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Autore: lolloshima    04/12/2022    1 recensioni
"Tetsurou non ti capisco, questa tua gelosia è assolutamente insensata e fuori luogo.”
“Fuori luogo? Il mio ragazzo si presenta pieno di succhiotti, che di certo non gli ho fatto io, e non dovrei essere geloso?”
* *
Questo racconto partecipa all’evento del Gruppo Faceboock Hurt / Comfort
#adventcalendar2022
#kurotsuki
Prompt: Non ho visto nessuno
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kei Tsukishima, Tetsurou Kuroo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per Kuroo era una piacevole novità, quella di fermarsi ed osservare il suo ragazzo che si spogliava lentamente prima di entrare nella doccia.

In effetti, quando avevano la possibilità di vedersi non accadeva spesso che lui si prendesse il tempo per godersi quello spettacolo, visto che la maggior parte delle volte raggiungevano il letto o il divano più vicino avvinghiati e strappandosi a vicenda i vestiti di dosso.

Ma si stava accorgendo che era altrettanto piacevole, ed estremamente eccitante, osservare Kei che, con mivimenti lenti e apparentemente casuali, si liberava dei pantaloni, scoprendo due gambe lunghe e affusolate, si toglieva gli occhiali, facendo brillare i suoi occhi d’ambra, si sfilava il maglione dalla testa, scompigliando i riccioli biondi, sganciava i bottoni della camicia ad uno ad uno, e la faceva scivolare sulle spalle, scoprendo la schiena liscia.

Sulla sua pelle pallida, Tetsusou poteva distinguere chiaramente tutti i segni che gli aveva lasciato durante la notte precedente. Riconosceva uno per uno ogni marchio di possesso, e ricordava il momento esatto glieli aveva impressi.

I graffi rossi alla base della schiena gli riportarono alla mente il momento in cui Kei si era seduto a cavalcioni sopra di lui, e lui si era aggrappato ai suoi fianchi.

Il morso alla base della nuca, il momento in cui Kei si era girato a pancia in giù e lui si era disteso con il ventre sulla sua schiena, facendo aderire completamente la loro pelle.

Il livido violaceo sulla spalla, gli ricordò quando lo aveva morso famelico e aveva aveva succhiato avidamente la sua pelle, pochi momenti prima di raggiungere il culmine del piacere.

Al solo pensarci, Kuroo sentì nuovamente l’eccitazione crescere.

Continuando a guardare il corpo perfetto di Kei, si accorsi di un’altra macchia rossastra sulla schiena.... E anche sulla coscia…

Ehi, un momento.

Kuroo ricordava di aver lasciato dei baci, sì, in quei punti, ma non di aver succhiato o morso…

E, osservando attentamente, le stesse macchie rosse si intravedevano anche sotto le braccia, e sul busto di Kei, spiccando sulla pelle, che sembrava ancora più pallida del solito.

I peggiori scenari si materializzarono nella mente di Tetsurou. Chi diavolo aveva lasciato quei segni osceni sul corpo del suo ragazzo? E perché non se n’era accorto prima, visto che avevano passato la notte nello stesso letto, e per di più senza vestiti?

“Senti un po’, biondino…”

Kei si girò verso di lui mentre si stava togliendo la biancheria per entrare nella doccia.

“Quando mi chiami così, sento odore di guai. Che c’è, Kuroo-san?” rispose sarcastico, sottolineando l’appellativo onorifico.

“Mi puoi spiegare chi diavolo ti ha ridotto in questo stato? Visto che io di certo non sono stato. O almeno non me lo ricordo.”

“Questo non mi stupisce. In genere la memoria si sviluppa quando c’è un cervello funzionante.”

“Stai evitando di rispondere. Cosa hai fatto Kei? E soprattutto, con chi?”

“Io non ho fatto un bel niente con nessuno! Tu piuttosto. Stanotte credo tu abbia esagerato, ho tutto il corpo indolenzito e sento addosso una stanchezza infinita. Ho proprio bisogno di una doccia tonificante...”

“Non cercare di lusingarmi per cambiare discorso” rispose Kuroo, chiaramente compiaciuto per quello che lui riteneva a tutti gli effetti un complimento indiretto. “Mi devi comunque una spiegazione. Chi è stato?”

“A fare cosa? Tetsurou non ti capisco, questa tua gelosia è assolutamente insensata e fuori luogo.”

“Fuori luogo? Il mio ragazzo si presenta pieno di succhiotti, che di certo non gli ho fatto io, e non dovrei essere geloso?”

“E comunque non ho voglia di darti retta adesso, ho la testa che mi scoppia….”

Tsukishima non fece in tempo a finire la frase. All’improvviso rivoltò gli occhi all’indietro e si accasciò pesantemente a terra.

“Kei! Kei! Che ti succede!! Kei!”

Kuroo si gettò su di lui, prendendogli la testa tre le mani. Scottava. Doveva avere la febbre alta. Lo sollevò tra le braccia e lo portò in camera sua.

*

Tsukishima si risvegliò nel letto di Kuroo. Aveva la bocca secca e sentiva la testa scoppiare.

Sulla fronte un pezzo di stoffa bagnata e fresca gli procurava un leggero sollievo.

“Ben tornato tra noi, bell’addormentato!” Kuroo era seduto in fondo alla stanza, nella sedia della sua scrivania. Era stato a vegliarlo tutto il tempo in cui era rimasto svenuto, ma il medico gli aveva consigliato di non avvicinarsi troppo. Anche adesso che si era svegliato, nonostante la tentazione di correre ad abbracciarlo, si era imposto di rimanere a quella distanza.

“Tetsurou… Che è successo?”

“Rosolia”

“Chi?”

“Non “chi”, ma “cosa”, piuttosto” rispose Kuroo con tenerezza. “Ti sei beccato la rosolia. Ho mandato le foto a mia madre, e anche il medico lo ha confermato. Non ci sono dubbi”

“Foto? Quali foto?”

“Delle tue macchie. Ne hai su tutto il corpo. E quando dico tutto, intendo tutto-tutto, eh?” precisò Kuroo malizioso, facendo l’occhiolino e allungando un sorriso storto.

“Quindi tu avresti fatto le foto del mio corpo, tutto-tutto, le avresti fatte vedere a tua madre e anche mandate al tuo medico?” Kei raccolse tutte le sue deboli forze per esprimere tutto il suo disappunto.

“Mbeh, era una questione di vita o di morte…”

“E, giusto per sapere, dove sarebbero adesso queste foto?”

“Tranquillo, sono al sicuro nella galleria del mio cellulare”

“Cancellale!”

“Non posso. Si tratta di materiale scientifico, potrebbe essere utile in futuro. Nel caso dovesse capitare qualcosa di simile...”

“Ma cosa diavolo stai dicendo, brutto idiot-” un colpo di tosse gli impedì di continuare.

Tsukishima fece una smorfia di dolore e serrò gli occhi arrossati. La febbre non accennava a diminuire. Kuroo ignorò ogni regola di prudenza e si avvicinò al letto, poggiando il palmo della mano sulla guancia del biondo. Effettivamente era ancora molto caldo. Prese la pezza di stoffa e la sostituì con la sua mano fresca.

Tsukishima distese le labbra in un sorriso spontaneo, che si allargò facendosi spazio tra le macchie rosate presenti anche sul viso.

Kuroo si allontanò solo un attimo per sciacquare la fascia e quando tornò avvicinò la sedia al letto e riposizionò la pezza fresca sulla fronte di Kei. Prese un bicchiere di acqua fresca dal comodino e glielo avvicinò alle labbra secche.

Kei bevve dei piccoli sorsi, sentendo subito il beneficio dell’acqua e della presenza del suo compagno al suo fianco.

“Mi negheresti l’ultimo desiderio sul letto di morte?” Kei tentò l’ultima carta, rivolgendo al moro lo sguardo più compassionevole e triste di cui era capace.

“Non mi inganni, biondino. Lo so che non stai per morire. Diciamo che è il minimo prezzo da pagare per aver consentito a questa rosolia di marchiare il tuo bel corpicino”

“Quindi sarebbe colpa mia?”

“Lo sai, solo io posso lasciarti dei segni addosso. Quindi vedi di guarire in fretta”

“Sei davvero unico, Kuroo”

“Nel senso che sono speciale?”

“No. Nel senso che non mai visto nessuno essere geloso... di una malattia!”

“Ti amo anch’io, Tsukki!”

 

   
 
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