Shimizu Koyoko non aveva più l’età o la voglia di fare un altro bambino. Il suo primogenito aveva già quindici anni e il suo secondo quasi cinque, la sua vita era più che completa grazie al proprio marito e ai loro due splendidi bambini, così diversi tra di loro ma che amavano allo stesso identico modo. Tuttavia, c’era un “ma”: Ryu aveva sempre voluto una bambina.
E come poteva Kiyoko non provare ad accontentarlo quando lui aveva sempre fatto tutto per lei? Quando era stato un padre meraviglioso con i loro due bambini e quando non faceva altro che occuparsi della loro famiglia?
Aveva deciso di provarci un’ultima volta per lui. Ed eccoli lì, riuniti nel giardino di casa insieme ai familiari e agli amici più stretti per scoprire il sesso del bambino che portava in grembo.
Aveva l’ansia, ansia che potesse essere di nuovo un maschio. Non che questo li avrebbe portati ad amarlo di meno, ma voleva così tanto riuscire ad accontentare suo marito.
Si sedette su una sedia e si perse a fissare la sua famiglia.
C’era Kaoru, il dolce e gentile Kaoru, che stava parlando cordialmente con tutti gli ospiti, un sorriso in volto e gli occhi luminosi. Kaoru era sempre stato un bambino bravissimo, uno di quelli che non facevano i capricci quasi mai, che si preoccupava per gli altri, che non urlava e che dimostrava felicemente i suoi sentimenti anche se timido.
Poi c’era Reki. Reki che era iperattivo, solare e rumoroso. In quel momento stava correndo per il giardino con una lumaca in mano, rideva felice fregandosene dei suoi pantaloni bucati per la caduta che aveva fatto poco prima e per la sua faccia sporca di terra. Quando era stata incinta di lui, Kiyoko aveva pregato che fosse calmo e tranquillo come Kaoru, ma quando poi era effettivamente nato tutti quei pensieri erano scomparsi. Quello era il loro bambino e se Kaoru era così simile a lei, Reki invece era come Ryu e lei non poteva fare altro che amarlo allo stesso modo.
E poi c’era Tanaka Ryunosuke, suo marito, l’amore della sua vita e padre dei suoi figli. Senza di lui, senza il suo non arrendersi ai suoi “no”, quei bambini non sarebbero esistiti e Shimizu non poteva che essergliene grata, felice com’era della famiglia che si erano creati.
-Ehy mamma- Kaoru la raggiunse –è arrivato il momento di rivelare il sesso del bambino.
Shimizu sorrise e annuì, alzandosi e prendendo per mano il figlio adolescente per raggiungere il centro del giardino, dove tutti erano già in attesa.
Tanaka uscì di casa con il palloncino nero che teneva da una corda, raggiunse la sua famiglia e con gli occhi luminosi chiese –Pronti?
Kiyoko e Kaoru annuirono, Reki si agitò –Voglio scoppiarlo io!
E poi accadde quello che non doveva succedere: Reki tirò il filo, Tanaka lo lasciò andare e il palloncino iniziò a volare via, portando via la rivelazione del sesso del loro terzo figlio.
-Noooo- urlò Ryu mentre cercava di saltare per prenderlo, ma ormai era ben oltre le loro teste.
E quando tutto sembrava perduto, arrivò Noya a salvare la situazione.
Nishinoya Yu urlò –CI PENSO IO!- poi prese una fionda dalla sua tasca e lanciò una pietra verso il palloncino nero che esplose.
Nessuno si chiese come mai Noya avesse una fionda e delle pietre in tasca, troppo presi a fissare la pioggia di coriandoli rosa che cadeva sulle loro teste.
-È una femmina…- sussurrò Tanaka senza parole e con gli occhi lucidi –avrò la mia principessa!
-UNA SORELLINA- urlò Reki tutto eccitato e felice –AVREMO UNA SORELLINA!
Ryu lo prese in braccio e insieme iniziarono a saltare e urlare. Nel frattempo anche Kaoru aveva gli occhi lucidi e mentre abbracciava la madre le sussurrò –Ce l’hai fatta!
Lei rise –Spero che sia davvero femmina o tuo padre potrebbe morirci.
-Naah, lo amerebbe comunque- sussurrò prima che fossero travolti dagli altri due per un abbraccio di famiglia.
Quando si staccarono, Kaoru prese in braccio Reki e gli chiese –Quindi sei felice di avere una sorellina?
-Sì!!- rispose questo gesticolando tutto felice –la proteggerò sempre e le insegnerò ad andare sullo skate con me!
Kaoru rise rimettendolo a terra –Sullo skate magari quando sarà un pochino più grande, va bene?
Reki mise il broncio –E quanto devo aspettare? Uffa!
-Ma possiamo fare tante altre cose insieme.
Il suo broncio scomparve e nuovamente eccitato chiese –Tipo cosa?
E mentre loro due continuavano a parlare, Ryu non si era ancora staccato dall’abbraccio alla moglie, piangendo contro la sua spalla.
-Grazie- sussurrò infine.
Shimizu sorrise –Non ho fatto nulla…
-Mi hai dato la possibilità di creare questa famiglia, quindi grazie. Vi amo tantissimo.