Notte luminosa
Sono solo tuo.
-Non ti fai più sentire. Aspetto insistentemente un tuo messaggio, una tua chiamata, magari un segnale di fumo… ma niente.-
E sto male.
A questa frase, mi immagino già la tua espressione e la domanda implicita.
-Perché? -Ti chiederai, mentre insistentemente ascolti i miei deliri e i miei dolori.
Perché… quando non ti sento, provo una sensazione di panico indescrivibile.
Stupido pensare di dipendere da qualcuno, quando questo qualcuno non ha idea che tu lo stia pensando.
Quando non ci sei, le immagini, gli oggetti, i luoghi, i fatti, ognuna di queste cose mi ricordano te; rivivi in tutte le mie emozioni.
Eppure sto male.
Gioia e dolore.. Felicità e tristezza…
Male, perché non è ciò che desidero.
-Perché?- Continuerai a chiedermi con lo sguardo di chi non ha capito ancora niente di niente e che continuerà a non capire che per me sei l’unico.
Sorriderai, come sempre; mi guarderai e, tendendomi la tua mano, dirai:
-Amici?-
Ne sono sicura: sbatterò la testa al muro mentalmente almeno un milione di volte per la frustrazione, ma in quel momento… sarò lì e sussurrerò:
-Amici… come sempre-
Perché la codardia è il sentimento che caratterizza gli animi degli innamorati; perché, nonostante l’occasione e nonostante il momento adatto, la paura di non essere ricambiati rimonta e ti lascia così, in bilico.
Eppure il sogno di stare con te è lì, dietro l’angolo che aspetta soltanto di… essere realizzato.
Ora ti guardo. Sarà passato un mese o un anno, ma tu rimani lì come se io e te non avessimo mai interrotto i contatti per quel lasso di tempo.
Ricambi il mio sguardo; incerto, sorridi con quell’espressione malandrina che mi fa arrossire e sussurri, piano:
-E se io non volessi essere più tuo amico?-
Casco dalle nuvole, persa nelle tue parole.
-Cosa intendi?- Ti chiedo, preoccupata.
Avvicini il tuo viso al mio e, con un bacio delicato, suggelli il significato delle tue parole, ma, nonostante tutto, mormori:
-Eccomi:sono solo tuo-