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Autore: dragun95    08/12/2022    2 recensioni
Le Terre dimenticate, sono un luogo ostile e molto pericoloso. Tanto che anche la Chiesa se ne serve per esiliare
chi ritiene un eretico o le creature troppo pericoloso.
Ma in questo luogo vive anche una delle razze Ancestrali. Giran è un membro dei Brashak che da tempi antichi vivono
in quelle terre, per lui la vita è un semplice tiro di dadi. Ma quando la sua tranquilla routine viene interrotta, sarà costretto
a scendere a patti con i suoi rimpiatti e affrontare il suo passato.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Thorn Cronicles'
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CAPITOLO 16
 
 
L’ultima cosa che avrebbe potuto pensare era che avrebbero attaccato dall’alto, questo rendeva le sue mura praticamente inefficaci. Giran guardò il grande felino sputare vampate di fuoco. Istintivamente mosse la terra creando delle mura per proteggere le abitazioni.
 
-Così finirà per dar fuoco a tutto- gli disse Pacifica.
 
-Maya aiuta a spegnere gli incendi. Ajarys, riesci a farlo precipitare?- il castano annuì alzandosi in aria grazie alle sue abilità e dirigersi verso il leone alato. Zeus vedendolo andargli incontro, ruggì sputandogli contro una fiammata, il Vearii innalzò un muro di vento per disperdere le fiamme e non venirne inghiottito.
 
-Non avrei mai pensato che in un postaccio simile ci fosse un luogo così…pieno di eretici- il capo della Cittadella incontrò lo sguardo su chi cavalcava il leone. Nel vedere gli occhi di Dario non si sentì per nulla tranquillo. Aprì le altre due braccia per deviare la lingua di fuoco e mettersi a distanza di sicurezza.
 
-Fossi in te me ne andrei finché sei in tempo- gli disse con voce tagliente, un tono che al Temprare non piacque per niente. Schioccò le dita e Zeus mosse la testa sparando i peli della sua criniera come aghi. L’altro si abbassò per evitarli e richiamando i venti si sollevò al di sopra del nemico creando una corrente discendente per rendere più faticoso lo stare in quota del suo avversario.
Approfittando di ciò si fiondò contro il cavaliere tirando fuori un pugnale. Intuendo cosa volesse fare Dario strattonò la catena portando davanti a sé la Imp. Vedendola Ajarys dovette frenare il colpo, mentre gli occhi della discendente delle tenebre si tingevano di lacrime per la paura.
 
Tutto secondo i piani del Templare. Gli arti prostatici del vampiro si mossero ferendo il Vearii al fianco e spalla, fu solo grazie al suo terzo occhi che riuscì ad evitare ferite mortali.
 
-Che succede Eretico. Non riesci a far del male ad una tua simile?- gli chiese accarezzando il volto della prigioniera. Il Capo della Cittadella indietreggiò e si lasciò cadere per evitare un’artigliata di Zeus. E Controllando la caduta tornò a terra.
 
-Che diavolo ti è preso Ajarys? Perché non lo hai colpito?-
 
-Ha un ostaggio, forse una schiava- rispose, mentre il Zeus gli sparava contro le sue piume. Giran le intercetto con un colpo di artigli guardando la bestia volante, manipolò la terra creando una lancia per poi scagliargliela contro. Ma l’animale la evitò continuando a sputare fuoco.
 
-Che stanno combinando le guardie sulle mura?- sbuffò Pacifica riparata dietro ad un muro di terra.
 
-Ci sono altri Crociati all’interno. Si stanno occupando di loro, ma il fumo non aiuta a prendere la mira- spiegò il castano. Il Brashak guardò il nemico sopra di loro provando un moto di rabbia, se fosse stato solo per la schiava l’avrebbe fatto cadere senza pensarci due volte. Ma non voleva spargere il sangue di chi non c’entrava niente.
 
-Ajarys, riesci a portarmi là sopra?- l’altro fece due rapidi calcoli annuendo.
 
-Ma cosa speri di fare tu che io non ho potuto?-
 
-Ho un piano. Ma prima mi serve un diversivo!-.
 
 
 
Dario continuava a dare ordini al suo compagno di sputare fuoco, era davvero felice di vedere il suo migliore amico scatenarsi. Grazie al suo olfatto era riuscito a trovare un posto simile, cosa che non credeva possibile.
 
“Sono certo che le alte cariche mi premieranno per aver distrutto questa città di Eretici!” dopo aver salvato la Pacificatrice Isla, avrebbe costretto qualcuno dei superstiti a parlare per dirgli se avevano visto o stavano dando asilo alla spia.
Non riusciva a credere che Isla si fosse lasciata catturare da quegli individui. La Imp cominciò ad agitarsi e lui la strattono dalla catena per farla stare ferma il più possibile. Quando improvvisamente notò che si era alzato un gran polverone di sabbia.
 
-Che hanno in mente, offuscarmi la visuale?- una strategia simile non sarebbe funzionata. Zeus mosse vigorosamente le ali per diradare la nube, quando qualcosa lo colpì in pieno dal basso.
Il felino alato ruggì di dolore quando Giran gli piantò gli artigli nell’addome per tenersi aggrappato. Il Templare rimase basito quando vide la figura imponente aggrappata al suo compagno. Il Brashak iniziò a strattonare con forza la criniera del leone per fargli cambiare direzione.
 
-Scendi subito, orrida bestia- il vampiro mosse uno degli arti ferendo Giran al fianco. Strinse i denti per il dolore, lanciandogli uno sguardo di rabbia e vedendo la Imp prigioniera, notando la catena che aveva al collo. Se voleva liberarla doveva spezzarla.
 
Zeus si agitò per il peso eccessivo che aveva rizzando con forza la criniera come un porcospino. Il Brashak sentì un lieve fastidio, per fortuna non erano abbastanza forti per lui. Ma stessa cosa non valeva per le armi prostetiche del Templare, che infastidito si apprestò a mirare bene per prenderlo in pieno.
Ma una forte raffica di vento proveniente dal basso, fece quasi ribaltare il leone alato.
 
“Ottimo Ajarys” si congratulò stringendo la criniera, lanciandosi per afferragli l’ala e piegandola con la forza. Con una sola ala aperta l’animale iniziò a perdere quota velocemente.
Dario per non precipitare mosse mosse le sue lame per costringere il corvino a lasciare la presa, ma era quello che voleva. Appena le vide muoversi, si fece scudo con l’ala facendogliela trafiggere. Zeus ruggì continuando a perdere quota, mentre Giran allungava il braccio afferrando la Imp.
 
Di sotto Ajarys vide solo il leone che perdeva quota e cadeva oltre le mura. Era sicuro che anche da una caduta da quell’altezza il Brashak sarebbe sopravvissuto, ma era comunque preoccupato, visto che il tipo della Chiesa sembrava instabile.
 
-Muori eretico- gli urlò uno dei Crociati alzando la spada, ma per sua fortuna Pacifica intercettò la lama con la sua.
 
-Non dovresti distrarti in combattimento- gli disse la rossa innervosita. Lui in risposta, si avvicinò scostandola e tirando un pugno al volto del cavaliere deformando la protezione dell’elmo e spedendolo a terra.
 
-Dovresti sapere che so difendermi da solo- prese la spada del soldato per poi piantargliela nel collo con forza.
 
-Quanti ce ne sono ancora?- una delle guardie gli si avvicinò col fiatone per la corsa.
 
-Tutti i cavalieri sono stati uccisi o catturati, manca solo…il comandante- alludendo al Templare che cavalcava il leone alato.
 
-Allora andiamo a prenderlo- si intromise la rossa caricando la sua pistola, ma Maya la fermò prontamente.
 
-É meglio che sia Giran ad occuparsi di lui- il Vearii fu totalmente d’accordo con la Fiers. Anche se era forte aveva il sospetto che avrebbe avuto difficoltà ad affrontare insieme sia il cavaliere che il suo destriero. Ed inoltre aveva come il sospetto che Giran, volesse farlo fuori con le sue stesse mani e di certo non si sarebbe messo tra lui e il suo desiderio.
 
 
 
La Imp aprì gli occhi credendo di essere morta, ed invece era ancora viva, nonostante la grande altezza da cui era caduta.
 
-Tutto bene?- gli chiese la voce del Brashak e solo allora si rese conto che era stretta tra le sue braccia contro il suo petto.
Lui digrignò i denti per il lungo taglio che si era ritrovato sulla guancia sinistra fino all’orecchio. Proprio quando era riuscito a prendere la discendente delle tenebre, spezzando la catena che aveva al collo. Il Templare era riuscito a raggiungerlo e ferirlo nonostante stessero precipitando.
 
“Non teme la morte” pensò guardando la Imp negli occhi, leggendovi il terrore, era spaventata e non poteva di certo dargli torto. Dai segni sul suo corpo era chiaro che ne aveva viste troppe.
Allungo la mano al suo volto per togliergli la museruola e spezzare le catene che la teneva imprigionata. Lei si portò la mano al volto non sentendo più quell’orribile oggetto che le bloccava la bocca e guardò il Brashak negli occhi.
 
-G..grazie- sussurrò grata. Gli sorrise, quando il suo istinto gli disse che stava arrivando un pericolo. Strinse la corvina stando attento a non schiacciare il suo esile fisico e spostarsi, prima che una vampata li investisse.
Ringhiò alzando lo sguardo e ritrovandosi davanti il Leone alato, ma era diverso. Aveva assunto un’andatura bipede diventando più massiccio arrivando alla stessa altezza del Brashak. Le sue ali si erano fatte minuscole mentre la criniera era aumentata di volume e da cui sbucavano delle corna, anche gli artigli erano diventati più lunghi e al posto della zampa anteriore sinistra aveva un lungo e spesso tentacolo come una piovra.
 
“Un’altro di quei mutaforma!” il solo vederne uno lo disgustava. Lo trovava un abominio contro natura.
 
-Mi hai fatto precipitare, questa non te la perdono- Dario apparve dietro a Zeus, aveva il volto insanguinato a causa di un taglio sulla fronte procuratosi durante la caduta. La Imp deglutì spaventata riparandosi dietro al Brashak. Lui la guardò per dirgli che l’avrebbe protetta.
 
-Come ti chiami?-
 
-Non ha un nome. È solo una schiava- rispose il vampiro per lei. Lui gli ringhiò contro, guardando la discendente delle tenebre, che ricambiò il suo sguardo.
 
-Himica- era da tanto che non diceva più il suo nome a qualcuno. E pronunciarlo nuovamente, gli fece sentire una sensazione d’indipendenza e libertà.
 
-Corri verso le mura e resta lì. Qui ci penso io- neanche a dirlo fece come gli disse correndo verso il muro di pietra senza voltarsi indietro. Mentre Giran restava a fronteggiare i due.
 
-Ti farò pentire di tutto questo, tu e anche tutti gli altri Eretici che sono dietro a quelle mura- lo minacciò il Templare, rosso di rabbia per avergli sottratto la sua scorta di sangue preferita. Ma l’altro non sembrò per niente preoccupato da quelle parole.
 
-Se stai cercando l’Alfveikt, sappi che non è più in queste terre da vari giorni ormai. Quindi non lo troverai- Il volto del Templare sembrò cambiare colore da rosso diventando pallido, forse per la scoperta di aver perso la spia e di non sapere più dove fosse.
 
-No…stai mentendo. Sicuramente si trova in quelle mura- espose i canini infuriato, mostrando il suo lato oscuro da vampiro. Il corvino sospirò sospettando che non ci avrebbe creduto.
 
-Ti costringerò a dirmelo. Zeus, riducilo in fin di vita- la chimera ruggì partendo alla carica. In risposta creò un muro di sabbia davanti a lui per bloccarlo, ma il leone saltò sopra di esso stupendolo per l’agilità nonostante la stazza.
Prima che potesse fare una mossa l’arto tentacolare si chiuse intorno al suo braccio, quando alzò la testa vide le zanne del leone che si chiudevano sul suo volto.
 
 
 
 
 
Note dell’autore
 
Un altro capitolo in uscita.
 
Qui vediamo che Dario ha attaccato la Cittadella con i suoi uomini e nonostante le difficoltà iniziali, alla fine con una mossa azzardata Giran e Ajarys sono riusciti a farlo cadere fuori dalle mura.
Poi conosciamo il nome della Imp: Himica. Che il Brashak riesce a salvare e liberare, ma a quanto pare ora dovrà vedersela con Zeus che si rivela anche lui una Chimera mutaforma.
 
Ormai il tutto si avvicina alle parti finale della storia. Ma mancano ancora due avversari da combattere. Vedremo come si svilupperà lo scontro, visto che sembra che il nostro protagonista sia già in difficoltà.
Ringrazio a chi segue la storia e anche solo chi la legge, ci vediamo al prossimo aggiornamento.
 
A presto.
  
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