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Autore: Dreamer47    14/12/2022    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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HUNTER'S LEGACIES

Capitolo 27.

Il sangue colava a fiotti dal viso di suo fratello, così come scendeva velocemente dalle sue mani ormai spaccate per i troppi pugni dati al viso di Sam: Dean respirava in maniera affannosa, continuando a colpire il ragazzo sotto di lui in maniera ritmica, spinto dalla rabbia e dalla furia più accecante, fin quando non lo vide privo di sensi incapace anche di reagire.
Il maggiore aveva dato il meglio di sé per stendere completamente il fratello mentre si trovava a cavalcioni su di lui; guardò il suo viso con aria seria e si chiese quando Sam fosse cambiato in quella maniera. 
Il motivo che aveva scatenato quella violenza stava nel fatto che, circa due giorni prima i due Winchester avevano iniziato a seguire un caso rigorosamente insieme, condividendo anche la stessa stanza, come sempre. Ma quando gli occhi di Dean scivolarono inavvertitamente sul borsone di suo fratello, notò qualcosa di fin troppo brillante sporgere da una tasca e una volta controllato che Sam fosse ancora sotto la doccia, Dean si spinse ad aprire la cerniera per osservare ciò che avesse attirato la sua attenzione: quando si ritrovò fra le mani la collana a forma di cuore di Abby, Dean aggrottò le sopracciglia e guardò con un sopracciglio sollevato la porta, cercando con tutto sé stesso di mantenere la calma. 
Si stappò una birra e bevve parecchi sorsi uno dopo l'altro, mentre sentiva il rubinetto chiedersi e suo fratello uscire dalla doccia; Dean si mosse nervosamente, muovendosi nella stanza con aria impaziente mentre continuava a guardare la collana a forma di cuore che lui avesse regalato ad Abby qualche Natale prima e le avesse confessato per la prima volta il suo amore. 
La porta del bagno si aprì e Dean notò il fratello uscire perfettamente vestito e asciutto, con un asciugamano fra le mani che utilizzava per frizionare i suoi capelli. 
Non aspettò che Sam si accorgesse che il suo borsone poggiato ai piedi del letto fosse stato aperto e si avvicinò a lui facendogli oscillare la collana ed il pendente davanti agli occhi, guardandolo con aria furiosa. "Spiega, immediatamente". 
Sam riuscì a non tradire la sua sorpresa, perché non si era neanche reso conto di avere strappato la collana ad Abby l'ultima sera che l'avesse vista nel suo studio, e scrollò le spalle con scarso interesse inventando di sana pianta una storia fin troppo credibile: disse al fratello di aver cercato Abby in lungo e in largo, di avere mandato alcuni degli uomini di Samuel in giro per il paese a cercarla, ma che solamente uno di loro fosse tornato con la collana come unica prova. 
Disse inoltre a Dean di essersi recato sul luogo del ritrovamento personalmente, ma di non aver trovato nulla di anomalo, nessuna traccia che facesse pensare che Abby fosse ancora viva.
"Sono passati quasi tre mesi: è il momento di iniziare ad accettare il fatto che Abby non voglia più farsi trovare da te. O che potrebbe non esserci più". 
Dean lo aveva guardato con aria piuttosto seria, narici dilatate e occhi sgranati, studiando la sua espressione che sembrava la solita di sempre, così sincera e fiduciosa, di cui lui si fosse sempre fidato, ma c'era qualcosa che davvero non riusciva a convincerlo fino in fondo; il maggiore aveva optato per fingere una reazione sofferente e abbassò il viso, annuendo in silenzio mentre stringeva sul petto il pugno chiuso con all'interno il ciondolo della collana. 
"Forse hai ragione, Sammy. Devo solamente lasciarla andare".
Dean aveva continuato a cacciare insieme al fratello nell'Illinois, pensando che il caso in cui si fossero imbattuti calzasse proprio a pennello, specialmente quando si accorse di aver beccato la stessa *maledizione* che avesse ucciso un gran numero di persone: chiunque chiedesse la verità nella città in cui si trovassero, finiva per ottenerla sempre e in modo molto schietto. 
Ben presto capirono che si trattasse della Dea Veritas, ma prima di andare ad affrontarla Dean fece nuovamente la stessa domanda al fratello sul ciondolo di Abby, ma Sam non fece altro che fare spallucce e confermare la sua versione.
Solo in quel momento Dean pensò di essere stato un idiota e che suo fratello si comportasse in maniera così diversa probabilmente per l'esperienza nella gabbia, infatti col cuore a pezzi Dean si scusò per avere dubitato di lui, credendo davvero che non ci fosse più nulla da fare per la situazione di Abby, che non l'avrebbe più rivista perché probabilmente era già morta. 
Ma poi Veritas lì catturò e smascherò Sam, chiedendogli come facesse a mentirle dritto in faccia perché probabilmente non era umano; ci misero poco ad uccidere la dea e subito Dean gli fu addosso, scaricando la rabbia e la tensione, dicendosi di non essere pazzo ma di aver capito sin da subito che ciò che stesse accadendo non fosse normale. 
Dean aveva chiamato in fretta Castiel per darsi aiutare a trasportare Sam nella stanza del motel, dove lo legò con forza ad una sedia e lo svegliò con un forte schiaffo in viso, osservando Sam respirare profondamente e riprendere di sensi, guardandosi attorno con aria disorientata: il viso del giovane era completamente tumefatto e ricoperto di sangue secco, e Dean strinse la mascella sentendosi ancora terribilmente arrabbiato da desiderare di colpirlo ancora. 
"Dean, ma che succede?!". 
Il maggiore lo guardò con aria furiosa mentre lo osservava muoversi su quella sedia, cercando di divincolarsi dalle corde che gli bloccassero i polsi, e guardò prima l'angelo in trench e poi suo fratello mentre le immagini di ciò che fosse accaduto prima che perdesse i sensi gli tornarono in mente. 
Dean intimò a Castiel di procedere con l'esaminazione e lo sentí rivolgergli ogni tipo di domanda strana, per poi infilare un braccio al centro del petto per esaminare l'interno, rivelando la brutta scoperta, ovvero che fosse senz'anima, e il maggiore iniziò a parlare con l'angelo chiedendogli cosa avrebbe dovuto fare e come avrebbe potuto aiutare il *corpo* di Sam. 
"Sono ancora io, sono sempre tuo fratello!" esclamò il minore sgranando gli occhi e riprendendo fiato, avvertendo ancora il dolore provenire dal centro del petto. 
Dean si abbassò al suo livello con sguardo duro e arrabbiato, mentendo lo sguardo su di lui per scrutarlo meglio ed abbassando anche il suo tono di voce. "Perché mi hai mentito su chi fossi davvero? Tutte le volte che ti ho chiesto come stavi, mi hai sempre mentito! E indovina un po'? Penso che tu mi abbia mentito anche su Abby. Io trovavo una traccia e tu mi depistavi, mi dicevi di non cercarla e che fosse morta. Dimmi che le hai fatto Sam. Dimmi dove si trova Abby!". 
Sam lo guardò negli occhi e mise su la sua espressione preoccupata, fingendo di sussultare davanti alle urla del fratello; sospirò rumorosamente perché non aveva idea di come uscire da quella situazione senza perdere Dean, che fosse l'unico per il quale continuasse a provare qualcosa nonostante non avesse più la sua anima. 
E poi in un lampo, un'idea si formò nella mente del minore che si affrettò a nascondere un mezzo sorriso e tornò a guardarlo, annuendo. "È vero, ti ho mentito su chi fossi e su Abby per tutto il tempo. Ma avevo una buona ragione e adesso posso rimediare: ti farò incontrare Abby". 
 
 
 
Sferrò pugni e calci al manichino della palestra mentre delle gocce di sudore le imperlarono la fronte ed il collo, tenendo i capelli lunghi e rossicci racconti in una lunga treccia che penzolasse fino a metà della sua schiena; ormai erano due giorni che Abby rimaneva rinchiusa all'interno della base, due giorni che non vedesse o sentisse Sam, ed Abby fu certa che fosse in compagnia di Dean, sperando suo malgrado che non fosse successo nulla di grave.
Abby sapeva che quel nuovo Sam sarebbe stato capace di fare di tutto, incluso fare del male al suo stesso fratello se Dean si fosse messo in mezzo agli affari di Sam o se avesse iniziato a fare delle domande fin troppo scomode, dato che non si era fatto scrupoli a parlare con Dean di lei in quella maniera unicamente per indurlo a pensare che fosse ormai morta. 
Nonostante sapesse più di chiunque altro che Dean non fosse il tipo che si arrendesse facilmente e nonostante Abby fosse stata sotto il suo naso per tutto quel tempo, impossibilitata a scappare perché fosse numericamente in svantaggio, non riuscì a smettere di chiedersi come facesse Dean a proseguire la sua vita senza di lei, senza averla trovata. 
Ma Abby non riuscì a fargliene una colpa, non riuscendo neanche ad immaginare le parole che Sam avesse usato per dissuadere il fratello dal cercarla, dato che neanche lei fosse riuscita dopo quei mesi a trovare i suoi fratelli dato che fosse costantemente sorvegliata a vista: Christian la seguiva dappertutto, controllando ogni sua mossa. 
Abby sbuffò sonoramente e chiuse gli occhi in fretta, afferrando il manichino con forza e appoggiandovi contro la testa, ignorando le lacrime che avrebbero voluto fare capolinea dai suoi occhi: si sentiva così sola e vuota, leggeva indifferenza negli occhi dei Campbell e si chiese come fosse possibile che nessuno notasse i lividi che lei e Sam si fossero lasciati addosso a vicenda nel corso della loro convivenza o il modo apatico in cui Sam agisse, o il fatto che avesse rapito due persone e di tanto in tanto sparisse per andare a sfamarli e controllare che stessero bene. 
Abby si era sempre sforzata di non pensare al modo in cui la sua sorellina stesse soffrendo, ripetendosi che Silver fosse una ragazza forte e che insieme a lei ci fosse Dan, ma nulla riuscì a consolarla, perché avrebbe solamente voluto vedere i suoi fratelli e poterli stringere fra le sue braccia per saperli al sicuro, chiedendosi ancora quanto tempo avesse bisogno Sam per raggiungere il suo obiettivo tanto ambito. Chiedendosi quanto tempo le rimanesse prima che Sma decidesse di ucciderla. 
Lasciò andare il manichino e sospirò, aprendo gli occhi ed afferrando un piccola asciugamano da terra per catturare il sudore dalla sua fronte e dalla base del collo, e presto indossò la sua felpa larga e nera, lasciando scivolare la sua treccia grossa e folta sul suo petto. 
Si chiuse la porta alle spalle ed attraversò il lungo corridoio superando alcuni degli uomini di Samuel con un sospiro per dirigersi verso la sua stanza, fin quando divenne più vicina all'ingresso e udí la porta grossa e spessa aprirsi: udí la voce di Sam e sospirò pesantemente, scuotendo la testa e facendo per andare via perché non voleva proprio incontrarlo quella sera, quando un piccolo ed importante dettaglio la fece fermare sul posto e voltare verso l'origine del suono, sgranando gli occhi mentre il suo cuore iniziò a battere poi forte nel petto. 
In un'altra situazione Abby avrebbe fatto finta di nulla e sarebbe andata nella sua stanza per non vedere Sam, ma quella volta sentí qualcosa che l'avesse attirata come una calamita, una voce inconfondibile. 
"Siamo già stati qui e il fatto che Castiel non sia potuto entrare non mi tranquillizza, quindi dimmi cosa ci facciamo qui Sam e fallo alla svelta o giuro che ti riduco di nuovo a pezzi!". 
Abby sentí le sue labbra piegarsi in un sorriso involontariò mentre udiva la voce che mai avrebbe confuso con quella di qualcunaltro e tutti i sentimenti tristi, la solitudine e la sofferenza svanirono in un secondo: fece qualche passo avanti con titubanza, ma Dean non la vide subito perché era di spalle intento a guardare in cagnesco suo fratello. Ma quando Sam la vide e fece un grande sorriso felice, Dean si voltò per capirne il motivo, fin quando i suoi occhi verdi incrociarono quelli azzurri e limpidi di Abby: il ragazzo sgranò gli occhi e si voltò interamente verso di lei, sentendo il cuore battere più veloce nel petto tanto da non riuscire neanche a pronunciare il suo nome per l'agitazione. 
Abby non capí neanche come avesse fatto a smettere di pensare alle conseguenze, ai suoi fratelli o a ciò che Sam le avrebbe fatto dopo, quando realizzò che non ci fosse alcun dopo adesso che Dean l'avesse trovata: corse velocemente nella sua direzione con le lacrime agli occhi e si lanciò contro il suo petto con forza, ma il ragazzo attutí il colpo e la sollevò completamente da terra, stringedola forte contro il suo corpo e chiudendo gli occhi per la felicità. 
Riuscirono a sentire nuovamente il profumo l'uno dell'altra e fece salire una mano fino alla sua testa per stringerla più forte, mentre con l'altra la teneva stretta dalla schiena, ed Abby rimase attaccata al suo corpo con forza, la guancia schiacciata contro la sua spalla fasciata dal giubbotto di tela, le mani strette attorno alle sue braccia massicce. 
Quanto le fosse mancato Dean, quanto le fosse mancata la moltitudine di sentimenti e sansazioni che provasse ogni qualvolta gli stesse accanto, il senso di protezione, l'amore e la sicurezza, fecero sì che Abby iniziasse a sentire le lacrime incontrollate scorrere sul suo viso perché finalmente aveva trovato il suo porto sicuro, la sua *casa*. Quella originale, quella a cui fosse sempre stata destinata ad arrivare. 
Sciolse l'abbraccio e lo guardò negli occhi per cercare di dire qualcosa, ma le parole le morirono in gola e fu certa che accadde anche a Dean, perché la strinse nuovamente più forte di prima, affondando il suo viso più barbuto del solito nella sua treccia, ed iniziò a baciarle le tempie, le guance ed il collo per tranquillizzarla, sussurrandole all'orecchio che l'avesse finalmente ritrovata e che fosse tutto a posto adesso. 
Ed Abby non riuscì a far altro che crederci, allungando una mano fino ai suoi capelli e stringendolo di più a sé, sperando che quel momento non finisse mai. 
Ma come tutto ciò che avesse avuto nella sua vita, anche quel breve momento di felicità era destinato a finire, e lo capí quando un altro paio di mani si insinuarono sulla sua schiena toccandola in maniera diversa rispetto a come facesse Dean: non era una presa amorevole, calda e tenera come quella del maggiore, ma una presa più dura e rozza, che le facesse male più del solito nonostante la stesse solamente sfiorando, ed Abby scosse la testa, rifiutandosi di allontanarsi da Dean per non spezzare quella magia. 
"Abby..".
La ragazza aprí subito gli occhi e si voltò a guardare Sam con tutto l'odio che avesse in corpo perché non sarebbe più riuscito a vincere adesso che lei fosse insieme a Dean dopo tutto quel tempo, ma il minore sollevò un sopracciglio e le fece segno di spostarsi immediatamente e di raggiungerlo, e sotto gli occhi increduli di Dean che non avesse ancora capito cosa stesse succedendo, sentí le mani di Abby lasciare il suo corpo e guardarlo con aria supplichevole. 
Di nuovo venne investita dalla stessa sensazione di impotenza e di solitudine, nonostante leggesse nello sguardo di Dean una grande confusione e in quello di Sam un grande determinazione: il modo in cui il minore la stesse guardando la spaventò molto, specialmente quando sentí il braccio sinistro di San circondarle le spalle ed avvicinarla a sé con forza, facendole persino male. 
Abby non capí cosa stesse facendo, ma quando il loro sguardo si incrociò nuovamente capí il suo piano perverso che avesse architettato ed il vero motivo per cui avesse permesso a Dean di entrare alla loro base nonostante sapesse che Abby fosse presente. 
E no, non voleva credere che fosse tutto reale. 
Non poteva pensare che Sam fosse capace di tanto. Non era giusto. 
Ma poi si ricordò delle minacce che Sam avesse fatto contro i suoi fratelli ed il fatto che non avesse ancora scoperto dove li potesse tenere, e si ritrovò ad abbassare lo sguardo incapace di continuare a sostenerlo, e fu in quel momento che Sam ebbe la conferma di essere finalmente riuscito a spezzarla.
"Io e Abby abbiamo una cosa da dirti.." sussurrò Sam accennando un sorriso dispiaciuto nella direzione del fratello, continuando a stringere con il braccio la ragazza con lo sguardo vitreo e le guance ancore rigirate dalle lacrime. "Vuoi dirlo tu, tesoro?". 
Abby deglutí a fatica e sapeva che guardare Dean dritto negli occhi e dire quella bugia lo avrebbe ferito talmente tanto che avrebbe preferito morire, perché sapeva quanto Dean ci avesse messo a superare e perdonare la scappatella avvenuta fra Abby e Sam dopo la sua discesa all'inferno, non voleva fargli passare lo stesso calvario. 
Ma c'era la vita dei suoi fratelli in gioco e probabilmente anche quella di Dean stesso, così si fece coraggio ed incrociò il suo sguardo confuso e pieno di domande, mentre il maggiore guardava il modo possessivo in cui Sam la stesse stringendo a sé. 
"Io e Sam.. Beh, lui è venuto da me dopo essere tornato dall'inferno ed è ricominciato tutto fra noi.." sussurrò Abby con un filo di voce mentre guardava nei suoi occhi verdi che diventavano via via più scuri per la rabbia e per il dolore, mano a mano che parlasse, mentre la ragazza sentí il cuore spaccarsi a metà nel suo petto. "Tengo ancora a te, ma non era destino per noi, Dean. Mi dispiace". 
Per chi lo conoscesse come Sam ed Abby, fu facile leggere le varie emozioni che iniziarono a passare sul suo viso una dopo l'altra: incredulità e negazione, perché non poteva essere che il suo fratellino e l'amore della sua vita avessero potuto fra una cosa del genere; stupore, perché era così scioccato e non aveva mai preso in considerazione che una cosa del genere potesse accadere; accettazione, perché vedeva chiaramente il modo in cui si stessero stringendo ed il senso di colpa di Abby nei suoi occhi ancora bagnati dalle lacrime; infine una cieca e furiosa rabbia, che gli fece serrare la mascella e deglutire a fatica, stringendo i pugni con forza mentre espirava lentamente l'aria dal naso. "No. No. Non l'avete fatto, ditemi che non è come penso, avanti!". 
Abby non ebbe la forza di rispondere e si aggrappò a Sam come se lo stesse abbracciando, ma in realtà si stava solamente sostenendo perché il dolore era così lancinante da non riuscire più a parlare ed a sostenere il suo stesso corpo. Così fu Sam a prendere parola, schiarendosi la voce e parlando con voce delicata e dispiaciuta. "Non l'abbiamo programmato, ma io non riesco stare lontano da lei neanche un attimo e neanche Abby riesce ad allontanarsi da me, perché ci amiamo. Per questo ho cercato di dissuaderti dal cercarla e non ti volevo qua, per risparmiarti questo dolore e..". 
"Tu non dici niente, eh?!". 
Dean interruppe il fratello e fece un passo avanti, avanzando verso Abby e guardandola negli occhi con disprezzo, odio, tradimento, repulsione, rabbia, e la ragazza pensò che fosse davvero finita adesso che anche Dean la odiasse e l'avrebbe presto abbandonata. "Te ne sei andata da casa nostra per stare con lui? Con il mio stesso fratello?!". 
"Dean..". 
La voce di Abby uscì come una supplica, come una richiesta da aiuto, ma il ragazzo vedeva solamente rosso per la rabbia, non riuscendo a cogliere negli occhi della donna stretta a suo fratello l'infelicità e la tristezza; Dean guardò per un lungo momento prima Abby e poi Sam, scuotendo la testa e pensando che fosse finita, finita per sempre con entrambi, ed Abby parve averlo capito perché fece per scattare nella sua direzione ma Sam la trattene. 
"Voi due mi fate vomitare: non voglio più vedervi!". 
Dean scosse la testa arrabbiato e si voltò senza neanche dire un'altra parola, dirigendosi con velocità verso la porta d'ingresso che si chiuse alle spalle con un forte tonfo, fando tremare il telaio di ferro; Sam lasciò subito la presa su di lei ed Abby si sentí prosciugata da ogni tipo di forze: aveva avuto la sua occasione per smentire Sam, per parlare e raccontare tutta la verità a Dean, ma invece era rimasta in silenzio confermando le bugie di Sam e mentendo a sua volta, per paura che i suoi fratelli o Dean potessero non uscire illesi da quella situazione.
Abby lo guardò negli occhi, trovando il suo sguardo serio e tranquillo, e sentí il cuore battere più lentamente e per un solo momento sperò che si fermasse nel suo petto per mai più ripartire. 
Non disse nulla, sentendosi ancora sconvolta e si diresse verso la sua stanza, dove si rannicchiò sul letto senza neanche cenare e sfogò il suo dolore iniziando a pensare che non avrebbe mai più mai più riavuto la sua vita indietro. 
 
 
 
Camminò lentamente, muovendosi in silenzio in mezzo a tutta quella atrocità, il sangue ed i corpi completamente massacrati, e rimase per un momento senza parole, perché se non avesse saputo chi fosse stato il responsabile di quello scempio, avrebbe subito pensato ad un mostro da abbattere: Anael continuò ad avanzare in quella casa abbandonata e distrutta e scosse la testa, scorgendo la figura del ragazzo in ginocchio che fosse andato a cercare di proposito, che brandiva ancora fra le mani il machete con cui avesse dato sfogo alla sua rabbia. 
L'angelo sospirò e si avvicinò fino ad arrivare alle sue spalle, e subito sentí l'uomo davanti a lei scattere per colpirla con la sua lama, puntando alla testa, ma Anael lo respinse sollevando una mano ed emanando il suo potere angelico fino a farlo cadere rovinosamente a terra. 
Dean sentí una fitta alla schiena quando toccò il pavimento, finendo accanto a due dei vampiri che avesse massacrato fino allo sfinimento, ma sollevò velocemente lo sguardo sconvolto piantandolo in quello dell'angelo davanti a sé con stupore, mentre pensava che non l'avrebbe mai più rivista ed invece adesso gli stava davanti. "Anael, che ci fai qui? Ti abbiamo cercata per mesi".
L'angelo sospirò e si scostò i lunghi capelli biondi sulla schiena, avanzando verso di lui e facendo attenzione a non sporcarsi il vestito rosa o le gambe nude col sangue, piegandosi sui talloni quando gli fu abbastanza vicino e toccandogli la fronte per trasportarlo via insieme a lei; Dean fu disorientato per qualche istante, guardandosi attorno nella sua stanza del motel e sgranando gli occhi, per poi tornare a guardarla con la stessa rabbia che ardesse dentro di lui da giorni, rimettendosi in piedi. "Sei diventata sorda, per caso?! Che cosa ci fai qui?!".
Anael sospirò lentamente e si mise dritta con la schiena, guardandolo negli occhi in silenzio e allungando un foglio di carta spiegazzato senza dire una parola e Dean lo afferrò senza remore, sollevando un sopracciglio e guardandola con ilarità. "Oltre sorda, sei anche muta Anael?!". 
L'angelo lo guardò con aria più dura e seria, perché se avesse speso tante energie per rintracciare i suoi spostamenti fino a trovarlo in quella casa sommersa dal sangue non era di certo per farsi prendere in giro. Così si avvicinò e gli afferrò un braccio con forza, e per un istante Dean ebbe la sensazione che glielo avrebbe spezzato. "Leggi questo, stupida scimmia arrogante. Poi parliamo". 
Lo lasciò andare e si allontanò di qualche passo, avvicinandosi fino alla sedia della sua stanza e sedendosi lì, osservandolo aprire quel biglietto con titubanza ed iniziare a leggere ciò che contenesse; Anael sospirò e scosse la testa, pensando di aver fallito nel suo compito e di aver spezzato la sua promessa fatta tanti anni prima al padre di Abby. 
Aveva promesso che si sarebbe presa cura di lei, che l'avrebbe protetta sempre, eppure Anael non si era fatta molti problemi a lasciarla sola dopo che Sam fosse caduto nella fossa insieme a Lucifer e Micheal, salendo in Paradiso insieme a Castiel per contrastare l'ascesa al potere di Raphael. 
Non si era chiesta perché Abby avesse smesso di pregarla ogni notte, ringraziandola sempre per ciò che avesse fatto per lei e ricordandole che non fosse un semplice angelo per lei ma che fosse sua amica. Anael non era mai scesa a controllare che stesse bene, nonostante sapesse che Castiel di tanto in tanto scendesse sulla terra per vegliare sui due Winchester.
Aveva fallito su tutti i fronti con Abby, eppure quando aveva sentito la sua richiesta d'aiuto Anael aveva viaggiato così velocemente da farsi girare la testa, e quando si trovò al cospetto della ragazza nel buio della notte, l'angelo capí subito che fosse accaduto qualcosa di grave nella sua vita: Abby si trovava da sola al limite del parcheggio di un edificio su più piani e stava piangendo, appoggiata alla fiancata della sua macchina, e la chiamava forte, pregava che Anael rispondesse alla sua preghiera. 
Quando Abby aveva sentito il tipico battito di ali sgranò gli occhi e vide la figura di Anael dietro la recinzione, guardare quel posto con aria curiosa ed osservare i numerosi sigilli invisibili che qualcuno avesse messo per tenere i propri affari protetti dagli angeli. Abby pianse di più e fece un balzo verso la rete, aggrappandosi ad essa e guardandola come fosse un miraggio, e Anael si chiese cosa fosse successo di così grave da turbarla in quella maniera. 
Abby le aveva raccontato tutto ciò che fosse successo dal principio, non smettendo però di guardarsi attorno e controllare che gli uomini di Samuel non saltassero fuori da un momento all'altro, passandole in fretta e furia un biglietto quasi accartocciandolo per farlo passare dalla rete fino alle sue mani. 
"Trova Dean e daglielo. Sei la mia unica speranza, Anael. Fa in fretta, non resisto più qui dentro". 
L'angelo sbatté le palpebre un paio di volte e tornò al presente, sollevando lo sguardo fino al ragazzo che avesse proprio l'aria sconvolta mentre stringeva forte il biglietto di Abby che avesse macchiato con il sangue dei vampiri ancora presente sulle sue mani; Dean non controllò la sua rabbia e afferrò con forza la lampada sul comodino, lanciandola contro la porta della stanza proprio di fianco ad Anael che però rimase impassibile a guardarlo con aria seria e scocciata, portandosi le braccia conserte al petto. "Hai finito?".
Dean avanzò verso di lei e appoggiò entrambe le mani sui braccioli della sedia, guardandola con furia cieca e odio. "Dimmi che non è vero, dimmi che è uno stupido scherzo! Dimmi che questo biglietto è falso, avanti Anael! Dimmelo!". 
Ma l'angelo non si mosse neanche quando sentí il viso del ragazzo adirato troppo vicino e scosse la testa, sollevando un sopracciglio. "Ciò che è scritto, è tutto vero: Abby è in pericolo a causa di tuo fratello".
Dean la guardò dritta nei suoi occhi chiari e strinse i pugni, sbattendone uno con forza sul tavolo e facendo oscillare tutto ciò che ci fosse sopra e cadere le numerose bottiglie ormai vuote si birra che si infransero contro il suolo. Si mise dritto con la schiena e si voltò con aria furiosa, perché non poteva crederci, non poteva essere vero. "No, no. Non è vero. Non ci credo". 
Sentí l'angelo alzarsi dalla sedia e andare verso di lui in silenzio fino a mettersi davanti a lui, e lesse nel suo sguardo l'incredulità mentre Anael lo guardava con l'espressione più arrabbiata che il ragazzo le avesse mai visto.
Nonostante sapesse che suo fratello fosse tornato senz'anima e che fosse ormai capace di tutto, per Dean era fin troppo doloroso e difficile riuscire a credere una storia del genere. Anael sollevò una mano verso il suo capo, sfiorandogli la fronte con le dita e chiudendo gli occhi, lasciando che i ricordi di ciò che avesse vissuto qualche ora prima alla base dei Campbell fruissero nella sua mente senza filtri. 
Dean vide Abby sconvolta nel buio della notte, il suo viso rigato dalle lacrime e l'aria terrorizzata, il modo in cui controllasse continuamente che non arrivasse qualcuno alle sue spalle voltandosi, le parole che uscirono dalla sua bocca per descrivere Sam e ciò che le avesse fatto, ma il ragazzo notò qualcosa che Anael non avesse probabilmente notato: Abby era troppo sconvolta, come probabilmente Dean non l'avesse mai vista, e notò come la parte superiore sinistra della sua maglietta fosse stata completamente strappata, come se qualcuno l'avesse tirata con forza da lì o come avesse provato a strappare di dosso i vestiti.
"Ti prego Anael, devi fare presto. Trova Dean e dagli questo biglietto. Non resisto più qui dentro: Sam ha completamente perso il controllo. Aiutami, per favore. Trovate i miei fratelli, ti supplico". 
Anael tolse il dito dalla sua fronte e il ragazzo respirò con fatica barcollando all'indietro, ed iniziò a respirare come se avesse trattenuto il fiato per tutto quel tempo e adesso cercasse disperatamente un po' di aria per i suoi polmoni: si mise una mano sul petto e con ancora gli occhi sgranati e sotto shock guardò l'angelo negli occhi. "Portami da lei, Anael. Subito!". 
 
  
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