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Autore: Pandora13    13/12/2022    2 recensioni
Harry finisce per l'ennesima volta al San Mungo, alla fine di un turno di notte, ovviamente ferito a morte.
[584 parole]
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Storia scritta per l'Advent Calendar del gruppo Facebook Hurt Comfort Italia.
Prompt 139 Le parole giuste.
 


 
 
"Come conoscevi le parole giuste?".
Rabbrividí senza rispondere.
 
 
"Guaritore Malfoy, presto corra, c'è bisogno di lei!"
La voce dell'infermiera lo aveva svegliato dal finto sonno in cui era caduto. Controllando l'orologio vide che il suo turno era quasi finito, erano le 5,47 di un grigio giovedì mattina...
Quel caso aveva tutti i presupposti per essere qualcosa di cui non si sarebbe mai occupato: prima di tutto non accettava MAI casi a fine turno, a meno che non si trattasse di emergenze per cui nessun altro poteva intervenire. Trovava iniziare un intervento quando la stanchezza di un intero turno incombeva sulle spalle e sugli occhi l'errore più grande che un medimago potesse fare.
Secondo poi aveva esplicitamente richiesto che non gli venisse MAI affidato in nessun caso l'Auror Potter. Non importavano gli anni passati dalla guerra, la tregua stipulata, l'amicizia sviluppatasi tra Draco ed alcuni Grifondoro, o Potter e alcuni Serpeverde. Loro non erano mai diventati davvero amici e soprattutto per l'opinione pubblica erano ancora nemici giurati.
Draco non avrebbe rischiato il proprio nome e la propria carriera conquistati con anni di lavoro duro e fatica, per Potter.
Cosa sarebbe successo se un intervento fosse andato storto, o anche solo se fosse andato tutto bene, ma poi Potter fosse stato strano?
Anche se le due cose non fossero state minimamente collegate, Draco sarebbe stato imputato di tutto e... grazie, ma no grazie! Non ci teneva.
Mentre usciva dalla sala relax, tuttavia, la scena che gli si era parata davanti era stata più esplicativa di qualsiasi spiegazione potesse dargli la capo-turno sul perché di tutto questo dovesse occuparsi proprio lui, a fine turno e con Potter.
La lettiga su cui veniva trasportato l'Auror era circondata da guaritori e tirocinanti che discutevano animatamente senza riuscire a trovare un incantesimo funzionante e senza lasciar respirare il paziente.
Il paziente, il Salvatore del mondo magico, niente meno, era svenuto sul lettino, le vesti Auror non ancora rimosse, squarciato da profondi tagli sul petto che Draco conosceva fin troppo bene.
Per un attimo il mondo sembrò congelarsi intorno a lui, mentre sprofondava nei ricordi del loro sesto anno ad Hogwarts.
Poi tutto riprese a girare, frenetico, urgente...
"Allontanatevi! Lasciate respirare il paziente!" ammonì colleghi e superiori indistintamente, con voce calma, ma autoritaria.
"Mr. Malfoy abbiamo provato ogni incantesimo conosciuto, non..."
"Silenzio! Signorina Dunn quanta rimpolpasangue ha già bevuto? Anzi no, non importa, ne vada comunque a prendere due fiale! Signor Craig porti il paziente in sala due e gli tolga le vesti, se necessario le tagli, faccia attenzione che non siano incrostate nelle ferite! Campbell ci servirà del dittamo, al resto ci penso io!".
Tutti lo guardarono stupiti, ma non osarono controbattere vedendo tanta sicurezza in quello che era comunque il loro miglior guaritore.
"Che mi combini Potter? Dovremmo essere gli unici due ancora in vita a conoscere questo incantesimo..." chiese al corridoio ormai vuoto.
"Vulnera sanentur" iniziò ad intonare in una litania continua, passando la bacchetta su tutte le ferite, vedendole lentamente rimarginarsi.
 


 
"Non è un incantesimo sconosciuto, Granger!" rispose piccato.
"No, infatti e neanche vietato eppure nessuno oltre te, in tutto il San Mungo lo conosceva.".
"Cosa vuole da me, Indicibile Granger?!" sbottò irritato.
Hermione si ritirasse quasi spaventata, non aspettandosi una reazione tanto violenta.
"Non è un interrogatorio Draco...".
"Già, come no...".
"Beh, solo... grazie." si limitò a dire lei, prima di uscire e lasciarlo solo con Potter.
Le parole giuste le aveva chiamate.
Draco le parole giuste con Potter non le aveva mai sapute trovare, odiava che l'unica volta in cui ci era riuscito, fosse al lavoro e solo grazie ad un incantesimo oscuro con cui Potter lo aveva colpito nell'anno peggiore della sua vita.
Cosa sono davvero le parole giuste?
 
   
 
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