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Autore: Severa Crouch    10/12/2022    2 recensioni
Questa storia partecipa all’iniziativa “Regali di inchiostro tra i tavoli del pub” indetta dal gruppo Facebook “L’angolo di Madama Rosmerta” ed è un regalo per Clo.
[Spin-off di Legilimens Inc. versione Muggle!AU e Office!AU dei miei amati Mangiamorte]
Bellatrix non ha mai amato il Natale e, da quando ha iniziato a lavorare alla Legilimens, ha sempre trovato la scusa degli attacchi informatici per non presenziare al ricevimento di Natale organizzato dai Black. Quest’anno, però, sua madre Druella è stata chiarissima: o Bellatrix si presenta alla festa di Natale o i suoi fondi fiduciari verranno tagliati. Tom Riddle, però, le offre una prospettiva diversa.
Genere: Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache babbane - Muggle!AU'
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A Clo (C_Totoro), che ama il trash, i Patatini, e le gioie, tanto quanto me, ed è una compagna di scleri e fonte di ispirazione continua, oltre ad essere una delle mie autrici preferite.
Spero che ti piacciano i Patatini in salsa babbana e natalizia!
Buon Natale!
Sev



Networking natalizio

 

Londra, 15 dicembre 2022

 

“Oh, no!” L’esclamazione di Bellatrix ruppe il silenzio che regnava nell’ufficio. Antonin Dolohov spostò lo sguardo dal suo monitor per accertarsi che la sua collega stesse bene. Evan Rosier, seduto di fronte a lei, fece altrettanto.

“Problemi con il codice, Bella?”

“Peggio,” mormorò. “Al codice c’è rimedio.” Lo sguardo non riusciva a distaccarsi dal testo dell’email che sua madre le aveva mandato. Da quando Druella aveva imparato a usare un computer? 

Cara Bellatrix, visto che non rispondi alle mie telefonate e ignori i messaggi su WhatsApp, sono costretta a scriverti un’email. Ho dovuto chiedere a Lucius di aiutarmi. Dovrebbero fare una statua a quel sant’uomo. 

Le mani di Bellatrix si strinsero intorno alla pallina anti-stress che Evan le aveva regalato per il Secret-Santa dell’ufficio. Lucius Malfoy, quel maledetto damerino, leccapiedi, viscido, arrampicatore sociale, fidanzato di sua sorella Narcissa… C’era sempre il suo zampino dietro ogni sciagurata iniziativa di sua madre. Dopo averle insegnato a usare WhatsApp e mandare vocali che duravano un’infinità, adesso aveva anche sbloccato l’abilità email. “Ti buco il server, Malfoy…” borbottò tra sé e sé mentre continuava a leggere la mail di Druella.

Ti scrivo per ricordarti che la sera del 24 celebreremo la Vigilia di Natale, come tutti gli anni e, se lo scorso anno ho potuto tollerare la tua assenza, quest’anno esigo che tu partecipi. Non accetto un no come risposta. Lo scorso anno ho chiuso un occhio per via della rottura con Rodolphus, so come ci si può sentire quanto si perde un partito tanto ambito. Per una sciacquetta, poi! Ho incontrato Philomène che non fa altro che elogiare quella gatta morta che si è preso. A proposito, ci saranno anche loro, i Lestrange, alla festa. Tuo padre insiste, deve discutere di affari con Roland e ha preteso la loro presenza. 

Bellatrix sospirò. Non solo era costretta a presenziare alla cena di Natale organizzata dalla sua famiglia, ma avrebbe dovuto anche sorridere ai Lestrange e sopportare i commenti su Alexandra e le domande indiscrete sul perché fosse finita con Rodolphus. Ovviamente, non poteva dire che lei aveva usato la storia di Rod con Alex come pretesto per liberarsi di quell’essere pesante del suo ex e che vederlo felice con un’altra era un sollievo. Solo che di passare per la povera cornuta non aveva proprio voglia. La madre di Rodolphus, poi, non l’aveva mai sopportata. Era fissata con l’etichetta peggio di sua madre e riteneva che informatica non fosse una facoltà consona per una donna. Sicuramente, era andata in brodo di giuggiole quando Rod le aveva presentato Alex, una legale come lui, così composta, educata e diplomatica. Solo al pensiero di tutti loro insieme si sentiva soffocare.

Se volessi venire accompagnata, ne saremmo felici. Da quanto mi ha riferito Rabastan… Quel dannato pettegolo! …stai frequentando qualcuno e mi ha suggerito di avere pazienza. Non voglio farti pressioni, ma insomma, vorrei vedere la faccia scandalizzata di quell’oca di Philomène se ti presenti con uno che è meglio di Rodolphus. Perché è meglio di Rodolphus, vero?

Bellatrix alzò gli occhi al cielo.

Non ti preoccupare, però, se dovessi venire da sola, ho un sacco di giovanotti da presentarti! Vieni e basta, altrimenti, io e tuo padre dovremo prendere seri provvedimenti che riguarderanno i tuoi fondi fiduciari.

Con amore, la tua mamma.

“Amore un cazzo,” commentò sottovoce. 

“Oh, siete già alle parole dolci?” domandò Evan ridacchiando. “Non credevo che Tom fosse così romantico.” Bellatrix lo fulminò con lo sguardo e disse: “Mi riferivo a mia madre, quella megera mi ha imposto di andare alla cena della vigilia, pena provvedimenti sui miei fondi fiduciari.”

“Ti ha minacciata? Per Natale?”

“Ti rendi conto? E poi ha firmato la mail con amore! Amore, un cazzo! Se prendo quel maledetto di Lucius che le ha insegnato a scrivere le email, giuro che lo strozzo! A costo di lasciare mia sorella di nuovo single!” Antonin scoppiò a ridere. “Non so te, Evan, ma io non vorrei proprio mettere piede a quella festa.”

“Oh, no, nemmeno io,” ridacchiò il collega.

“Quindi nessuno di voi mi accompagnerebbe a quella festa?” domandò incredula.

“Noi? Perché non lo chiedi a Tom, scusa? Non è il tuo ragazzo?” aggiunse Antonin. “Organizzate le cene insieme, trattate male Alecto, siete una coppia perfetta! Vedrai che mammina sarà felice.”

“Dai, Antonin, cosa hai da fare la Vigilia di Natale?”

“Sono in montagna con Alecto. Se permetti, ho prenotato una baita con tanto di jacuzzi e ho intenzione di recuperare tutti i mesi di astinenza.”

“Mesi? Credevo fossero anni,” commentò Bellatrix. Spostò lo sguardo su Evan e lo interrogò: “Tu che programmi hai per la Vigilia? Non dirmi che vai a Barcellona che ti tiro il mouse in testa!”

“Non dire fesserie. Lo sai, Natale con i tuoi. Lizzie è impegnata con il marito…” Evan iniziò a guardarsi intorno nervosamente, sempre più a disagio. “E comunque non ho programmi. Devo prepararmi per la fiera di Berlino. Non riesco a pensare ad altro, ma tu dovresti chiederlo a Tom.”

Bellatrix spostò lo sguardo verso la parete di cristallo dell’ufficio di Tom. 

Tom era l’amministratore delegato della Legilimens Inc., era anche un hacker, famoso nel dark web con il nome di Lord Voldemort. Tom, o meglio Lord Voldemort, era il motivo per cui Bellatrix aveva scelto di diventare una programmatrice informatica con la passione dell’hacking. Così, lavorare con Tom, diventare la sua amante, aveva completato la sua vita in un modo che Bellatrix non credeva possibile. Se di giorno si occupava dello sviluppo dei nuovi software di profilazione approfondita, la notte faceva incursioni nel dark web con Lord Voldemort. Era semplicemente felice. 

Non erano la classica coppia di fidanzati. No, Tom era il suo Padrone e lei era la sua sottomessa e le loro sessioni erano decisamente più eccitanti degli appuntamenti. Non era una relazione che si può portare in società. Senza contare che Tom era riservatissimo sulla sua vita privata e Bellatrix non voleva muovere le acque.

“Cygnus e Druella Black? Delle Black Industries?” La voce di Tom alle sue spalle la fece sobbalzare. Non si era accorta che il suo capo aveva lasciato il suo ufficio per entrare nella stanza dei programmatori, tanto era immersa nell’ennesima rilettura dell’email di sua madre.

Bellatrix annuì. “Sì, sono proprio loro,” sospirò. “A quanto pare dovrò presenziare alla cena della vigilia.”

“Perfetto, ti accompagno.”

Bellatrix si voltò verso Tom con un'espressione incredula. “Tu vuoi venire al party di Natale organizzato dai miei genitori?” 

Tom scosse la testa e rise. Antonin era saltato sulla sedia ed Evan fingeva di non ascoltare. “No, non voglio venire al party di Natale dei tuoi genitori, voglio andare al ricevimento esclusivo che Cygnus Black, delle Black Industries, ha organizzato. Si chiama networking e forse possiamo portare nel terzo millennio una parte dell’imprenditoria britannica.”

Il sorriso sghembo di Dolohov si trasformò in una risata liberatoria. “Cazzo, Tom, mi stavo preoccupando!” 

“Questa mancanza di fiducia mi ferisce, Antonin,” gli disse portandosi una mano al cuore. “In quanto a te, mia cara, ti voglio impeccabile. Faremo rimanere di sasso mammina.”

 

Casa Black, Londra, 24 dicembre 2022

 

Bellatrix detestava il Natale. 

Ancora di più, detestava il Natale in famiglia, specie quello con la sua famiglia. 

Quella Vigilia, però, indossava uno splendido abito lungo in velluto nero che le fasciava il corpo, interrotto da uno spacco che la rendeva estremamente sensuale. I lunghi ricci neri erano acconciati morbidamente e in parte raccolti in modo che il suo viso, con un make-up perfetto, risaltasse. Bellatrix si era sottoposta a ogni genere di trattamento, su indicazione di Tom e solo mentre siedeva in auto, avvolta in un lungo cappotto di lana nera, si sentiva così diversa dalla programmatrice con jeans e sneakers e si accorse che a quella festa nessuno l’avrebbe più presa per una ragazzina. Indossava le decolté che aveva scelto Tom e, cosa più importante, dentro di sé, sotto la lingerie in pizzo, aveva un ovetto vibrante.

“Non penserai di stare tutta la sera al telefono per controllare le vibrazioni?” domandò divertita mentre la berlina scura guidata da Greyback, l’autista di Tom, parcheggiava davanti casa Black, nel prestigioso quartiere di Knightsbridge. 

Tom le prese la mano e la portò alle labbra, la manica della giacca scivolò all’indietro e lui sussurrò: “Per questa versione mi basta l’orologio.” Sfiorò lo schermo dello smartwatch e Bellatrix sentì le vibrazioni dell’ovetto dentro di sé. “Oh, cielo!” esclamò. Tom le sorrise e le disse: “Vedrai che rivaluterai le feste dei tuoi.”

Bellatrix entrò nel salone della casa in cui era cresciuta, al braccio di Tom. Si guardava intorno osservando i presenti, cercando di capire come fare networking. Da quando Tom le aveva presentato quella prospettiva, il pensiero della festa le era diventato tollerabile. Forse, anche i suoi genitori l’avrebbero finalmente vista come una donna d’affari e non come una ragazzina ribelle. 

“Bellatrix, sei venuta!”

“Non che avessi molta scelta, mamma,” ribatté osservando il modo sorpreso in cui sua madre la studiava. Decise di ignorarla e proseguì facendo le presentazioni. “Mamma, ti presento…” 

“...Tom?” domandò sua madre sorpresa. 

“Ci conosciamo?”

“Festa di Halloween alla London School of Economics. Era il mio terzo anno di college…”

“Il mio ultimo anno di college, sì, certo. Studiavi letteratura, giusto? Sei diventata, poi, una ricercatrice?” 

Druella arrossì e Bellatrix iniziò a spostare lo sguardo tra Tom e sua madre. Se Druella sembrava in estasi all’idea di rivederlo, Tom aveva una fredda cortesia e il suo interesse si spense del tutto quando Druella rispose che no, non era diventata ricercatrice, che nella vita aveva fatto la mamma.

“Capisco,” mormorò Tom prima di aggiungere, “Beh, in questo sei stata talentuosa, devo riconoscertelo.” Sfiorò la schiena nuda di Bellatrix suscitando dei brividi di piacere. “Con permesso, Druella.”

Bellatrix si voltò verso Tom: “Conosci mia madre, sul serio?”

“Tua madre era piuttosto… ehm… allegra… durante gli anni del college. Un po’ come tutte le studentesse in cerca di marito.”

“Ma siete usciti insieme?”

Tom le rivolse un’occhiata seria e sfiorò lo schermo dell’orologio. Si chinò verso di lei e mentre la vibrazione partiva le sussurrò: “Non credo che tu voglia sapere cosa è accaduto.” Bellatrix sbatté le palpebre confusa. Allora era accaduto qualcosa, si ritrovò a pensare. Sua madre aveva avuto qualcosa con il suo attuale ragazzo? Lei era come sua madre? Tom la trascinò verso l’amministratore delegato di una società di trasporti, un certo Selwyn. Più avanti, quei viscidi dei Malfoy la scrutavano come avvoltoi mentre tenevano in ostaggio Narcissa.

“Bellatrix, sei un incanto,” commentò quel vecchio bavoso di Abraxas Malfoy. L’aveva visto tradire la moglie con la sua segretaria e Bellatrix era certa che anche Lucius avrebbe fatto la stessa fine. La mela non cade lontana dall’albero, dopo tutto. 

Narcissa, che non sapeva stare zitta proprio come il suo fidanzato, esclamò: “Ma sei venuta accompagnata!”

“Che sorpresa inaspettata, vero?” domandò sarcastica. Tom spense la vibrazione dentro di lei per punirla. 

“Vi presento Tom Riddle.”

“Il tuo capo?” domandò Narcissa scambiandosi uno sguardo perplesso con Magda Malfoy. Entrambe bionde, entrambe con un banalissimo abito bianco, specie da quando il bianco aveva sostituito il nero nell’alta società. Erano cariche di gioielli e Bellatrix non aveva mai visto Narcissa così simile a Druella e Magda.

Tom intervenne precisando cortesemente: “E il suo compagno. Immagino che tu debba essere Narcissa, giusto?” Narcissa annuì. Bellatrix intuì che sua sorella si stava frenando dal continuare a parlare. “Loro sono i Malfoy, la famiglia del mio fidanzato, Lucius.”

“Molto piacere, Lucius Malfoy.” Quel damerino si presentò porgendo la mano con una delle sue strette di mano da uomo d’affari del cavolo. Tom lo guardò negli occhi e domandò: “Di cosa ti occupi, Lucius?”

“Siamo immobiliaristi,” intervenne suo padre. “Abraxas Malfoy.”

“Il ragazzo porta ancora il caffè, quindi?” scherzò Tom. Bellatrix ghignò nel vedere l’espressione oltraggiata di Lucius. “Sta imparando il mestiere,” mitigò Abraxas. “E lei? Di cosa si occupa?”

“Sono nel settore del software, ci occupiamo di Intelligenza Artificiale, software che possono profilare i clienti.”

“Ah, nulla vale quanto il rapporto diretto!” esclamò Abraxas. “Voglio vedere negli occhi il cliente, solo dal modo in cui stringe la mano sono in grado di valutare se è un buon cliente o solo un chiacchierone!”

“E i suoi sottoposti hanno lo stesso dono?” domandò Tom con uno dei suoi sorrisi che sembravano cortesi, ma che volevano far venire a galla l’idiozia del suo interlocutore.

“No, sono degli idioti.”

“Ecco a cosa serve l’Intelligenza Artificiale. Sicuramente non può sostituire una mente umana brillante come la sua, ma previene i danni della stupidità dei dipendenti.”

“E la sua segretaria cosa ne pensa?” Abraxas indicò Bellatrix con lo sguardo. Tom si irrigidì e disse seriamente: “Miss Black non è la mia segretaria, è il direttore dello sviluppo dei nuovi prodotti alla Legilimens ed è una delle programmatrici più esperte che esistono sul mercato.” 

Ci fu un momento di pausa, in cui Bellatrix lanciò un’occhiataccia a Lucius al punto da indurlo a perdere la sua solita baldanza. Tom approfittò del silenzio che era calato per continuare. “Le segretarie le lascio agli uomini privi di spessore. Con permesso.” Tom guidò Bellatrix lontano dai Malfoy. “Come si chiama la sua azienda?”

“Malfoy estates, qualcosa del genere.”

“Stanotte sistemiamo questi stronzi.”

“Oh, Tom…” Bellatrix sospirò emozionata per quella presa di posizione, aveva provato conforto nel vedere il modo in cui Tom si era irrigidito quando le avevano dato della segretaria, o quando Abraxas aveva mostrato scetticismo al suo ruolo da direttrice dei nuovi prodotti.  

“Grazie per avermi difesa. I Malfoy sono amici di famiglia dei miei da sempre e non mi hanno mai visto come un’adulta.” Tom le accarezzò il braccio: “Le cose cambieranno, Bella. Io non perdo tempo con le ragazzine e anche gli altri capiranno che sei una delle menti più promettenti a livello globale. Seguimi.”

Il loro percorso venne interrotto dall’arrivo di Rabastan. “Oh, Bellatrix, sei qua!” Il suo migliore amico si accorse dell’occhiataccia di Tom e aggiunse: “Tom! Che piacere rivederti. Perdonami, ma ho bisogno di essere salvato.”

“Da chi?”

“Dalla mia famiglia e la noia che mi sta uccidendo!”

“Sei il solito cretino, Rab.”

“Sul serio! Rod e… quella, insomma… vedessi i miei genitori, così contenti. Mia madre ha persino detto che dovrei trovarmi una fidanzata come lei, ma piuttosto mi ritiro in convento…”

“E poi come faranno le londinesi?” domandò Tom. “Sei il punto di riferimento della movida… E comunque, quella è Alexandra Turner, è la responsabile compliance della mia azienda ed è colei che ogni volta ci salva dai controlli delle Autorità, merita un po’ di rispetto e poi, non vorrei dirlo, ma non ho mai visto Rodolphus così preso, in tanti anni che ci conosciamo.” Bellatrix osservò Tom leggermente piccata per quel riferimento, dopo tutto aveva trascorso molti anni con Rodolphus e scoprire che lui non era mai stato coinvolto (al contrario di quanto lei aveva sempre creduto) fu un colpo per la sua autostima. Eppure, più osservava Rodolphus e Alexandra e più si convinceva che fosse vero e quel pensiero la sollevava. Insomma, non aveva buttato all’aria la storia della sua vita, come le avevano preannunciato Andromeda e Narcissa, ma si era solo risparmiata sofferenza inutile.

“Chi è quello lì?”

Rabastan e Bellatrix sospirarono all’unisono, ma Rabastan con la sua prontezza da cronista l’anticipò: “Sirius Black, lavora per i vostri competitor, alla Phoenix, è il fratello di Regulus.”

“Perché parla con Barty?” domandò Bellatrix assottigliando lo sguardo. “Se quel traditore pensa di passare alla concorrenza, lo strozzo.”

“Non credo che Barty voglia passare alla concorrenza, Bella, starà tenendo un comportamento civile, è pur sempre suo cognato. Andiamo a salutarli.”

“Bartino!” esclamò Bellatrix fingendosi divertita. “Vedo che te la stai spassando con mio cugino!” Rivolse lo sguardo verso Sirius, i suoi stessi occhi grigi, l’atteggiamento spavaldo. Notò la cravatta annodata storta, il bottone del colletto slacciato, la giacca stropicciata, uno spezzato a un evento di sera. C’erano talmente tante cose che non andavano bene nel look di Sirius che Bellatrix si domandò se zia Walburga sarebbe sopravvissuta. “Sirius…” salutò.

“Tom Riddle, giusto?” domandò Sirius. 

“In persona.”

“Piacere, è un programmatore eccellente, peccato che è dalla parte sbagliata.”

“Esiste una parte sbagliata?” domandò sarcastico. “Pensavo che nel business è il bilancio a indicare la via e, modestie a parte, i nostri conti parlano chiaro, anche grazie a Regulus.” Si guardò intorno e domandò: “A proposito, dov’è il nostro direttore amministrativo?”

“Di là con nostra madre,” disse Sirius. “Ha avuto un mancamento.”

“Perché ha visto come ti sei conciato per il party di Natale?” domandò Bellatrix ridacchiando. Sirius le rivolse uno sguardo scandalizzato: “Cosa? No! Cos’ha che non va il mio abbigliamento? Sono elegantissimo!” Si portò una mano tra i lunghi ricci neri che gli scendevano fin sopra le spalle e ridacchiò: “Questa volta è colpa di Barty.”

“Ehi! Io non lo sapevo! Sono stato sincero! Lei è arrivata, ha visto Regulus e Sirius, ha chiesto loro quando diventerà nonna e io le ho detto che stiamo preparando i moduli per l’adozione, mica potevo sapere che avrebbe avuto un mancamento!”

Bellatrix si portò una mano alla bocca. Barty e Regulus volevano adottare un bambino? Regulus aveva fatto coming out? 

“Ma, scusa, zia sa che tu e Regulus state insieme?”

“Suppongo di sì, conviviamo da due anni. Regulus continua a parlare di bambini, vogliamo adottarne uno, vuoi che sua madre non lo sappia?”

Bellatrix e Sirius si scambiarono uno sguardo perplesso. Tom tossicchiò e disse: “Crouch, ricorda sempre che la conoscenza della tua audience è fondamentale nella comunicazione. Secondo me, qua non hai considerato tutti gli elementi.” Barty si passò una mano tra i capelli: “Beh, dai, era questione di tempo, spero che Regulus non mi ammazzi per quello che ho fatto. Vado a vedere come sta, con permesso.”

Bellatrix e Tom si congedarono da Sirius e si defilarono dal salone per avere un attimo di respiro e controllare le notifiche sullo smartphone. Tom le mostrò lo schermo: “Guarda, Bella, ottime notizie da Los Angeles. Se tutto va bene, facciamo il colpaccio e andiamo a contrattare nella Silicon Valley.” Bellatrix spalancò gli occhi: “Vuoi dire che il progetto a cui abbiamo lavorato con Antonin?”

“Esattamente. Meta è interessato ad acquistarlo, ma non mi fido di Zuckemberg e dei suoi legali. Voglio discuterci personalmente. Andremo negli States.” Tom si chinò sul collo di Bellatrix, le mani sfiorarono i seni e Bellatrix fremette di piacere. Inarcò la schiena e il capo all’indietro contro la parete della sala lettura di sua madre, offrì il suo corpo lasciando che Tom l’accarezzasse sopra il velluto. “Ora ti tolgo l’ovetto,” le sussurrò mentre lasciava scivolare una spallina e le scopriva il seno. La mano destra di Tom si infilò tra le pieghe dello spacco dell’abito, risalì lungo le cosce velate dalle calze; le sue dita giocarono con i lacci del reggicalze e poi arpionarono il bordo dei suoi slip per abbassarli. Bellatrix chiuse gli occhi e si appoggiò contro la parete alle sue spalle. Le mutandine di pizzo giacevano alle sue caviglie mentre fuori da quella porta c’era la festa della vigilia di Natale. 

Tom le sollevò una gamba e la portò sulla spalla prima di avvicinarsi a lei e iniziare a succhiarle il clitoride sorprendendola. Gli occhi neri di Tom la guardavano e Bellatrix ansimava per il piacere, quando fu sul punto di abbandonarsi all’orgasmo, sentì le dita di Tom entrare dentro di lei e recuperare l’ovetto. Divenne improvvisamente vuota e bisognosa di essere riempita di attenzioni. Tom continuò a leccarla e stimolarla fino a portarla all’orgasmo. 

Bellatrix stava venendo nella bocca di Tom quando la porta si aprì improvvisamente. Sua sorella Andromeda esclamò: “Bella!” 

Andromeda era più giovane di due anni e, proprio come lei, era stata costretta a presenziare a quel dannato party. Ciò che Bellatrix non si aspettava è che avesse una storia con lo chef del catering, il giovane Ted Tonks.

“Meda?” esclamò perplessa. 

Tom nel frattempo si era ricomposto e sorrideva divertito in direzione di un imbarazzatissimo Ted. “Cosa ci fai con Tonks? Sei venuta a preparare il menu di Natale?” Poi lo sguardo passò dallo sconcerto di Andromeda alle dita dei due che erano unite al modo in cui Tonks si allontanò da Meda.

“Ehm… sì, esatto. Era il menù di Capodanno, a dire il vero,” si giustificò arrossendo. Tom continuava a sorridere e come se nulla fosse passò le mutandine di pizzo a Bellatrix che si precipitò in bagno.

Quella vigilia stava superando ogni possibile previsione e le confermava che tornare a casa per le feste, anche con Tom al fianco, era sempre una pessima idea. 

Nel salone, continuarono a scambiarsi bigliettini da visita con gli ospiti, Tom non perdeva occasione per elogiarla, soprattutto quando i suoi genitori erano a portata di orecchio. Sul fondo della sala, Alexandra e Rodolphus sembravano fare tappezzeria mentre chiacchieravano con altri ospiti.

“Bellatrix, lasciati fare gli auguri!”

“Papà!” esclamò sorpresa. “Dove eri finito?” 

“Beh, sai come sono questi party, pieni di gente da salutare, chiacchiere da fare…”

“Ti presento Tom Riddle, amministratore delegato della Legilimens incorporated e anche mio compagno.”

“È un vero piacere, Tom, ti seguo dagli inizi, sai? Credo che Bella ti abbia scoperto leggendo una delle prime interviste che hai lasciato a The Economist.”

“Beh, allora, grazie, le devo molto, signor Black,” disse con il suo tono amabile. “Bellatrix è una delle programmatrici più talentuose che abbia mai incontrato. Ha una mente che le permette di essere il mio braccio destro.”

“Mi fa piacere, Bella è sempre così impegnata con il lavoro, ma la sentiamo felice e questo è ciò che conta. Seguo i progressi della Legilimens e vorrei presentarti un mio caro amico, Felix Rosier, è un avvocato d’affari che può aiutarvi a fare il grande salto e quotarvi in Borsa.”

“Con molto piacere, ma dovremo coinvolgere Rodolphus per questi aspetti.” Tom indicò Rodolphus e Bellatrix notò come gli sguardi dei due si incontrarono. Rodolphus si avvicinò immediatamente insieme ad Alexandra e con il suo solito atteggiamento tronfio esclamò: “Cygnus, che piacere.”

“Volevo presentare Felix al caro Tom, ma mi dice che dovrebbe parlare con te. Credo che possa supportarvi per valutare una quotazione. Dopotutto, i tempi sono maturi.”

Rodolphus sorrise a Cygnus e sospirò: “Certo, ho fatto diversi incontri con Felix e la prossima settimana iniziamo a svolgere la due diligence. Sono notizie riservate, Cygnus.” In quel momento, Tom le accarezzò la schiena con una strana espressione compiaciuta, come se stesse mettendo a fuoco alcuni aspetti. 

Fu solo poco dopo, quando si ritrovarono nuovamente nell’appartamento di Tom, che Bellatrix ebbe il coraggio di domandargli: “Cos’ha detto Rodolphus per farti spuntare quel sorriso?”

“Non ti sei accorta di niente, Bella?” le domandò. “Questa serata è stata illuminante sotto molti aspetti per me.”

“È solo uno dei vecchi, soliti, noiosi, party dei miei, cosa c’è di illuminante?”

“Esatto, Bellatrix. Erano mesi che credevo di dover fare networking e conoscere la crème dell’imprenditoria britannica. Poi, è arrivato l’invito dei tuoi e li ho trovati tutti lì davanti e sono vecchi, morti, non hanno la benché minima idea di come vada il mondo. Tu, Rodolphus, Alexandra, ma qualsiasi persona lavori per noi, persino quella piaga della Carrow, beh, è mille anni luce avanti rispetto a questi qua.”

“Oh.”

“Il futuro è nostro, Bella. Vieni, andiamo a buttare giù i server di quegli stronzi dei Malfoy e poi festeggeremo il Natale a modo nostro.”

   
 
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