Capitolo VII
Usagi
stava impazzendo.
Lo
attendeva ormai da ore.
Era
preoccupata, terribilmente preoccupata.
Aveva
chiamato casa ed aveva detto alla madre che avrebbe passato l’intera giornata
da Rei ma era quasi sera e di Mamoru, ancora, non sapeva nulla. Cosa era
accaduto? Perché non era ancora rientrato?
Una
volta terminata la riunione, lei e le ragazze erano rimaste ad attendere
l’arrivo di Mamoru ma senza alcun esito.
Dopo
pranzo, stanca di fingere una sicurezza che non possedeva, aveva deciso di
andare via. Aveva chiesto a Rei di continuare a coprirla nel caso in cui la
madre l’avesse cercata, non voleva certo far preoccupare Ikuko.
Con
lei erano andati via anche Luna ed Artemis che si erano diretti al parco in
cerca di qualche pista da seguire. Lei aveva deciso di evitare, almeno per un
paio di secoli, quel luogo che le portava alla mente solo ricordi assai
dolorosi.
Alla
fine aveva iniziato a vagare per le strade di Tokyo e, senza neanche essersene
accorta, era giunta proprio sotto al palazzo in cui abitava Mamoru e così si
trovava da più di due ore seduta su di una scomoda panchina.
Improvvisamente
il rumore di un tuono le fece alzare di scatto la testa. Il cielo si era coperto
di nuvole grigie e la gente si affrettava per le strade del centro per evitare
l’imminente pioggia. Un temporale si stava avvicinando. Lei non si era accorta
di nulla troppo immersa nelle sue riflessioni.
La
mente era stata totalmente rapita da ciò che le stava accadendo.
“Combatti
per Mamoru. Non arrenderti mai.”
Quelle
parole… quelle parole se le era ripetute di continuo da quando si era seduta
su quella panchina… quelle parole le aveva assimilate, le aveva rese parte di
sé. Si era fusa con esse ed aveva tagliato fuori dal mondo tutto il resto, fino
a che… fino a che una goccia di pioggia non le accarezzo una guancia. Poi
un’altra, ed un’altra ancora.
In
pochi minuti, forse pochi istanti, una pioggia fittissima si era rovesciata sul
quartiere di Shibuya. Usagi non era riuscita a muoversi da quella panchina. Era
rimasta ferma, seduta.
Lasciava
che la pioggia la ricoprisse.
Sperava
che portasse via le sue paure, il suo dolore.
Rimase
lì seduta per diversi minuti.
Gli
occhi chiusi ed un sorriso triste, spento, sulle labbra.
Poi
la pioggia terminò. Aprì lentamente gli occhi e si rese conto di essere
coperta da un ombrello, voltò il capo alla sua sinistra e la riconobbe: Rei.
La
sua amica era seduta al suo fianco e copriva entrambe con il suo ombrello rosso.
-
Se restavi ancora un altro po’ sotto la pioggia rischiavi di prenderti un
raffreddore!
Il
sorriso caldo di Rei fece scattare Usagi che buttò le braccia al collo
dell’amica ed incurante di tutto, della pioggia, dei passanti, del tempo,
iniziò a piangere tutte le sue lacrime.
Solo
quando riuscì a bloccare i singulti del pianto, Usagi alzò il capo e fissò i
suoi occhi azzurri in quelli color onice di Rei.
-
Mi spiace Rei. Mi spiace essere scoppiata a piangere come una bambina.
-
Non dire sciocchezze. Nessuno ti chiede di essere ciò che non sei. Ero
preoccupata, terribilmente preoccupata. Mi chiedevo quanto impiegassi prima che
esplodessi, o peggio, implodessi.
Rei
la strinse maggiormente in quell’abbraccio che procurò ad Usagi il sollievo
di cui necessitava. Fragile come non le accadeva da tanto, Usagi poggiò il capo
sulla spalla dell’amica e chiuse gli occhi. Tra tutte le Senshi, Rei era
quella che la comprendeva maggiormente, più di Minako con la quale aveva
maggiori affinità caratteriali.
Il
carattere deciso, ma allo stesso tempo dolce e comprensivo della guerriera di
Marte, era quello di cui necessitava Usagi in quel momento. Aveva bisogno della
forza e della determinazione di Rei, soprattutto in quel momento.
-
Ascoltami stupida. Adesso asciuga questi lacrimoni e ricaccia fuori il tuo
caratteraccio. Noi abbiamo bisogno della tua sbadataggine, della tua goffaggine
e di tutti i tuoi difetti.
Rei
aveva detto quelle parole con il sorriso sulle labbra, con il sorriso di chi,
Usagi lo sapeva, voleva spronarla ad andare avanti. Le aveva parlato in quel
modo per tirare fuori la grinta che era, momentaneamente, sparita.
-
Rei tu sai come far sentire una persona speciale.
- Bhè si grazie. So perfettamente di
possedere una dialettica fuori dal comune.
Lo
aveva detto assumendo la solita espressione di superiorità che la
caratterizzava ogni volta che voleva essere – voleva fingere di essere –
presuntuosa e arrogante.
In
realtà Rei non era così, probabilmente non lo era mai stata.
Era
sempre stata una ragazza sola che mascherava il dolore per quella solitudine
allontanando gli altri prima che gli altri allontanassero lei.
Usagi
questo lo sapeva bene, ricordava il bisogno di compagnia, di affetto, che aveva
avvertito la prima volta che aveva incontrato la sacerdotessa. La stessa
sacerdotessa che adesso la guardava con gli occhi di chi non ammette debolezze.
-
Usagi io ti ho lasciato Mamoru perché… perché ho capito che con te non
c’era partita. Anche se Mamoru non dava alcun segno di interesse nei tuoi
confronti io sapevo, percepivo, che non ero io quella che voleva al suo fianco.
Adesso ti chiedo di non farmi pentire della mia scelta. Adesso devi dimostrarmi
che non ho commesso un errore lasciandoti campo libero.
-
Rei…
Si
era fermata. Non sapeva cosa dirle. Non avevano mai affrontato quel discorso.
Non avevano mai parlato di quando Mamoru e Rei si frequentavano. Non ne aveva
mai parlato con Rei, con Mamoru o con una delle ragazze. Non avevano mai parlato
di quel periodo perché lo riteneva inutile, superfluo ed adesso… adesso aveva
capito perché Rei aveva tirato fuori – da un cilindro senza fondo – quella
vecchia storia… vecchia per modo dire dato che risaliva a meno di sei mesi
prima.
-
Rei, tesoro, se Mamoru mi ha scelto è perché ha visto in me
tutta quella dolcezza, tenerezza, bellezza e romanticismo che in una violenta
come te non esistono e non potranno mai esistere. Anzi, mi chiedo cosa possa
aver spinto il mio povero Mamo-chan a frequentarti!
-
Ingrata.
-
Violenta.
-
Balena.
-
Invidiosa.
-
Bambina frignona.
-
Hentai.
-
Cosa stai blaterando?
-
Ho visto quei manga nel cassetto della tua scrivania!
-
No, Usagi hai frainteso!
-
Cosa? Vuoi dirmi che tu… tu… hai davvero nel cassetto della tua scrivania un
manga di quel genere? Non ci posso credere! Io stavo scherzando!
Il
rossore sulle guance di Rei presto fu accompagnato da quello di Usagi che tutto
si immaginava tranne ciò che aveva scoperto.
-
Aspetta, ti posso spiegare!
-
No, non voglio sentire! Non voglio sentire! Non voglio sentire!
Usagi
aveva messo le mani a coprirsi le orecchie e spostava la testa a destra e
sinistra ripetendo di continuo la frase “Non voglio sentire!”, Rei
esasperata – ma soprattutto imbarazzata dallo spettacolo che stava dando
l’amica – le afferrò i polsi e bloccò il movimento oscillatorio della
testa solo con un’occhiata.
-
Adesso ascoltami bene: quel manga non è mio. L’ho sequestrato a… mio
nonno.
Usagi
restò immobile alcuni secondi poi scoppiò in una risata divertita. Rei la
guardava senza capire ma, alla fine contagiata dall’ilarità dell’amica, si unì
alla sua risata. Solo dopo alcuni minuti le due ragazze tornarono padrone del
proprio corpo. Usagi asciugò una lacrima – stavolta dovuta al troppo ridere
– e prese tra le mani quella dell’amica.
-
Grazie Rei. Grazie di cuore.
§§§§§
- Sei sicuro di ciò che dici?
-
Sì, ne sono certo.
-
Non c’è margine di errore?
-
Nessuno, mi spiace.
Mamoru
aveva sperato.
Aveva
pregato di trovare su Elysion la soluzione ai suoi problemi ma si era sbagliato.
Il ragazzo che gli stava davanti aveva escluso quella possibilità.
-
Maestà…
-
Helios, secondo te cosa può esserle successo?
Il
custode dei sogni chiuse gli occhi e cercò di mettere in ordine le informazioni
che gli aveva fornito il suo Principe.
-
Mi duole dirlo ma… non so cosa pensare. La Principessa Serenity è convinta
che si sia trattato di un sogno, voi ne siete sicuro, ma vi posso assicurare che
non è vero, non è possibile. Se la Principessa si fosse ferita nel corso di un
sogno… sarebbe rimasta una traccia qui su Elysion ma come potete notare nulla
è fuori posto. I cristalli sono intatti, puri. Lo avete visto anche voi.
-
Lo so Helios, lo so. Non si tratta neanche di un sogno premonitore?
-
Non credo. I sogni premonitori sono caratteristica della Famiglia Reale del Gold
Kingdom. Mi spiace.
Mamoru
sospirò rumorosamente e fissò Helios negli occhi.
Le
speranze che aveva riversato su Elysion erano state deluse. Non era giunto a
capo di niente ed adesso si ritrovava più vuoto di prima.
Non
era il pensiero del pericolo che stava correndo.
Non
si trattava del nemico che aveva minacciato direttamente la sua persona.
Erano
gli occhi di Usagi che aveva paura di affrontare, che aveva paura di deludere.
Si
girò un’ultima volta ad osservare la sala circolare in cui si trovava: il
cuore pulsante di Elysion.
Un’infinità
di rose di cristallo incorniciavano quella stanza, quelli erano i sogni del
genere umano. Ogni sogno aveva una rosa cristallina, ogni rosa un colore.
Il
concetto di spazio su Elysion era differente da quello che vigeva sulla Terra.
Non esisteva il comune spazio visibile agli occhi degli uomini. Su Elysion
era… diverso. Esistevano tasche dimensionali all’interno delle quali
si aprivano altri luoghi, altre aeree; queste tasche erano controllate da Helios
– il custode di Elysion – e da Mamoru stesso, ultimo erede del Gold Kingdom.
Ecco perché i sogni di più di sei miliardi di terrestri si trovavano in quella
stanza.
Si
avvicinò ancora una volta ai sogni di Usagi ed il bianco di quelle rose lo colpì
come una stilettata al cuore. Tante, infinite rose bianche, solo una rossa.
Perché?
Perché erano bianche e non nere, bordeaux, grigie? Una tonalità scura,
qualcosa che indicasse il suo animo tormentato. No, le sue rose erano bianche,
segno di purezza, di serenità, di tranquillità. Fino al giorno prima Usagi non
era turbata. Le sue rose bianche ne erano testimoni. Non aveva avuto incubi.
Poi
si concentrò sull’unica rosa rossa. Una rosa rossa, solo una rosa rossa tra
tutte quelle candide. E sapeva cosa indicava quella singola, rara, sola, rosa
rossa. Quella rosa racchiudeva i sogni, gli incubi, legati al periodo in cui lui
si trovava soggiogato dal potere di Beryl, dal volere di Metallia.
Chiuse
gli occhi e richiamò a sé quel cristallo rosso.
Una
volta materializzato nella sua mano la strinse. Strinse con tutta la sua forza
ma il fiore restò intatto. Intatto in tutta la sua crudele bellezza.
Improvvisamente
fu avvolto da un’ondata di… disperazione. Come un flash vide il suo corpo
cadere tra le braccia di Usagi, colpito a tradimento. La risata di Zoicite. Il
dolore di Usagi. No
Sailor Moon. Serenity. La
disperazione per averlo perso. Per vederlo morente tra le sue braccia. Quello
era l’incubo di Usagi, quell’incubo ricorrente che l’aveva accompagnata
per tutto il periodo in cui lui era rimasto in mano del nemico.
Finita
quella visione Mamoru si sentì stordito. Il cuore correva veloce, troppo
veloce. Chiuse gli occhi perché un’altra emozione lo investì in pieno:
dolore. Un dolore violento al centro del petto, lì dove batteva il cuore. Ma
non era il suo cuore a soffrire, no. Era Usagi. Ed altre immagini lo investirono
in pieno. Lui, nelle vesti del Principe Endymion, e Sailor Moon. Uno contro
l’altro. Gli occhi di Usagi pieni di lacrime nel vano tentativo di fargli
riaffiorare un ricordo di loro ma nulla. Urlò in preda all’angoscia nel
momento in cui la sua spada colpì il fianco della guerriera della Luna. Si
ritrovò inginocchiato in terra con la rosa ancora stretta in mano e gli occhi
pieni di lacrime.
Poi
ancora un vortice di emozioni, l’ultima, la più terrificante. L’abbandono.
L’abbandono dei sensi, della vita, della voglia di combattere, di reagire.
Vide Usagi precipitare in un baratro senza fondo. Provò a chiamarla. Urlò il
suo nome ma senza risultati, dalla sua bocca non usciva nessun suono. Solo il
silenzio, lo stesso silenzio che aveva avvertito nella mente di Usagi.
Finì
improvvisamente, così come tutto era iniziato. Si ritrovò seduto in terra con
le mani a coprirgli gli occhi. Le lacrime prepotentemente trattenute.
-
Maestà non dovevate farlo. I sogni di una persona sono qualcosa di intimo e
privato. Voi non avete il diritto di insinuarvi in essi.
-
Helios… io… sono stato uno sciocco. Non ho mai capito il dolore di Usagi,
mai. Ho sempre pensato al mio senso di colpa ma non mi sono mai soffermato a
riflettere sui suoi sentimenti.
Era
stato uno stupido egoista. Ecco cosa. Aveva pensato al suo senso di colpa, al
suo onore macchiato.
Si
era chiesto più di una volta cosa avesse provato Usagi nel periodo della sua
prigionia, aveva tentato di parlarne con lei ma senza risultati. Usagi aveva
sempre risposto che non era importante perché tutto era passato, perché lui
era tornato. Era stato uno sciocco ed anche cieco.
-
Principe Endymion… credo che sia tempo di tornare sulla Terra. Mancate già da
diverse ore.
Era
arrivato il momento di lasciare quella dimensione e tornare nel suo tempo.
Sorrise ad Helios, un sorriso privo di felicità, un sorriso mesto. Chiuse gli
occhi e nello stesso bagliore di luce che lo aveva portato ad Elysion, nel
medesimo modo, fece ritorno sulla raduna dalla quale era partito.
Il
sole era tramontato, il cielo era coperto da nuvole grigie ed un temporale stava
per colpire la città. Doveva fare in fretta se non voleva trovarsi a guidare
sotto la pioggia.
§§§§§
- Allora?
-
Siamo pronti signore.
-
Bene, stavolta cercate di non fallire.
-
Non la deluderemo mio padrone!
L’uomo
sparì nel nulla lasciandolo da solo. Bevve parte del vino contenuto nel
bicchiere di cristallo nero, lo stesso cristallo di cui era fatto il suo
scranno. Si voltò verso la donna imprigionata nella gabbia di energia e le
sorrise arrogante.
-
Come interverrai stavolta?
-
A costo di morire ti impedirò di portare avanti il tuo piano! Non ucciderai
Endymion, non te lo permetterò.
Il
bicchiere di cristallo si infranse contro la barriera rompendosi in mille
schegge impazzite. Alcune ferirono le braccia ed il volto della donna
imprigionata. Il vino aveva macchiato l’abito candido di lei. Il volto di lei,
nonostante la brutalità del gesto, nonostante le ferite subite, nonostante la
stanchezza provata, rimaneva impassibile.
Quell’espressione
così indifferente fece ulteriormente infuriare il giovane che scattò in sua
direzione afferrandola per i capelli, passando attraverso le sbarre di energie
come se nulla fosse. Afferrò per il collo da cigno la donna imprigionata e
strinse la sua presa con tutta la forza di cui disponeva.
Gli
occhi di lei rimasero immobili, come se non stesse soffocando.
E
poi la lasciò. Lasciò la presa e si ritrasse indietro con un ghigno sulle
labbra che, per la prima volta, la fece vacillare.
-
Non sarà così semplice. Serenity la morte non ti libererà di me.
L’angolo
dell’autrice
Catania,
il 10 settembre 2009
Ore
21:57
Buona sera. Ho aggiornato a poco più di 24 ore rispetto al primo post. Lo capirete leggendo i ringraziamenti a fine pagina.
Bene,
ho visto che nessuno ha fatto riferimento ad Elysion nelle recensioni, mi chiedo
se avevate capito o meno che facevo riferimento ad Illusion eppure… cavolo
credo di no. Sappiate che Elysion, secondo ciò che ho reperito su Wikipedia, è
il nome originale di Illusion. Per quel che riguarda i sogni e le rose di
cristallo… è stata un’idea venuta dal nulla. Ho deciso di dare la forma di
rosa per fare un piccolo omaggio a Mamoru ed al suo modo di attaccare sotto le
sembianze di Tuxedo Kamen mentre il cristallo… il cristallo perché mi dà
l’idea di purezza ed il sogno, a mio modo di vedere, è il modo più puro per
esprimere la nostra fantasia ed il nostro stato d’animo.
Tornando
alla storia: Mamoru non ha scoperto nulla di nuovo se non che quello di Usagi
non è stato un sogno e che la nostra Odango non è capace di avere sogni
premonitori.
Il
nemico, finalmente, si è fatto vedere anche se non ha attaccato e spero che vi
sia piaciuto il modo in cui ho deciso di presentare il cattivo di turno. Adesso
vi lascio ai ringraziamenti…
Catania,
il 9 settembre 2009
Ore
10:23
Stavolta
rivoluziono il tutto, prima scrivo i ringraziamenti e poi il capitolo quindi non
so cosa accadrà e le risposte alle vostre recensioni per alcuni versi potranno
sembrare inappropriate, vi ricordo, quindi di pensare che quello che segue è
un’anticipazione al capitolo vero e proprio.
RINGRAZIAMENTI:
-
FEFERICA: buongiorno (è mattina anche se probabilmente aggiornerò di
sera e non so di preciso quando)! Spero tanto che anche adesso tu abbia pensato
alla mia storia… et voilà il capitolo nuovo. Mi spiace averti fatto attendere
tanto ma purtroppo tra estate, tirocinio, studio e mancanza di voglia di fare
l’aggiornamento è andato un po’ per le lunghe. Al momento non rispondo alle
tue domande (ti ricordo che ancora non ho scritto il capitolo ma mi porto avanti
con le recensioni così da potervi dare lo spazio che voi anime pie meritate!)
ma di sicuro posso ringraziarti per i complimenti che, come sempre, mi fanno
arrossire. Spero di averti reso ancora entusiasta con il nuovo capitolo, alla
prossima!
-
LUCIADOM: buondì! Grazie per i complimenti ma hai pienamente ragione sul
dire che non essere mai “pienamente soddisfatti” di ciò che si fa è un
male. Ti porta via parecchio tempo che potresti impiegare per portarti avanti
con altre materie ma purtroppo sono pignola e ne piango le conseguenze…
la perfezione, con il passare degli anni, ho compreso che è mera illusione, un
qualcosa che rincorriamo che non ci accorgiamo di possedere già… la macchina
uomo è perfezione, una giornata di sole è perfezione, l’amore delle persone
che abbiamo accanto sono la perfezione… ma meglio fermarmi altrimenti rischio
di essere moooolto noiosa. Sono felice che anche i tuoi esami siano andati bene
io, purtroppo o per fortuna, non ho staccato per nulla, il pomeriggio l’ho
comunque dedicato ai libri ed almeno non ho perso il ritmo. A quanto pare
ragazze, appena accendete il pc avete subito sott’occhio la mia storia e
quindi le opzioni sono due: 1) o sono io che vi rompo le uova nel paniere con i
miei aggiornamenti; 2) o non aggiorna più nessuno… un dilemma! Che cosa abbia
trovato Mamoru si è già capito, almeno credo (ti ricordo che sto rispondendo a
questa recensione senza aver ancora scritto un bel niente!) e le ragazze, bhè
valli a mettere d’accordo 5 cervelli (7 se aggiungiamo Luna ed Artemis!),
essere in tanti può essere un bene, ma a volte è deleterio! Adesso ti saluto
perché devo passare agli altri aggiornamenti ed attendo anche un po’ di
ispirazione… alla prossima!
-
LAGADEMA: sai gli originali sono più facili da gestire, non devi
rimanere legata alla storia e puoi modificarla a tuo piacimento come ho fatto io
in questo caso!
-
CHICHILINA: ti prego non deprimerti per così poco. Se non hai recensito
avrai avuto i tuoi buoni motivi e quindi non devi sentirti colpevole,
l’importante è che reputi la fanfic degna di un minimo di attenzione… tanto
per premiare questa povera anima in pena (che sarei io!)…
-
NEPTUNE 87: cosa accadrà ancora non lo so con preciso purtroppo nella
mia testa nulla va come dovrebbe. Le idee sono un continuo divenire e non posso
rispondere a questo tuo quesito, quel che è certo è che Mamoru ha intuito a
chi potersi rivolgere e questa persona… non ha risposto come avevate sperato
tutte, mica posso darvi la soluzione a tutto! Sono felice che la scena tra le
ragazze sia stata di tuo gradimento, ogni volta che ci sono diversi personaggi
nella stessa scena ho paura di non far comprendere chi parla… ma a quanto
pare, stavolta almeno, sono riuscita ad essere chiara… mi dedico un attimo a
te perché ancora non sono riuscita a commentarti e così approfitto del mio
spazio per porti una domanda relativa alla tua fanfic “Cosa fai Rei”: ma
cosa mi combina Rei? È davvero sicura di aver fatto qualcosa con Mamoru? Io non
ci credo!
-
MARYUSA: ciao! Tranquilla non sei tu ad essere lenta di comprendonio,
sono io ad essere stata, volutamente(?), poco chiara! La domanda è: cosa avrà
intuito Mamoru o cosa avrà ricordato? È su questo che si è basato il capitolo
VI e se tu non ci sei arrivata dipende molto dal fatto che io sono stata poco
chiara… grazie per i complimenti. La parte iniziale del capitolo è stata
difficile perché non volevo che si partisse direttamente con la scena delle
ragazze che si riuniscono, dovevo spiegare cosa aveva in mente Mamoru e perché
se ne doveva andare ma potevo benissimo farlo dire ad Usagi in un altro
contesto… invece, invece ho preferito spiegare le sensazioni di quel bacio e
spero di esserci riuscita. Presto arriverà Chibiusa, presto non so quando con
precisione… bhè rendertela simpatica… ma se ti dicessi che ho scritto
questa fic per due ragioni: 1) far vendicare Usagi, non è stato carino da parte
di Mamoru far soffrire tanto la piccola Odango nel corso della seconda serie; 2)
proporre una nuova Chibiusa meno antipatica e saccente rispetto a quella
presentata proprio nella versione anime della seconda serie. Spero tanto di
poterti accontentare. Adesso ti lasci, passo alle altre recensioni.
-
JAJ984: Ily tesoro ho scritto questa fic proprio per compiere la vendetta
di Usagi e, come ho detto a Maryusa, per rendere accettabile il ruolo di
Chibiusa… quindi non si tratta di semplice rivalsa, no, è proprio vendetta
nei confronti di Mamoru e degli adattatori italiani! Il mondo è proprio strano,
mi leggevi ma non sapevi chi io fossi quando in realtà ero proprio io… se
questo non è destino, mi manca un po’ manganet ma ho la necessità, almeno
per il momento, di staccarmi da Ryo e Kaori e concentrarmi su altro. Kaori mi ha
dato tanto, tantissimo, ma adesso voglio attingere anche da altri personaggi!
Per quel che riguarda Mamoru ed Usagi i loro animi sono legati, lo erano in
passato e lo saranno nel futuro, perché non debbono esserlo anche nel presente.
Io credo che due persone che si amino, nella realtà, sono due anime che sono
legate e che non si separano neanche se costrette, questo è quello che cerco di
far trasparire da questi due personaggi!
-
ELLEPHEDRE: meno male, pericolo punteggiatura superato! Migliorata mi
sembra eccessivo, forse, semplicemente, inizio a capire che non ha senso buttare
qua e là virgole e punti ed è meglio ragionarci su. Per quel che riguarda le
interrogative dirette/indirette ci devo lavorare su, ed anche per tanto e tanto
tempo. Purtroppo sono il mio debole e non so come migliorarmi. Il fatto è che
mentre scrivo non mi rendo conto di farlo. Io scrivo e mentre lo faccio do già
l’impostazione, nella mia mente malata, alla mia voce che poi legge la frase
come se fosse una domanda, anche se, effettivamente, non c’è il punto di
domanda. Dovrei ricordarmi che chi legge non è nella mia testa e forse riuscirò
a migliorarmi. Per quel che riguarda lo stile distaccato hai pienamente ragione
solo che, utilizzando il punto di vista esterno, mi risulta difficile essere
meno lontana dalla narrazione dei fatti. Tendo a ripetere il soggetto, a volte
utilizzando sinonimi idioti, per paura di non riuscire ad esprimere esattamente
chi è che parla e con chi. Se a tal proposito hai qualche suggerimento ti sarò
riconoscente a vita!
…
ringrazio le 17 persone che mi hanno inserito tra i preferiti, ultima ad essersi
aggiunta è Neptune 87:
-
ANGELINA93;
-
BELLA95;
-
BIMBASTUPENDA;
-
CHICHILINA;
-
CRISTA 85;
-
ENIGMA;
-
FANTASY_MARY88;
-
FEFERICA;
-
ILARY;
-
JORDY KLEYN;
-
M00NLIGHT;
-
MELI_MAO;
-
MYLA_CHAN;
-
NEPTUNE 87;
-
ROMANTICGIRL;
-
STELLA93MER;
-
_ MADDY_.
Ed
un grazie ai 18 che mi hanno inserito tra i seguiti, anche in questo caso grazie
a Chichilina e Shalya che sono le nuove arrivate:
-
CHICHILINA;
-
DRAGON85;
-
ELIE191;
-
ELLEPPHEDRE;
-
HATORI;
-
JAJ84;
-
KAGOME_86;
-
LUCIADOM;
-
LUISINA;
-
MARY85;
-
MARYANGEL;
-
MIKAYLA;
-
MYLA_CHAN;
-
PIKKY91;
-
POTTER92;
-
SHALYA;
-
SOGNODIUNANOTTEDIMEZZAESTATE;
-
STELLA93MER.
Grazie
ancora ed alla prossima!