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Autore: Severa Crouch    17/12/2022    5 recensioni
Questa storia partecipa al torneo Tremaghi - Multifandom edition indetto dal gruppo Facebook “L’angolo di Madama Rosmerta” Hogwarts!AU
“Benvenuti a un nuovo anno a Durmstrang,” annuncia Karkaroff con l’accento strascicato di chi ha origini nelle terre dei Rus. “Questo sarà un anno molto speciale.” Gli occhi neri gli si illuminano di una gioia che turba Rhaenyra, perché è foriera di cattivi presagi. In lontananza, il grido di Syrax si disperde tra i fiordi.
“La Confederazione Internazionale dei Maghi ha indetto un’edizione speciale del celebre Torneo Tremaghi. La scuola di Hogwarts ospiterà il torneo e tre concorrenti per ogni scuola si sfideranno in prove di magia. Partiremo alla vigilia di Samhain utilizzando la nostra nave.”
Per Rhaenyra è istintivo cercare con lo sguardo Criston, non si sorprende a vederlo a fremere d'impazienza. Dall’altro lato della sala, Harwin sorride con una luce negli occhi che denota la sua voglia di mettersi alla prova.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Criston Cole, Harwin Strong, Rhaenyra Targaryen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2 - La prima prova




 

La nave di Durmstrang oscilla, non a causa delle placide onde del Lago Nero, ma per l’agitazione che pervade i suoi abitanti. Da quando Karkaroff ha lasciato trapelare che sarà un solo campione a dover affrontare una creatura magica pericolosa, i Campioni hanno i nervi a fior di pelle. 

“Non è una prova per una fanciulla,” sentenzia Criston Cole.

“Non è nemmeno una prova per un ragazzino,” afferma Harwin. Rhaenyra li osserva in silenzio e dentro di sé sa che non è compito per un uomo, che un Basilisco è una creatura potente e velenosa e, da che mondo è mondo, il veleno è un’arma da donna. Li lascia discutere, sperando che si mettano fuori gioco con le loro mani e inizia a ponderare perché non possa fare lei da sola le tre prove che quei due sono un fardello più che un vero e proprio aiuto.

Scende sulla riva a passeggiare per distogliere l’attenzione dal caos e lì incontra suo cugino Laenor nell’elegante divisa celeste di Beauxbatons. “Sarai tu il prescelto per la prova?” 

“Questo discorso è il motivo della mia fuga dalla carrozza: Laena e Joffrey cercano di raggiungere un accordo. Ognuno vuole essere il prescelto.”

“Curiosa coincidenza, Laenor, è lo stesso motivo che mi ha condotto qui a riva. Ti va di fare due passi?” Il cielo di Scozia cambia rapidamente i colori e il grigio del pomeriggio ha lasciato il posto a un rosso mozzafiato che i fiordi, già immersi nella notte polare, possono ricordare con nostalgia. Rhaenyra credeva di dover attendere l’equinozio di primavera prima di rivedere una simile luce.

“Ho saputo che ti sei distinto nel torneo delle Stepstones,” gli rivela per far conversazione. 

“Suppongo sia stato zio Daemon.” Laenor è sempre stato perspicace e se non abitasse così distante, se non fosse l’erede di un regno di mare e lei intenzionata a rimanere in Danimarca, forse potrebbe prenderlo in considerazione come marito. Certo, non le è mai sfuggita la natura del suo legame con Joffrey, ma chi lo dice che il matrimonio deve fondarsi sulla passione carnale e non sul rispetto reciproco? A volte, un alleato è meglio di un amante, si trova a pensare cinicamente.

Camminano in silenzio, l’uno al fianco dell’altra mentre il sole cala e il tramonto cede il posto all’imbrunire. La voce di Madame Maxime, la preside di Beauxbatons, interrompe il loro peregrinare senza meta, richiama Laenor ai suoi doveri di campione Tremaghi e si promettono di rivedersi l’indomani, nella tenda prima della prova.

Rhaenyra raggiunge Harwin e Criston che, a giudicare dalle espressioni torve, non hanno raggiunto alcun accordo. A lei va bene così, dopo tutto. Non ha la forza di combatterli e ne riconosce l’inutilità. Aspetta che si sfiacchino e si logorino a vicenda. Dopo, si farà avanti e risalterà per prontezza e lucidità. A corte le direbbero che è ciò che fanno le donne, che il loro compito è guidare quando il reggente è distratto o impedito, e che esistono regine pronte a trasformare Re valorosi in omuncoli inoffensivi, a tenerli impegnati con la guerra, lasciandole libere di tessere la loro rete di potere. Rhaenyra, però, non ha mai avuto bisogno di ricorrere a simili mezzi, anche se sarebbe sciocco non approfittarne assecondando gli eventi e una rivalità continua.

La cena scorre tranquilla, seduti al tavolo dei Serpeverde, a discutere con Larys Strong, il fratello minore di Harwin, tra i Campioni di Hogwarts. “Avete deciso chi parteciperà alla prima prova?” sonda Harwin.

Larys osserva il fratello sottecchi e un sorriso obliquo gli affiora sul volto. Sospira e con un tono di voce lento e calmo, quasi ipnotico, spiega: “Il Calice di Fuoco ha selezionato i Campioni di Hogwarts valorizzando tre capacità differenti: Tyland Lannister di Grifondoro è certamente noto per la sua nobiltà e il coraggio, io della Casa di Serpeverde posso non essere forte, ma sono certamente il più astuto della scuola, e infine Arryk Cargyle di Tassorosso che è perfetto per il lavoro sporco.”

“Lavoro sporco?” domanda Criston colpito.

“Sì, la manovalanza, sai, le cose per cui non vale sporcarsi le mani.”

“Praticamente, il ruolo di Harwin,” scherza Criston attirandosi un’occhiataccia e una gomitata nel fianco da Harwin. Rhaenyra nasconde dietro un calice di succo di zucca il disappunto per quelle punzecchiature che si ripercuotono a oltranza.”

“Se c’è qualcuno che fa il lavoro sporco a Durmstrang,” interviene, “quella sono io. Dopo tutto, vengo da una zona di zotici e contadini, no?”

“Rhaenyra…” la invoca Harwin, “non ho bisogno di essere difeso.”

“No, ma la verità deve essere detta. Sei solo troppo nobile per dare a Criston ciò che si merita.” 

“Scusatemi.” La discussione viene interrotta dall’arrivo di uno studente del quinto anno. “Il preside vi vuole vedere nella nave.” Sono costretti a congedarsi da Larys e a Rhaenyra non piace lo sguardo di sufficienza che rivolge a tutti loro, ha la sensazione che stia cercando di rendersi inoffensivo mentre è un concorrente letale come il veleno. Ha i brividi mentre esce dalla Sala Grande e l’aria rarefatta lascia il posto a quella fresca dell’atrio per poi diventare gelida all’esterno. Harwin le prende la mano, le offre il braccio e con la bacchetta lancia un incantesimo respingente per la pioggia che copra perfettamente loro due. Criston Cole li segue con il capo chino e l’aria torva.

Karkaroff li aspetta ancora più cupo, se possibile, in una stanza avvolta dal fumo della sua pipa. Rhaenyra assottiglia lo sguardo e percepisce la tensione del preside che domanda ansioso: “Avete deciso chi sarà il campione della prova di domani?”

“Non è poi così diverso da un drago. Ci penso io.” Rhaenyra anticipa Harwin e Criston e lascia la stanza prima che possano prendere parola. Attraversa gli stretti corridoi di legno consunto; quella nave deve aver visto molteplici viaggi. Gira voce che i primi navigatori siano stati Vichinghi diretti in Islanda. 

Tira un sospiro di sollievo quando si chiude nella sua cabina personale. Nel baule di cuoio con impresso a fuoco il simbolo della sua scuola, fruga tra le sue cose, rinviene una scatola di legno in cui dentro sono ordinatamente conservate le sue pozioni. Ha avuto cura di portare con sé una boccetta di Pozione Calmante, in grado di garantirle un sonno privo di sogni. Il suo corpo ha bisogno di ricaricarsi in vista del Torneo e non può permettere alla sua ansia di mettere i bastoni tra le ruote.

I problemi non si rimuovono con le pozioni, le diceva sempre sua madre, Aemma, e Rhaenyra, ogni volta, le rispondeva, forse avete ragione, madre, ma per lo meno si possono neutralizzare per un po’. Sorride nel ripensare a quel dialogo mentre la mente si ottenebra e lei scivola nel sonno.

L’indomani si sveglia di buonora allegra e con le idee chiare su come affrontare la creatura. La soffiata di Karkaroff le ha dato il tempo di prepararsi e perfezionare la sua strategia. A colazione Harwin la osserva in silenzio e le sussurra: “Dovrei andare io.”

“Harwin, sul serio, so come fare.” 

Criston non parla, si limita a divorare uova strapazzate e aringhe con aria torva, a Rhaenyra dispiace di aver perso l’amico di un tempo, l’avverte come una sconfitta. Le cose potevano andar meglio, se solo Criston si fosse mostrato ragionevole. Continua a dirsi che, forse, lasciata sbollire la delusione, ci possa essere spazio per il perdono e la riconciliazione.

Posa una mano sulle spalle di entrambi i ragazzi. “Vado a prepararmi nella tenda, mi augurate buona fortuna?” I due studenti si guardano sorpresi, a ricordarsi di un tempo in cui loro tre riuscivano ad essere anche amici, prima che il desiderio e alcuni incastri impacciati alterassero il loro equilibrio. Se c’è una strada per ricucire i rapporti e superare le difficoltà, suo padre le ha sempre insegnato che val la pena di esplorarla. Così li ringrazia e poi saltella verso la tenda.

Oltre la soglia di stoffa, Rhaenyra si sorprende nell’incontrare il profilo elegante di sua cugina Laena, campionessa di Beauxbatons, e l’ombra smilza e inquietante di Larys Strong, il fratello di Harwin. Sono loro i prescelti per affrontare la prima prova.

Rhaenyra constata che tutte le scuole hanno seguito la medesima strategia: non è la forza bruta che piega il Basilisco, ma l’astuzia e il sangue freddo che, spesso, nei maghi più impavidi manca. Inoltre, vuol dire che ogni scuola ha avuto la soffiata. I docenti non esiteranno ad avvantaggiare i propri studenti nel corso del Torneo.

L’ordine estratto dal funzionario del Ministero della Magia prevede che sia il campione di Hogwarts ad affrontare la prova. 

“Lei è l’unica figlia del più influente mago di Danimarca, cosa direbbe suo padre nel vederla esporsi a tale pericolo?” Una strega dai boccoli biondi e le labbra scarlatte le afferra per un braccio, schiocca la lingua e sfoggia un sorriso. “Rita Skeeter per la Gazzetta del Profeta.”

“Rhaenyra Targaryen. Mio padre è stato informato dalla mia partecipazione al Torneo ed è orgoglioso che il Calice abbia visto il mio valore.”

“Non pensa che possa morire?”

“Spero proprio di no, ma sono i rischi di ogni duello, no?” Rhaenyra scrolla le spalle e fa cenno a uno dei docenti di Hogwarts, una strega da un cappello a punta sopra un paio di occhiali rettangolari. La professoressa - McGranitt, le sembra che si chiami - afferra la giornalista e con un solo sguardo la invita ad accomodarsi fuori dalla tenda.

Il tempo sembra trascorrere sempre più lentamente, il boato del pubblico, le esclamazioni di paura e quelle di stupore si alternano fino a scoppiare in un applauso.

Segue il turno di Laena e Rhaenyra le augura buona fortuna mentre torna a sedere sulla brandina. L’applauso arriva dopo pochissimo tempo e Rhaenyra si augura che Laena abbia avuto una buona strategia.

“E ora, il campione di Durmstrang, Rhaenyra Targaryen!”

Rhaenyra sbircia l’arena e nota degli schermi oscuranti, potenziati da incantesimi complessi, che impediscono al pubblico di morire sotto lo sguardo del Basilisco. Mantiene lo sguardo fisso per terra, chiude gli occhi e con la bacchetta evoca una benda di seta nera che le oscuri la vista. Acuisce l’udito e si avventura nell’arena.

Il cuore le batte forte nel petto, sebbene il respiro abbia rallentato il suo ritmo. L’adrenalina ha potenziato i suoi sensi. Sa che il Basilisco è lì vicino, ha calcolato il percorso che la separava dalla creatura prima di rinunciare alla vista. L’animale porta fissato al collo un cilindro di piombo che sente tintinnare contro il petto coperto di squame nerastre. Un segnale perfetto per individuare il bersaglio e la bocca della creatura. 

“Reducto!” 

Rhaenyra manca il bersaglio, colpisce il Basilisco che sibila nervoso. Non serve il Valyriano antico, il Basilisco non risponde alla lingua dei draghi. Rhaenyra corre cercando di evitare la creatura che striscia veloce nella sua direzione. Sente il corpo del serpente scattare e, sebbene non sia un Basilisco particolarmente grosso, rimane decisamente letale. 

Così, Rhaenyra è costretta a nascondersi dietro una roccia per prendere fiato. Nel petto, il cuore le martella furiosamente ricordandole che nei duelli le cose possono andare diversamente da quanto ci si è prefigurato, e che non tutte le strategie possono funzionare. 

Respira. 

Deve tenere il panico lontano da sé e pensare che lei ha il sangue dei draghi, come le dice sempre suo padre. Fa un altro respiro profondo e si mette in ascolto. Il Basilisco è immobile, forse studia l’arena, forse l’ha notata ed è pronto a colpire. Sembra lontano e il pubblico è in silenzio. Solleva la benda per studiare il terreno e individuare l’obiettivo. Ne approfitta per prendere la mira mentre il Basilisco ha ucciso una povera civetta che ha avuto l’ardire di guardarlo negli occhi. 

“Reducto!”

Questa volta il colpo va a segno e il cilindro si stacca dal suo collare per poi rotolare sull’arena. Il Basilisco, però, si accorge dell’accaduto e solleva il capo di scatto, alla ricerca di un’altra preda per completare un misero pasto.

Rhaenyra si benda nuovamente ed esce allo scoperto. Individua il suo bersaglio e dalla tasca del mantello estrae una delle sue bombe soporifere. Credeva che le avrebbe usate in battaglia, mai contro una creatura inerme che condivide la stessa reputazione dei draghi.

“Non voglio farti del male,” sussurra mentre lancia contro il volto del Basilisco l’ampolla piena di polvere soporifera. Al contatto con il corpo dell’animale, la nuvola di polvere si allarga fino a coprire l’intera superficie dell’arena. Il respiro di Rhaenyra è protetto da un incantesimo Testabolla ed è solo quando sente il tonfo del corpo del Basilisco che Rhaenyra corre a recuperare il cilindro. Non ha idea di quanto possa durare l’effetto su una creatura di quelle dimensioni, così, afferra il cilindro di piombo ed esce dall’Arena mentre il pubblico esulta in un boato.

Appena fuori, nella tenda dei campioni, Harwin la stringe a sé lasciando cadere la paura che lo ha attanagliato. È coperta di polvere e sudore, ma questo sembra non importare. Rhaenyra cerca con lo sguardo Criston, si scambiano un sorriso e lei si lascia abbracciare. 

“Ho avuto paura che potesse succederti qualcosa,” le confessa. 

Rhaenyra gli solleva il viso e sorride: “Ora è finita.” 

Il momento viene interrotto da Karkaroff che irrompe nella tenda urlando: “È uno scandalo! Questo Torneo è truccato!”

“Non mi spingerei a simili accuse!” esclama il preside di Hogwarts, il professor Silente. La sua statura si erge autorevole e Karkaroff, in confronto, sembra rimpicciolirsi sempre di più.

“Mon dieu, che cosa è accaduto?” è la domanda sconcertata della preside di Beauxbatons. 

“Dovresti saperlo, Maxime!” l’accusa Karkaroff! “Proprio tu fai l’innocente?”

“Laena ha fatto una prova impeccabile, l’avete vista tutti,” commenta incredula. Albus Silente annuisce e le sorride benevolo: “Proprio così, Laena è stata bravissima e i punteggi sono meritati.” Rhaenyra osserva la scena a disagio, il preside di Hogwarts se ne accorge e le dice: “Signorina Targaryen è stata molto brava e creativa, ma ha sbagliato la mira del Reducto e questo ha leggermente inciso sul suo punteggio facendola arrivare terza, ma ha due punti dal campione di Hogwarts e il Torneo è appena iniziato. Sono certo che i suoi compagni di Durmstrang sapranno recuperare la distanza nella seconda prova.”

Harwin e Criston annuiscono. In quel momento, i punti non contano, importa solo che loro tre sono insieme, e vivi.

 
   
 
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