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Autore: lmpaoli94    13/12/2022    1 recensioni
La vita di un professore scolastico può cambiare il corso degli eventi di molti fattori.
Come ad esempio quello di Marco, giovane contadino libero di pensare, di agire, di amare chiunque l'avesse davvero capito.
Poi c'è la vita di Ginevra di dieci anni più giovane.
Ragazza solare che non ha mai conosciuto la vera vita: quella di passioni, tormenti, tristezze e di una vicinanza mancata da parte di suo padre.
Quel padre che era l'unico uomo che l'aveva sempre capita e quella distanza familiare avevano reso sua madre adirata e senza sentimenti.
Ma Ginevra non vuole fare gli stessi errori della madre.
Lei vuole amare, odiare, essere felice, anche a costo di mettere a repentaglio la sua stessa esistenza.
E mentre quegli sguardi andranno ad incrociarsi l'ultimo giorno di scuola di una quinta superiore, Ginevra dovrà parlare a cuore aperto, prima che tale riniego possa cambiare la sua stessa vita.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Ginevra non aveva nessuna intenzione di tornare alla festa.
La sua storia d'amore con il suo professore di lettere aveva ormai inizio.
Una storia d'amore ricca di domande impercettibili verso un cammino tortuoso che insieme al suo amato avrebbero dovuto percorrere.
Ginevra non dimenticava quello sguardo e quella voglia di dimostrare la sua verità combattendo ogni pronostico.
La paura era improvvisamente scomparsa e il sorriso irradiava quel volto prima che potesse toccare il pomello della porta e uscire dalla stanza del professore.
< Professore, io non vorrei mai andarmene. >
< Meglio che tu torni alla festa, Ginevra. I tuoi amici ti stanno aspettando. >
< Ma io... non ho bisogno dei miei amici. >
< Non devi dire così. Gli amici sono importanti. Nel bene e nel male. >
< Ma professore... >
< E poi gradirei che tu non mi chiamassi con tale appellativo. Sai quale è il mio nome, vero? > domandò in Marco prendendola in giro cercando di continuare a rompere quel ghiaccio. >
< Certo... Marco. >
< Bene. Vedo che sei una ragazza preparata. >
Da quel momento, Ginevra non sapeva cosa fare.
Non sapeva ancora quando l'avrebbe rivisto e quando il suo cuore avrebbe continuato a battere come in quel frangente.
< Marco, non posso nascondere che io ho paura per noi due... Ma mi risulta difficile rimanerti lontano. >
< Ginevra, tu sei ancora molto giovane. Ma devi dare tempo al tempo. Non affrettare il tuo destino. E poi devi pensare al tuo esame di maturità. Ma sarà un grande piacere per me darti una mano. >
< Davvero? Non vedo l'ora! >
Marco però non aveva nessuna intenzione di vedere la sua amata distrarsi in un momento che avrebbe sancito per sempre il suo futuro.
< Ginevra, l'esame di maturità è molto importante. Subito dopo che sarà concluso, ci sarà tutto il tempo necessario per pensare a noi. Mi sono spiegato? E non sta a me dirti che la nostra storia deve rimanere segreta. Per il nostro bene. >
< Certo. Rimarrò muta come un pesce... Ma io e te quando ci rivedremo? >
< A tempo debito. Sai che da domani dovrai ricominciare a studiare. >
< Ma domani è domenica! > protestò la ragazza.
< E con ciò? Non esistono giorni di riposo in queste due settimane. Devi essere preparata e lasciare da parte tutte le tue paure... Ma con grande sollievo, vedo che lo stai già facendo. >
Il sorriso di quella ragazza scatenava nel cuore di Marco la solita sicurezza che avvolgeva quell'adolescente contro ogni avversità.
I canoni di quel tempo così presente ma che lasciavano lontani e interdetti in un mondo in cui un professore non poteva innamorarsi del suo alunno spingevano Marco ad essere accorto e a guardarsi intorno.
Vedendola però uscire dalla sua stanza, sentiva dentro il suo cuore quella solitudine che l'aveva pervaso per tutti quegli anni e combattere tale amore indicibile in quel contesto così proibito scatenavano in lui tutta l'adrenalina necessaria che doveva contenere per non esplodere.

 

 

Dopo essere stata in compagnia dei suoi amici come se niente fosse successo, Ginevra non era mai stata così contenta di tornare a casa.
Misurarsi con sua madre e con il suo carattere non era per niente facile, ma avrebbe fatto di tutto per mantenere tale segreto.
< Ciao. >
La madre della ragazza si trovava in cucina intenta a preparare il pranzo, mentre guardava sua figlia con sguardo pieno di felicità per un giorno speciale.
< Ciao. Sono contenta di vederti felice. Va tutto bene? >
< Mai stata meglio, mamma. Non mi sento così in vita da molto tempo. >
< Bene. Sarà un motivo adatto verso la tua prova di maturità. Spero che non ti farai distrarre dai tuoi amici che non hanno voglia di fare niente. >
< Mamma, vuoi vedermi rinchiusa nella mia stanza per le prossime due settimane? >
< Se ce ne sarà bisogno, sì. Non puoi permetterti di bocciare, Ginevra. Macchierà per sempre il tuo curriculum di vita. >
< Sì, certo. Questa sì che è buona. >
< Ginevra, io lo dico solo per te. >
< Ti ringrazio mamma, ma non ce n'è bisogno. So cosa devo fare e lo farò. >
E fu in quel momento che alla giovane ragazza balenò un'idea intelligente quanto pazza.
< Ah, mamma? Visto che vuoi vedermi studiare con così tanta insistenza, ti confesso che già da domani verrà a farmi ripetizione il mio professore di lettere. Visto che ho avuto qualche difficoltà nelle ultime settimane, ha accettato di aiutarmi. >
< Davvero? Pensa un po'. Sono stata contenta di parlare allo scrutinio dei genitori qualche mese fa' e non avrei pensato che quel giovane professore fosse così disponibile con i suoi alunni. Davvero una gran fortuna per me. >
< Puoi dirlo forte, mamma. E poi sarà solo il mio insegnante privato. Contenta? >
< Sì può sapere cos'hai fatto per convincerlo ad aiutarti? >
“Se solo tu sapessi, cara mamma...”
< Mi sono sempre cercata di impegnarmi in questo anno scolastico e il professore l'ha sempre visto. E poi è un uomo dal cuore dolce e che farebbe qualsiasi cosa pur di aiutarti. >
< Sì. Lo credo bene. Quindi dobbiamo attenderlo domani nel pomeriggio? >
< Esatto... Tra quanto sarà pronto il pranzo? >
< Tra dieci minuti, perchè? >
< Bene. Ho tutto il tempo necessario per andare in camera a sistemare una cosa. >
< In camera? Ma devi andarci proprio adesso? >
< Sì, è importante. Altrimenti me ne dimentico. >
< Non farmi aspettare, ok? >
Balzando dritta al computer, Ginevra accedette a facebook per avvertire il suo professore d'italiano via social network visto che non aveva ancora avuto il suo numero.
“Volevo dirti che domani pomeriggio sei invitato a casa mia per darmi le ripetizioni necessarie in vista del mio esame e per fare una merenda in mia compagnia e in compagnia di mia madre. Vuole conoscere a tutti i costi il benefattore che ha deciso di aiutarmi.”
Il messaggio sembrava quasi una frecciatina a cui il povero Marco non poteva sottrarsi.
La risposta non si fece attendere.
“Ciao. Io a casa tua domani pomeriggio? E chi ti dice che io non abbia altri programmi?”
“Ad esempio? Marco, ormai noi due siamo legati. E poi è per il mio bene... A parte gli scherzi, non sai davvero quanto mi manchi.”
Ginevra si sentiva emozionata nello scrivere tali parole quasi come se il suo cuore cominciasse a piangere.
“Va bene, accetto il tuo invito. Anche se più di un invito, mi sembra una richiesta obbligatoria. Ma ti avverto di non comportarti con me in futuro. Anche se abbiamo appena iniziato, dobbiamo avere le nostre distanze. Almeno in questo periodo.”
Ginevra non avrebbe mai permesso tali lontananze, ma sapeva molto bene che il loro legame rischiava di rovinare le loro stesse esistenze, ma l'amore rendeva audaci e alquanto pazzi.
< Ginevra! È pronto! >
E mentre il suo cuore continuava a fare i salti di gioia in quel silenzio generale, Ginevra contava i minuti che la separavano da quel momento che Marco avrebbe oltrepassato la sua soglia di casa, cercando di nascondere in presenza di sua madre tutto l'imbarazzo possibile e generale.

 

 

Il campanello suonò alla porta.
Facendo un balzo felino, Ginevra andò ad aprire.
Avendo in dosso una t -shirt, pantaloni lunghi, accolse il suo professore vestito di tutto punto in quella casa così dolce e accogliente.
Marco emise solo un flebile ciao che fu udito proprio dalla ragazza che ricambiò con un sorriso sincero.
< Benvenuto in casa mia, professore. La prego, si accomodi. >
Mentre la madre di Ginevra si diresse in salotto dopo una lunga telefonata, fu estremamente felice nel rivedere il professore.
< Signora Berardi, felice di rivederla. >
< Il piacere è tutto mio, Signor Lodovi. E la ringrazio per aver acconsentito nell'aiutare mia figlia. Certe volte è una testa calda che non ha voglia di studiare, ma dentro di sé ha un grande cuore e farebbe qualsiasi cosa pur di superare un esame importante come quello de maturità. >
ma Marco sapeva bene che la giovane ragazza aveva un gran cuore e quel gran fermento di rimanere in sua compagnia.
< Sono davvero felice di aiutarla > rispose l'uomo < E vedrà signora che sua figlia non la deluderà. Ha ampi margini dim miglioramento e ci sorprenderà come non mai. >
< Voglio davvero ascoltarla, Signor Lodovi. >
< Mi chiami Marco. Signor Lodovi è troppo formale. >
< Va bene. Il mio nome è Emanuela. >
< Bene Emanuela. >
mentre Ginevra trascinò il suo professore nel salotto adiacente per rimanere da soli, la madre della ragazza domandò al suo ospite se aveva bisogno di qualcosa.
< NO, grazie. Abbiamo molte cose da fare io e sua figlia. Quindi meglio non perdere tempo. >
< Preparerò una merenda che spero ti soddisfi, Marco. Così potrete continuare a studiare con serenità. E con la pancia piena. >
< Bene. Non vedo l'ora. >
Mentre Ginevra sbatteva la porta in faccia sua madre facendogli capire che non doveva disturbarli, lo sguardo della ragazza andò a posarsi su quello innocente del suo innamorato.
< Ginevra, d'accordo che non vuoi tua madre tra i piedi, ma non si fa' così! >
Facendogli segno di tacere, la giovane ragazza non potè che stampargli l'ennesimo bacio appassionato a cui Marco non poteva tirarsi indietro.
< Ginevra, ti prego. È pericoloso. >
< Mi sei troppo mancato. >
< Anche tu, Ginevra. Ma adesso dobbiamo pensare a te. E ai tuoi studi. >
< Sai che non so se riuscirò a concentrarmi in tua presenza > rispose la ragazza con tono scherzoso.
< Vorrà dire che ti lascerei studiare da sola. È troppo importante che tu passi quest'esame, Ginevra. >
< Tranquillo. Con te al mio fianco, non mi succederà niente. >
Marco fu molto contento di sentirselo dire e sedendosi accanto alla sua amata, sentiva tutto quel calore necessario che non aveva mai sentito prima d'ora e quei momenti di solitudine che l'avevano spinto a non innamorarsi di nessuna donna, gli avevano fatto dimenticare il suo passato burrascoso che impercettibilmente avrebbe continuato a bussare alla sua porta.
Ma era troppo concentrato su Ginevra e i suoi compiti per pensarci.
Tali momenti però si sarebbero fatti risentire con veemenza, mentre ad aiutarlo non ci sarebbero stati i baci e gli abbracci di Ginevra, ma i suoi conti con il passato.

   
 
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