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Autore: Nemesis01    04/12/2022    0 recensioni
La prima cosa che suo padre gli aveva detto, appena dopo aver ricevuto la lettera d'ammissione ad Hogwarts, era stata: "stai lontano dai Potter". Glielo aveva ripetuto più o meno ogni volta che era rientrato a scuola negli ultimi quattro anni, era diventato un vero e proprio mantra: "fai attenzione alle scale, non infilarti in stanze nascoste, non usare la magia al di fuori delle lezioni, gioca pulito a Quidditch e stai lontano dai Potter".
[Draco/Harry e forse un tocco di James Sirius/Scorpius, ci penso.]
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, James Sirius Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
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Disclaimer!
Questa fan fiction tratterà di coppie slash (Draco/Harry e anche James Sirius/Scorpius). Per cui, se non vi piace lo slash né siete fan di queste ship, vi chiedo il favore di tenere in considerazione questo dettaglio prima di iniziare a leggere.  
Grazie mille.


*




Stai lontano dai Potter







VII.


Da quando Scorpius aveva fatto amicizia con i Potter la sua reputazione era decisamente migliorata. Nessuno lo guardava più come se fosse soltanto il figlio un Mangiamorte; pareva che il fatto che fosse stato accettato nella cerchia dei Potter fosse un lasciapassare per le attività sociali. Perfino alcune ragazze di Corvonero gli si erano avvicinate subito dopo la lezione di Pozioni e, con qualche risolino, gli avevano chiesto se avesse una ragazza. Malfoy era rimasto imbarazzato e lo sguardo divertito di Albus, che sembrava dirgli "vai, vai", non l'aveva aiutato di certo. Preferiva di gran lunga le cene in Sala Grande al tavolo con i Potter e i Weasley alle chiacchiere casuali con gente che prima lo ignorava o lo aveva preso in giro gratuitamente.
McLaggen non lo aveva davvero più bullizzato. L'intervento di James era stato decisivo e, sebbene McLaggen non mancasse mai l'occasione di lanciargli qualche occhiataccia, almeno evitava di ridicolizzato davanti a tutta la scuola.

- Non so come fare con Pozioni, - sospirò Scorpius.
Albus annuì triste. - Ha assegnato un sacco di compiti, non so come riusciremo a farli tutti. Poi dobbiamo anche scrivergli due rotoli di pergamena sull'uso del Sangue di Drago... due rotoli, - sbuffò. 
- Sono dodici usi, Al, puoi scriverci pure più di due rotoli di pergamena. -
James era arrivato insieme a Louis. Sembravano essere inseparabili. Se non fosse che sapeva che fossero cugini, Scorpius avrebbe potuto tranquillamente pensare a loro due come una coppia perfetta: belli e affiatati. 
- Ha assegnato lo stesso compito anche a noi, - spiegò Louis sedendosi accanto a Hugo.
- E che voto avete preso? -
- Io una misera "O" ma James una "E". -
Malfoy si voltò verso James ammirato.
- Cos'è quella faccia, Scorpius? -
- È che... fai un sacco di cose, come fai a prendere sempre "E"? -
Potter bevve un bicchiere di succo di zucca prima di rispondere. - Te lo avevo detto, io sono bravo in tutte le cose che faccio. -
A Scorpius piaceva molto la famiglia Potter e anche la piccola scia di popolarità che gli aveva portato non era male. 

Albus e Scorpius rimasero a studiare in biblioteca fino a tardi per completare i compiti di Pozioni. A differenza del padre, Malfoy non era portato per la materia, preferiva di gran lunga Erbologia e Cura delle Creature Magiche.
- Ragazzi, è tardi. Sono passate le dieci e io devo chiudere, - l'interruppe Madame Pince.
Sembrava perfino dispiaciuta: i due ragazzi erano stati tranquilli e assorti nello studio per tutto il tempo, senza mai disturbare o alzare la voce, che era un vero peccato mandarli via.
- Oh, ci scusi Madame Pince, noi non ci siamo resi conto dell'orario... -
I due raccolsero le loro cose, salutarono la bibliotecaria e uscirono. Mentre scendevano le scale, ascoltando il chiacchiericcio di alcuni quadri, commentavano fra loro le scoperte fatte sull'argomento.

- Ehi voi due, allora siete vivi! -
- Jamie, - mugolò Albus. - Perché sei così cattivo da non volermi far copiare i compiti? -
- Perché copiare è sbagliato... e poi perché detengo il record della pergamena più lunga e dettagliata sul Sangue di Drago, - rise. - Dove eravate? Avete addirittura saltato la cena! -
- Siamo rimasti a studiare in biblioteca e non ci siamo resi conto che era tardi. -
- Anche se ora, ti confesso, il mio stomaco si è reso conto di essere vuoto, - si lamentò Albus. - È tardi, vero? Hanno già chiuso? -
James annuì. - Gli elfi hanno anche ripulito la Sala Grande. Forse, se andate in cucina, possono comunque prepararvi qualcosa... -
- Non sono in vena dei loro "oh padrone Potter, signore, tutto, tu chiede e noi prepariamo, signore, tu vuole una fetta di torta? Noi fare torta più buona per padron Potter, signore..." -
James e Scorpius scoppiarono a ridere per l'imitazione di Albus. 
- E tu, invece, che ci fai qui? -
- Ho appena finito gli allenamenti di Quidditch. Sono passato a salutare Hagrid prima di andare nella Sala Comune, mi ha dato una cosa per papà... oh, certo, - si ricordò qualcosa perché prese a scavare nella sua borsa da Quidditch. Estrasse un sacchetto di tela color avorio e lo allungò verso il fratello. - Hagrid mi ha dato dei biscotti al mou e delle Cioccorane. Prendeteli voi. Non sarà granché ma almeno non restate a digiuno! -
I due ragazzi guardarono James come se avesse donato mille galeoni ciascuno e Albus afferrò subito il sacchetto dalle mani del fratello. 
- Albus è un elfo libero, - scherzò. - Adoro la cavalleria di voi Grifondoro. -
James strinse le spalle divertito. - Ti ho dato i biscotti di Hagrid mica quelli di nonna Molly, - rise, poi gli fece una linguaccia.
- Tu... tu... traditore del tuo sangue, piccolo sudicio mostriciattolo, io... -
- Dai Al, - rise Scorpius divertito. - Smettila di fare l'elfo arrabbiato e torniamo in Sala Comune. Abbiamo ancora da scrivere due dei dodici usi! -
Albus sbuffò ancora e rivolse al fratello un'ultima occhiata minacciosa; dopo lo abbracciò senza dire niente e, insieme al suo amico, si diresse verso il dormitorio. James li osservò per qualche secondo prima di fare la stessa cosa.

- Sei fortunato, sai? - disse Scorpius.
- Per i biscotti? Prendili, ce ne sono anche per te! -
- Non solo per quelli, - rispose Malfoy afferrando un biscotto. Era un po' duro ma con la fame che aveva avrebbe mangiato anche una sanguisuga essiccata. - Tu hai Lily e James... e lui è molto premuroso! -
Potter lo scrutò da sotto gli occhiali mentre mandava giù un altro biscotto. - In effetti, poteva andarmi peggio. Pensa se avessi avuto Louis come fratello... brrr! -
- Perché? -
- Louis è un po' Veela, - spiegò Albus mangiando un altro biscotto. - A volte penso che James lo sopporti solo perché ne è ammaliato. -
- Scusa ma... cioè... non ho ancora studiato le Veela, ma sapevo che loro sono femmine e che attraggono i maschi. Esistono anche Veela uomini? - 
- Normalmente le Veela sono donne e attraggono gli uomini... non ci sono molti studi su Veela di sesso maschile, però si presuppone che così come quelle donne ammaliano gli uomini sia uguale in senso opposto. Però, ehm, in sostanza si viene attratti da ciò che ci piace di più. -
Scorpius lo guardò a metà tra il confuso e il curioso. Gli piaceva l'idea di scoprire qualcosa in più sulle Veela ma continuava a non capire a pieno il discorso dell'amico.
- Cioè Louis attrae un sacco di ragazze, cosa per la quale lo invidio, ma anche i ragazzi. -
- Anche i ragazzi? -
Albus annuì. - In maniera diversa e, comunque, Louis è Veela per un quarto, quindi... ma non tutti i ragazzi. Solo quelli gay. -
- E perché pensi che Ja... cioè... James è gay? -
Albus lo fissò quasi come se gli volesse dare dell'idiota ma annuì. Non era un segreto di stato, anzi, per molto tempo era stato il centro dei gossip scolastici. Malfoy non fece altre domande. Questo voleva dire che aveva davvero una chance! 

Il giorno dopo si ritrovarono tutti insieme a fare colazione. Scorpius aveva fatto tardi per i suoi standard e si era avviato in Sala Grande con Lily, Albus e Amycus.
James e il resto della famiglia sembravano star discutendo di qualcosa di altamente noioso dato che Potter soffiava nel suo succo di zucca per fare le bolle.
- Eccoci qui, - disse Albus sedendosi accanto a suo cugino Fred. - È già arrivata la posta? Sto aspettando una lettera da papà! -
- Non ancora, - rispose Louis. - Ehi Malfoy, mi passi una mela per favore? -
Weasley aveva sorriso gentile e Scorpius, memore di quanto gli aveva detto l'amico, cercò di non fissarlo direttamente negli occhi a lungo. Si limitò ad annuire, sorridergli di rimando e passargli la mela. Non poteva giocarsi l'opportunità con James se quest'ultimo avesse pensato che gli piacesse Louis. 
Come al solito i piatti dorati iniziarono a riempirsi di cibo e il gruppo, rumoroso e numeroso, fece colazione senza mai smettere di chiacchierare. Dieci minuti dopo che Hugo aveva fatto fuori l'ultima tartina alla crema pasticciera, un'orda di gufi svolazzò in sala.
I tre fratelli avevano ricevuto due lettere a testa, una da Ginny e una da Harry, mentre per gli altri c'era meno posta. Anche Scorpius aveva ricevuto due lettere, una da suo padre e una...
- Questa non ha il mittente, - borbottò Malfoy. Era una bustina blu, più piccola delle buste da lettera comuni, e c'era scritto solo "A Scorpius H. Malfoy".
James sembrò incuriosito dalla cosa.
- Aprila, no? -
- Magari è una di quelle ragazze Corvonero di ieri, - lo spronò Albus facendogli gomitino.
- Le due ragazze Corvonero? - chiese James.
Albus rise e annuì, raccontando a tutti della "conquista" di Scorpius. Quest'ultimo arrossì di botto. Avrebbe voluto scomparire, cosa che cercò di fare nascondendosi nel cappuccio del mantello.
- Allora sono sicuramente loro, - disse Louis.
- Dai, apri! -
- No! Non dovrebbe farlo, - obiettò Lily.
Amycus sembrava essere d'accordo con lei. - Potrebbe essere qualcosa di pericoloso o qualcosa di imbarazzante come una Strillettera. Magari comincerà ad urlare e sarà terribile! Secondo me dovresti leggerla in dormitorio. O in bagno. -
Scorpius annuì ai due sotto lo sguardo scettico di James. 

Malfoy si era portato con sé la lettera blu durante tutta la giornata e non aveva ancora trovato il coraggio di aprirla. Nella sua testa si erano figurate diverse opzioni: poteva essere uno scherzo e si sarebbe ritrovato coperto da Puzzalinfa, oppure poteva essere una specie di Strillettera o qualcosa di maledetto, o ancora uno scherzo di qualcuno che non sopportava la sua attuale popolarità. Ne avrebbe dovuto parlare con un prefetto? No... era troppo paranoico. Senza considerare che avrebbe fatto la figura dell'allocco.
Il pomeriggio non aveva lezione in comune con i suoi amici. Albus ed Amycus non avevano scelto Antiche Rune mentre lui avrebbe voluto studiarla fin dal primo anno. Dopo aver salutato il professor Babbling, che stranamente non aveva assegnato compiti, Scorpius si era riparato in un angolo dietro ad una colonna di pietra. Estrasse dal libro di Antiche Rune la busta blu; si poggiò con la schiena contro la colonna e rigirò la busta tra le dita. Perché non c'era scritto nemmeno il mittente? E perché James aveva assunto quell'espressione tanto corrucciata? Forse sapeva cosa significava una lettera blu. Magari era davvero una delle Corvonero e probabilmente James aveva mandato una lettera blu a qualcun altro e... "Basta," pensò. 
Stava facendo troppe congetture.
Sospirò e aprì la lettera.
Non ci furono urla né pus né esplosioni di sorta, il che rincuorò il ragazzo. Nella busta c'era solo un foglietto, anch'esso blu, e lo tirò fuori.

"Vediamoci alle 2:00 di stanotte alla Torre dell'Orologio.
Vuoi sapere chi sono?
Io, invece, vorrei un tuo bacio."

Nessuna firma.
La grafia non poteva essere di qualcuno che conosceva poiché non gli era familiare. Alle 2:00 alla Torre dell'Orologio? Era dopo il coprifuoco! Non poteva rischiare...

"Io, invece, vorrei un tuo bacio."

Chi mai avrebbe voluto un bacio da Scorpius?
Il ragazzo infilò rapidamente la lettera nella tasca del mantello e decise di andare in biblioteca per ultimare i compiti di Pozioni.

James, invece, era in biblioteca dal primo pomeriggio. Da buon prefetto si trovava lì per aiutare alcuni ragazzi del primo anno a fare i compiti. Ero uno dei compiti che gli toccava fare, del resto. I maghi che usufruivano del suo aiuto erano per lo più Nati Babbani e avevano più difficoltà degli altri a capire il linguaggio dei maghi.
- P-Potter, - chiese timidamente una ragazzina bionda. - Qui c'è scritto che bisogna girare la bacchetta dopo ogni pozione ma non c'è scritto come... -
- Oh, non preoccuparti, - le sorrise cordiale. - Il professor Lumacorno ti spiegherà per bene come muovere la bacchetta. Ogni pozione ha un movimento diverso, alcuni sono molto simili e ci si può confondere, però questo ti serve solo per imparare il procedimento a grandi linee per la preparazione di una pozione. -
La ragazza, ancora imbarazzata, lo ringraziò per la spiegazione e tornò sui libri.
Scorpius lo vide da lontano; avrebbe voluto avvicinarsi e salutarlo ma non voleva disturbarlo, perciò andò diritto al primo tavolo che gli sembrò libero e ci poggiò sopra inchiostro, libri e pergamena.
- Ciao Malfoy, - salutò Louis. 
Il Serpeverde non si era reso conto della sua presenza e ne fu sorpreso. - Ciao Weasley, - ricambiò.
- Cosa devi studiare? -
- Oh, io... ecco... - Scorpius l'aveva fissato troppo tempo e scosse la testa prima di tornare a fissare i libri. - Pozioni, devo finire un tema sui dodici usi del Sangue di Drago. -
- Che noia, - si lamentò Louis. Poi, come se non vedesse l'ora di chiederglielo, si sporse verso di lui e parlò a bassa voce. - Hai scoperto di chi era la lettera? -
Malfoy rimase immobile, quasi come se gli avessero scagliato contro un incantesimo di pietrificazione. Per un attimo fu tentato dal dirgli che non erano fatti suoi ma subito dopo pensò che potesse essere un buon modo per farlo sapere a James. Non che pensasse che James avrebbe potuto provare qualcosa per lui, ma lo sguardo che gli aveva lanciato la mattina gli aveva dato un briciolo di speranza. Allora scrollò le spalle, scosse la testa per dire no e gli mostrò il bigliettino. 

La teoria di Scorpius non fece una grinza. Dopo cena, nella Sala Comune di Grifondoro, Louis aveva raccontato tutto a suo cugino. Era molto probabile che avesse addirittura piazzato una scommessa sulla reazione di James (secondo Fred non avrebbe fatto una piega) e rimase piuttosto perplesso dal fatto che non avesse detto una parola. Non aveva nemmeno storto le labbra.
Fu solo intorno alle due di notte, quando udì un rumore di porte che venivano aperte e chiuse, che Louis ebbe la sua vittoria: James era sicuramente uscito dal dormitorio e, se ci aveva visto giusto, sarebbe andato alla Torre dell'Orologio.

James si era dato della testa di Troll più volte durante il tragitto; non sapeva perché stava andando lì. Se fosse stata una trappola? Magari quella testa calda di McLaggen che lo aveva tratto in inganno per vendicarsi... o forse era solo geloso. 
Perché avrebbe dovuto essere geloso di Scorpius?
No, non era geloso, andava lì solo per proteggere Scorpius da un eventuale scherzo. Se, invece, lì si fosse trovata una ragazza Corvonero non si sarebbe nemmeno fatto vedere.
Sì, avrebbe fatto così. 

In realtà, Scorpius non ci sarebbe voluto andare. Lui avrebbe voluto un bacio, sì, ma da James e quella non era la sua calligrafia. Però, pensò, che voleva almeno essere onesto con la persona che gli aveva scritto e, per quanto non gli andasse di sfidare la sorte e beccarsi una punizione, era sgattaiolato fuori dal dormitorio e si era diretto al luogo dell'appuntamento.

- James? - chiese. In un baleno, si vide già felicemente sposato con lui in una delle sue fantasie.

- Silenzio! - urlò un quadro.
- Spegni quella bacchetta, ragazzo! - intimò un altro ritratto.

Potter farfugliò un “Nox” e l’oscurità piombò nel corridoio nascondendo la sua espressione da “sono stato colto con le mani nel sacco di polvere di Bulbadox”.
- Scorpius? -
- Che… tu… sei… sei stato tu? - 
- Io a fare cosa? -
- Questo, - farfugliò Scorpius tremando. Gli sventolò il biglietto di fronte agli occhi.
- Io… no, io… quale biglietto? -
La felicità di Scorpius incominciò a sciamare e lesse la lettera a voce alto. - Questa è la lettera che ho ricevuto stamattina, - spiegò.
- Ah… io… non sono stato io. -
- E allora perché sei qui? Hai un appuntamento con qualcun altro? -
Per un solo secondo, James fu tentato dal rimangiarsi tutto, dirgli che era stato lui, prendersi quel bacio e andare avanti ma… no, qualcun altro voleva le labbra di Scorpius e lui doveva sapere chi era.
- Io… sono un Prefetto. Qualcuno nel dormitorio vociferava di un appuntamento qui nel cuore della notte e sono venuto, - mentì.
- Ah. - Scorpius sembrò deluso.
James farfugliò qualcosa di indecifrabile e capì che si era infilato in un bel casino. Avrebbe dovuto riportare Malfoy al Direttore di Serpeverde e, di conseguenza, lui sarebbe stato riportato alla Direttrice di Grifondoro, il che gli faceva ancora più paura.
- Torna a dormire, va bene? - disse soltanto.
Malfoy abbassò lo sguardo e gli occhi iniziarono a gonfiarsi di lacrime. Aveva davvero pensato, anche solo per un secondo, che fosse stato James a mandargli quel biglietto e invece, probabilmente, si era trattato solo di uno scherzo. Probabilmente qualcuno gli aveva voluto tirare uno scherzo per fargli perdere qualche punto Casa e lui ci era cascato in pieno. Annuì piano e sperò che il pensiero che qualcun altro volesse baciarlo avesse potuto far scattare in James una reazione ma… si voltò, deluso, dandogli le spalle e fece qualche passo per fare la strada a ritroso e tornare nella Sala Comune di Serpeverde.
- Buonanotte, - farfugliò Scorpius.
- Aspetta! - lo fermò Potter afferrandogli il polso. - Io… non sono stato io a scriverti la lettera ma un bacio lo vorrei lo stesso. -

Che cosa aveva detto?
Che cosa diavolo gli era preso?!
Scorpius si voltò verso di lui e lo guardò diventando così rosso he quasi era visibile al buio.
- Non lo so, - rispose, e subito si diede dell’idiota.
James gli lasciò il polso e capì la reazione dell’altro. - La verità è che sono venuto qui perché volevo scoprire chi ti aveva mandato quel maledetto biglietto, - ammise.
- E perché t’interessava tanto? - chiese Malfoy mentre la sua voce interiore gli suggeriva un chiaro “bacialo e basta, testa di Troll”.
Potter sorrise in risposta; voleva dire che non si era davvero bruciato tutte le possibilità con Malfoy e allora proseguì nel raccontargli la verità.
- Louis mi ha detto che ha visto il biglietto che ti era arrivato e che c’era scritto di un appuntamento qui. Volevo capire davvero chi fosse, che cosa voleva da te e… sono corso qui. In pigiama, - aggiunse e ridacchiò.
Scorpius si addolcì e fece un passo verso di lui, titubante. - E io… io, che sono vestito così bene, dovrei dare un bacio a te che sei in pigiama giallo-oro?! - chiese ridendo. I suoi occhi erano ancora gonfi di lacrime ma stavolta per la gioia. Anche James rise e, dopo qualche minuto di silenzio e risa nervose, i due si fissarono intensamente negli occhi. Quelli di Scorpius, di un bellissimo grigio-verde, sembravano ancora più grossi ora che erano lucidi e brillanti. 
La luce nel corridoio, dopo il “Nox” di Potter, era veramente molto fioca e si intravedevano a malapena i tratti dei loro corpi se erano abbastanza vicini, e proprio questo li spinse ad abbracciarsi.
- Oh, James, - sospirò Scorpius. Poi restò in silenzio quando avvertì le mani dell’altro tra i suoi capelli. Socchiuse gli occhi e si sentì come il protagonista di un libro per streghe adolescenti: il suo principe lo stava quasi per baciare.
Con un po’ di titubanza e qualche sorriso nervoso, James avvicinò le labbra a quelle di Scorpius e i due si scambiarono un bacio timido; solo quando Scorpius schiuse leggermente le labbra, dando modo all’altro di muoversi diversamente, che il loro bacio divenne più umido.
Potter aveva spinto Malfoy costringendolo a indietreggiare fino a farlo finire con le spalle al muro (qualche altro quadro si era lamentato per il trambusto, ma loro non gli avevano dato peso) trasformando quel bacio timido in uno decisamente più umido e passionale. Il contatto tra le loro labbra accese, di botto, un forte desiderio. Il desiderio di qualcosa di più; non bastava più il flebile contatto tra le loro lingue, la mano di James si muoveva sicura tra i capelli biondi di Scorpius che, spinto dall’impeto, da tutto il tempo che aveva trascorso a fantasticare su quel momento, appoggiò le mani sul suo petto, per poi farle salire sulle spalle e accarezzargli il collo. 
Il cuore di Scorpius batteva all’impazzata. Non poteva credere che stesse succedendo per davvero. 
Era come un sogno, come un bellissimo, romanticissimo, sensualissimo sogno.

- Cosa succede qui? -

Potter avrebbe riconosciuto quella voce tra mille: era la professoressa McGonagall.



 
   
 
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