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Autore: Khailea    09/12/2022    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
Wyen
 
 
 
 
 
 
 
 
-… papà…-
La somiglianza era piuttosto evidente, anche senza la conferma dei dubbi, ma alcuni non poterono comunque evitare di mostrarsi sorpresi.
-Abbiamo scelto le amicizie giuste…- fischiò Nadeshiko dando una generosa occhiata al resort.
-Per curiosità, è una visita di piacere o dobbiamo aspettarci dei problemi?- chiese Astral alzando una mano.
Gli sarebbe piaciuto molto passare qualche giorno in un posto simile, ma quando c’erano di mezzo i genitori le cose si complicavano un po’, soprattutto se l’ultimo esempio disponibile era solo quello di Daimonas.
-No, nessun problema. Avrete vitto ed alloggio gratuito.- rispose il padre di Grace con un cordiale sorriso, la ragazza però non sembrava d’accordo.
-No, adesso saliamo sull’autobus e torniamo indietro. Non posso credere che sei arrivato a sequestrarci solo per…-
-In realtà, non è stato lui.- intervenne Hope, mettendosi di fronte all’amica prima che la sua rabbia esplodesse.
Certamente ottenne l’effetto desiderato, perché l’espressione di Grace si spense e la guardò imbambolata per qualche secondo.
-… come scusa?-
Hope intrecciò le mani imbarazzata, distogliendo lo sguardo. -Ecco… ieri sera quando siamo tornate a casa ho visto il cellulare squillare. Volevo portartelo, ma poi ho visto che a chiamarti era tuo padre…-
-Ed hai risposto?!-
-Non arrabbiarti… era tardi, temevo che fosse successo qualcosa…-
-Ed hai risposto!-
Il tono di Grace si stava alzando nuovamente. Alexander si intromise rifiutandosi di permetterle di parlare in quel modo alla sua ragazza. -Abbassa i toni, e lasciala spiegare.-
-Se vuoi un ceffone stai per ottenerlo…- ringhiò la rossa lanciandogli un’occhiataccia.
Hope prese parola prima che la situazione sfuggisse di mano. -Mi dispiace, ho invaso la tua privacy, ma al telefono tuo padre mi ha detto che voleva solo parlare per risolvere le cose, tu però continuavi ad ignorare le sue chiamate ed i messaggi, così gli ho proposto di organizzare questa gita con tutti i tuoi amici.-
-Più che amici io vedo delle serpi…-
Era la rabbia a parlare, non lo pensava veramente, però non poteva credere che la sua migliore amica l’avesse scavalcata a quel modo, soprattutto per una questione così delicata e personale.
Sapeva che negli ultimi anni il rapporto con il padre si era fatto teso, e proprio per queto non avrebbe dovuto comportarsi in questo modo.
Hope dall’altra parte aveva agito solo nel suo interesse, e non si era immaginata una simile reazione da Grace.
-Mi dispiace…-
-A nostra discolpa, non ne sapevamo niente.-
Cirno a quel commento ricevette un pugno in testa da parte di Ailea. -Non è il momento.-
-Grace, la tua amica non ha alcuna colpa.- disse il padre. -Volevo solo rivederti. Per favore, restate, ti prometto che non andrà come l’ultima volta.-
Come le ultime volte voleva dire, le quali comprendevano tutte parecchie urla e parole poco gradevoli da entrambe le parti.
La ragazza era già pronta a rifiutare, quando una voce dall’alto catturo la sua attenzione.
-Graaaaaceeeeee!-
Su nel cielo il suo fratellone Nate stava volando verso di lei in picchiata, sostenuto da un paracadute turchese con il disegno di un pesce rosso al centro.
Almeno questa sorpresa la fece scoppiare di gioia.
-Nate!-
Come il fratello tocco terra lei lo raggiunse immediatamente, cingendolo in un abbraccio che per poco non fece cadere entrambi. -Sei qui! Perché sei qui?!-
L’altro le accarezzò dolcemente la testa, come faceva quando erano bambini. -Per fare da pacere tra te e papà. Sono già un paio di giorni che ti aspetto.-
Grace non rispose, abbassando la testa schiacciandola contro il suo petto. -Non sapevo che fossi qui…-
-Allora per farti perdonare passerai tutto il tuo tempo con me.- sorrise lui abbracciandola stretta.
-Quindi… rimaniamo?- chiese titubante Sammy.
Non sapeva esattamente cosa stesse succedendo, ma le sarebbe piaciuto molto trascorrere una vacanza al mare con i suoi amici.
-… va bene…-
Grida di gioia si levarono dalle spalle della ragazza.
Non erano ancora nemmeno entrati, ma dopo avere visto Nate paracadutarsi dal tetto in quel modo, e sapendo che sarebbe stato tutto gratuito per loro, i suoi amici avevano sperato con tutto il cuore che la ragazza accettasse.
-Potremo lanciarci anche noi così nya?- chiese Lacie con la coda che vibrava dall’emozione.
-Ma certo, potrete fare tutto quello che volete.- annuì il padre di Grace. -Vi farò fare un breve giro delle nostre strutture, poi potrete andare dove più vi piace. Il mio nome è Michael Allister, e per qualsiasi cosa potete venire da me.-
-Grazie signor Allister!- risposero gli studenti, seguendolo impazienti appena l’uomo si voltò.
L’unico a rimanere indietro fu Lighneers, assieme al professor Zero.
-Questo fa parte di un tuo piano di allenamento?-
-Oh oh, non mi impegnerei così tanto per una cacchetta come te.- rispose l’uomo scuotendo il capo. -No, per tutto questo devi solo ringraziare l’incapacità dei tuoi amici di farsi gli affari loro, ma non temere, anche così ho in serbo molte cose per te. Tra un martini e l’altro.-
Con leggerezza l’uomo si allontanò, scortando il gruppo dal fondo della fila.
Lighneers recuperò gli altri poco prima che il padre di Grace cominciasse a parlare.
-Questa è la hall principale, come vedete e disponibile sulla destra un piccolo bar ed una sala d’attesa, nel caso vogliate organizzarvi per andare al mare è un ottimo punto di ritrovo.-
-Quanta libertà abbiamo sul bar?- chiese Vladimir sfregandosi le mani. -Faccio notare che la stragrande maggioranza di noi sono maggiorenni.-
Già, frequentavano tutti la quarta superiore dopotutto, ed erano già oltre il secondo semestre. Solo alcuni, escludendo Sammy che aveva cinque anni, ne avevano ancora diciassette, tra cui ad esempio Annabelle.
-Illimitato.- rispose lesto il proprietario. -Come ho detto è già tutto pagato.-
-Anche i frappè al cioccolato valgono?- chiese Nadeshiko.
-Ma certo, tutti quelli che volete.-
La ragazza sorrise al settimo cielo, afferrando il braccio di Grace. -Adoro tuo padre!-
La rossa storse il naso irritata, scrollandosela di dosso. -Solo i bambini si fanno accalappiare da queste cose.-
-Ma io sono una bambina…- disse Sammy, sentendosi tirare in causa.
Grace le accarezzò dolcemente la testa. -Sì, ma tu sei intelligente.-
-Come scusa?-
Alla domanda di Nadeshiko Grace si allontanò da lei, ma in difesa dell’altra era molto facile farsi incantare da quello che il resort aveva da offrire.
Solo già quello stanzone era un vero gioiellino.
Il pavimento era formato dal più raffinato dei legni, di una tenue tonalità che perfettamente si intonava al bianco dei muri.
Una grossa vela banca era dipinta a terra accanto al bancone, circondata da alcuni cerchi neri.
Come l’uomo aveva detto sulla destra si apriva un’altra zona, divisa da un lato da una sezione piena di divanetti marroni, con dei tavolini accanto con delle riviste sopra, mentre dall’altro lato c’era il bar di cui aveva parlato.
Ricopriva l’intera parete e la vasta gamma di alcolici presenti avrebbe fatto felice chiunque.
-Dalla hall potete andare verso il mare, la piscina o verso le vostre camere.- spiegò il proprietario indicando tre punti.
Oltre la zona d’attesa c’era una porta a doppia anta aperta che dava sul mare, ed a destra del bar un’altra invece faceva intravedere la piscina.
-Vi ruberò solo qualche minuto, le vostre stanze sono tutte al primo piano.- spiegò l’uomo, dirigendosi verso le scale e prendendo dalla tasca delle chiavi. -Le stanze sono tutte uguali ed appena fatte, seguendo i consigli della vostra amica speriamo di avervi divisi in maniera adeguata.-
Hope cercò di sforzarsi di sorridere, ma non le riuscì molto.
Da un lato gli sguardi entusiasti degli altri l’avrebbero messa di buon umore normalmente, Grace però era ancora infuriata, e probabilmente le cose sarebbero solo peggiorate.
-Anche la mia stanza sarà al primo piano con tutti o devo aspettarmi di essere stata isolata dagli altri?- disse infatti la ragazza incrociando le braccia.
-Ecco… speravo saresti stata con me e Marta…-
Alla risposta del padre lo sguardo della figlia si indurì. -Dovevo aspettarmelo.-
-Quindi a lei spetta il trattamento di lusso?- chiese Cirno, ricevendo un altro pugno in testa da Ailea.
-Ci pensi mai prima di aprire bocca?-
-Mmmh… no!-
-Cirno, che ne dici se dopo prendiamo un gelato?- disse Ryujin cercando di distrarla.
-Uno solo?! Li finirò tutti!- esclamò la ragazza come se nulla fosse.
-È proprio come i bambini.- sussurrò Zell scuotendo il capo.
-Fa parte della sua unicità.- gli sorrise Milton.
-Già, la rende fin troppo unica però.-
Salendo lungo la grande scalinata di marmo il gruppo raggiunse il proprio piano, dando una rapida occhiata alle stanze.
Di base erano tutte uguali, variavano solo in base alla grandezza, ma avevano un pavimento in legno chiaro, i muri color crema, almeno una finestra, un bagno con vasca inclusa, e degli splendidi letti appena rifatti con un cioccolatino sul cuscino.
Hope aveva cercato di dividere tutti in modo fossero felici, e le sistemazioni erano: Ailea con Khal, Daimonas con Wyen, Astral con Seraph, Milton con Lacie, Sammy e Johanna, Ayame con Yume e Nadeshiko, e naturalmente lei con Alexander.
Tutti gli altri, Jack, Lighneers, Zell, Ryujin, Vladimir, Annabelle, e perfino Cirno, per evitare che qualcuno dovesse prendersi il carico di gestirla, avevano stanze singole.
Grace, come già il padre aveva detto, avrebbe alloggiato nell’edificio personale poco lontano dal resort.
Quando l’uomo l’aveva proposto Hope aveva pensato sarebbe stata un’ottima idea, ma ad ogni istante si rendeva conto di essersi sbagliata di grosso.
Probabilmente una volta scemata la rabbia Grace sarebbe stata più disposta a parlare civilmente con il genitore, ma uno spazio tutto suo le sarebbe stato di grande aiuto.
L’unica fortuna in tutta quella storia era Nate, che mise il braccio sulle spalle della sorella.
-Non preoccuparti, ci sarò anche io con te.-
-L’unica nota positiva…- sbuffò Grace, sapendo di stare mettendo Hope in difficoltà, ma era stata proprio l’amica a farlo per prima con lei.
Sicuramente non intenzionalmente, ma era bene che capisse doveva pensarci minimo dieci volte prima di prendere simili iniziative.
-Bene, detto questo vi lascio liberi.- disse il padre sorridendo. -La vela d’oro è felice di accogliervi. All’ultimo piano potete usare i paracaduti con il nostro staff specializzato, che organizza la mattina splendide gite. Ciascuno di voi ha già un proprio ombrellone, il numero corrisponde a quello delle vostre camere. Vi abbiamo anche lasciato dei costumi, ma se ne volete altri c’è un negozio poco distante da qui.-
-Si va a fare shopping.- sussurrò Yume ad Ayame, ben intenta a distrarla da qualsiasi cosa Lighneers le avesse fatto.
In più, tanto per fare capire al ragazzo che a prescindere era un idiota, si voltò verso di lui lanciandogli un’occhiataccia.
Il suo sguardo non fece né caldo né freddo all’altro, ma rendeva piuttosto chiaro che al momento parlare con Ayame sarebbe stata molto dura.
-Bene, buona permanenza allora. Accanto alla hall c’è anche l’ingresso per il ristorante, vi aspetterò lì stasera.-
Così dicendo l’uomo si allontanò, salutando i figli con un gesto della mano, ma solo Nate rispose.
-Bene, cosa facciamo allora?- chiese Milton impaziente all’idea di uscire.
-Io personalmente dormirei, che sia qui o in spiaggia è uguale.- disse Zell felice di avere una stanza tutta per sé.
-Anche per me è uguale.- annuì Johanna, che in verità avrebbe anche apprezzato stare al sole in spiaggia, ma si sentiva in colpa per Mattia e voleva chiamarlo il prima possibile.
-Allora ci mettiamo il costume e andiamo a prendere la tintarella nya!- rispose Lacie muovendo la coda. -Faremo tanti castelli di sabbia, e giocheremo con le biglie nya!-
-Quelle sono da andare a comprare.- le fece notare il fratello.
-Allora vacci tu nya. Io ti aspetto sotto l’ombrellone.-
Si era fregato da solo, e Seraph da sotto la maschera sorrise intenerita. -Dai, verrò con te.-
-Allora è deciso, ci cambiamo e ci ritroviamo in spiaggia. Sicuramente saremo tutti vicini, proprio come per le stanze.- disse Khal prendendo per mano Ailea, aprendo la stanza impaziente.
Wyen prima di seguire Daimonas gli tirò il lembo della divisa. -Cosa è la tintarella?-
-È un modo per dire abbronzatura. Ti viene quando stai al sole per qualche tempo.-
Entrambi erano bianchi come delle mozzarelle, e non era certo che la loro pelle si sarebbe abbronzata tanto facilmente, però sicuramente avrebbero avuto modo di divertirsi assieme agli altri.
Mentre quindi alcuni andarono verso il negozio altri entrarono nelle proprie stanze per cambiarsi. L’unico ad avere altri piani era Jack, che una volta certo Daimonas non lo potesse scoprire corse dietro al padre di Grace, trovandolo fortunatamente ancora giù per le scale.
-Signor Allister!-
-Mh? Oh, tu sei uno degli amici di Grace. Qualcosa non va per caso?-
-No no, la camera è perfetta. Avrei solo bisogno di parlarle di una cosa…-
Non serviva un genio per capire che non avrebbe trovato nei dintorni negozi che non appartenevano all’uomo, e non c’era nemmeno una città vicina dove andare a cercare un lavoro.
L’unica speranza che a Jack rimaneva quindi, per riuscire a comprare il regalo di Daimonas, era sperare che ilsignor Allister avesse un posto per lui.-
-Cercherò di fargliela breve. Tra qualche giorno dovrei comprare un regalo per una persona, ma ho bisogno di guadagnare ancora qualcosa per farlo. Volevo farlo a Rookbow, ma poi è saltata fuori questa vacanza a sorpresa. Non è che avrebbe qualche lavoretto per me? Sono disposto a fare qualsiasi cosa.-
Aveva omesso alcuni dettagli, come il fatto il regalo era per un ragazzo che amava e che voleva conquistare, per questione anche di abitudine.
Il suo passato non era stato tutto rosa e fiori, e non sapeva se l’uomo sarebbe stato più o meno propenso ad aiutarlo se avesse saputo era gay.
Probabilmente era ingiusto supporre qualcosa di simile nei confronti di qualcuno che nemmeno conosceva, ma era proprio questo il punto, e se normalmente non si sarebbe fato alcun problema a gridarlo ai quattro venti ora che rischiava di rimetterci preferiva andarci cauto.
-Oh, mi dispiace. Capisco che avervi portato qui abbia scombussolato i vostri piani. Vediamo… al momento siamo al pieno del personale, ma potrei informare tutti che sei disposto ad aiutare.-
Jack sorrise grato alla proposta. -Sarebbe perfetto. Crede che potrei cominciare già oggi?-
-Certo, ma sei sicuro di non volere passare il tempo con i tuoi amici? Visto l’inghippo che ho creato potrei pagare io le spese.-
-È molto gentile, ma mi basta lavorare.-
Sarebbe stato sicuramente più facile in quel modo, ma il regalo aveva un significato molto personale e voleva guadagnarselo con le sue forze.
Il signor Allister annuì comprensivo. -Molto bene allora, manderò una circolare. Nel frattempo potresti iniziare dal bar. Michele, hai sentito tutto non è vero?- chiese all’uomo oltre il bancone.
-Ma certo, può venire quando vuole.-
-Grazie, mi do una sistemata ed arrivo subito.- disse il ragazzo sollevato della loro comprensione.
Ora l’unico problema rimasto era l’evitare che Daimonas lo scoprisse.
   
 
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