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Autore: lmpaoli94    16/12/2022    3 recensioni
Ero colpevole dei miei crimini contro chi mi ha sempre disprezzato.
Rinascere dalle mie ceneri era impossibile e il mio diniego ha solo ritardato la mia autodistruzione.
Dovevo cercare di scontare la mia pena fino a quando la mia innocenza non avrà avuto la forza di sfondare le sbarre del mio carcere.
Io non sono un criminale.
Io non sono colui che credete che io sia.
E se il mio unico peccato è amare una donna, allora io ho peccato.
Non ripulirò la mia coscienza, ma cercherò di scrivere il mio futuro accanto a l'unica donna che ho sempre amato.
Perchè dentro di noi stessi, un uomo che non ha mai amato, è un uomo morto.
Ed io non sono morto, ma sono più vivo che mai.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
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Ritornare alla normalità era impossibile per me.
Non avevo il permesso nemmeno di aiutare Kate e i tutti i suoi colleghi.
La centrale di polizia era un bunker per me.
Un bunker dove non avevo il permesso di entrare.
Scrivere un nuovo libro per me era impossibile per cercare di ingannare il tempo.
Ormai per questa gente ero uno psicopatico che doveva essere tenuto alla larga e la ricerca della verità un preambolo che sembrava per me impossibile da ricordare.
Troppi buchi nella trama di quella vita che mi ha cambiato per sempre.
Non riuscivo a dim ostrare niente e il mio silenzio sarebbe stata la mia colpevolezza.
Anche se ero stato prosciolto da tutte le accuse, mi sentivo lo stesso in prigione rimanendo nel mio appartamento senza fare niente.
Come potevo risalire alla mia dannazione se non riuscivo a ricordare?
Per non parlare dello stato d'animo che Kate aveva con me appena mi vedeva.
Mi guardava con sguardo accigliato come se fossi un pericolo vero per lei.
Non riuscivo ad essere me stesso per cercare di farla stare tranquilla e ogni volta che cercavo di avvicinarmi a lei, mi respingeva.
< Ciao > feci con voce flebile appena la vidi rientrare in casa < Tutto bene? >
< Sì. >
< Alla centrale? Qualcuno chiede di me? >
< Oh... non abbiamo avuto tempo per parlare di te, Castle. Abbiamo molto lavoro. >
< Capisco... Sei sicura che non posso aiutarti in nessun modo? >
< Castle, sei meglio di me che non è una buona idea farmi da “collega”. Non sei più ben visto alla centrale. >
< Lo capisco. Ma dovete capire voi che la mia innocenza... >
< Vuoi che ti ricordi come ho fatto a tirarti fuori da tutte le tue condanne? Così mi sentirò ancora più in colpa. Se si dovesse scoprire... >
< Non lo sapranno mai. Perchè io ti proteggerò. >
Anche una sola parola oltre ad un solo tocco sembrava troppo restio nei confronti di Kate.
Mi guardava con disgusto. Come se fossi una figura da eliminare il prima possibile.
< Non ho bisogno di protezione, Castle. So benissimo badare a me stesso. >
Mi parlava con ostentazione e con ripudio.
Una figura che minacciava la sua incolumità.
Ma non ero stato io a chiedere di aiutarmi, ma il suo dovere per me. Per quell'amore che ancora ci avvolge e che lei non vuole confessare.
E quando provai a baciarla, non esitò per niente a mollarmi uno schiaffo.
< Non farlo mai più, Castle. >
< Se allora il nostro legame è completamente distrutto dai tuoi propositi, non hai nessun motivo per rimanere qui. >
< I miei propositi?! Questa sì che è bella! Sei tu che hai rovinato tutto! Sei tu che hai ucciso tua madre! >
< Non sono mai stato incriminato per questo. Io sono innocente. >
< Ma chi vuoi che ti creda? Chiunque ti conosce, non crede alla tua innocenza. >
< Quindi per tutto il mondo io sarei colpevole? >
< E' solo questione di tempo e tutta la tua reputazione si andrà a farsi fottere. Oppure è troppo tardi per tornare indietro... Non li guardi mai i telegiornali? >
< No. Perchè so che direbbero un sacco di menzogne sul mio conto. E sapere con tutto il tuo astio che la fiducia che covavi nei miei confronti è sparita per sempre, mi riempie il cuore di dolore. >
< Non so cosa farci, Castle. È più forte di me. >
< Kate, devi credere alla mia innocenza. Ti scongiuro. >
< Sai cosa ho notato di te, Castle? Che non mi chiami più Beckett. Sentirmi chiamare con quel nome mi faceva sentire tranquilla. Protetta da te... Ma nelle ultime settimane tu eri cambiato a causa del tuo ultimo libro che non ha venduto nemmeno una copia. Anzi, non ricordo nemmeno il suo titolo... Ma sto divagando: il problema non è il tuo libro scritto con tanto ardore e veemenza. Ma sei tu. >
< Grazie nel ricordarmelo. E anche se il mio libro può centrare con me, questo non mi dovrebbe permettere di starti lontano. >
Non potevo più permettere che Beckett mi stesse accanto solo per il piacere del dovere.
Non potevo credere che lei non mi amasse più e che la sua presenza ci avrebbe solo danneggiato.
Dovevo prendere una decisione al più presto per eliminare tutto ciò. Tutta questa orrenda verità che si era venuta a creare.
< Credo che la decisione migliore è di separarci, Beckett. Momentaneamente almeno... Fino a quando non avrai ritrovato la fiducia e l'amore che hai in me. >
< Castle, credo che sia impossibile che tutto ciò accada. >
< Molto bene. Allora è inutile che continuiamo a illuderci. >
Prendendo la sua borsa, sembrava che Beckett non vedesse l'ora di uscire dal mio appartamento.
< Non ci rivedremo più, Beckett? >
< Non lo so, Castle. >
< Puoi dirmi la verità. Non ci rimarrò male. >
< Evita di mentire a te stesso, Castel. >
< E tu vedi di dirmi la verità. Almeno per un ultima volta. >
ma Beckett non aveva nessuna intenzione di lasciarlo per sempre.
Anche in fondo al suo subconscio, sapeva di amarlo.
Sapeva che poteva renderlo felice e tale distruzione avrebbe danneggiato pure lei.
Era vero che Beckett era cambiata, ma non nel suo profondo dell'animo.
E quando quel gelo aveva creato un muro insormontabile, nemmeno l'arrivo di mia figlia Alexis riuscì a cambiare la situazione a mio favore.
< Scusate. Ho interrotto qualcosa? >
< No, Alexis. Me ne stavo andando... Addio, Castle. >
Quella parola che ho sempre odiato e che non ho fatto niente per poter evitare che lo potesse pronunciare a gran voce.
Alexis mi fissava con sguardo perso e il suo calore mi faceva capire che qualcuno potesse capirmi.
Che potesse capire la mia innocenza.
< Papà, vieni qui. >
La mia sofferenza esplose in un pianto prima di recarmi su aquel bancone in cui mia madre ha perso la sua vita.
Tornare sul luogo del delitto poteva farmi ricordare di quell'evento che avrei voluto cancellare.
Ma la voglia di dimostrare la mia innocenza a Beckett, andava ben oltre il mio presente.
< papà, che cosa fai qui fuori? Fa freddo. Ti prenderai un malanno. >
< Adesso vengo dentro, tesoro. Ancora un minuto. >
Ma poi alla fine notai una macchia di sangue poco lontano dal reggipetto che mi lasciò interdetto.
“Ma chi potrà mai essere...”
E fu quella traccia.
Fu quel ricordo che mi fece cambiare indistintamente la mia voglia di vivere.
“Questo sangue era mio. Ero stato colpito dietro le spalle a tradimento. Ma chi avrebbe potuto fare qualcosa del genere?”
Qualcuno di insospettabile.
Qualcuno troppo vicino a me.

   
 
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