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Autore: Milly_Sunshine    12/12/2022    3 recensioni
Aurora, giovane professoressa di matematica, viene invitata a trascorrere un weekend a casa di un'amica di famiglia. Oscar è il figlio della padrona di casa, è un giornalista che ha lasciato il lavoro per inseguire il sogno di diventare scrittore. Tra i due c'è una forte attrazione e sembrano destinati fin da subito l'una altro. Tuttavia, non sempre la realtà è facile come la si immagina e a volte basta poco perché vecchi segreti che dovevano rimanere tali possano venire alla luce: nel passato di Oscar ci sono ombre e segreti dolorosi sui quali Aurora vuole fare luce. Contesto "persone adulte che vivono negli anni '80/90" non esiste come opzione, quindi vada per contesto generale/ vago, l'unica che può essere adatta.
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Seduta in sala insegnanti, Aurora diede una rapida occhiata al compito che stava in cima a tutti gli altri. Non guardò il nome dell'allievo, ma lo riconobbe subito dalla grafia e dal fatto che non ci fossero errori apparenti. Se fossero stati così anche tutti gli altri ne sarebbe stata felice, ma non si faceva illusioni.
Spostò il foglio, per passare a quello successivo. Non poteva esserci più differenza: anche quello studente fu riconosciuto in breve tempo da Aurora, senza leggerne il nome, per tante ragioni, nessuna delle quali positiva.
Era immersa nella propria attività, tanto da non accorgersi di una presenza alle proprie spalle, almeno finché non udì la voce di Nora.
«Come procede? I tuoi piccoli Pitagora ti stanno dando soddisfazioni?»
Aurora alzò lo sguardo.
«Possiamo cambiare discorso?»
«Non sono diventati dei geni, quindi» dedusse Nora. «Che strano, non l'avrei mai detto.»
«Alcuni se la cavano bene» chiarì Aurora. «Purtroppo sono troppo pochi.»
«Non si può avere tutto, nella vita» ribatté Nora, scostando la sedia accanto alla sua e accomodandosi. «Quando la vita privata riserva solo momenti di gioia, allora quella professionale va incontro a delusioni.»
Aurora puntualizzò: «Va bene tutto, va bene sentirsi coinvolta, ma alla fine dell'anno non sarò io quella che sarà bocciata o rimandata, quindi forse è qualcun altro che dovrebbe darsi una svegliata.»
Nora sentenziò: «Lo dico sempre, secondo me sei tu che non sai come prenderli. Non fraintendermi, non sei la sola, ma i ragazzi hanno bisogno di essere coinvolti.»
«E credi che non faccia niente per coinvolgerli?»
«Effettivamente non puoi farci molto, insegni una materia noiosa.»
Aurora si irrigidì.
«La matematica non è affatto noiosa.»
«Non ha applicazioni pratiche nella vita.»
«Ne ha molte di più di quante tu possa pensare.»
«Ma infatti il problema è proprio quello: non viene spontaneo pensarlo. Paradossalmente, per me è molto più facile: mi basta ricordare ai miei alunni che parlare altre lingue oltre all'italiano un giorno permetterà loro di rimorchiare turisti e turiste stranieri che conosceranno in vacanza.»
«Hai sempre in mente solo una cosa.»
«Sì, lo ammetto.»
«È curioso che tu non sia ancora fidanzata. Se mettessi in pratica quello che dici, dovresti saltare letteralmente addosso a ogni uomo presentabile che incontri.»
Nora ammise: «Non sono tanto spigliata quanto mi piacerebbe. Piuttosto, il tuo scrittore non ha qualche amico da farmi conoscere?»
«Non saprei» rispose Aurora. «Non conosco i suoi amici.»
«Ne avrà, comunque. Avrà degli amici vivi, intendo dire, e magari ricchi sfondati come la sua famiglia.»
«Non penso che Oscar frequenti volentieri le persone che vedeva anni fa, quando i suoi genitori avevano ancora qualche genere di controllo su di lui. Mi ha raccontato che si è sempre sentito un pesce fuori dall'acqua e che il suo incontro con Nico gli ha fatto aprire gli occhi e capire che doveva cambiare qualcosa.»
«E di quel Nico ti ha detto qualcos'altro?»
«Non tanto.»
«Ne parlate spesso?»
«No, nelle ultime settimane è capitato un paio di volte.»
«Stai ancora facendo qualche ricerca? È passato un mese, ormai.»
Aurora scosse la testa.
«No, non sto facendo ricerche, perché non ho motivi per farne. So che è morto in un incidente stradale e che insieme a lui c'era una donna che gli piaceva, ma con la quale non aveva una relazione. O quantomeno, con la quale non aveva una relazione ufficiale, che cosa facessero nel privato Nico e quella donna non siamo tenuti a saperlo. Oscar, tuttavia, è convinto che tutto quello che c'era fosse solo ed esclusivamente nella testa di Nico.»
«Quindi» dedusse Nora, «Ti sei convinta che non ci sia niente di interessante da scoprire e hai lasciato perdere. Non è da te. Ti immaginavo più determinata e combattiva.»
«Non è questione di essere determinata e combattiva. Quando ho sentito parlare di Nico per la prima volta, mi sono incuriosita perché aveva fatto parte della vita di Oscar. Adesso, però, so che cosa rappresentasse per lui. Non ci sono segreti, è soltanto un'amicizia del passato, senza nulla di nascosto.»
«Rimane il fatto che Oscar sia sempre molto vago, quando parla di lui, o sbaglio?»
«Non sbagli, ma non perché mi stia nascondendo qualcosa. È tutto molto semplice: la sua perdita è una ferita ancora aperta e preferisce tenersi dentro quello che prova. Non posso obbligarlo ad aprirsi, se non lo desidera. Io stessa preferisco non parlare di certe questioni. È giusto così: io e Oscar abbiamo una buona intesa, ma questo non significa che dobbiamo per forza dirci tutto.»
Nora scosse la testa.
«Scusa se dissento, ma per me sbagli. Se ciascuno si tiene tutto per sé, che coppia siete?»
«Siamo due persone distinte, prima di essere una coppia» replicò Aurora. «Non fraintendermi, non mi piacerebbe se Oscar mi nascondesse cose che riguardano anche me, così come non mi sentirei a mio agio a nasconderne a lui. Qui, però, stiamo parlando di un legame che non mi riguarda, tra Oscar e un amico che non ho mai conosciuto e non potrò mai conoscere. Nico faceva parte della vita di Oscar quando non c'ero io e, in tutta sincerità, non me la sento di volere fare parte anche del suo passato. Mi basta esserci nel suo presente.»
«E nel presente» chiese Nora, «Va tutto bene?»
«Sì, non mi posso lamentare» rispose Aurora. «Sto bene con lui e mi pare di capire che Oscar stia bene con me.»
«Sta lavorando a qualche progetto, adesso?»
«Sì.»
«Ti ha svelato qualcosa?»
«Non tanto, ma lo capisco. Si tratta del suo lavoro.»
«È uno scrittore, non è un lavoro come tutti gli altri.»
Aurora ridacchiò.
«Lo ammetto, è più interessante di che quello che faccio io, ma io stessa non gli racconto nel dettaglio del mio lavoro. Penso che a Oscar non interesserebbe più di tanto scoprire che rapporto abbiano con la matematica i miei studenti e, allo stesso tempo, tiene per sé quello che fa. Magari pensa che potrei annoiarmi e preferisce evitare di raccontarmi dettagli.»
«Hai letto il suo precedente romanzo?»
«Sì, me ne ha regalata una copia un paio di settimane fa.»
«E ti è piaciuto?»
Aurora sospirò.
«Nora, non c'è alcun bisogno di fingere interesse per cose che ti sono del tutto indifferenti. Vuoi sapere se facciamo sesso di frequente e magari quanto di frequente, e dove, giusto? Non c'è bisogno di introdurre l'argomento così da lontano.»
Nora sbuffò.
«Per una volta che non ti stavo chiedendo dei vostri rapporti, devi sempre pensare male!»
«Però impazzisci dalla curiosità, giusto?»
«Sì, impazzisco dalla curiosità. Quand'è stata l'ultima volta che l'avete fatto?»
«Ieri sera, quando è venuto a trovarmi.»
«Ha anche dormito da te?»
«No.»
«E tu sei stata a casa sua, di recente?»
«No, non ci sono ancora stata.»
«Peccato, mi sarebbe piaciuto sapere com'è casa sua.» Nora rise. «Purtroppo, per calmare la mia sete di dettagli, dovrai raccontarmi quelli più scabrosi.»
Aurora le scoccò un'occhiata gelida.
«Non ci pensare nemmeno, non ho la minima intenzione di descriverti nel dettaglio quello che facciamo a letto insieme.»
«Sei proprio certa di non volermi raccontare niente?»
«Nora, piantala! Possibile che tu non abbia niente da fare? Perché non te ne vai fuori a fumare come al solito?»
«No, non ho niente da fare», Nora controllò l'orologio, «Almeno per i prossimi venti minuti. Sono arrivata in anticipo, sapevo che avevi quest'ora libera e che ti avrei trovata. E ti ricordo che di solito mi rimproveri sempre quando fumo.»
«Quindi, fammi capire, sei arrivata in anticipo proprio per me?» ribatté Aurora. «Sei così ossessionata con la mia vita privata? Forse faresti davvero meglio a trovarti un uomo.»
Al sentire quel suggerimento, Nora realizzò: «Abbiamo lasciato in sospeso il discorso sugli amici di Oscar. Hai detto che non frequenta più gente della sua stessa estrazione sociale perché, quando ha incontrato Nico, ha capito che la vita da squattrinati è decisamente più intrigante. Amici squattrinati ne ha? Non dei miserabili, gente che almeno abbia un lavoro e una fonte di reddito. Non pretendo necessariamente un uomo ricco e altolocato, tanto una volta che si sbottonano i pantaloni hanno tutti la stessa utilità, a meno che non siano impotenti.»
«Ti ho detto che non ho avuto l'onore di incontrare gli amici di Oscar, anche se so che ogni tanto vede gente che ha conosciuto a suo tempo tramite Nico» rispose Aurora. «Non mi sembra il caso di informarmi sulla loro presunta impotenza.»
«Era solo una battuta, possibile che non si possa dire niente con te?»
«Mi sembra che di cose tu ne stia dicendo anche troppe.»
«E, venendo a quelle serie, tu invece mi stai dicendo che non c'è possibilità di conoscere quella gente generica che Oscar frequenta in modo generico dopo averla conosciuta in modo generico tramite l'unico suo amico non generico.»
Aurora ammise: «Per ora, temo di no. Oscar non parla molto volentieri di loro. Ho l'impressione che, in realtà, li vedesse e li veda tuttora solo perché erano amici di Nico, che non li frequenterebbe se fosse per lui.»
«Dunque, ricapitolando questo Oscar aveva un amico con cui condivideva un appartamento» sintetizzò Nora, «E che aveva altri amici. Oscar, invece, non vedeva mai nessuno e non vedrebbe tuttora nessuno se non fosse per onorare la memoria del suo coinquilino. Quindi, prima di conoscere Nico, cosa faceva? Se ne stava sempre a casa, oppure frequentava solo donne che si portava a letto?»
«Penso la seconda opzione, dato che Oscar stesso mi ha raccontato di avere avuto molte avventure, ma nessuna che si sia mai trasformata in una relazione fissa» rispose Aurora. «Questo è stato confermato anche da zia Luisa e da sua sorella, che mi hanno raccontato, quella volta in spiaggia, come Oscar non abbia mai avuto molto l'abitudine di trasformare le sue storie in qualcosa di più stabile.»
«Tutto ciò è molto poetico» osservò Nora. «Certo, c'è sempre il pericolo che possa decidere da un giorno all'altro che quella vita gli manca, ma deve essere un'emozione sapere di essere proprio colei che gli ha fatto cambiare strada. Non ti senti un po' una salvatrice?»
«No, Oscar non aveva bisogno di essere salvato. Se non aveva una relazione stabile, vuole dire che non aveva mai incontrato una persona con cui volesse una relazione stabile. Se non avesse trovato me, avrebbe continuato con tutta probabilità a saltare da una donna all'altra, ma non significa per forza che fosse un errore. Penso che non abbia molto senso impegnarsi in una relazione duratura se non si è davvero convinti di quello che si fa.»
«E adesso ti sembra convinto?»
«Non parliamo molto di futuro, ma sono sicura che stia bene con me.»
«E tu stai bene con lui, anche se pare non essere il poeta maledetto bello e dannato che pensavi che fosse.»
«Non ho mai pensato che fosse maledetto e dannato. Dal punto di vista estetico, invece, non mi posso lamentare.»
«Non è maledetto e dannato, ma è tormentato.»
«Tormentato? Forse sì, ma non di più di quanto siamo tormentatr noi. C'è chi nasconde meglio e chi nasconde peggio i propri tormenti interiori. Oscar non può: sono proprio i suoi tormenti interiori, spesso, che gli danno ispirazione per il suo lavoro.»
«Quello che scrive è autobiografico?»
«Non necessariamente. Non...» La porta della sala insegnanti si aprì ed entrò un loro collega. Aurora sussurrò: «Credo che dovremo rimandare il proseguimento di questa conversazione, Nora. Preferirei non mettere in piazza la mia vita privata.»
Nora non si oppose. Non rimasero più sole, nel tempo che le separava all'inizio della successiva ora di lezione. Aurora ricominciò a guardare di sfuggita i compiti dei propri studenti. Li avrebbe corretti quel pomeriggio, con più concentrazione.
Il resto della mattinata proseguì tranquilla e, rientrata a casa, dopo pranzo Aurora si mise al lavoro. Se alcuni dei suoi alunni erano un disastro, altri erano pressoché perfetti. La sorprendeva ogni volta, non in positivo, come ci fossero più estremi che vie di mezzo. Se da un lato i migliori le davano soddisfazioni, per quanto si sforzasse, era difficile far arrivare molti altri almeno a una sufficienza risicata.
Le mancavano solo gli ultimi tre compiti ed era immersa in quelle riflessioni, quando il campanello suonò. Si chiese chi potesse essere. Non aspettava nessuno e di solito non riceveva visite non programmate; anche i suoi genitori di solito le davano un colpo di telefono prima di andare a trovarla. Controllò la segreteria telefonica, per verificare che non le fosse sfuggito qualche messaggio. Non ce n'erano. Andò quindi al citofono, per verificare chi fosse.
«Non mi conosce, mi chiamo Emilia, sono un'amica di Oscar. Possiamo vederci?»
Aurora rimase spiazzata per un attimo. Non aveva mai sentito parlare di una certa Emilia, da Oscar, quindi riteneva improbabile che, qualunque fosse la ragione, costei avesse bisogno di vederla senza un minimo di preavviso.
«Cosa desidera?» chiese Aurora.
«Mi fa salire?» la pregò Emilia. «Vorrei parlarle.»
Non era una buona idea: non si fidava a fare entrare in casa dei perfetti sconosciuti, specie se non poteva verificare un minimo la credibilità di ciò che le raccontavano. C'era solo una via praticabile.
«Scendo io.»
«Va bene, la aspetto.»
Aurora infilò un soprabito e prese le chiavi, prima di uscire dall'appartamento e scendere le scale, con la testa piena di domande.
La presunta amica di Oscar era una donna sui trent'anni, con i capelli biondi raccolti in una treccia piuttosto elaborata.
«Emilia?» chiese Aurora.
«In persona» confermò l'altra. «Ho bisogno di dirle alcune cose.»
«Dato che è un'amica del mio ragazzo, possiamo darci del tu, se per lei va bene.»
«Mi va bene. Ho bisogno di dirti alcune cose.»
«Possiamo parlare qui?»
«Ti capisco» ammise Emilia. «Anch'io non farei entrare in casa una persona di cui non ho mai sentito parlare. Immagino che Oscar non ti abbia mai raccontato niente di me.»
Aurora azzardò: «Sei una sua ex?»
Emilia ridacchiò.
«Ti sembro una ex di Oscar?»
«Non saprei.»
«Non credo che Oscar frequenti quelle come me» ribatté Emilia. «Ho solo la terza media, faccio la parrucchiera - come dipendente, non ho un negozio mio - e fino a qualche tempo fa avevo un marito senza neanche un soldo. Penso che il tuo fidanzato non prenderebbe in considerazione una come me.»
«Oscar è meno classista di quanto tu creda.»
«Comunque meglio così, se non gli sono mai interessata. Almeno tra me e te non ci sarà imbarazzo.»
Quelle chiacchiere potevano essere un buon modo per rompere il ghiaccio, ma Aurora era convinta che ci fosse qualcosa di più interessante di cui discutere. Emilia non si era certo presentata sotto casa sua per raccontarle di non essere istruita e altolocata abbastanza da potere puntare ad avere una relazione con uno come Oscar.
«Perché sei qui? Cosa vuoi dirmi?»
Emilia abbassò lo sguardo.
«Non saprei nemmeno da dove iniziare, non so trovare le parole. Vorrei solo dirti di fare attenzione.»
Aurora strabuzzò gli occhi.
«Attenzione? A cosa?»
«A Oscar» rispose Emilia. «Non ti ho raccontato come l'ho conosciuto, ma ci tengo a rassicurarti: non ci frequentiamo da soli. A volte esco con altri amici e Oscar, ogni tanto, viene con noi. Si chiamano Vittorio e Paolo, forse non li hai mai incontrati.»
«No» ammise Aurora. «Conoscevi anche Nico?»
Emilia esitò, prima di scuotere la testa con fermezza.
«No, non conosco nessun Nico, so che era un loro amico che adesso non c'è più. Tu l'hai mai conosciuto?»
«Nemmeno io.»
«Lo so che non è bello parlarne in questi termini, ma Vittorio dice che, se non avesse mai incontrato Oscar, Nico a quest'ora sarebbe ancora vivo» riferì Emilia. «Io non so cosa pensare. Oscar mi sembra una brava persona, e del resto anche Vittorio e Paolo lo frequentano senza problemi, ma sembra che, in fondo, non li convinca a pieno. Una volta ho chiesto a Vittorio cosa intendesse, e mi ha risposto che Nico non avrebbe preso certe strade sbagliate, se Oscar non l'avesse in qualche modo incoraggiato.»
Aurora replicò: «Che io sappia, Nico è morto in un incidente d'auto. In che modo c'entra Oscar con tutto questo?»
Emilia obiettò: «Non puoi capire. Nemmeno io posso capire. Solo, perché Vittorio avrebbe dovuto scomodarsi di dire qualcosa del genere, se non ci fosse niente di vero? Perché accusare Oscar di avere delle colpe, se fosse così limpido come fa credere di essere?»
«Perché ne stai parlando con me e non con il tuo amico Vittorio?» replicò Aurora. «Mi sembra sia qualcosa che riguarda voi.»
«Riguarda anche te» ribatté Emilia, «Dato che stai insieme a Oscar. Io ti ho solo voluto dire che potresti avere travisato, che potrebbe sembrarti diverso da quello che è veramente. Se vuoi, posso metterti in contatto con Vittorio.» Senza attendere una risposta, si mise a frugare nella tasca del giubbotto, consegnandole un foglio scritto a mano. «Ci sono i nostri numeri di telefono, sia il mio sia quello di Vittorio. Adesso ti lascio sola, ti ho già portato via abbastanza tempo, ma vorrei che tu ci pensassi. Se vuoi sapere qualcosa di più su Oscar, chiama Vittorio.»
Aurora non sapeva dire, quindi pronunciò le prime parole che le vennero in mente.
«Ci penserò.»
Emilia la avvertì: «Vittorio è sposato. Se dovesse risponderti sua moglie e fare dei problemi per passartelo, dille che sei la fidanzata di Oscar e che stai preparando una sorpresa per lui insieme ai suoi amici, o qualcosa del genere.»
Con quel suggerimento, Emilia si congedò. Aurora la guardò attraversare la strada e salire a bordo di una piccola automobile grigia. Tornò dentro e salì in casa, con la consapevolezza di avere dei compiti ancora da correggere, ma di non essere nello stato d'animo giusto farlo in quel momento. A peggiorare la situazione, le arrivò una telefonata di Oscar. A peggiorarla, o forse a migliorarla: incurante degli avvertimenti di Emilia, Aurora gli propose di cenare insieme e di fermarsi a dormire da lei, quella notte.

 

   
 
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