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Autore: Gatto1967    06/12/2022    2 recensioni
Iriza Legan è la “villaine” per antonomasia della saga candyana, la vera “anti-Candy” in tutto e per tutto.
Da quando fa la sua comparsa nella storia, le sue cattiverie nei confronti della bionda protagonista si sprecano.
Particolarmente odiosa è poi la sua “diabolica trappola” che rischia di far espellere la nostra eroina dalla prestigiosa Royal Saint Paul School.
E… se la “diabolica trappola” non fosse andata a buon fine?
E se anzi le si fosse ritorta contro?
Addirittura fino al punto di provocare la “sua” espulsione?
Cosa sarebbe successo in quel caso?
È quello che andremo a scoprire leggendo questa storia dedicata proprio a lei: a Iriza Legan.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Passò qualche tempo, e la vita delle due ragazze proseguì ognuna sul suo binario personale, binari che sembravano destinati a non incontrarsi mai.

Iriza iniziava la sua vita matrimoniale continuando a lavorare in banca, mentre Candy stava per concludere i suoi studi da infermiera.

Un giorno durante una pausa dal suo lavoro, Candy si concesse cinque minuti all’aperto nel vasto cortile dell’ospedale, e a un certo punto si sentì chiamare.

Si voltò e i due volti che vide la lasciarono di stucco facendola piangere:

-Annie! Archie!-

-Oh Candy…- disse Annie prima di correre ad abbracciarla in lacrime.

 

-Così siete tornati insieme.- disse Candy mentre beveva qualcosa insieme ai suoi amici seduta ad un tavolino del bar interno dell’ospedale.

-Sì Candy, dopo che te ne sei andata, abbiamo ricominciato a parlarci, sia pure come amici.- spiegò Archie. -E poi… abbiamo capito di amarci.-

-Ne sono felice.-

-Candy, potrai mai perdonarci? Siamo stati orribili con te.-

-Neanche parlarne Annie! È stato tutto un gigantesco malinteso, e sono contenta che vi siate chiariti.-

-Hai lasciato la scuola per colpa nostra.- aggiunse Archie

-Oh no Archie, posso assicurartelo. Ormai in quella scuola mi si era fatta terra bruciata intorno, e poi… non era proprio per me. Io non sarò mai una vera signora come intende la zia Elroy. Preferisco essere semplicemente Candice White e non Candy Andrew!-

-Il mondo della buona società ti va stretto, eh?- disse Archie con un sorriso.

-Già.- confermò lei con una strizzata d’occhio.

-Oh Candy, se penso a quello che stavo per dirti quella volta alla Saint Paul School…-

-Andiamo, è tutto passato! E poi in fondo non lo hai detto! Non pensiamoci più e brindiamo alla nostra rinnovata amicizia!-

Le mani dei tre amici alzarono i bicchieri fino a farli cozzare.

 

Iriza e Robert passeggiavano per le strade di Londra. La loro missione in Inghilterra per conto della Banca di Chicago era finita, e il giorno successivo si sarebbero imbarcati per gli States.

Così avevano deciso di trascorrere le loro ultime ore Londinesi gironzolando come turisti qualsiasi per i vicoli della città.

Il tempo era nuvoloso tendente alla pioggia, come quasi sempre a Londra, e dopo diverse ore che camminavano decisero di fermarsi a mangiare qualcosa in una taverna.

Entrarono proprio mentre fuori cominciava a piovere.

-Non vedo l’ora di essere di nuovo nella nostra Chicago!- esclamò Iriza -Non ne posso più di questo accidenti di paese dove piove un giorno sì e l’altro pure!-

Robert sorrise

-Da questo punto di vista sono convinto che la mia Italia ti piacerebbe molto di più. Quello è davvero il paese del sole e del mare!-

-Un giorno o l’altro lo visiteremo, ma tu ci sei mai stato?-

-No, mio padre non aveva certo la possibilità di portarci in vacanza fin laggiù, ma me ne ha parlato moltissimo. Mi ha anche insegnato un po’ di italiano! Certo, studiarlo teoricamente è una cosa, parlarlo dal vivo è un’altra. È una lingua molto complessa, sai?-

-Beh? Allora che ne pensi della nostra missione? Abbiamo trovato fior di investitori e potenziali clienti per la nostra banca, e soprattutto abbiamo verificato personalmente le loro garanzie.-

-Già, tuo padre e la signora Elroy non hanno badato a spese, dopo la mancata truffa del padre della tua amica…-

-Povera Louise…- disse lei abbassando lo sguardo.

-Ascoltami bene Iriza: è nobile che tu provi dispiacere per la tua amica, ma non potevi agire diversamente. Se la truffa di quello speculatore fosse andata in porto sarebbero state diverse famiglie a finire sul lastrico, forse l’intera credibilità della Banca di Chicago sarebbe venuta meno.-

-Lo so, ho agito nell’unico modo in cui potevo agire denunciando la truffa di quell’uomo. Ma non posso fare a meno di pensare che Louise adesso è diventata davvero povera.-

-Purtroppo sì, dopo il suicidio di suo padre quella ragazza non ha più niente. Ma vedrai che magari si sarà rimboccata le maniche e sarà andata oltre, un  po’ come hai fatto tu.-

Iriza ridacchiò amabilmente.

-Nel mio caso è stata una caraffa d’acqua a farmi “andare oltre”.-

A quelle parole Iriza fu investita da una secchiata d’acqua che qualcuno alle sue spalle le rovesciò in testa.

-Ma… come osa lei!!!- esclamò Robert alzandosi in piedi e rivolgendosi ad una cameriera del ristorante.

Iriza si alzò in piedi e si portò vicino a suo marito, vedendo così in faccia la persona che le aveva giocato quel brutto scherzo.

-Lou… Louise?-

-Già, Louise! La tua vecchia amica di intrighi alla Royal Saint Paul School… La figlia dell’uomo che hai definitivamente rovinato!-

-A-a-aspetta un momento Louise… le cose non stanno…-

Nel frattempo la padrona della locanda, una signora sulla sessantina e dal fisico corpulento, si fece vicino al tavolo

-Louise! Che diavolo ti è saltato in mente?!!! Sei licenziata!!!-

-Sta bene! Ne avevo abbastanza di questa puzzolente taverna e dei suoi puzzolenti clienti!-

Al che la pesante mano della taverniera si abbatté sulla guancia della ragazza che cadde addirittura a terra.

-Sciacquati la bocca quando parli della mia taverna e dei miei clienti stupida ragazza! Queste sono persone per bene che ci danno il pane ogni santo giorno! Adesso non sei più una “signorina dell’alta società” che tutti servono e riveriscono, adesso sei tu a servire gli altri, e se vuoi sopravvivere in questa città farai bene a scordarti la Royal “quello che era” e a ricordarti bene quello che sei adesso. Intanto vattene e non farti più vedere!-

Louise si alzò livida in volto, e dopo aver squadrato con odio profondo la sua vecchia compagna di studi corse fuori dalla taverna, incontro al suo amaro destino.

-Vi faccio le mie più sincere scuse signori.- disse poi la taverniera rivolgendosi a Iriza e Robert. 

-Ovviamente stasera siete miei ospiti, adesso sarete serviti e non pagherete niente.-

-Ma signora, non è necessario. Lei non ha colpa dell’affronto fatto a mia moglie.-

-Mi permetto di insistere signori. La signora è stata gravemente oltraggiata nella mia taverna e io non posso non sentirmene responsabile.-

 

-Lou…ise…- Farfugliò Iriza in lacrime

-Lascia stare Iriza, non puoi farci niente, e poi la signora ha ragione. È Louise che ha sbagliato, nel trattare così una cliente e nel prendersela con te.

Tu hai fatto solo il tuo dovere, e se vuoi continuare a fare questo lavoro dovrai indurirti un po’ questo tuo cuore tenero.-

-Insomma…- disse lei piangendo -Devo tornare ad essere la vecchia Iriza…-

-Una via di mezzo…- disse Robert con un sorriso un po’ amaro.

-Coraggio, non pensarci più. Vivi il tuo destino come Louise dovrà vivere il suo.-

E quello di Louise non sarà certo un bel destino, pensò Iriza. 

 

Candy corse con il fiato in gola in direzione del teatro. Non era riuscita a vedere lo spettacolo a causa del suo lavoro, ma voleva a tutti i costi incontrare Terence.

 

Lui stava aspettando col cuore in gola. Annie gli aveva detto quello che faceva Candy e dove lo faceva, ma lui adesso doveva tornare a New York. 

-Tieni Annie. Consegna questo foglio a Candy, è il mio indirizzo di New York. Potrà scrivermi lì.-

-Sarà fatto Terence, ma ti prego aspetta ancora un po’.-

-Aspetterò finché potrò, ma il mio treno parte fra un’ora e devo prenderlo.-

Stear ebbe come un lampo negli occhi.

-Archie vieni con me! Dobbiamo ritardare la partenza di un treno!-

-Cosa? Fratellone, ma tu vuoi mettermi nei guai!-

-Coraggio, dobbiamo aiutare due amici!

-Ragazzi, cosa volete fare?- chiese un agitato Terence.

-Non preoccupartene Terence! Resta qui e aspetta Candy!-

 

Di lì a mezz’ora Candy arrivò davanti al teatro e vide da lontano il suo amore.

-Terence! Terence, amore mio, sono qui!-

-Candy!-

Nel vederla corrergli incontro con l’uniforme da infermiera, lui ebbe un sussulto, e poi le corse incontro.

Si abbracciarono e si baciarono davanti ad una commossa Annie: anche la sua cara sorellina aveva la sua felicità.

 

Arrivarono di corsa alla stazione, che per fortuna di Terence non distava molto dal teatro dove si erano esibiti.

-Siamo arrivati in tempo: il treno non è ancora partito.- disse Candy

-Veramente…- disse Annie -Credo che qui ci sia lo zampino di Stear e Archie.

-Cosa vuoi dire?-

-Poco prima che tu arrivassi Stear ha avuto un’idea per fermare il treno.- le spiegò Terence

-Oh mio dio, non si saranno messi nei guai?-

Come a rispondere al dubbio angosciato di Candy alcuni viaggiatori di passaggio dissero:

-Sembra che qualche imbecille abbia ostruito i binari appena fuori dalla stazione con dei tronchi. Sono stati visti due uomini fuggire dal binario e scomparire nella notte.-

-Sì ma ci metteranno poco a liberare i binari. Così i treni potranno riprendere a partire.-

-Ringraziate per me quei due incoscienti.- disse Terence 

-Io devo salire sul treno, ma a questo non ci rinuncio Candy!-

Candy si aspettava un altro bacio, ma Terence fece qualcosa di totalmente inaspettato.

-TI AMO CANDY!- gridò a pieni polmoni prima di salire sul treno mentre dal finestrino gli attori della sua compagnia lo guardavano stupiti, e un’attrice era invece livida in volto.

Terence salì sul treno e rimase attaccato ai corrimani della porta mentre il pesante mezzo cominciava a muoversi.

A Candy gli occhi tremavano, ma poi cominciò a rincorrere il treno e gridò anche lei: -TI AMO TERENCE!-

 

   
 
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