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Autore: Gatto1967    03/12/2022    2 recensioni
Iriza Legan è la “villaine” per antonomasia della saga candyana, la vera “anti-Candy” in tutto e per tutto.
Da quando fa la sua comparsa nella storia, le sue cattiverie nei confronti della bionda protagonista si sprecano.
Particolarmente odiosa è poi la sua “diabolica trappola” che rischia di far espellere la nostra eroina dalla prestigiosa Royal Saint Paul School.
E… se la “diabolica trappola” non fosse andata a buon fine?
E se anzi le si fosse ritorta contro?
Addirittura fino al punto di provocare la “sua” espulsione?
Cosa sarebbe successo in quel caso?
È quello che andremo a scoprire leggendo questa storia dedicata proprio a lei: a Iriza Legan.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quella stessa sera rientrando a casa, Iriza trovò i suoi genitori seduti in salotto. Sua madre era particolarmente accigliata.

-Ti sembra questa l’ora di rientrare?- le disse

-Ero al lavoro mamma, ho dovuto sbrigare delle pratiche che andavano consegnate entro domani. Papà lo sa.-

-Sì certo, è così Sarah. Iriza è davvero diligente al lavoro, possiamo essere orgogliosi di lei.-

-Lavoro! Lavoro! Lavoro! Sempre con questo dannato lavoro! Il lavoro è una cosa da uomini, non da signorine dabbene! Neanche nostra figlia fosse una cameriera o addirittura quella sciacquetta di… Candy!-

Iriza si rivolse ad una cameriera di mezza età che aveva appena servito il tè.

-Signora Carter, mi scuso con lei se mia madre può esserle sembrata offensiva nei suoi confronti…-

-IRIZA!-

-…ma adesso devo chiederle di lasciarci soli, e di fare in modo che nessuno ci disturbi per un po’. Devo parlare con mia madre di questioni personali.-

-Sì… signorina…- disse la signora Carter evidentemente imbarazzata.

Come la donna fu uscita dalla stanza ed ebbe chiuso la porta, Iriza accigliata come non mai, si avvicinò a sua madre che la aggredì verbalmente.

-Ma cosa ti è preso?! Umiliarmi in quel modo davanti ad una cameriera!-

-Dì un po’ mamma: qual è il tuo concetto di “signorina dabbene”?-

-Ma che cosa…-

-Cosa fa una signorina “dabbene”? Passa le sue giornate a gingillarsi fra cappellini e vestitini che indosserà una sola volta?

Risponde male alle persone che lavorano per lei?

Se ne frega di tutto e di tutti?

Rispondimi mamma!-

-Ma… cosa ti è preso Iriza?! Come osi parlarmi così?- Sarah era livida in volto mentre Raymond era imperscrutabile.

-Da quando lavoro ho scoperto che esiste tutto un altro mondo fuori di qui, un mondo fatto di gente che si alza presto per andarsi a guadagnare una paga di pochi soldi, e permettere a signorine e signore dabbene come noi di vivere la loro inutile vita!-

Sarah tirò un violento schiaffone a sua figlia e lei rimase impassibile.

-D’accordo mamma. Ho esagerato e ti chiedo scusa. Sei sempre mia madre e definirti “inutile” non è stato un tocco di gran classe da parte mia.

Però sia ben chiara una cosa: io continuerò a lavorare perché amo il mio lavoro. Mi occupo di tutelare i risparmi di povera gente, sai? Anche i nostri dipendenti in questa villa affidano i loro pochi soldi alla nostra banca, e in questo modo mi sento di ricambiare quello che fanno per noi ogni giorno. Non mi sento più “inutile” mamma, e continuerò su questa strada perché sento che è quella giusta.-

-C’è dell’altro vero?-

-Cosa dovrebbe esserci d’altro?-

-Tuo padre mi ha detto che lavori con un impiegato, un tipo dal cognome italiano mi sembra…-

-Sì certo.-

-Cosa provi per lui?-

Iriza sembrò esitare, ma poi si lasciò andare sciogliendosi in lacrime

-Io lo amo…-

-A lui lo hai detto?-

La voce di Raymond sembrò scuotere le due donne.

-No…-

-E allora diglielo.-

-E cosa dovrei dirgli?-

-“Ti amo”. È più o meno quello che mi disse tua madre tanti anni fa.-

Iriza sembrò farsi pensierosa, poi si scosse.

-Non aspettatemi a cena!- disse poi prima di infilare la porta.

 

Arrivò sotto casa di Robert di corsa, e vide che la finestra del suo appartamento era illuminata. Una volta era stata sotto casa sua.

-Robert!- gridò -Robert!-

Lui si affacciò alla finestra incuriosito da quella voce che pure gli sembrava familiare.

-Iriza! Ma… che cosa fai qui?-

-Ti prego scendi, ti devo parlare.-

Prese le chiavi di casa il giovane impiegato scese le scale e uscì per strada.

-Allora? Cosa devi dirmi di così importante?-

-Ti amo!-

Robert quasi strabuzzò gli occhi.

-Sei… sei sicura?-

-Sicurissima Robert!-

-Perché vedi… anch’io ti amo…-

Lei perse una lacrima

-E allora cosa aspetti? Baciami stupido!-

Si baciarono lì, sotto la finestra illuminata dell’appartamento di lui.

 

Candy guardava il cielo notturno punteggiato di stelle.

La sua taciturna compagna di stanza si era già addormentata e lei si era lasciata prendere un po’ dalla malinconia: pensava sempre a Terence. Chissà dov’era in quel momento. Chissà se l’avrebbe mai rivisto…
 

Sdraiato sul letto del suo appartamento Terence pensava a Candy. Entro poche settimane avrebbe debuttato sulle scene con la sua piccola parte nel “Macbeth”, ma il suo pensiero era tutto rivolto a lei, al suo amore perduto.

Dov’era Candy in quel momento?

 

   
 
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