenti, piuttosto vecchi, ma che per loro avevano un grandissimo significato. Tra questi figurava un progetto d’architettura alquanto … singolare. – Se quello che abbiamo davanti è ciò che penso, allora dovremo sicuramente avvertire Ren. Temo che questo progetto abbia coinvolto molte più vite di quante riusciamo ad immaginare. –
 
Nel frattempo Reyen s’era convinto a dar retta ad Itachi, ben guardandosene però dal raccontargli della visita del loro genitore, perché se c’era una cosa che gli era stata chiara fin dal primo momento che gli aveva parlato quella sera, era proprio che il giovane Uchiha non avesse la minima idea del loro legame di parentela. Fugaku aveva avvertito solo lui per cercare di frenarlo, ma la sola cosa che Reyen frenava nei riguardi dei suoi fratelli era il rivelar loro la sua identità e parentela, nulla a che vedere con i suoi progetti. Gli aprì la porta e lo invitò freddamente ad entrare, offrendosi di preparare un tea da buon padrone di casa; Itachi si tolse le scarpe e nel mentre che l’altro trafficava in cucina, si guardò attorno: quell’appartamento era bello, indubbiamente, ma non c’era nulla che lo rendesse simile ad una vera casa, non c’erano fotografie o oggetti personali che dessero al locale un aspetto vissuto, casareccio per così dire. In effetti, di lui non sapeva niente, se non che era appena tornato da … Dove era stato per tutto quel tempo?
– Il tea è quasi pronto. Che stai guardando? – Itachi uscì dalla sua trance con un lieve sussulto, girandosi istintivamente verso la direzione di Reyen. – Scusa, non volevo ficcanasare. Mi sono lasciato trasportare … -– Trasportare? E da cosa? Se cerchi qualche informazione su di me, sappi solo che ho buon gusto a scegliere la mia casa. -Prima che Itachi potesse ribattere gli fece cenno di seguirlo in cucina, dove lo aspettava una tazza di tea e qualche dolcetto dango di cui lui andava matto. Si chiese se l’altro lo sapesse o si trattava solo di un caso.
Rimasero in silenzio a sorseggiare la bevanda, poi Itachi si decise e prese il coraggio di parlare. – So che ultimamente continuo ad importunarti e credimi, non ne ho davvero l’intenzione, ma … devo. – Reyen prese un respiro profondo e analizzò con cautela la situazione in cui lui e il suo ignaro fratello si trovavano e ebbe il sentore che anche Itachi era vincolato dal volere degli Uchiha. – Ti ha mandato Fugaku Uchiha, per caso? – Itachi scosse il capo. – Devi giurarmi che non ne farai parola. Questa conversazione deve rimanere segreta. – Ci fu un attimo di silenzio in cui i due cercavano di capire quanto fossero oneste le intenzioni dell’altro. Reyen, infine, annuì. – Molto bene. Hai la mia parola Itachi Uchiha, per quanto essa possa valere per uno shinobi. - ­– Voglio credere che sia abbastanza. Io sono un membro delle unità speciali dei ninja di Konoha e mi è stato ordinato di sorvegliarti. Ci sono tensioni tra il villaggio e gli Uchiha e il Consiglio teme che tu possa essere un nemico di Konoha. Ecco perché si sono rivolti a me e mi hanno ordinato di spiarti. Tuttavia non sono venuto qui per conto loro questa sera. Qualche giorno fa ti ho visto al festival Matsuri in compagnia di Naruto Uzumaki, lo spirito del Kyuubi. – Fece una piccola pausa, mentre Reyen l’osservava in silenzio, in attesa di comprendere dove il suo discorso volesse andare a parare. – Devi sapere che l’oggetto delle tensioni tra il nostro clan e il villaggio è proprio l’attacco del Kyuubi di otto anni fa. Perciò devo chiederti questo: quali sono i tuoi interessi a Konoha e cosa c’entra Naruto Uzumaki? –
Reyen portò le mani davanti al viso ponendole una sopra l’altra, leggermente chiusa a pugno, e girò il capo lievemente di lato, fissando gli occhi verso un punto indefinito della stanza. Ora i tasselli erano andati tutti al loro posto, inclusi quelli che mancavano dalla conversazione con Fugaku. Pensò di essere crudele per un istante e di farsi beffa di Itachi, mentendogli spudoratamente, ma poi pensò a Naruto. Naruto non meritava di essere trascinato in questa faida, in cui non aveva nessun ruolo. E poi, infondo, a fargli queste domande era suo fratello, ma non per conto di altri, solo per placare i suoi timori. ­– Capisco. Ora la situazione mi è chiara. - Si prese un altro momento prima di rispondere. – Io non sono tornato a Konoha per parteggiare per qualcuno. Di certo non ti hanno detto a sufficienza su di me, altrimenti sapresti che non prenderei mai le difese degli Uchiha. Tuttavia devo specificare che non ero nemmeno a conoscenza dell’identità di Naruto Uzumaki come contenitore del Kyuubi e che il mio incontro con lui è stato del tutto casuale e che il tempo che trascorro con lui è derivato da una strana forma di amicizia. - Si raddrizzò meglio sullo schienale, con fare risoluto. – Spero che questo basti a rassicurarti. Non ho intenzione di mettere in gioco vite innocenti o scatenare rivolte. Per me, sono schermaglie inutili. -Itachi si sentì rincuorato, Reyen lo aveva preso sul serio e gli aveva parlato onestamente, però rimaneva un piccolo dettaglio che lo turbava. – Però tu hai detto che non difenderesti mai gli Uchiha. – L’altro scoppiò a ridere. – L’ho detto, certo. Questo non significa che li attaccherei. Gli negherei il mio sostegno, questo è certo. In qualsiasi altro caso, me ne rimarrei indifferente.- – Perché?- Gli domandò con un filo di voce e l’altro perse istantaneamente il suo tono allegro, il suo volto s’incupì e Itachi rivide la stessa espressione malinconica e astiosa del loro primo incontro. – Questo dovresti chiederlo ai tuoi genitori. Non sta a me dirtelo. Ormai tu avrai capito che tra me e lui c’è un legame, ebbene, la natura di questo legame dovrà dirtela lui. - Itachi sperò di fargli cambiare idea, ma Reyen fu inamovibile perciò il loro incontro si concluse poco dopo. – Un’ultima cosa. – Disse Reyen, poco prima che Itachi aprisse la porta per uscire, facendolo voltare verso di lui. – So che, in quanto membro delle unità speciali, farai rapporto riguardo la nostra conversazione. - L’altro sgranò brevemente gli occhi: l’aveva beccato in pieno. – Allora c’è un’altra informazione che dovrei darti, ma sarai tu a decidere se rivelarla ai tuoi superiori o meno. - – Di che si tratta? - – Fugaku Uchiha è venuto da me a chiedere se fossi alleato o nemico degli Uchiha. Sai già come la penso, perciò qualsiasi offerta mi abbia fatto l’ho rifiutata. Non c’è altro. -
 
Luxe e Kyria osservarono mentre Itachi Uchiha usciva dal condominio dove alloggiava Reyen, vederlo a volto scoperto e senza uniforme anbu li tranquillizzava ed agitava al contempo. Aspettarono che si fosse allontanato a sufficienza prima di entrare a loro volta nello stabile. Corsero fino alla porta del loro amico ed entrarono senza nemmeno bussare. – Ren?! – Lui uscì di corsa dalla sua camera da letto, indossando solo i pantaloncini azzurri del pigiama e una canotta bianca. Non indossava il suo guanto al braccio sinistro e i due poterono rivedere dopo tempo i segni che solcavano la pelle nivea di Ren: grigiastri, come se la carne fosse morta in quei punti, si diramavano su tutto il braccio destro e sulla clavicola. – Per l’amor del cielo! Ma che vi prende a tutti stasera?! - Fece lui con tono esasperato. Avrebbe voluto passare una seratina tranquillo e sereno con un libro, un film o qualcosa di rilassante in generale, invece s’era ritrovato prima con un tredicenne investigatore e poi i suoi amici gli sfondavano la porta di casa a notte fonda. Non s’accorse dello sguardo di Kyria, immobile e cupo, fissato sul suo arto sinistro. – Scusaci. - S’affrettò a rispondere Luxe, avendo notato lo stato dell’amica. – Abbiamo visto quel ragazzino uscire da qui, pensavamo fossi nei guai. - Ren mise insieme i pezzi, per la seconda volta quella sera, poi rispose. – Non era qui con cattive intenzioni, anzi, grazie a lui ho capito un po’ di cose. – E poi proseguì, raccontò agli amici ciò che si era detto con Itachi, infrangendo a sua volta la promessa che si erano fatti all’inizio.
Ma, dopotutto, aveva anche scoperto la menzogna celata dietro quella promessa. I ninja non possono mantenere promesse che costano la sicurezza del loro villaggio.
   
 
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