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Autore: Picci_picci    07/12/2022    1 recensioni
Non avrei saputo dire perché scelsi di tornare in quella scuola. Ero stata ferita, tradita, rapita, stregata e persino uccisa, ma suppongo che ci sia qualcosa di estremamente poetico in tutto questo.
Alla fine, volevo solo giustizia, e ora che Tyler è rientrato in possesso di tutte le sue facoltà mentali e decisionali, l'avrò.
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O Mercoledì che decide di tornare alla NeverMore, dopo le vacanze estive, visto che adesso Tyler ha sotto controllo l'Hyde. Dovevo dargli una fine e un confronto. Ed è nato ciò.
Mercoldì/Tyler
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non sarei voluta tornare a NeverMore se avessi saputo queste condizioni.
Mia madre. Mio padre. Temporaneamente presidi della scuola in attesa di qualcuno di più “qualificato”. O sano di mente.
«Tesoro, lo sai che tuo padre è abile con i numeri.»
«Delle detonazioni.»
«Sempre numeri sono.»
Li lascio nel loro nuovo ufficio e prendo possesso della mia camera. Enid non c’è, ma sarà da qualche parte a giro per la scuola visti i suoi troppi e colorati, allegri (decisamente eccessivi) peluche.
«Ho saputo la novità!»
Un tempo avrei insultato ogni adolescente di questo mondo, ma sfortunatamente mi sono abituata al tono insolitamente alto di Enid.
«Quale?» chiedo atona. Come se le sue notizie di gossip potessero interessarmi.
Posiziono la mia macchina da scrivere, mentre lei continua, «i tuoi genitori» esclama ovvia, «sono i presidi. Non è fantastico?»
«Quanto un raduno di hippie.»
Non ero d’accordo, ma l’ho scoperto troppo tardi, mentre ero già nelle mura di NeverMore. Devo riconoscerlo, mi hanno teso una trappola perfetta. Madre, poi, ha tirato fuori il suo lato sentimentale (come se potesse cambiare effettivamente qualcosa, con me) affermando che sarebbe stato il suo modo di rendere omaggio a Larissa Weems, ripercorrendo ciò che a lei stava a cuore. Non scorreva buon sangue tra le due, ma suppongo che madre non se ne sia mai resa conto del tutto. La gelosia è alla base di ogni rapporto rovinato.
«Allora, cosa mi racconti di questi mesi?»
Si è messa nella sua posizione d’ascolto di gossip, sdraiata sul letto e con le mani che le sorreggono la testa con uno sguardo curioso. Sarà divertente romperle l’aspettativa.
«Niente.»
«Niente?» ripete delusa. Come dicevo.
Annuisco ferma, ma lei si riprende veloce, «bè, io sono stata con il branco, stavolta mi sono fatta valere, sai? Abbiamo ululato alla luna, fatto corse folli alle due di notte e poi, oh, e poi è venuto a trovarmi Ajax! Gli ho fatto conoscere tutti i membri del branco, è piaciuto pure a mia madre, ci credi?»
Credo più che tu l’abbia confuso con le tue chiacchiere finché lui non è stato obbligato a dire sì.
«È una cosa seria quella tra noi due. Almeno, lo spero.»
Ride, come ogni sciocca ragazza innamorata. Ma sono contenta che lo sia: annebbiata dall’amore e incapace di ragionare con razionalità, invece di essere tradita da una persona a cui aveva dato fiducia. Niente di personale, ovvio.
«Ciao, Mano, è un piacere rivederti!»
Sistemo il letto mentre quei due finiscono di aggiornarsi sulle ultime teorie in fatto di pellicine.
«Lo sai? Tyler e Xavier condividono la stanza.»
Capto quell’unica frase che mi fa drizzare di scatto, «cosa?»
«Non lo sapevi?» domanda innocente. Ma a giudicare le loro espressioni aspettavano proprio una mia reazione. Maledizione. Fisso Mano con odio, lo so che avrà riempito la testa di Enid di pensieri che non ho mai fatto su Tyler.
Scuoto la testa, «non importa.»
«Oh, invece sì, ti importa eccome, lo leggo dal tuo sguardo!»
Che sguardo?
«Ci hai almeno parlato? Lo hai visto? Perché io ci ho lottato quella sera, ma mi sono degnata di andare là e dirgli “ciao”.»
«Se ti conosco bene, gli avrai detto più di “ciao”.»
«Sì!» realizza solo dopo di avermi dato ragione, «ma non importa, capiresti molte cose e capiresti perché è stato accettato a NeverMore.»
Incrocio lo braccia e alzo un sopracciglio, ma lei tiene la sua posizione. Gliene do atto, ha imparato a non farsi intimidire.
Lascio la stanza guardando male tutti e due, «siete degli impiccioni.»
Sento lo schiocco del cinque che si scambiano mentre cammino per i corridoi del dormitorio.

No, non sono andata in camera dei ragazzi. Troppo banale, troppo scontato. Ho camminato fino alla cripta di Crackstone, forse per ricordare i vecchi tempi. O per visitare il luogo della mia morte. La porta cigola, l’ambiente è scuro, illuminato solo dalla luce del sole che filtra dalle imposte sbarrate. Il mio sangue scurisce il pavimento in pietra. Un brivido percorre la mia spina dorsale, un’atmosfera rigida e fredda: meglio di un cimitero. Chiudo gli occhi e assaporo l’odore della morte: magistrale.
«Mercoledì?»
La sua voce mette in allerta tutti i muscoli del mio corpo. Mi volto lentamente, gli occhi fissi su di lui, pronta a scappare. Ma il suo volto è aperto e gioviale, come sempre. Lo stesso volto che mi ha ingannato. Questo pensiero riesce a mettermi di nuovo sull’attenti.
«Enid mi ha scritto che potevo trovarti qui.»
Quella lupa mi conosce meglio di quanto pensassi.
«Quindi?»
«Pensavo volessimo parlare.»
Osservo il luogo in cui ci troviamo, il posto in cui la sua padrona mi ha uccisa, e alzo un sopracciglio. Vuole veramente parlare qui? La vita è una poesia contorta tanto quanto la mia mente.
Scrollo le spalle, «se non fosse per lo spirito della mia antenata, questo sarebbe anche il mio luogo di sepoltura. Quindi no, Tyler, non voglio parlare con te qui.»
Si avvicina di un passo ed io mi allontano altrettanto.
«Mercoledì, ti prego.»
«L’ultima volta che mi hai pregato, ti stavo torturando.»
Finalmente, ottengo la rabbia, «lo so! Pensi che non ricordi? Bè, ricordo tutto, Mercoledì, tutto!»
Lascia cadere le braccia sui fianchi, gli occhi spalancati dai peccati che ha commesso, «mi ha devastato.»
Cade per terra, appoggia la schiena alla bara di Crackstone, la stessa che ho aperto con il mio sangue. Benché la razionalità mi dica di fuggire da questo luogo, ho sempre amato la mia parte masochista. Mi siedo vicino a lui, a due metri di distanza: una misura accettabile, suppongo. Non per lui, però. Allunga una mano, alla ricerca della mia, ma non ci penso due volte ad afferrargliela, sbatterla a terra e puntargli un coltello alla gola.
Lui mi lascia fare. «Sei consapevole che se mi trasformassi, il tuo coltello non servirebbe a nulla?»
«Sei consapevole che se ti trasformassi ora, non mi vedresti mai più?»
Deglutisce, lo percepisco dalla lama che fa su e giù, ma rimane in silenzio.
«Le hai uccise di tua spontanea volontà?»
«No.»
«Volevi essere trasformato nell’Hyde?»
«Non sapevo nemmeno cosa era un Hyde. Pensavo che sarei stato più vicino a mia madre, volevo capire.» Il mio coltello si fa più vicino alla sua gola, ma vedo che sta dicendo la verità. Dopo il suo tradimento, ho iniziato a ricordare ossessivamente ogni momento passato insieme alla ricerca di quale fosse la verità e quale la finzione. Ormai ho memorizzato ogni sfumatura dei suoi occhi.
«Continua.»
«Dopo la prima iniezione, sapevo che c’era qualcosa che non andava, volevo smetterla, ma è diventato impossibile. Il mio corpo aveva degli strani spasmi, non riuscivo a controllarlo. La Thornhill..» indugia sul suo nome, giusto un attimo, «mi aveva detto che avrebbe trovato un modo per farmi stare meglio, invece...»
L’ha trasformato in un Hyde.
«Sei stato tu ad accoltellare Mano?»
«No.»
«Hai finto il tuo interesse per me?»
Il tempo che impiega a trovare una risposta è insopportabile quanto un’allegra canzone pop.
«Mi hai stregato fin dall’inizio, Mercoledì. Sapevo che c’era qualcosa in te che era diverso, mi attraevi. La Thornhill mi aveva dato l’ordine di tenerti d’occhio, ma non pensava che...» respira a fatica. E, se dovessi essere sincera, potrei dire che il mio cuore sta battendo giusto un po’ di più.
«Non credeva che io e te...sì, insomma, che io...che potessimo diventare un po’ di più che amici.»
Aspetta una mia risposta, lo vedo.
«Non credevo anch’io che fosse possibile. Ancora peggio quando ho scoperto che eri tu l’assassinio che cercavo.»
«Sono stato costretto ad uccidere.»
«Vuoi dire che non ti è piaciuto? Ho visto la scintilla nei tuoi occhi.»
Lui sorride e, questo, porta a ricordarmi di tutto ciò che abbiamo passato insieme, «strano, perché ho visto nei tuoi occhi la stessa scintilla.»
Stringo le labbra in una linea. Questo non ci rende simili, io non sono un'assassina. Però, provo piacere del dolore altrui e, se per questo, anche della morte. Ho cercato di uccidere più di una persona. Ho ucciso più di un animale. Ma suppongo che ci sia un freno a tutto.
Mi accorgo di quanto gli sono vicina, quante parti del nostro corpo sono in contatto, e mi alzo di scatto, riponendo sotto la giacca il mio coltello.
«Uccideresti di nuovo?»
Il suo dubbio mi fa pensare che stia riflettendo seriamente sulla domanda, «non gli umani, non gli innocenti.»
«Che cosa ti da il diritto di sapere se ucciderli o meno, se ritenerli innocenti o meno?»
«Che cosa ti ha dato il diritto di provare ad uccidere mezza squadra di nuoto?»
Touché.
«Pallanuoto» però, rispondo atona, «era pallanuoto.»
Si alza e mi viene incontro, non toccandomi, non sfiorandomi. «Vuoi dire che non la senti? L’eccitazione della paura altrui, mettere in soggezione qualcuno? Il battito che scorre irregolare e i loro volti trasformati dal terrore?»
Mannaggia.
Non rispondo, ma lui sa già la risposta, chiunque la sa.
«Siamo più simili di quanto tu creda.»
Mi avvicino di scatto, perdendo per un momento il lume della ragione, gli occhi ad un centimetro dai suoi, «io non ti ho manipolato
«Ma eri pronta a calpestarmi il cuore, a mettere i tuoi bisogni prima dei miei.»
«Ti avevo avvertito.»
«Io non potevo.»
Quell’unica frase sussurrata, uscita a forza e con un tono più lamentoso di un bambino, mi fa uscire da quella cripta e rimane nella mia testa per tutto il tempo.
Alla fine che cos’è la vita se non una grande scacchiera? Noi dobbiamo solo sperare di essere i giocatori e non le pedine. Tyler non ha avuto la stessa fortuna.



Angolo autrice
Ebbene sì, eccomi tornata prima del previsto. Non ho molto da aggiungere, se non che la storia è una storia breve, quindi conto di finirla tra qualche capitolo. Detto questo, ringranzio che sta seguendo la storia o mi sta anche solo leggendo: significa davvero molto!

Un bacio, 
Cassie
   
 
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