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Autore: Milly_Sunshine    03/12/2022    0 recensioni
Selena Bernard è un'imprenditrice di successo, Oliver Fischer è un affascinante giornalista sportivo che scrive di corse automobilistiche. Le strade dei due si incrociano per via di un libro che Oliver sta scrivendo: la biografia di Patrick Herrmann, pilota morto in un incidente al Gran Premio di Montecarlo avvenuto quindici anni prima e ai tempi fidanzato di Selena. L'incidente ha molti punti oscuri e Oliver decide, con l'aiuto di Selena, di ricostruire l'accaduto. I due si ritrovano così all'interno di torbidi misteri che coinvolgono tra gli altri la subdola team manager Veronica Young e il pilota Edward Roberts, ex pupillo di Herrmann e caro amico di Selena. Un mix di romance e azione, con sfumature (leggermente paranormal) thriller. Racconto già pubblicato a puntate sul mio blog nel 2021 // ambientato nello stesso universo di "Miss Vegas", che può esserne visto come sequel, ma anche come lavoro a sé stante.
Genere: Romantico, Sportivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Veronica Young seguì la cameriera che la accompagnò nello studio di Kathy Yves, un tempo nota come Kathy Di Francesco. Dopo averla fatta entrare, si allontanò chiudendo discretamente la porta alle proprie spalle e lasciandola sola con l'ex moglie dell'ormai defunto ex team principal della Whisper Motorsport.
Kathy, seduta alla scrivania, alzò gli occhi, restando in silenzio.
«Allora?» le chiese Veronica. «Perché hai insistito per vedermi? Cosa vuoi?»
Kathy le indicò la sedia di fronte a sé.
«Siediti, Veronica.»
Veronica ignorò quella richiesta.
«Perché mi hai fatta venire qua?»
Kathy tornò a indicarle la sedia.
«Siediti, Veronica, mettiti comoda. Ho un po' di cose da dirti, non vorrai rimanertene in piedi tutto il tempo.»
Veronica sbuffò, accontentandola.
«Allora? Adesso sono seduta.»
«Abbiamo molte cose di cui discutere, Veronica» mise in chiaro Kathy. «Io non voglio avere niente a che fare con i tuoi affari, lo sai questo, vero?»
«Tu non hai a che fare con i miei affari» puntualizzò Veronica. «Sei stata tu a cercarmi e l'hai fatto più di una volta. Io non ho mai fatto alcunché per contattarti e non ne ho mai sentito il desiderio. Appartenevi al passato, per me, e non mi dispiacerebbe se tu fossi ancora solo una parte di passato.»
«Penso che siamo d'accordo entrambe almeno su un punto di partenza» replicò Kathy, «E il punto di partenza è stato Oliver Fischer. Quel giornalista aveva l'innocente proposito di scrivere un libro su Patrick Herrmann, proposito divenuto molto meno innocente quando si è trasferito di fronte alla figlia di Alexandra Bernard.»
«Non credere che non mi sia mai messa dei problemi per questo» obiettò Veronica. «Come ben saprai, un tempo Selena lavorava per mio fratello, nel suo studio di design. Ho chiesto a Lionel di tenerla sotto controllo, di cercare di capire fino a che punto la situazione potesse compromettersi, ma proprio in quel periodo Selena si è licenziata per aprire uno studio proprio. Lionel ha cercato addirittura di ricattarla, adducendo alla possibilità di rivelare che il figlio di Selena potesse essere figlio anche di Patrick, ma ciò non ha avuto alcun effetto. A pensarci a posteriori è stata un'idea abbastanza stupida: il fatto che Selena non abbia mai avuto alcun contatto apparente con i familiari di Patrick Herrmann non significa necessariamente che per lei sarebbe un problema se qualcuno insinuasse che quel figlio sia stato concepito insieme a Herrmann. È molto probabile che almeno la gente con cui ha rapporti di amicizia lo sappia già. Ciò non significa, comunque, che io abbia lasciato perdere. Cercare di monitorare la situazione tra Fischer e la Bernard era importante, lo sapevo.»
«Cos'hai fatto?»
«Ho chiesto aiuto a Edward Roberts.»
«Edward Roberts? E che cosa potrebbe mai fare Edward Roberts?»
«Edward e Selena sono amici da molti anni.»
«Hai chiesto, quindi, a Edward di tenere la sua amica sotto continua sorveglianza, proprio come volevi che facesse tuo fratello?»
«No, certo che no, Edward non avrebbe mai accettato.»
«Guarda caso, lo sospettavo.»
Veronica si accorse che Kathy la fissava con durezza, ma sostenne il suo sguardo.
«Edward è innamorato di Selena. Ho solo cercato di convincerlo, e mio marito ha fatto la stessa cosa, a farsi avanti con la sua amica, anche se, fino a quel momento, quell'idea gli era sembrata forse inappropriata.»
«Fammi capire, hai deciso di metterti a combinare fidanzamenti così come se niente fosse?» ribatté Kathy, sprezzante. «Pensavo fossi una persona seria.»
«Seria abbastanza da capire che, se Selena si fosse messa insieme a Edward Roberts, molto probabilmente Oliver Fischer si sarebbe levato di mezzo» precisò Veronica. «Purtroppo non sono riuscita a fare molto, evidentemente Selena non ha dimostrato un gran gusto in fatto di uomini. Anche quando Edward l'ha invitata nel nostro box, c'era sempre quel giornalista maledetto che le ronzava intorno. Stavano insieme, credo, anche se adesso le cose dovrebbero essere cambiate. Esiste la possibilità che, almeno per un po', Selena non abbia più a che fare con Oliver Fischer. Spero che la situazione possa durare a lungo, ma non mi faccio troppe illusioni.»
«Dov'è Selena Bernard adesso?» volle sapere Kathy. «C'è la possibilità che lei e Fischer si vedano o si sentano?»
«Stando alle informazioni in mio possesso, Selena Bernard è ricoverata in una clinica di lusso, per riprendersi a pieno dall'aggressione che ha subito a Imola.»
«Come sta?»
«Bene, ma i suoi familiari hanno cercato di convincerla che il meglio per lei sia prendersi un periodo di pausa per riprendersi bene anche dal punto di vista psicologico.»
«E Fischer? Dove si inserisce in tutto questo?»
«Fischer non è un problema» rispose Veronica, con fermezza. «Fischer è a casa, Selena è in Italia. Edward l'ha incontrata più di una volta, i rapporti tra di loro si stanno facendo sempre più stretti. Ancora un po' di tempo e Oliver Fischer sarà ufficialmente archiviato.»
«Ne sei proprio sicura?» obiettò Kathy. «Se a Selena non fosse interessato, non l'avrebbe mai preso in considerazione. Chi ci dice che, quando tornerà a casa, Selena non cadrà di nuovo tra le sue braccia? Bisogna fare di più. Devi fare di più.»
«Non posso fare di più.»
«Sì che puoi, basta solo che ci metti un po' di impegno. Non devo ricordarti che rischiamo tutti, ma tu rischi molto di più? Anzi, tu rischi, io no.»
Veronica scosse la testa.
«No, non rischiamo niente, Kathy. Fischer può affermare quello che vuole, ma non può dimostrare nulla. Non ha elementi contro di noi. Nessuno ha elementi contro di noi. Quello che abbiamo fatto - o per meglio dire, quello che non abbiamo fatto - è andato ormai perduto.»
«Quello che... non abbiamo fatto?»
«Avevamo previsto di accordarci per stabilire il risultato del mondiale, ma non abbiamo messo in pratica il nostro intento. Non c'è altro, mi pare.»
«Non puoi fare sul serio, Veronica.»
«Sì, invece, non sono mai stata così seria in vita mia.»
«Non essere ridicola. Sappiamo bene entrambe che, a un certo punto, deve esserci stato qualche intoppo. Niente succede per niente.»
«Di cosa mi stai accusando, Kathy?»
«Patrick Herrmann è morto, no? E non mi sembra che tu possa definirti addolorata dalla sua morte.»
«Sono passati quindici anni. Ho imparato ad andare avanti.»
«Anche allora, però, non deve essere stato un grosso trauma per te.»
«Adesso sei tu quella che si sta coprendo di ridicolo» replicò Veronica, guardando Kathy negli occhi. «Avevo venticinque anni, avevo la responsabilità di una squadra e mi era appena piovuto addosso un fatto così grave. Pensi davvero che io abbia reagito con indifferenza? Che per me fosse uguale se i miei piloti erano vivi o morti? Ti assicuro che non è stato facile come può sembrarti dall'esterno. Dopotutto cosa facevi tu? Sorridevi e ti facevi fotografare.»
Kathy ribatté, in tono pacato: «Sorridere e farsi fotografare è pur sempre più rispettabile che provocare la morte di qualcuno.»
«È stato un incidente, solo un dannatissimo incidente.»
«Gigi diceva di no.»
«Beh, a quanto mi risulta tuo marito è morto, portandosi le sue convinzioni errate nella tomba. Non pensi sia ora di guardare avanti, per tutti?»
«Gigi ha sempre detto che eri sporca dentro.»
«Gigi Di Francesco era l'ultima persona al mondo che potesse parlare di sporcizia.»
«Sosteneva che era stato il tuo team a proporgli un accordo.»
«Ero giovane e desiderosa di affermarmi. Questo mi ha portata a commettere degli errori gravi, dei quali mi sono amaramente pentita. Fare affari con tuo marito è stato uno di questi.»
«Far morire Herrmann no, invece.»
«Combatti tanto contro Fischer, ma hai lo stesso problema suo. Non sono una santa, ho commesso azioni evitabili, ma questo non significa che io debba essere accusata anche di cose che non ho fatto. A cosa mi serve cercare di tenere monitorati i contatti tra Fischer e Selena Bernard, se poi anche tu hai la sua stessa mentalità? Dovresti decidere una volta per tutte da che parte vuoi stare.»
«Io sto dalla parte che più di ogni altra mi dà la possibilità di uscirne senza macchie» mise in chiaro Kathy. «Sorridevo e mi facevo fotografare insieme ai vip, niente di più. Chiunque sia pronto ad affermare tutto ciò è un mio alleato.»
Veronica si alzò in piedi.
«Bene, allora cerca degli alleati e lasciami in pace.»
«Dove stai andando, Veronica?» la trattenne Kathy. «Non ho finito.»
«Io sì» rispose Veronica. «Non abbiamo più niente da dirci, né qui, né con le tue continue telefonate. Smettila di contattarmi.»
«Non puoi darmi ordini, Veronica» replicò Kathy. «Sono io ad avere il coltello dalla parte del manico.»
Veronica le voltò le spalle.
«Buona serata, Kathy. Non importa che chiami la tua domestica. Penso di ricordarmi la strada.»
Senza attendere una replica da parte dell'ex moglie di Di Francesco, Veronica uscì dallo studio.
La cameriera era comunque poco lontana, nel corridoio dal quale l'aveva condotta al momento del suo arrivo.
«La accompagno alla porta, signora.»
Veronica sorrise, dopotutto non aveva alcuna ragione per essere scortese con quella ragazza.
«Grazie.»
Si fece portare fuori casa e, quando finalmente fu in strada, si sentì molto meglio. Kathy Yves era una persona molto irritante e, in più, sembrava mettersi preoccupazioni per questioni che la toccavano solo da lontano. Un giornalista si era messo in testa che una squadra che non aveva mai gestito di persona avesse agito in modo scorretto. Kathy aveva perfettamente ragione, quando si dichiarava convinta di non rischiare nulla. Perfino la sua reputazione sarebbe rimasta immutata, dopo le eventuali insinuazioni di Fischer. Non aveva alcun motivo valido per mettersi in mezzo, almeno in apparenza.
"Deve esserci qualcosa di più."
Veronica archiviò solo momentaneamente quel pensiero, perché le premeva di trovare un posto tranquillo dal quale contattare Edward Roberts. Per fortuna, fingendo che il suo interesse fosse dettato unicamente dalle condizioni di salute di Selena Bernard, in quegli ultimi tempi, era riuscita a fare sì che il pilota non destasse sospetti.
Dieci minuti più tardi era seduta su una panchina, senza troppe persone nei paraggi, e faceva partire l'ennesima telefonata.
Edward le rispose subito, in tono cordiale, dimostrando ancora una volta di non essere convinto che Veronica avesse doppi fini.
«Ti disturbo?»
«No, mi stavo prendendo una pausa.»
«Spero di non essere stata inopportuna.»
«No, certo che no» la rassicurò Edward. «Questa pausa, nello specifico, consisteva nel guardare un video abbastanza di cattivo gusto.»
Veronica obiettò: «Se era di cattivo gusto, perché l'hai guardato?»
«Per scoprire contro chi dobbiamo combattere, come campionato» le spiegò Edward. «Era un video in cui vari piloti di Formula 1 venivano intervistati a proposito della Diamond Formula e del fatto che il loro campione del mondo disputerà il gran premio di Montecarlo con la Whisper. Anche quelli convinti che la Diamond Formula sia il campionato più importante al mondo mi sono sembrati comunque un po' troppo altezzosi. Uno ha perfino detto che la Diamond Formula non sarà mai più importante della Formula 1, perché non ci corrono i marchi storici. Ha detto che nulla può superare il fascino e l'eleganza della Ferrari... che poi, uno che sembra uno stalliere ha il diritto di parlare di eleganza? Che pensi piuttosto al fatto che altri guidano vetture che raffigurano bovini tamarri... e magari potrebbe non pensare solo ad altri.»
A Veronica quelle polemiche sterili non erano mai interessate e le importavano ancora meno in quella situazione.
«Selena come sta?» domandò. «C'è qualche novità?»
«Selena sta bene.»
«Quando uscirà dalla clinica?»
«Non lo so. Vorrebbe tornare a casa, ma la signora Bernard e il suo compagno hanno insistito perché rimanesse ancora per qualche tempo. Dicono di vederla ancora molto turbata e preferiscono aspettare che si riprenda completamente.»
«Tu quando la vedrai?»
«Domani mattina.»
«Bene. Non è la prima volta che vai a trovarla, da quando è ricoverata.»
«No.»
«Nemmeno la seconda, temo.»
«Dopotutto sono già passate oltre due settimane dall'aggressione...»
«E vai a fare visita a una semplice amica così spesso?» azzardò Veronica. «Per caso le cose sono cambiate, tra di voi?»
«In un certo senso» ammise Edward. «Non saprei definire la nostra situazione attuale, ma siamo sicuramente più vicini di un tempo.»
«E quel giornalista? Fischer? Che fine ha fatto? Non stava insieme a Selena?»
«Non so cosa sia successo. La signora Bernard mi ha detto che Selena non vuole più vederlo e che il personale della clinica ha disposizioni di non farlo andare da lei. Ciò nonostante, ci ha già provato due volte, anche se è stato mandato via.»
«Selena ti ha detto niente?»
«La signora Bernard mi ha pregato di non chiedere a Selena nulla a proposito di Fischer, per non sconvolgerla.»
«Mhm...»
«Ti sento perplessa, Veronica.»
Lo era, ma preferì negare.
«No, figurati, non mi interessa niente di Fischer e dei suoi tentativi di fare visita a Selena. Mi fa piacere che, alla fine, sia tu quello che le sta accanto in questo momento.»
«Anche a me fa piacere» ribatté Edward. «Fintanto che ciò non ha impatto negativo sulla vita di Selena, non mi interessa quale sia la ragione del suo allontanamento da Fischer. Dove sia e che intenzioni abbia non è un problema. Non riuscirà a raggiungere Selena ed è tutto quello che conta.»
 
******
 
A volte, anche quando non c'erano più certezze, almeno Keith Harrison restava una certezza. Oliver riuscì a intravederlo nonostante l'oscurità e, sebbene l'altro non si fosse accorto, per una volta, della sua presenza, si diresse verso di lui.
Si fissarono per un istante in silenzio, poi Keith domandò: «Perché sei qui?»
Oliver spalancò gli occhi.
«Perché me lo chiedi?»
«Non ti aspettavo, credevo potessi cavartela anche senza di me, ormai.»
«Forse» azzardò Oliver, «Avevi paura di quello che sto per dirti.»
«Non c'è niente che possa spaventarmi» replicò Keith. «So quello che volevi fare. Hai detto che avresti cercato di raggiungere Selena. Devono essere passati giorni e giorni, per te, ormai avrai raggiunto il tuo obiettivo.»
«No, non sono ancora riuscito ad andare da lei» lo informò Oliver. «Mi viene impedito.»
«Da chi?»
«Dal personale della clinica in cui è ricoverata.»
«Perché?»
«È stato dato ordine di non farmi entrare, non so se da Selena stessa o da sua madre. Alexandra non deve essere tanto lontana, anche se non mi è mai capitato di incontrarla.»
«Mi dispiace. Cosa pensi di fare?»
«Non lo so, vorrei provarci di nuovo. Possibile che non ci sia nessuno capace di rendersi conto che non voglio fare niente di male, ma solo incontrare una persona a cui tengo?»
«Era questa la notizia traumatica che dovevi darmi?»
«No, di notizia traumatica ce n'è un'altra: ricordi l'accordo tra la Whisper e la Dynasty?»
Keith alzò gli occhi al cielo.
«Come farei a non ricordarmene? È stato l'inizio della fine, per tutti e due.»
«La tua cara consorte era convinta che Patrick facesse il doppio gioco» riferì Oliver. «Pensava che il suo obiettivo fosse quello di fingere di non stare ai patti, forse nella speranza di ottenere qualche altra concessione.»
«Ed era vero?»
«Certo che no.»
«Non mi stupisce, tuttavia, che Emma ne fosse convinta» replicò Keith. «Aveva una pessima opinione di te, in quel periodo.»
«Di Patrick, vorrai dire.»
«Non capisco che senso abbia negare, ma...»
Oliver non lasciò che Keith finisse la frase.
«Emma era convinta che Patrick volesse fregare tutti e ha avuto la brillante idea di confidarsi con Gigi Di Francesco.»
«No, non è possibile» ribatté Keith. «Te lo stai inventando.»
«Per niente» lo smentì Oliver. «È stata Emma stessa a confermarmi di averlo fatto.»
«Quando?»
«Poco tempo fa.»
«Magari l'ha fatto perché l'hai messa sotto pressione, le tue insinuazioni dovevano infastidirla.»
«Non ho fatto insinuazioni. È stata una sua iniziativa raccontarmelo. Lo considera un comportamento del tutto normale.»
Keith puntualizzò: «Comunque sia andata, forse Emma non si rendeva conto che anche Di Francesco potesse essere pericoloso.»
«Non lo so, ma avere Emma dalla sua parte deve avergli facilitato le cose.»
«Non vedo in che modo.»
«Era pur sempre meglio che averla contro, dopotutto ai tempi era una delle voci emergenti più considerate.»
«In ogni caso Emma non ha fatto niente di male.»
«Non intenzionalmente, questo no. Però rimane pur sempre un comportamento discutibile, il suo. Avrebbe dovuto fare da tramite tra te e Patrick, non tra le sue stesse fantasie e Gigi Di Francesco.»
Keith replicò, con fermezza: «Non siamo morti per colpa di Emma. Per me non cambia niente, scoprire che non si fidava di Patrick Herrmann.» Mise una certa enfasi su quel nome. «Non dovrebbe importare nemmeno a te. Dopotutto tu sei Oliver Fischer, non fai altro che ripeterlo. Perché ti senti disturbato da qualcosa che, di fatto, non ti tocca in prima persona?»
«Non mi offende quello che Emma pensava di Patrick Herrmann» puntualizzò Oliver. «Mi disturba solo il fatto che stesse dalla parte di chi complottava contro di lui e che questo discorso sia uscito per caso. Quando mi ha raccontato quello che sapeva dell'accordo, ha taciuto su questo punto.»
«Probabilmente non lo riteneva importante.»
«Non avrebbe dovuto essere lei a decidere cosa fosse importante e cosa no.»
«Fischer, concentrati su Selena e lascia in pace mia moglie» gli suggerì Keith. «Non ha senso, ormai, prendersela con lei. Ha fatto quello che riteneva più opportuno. Forse è stata colpa mia, a suo tempo non sono stato capace di metterla in guardia da certe persone.»
«O forse l'hai messa in guardia dalle persone sbagliate.»
«Questo è ridicolo. Mi fidavo di Herrmann... mi fidavo di te. Sapevo che non volevi solo distruggere Di Francesco, ma che eri convinto di quello che dicevi contro di lui. Sapevo che non saresti mai sceso a compromessi. Non...»
Il cielo fu squarciato in due da un lampo, all'improvviso. Gli occhi di Oliver seguirono la traiettoria della saetta. Quando tornò ad abbassare lo sguardo su Harrison, scoprì che Keith non c'era più.
«Ehi, aspetta, non andare via!» cercò di chiamarlo.
Non ci fu nulla da fare. Sulla spiaggia non vi era più alcuna traccia di Keith Harrison. Sebbene avesse ancora qualcosa da riferirgli, Oliver comprese di doversi mettere il cuore in pace. Almeno per il momento avrebbe dovuto cavarsela da solo. Doveva uscire dalla dimensione onirica e tornare alla realtà, poi cercare di mettersi in contatto con Selena, in un modo o nell'altro.
 
******
 
Edward entrò nel bar e si guardò intorno. Alexandra Bernard era una persona puntuale, quindi doveva essere già arrivata. A giudicare dal fatto che stava sorseggiando una tazza di tè, doveva essere giunta al loro appuntamento non da poco, quindi in largo anticipo.
La raggiunse e le domandò: «Posso sedermi?»
La signora Alexandra fece un sorriso.
«Certo, signor Roberts, la stavo aspettando.»
Edward si accomodò di fronte a lei.
La madre di Selena gli domandò: «Posso offrirle qualcosa?»
«Magari dopo» rispose Edward. «Prima volevo parlare con lei di una cosa strana accaduta oggi.»
«La ascolto.»
«Mi ha telefonato Thomas, suo nipote. Sosteneva di non essere riuscito a mettersi in contatto con Selena, che il suo telefono non è raggiungibile.»
«E con ciò? Non credo ci sia da preoccuparsi se Selena tiene il telefono spento per mezza giornata. Gliel'ho suggerito io. Mi è sembrato che avesse ricevuto una telefonata strana.»
«Che tipo di telefonata strana?»
«Temo che quel giornalista che le ronza intorno sia riuscito a trovare un modo per contattarla, nonostante tutta la fatica che io e Tom abbiamo fatto per tenerlo lontano da lei. Immagino che comprenda quanto ciò sia un problema, signor Roberts.»
«Vagamente.»
«Allora sarò più chiara: mia figlia è stata assalita brutalmente proprio a causa della presenza di Oliver Fischer nella sua vita. Non voglio che le succeda qualcosa di brutto solo perché, per un breve periodo, si è ostinata a tenersi intorno quel buono a nulla il cui unico scopo è quello di guadagnare soldi usando il nome di Patrick Herrmann. Nel suo libro intende scrivere le porcherie più assurde, mettendo in mezzo anche mia figlia. So che una donna di trentacinque anni dovrebbe essere in grado di comprendere da sola quali frequentazioni lasciare da parte, ma Selena è stata molto debole, da questo punto di vista. Ho dovuto impegnarmi non poco per farla tornare alla realtà. Rivedere quel tale potrebbe farla precipitare nuovamente in una spirale di autodistruzione. Finché sarà chiusa in clinica ci sarà qualche speranza di tenere tutto sotto controllo, ma ho paura che, quando sarà dimessa, possa accadere ancora qualcosa di terribile. Deve aiutarmi. Dobbiamo trovare un modo per fare sì che Selena e Oliver Fischer non si vedano mai più. D'altronde anche lei avrà qualcosa da guadagnarci, signor Roberts. Si vede che mia figlia non le è indifferente. Pensi a quanto sarebbe bello sbarazzarsi di Fischer per sempre.»
«Sì, lo ammetto, è una bella prospettiva.»
«Se solo chi ha aggredito mia figlia avesse aggredito lui e fosse riuscito a portare a termine il proprio intento...»
Edward rabbrividì.
«Signora Alexandra, non sono venuto qui per parlare dell'ipotetica morte violenta di qualcuno.»
«Sarebbe stato comunque lo scenario migliore per tutti.»
«Lo scenario migliore sarebbe se nessuno venisse preso a bottigliate in testa, non le pare?»
La signora Alexandra alzò le spalle, sospirando.
«Tanto prima o poi dobbiamo morire tutti. Che problema c'è se qualcuno muore prima del tempo? Non tutti, al mondo, hanno la stessa utilità.»
«Non si preoccupi, conosco Selena abbastanza bene da sapere che è una persona lucida e capace di allontanare chi ha effetti negativi su di lei» disse Edward, desideroso di cambiare discorso. «Oliver Fischer non le farà del male nemmeno da vivo, Selena sarà in grado di tenerlo a distanza, se ha un'aura così negativa su di lei.»
«Non è questione di aura» replicò la signora Alexandra. «Fischer ha un'idea romanzata della Diamond Formula e vende la sua versione fasulla dei fatti.»
«E con ciò?»
«Con ciò, se non si rende conto di quanto sia dannoso, anche lei è parte del problema, signor Roberts. Sbaglio o era amico di Herrmann?»
«Sì, lo ero.»
«Vuole che Herrmann venga descritto come qualcuno che non era da parte di un ragazzo desideroso di farsi un nome e di guadagnare soldi? E vuole che questo accada anche a spese di Selena?»
«La vede troppo buia.»
«No, sono realista. Sono capace di riconoscere il male, quando lo vedo, e le assicuro che Oliver Fischer è il male. Se solo un'anima pia ci avesse fatto il favore di ammazzarlo, adesso vivremmo in un mondo migliore. Selena stessa vivrebbe in un mondo migliore. Purtroppo non sempre le cose vanno come devono andare. Fischer è ancora là fuori, da qualche parte, pronto a distruggere mia figlia. La prego, signor Roberts, mi aiuti a impedirglielo, a ogni costo.»
Edward annuì.
«La aiuterò. Farò il possibile per tenerlo lontano da Selena. Lei, però, si tolga dalla testa quei pensieri macabri. Deve pensare al suo equilibrio mentale. Sono certo che Selena non vorrebbe vederla così turbata.»
«Selena non mi vedrà turbata» lo rassicurò la signora Alexandra. «Ho imparato a fingere molto tempo fa.»
 
******
 
Non pioveva, ma c'era qualche lampo in lontananza. Oliver non nutriva molte speranze di ritrovare Keith, ma doveva essere la sua sera fortunata.
Attirò la sua attenzione da lontano, facendogli un cenno con la mano.
Lo vide avvicinarsi e non limitarsi solo ad accorciare le distanze fisiche.
«Hai visto Selena?» volle sapere. «Come sta?»
«Non ho visto Selena. Ho visto Alexandra Bernard.»
«Le hai parlato?»
«No, mi sono nascosto in un bagno perché non mi vedesse.»
Keith gli ricordò: «Non ti avrebbe riconosciuto.»
«No, non mi avrebbe riconosciuto come Patrick Herrmann» convenne Oliver, «Ma sicuramente avrebbe capito che sono Fischer, il giornalista che deve stare lontano da sua figlia a tutti i costi.»
«Che effetto ti ha fatto rivederla?»
«Nessuno.»
«Non ti credo. Era la tua amante, un tempo.»
«Era l'amante di Patrick Herrmann, un tempo» chiarì Oliver. «Non tutte le donne del suo passato mi fanno lo stesso effetto. Anzi, diciamo che Selena è l'unica che mi affascina. Piuttosto, mi ha fatto uno strano effetto vedere la madre di Selena in clinica insieme a Edward Roberts. Che cosa ci faceva là?»
«È un amico di Selena, a quanto mi risulta.»
«Sì, ma il fatto che fosse là con Alexandra significa che ha contatti con lei, che si sentono, magari che si vedono addirittura fuori dalla clinica...»
«Lo trovi grave?»
«Non lo so. Mi sta venendo una strana idea, ultimamente.»
«Di cosa si tratta?»
Oliver chiese, andando dritto al punto: «Conoscevi il fratello di Gigi Di Francesco, vero?»
«Sì, l'ho conosciuto» confermò Keith. «Perché?»
«È stata Emma a parlarmi di lui. Mi è venuto in mente che Di Francesco, da ragazzino, ha vissuto in Inghilterra per molti anni.»
«Quindi?»
«Quindi, tecnicamente, avrebbe potuto parlare la lingua bene come un madrelingua... e lo stesso vale anche per suo fratello.»
«Non ti seguo» ammise Keith. «Comunque sì, Gigi parlava l'inglese bene tanto quanto me se non meglio. Dove vuoi arrivare?»
«Ne parliamo tra poco» gli assicurò Oliver, «Ma solo se ne vale la pena. Dimmi cosa sai del fratello di Di Francesco o cosa ti ricordi di lui. Quanti anni ha?»
«Non saprei. Al giorno d'oggi qualcosa come sessanta, forse sessantacinque.»
«Che lavoro faceva?»
«Mi pare fosse un medico. Perché lo vuoi sapere?»
«Lo volevo sapere proprio per questo» ribatté Oliver. «Medico, sulla sessantina, Alexandra si rivolge a lui chiamandolo Tom, ha vissuto in Inghilterra abbastanza da essere credibile se si presenta con un nome inglese... Tommaso Di Francesco è Thomas Parker, ci metterei la mano sul fuoco.»
Keith strabuzzò gli occhi.
«E questa che cazzo di storia sarebbe?»
«Non so che storia sia» fu costretto ad ammettere Oliver, «Ma inizia a piacermi sempre meno, anche se è una soddisfazione, per certi versi, vedere i pezzi che si incastrano.»
«Io non vedo incastri.»
«Rifletti: il dottor Parker è preoccupato dal fatto che Selena mi frequenti e la minaccia di passare ai fatti qualora non dovesse accettare di chiudere con me, informandola di potersi avvalere della collaborazione di qualcuno che mi sta vicino a mia insaputa. Non troppo tempo dopo qualcuno assale Selena colpendola alla testa, mentre non è tanto lontana da me. Questo significa che il dottor Parker aveva davvero degli agganci e mi ha sguinzagliato dietro qualcuno.»
«Chi sarebbe il suo aggancio?»
«Se fossimo in un romanzo, si tratterebbe sicuramente di Edward Roberts: l'amico che si vende al migliore offerente è un ottimo cliché. Nella realtà, però, credo sia soltanto innamorato di Selena. Inoltre credo che Selena sia stata aggredita perché ha visto qualcuno che non doveva vedere. Edward aveva trascorso la serata con noi e io ero ancora al bar insieme a sua sorella. Se anche avesse voluto farmi del male, avrebbe potuto avvicinarsi a me in qualsiasi momento senza destare alcun sospetto in Selena. Rimango del mio parere: Selena ha visto qualcuno che, in nessun modo, avrebbe dovuto essere là quella sera.»
«Ovvero?»
«Ovvero non lo so, ma prima o poi sarò in grado di chiederlo a Selena stessa.»
«Come pensi di fare?»
«Rivolgendomi all'unica persona che può portarmi da lei: Edward.»
«Edward?!»
«Tra quelli che stanno intorno a Selena in questo momento, penso sia il più degno di fiducia, anche se c'è il pericolo che il "dottor Parker" riesca a portarlo sulla cattiva strada. Per questo devo sbrigarmi. Cercherò di incontrarlo domani stesso.»
«Buona fortuna.»
«Non penso sarà questione di fortuna, ma ti ringrazio per il pensiero.»
 
******
 
Quando sentì il cellulare squillare, Edward sperò si trattasse di Selena. Non fu così e realizzò che avrebbe dovuto capirlo: a cercarlo era Veronica Young, ancora una volta, forse per chiedergli notizie dell'amica.
Augurandosi che non fosse così, Edward le rispose. Bastò un istante per fargli capire che le sue speranze erano sul punto di infrangersi.
«Sei ancora a Milano?»
«Sì.»
«Fino a quando pensi di rimanere?»
«Hai ragione, sto dedicando troppo tempo a Selena...» iniziò Edward, venendo presto interrotto.
«No, non è un problema. Sono certa che Selena non riuscirà a distoglierti dai tuoi veri obiettivi. Fai bene a rimanerle accanto.»
«Selena ha meno bisogno di me di quanto possa sembrare» replicò Edward. «Sta bene, tutto sommato.»
«Ha ricordato qualcosa? Ti ha parlato di chi l'ha aggredita?»
«Perché lo vuoi sapere?»
«Era così, per farti capire che sono interessata a lei...»
Edward avrebbe preferito non esporsi, ma il fatto che Veronica fosse così schietta lo spinse a comportarsi allo stesso modo.
«Mi sono accorto che Selena ti interessa, più di quanto dovrebbe.»
«Cosa vuoi dire?»
«Voglio dire che, da un po' di tempo a questa parte, non fai altro che pensare a Selena.»
«No, figurati» ribatté Veronica, «Lo sai, la conosco poco, ma...»
Edward non la lasciò finire.
«Veronica, parliamoci chiaro. Prima hai insistito tanto perché cercassi di riavvicinarmi a Selena, con la scusa che invitarla con noi avrebbe fatto capire alle Strauss che non tutte le persone che hanno intorno le sostengono quanto potrebbero pensare. Poi, quando ho riallacciato i rapporti con Selena nel vero senso della parola, hai continuato a starmi addosso, insistendo ancora sul fatto che avrei dovuto farle capire che non la considero solo un'amica. Infine, dopo l'aggressione che ha subito, mi cerchi continuamente e vuoi sempre parlare di lei. Non dirmi che ti stai interessando a lei perché fa parte della mia vita. Non ti credo più, se mai ti ho creduto. Ti prego di spiegarmi cosa vuoi da Selena e come pensi di ottenerlo attraverso di me.»
Veronica rise, con amarezza.
«Non ti si può proprio nascondere niente, eh?»
«Mi si possono nascondere tante cose, invece, a condizione di non tirare troppo la corda. Temo che tu l'abbia fatto, ormai non riesci più a renderti credibile.»
«Mi dispiace. Mi dispiace che tu abbia creduto che ho qualcosa da nascondere.»
Edward azzardò: «È questo, in realtà, che ti dispiace, vero? Sei stata smascherata. Il resto non ti fa né caldo né freddo.»
«No, mi dispiace essermi dovuta intromettere negli affari di Selena» ammise Veronica. «Avrei preferito che non accadesse. Lo puoi tranquillamente immaginare, di per sé non me ne frega proprio un fico secco di Selena.»
«Lavorava nello studio di tuo fratello, giusto?»
«Esatto.»
«Ed è per questo che ti importa di lei? So che tuo fratello ha spesso avuto problemi economici. Devi aiutare lui?»
«Lionel ha spesso problemi di soldi, ma l'unico modo per aiutarlo è compilare qualche assegno. Il vero problema è...»
Prima che Veronica potesse pronunciare un nome, Edward tentò di indovinare: «Oliver Fischer? Guarda caso, il tuo interesse per Selena era inesistente, prima che quei due si conoscessero.»
«Lo sai, considero Fischer un impiccione.»
«Un impiccione che, tuttavia, non ti faceva né caldo né freddo quando criticava i miei risultati ogni tre per due, ma non aveva a che fare con Selena.»
«Sì, hai ragione, un tempo Fischer mi era del tutto indifferente.»
«Quindi cos'è cambiato?»
«È cambiato che non mi piacciono le idee che potrebbe mettersi in testa frequentando Selena.»
«Si tratta» dedusse Edward, «del libro di Fischer. Hai paura che possa farsi delle idee sbagliate a partire da potenziali rivelazioni di Selena, qualcosa che possa denigrare te e la squadra.»
«Inizialmente sì, era questo che mi preoccupava.»
«E adesso?»
«Adesso le cose sono peggiorate» replicò Veronica, «Perché mi sta venendo il dubbio che quel tizio non abbia deciso di fare ricerce su Herrmann di sua iniziativa.»
«Non ti seguo» obiettò Edward. «Ho conosciuto Oliver Fischer, credo che il modo migliore di definirlo sia fanboy. Ha una sorta di ossessione per Patrick, crede sia stato uno dei piloti migliori di sempre o qualcosa del genere.»
«Insomma, mi stai dicendo che, da un giorno all'altro, potrebbe svegliarsi una mattina e decidere accusarmi pubblicamente di essere l'unica responsabile della morte di Herrmann, senza preoccuparsi minimamente del fatto che io stessa e tutta la squadra abbiamo avuto delle ripercussioni dalla sua morte.»
«Non penso che lo farebbe, ma solo perché oltre che un fanboy è anche un giornalista e deve continuare ad avere un posto di lavoro.»
«Vedo che hai inquadrato anche tu il soggetto, Fischer ha dato anche a me un'idea del genere, nei primi tempi. Poi, però, hanno iniziato a venirmi dei dubbi.»
«Dubbi di che genere?»
«Il suo comportamento appare un po' strano, la sua ossessione per Patrick Herrmann non è molto giustificabile. Per questo ho iniziato a chiedermi se qualcuno lo stia manovrando e chi. Mi viene il dubbio che non stia facendo delle genuine ricerche su Herrmann, quanto piuttosto che il suo obiettivo finale sia quello di screditare la Dynasty Racing, su incarico di qualcuno che vuole trascinarci nella merda.»
L'idea di Veronica appariva interessante, ma secondo Edward era poco credibile, così come era posta.
«Non ti sarai convinta che sia opera del team Albatros?»
«No, non ho mai pensato a loro. Tra noi, Claudia Strauss e tutta la squadra c'è solo una sana rivalità, sportiva e corretta. Commettiamo troppo spesso l'errore di guardarci le spalle dai nostri avversari. Va a finire che perdiamo d'occhio quelli che potrebbero davvero farci del male.»
«Di chi parli, Veronica?»
«Sento puzza di Whisper.»
Edward spalancò gli occhi.
«E perché mai quelli della Whisper dovrebbero sguinzagliare Fischer dietro alla Dynasty? Non ha alcun senso.»
«Non quelli della Whisper di oggi» chiarì Veronica. «Quelli hanno solo in mente di fare i fighi schierando su una delle loro vetture il campione del mondo in carica del "campionato concorrente" e, con un po' di fortuna, mettere sull'altra vettura anche quello da cui l'ha preso in quel posto per anni tranne che nella scorsa stagione. Parlo piuttosto di altre persone, che avevano a che fare con la Whisper molto tempo fa.»
«Ai tempi della vecchia proprietà e della gestione di Di Francesco?»
«Esattamente.»
«Che vantaggio avrebbero? Nessuno dei vecchi collaboratori di Di Francesco ha avuto a che fare con la Diamond Formula da almeno un decennio.»
Veronica rimase in silenzio a lungo, tanto che Edward pensò per un attimo che la linea fosse disturbata o sul punto di cadere. La team principal, tuttavia, riprese a parlare poco dopo.
«Non so se faccio bene a dirtelo, ma temo che c'entri qualcosa Kathy Di Francesco, l'ex moglie di Gigi.»
«A quella donna non è mai importato niente della Diamond Formula, che io ricordi» replicò Edward. «Non faceva assolutamente nulla, stava solo in giro per il paddock.»
Veronica precisò: «Lo so che non faceva nulla, ma ho i miei buoni motivi per credere che Oliver Fischer lavori per Kathy Di Francesco, pur fingendo che non sia così.»
«Fingendo che non sia così» ripeté Edward. «Cosa vuoi dire? Per caso hai parlato con Kathy Di Francesco di Fischer?»
«Diciamo che me ne ha parlato lei, più di una volta. Sostiene che sia uno scocciatore che ha cercato di estorcerle delle informazioni, tempo fa, ma se non fosse così? Se invece me l'avesse fatto credere per potere complottare insieme a lui? Me lo sono chiesta e mi sono detta che questa è la cosa più verosimile.»
«E Selena? Cos'ha a che vedere con tutto questo?»
«Mi è venuto addirittura da pensare che Fischer fosse seriamente attratto da lei...»
«Lo è.»
«Ne dubito.»
«Te lo ripeto, il suo interesse per Selena mi pare genuino. E poi, che motivo avrebbe per fingere con lei?»
«Penso che Selena serva per "legittimare" in qualche modo le accuse che Fischer rivolgerà, prima o poi, alla Dynasty.»
«Selena non si inventerebbe accuse false contro di voi, nemmeno se fosse Oliver a chiederglielo.»
«Lo posso immaginare, però, appunto, temo che Oliver Fischer serva per plagiarla. A maggior ragione devi aiutarmi, Edward. Tieni quel tipo lontano da lei.»
«Non posso fare miracoli.»
«Sii più esplicito con Selena. Dille che la ami o qualcosa del genere. Vedrai che si leverà dalla testa quel coglione una volta per tutte.»
Edward sbuffò.
«Possibile che non facciate altro che dirmi tutti la stessa cosa?»
«Perché?» volle sapere Veronica. «Chi altro ha cercato di spingerti in questa direzione?»
«La signora Alexandra.»
«Wow... Alexandra Bernard si è scomodata di dare la sua benedizione a una tua ipotetica relazione con la figlia. Interessante, molto interessante.»
«Non vedo cosa ci sia di interessante.»
«Non molto, a questo proposito, in realtà. Trovo comunque strano che, di punto in bianco, Alexandra Bernard abbia deciso di riallacciare i rapporti con la figlia. Sbaglio o si sentivano a malapena?»
«Non sbagli.»
«Cos'è cambiato?»
«Mi sono sentito in dovere di avvertire la signora Alexandra dell'aggressione subita da Selena, quando il fattaccio è accaduto. Non pensavo si precipitasse subito in Italia insieme al suo compagno, ma l'ha fatto. Per una volta mi ha sorpreso in positivo.»
«Il suo comportamento non ti è mai sembrato strano?»
«No.»
«Se ci teneva così tanto alla figlia, non sarebbe uscita dalla sua vita per così tanti anni.»
«Magari il fatto che sua figlia abbia rischiato grosso l'ha fatta tornare sui propri passi.»
«Mhm... sì, può essere.» Veronica non parve particolarmente convinta da quell'ipotesi. «Che tu sappia, Alexandra ha contatti con Kathy Di Francesco?»
«Direi proprio di no» ribatté Edward. «Non ti sembra di essere un po' ossessionata dalla moglie di Di Francesco, oggi?»
«No, non sono affatto ossessionata. Il fatto che la Bernard e la Di Francesco non si sentano e non si vedano conferma la mia teoria su Fischer.»
«Non ne vedo il nesso.»
«Kathy Di Francesco avrebbe potuto tranquillamente avvalersi della collaborazione di Alexandra Bernard, se avesse voluto screditarmi. Era una delle persone più vicine a Patrick Herrmann, dal punto di vista professionale, e non ha mai apprezzato molto né me né mio marito. Solo, Kathy non doveva avere la possibilità di entrare in contatto con lei, oppure era abbastanza certa che Alexandra non avrebbe collaborato. Questo spiegherebbe perché Oliver Fischer abbia fatto da tramite anche con Selena: c'era bisogno proprio di lei.»
«Rimango del parere che tu stia lavorando un po' troppo di fantasia.»
«Credimi, Edward, mi piacerebbe che il mio fosse solo un lavoro di fantasia, ma ho il forte sospetto che non sia così. Ti prego, quindi, di tenere gli occhi aperti. Se non vuoi farlo per me, fallo almeno per la squadra. Ci sono tante persone che finirebbero per rimetterci, se qualcuno tentasse di metterci in cattiva luce, e non se lo meritano. Lo sai come vanno le cose: basta che un giornalista affermi qualcosa di campato in aria e subito un branco di pecore gli danno credito, anche se magari è tutto falso.»
«Va bene» concesse Edward, «Cercherò di fare tutto quello che è in mio potere, ma non ti prometto niente.»
«Non importa» lo rassicurò Veronica, «Non mi interessano le promesse, specie quando non vengono mantenute. Quello che conta è che so di potermi fidare di te.»
Edward non era così certo che essere degno di fiducia fosse positivo e continuò a non esserne sicuro anche dopo la fine della telefonata con la team principal.
Guardò l'orologio: era ormai ora di andare a fare visita a Selena, quindi cercò di togliersi dalla testa ogni altro pensiero, almeno per un po', ma l'impresa si rivelò difficile. Gli tornarono in mente gli avvertimenti di Patrick, risalenti a molti anni prima, a proposito del fatto che Veronica Young non fosse esattamente come appariva. Cosa voleva dire? E soprattutto, fino a che punto il pensiero di Patrick corrispondeva a verità? Si era sbagliato su tante cose e su tante persone nella vita, perché la sua opinione di quindici anni prima su Veronica doveva essere presa per oro colato? Non si poteva dire che la team manager fosse molto simpatica, anche se negli ultimi tempi era molto migliorata dal punto di vista umano, ma l'antipatia non doveva essere considerata ragione di sospetto. Aveva sempre combattuto per salvare il team di famiglia e ce l'aveva fatta. Era probabile che esagerasse, nel vedere minacce anche laddove non c'erano, ma Edward era certo della sua buona fede, dopotutto Oliver Fischer non si era sempre dimostrato affidabile ed era plausibile che avesse qualcosa da nascondere.
Fu proprio Oliver Fischer la prima persona che incontrò, all'interno della clinica. Era da solo, in un angolo di un corridoio, cercava senz'altro di non dare nell'occhio, forse nella speranza di potere andare a far visita a Selena senza essere bloccato.
Guardava verso di lui, quindi Edward era certo di essere stato visto. Si sorprese che Fischer non cercasse di nascondersi, come se non temesse di essere smascherato, ma evidentemente doveva avere qualcosa in mente, visto che si stava avviando verso di lui.
«Proprio te stavo aspettando, Roberts» gli comunicò, quando lo raggiunse. «Temevo te ne fossi andato.»
«No, non me ne sono andato» replicò Edward. «Forse, però, faresti meglio ad andartene tu. Selena non vuole vederti, mi pare sia stata abbastanza chiara in proposito.»
«Sarebbe molto più chiara se me lo dicesse di persona» ribatté Oliver, «Ma in ogni caso sono qui per parlare con te.»
Edward scosse la testa.
«No, mi dispiace, vado di fretta e non ho niente di cui parlare.»
«Io invece di cose da dirti ne ho più di una e ti converrebbe ascoltarmi. Immagino che tu ci tenga a Selena.»
«Ci ho sempre tenuto a Selena.»
«Eppure la lasci in balia di sua madre e del "dottor Parker".»
«Sua madre e il dottor Parker sono la sua famiglia.»
«Un buon esempio di famiglia, non c'è che dire...»
«Non possiamo sceglierci i nostri parenti» replicò Edward. «Sia la signora Alexandra sia il suo compagno sono stati piuttosto premurosi nei confronti di Selena e questo mi basta.»
«A me no» mise in chiaro Oliver. «Non voglio dire niente sulla signora Alexandra, ma ho il forte sospetto che il dottor Parker non sia chi dice di essere. Selena ha il diritto di essere messa in guardia.»
«Tu, invece, non hai il diritto di decidere che cosa sia bene per Selena» puntualizzò Edward. «Non vuole vederti, devi andartene.»
«Non mi interessa se non vuole vedermi, Selena deve sapere» insisté Oliver. «Il dottor Parker l'ha minacciata, in passato, e...»
«Inventatene una migliore. È assurdo infangare il nome di una brava persona solo perché vuoi trovare una scusa per vedere una donna che non ne vuole più sapere di te. La vita va avanti, Fischer.»
«Non mi sto inventando niente. Ti prego di riferirle che devo parlarle con urgenza di un fatto importante. Selena stessa si è confidata con me a proposito del dottor Parker, prima dell'aggressione.»
Memore delle richieste di Alexandra Bernard e di Veronica, Edward rimase fermo sulla propria posizione.
«No, non riferisco niente a Selena.»
«E va bene, io ci ho provato» rispose Oliver, «Ma a quanto pare non ha funzionato. Avevo preso una grande cantonata su di te: credevo fossi un uomo perbene ma un pilota di merda, invece era l'esatto contrario. Sei un ottimo pilota, ma sei un uomo di merda.»
«Me ne farò una ragione» ribatté Edward, calmo. «Quello che conta, per me, non è quello che la gente insignificante pensa di me. È realizzare i miei obiettivi... e ti assicuro che ci sto riuscendo.»
«Anch'io realizzerò i miei, in un modo o nell'altro» gli assicurò Oliver. «Temo che alla fine ti ritroverai con niente in mano, ma non è affare mio. Ognuno ottiene quello che merita.»
 
 
   
 
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