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Autore: OrnyWinchester    14/12/2022    6 recensioni
Sam e Dean si ritrovano misteriosamente catapultati nella Camelot arturiana e dovranno affrontare una serie di difficoltà prima di scoprire la pericolosa minaccia che si cela dietro al loro strano viaggio nel tempo e che rischierà di mettere a repentaglio tanto il loro presente quanto il destino di Artù, Merlino e di tutti gli abitanti del regno di Albione.
La storia è ispirata alle serie tv "Merlin" e "Supernatural" e si colloca tra gli episodi 4.7 e 4.8 di Merlin e tra gli episodi 9.19 e 9.20 di Supernatural.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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“Come è potuto succedere? Spiegamelo, Agravaine!” urlò furente Morgana, lanciando a terra tutto quello che le capitava a tiro nel capanno dove abitava.
“Morgana, calmati!” provò a tranquillizzarla l’uomo. “Ho cercato di spiegarti che di quello Spirito, o quello che era, non ci si poteva fidare.” “Non c’erano garanzie che il piano che avevi concordato con lui andasse a buon fine. Era tutto troppo incerto, per non dire strano. In fondo, niente ti garantisce che fosse quello che ti assicurava di essere.”
“Sono una sacerdotessa, Agravaine. Non poteva mentirmi. Non conoscevo questo genere di entità, ma ho potuto percepire le sue doti e la sua potenza.” rispose Morgana, ancora arrabbiata. “No, qualcosa deve essere incorso nel nostro piano, qualcosa di altrettanto potente!”
“Emrys?!” suggerì Agravaine.
“E chi altri, sennò?”
“Ma non sappiamo cosa ne sia stato di quel Saturnus! Magari, quando ha visto che le cose si mettevano male, è tornato da dove era venuto.”
“No, Agravaine. Non credo proprio. La sua scomparsa misteriosa può essere legata soltanto alla magia.”
“Quello che si dice a Camelot è ben diverso. Sembra che abbia preso in ostaggio il servitore di Artù e, quando quei due forestieri sono andati a cercarlo, lo hanno semplicemente pugnalato, o qualcosa di simile, ed è morto.”
“E cosa ti suggerisce che questa sia la verità? In fondo anche tu hai sempre sospettato di quei due, no? Se uno di loro fosse Emrys? O fossero entrambi dei suoi aiutanti?”
“Lo escludo. Li ho visti combattere insieme all’esercito di Artù. Se avessero avuto qualche potere magico, lo avrebbero usato. Invece, hanno rischiato di farsi ammazzare.”
“Ma sono stati loro ad eliminare gli spettri, no? Come te lo spieghi?”
“Da quel che so hanno seguito le indicazioni di Gaius, nulla di più. E sappiamo che il vecchio medico ha svariate conoscenze in questo campo.”
“Agravaine, spiegami una cosa!” tornò ad urlare Morgana. “Come mai hai cambiato idea su quei due dopo avermi amareggiato per giorni con i tuoi dubbi?”
“Semplicemente con il passare del tempo ho potuto ricredermi sul loro conto. Non che provi ammirazione per loro, sia chiaro. Non potrei mai apprezzare chi aiuta Artù!” “Ma ho constatato con i miei occhi quanto fossero ordinari, magari molto curiosi, questo sì, ma banalmente ordinari. E poi stanno per far ritorno dal posto da cui sono venuti e non torneranno più a Camelot.”
“E non ti sembra strano che siano stati proprio quei due ad uccidere Saturnus?” ruggì ancora la strega.
“No, Morgana. Perché penso che si siano presi dei meriti che non appartenevano loro. Sono un soldato e so che se si uccide un nemico potente si porta il suo corpo al comandante come dimostrazione del proprio operato. Ma dov’è il corpo di questo Saturnus ora?!” chiese indispettito Agravaine con una certa sicurezza in viso.
“Agravaine, quante volte te lo devo ripetere?! Saturnus era uno Spirito del Tempo, non aveva un corpo proprio.”
“Ma potevano vederlo e toccarlo. Quindi, anche se ne aveva preso in prestito uno, un corpo esisteva. Un corpo di cui non si ha traccia. La verità è quei forestieri hanno trovato il servitore legato e, quando si sono resi conto che Saturnus era sparito, hanno inventato la storia dell’assassinio per farsi bravi agli occhi di Artù.”
“E Saturnus che fine avrebbe fatto in tutto questo?”
“Morgana, rifletti. Quando si è reso conto di aver fallito, è fuggito per non doverti dare spiegazioni.”
“No, Agravaine. Non sono affatto d’accordo con te.”
“Va bene, non credermi. Ma non può finire così, devi reagire. Dimentica questa storia e prepara la tua vendetta. Io ti aiuterò e ti assicuro che riusciremo ad uccidere Artù, così salirai finalmente sul trono di Camelot, come ti spetta.” asserì Agravaine con consapevolezza.
La strega iniziò a passeggiare nervosamente su e giù per il capanno, pensando a cosa fare. Dopo poco si fermò e si rivolse all’uomo che la seguiva con lo sguardo in attesa di una sua parola.
“Hai ragione, devo trovare un altro modo per sconfiggere Artù e i suoi cavalieri. In questo momento piangersi addosso non serve a nulla.” convenne Morgana. “E forse ho la soluzione ai nostri problemi. Ma avrò bisogno di te per questo, Agravaine.”
“Farò tutto quello che vuoi, Morgana. Ti ho già detto che sono pronto a qualunque cosa sia necessaria ad eliminare mio nipote.” ribadì questo, inorgoglito dalla rinnovata fiducia della strega nei suoi confronti.
“Bene. Dovrai fare una cosa per me.” disse, annuendo. “Dovrai trovare il nascondiglio dei Southron e stringere a mio nome un’alleanza con il loro capo, Helios.” “In seguito, sarò io a contattarlo direttamente per studiare un piano per assaltare Camelot, ma vorrei che questa prima missione esplorativa la svolgessi tu.”
“Va bene, Morgana, farò come vuoi tu. Anche se devo esprimerti le mie perplessità su questa nuova alleanza.” rispose Agravaine, in visibile imbarazzo.
“Ancora, Agravaine?”
“In questo caso si tratta della fama stessa dei Southron. Tutti sanno che sono persone spietate ed inaffidabili, uomini bellicosi e perversi. Non è saggio che tu abbia a che fare con la loro crudeltà.” le suggerì.
“Ah, ma io posso essere anche peggio di loro!” rispose la strega con una scintilla di malvagità nello sguardo. “Quindi, fa’ quello che ti ho chiesto e non intrometterti ancora.”
“Sì, Morgana, come vuoi. Scoprirò dove si nascondono e riporterò loro le tue parole. Conta pure su di me.” concluse Agravaine in tono mesto e sottomesso, abbassando il capo.
 
***
 
“E’ tutto pronto, Merlino?” domandò Gaius in apprensione.
“Sì, Gaius. Spero di non aver commesso errori.” rispose il mago, ricontrollando un pesante volume. “Non oso immaginare cosa accadrebbe se mi fossi sbagliato.”
“Dobbiamo avere fiducia nelle tue capacità, altrimenti quei due ragazzi saranno destinati a vivere in un tempo sconosciuto per sempre.”
“Ma così non mi rendete il compito più facile!” assicurò il giovane, scosso dalle parole del medico.
“Scusami. Non fare caso a quello che dico.”
Due colpi alla porta annunciarono che i fratelli Winchester erano pronti a tornare nel loro tempo. Merlino sospirò, poi andò ad aprire e li fece accomodare nello studio di Gaius.
“Siamo puntuali, non è vero?” chiese Dean, notando i volti scuri dei due. “C’è qualche problema?”
“No, siete puntualissimi. Sono io che non so se sono all’altezza di un incantesimo del genere, Dean.” rispose il mago.
“Ma certo che sei all’altezza! Sei o non sei Merlino?!” esclamò questo.
“Se può darti qualche garanzia maggiore, sì, sono Merlino!”
“Devi sapere, Dean, che Merlino ancora non si è rassegnato al destino che gli è stato predetto di essere il mago più potente della storia.” intervenne l’anziano medico.
“Io e Sam possiamo confermare che è così. Eh, Sammy?”
“Sì, Dean. Ma devi capire il suo punto di vista. Anche avere la certezza assoluta delle proprie capacità, non rende meno vulnerabili.” suppose Sam.
“Grazie, Sam. Almeno qualcuno comprende come mi sento!” ringraziò il mago. “Comunque, quando volete, io sono pronto.”
“D’accordo.”
I due Winchester, a quel punto, salutarono Gaius e lo ringraziarono per ogni genere di aiuto che aveva offerto loro fin da quando erano arrivati a Camelot.
“Gaius, non so come ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per noi. Siete stato impagabile e ci avete aiutato a mantenere nascoste le nostre vere identità e il posto da cui veniamo. Non vi dimenticheremo!” lo salutò Sam, abbracciandolo.
“Nemmeno io potrò mai dimenticarmi di voi e di quanto siete stati importanti per fare luce sulla morte del mio povero amico Geoffrey. Grazie a questo ho potuto scoprire tante cose su di lui che non sapevo, a cominciare da quel circolo di cui siete i discendenti.” “Fortunatamente siamo riusciti a salvare gli ultimi membri rimasti, che ora si sono trasferiti con le loro famiglie in un luogo più sicuro e che continueranno lì il loro operato, mentre io mi prenderò cura della sala che si trova appena fuori Camelot e darò il mio contributo nella compilazione dei testi che abbiamo rinvenuto.”
“Questo ci rincuora, Gaius. Sappiamo che così il futuro degli Uomini di Lettere è in ottime mani!”
“Farò del mio meglio. Potete contare su di me. Comunque, abbiate cura l’uno dell’altro!” disse infine l’anziano medico.
“Ma certo!” rispose Sam.
“Gaius, grazie di tutto!” esclamò Dean. “E vi chiedo scusa per il mio linguaggio colorito e per i miei modi talvolta bruschi.”
“Non ti preoccupare, non ci ho fatto troppo caso.” minimizzò Gaius. “Piuttosto, trova una soluzione per quel marchio che porti: non lasciare che sia troppo tardi!”
“Avete la mia parola!” lo tranquillizzò, infine, Dean.
“Quando siete pronti, posizionatevi laggiù!” disse loro Merlino, indicando un elaborato simbolo di forma circolare disegnato sul pavimento con un gesso bianco.
“D’accordo.” “Merlino, senza il tuo aiuto staremmo ancora vagando in quella foresta. Ti sei preso cura di noi come fa un familiare o un buon amico, anche se non ci conoscevi affatto.” “E a giudicare dal tempo in cui vivi, non deve essere facile potersi fidare delle prime persone che si incontrano per strada. Abbiamo un debito enorme con te. Grazie per ogni cosa che hai fatto per noi!” si congedò Sam e lo abbracciò.
“E’ vero quello che dici, Sam, ma anche voi siete finiti qui per colpa di Morgana e avete dovuto combattere contro una potente magia, anche se diversa dalla mia. Non mi sembrava giusto che foste voi a pagare il prezzo più alto per una situazione in cui non avete avuto scelta.” “E non dimenticate che senza di voi non avrei potuto riportare ordine in questo tempo e il mio compito di dare vita al regno di Albione con Artù non avrebbe potuto trovare compimento. Anche se non riuscite a comprenderlo o a rendervene conto fino in fondo, il vostro contributo non è stato una cosa da poco. E non mi dispiace affatto considerarmi vostro amico, dopo aver affrontato insieme tutti questi pericoli che hanno messo in discussione la vostra così come la nostra sopravvivenza.” spiegò Merlino, commosso.
“Lo stesso vale per noi, Merlino. In tutti questi giorni ti sei comportato come un vero amico e anche noi ti vediamo così. Per quanto sia difficile rendere l’idea di cosa significhi per due che vivono nel nostro tempo essere amici di “mago Merlino”.” “E’ stato un piacere conoscerti!” lo abbracciò Dean.
“Anche per me! Adesso andate o finirete per farmi commuovere!” disse rapidamente Merlino, mentre con una manica della camicia si asciugava gli occhi.
“Ah, solo una cosa!” “Merlino, dove si trova Camelot in realtà?” domandò Dean.
“E chi può dirlo?” rispose. “Nessuno lo sa. Camelot si trova dappertutto e in nessun luogo.” “A ciascuno la propria scelta!”
Dopo aver ascoltato la soddisfacente ed enigmatica risposta del mago, Sam e Dean presero posto sul simbolo indicato da Merlino e questo, emessi due lunghi respiri, pronunciò l’incantesimo che aveva scritto.
Tóbrice færeld tīde, hāmete Sam Dean, hāmete hiera tīde!
Le figure dei fratelli Winchester iniziarono a vorticare insieme a tantissime piccole luci splendenti che man mano si unirono a formare un fascio. Quando i due si resero conto che stavano lasciando per sempre quel luogo, alzarono la mano per salutare Merlino e Gaius. Dopo pochi brevi istanti il raggio di luce si diradò e Merlino poté constatare che l’incantesimo aveva funzionato e aveva rimandato Sam e Dean nel loro tempo, nel luogo in cui si trovavano prima che tutto avesse inizio. Gaius si avvicinò al mago e gli strinse le spalle con le mani.
“E’ andato tutto bene, Merlino.” disse. “Non hai nulla da temere. Quei due ragazzi staranno bene, ora e in futuro, ne sono certo.”
“Lo so, Gaius. Ho sentito che stava funzionando. Ma non per questo mi mancheranno di meno!” affermò Merlino, triste e rammaricato.
   
 
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