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Autore: Dreamer47    11/12/2022    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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HUNTER'S LEGACIES
Capitolo 26.

 
 
Si tolse in fretta il giubbotto di pelle nero lasciandolo scivolare sulla sedia della sua camera molto spartana che Sam avesse riservato per lei e che contenesse solamente un letto, un armadio ed un tavolo con due sedie. 
Si diresse nel suo bagno personale animando di dolore, sollevandosi la maglietta chiara imbrattata di sangue per osservare la ferita che si stesse già risanando sul suo ventre: Sam l'aveva svegliata presto quella mattina, intimandole di sbrigarsi perché avrebbero dovuto viaggiare per il paese e avrebbero dovuto farlo in fretta perché secondo alcune delle sue fonti vi era un potente nido di vampiri a nord del paese. 
Quando quella stessa mattina Abby aveva provato a salire sulla sua auto per seguire quella nera e sportiva di Sam, il ragazzone era arrivato di fretta per fermarla, sbattendo con forza la portiera correndo anche il rischio di sbatterlo sulla sua spalla e farle male, se solo Abby non si fosse spostata in tempo, guardandola con aria furiosa.
"Cosa pensi di fare, mmh? Di seguirmi con la tua auto, così da potermi sfuggire quel tanto che basta per chiamare qualcuno?". 
Abby lo aveva visto diventare rosso dalla rabbia, sbattendo un pugno sulla sua auto e sgranando gli occhi, e si ritrovò a pensare che l'idea di trascorrere del tempo con Lucifer fosse una passeggiata rispetto al robot senza sentimenti che avesse davanti e che la gabbia avesse generato. 
La ragazza aveva scosso la testa e aveva sospirato, evitando anche di rispondere e dirigendosi a grandi passi verso l'auto sportiva di Sam, entrando dal lato passeggero senza neanche aspettarlo e trovando con grande sorpresa Christian al posto guida, che le sorrise divertito come segno che Sam quella volta non si sarebbe unito a loro; Abby sapeva a cosa si riferisse Sam e perché fosse così preoccupato di non lasciarla da sola neanche un attimo. 
Qualche giorno prima l'aveva beccata col telefono fra le mani, seduta nella grande cucina deserta di quello strano posto, immersa completamente a scrivere un messaggio super dettagliato a Dean, fornendo indirizzo e tutte le informazioni che gli servissero per irrompere in quel posto e fare il culo a suo fratello, ma Sam era arrivato giusto in tempo per strapparle il telefono dalle mani e cancellare l'intero messaggio, per poi spezzare in due il suo cellulare a mani nude. 
"Ti avevo detto di non avere alcun contatto con Dean oppure i tuoi fratelli saranno morti!". 
Abby lo aveva visto scaraventare ciò che restasse del suo cellulare a terra e guardarla con tono minaccioso, e approfittò della presenza di alcuni Campbell che fossero appena entrati nella sala, sperando che non avrebbe osato oltrepassare il limite davanti alla sua famiglia, e si avvicinò a lui sollevando un sopracciglio.  "Sono un ostaggio, Sam? Tuo fratello è preoccupato per me, ha paura che mi sia successo qualcosa!!". 
Sam aveva riso di cuore e aveva scosso la testa, ridendo di lei e delle sue parole, scambiando persino un'occhiata divertita con i suoi familiari. "Oh, sono sicuro che quel bastardo cronico di mio fratello troverà un'altra ragazza con cui distrarsi molto velocemente. Andiamo Abby, non penserai davvero che ti sia stato fedele in tutti questi anni?". 
Abby tornò al presente e sfiorò la ferita da taglio sul suo addome con una mano, sussultando per il dolore e gemendo appena, osservando allo specchio che per quanto la ferita fosse già in via di guarigione perdesse fin troppo sangue. 
Iniziò a curarsi con tutto ciò che avesse a disposizione, estraendo dall'armadietto del piccolo bagno delle garze sterili e un disinfettante a base di alcol, che le fece sollevare gli occhi al cielo perché sapeva che avrebbe fatto un male cane. 
Si ricucí la ferita in fretta, sapendo che avrebbe lasciato una bella cicatrice, e scosse la testa perché avrebbe tanto voluto avere Dean al suo fianco in una situazione come quella: era lui che sapeva mantenere il sangue freddo in quelle circostanze, era lui che sapeva pensare al piano più efficace con lucidità. Era lui che l'aveva guidata nei momentacci come quello, era sempre stato lui. 
E adesso Abby si sentiva persa: non poteva mettersi in contatto con Dean, non avendo la più pallida idea di dove fosse e di cosa stesse facendo in quel momento dopo settimane che non la sentisse. 
Non sapeva neanche dove fossero i suoi fratelli ma si doveva accontentare della parola di Sam che ogni giorno le assicurasse che i suoi fratelli stessero bene. 
Abby non riusciva a comprendere come Sam avesse potuto commettere un'azione del genere, di nuovo. 
Le aveva detto di volere il suo aiuto, ma in quel lungo mese e mezzo  non avevano fatto altro che cacciare strane creature e lanciarsi in dei casi assurdi, fiondandosi nelle battaglie ed uccidendo chiunque si frapponesse fra loro e qualunque fosse l'obiettivo di Sam. 
Quel giorno Sam però non si uní a loro e Abby e Christian erano stati costretti ad uccidere delle innocenti vittime in transizione solamente per arrivare al capo di quel nido, per poi incappucciarlo e rapirlo, mentre il cacciatore Campbell lo mise su di un furgone per farlo completamente sparire sotto gli occhi titubanti di Abby, che però non aveva potuto fare domande. 
Sentí due nocche bussare contro la sua porta e istintivamente riabbassò la maglietta, dirigendosi verso la soglia solamente dopo aver rimesso il suo coltello a ridosso della sua cintura pronta ad utilizzarlo su qualsiasi persona si fosse presentato alla sua porta. Aprí con un sospiro e trovò il viso sorridente di Gwenn che le porse una barretta di cioccolato, per poi scemare quando fece scivolare lo sguardo sul sangue della sua maglietta e la guardò in modo allarmato. "Abby, ma sei ferita!". 
La ragazza sospirò e scosse la testa, aprendo la porta completamente per permetterle di entrare ed afferrando la barretta, scartandola ed iniziando subito a mangiarne un pezzo mentre sentiva il cioccolato sciogliersi in bocca; si sedette sulla sedia, chiudendo gli occhi e godendosi quel fantastico momento, che fosse il migliore della sua giornata.
Abby non si fidava della gente che affollava quel posto, erano tutti cacciatori senza scrupolo e diffidenti, che non avevano mai smesso di guardarla come *quella nuova e l'estranea alla famiglia* e continuavano a non fidarsi nonostante Sam avesse garantito per lei. 
Ma Abby stava iniziando a fidarsi di Gwenn, cugina alla lontana di Sam e Dean, che avesse cercato sin dall'inizio di metterla a proprio agio. 
Infatti, ogni sera Gwenn era solita recarsi nella stanza di Abby per trascorrere del tempo insieme a lei: quando non uccidevano, degli essere spregevoli, le due ragazze guardavano qualcosa in televisione oppure si raccontavano degli aneddoti di caccia, scoprendosi ad andare d'accordo più di quanto potessero pensare. 
A tratti Gwenn le ricordava persino Jo, per la sua innocenza e la sua genuinità, qualità che non appartenessero a nessuno dei Campbell. 
"Caccia impegnativa quella di oggi, mmh?". 
Abby la guardò e sospirò facendo spallucce: per quanto la ragazza le piacesse, non aveva intenzione di condividere con lei troppe informazioni, pensando che lei potesse essere mandata da Sam per capire se avesse trovato un modo per comunicare con l'esterno. "Sono tutte uguali e finiscono tutte nello stesso modo: sangue, teste mozzate, morte". 
"Wow, stai diventando parecchio cinica per avere solamente 26 anni!". Gwenn rise di gusto sedendosi sul suo letto e scuotendo la testa, accavallando le gambe. 
Abby la guardò per un breve istante e accennò un sorriso amaro, per poi far vagare il suo sguardo fino all'orologio al suo polso, notando che la mezzanotte fosse già passate da un pezzo e sospirò rumorosamente: lasciò la barretta sul tavolo dopo neanche due bocconi e appoggiò i piedi fasciati dalle calze sulla sedia davanti a sé, inarcando la schiena e guardando fuori dalla finestra con aria seria e triste. "27. Oggi sono 27.." sussurrò Abby deglutendo a fatica, facendo una smorfia piena di sofferenza e facendo spallucce, mentre sentiva gli occhi pizzicare e la sua voce veniva incrinata dal dispiacere, ed i suoi pensieri iniziarono a vagare fra i meandri della sua mente. "Dean avrebbe dovuto portarmi fuori a cena per il mio compleanno, lo ripeteva da mesi: diceva di aver organizzato una giornata per noi, senza interferenze. Me lo aveva promesso". 
Gwen aggrottò le sopracciglia e la guardò con aria seria, sollevando un sopracciglio ed inclinando la testa di lato come se non riuscisse a capire esattamente ciò che stesse succedendo, ma presto divenne dura e quasi arrabbiata. "Beh, è un idiota ad averti lasciata. Non sa quello che ha perso e questa storia che lui non voglia vederti o sentire parlare di te la trovo una stronzata! Ma adesso non pensarci: festeggeremo il tuo compleanno oggi!". 
Abby spostò lo sguardo su di lei immediatamente e sollevò un sopracciglio, guardandola con aria interrogativa e confusa. "Ma di che stai parlando?". 
"Del fatto che Dean sia venuto qui mentre tu eri via a caccia e abbiamo dovuto tenere tutti la bocca chiusa perché Sam ha detto che suo fratello diventa molto suscettibile quando si parla di te.." sussurrò Gwenn facendo spallucce e guardandola con aria accigliata e infastidita, perché ormai aveva iniziato a volere bene ad Abby e la considerava come la sorella che non avesse mai avuto. 
Ma Abby sgranò gli occhi e la guardò spalancando la bocca, con aria sorpresa mentre lo stomaco le si rigirava provocandole una stanza sensazione. "Dean è stato qui?". 
 
 
Rintracciare Sam era diventato sempre più difficile e stressante: Abby lo chiamava continuamente ma il ragazzo non rispondeva mai alle sue chiamate quando si trovava fuori a cacciare da solo.
Ciò le fece storcere il naso ed iniziare a sentire puzza di bruciato, perché Sam l'aveva sempre voluta al suo fianco mentre dettava ordini e lei li eseguiva come un soldato ed il fatto che sparisse per intere settimane era davvero insolito. 
Provò a richiamarlo per l'ennesima volta perché voleva notizie dei suoi fratelli e voleva anche capire se ciò che le avesse detto Guenn fosse vero, capire se Sam avesse davvero coinvolto Dean senza farne parola su di lei: iniziò a pensare che ci fosse qualcosa di profondamente sbagliato in Sam e che probabilmente fosse proprio dovuto la fatto di essere stato insieme a Lucifer e Micheal. 
Quando il suo telefono suonò per l'ennesima volta, Sam sbuffò sonoramente e spense il cellulare mentre se ne stava seduto al fianco di suo fratello nell'Impala e sfrecciavano sul freddo asfalto della notte.
Dean si voltò a guardarlo con aria infastidita ed anche un po sospettosa per qualche momento all'interno dell'abitacolo buio. "Ma vuoi rispondere? Quell'affare suona da tutto il giorno".
Sam scosse la testa e rise leggermente mettendo il telefono spento in tasca, mentre pensava che avrebbe dovuto dare una bella lezione ad Abby una volta tornato a casa da solo; da quando aveva rivelato a Dean di essere tornato, Sam aveva notato il modo diverso con cui suo fratello aveva iniziato a guardarlo.
Aveva subito notato che qualcosa non andasse in lui e Sam sapeva che Dean fosse tutto fuorché ingenuo o stupido e avesse intuito che qualcosa non andasse, e tutte quelle strane telefonate lo resero molto sospettoso.
Il maggiore si schiarí la gola e tornò a guardarlo con un sopracciglio sollevato, ma con un leggero sorriso: era così felice di aver avuto suo fratello di nuovo indietro, di sapere che stesse bene e che fosse tornato tutto interno, eppure non riuscì a fare a meno di chiedersi perché nella sua vita non riuscisse mai ad essere davvero felice. Durante quel lungo anno con Abby si era davvero avvicinato alla felicità, ma dentro di lui mancava il suo fratellino e ciò lo teneva sempre teso e irascibile perché non aveva mai trovato un modo per portarlo indietro. 
Adesso che era tornato a cacciare per necessità, prima per trovare Abby e poi perché fosse stato attaccato dai Djin e Sam si era fatto vivo per salvarlo, si sentiva più appagato del solito perché il brivido della caccia gli era mancato in maniera sproporzionata. 
Ma non riuscire mai ad avere l'amore della sua vita ed il fratello contemporaneamente era uno strazio per Dean. 
"Senti Sammy, posso contare sempre su di te giusto? Insomma, le ricerche per trovare Abby proprio non vanno ed io.. Io non so più che fare.." sussurrò Dean distogliendo lo sguardo e sospirando rumorosamente, sentendosi sempre più preoccupato e triste. Aveva provato a mettersi in contatto con la ragazza, l'aveva chiamata così tante volte e aveva provato a rintracciarla, ma il suo telefono doveva essere fuori dalla portata del computer, che non riusciva mai a localizzare. 
"Certo che ti aiuterò, ma devi essere preparato, Dean: le probabilità che lei sia viva dopo tutto questo tempo scendono al di sotto dello zero. Probabilmente la sua caccia sarà andata a finire male" disse Sam con tondo tranquillo e pacato, facendo spallucce con aria fintamente dispiaciuta mentre guardava la strada scorrere davanti a sé. 
Dean si voltò a guardarlo con aria accigliata e stranita, sgranando appena gli occhi e guardando quel menefreghismo mal celato negli occhi di suo fratello mentre si chiedeva cosa diavolo gli fosse successo. "Non ho mai detto che fosse andata a caccia". 
Sam si girò a guardarlo istintivamente e Dean dovette distogliere lo sguardo per osservare la strada davanti a sé, ed il minore fece una smorfia scocciata scuotendo la testa. "Un cacciatore è sempre un cacciatore, non importa per quanto tempo abbia vissuto una vita normale. Qualcuno tornerà sempre indietro per prenderti". 
Dean fece una smorfia nell'udire quelle parole e scosse la testa, cercando di allontanare delle brutti immagini dalla sua mente e deglutí a fatica: se solo quella notte fosse rincasato un po' prima, se solo fosse riuscito a fermarla e ad andare con lei o a trovare almeno in una registrazione della videosorveglianza, una traccia della sua auto per avere una pista da iniziare ad osservare. 
Invece quella sera era tornato a casa e aveva sentito solamente il silenzio: Dean aveva raggiunto la cucina vuota e subito era corso al piano di sopra nella loro stanza, tenendo fra le mani un grosso mazzo di fiori e una piccola scatola nella sua tasca. 
Aveva deciso di rinunciare a tutto, rinunciare al trovare una soluzione per Sam, anche se poi avrebbe dovuto convivere con questa decisione per tutta la vita, ma voleva farlo per lei. 
Quella sera sarebbe stata il momento giusto per donare ad Abby anche l'ultimo pezzo di sé, quella parte di Dean in cui nessuno arrivava mai. 
Voleva Abby e voleva vivere la vita insieme a lei. 
E voleva fare le cose per bene. 
Dean aveva immaginato l'espressione imbarazzata che avrebbe avuto Abby  quando sarebbe entrato con i fiori, quando avrebbe tirato fuori la piccola scatola che avrebbe scandito il vero inizio della loro vita normale, insieme. 
Ma il mondo aveva deciso di girare in senso opposto, non permettendogli che ciò che avesse pianificato si potesse avverare.
Deglutí a fatica per mandare giù quel boccone amaro e cercò di ignorare il fatto che il suo stomaco si stesse rigirando dentro di lui per la tensione e la mancanza, così strinse la mandibola e guardò la strada davanti a lui. 
Arrivarono ad un motel dopo pochi minuti e Dean mandò il fratello a prenotare la loro stanza mentre lui andava a parcheggiare l'auto, ma quando spense il motore il ragazzo rimase in silenzio ad osservarsi attorno: il parcheggio buio e quasi deserto, la pioggia leggera che continuava a colpire il parabrezza della sua macchina, il freddo che si insinuava dentro le sue ossa. 
Si ritrovò a giocare con le chiavi della sua auto, mentre pensava al piccolo dettaglio che non avesse rivelato a Sam: Dean aveva chiamato Castiel qualche settimana prima, gli aveva chiesto aiuto e lo aveva implorato di localizzare Abby o di dirgli se fosse almeno viva, ma l'angelo non era riuscito a trovarla nonostante percepisse il suo cuore battere regolarmente e la sua anima essere al suo posto dentro di lei. Di Anael non vi era alcuna traccia proprio come della ragazza e Dean stava iniziando a fare un sacco di ipotesi assurde, probabilmente spinto dall'esaurimento della sua pazienza, che riguardassero in qualche modo proprio suo fratello Sam, che da quando fosse tornato sembrava un'altra persona, molto chiuso e senza freni o limiti durante le cacce, trasformandosi in un feroce assassino. 
Dean ipotizzò che se Satana avesse trovato il modo di uscire dalla gabbia, avrebbe potuto farlo col corpo di Sam e che la prima cosa che avrebbe potuto fare, sarebbe potuta essere proprio la vendetta, eliminando Abby per averlo ingannato.
Dean sospirò rumorosamente e scosse la testa, scendendo dall'auto e stringendo i pugni, pensando di essere arrivato davvero al limite di sopportazione. 

 
Abby si mosse silenziosamente e furtivamente all'interno della base che Sam, suo nonno ed i suoi cugini avevano messo su, cercando di eludere gli uomini fermi all'ingresso per controllare che nulla cercasse di attaccarli durante la notte, e finse indifferenza quando passò davanti a loro per dirigersi dalla parte opposta dell'edificio, non guardandoli neanche. 
Riconobbe Christian con la coda dell'occhio e sentí il suo sguardo pungente sulle spalle, ma se lo lasciò alle spalle dirigendosi velocemente verso lo studio di Sam. Senza fare troppo rumore scassinò in fretta la serratura e si richiuse la porta alle spalle, evitando così che qualcuno la scoprisse. 
Accese la sua piccola torcia e si diresse alla scrivania per iniziare a frugare fra i cassetti, cercando qualcosa che le facesse capire quale fosse il vero obiettivo di Sam e magari anche un appunto che indicasse il luogo di detenzione dei suoi fratelli. 
Tutto ciò che trovò però furono una serie di ritagli di giornali su dei fatti di cronaca nera, degli omicidi avvenuti negli ultimi 25 anni mai risolti, che solamente l'occhio di un cacciatore bene addestrato avrebbe potuto riconoscere come attacchi di vampiri, licantropi, mutaforma, djin e bestie varie. 
Abby sospirò perché non riusciva davvero a capire il nesso di tutti quei fatti orribili e si grattò distrattamente la nuca, iniziando a pensare che tutta quella faccenda iniziava a davvero a puzzare.
Doveva esserci qualcosa sotto, Sam doveva avere un obiettivo più grande di quello che le avesse detto. 
Mentre ancora fruga a nei cassetti della scrivania di Sam, Abby avvertí uno spostamento di aria dietro di lei ed uno scricchioliò sul pavimento. Ci mise poco ad estrarre la sua pistola ed a voltarsi nella direzione opposta, puntandola dritta verso la sagoma dietro di lei. 
Riconobbe Sam che teneva un pugnale a mezz'aria nella sua direzione e sembrò rilassarsi quando la riconobbe nonostante il buio della stanza, grazie ai raggi lunari che filtravano dalla finestra. 
Abby rise nervosamente e agitò la pistola, guardandolo finalmente con aria vittoriosa. "Pistola batte lama, Sammy". 
L'uomo annuí serio e lasciò cadere la sua arma a terra con espressione serena e sicura di sé, avanzando lentamente per poi sorriderle una volta avvicinatosi abbastanza. "Cosa vuoi fare, piccola Abby mmh? Vuoi uccidermi a sangue freddo e perdere per sempre Dan e Silver? Non è tra quelle scartoffie che li troverai".
"No, ho solamente intenzione di cavarti fuori il luogo dove tieni i miei fratelli ed il motivo per cui fai tutto questo. Solamente dopo ti sparerò a sangue freddo" rispose Abby con aria seria e guardandolo in cagnesco, stringendo forte la sua pistola mentre guardava i suoi occhi splendere anche al buio in maniera fin troppo sadica. 
Sam rise ancora e abbassò le mani, mettendole sui fianchi e sollevando un sopracciglio. "Perché non inizi a torturarmi allora, mmh? Ti vedo un po' titubante ragazzina: non è che te la fai sotto perché sai di non avere più il fegato per la tortura? Ti sei rammollita?". 
Abby si sentí investire da una forte ondata di rabbia quando lo sentí ridere divertito e prendersi gioco di lei, così lo colpí dritto in testa con il calcio della pistola, stupendosi del fatto che Sam non avesse neanche provato a pararsi; lo vide barcollare e cadere sulle ginocchia, mentre il sangue iniziò a scivolargli dalle tempie ed Abby provò un forte senso di colpa, perché Sam un tempo era più di un amico per lei, considerandolo allo stesso posto dei suoi fratelli. 
Lo sentí ridere sadicamente e la ragazza scosse la testa, perché aveva bisogno di tornare ad essere la cacciatrice fredda e senza scrupoli che Sam tanto le chiedesse di essere per ritrovare Dan e Silver. "Ok, fai sul serio: ho capito". 
Abby deglutí a fatica e strinse forte la presa sulla sua arma, mentre la salivazione nella sua bocca si azzerò per il nervosismo e le mani iniziarono a sudare; su mosse in maniera agitata mentre lo guardava negli occhi: stava per chiedergli dei suoi fratelli e di cosa volesse realmente da lei, ma ciò che uscì dalla sua bocca sorprese entrambi. "Hai fatto del male a Dean? Gwenn mi ha detto che è stato qui mentre io ero a caccia con Christian". 
Sam la guardò serio ma poi tornò a ridere, tornando a mettersi in piedi lentamente seguendo la traiettoria della pistola che avesse ancora puntata contro. "Mio fratello sta bene, ha ripreso a cacciare: ti sta cercando come un disperato, è patetico. Ma io lo sto incoraggiando a lasciare perdere: se non si trova nemmeno una traccia dopo quasi due mesi dalla scomparsa, vuol dire che la vittima è morta". 
Abby lo guardò con aria scioccata ed incredula, scuotendo la testa e facendo un passo indietro, iniziando a tremare e con lei anche la pistola. "No, no, no! Dean non smetterebbe mai di cercarmi. Lo so!". 
"Siete patetici tutti e due: leali fino alla fine! Ma mio fratello fa molto affidamento sulla mia opinione, sul mio pensiero, si fida di me! E se io che sono sempre stato il più razionale, gli dico che è meglio smettere di cercare, beh.. Dean smetterà di cercarti molto presto!" esclamò Sam alzando il tono della voce e facendo spallucce, guardandola con aria a metà fra il divertimento ed il sadismo. 
Abby non poteva credere alle sue orecchie ed ai suoi occhi, non poteva credere che Sam avesse perso la testa fino a quel punto e che volesse fare sparire le sue tracce in quel modo; si arrabbiò molto e fece un passo avanti sentendo gli occhi pizzicare, sentendosi in trappola, percependo Sam come il suo aguzzino e lei non avesse nessuno da cui correre per chiedere aiuto. "Ma cosa c'è di sbagliato in te? Perché mi fai questo? Ti sono sempre stata amica, ci volevamo bene un tempo!". 
Sam guardò nei suoi occhi azzurri e colse la disperazione, la rabbia ed anche un pizzico di paura; approfittò del momento in cui la ragazza abbassò la guardia e si avventò su di lei, facendola cadere a terra e lanciando via la pistola, mettendosi a cavalcioni su di lei e bloccandole i polsi con una sola mano sul petto mentre con l'altra la teneva ferma per impedirle i movimenti. 
Colta alla sprovvista e schiacciata contro il pavimento con un omone come Sam a bloccarla, Abby non riuscì neanche a a reagire quella volta; Sam non faceva altro che essere violento con lei senza neanche una ragione e l'aveva completamente isolata da tutti i suoi affetti, tenendola in pugno all'interno del suo stabilimento. 
"Lasciami andare, togliti di dosso Sam!! Lasciami!". 
"Voglio che tu capisca che non sono pazzo, sto facendo tutto questo per una ragione!" esclamò Sam chinandosi su di lei e afferrandole il viso mentre la guardava con aria furiosa. "Vuoi sapere perché lo faccio? Io e Samuel stiamo catturando tutti gli Alpha per abbatterli: una volta morti, le loro specie si indeboliranno al punto che non saranno più in grado di riprodursi e tutti noi cacciatori bastardi saremo liberi da questa vita". 
Abby lesse la serietà nei suoi occhi, ma anche la cattiveria. Scosse la testa e deglutí a fatica, guardandolo nel buio della stanza: il suo scopo poteva sembrare nobile e altruista, eppure qualcosa continuava a sfuggirle. "E a cosa ti servo io?". 
Sam rimase serio mentre stava ancora a cavalcioni su di lei e la bloccava con forza, e presto sciolse la presa sul suo viso recuperando fiato e sospirando. 
La guardava in modo molto serio, quasi come se anche lei fosse uno di quei mostri da abbattere. 
"Perché c'è un solo modo per fermare la bestia più feroce di tutte, lo stesso che mi ha reso così". 
Abby aggrottò le sopracciglia a quelle parole e lo guardò con aria accigliata, senza capire fino in fondo il significato della sua frase, ma presto lesse nei suoi occhi ciò che aveva sospettato sin dall'inizio ed a cui non aveva voluto credere. "Lucifer..". 
Sam rise udendo la sua voce spezzata dalla disperazione, notando come stesse facendo di tutto per evadere dalla sua stretta ferrea da cui però non riuscì a sfuggire. 
Annuí in silenzio e le sorrise divertito, muovendo la mano libera filo al sul viso e sfiorandole la guancia con un gesto improvvisamente delicato. "Lucifer si è legato a te, con quel rituale: qualsiasi cosa succeda a te, succede anche a lui. Anche dentro la gabbia. Ho passato un intero anno a documentarmi Abby: sei ancora la chiave". 
La cattiveria nel suo sguardo la spaventò più di quanto avrebbe mai pensato ed Abby sgranò gli occhi, scuotendo la testa mentre avvertiva la presa sui suoi polsi farsi più stretta. "Non funzionerà, Sam: Lucifer è un Arcangelo. Se uccidi me, lui continuerà a vivere". 
Sam rise divertito come se avesse sentito la battuta più divertente di sempre e scosse la testa. "Ho detto che mi sono documentato: so cosa fare per toglierlo dai giochi per sempre. Così non lascerà mai la sua gab-". 
A tradimento, Abby lo colpí con una forte testata sul setto nasale, costringendolo a portarsi entrambe le mani al naso e disorientandolo per il tempo necessario: invertí le posizioni e si mise sopra di lui, bloccandolo sotto di sé ed esercitando tutta la forza che avesse in sé. Si allungò per afferrare la pistola, ma Sam si riprese subito e le fu nuovamente addosso, afferrandola dalla maglietta e mettendosi in piedi, tirandola su con sé. Le fece sbattere la schiena contro la parete sentendola gemere di dolore, e strinse forte la presa su di lei sollevandola da terra. 
"La prossima volta che mi tenderai una trappola simile, ucciderò in maniera molto lenta la tua sorellina, ok Abby? E assisterai impotente fino a quando non smetterà di respirare! È finita Abby, è finita: nessuno ti verrà a salvare questa volta, a nessuno importa di te. Dean ti sta lasciando andare, Bobby lo ha fatto già da tempo, i due angioletti non possono raggiungerti qui perché è un luogo protetto. Sei sola ed intrappolata qui insieme a me e non te ne andrai mai". 
Abby si sentí completamente schiacciata contro la parete con troppa forza e trattenne le lacrime solamente per non dargli quella soddisfazione; dopo aver scrutato bene nei suoi occhi azzurri e quando fu sicuro che avesse capito, Sam la lasciò andare e se ne andò in fretta dalla stanza senza guardarla ulteriormente. 
Abby rimase sola e si lasciò scivolare sulla parete, accasciandosi sul pavimento mentre le lacrime iniziarono a scenderle sulle guance: aveva ragione, era da sola. Non aveva nessun alleato e sapeva di non poter fare affidamento neanche su Gwenn o sulla famiglia Campbell, totalmente corrotta dagli ideali di Sam.
Non sapeva chi lo avesse portato indietro, chi avesse dato il via a quella serie di eventi che l'avessero portata a trovarsi da sola in quella stanza. Ma Abby non era tipo da piangersi addosso, piuttosto era una guerriera: così spazzò via le lacrime con rabbia e mise su la sua vecchia armatura di indifferenza. 
Avrebbe trovato un modo anche da sola e poi avrebbe distrutto completamente Sam, sabotando tutti i suoi piani uno dopo l'altro fino a portarlo al fallimento. 
  
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