Quella stessa sera rientrando a casa, Iriza trovò i suoi genitori seduti in salotto. Sua madre era particolarmente accigliata.
-Ti sembra questa l’ora di rientrare?- le disse
-Ero al lavoro mamma, ho dovuto sbrigare delle pratiche che andavano consegnate entro domani. Papà lo sa.-
-Sì certo, è così Sarah. Iriza è davvero diligente al lavoro, possiamo essere orgogliosi di lei.-
-Lavoro! Lavoro! Lavoro! Sempre con questo dannato lavoro! Il lavoro è una cosa da uomini, non da signorine dabbene! Neanche nostra figlia fosse una cameriera o addirittura quella sciacquetta di… Candy!-
Iriza si rivolse ad una cameriera di mezza età che aveva appena servito il tè.
-Signora Carter, mi scuso con lei se mia madre può esserle sembrata offensiva nei suoi confronti…-
-IRIZA!-
-…ma adesso devo chiederle di lasciarci soli, e di fare in modo che nessuno ci disturbi per un po’. Devo parlare con mia madre di questioni personali.-
-Sì… signorina…- disse la signora Carter evidentemente imbarazzata.
Come la donna fu uscita dalla stanza ed ebbe chiuso la porta, Iriza accigliata come non mai, si avvicinò a sua madre che la aggredì verbalmente.
-Ma cosa ti è preso?! Umiliarmi in quel modo davanti ad una cameriera!-
-Dì un po’ mamma: qual è il tuo concetto di “signorina dabbene”?-
-Ma che cosa…-
-Cosa fa una signorina “dabbene”? Passa le sue giornate a gingillarsi fra cappellini e vestitini che indosserà una sola volta?
Risponde male alle persone che lavorano per lei?
Se ne frega di tutto e di tutti?
Rispondimi mamma!-
-Ma… cosa ti è preso Iriza?! Come osi parlarmi così?- Sarah era livida in volto mentre Raymond era imperscrutabile.
-Da quando lavoro ho scoperto che esiste tutto un altro mondo fuori di qui, un mondo fatto di gente che si alza presto per andarsi a guadagnare una paga di pochi soldi, e permettere a signorine e signore dabbene come noi di vivere la loro inutile vita!-
Sarah tirò un violento schiaffone a sua figlia e lei rimase impassibile.
-D’accordo mamma. Ho esagerato e ti chiedo scusa. Sei sempre mia madre e definirti “inutile” non è stato un tocco di gran classe da parte mia.
Però sia ben chiara una cosa: io continuerò a lavorare perché amo il mio lavoro. Mi occupo di tutelare i risparmi di povera gente, sai? Anche i nostri dipendenti in questa villa affidano i loro pochi soldi alla nostra banca, e in questo modo mi sento di ricambiare quello che fanno per noi ogni giorno. Non mi sento più “inutile” mamma, e continuerò su questa strada perché sento che è quella giusta.-
-C’è dell’altro vero?-
-Cosa dovrebbe esserci d’altro?-
-Tuo padre mi ha detto che lavori con un impiegato, un tipo dal cognome italiano mi sembra…-
-Sì certo.-
-Cosa provi per lui?-
Iriza sembrò esitare, ma poi si lasciò andare sciogliendosi in lacrime
-Io lo amo…-
-A lui lo hai detto?-
La voce di Raymond sembrò scuotere le due donne.
-No…-
-E allora diglielo.-
-E cosa dovrei dirgli?-
-“Ti amo”. È più o meno quello che mi disse tua madre tanti anni fa.-
Iriza sembrò farsi pensierosa, poi si scosse.
-Non aspettatemi a cena!- disse poi prima di infilare la porta.
Arrivò sotto casa di Robert di corsa, e vide che la finestra del suo appartamento era illuminata. Una volta era stata sotto casa sua.
-Robert!- gridò -Robert!-
Lui si affacciò alla finestra incuriosito da quella voce che pure gli sembrava familiare.
-Iriza! Ma… che cosa fai qui?-
-Ti prego scendi, ti devo parlare.-
Prese le chiavi di casa il giovane impiegato scese le scale e uscì per strada.
-Allora? Cosa devi dirmi di così importante?-
-Ti amo!-
Robert quasi strabuzzò gli occhi.
-Sei… sei sicura?-
-Sicurissima Robert!-
-Perché vedi… anch’io ti amo…-
Lei perse una lacrima
-E allora cosa aspetti? Baciami stupido!-
Si baciarono lì, sotto la finestra illuminata dell’appartamento di lui.
Candy guardava il cielo notturno punteggiato di stelle.
La sua taciturna compagna di stanza si era già addormentata e lei si era lasciata prendere un po’ dalla malinconia: pensava sempre a Terence. Chissà dov’era in quel momento. Chissà se l’avrebbe mai rivisto…
Sdraiato sul letto del suo appartamento Terence pensava a Candy. Entro poche settimane avrebbe debuttato sulle scene con la sua piccola parte nel “Macbeth”, ma il suo pensiero era tutto rivolto a lei, al suo amore perduto.
Dov’era Candy in quel momento?