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Autore: Mew_vale    20/12/2022    2 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 91.
 
 
[Paola]
Sono sveglia da un bel po’ ma non ho la forza di alzarmi per affrontare la prima giornata della mia vita senza di lui. La prima di tante giornate in cui compirò ogni azione con la consapevolezza di aver auto sabotato la mia vita sentimentale, con qualcuno con cui è probabile che sarei stata felice! Come si può essere tanto stupide? Perché non ci ho pensato prima di andare a letto con Ferdi? Emetto un mugugno indecifrabile quando sento bussare alla porta della mia stanza.
<< Non ci sono, andatevene. >> Mugugno poi. Mia sorella ignora tale ordine ed entra. Sollevo solo leggermente il capo e la guardo prima di tornare con la testa sotto il trapuntone del letto della mia cameretta nella casa di famiglia. Ieri sera mi sono fatta portare qui perché non mi andava di rimanere da sola nel mio appartamento.
<< Ciao, ti ho portato il caffè, e i biscotti d’avena e gocce di cioccolato! Non fatti da me, giuro! >> Interviene per cercare di tirarmi su il morale. Esco dal mio giaciglio e mi metto seduta.
<< Buongiorno. Ne deduco che papà ti abbia aggiornata. >> Annuisce, mentre afferro un biscotto.
<< Proprio su tutto? >> Le chiedo, ponendo l’accento sull’ultimo termine.
<< Intendi riguardo le tue attività con Ferdinando? Sì, mi ha detto anche quello. >> Specifica.
<< Ho sabotato tutto. >> Constato con amarezza. Maria si mette comoda sedendo sul letto con le mani sotto le cosce.
<< Magari in cuor tuo sentivi di non essere pronta per buttarti in un’altra relazione? >> Ipotizza.
<< Dopo tutto hai chiuso un fidanzamento solo tre mesi fa, poi c’è stata la storia con Alec che si è rivelato una totale delusione come persona… Forse era troppo presto per un’altra cosa seria? >> Aggiunge, scostandomi una ciocca di capelli da dinanzi il viso.
<< E allora perché mi sento così vuota? Come se mi ritrovassi improvvisamente senza futuro? >> Le domando.
<< Quello è il senso di colpa. Hai agito così per ferirlo, come lui aveva fatto con te deludendoti con il segreto che condivideva con me, ma non ti aspettavi che si sarebbe dileguato… >> Riassume. Sprofondo sul letto coprendomi anche la testa.
<< Cosa darei per averlo qui e potergli dire che mi dispiace. >> Affermo, dopo essermi scoperta il viso.
<< Hai provato a chiamarlo, o a scrivergli? >> Mi domanda. Scuoto il capo.
<< No. Devo imparare ad agire in modo meno precipitoso… Gonzalo si è allontanato da tutti, me compresa, e devo rispettare tale scelta! Sarà lui a farsi vivo. >> Rispondo.
<< Sei maturata più in una notte di quanto io potrò mai farlo in tutta la vita. Grazie per avermi perdonata! >> Esclama, travolgendomi un abbraccio.
<< Con il senno di poi avrei voluto farlo così velocemente anche con Gonzalo. >> Mi rammarico. Chissà quando si farà vivo con me!
<< L’amore romantico è un po’ diverso dal rapporto con una sorella… e molto più complicato, molto spesso orgoglioso. >> Osserva Maria.
<< Ma stai per uscire? >> Le domando, cambiando argomento, notando il suo abbigliamento.
<< Sì. Porto Tommy a fare colazione al bar, e poi ci serve uno zainetto nuovo per il nuovo asilo! >> Annuncia.
<< Quindi è ufficiale? Rimani a Bogotà? >> Le domando. Annuisce e ci abbracciamo.
<< È la cosa giusta da fare, così anche Marcus potrà costruire un rapporto con Tommy. A tal proposito, ci saranno anche lui e la mamma alla colazione. >> Mi annuncia.
<< Sebastian non viene? >> Le domando.
<< Non lo so se Marcus lo abbia inviato… è stato lui a chiedere se potessimo fare colazione tutti insieme, voleva passare del tempo con Tommy. >> Mi spiega. Leggo nei suoi occhi che spera nella presenza di Sebastian!
<< Il piccolo come chiama Marcus, non sapendo che è suo nonno? “Signor Marcus”? >> Le chiedo.
<< Solo Marcus! Credo che la presentazione ufficiale di Sebastian come padre di Tommy, e di Marcus come nonno, sarà uno degli argomenti che affronteremo a colazione. >> Mi narra.
<< Hai dimenticato Helena come nonna…. Anche se la cosa non ci fa impazzire di gioia, quella donna è la nonna di Tommy! >> Le faccio notare. Ridacchio per la smorfia che fa.
<< Dio, quanto detesto quella tipa. E ha il coraggio di parlare così male di me, non che lei si sia comportata meglio nella sua vita. Ad ogni modo, andrebbe peggio a te: quella lì diverrebbe tua suocera, qualora ti fidanzassi con Gonzalo! Vi immagino a Natale a ridere della rissa in piscina di ieri! >> Esclama. Scoppiamo entrambe a ridere.
<< Tranquilla: non corro il rischio che diventi mia suocera! Magari però a te piacerebbe? >> Azzardo, sollevando un sopracciglio. Maria diventa paonazza.
<< Cosa? Fare una rissa in piscina con lei? >> Mi domanda facendo la finta tonta. L’argomento viene interrotto da un richiamo verbale di mio nipote che non vede l’ora di uscire.
<< Devo scappare, passa una buona giornata! >> Taglia corto, alzandosi.
<< SEI SEMPRE STATA BRAVA A SCAPPARE DALLE CONVERSAZIONI QUANDO PER TE SI FACEVANO SCOMODE! >> Le urlo dietro con divertimento mentre percorre il corridoio.
 
 
 
[Daniele]
 Mi gratto il capo, sconvolto, con la testa piegata sulla scrivania alla fine del resoconto disastroso riguardo la situazione in azienda appena presentato da mio figlio e dalla sua fidanzata.
<< Non posso crederci. >> Commenta Marcella, incredula.
<< Mi dispiace aver tenuto questa cosa per me. >> Interviene mestamente Silvia.
<< Bhe, tu sei qui a raccontarcelo, no? Quindi ti sei pentita. >> Rispondo, amareggiato di scoprire questo lato della mia nuova figlia! Isabella ha tenuto segreta questa cosa anche dopo aver scoperto di essere una Valencia e che quindi, prima o poi, sarebbe entrata in possesso della sua quota! Più prima che poi dato che sto preparando le carte per tale scopo, parallelamente a quelle del riconoscimento!
<< Faccio preparare le auto? >> Mi domanda Patrizia.
<< No, andiamo in bicicletta… TU COSA DICI?! >> Sbotto. Patrizia sospira infastidita prima di affacciarsi fuori dallo studio e dare disposizioni a Rhonda.
<< Telefono ad Armando, e gli dico di avvisare anche Calderon, qualora fosse in questo emisfero, e sua sorella. >> Annuncio, afferrando il mio smartphone.
<< Deve esserci anche quella? >> Interviene mia moglie.
<< Dato che è una Mendoza e quindi detentrice di una quota, sì! E POI NON MI SEMBRA IL MOMENTO PER CERTE SCENATE DI GELOSIA! Pensa a chiamare Giulia, piuttosto! >> Esclamo esacerbato. Sempre che non abbia dato la sua quota a quel poveraccio ripulito del marito.
<< Mi raccomando: durante la riunione non dovete fare accenno alla storia della Terramoda, chiaro? Non si deve sapere che tu e Silvia ne siete al corrente! >> Esclamo, rivolgendomi a tutti e poi a Giulio.
<< Perché, Daniele? Sarebbe un esempio calzante per sottolineare l’inettitudine dei Mendoza nella gestione dell’azienda! >> Protesta Patrizia. Come se potesse essere un presidente migliore di Armando o Diego, con i suoi sei semestri di finanza!
<< Perché sì. La tensione sarà già alle stelle e non mi sembra il caso di alzarla ulteriormente. >> Rispondo. E poi perché rischio che Armando riferisca a mia moglie che l’ho tradita con una sua amica, che avevo scambiato per Camilla!
 
 
 
[Armando]
Stiamo consumando la colazione a base di avena, yogurt greco, e altre cose dietetiche che mi tocca mangiare, quando sentiamo il telefono squillare. La giornata comincia male! Dato che suona solo per brevi istanti ne deduciamo che abbia risposto Natalia. Ne abbiamo la conferma quando entra in cucina reggendo l’apparecchio.
<< Il dottor Valencia. >> Annuncia. Sbuffo, afferrando l’apparecchio.
<< Buongiorno! Qual buon vento ti spinge ad allietare la mia colazione? >> Ironizzo.
<< Nessun buongiorno e nessun buon vento. E smettila di parlare come Freddy Contreras! >> Mi redarguisce. Il buongiorno si vede dal mattino!
<< Che succede? >> Gli chiedo, iniziano a preoccuparmi. Daniele è raramente di buon umore ma stamattina sta battendo ogni record!
<< Dì a tua moglie, a tua sorella e a Calderon che ci troviamo in azienda! >> Esclama.
<< Avevo già in programma di passare. >> Spiego.
<< Meglio così. A dopo. >> Taglia corto ponendo bruscamente fine alla telefonata.
<< Armando? Tutto ok? >> Mi domanda Betty. Scuoto il capo.
<< Era Daniele. Ed era nero di rabbia. >> Introduco.
<< Quando mai non lo è? Sarà per quello che gli avete detto ieri! >> Ipotizza Betty.
<< No. Mi ha chiesto di avvisare Camilla e Mario, e di vederci tutti in azienda. Ecco, Mario mi ha risposto subito: ha scritto che ha preso un volo di rientro stanotte e che ha solo accompagnato sua nipote. >> Spiego a mia moglie.
<< Cosa credi sia successo? >> Mi domanda.
<< Niente di buono! >> Esclamo.
 
 
 
[Maria]
<< Due cioccolate, con tanta panna! >> Esclama il mio piccolino, mentre lo tengo per mano e stiamo raggiungendo il bar.
<< Due, addirittura? E a quali gusti? >> Gli chiedo divertita. Chiaramente non può mangiare due cioccolate calde con la panna a colazione!
<< Una alla cioccolata, e l’altra alla banana! >> Mi spiega. Scuoto il capo divertita mentre accedo al bar in questione. Il mio cuore perde un battito quando lo vedo seduto ad un tavolino: quindi Marcus lo ha invitato. Ma perché io e mia sorella abbiamo questo talento nell’innamorarci dei tipi sbagliati? Cos’hanno di tanto affascinante questi fratelli Torres?! Non so cosa ci sia di affascinante in Gonzalo e non mi interessa… Ma cosa c’è di bello in Seba lo sto osservando ora con i miei occhi, ammirando il suo braccio dall’aria avvolgente coperto dalla camicia attillata (accidenti a lui, ma non possiede camicie di una taglia più grande?), e lo ricordo bene anche a livello biblico cos’ha di bello!
<< Mamma! >> Mi richiama alla realtà mio figlio, tirandomi per la manica del soprabito. Sebastian nota la nostra presenza e si alza venendoci incontro.
<< Ok, fammi sapere se il cliente accetta… Ci sentiamo più tardi! >> Lo sento dire all’auricolare wireless dentro cui stava parlando, prima di porre fine alla telefonata. Sebastian si inginocchia e saluta il piccolo.
<< Buongiorno. >> Lo saluto.
<< Buongiorno. Come ti senti? >> Mi domanda.
<< Molto meglio, grazie. I nostri genitori? >> Domando.
<< Sono un po’ in ritardo, nel frattempo ho preso possesso di un tavolo, ci accomodiamo? >> Propone. Annuisco e raggiungiamo il tavolo mentre Tommy comincia a spiegare anche a lui la colazione pantagruelica che vuole fare.
 
 
 
[Giulia]
Massimiliano abbraccia a turno i suoi familiari, poco prima del check- in. Auguriamo loro buon viaggio.
<< Un’ultima cosa. C’è qualcosa che vorrei annunciare! >> Interviene Massi. Io so già di cosa si tratta, poiché me ne ha parlato stamattina prima della loro visita.
<< Dopo la gravidanza e il matrimonio cosa manca da annunciare? >> Obietta con sarcasmo Sara.
<< I nomi dei testimoni! Io posso dirvi il mio. Qualora il prescelto volesse, si chiamerà Marco! >> Annuncia Massimiliano. Suo fratello sorride prima di abbracciarlo.
<< È ovvio che accetto! E non mi dispiacerà dover tornare qui spesso, nei prossimi mesi! >> Accetta con entusiasmo mio cognato, prima di abbracciare anche me.
<< Tu hai scelto chi ti farà da testimone? >> Mi domanda Sara.
<< Ci sto pensando! >> Rispondo, prima che riprendano i saluti finali. Li salutiamo un’ultima volta prima che ci voltino le spalle.
<< Tuo fratello era commosso. >> Osservo.
<< L’ho notato. Non poteva non essere lui il mio testimone, visto che si è categoricamente schierato dalla nostra parte, litigando con la mamma! >> Spiega mentre, mano nella mano, raggiungiamo l’uscita.
<< Lo hai deciso stanotte dopo il vostro scambio di vocali sui fatti di ieri sera in albergo, vero? >> Gli domando. In quei vocali Marco era arrabbiatissimo e non posso credere che abbia minacciato di rimanere qui.
<< Sì amore mio. Sento un telefono vibrare, forse è il tuo? >> Mi fa notare. Lo estraggo dalla borsetta e accetto la comunicazione con mia madre.
<< Mamy, dimmi! >> Esordisco.
<< Quando passi a lasciare Massimiliano in azienda riesci a rimanere? Ti aspettiamo tutti in sala del consiglio… tuo padre sta avvisando Armando. >> Mi prega.
<< Cosa succede mamma? >> Le domando. Ha chiaramente un tono preoccupato.
<< Te lo spiego dopo. >> Taglia corto ponendo fine alla comunicazione senza il tradizionale “bacetto”!
<< Qualcosa non va? >> Mi domanda il mio fidanzato.
<< Devo fermarmi in azienda per una riunione, a cui parteciperanno tutti… I miei, le mie zie, i Mendoza… Non so cosa sia successo! >> Spiego.
 
 
[Helena]
Quelle due ragazzine e sua madre mi stanno rovinando l’esistenza e stanno facendo la medesima cosa con i miei figli! Certo, io ho mentito a mio marito, ma l’ho fatto per paura di separarmi dall’uomo che ho sempre amato, invece la secondogenita di quella è solo una sgualdrina che ha cercato, riuscendoci, di separare mio figlio da Kelly, provocando anche il suo aborto, dato che la mia mancata nuora era sconvolta perché aveva trovato il suo make-up sulla camicia di mio figlio! Per non parlare della sorella maggiore, che ha pure rovinato il matrimonio del mio primogenito. Di sicuro quella non è innamorata di mio figlio, non ci tiene minimamente a lui, o non lo avrebbe sconvolto tanto da costrigerlo ad abbandonare Bogotà. Come se questo non fosse abbastanza ieri la biondina sgualdrina mi ha anche fatto fare una figura di merda con quello scontro terminato con un tuffo in piscina! La cosa che più mi fa arrabbiare è la reazione di mio marito che ormai è totalmente perso per quelle tre rovina famiglie!
 
 
Ero ancora choccata per molteplici motivi: perché mio figlio si era dileguato, perché non mi aveva neanche scritto una lettera, e perché per colpa di quella avevo fatto una figura di merda davanti a tutti. Seguitavo a tamponarmi i capelli con un asciugamano, nascosta nel bagno perché la principessa sul pisello si era impossessata dello spogliatoio femminile, facendosi consolare dal suo ex! Che sgualdrina! Tentavo di ricacciare dentro le lacrime quando entrò in bagno mio marito, con un altro asciugamano pulito, sempre seguito da quella!
<< Ti marca stretto, vedo! Di cosa ha paura? >> Li provocai. Quella scosse il capo con una smorfia sul volto.
<< È così che ripaghi la gentilezza di averti estratta dalla piscina? >> Mi fece pesare mio marito.
<< Non penso che sarei morta affogata, tranquillo! >> Ribattei.
<< Affogata no, sola sì! >> Sputò velenoso mio marito. Deglutii.
<< Sei proprio una stronza ingrata. Ad ogni modo non devo avere paura di niente, perché dubito che qualcun altro potrà separarci. Ci sposeremo e vivremo felici! Io ti aspetto fuori, se rimango qui la strozzo! >> Ribatté quella troia, rivolgendosi sul finale della frase a mio marito.
<< STRONZA INGRATA?! >> Mi inalberai, scaraventando l’asciugamano in terra e procedendo verso di lei. Quella mi imitò, venendomi incontro senza timore, e ci ritrovammo faccia a faccia.
<< Sei pure sorda? Sì, ho detto stronza ingrata! Nel caso non lo avessi notato, nessuno si è prodigato per aiutarti ad uscire dalla piscina, e staresti ancora annaspando verso la scaletta se non fosse per Marcus! E ti permetti pure di rinfacciargli il suo aiuto, come se fosse stato costretto a dartelo! >> Mi redarguì quella lì.
<< Non temere Helena: la prossima volta ti lascerò a mollo! Andiamocene, prima che perda definitivamente la pazienza. >> Cercò di tagliare la corda mio marito prendendo per mano quella specie di barbie animalier!
<< Io voglio sapere dov’è mio figlio! >> Sentenziai. Non poteva negarmi di saperlo!
<< Leggi le mie labbra: n-o-n l-o s-o! >> Sillabò, come se fossi une menomata mentale.
<< È colpa di tua figlia se è andato via, vero? >> L’accusai, rivolgendomi a quella.
<< Come se, scoprire che la madre è una cospiratrice bugiarda, non l’abbia destabilizzato! >> Mi scaricò la colpa, però senza difendere la figlia dalla mia accusa.
<< Bhe, sono in buona compagnia in questo club, dato che tua figlia Maria non è certo una novellina in fatto di macchinazioni e bugie. >> Risposi a tono.
<< DEVI SMETTERLA DI PARLARE COSì DELLE MIE FIGLIE! >> Trillò quella. Mi massaggiai l’orecchio profondamente offeso dai suoi decibel.
<< Complimenti per la classe! Il fatto che tu vesta indossando finte pelli di chissà qualche animale, non implica che tu debba urlare come un macaco, te lo hanno mai detto? >> Ribattei.
<< Helena… quando penso che tu non possa più cadere più in basso, puntualmente avviene. Te ne stai qui, tutta preoccupata per la figura fatta dinanzi ai consuoceri (che poi il bordello accaduto è stato causato da te) e parlando male della madre di tuo nipote… Ti ricordi sì che esiste in bambino, con il DNA di Seba nelle vene? UN NIPOTE DI CUI NON TI FREGA NIENTE! E HAI ANCHE IL CORAGGIO DI RECITARE LA PARTE DELLA MADRE PREOCCUPATA! >> Mi accusò Marcus.
<< IO SONO PREOCCUPATA! IL MATRIMONIO DI NOSTRO FIGLIO È NAUFRAGATO, E LA CAUSA È QUEL BAMBINO, QUINDI SCUSA TANTO SE NON RIESCO A FARMI ANDARE A GENIO LA SUA PRESENZA! >> Strillai. Rimasi di sasso quando venni colpita dalla mano ingioiellata di quella troia.
<< Passi che insulti me, tanto vali meno di zero, sei un mero granello di sabbia nel vasto panorama della mia vita. Passi che parli male delle mie figlie: posso fare lo sforzo di non saltarti al collo. Ma un’altra parola sgarbata su mio nipote e ti prendo di peso per ributtarti da dove ti abbiamo pescata poco fa, stavolta legandoti una palla di piombo alla caviglia! >> Digrignò tra i denti quella troia, prima di andarsene sbattendo la porta. Marcus sospirò scuotendo la testa.
<< Io sono senza parole, davvero. >> Commentò arcigno.
<< Tu vai a troie per una vita, ti rimetti con la tua ex, le di cui figlie la maggiore ha distrutto il matrimonio di Seba, e l’altra ha costretto Lalo a partire, e dovrei anche trattare lei e la sua famiglia con i guanti di velluto? >> Ribattei.
<< Sei ridicola, Helena! Sottolineo quello che ho detto prima: di questo passo morirai da sola! Quanto all’essere andato a troie, ironicamente, le malattie peggiori circolavano tra le mura di casa mia, ovvero tutte le tue mentali da cui sei afflitta, per cui non esistono creme e lavande! Stammi bene e, possibilmente, a mai più! >> Sputò prima di uscire dal bagno. Afferrai la scatola delle veline scagliandola contro la porta quando ormai se l’era richiusa alle spalle, permettendo alle lacrime di fuori uscire dai miei occhi.
 
 << Signora, ne è certa? >> Mi domanda il mio avvocato, richiamandomi alla realtà.
<< Certissima, avvocato. Non firmerò alcun divorzio! Ho cambiato idea! >> Affermo perentoria. Marcus vuole il gioco pesante, e lo avrà! Toglierò da viso di quella troia quel sorriso felice!
<< Se è così, avviserò subito la controparte di questo cambio di rotta. Ma, mi permetta, posso capire il suo stato d’animo, immagino che ipotizzare che il proprio marito sposi un’altra non sia semplice… Ma non crede che un giorno anche lei potrebbe rifarsi una vita? Eravamo vicini ad un accordo, dovrebbe ricominciare tutte le pratiche! >> Cerca di dissuadermi l’avvocatessa.
<< È un avvocato divorzista, o una terapista? Le ho detto che non voglio più il divorzio. Con permesso, le auguro buona giornata! >> Le auguro, togliendo il disturbo poiché ho un altro appuntamento importante.
 
 
 
[Sebastian]
<< E poi anche un succo di frutta, e poi anche tre biscotti al cioccolato quelli con il buco e la marmellata in mezzo, posso? >> Ordina il piccoletto ad una cameriera al quanto divertita. Ma veramente riuscirebbe a mangiare tutto? Quando chiede “posso” guarda prima sua madre e poi anche a me, come se volesse chiedermi il permesso. Sorrido. Maria ed io ci scambiamo uno sguardo.
<< Facciamo che scegli se prendere la brioche, o i tre occhio di bue al cioccolato? >> Interviene Maria.
<< Ok. Allora la brioche. >> Sceglie Tommy, abbastanza controvoglia.
<< Ok, per voi? >> Ci domanda la ragazza.
<< Per me un caffè d’orzo e una brioche alla marmellata di frutti rossi, se c’è. >> Ordino.
<< Per me un caffè americano e un bicchiere d’acqua. Grazie. >> Ordino.
<< Perfetto. Comunque avete un bambino adorabile! >> Si complimenta la cameriera prima di allontanarsi. Rispondiamo con un sorriso imbarazzato.
<< Hai saputo di tuo fratello? >> Rompe il ghiaccio Maria. Scuoto la testa arricciando le labbra.
<< Che ha combinato ancora? >> Le domando.
<< Ha lasciato la città e non sappiamo dove sia. Ha lasciato al portiere una busta contenente le chiavi, e delle deleghe per occuparsi dei suoi affari. >> Spiega brevemente.
<< Ok, quindi prima ci mente e ci prende in giro, ed ora scappa, e dovremmo preoccuparsi dei suoi affari e dei suoi dipendenti? Ma quando crescerà? >> Commento velenoso.
<< Aveva bisogno di allontanarsi… Gonzalo ha scritto una lettera bellissima a Paola! È molto innamorato di lei. Era una lettera bellissima anche nell’aspetto, oltre che nel contenuto, prima che tua madre la strappasse. Sai che ieri al circolo sono finite in piscina? >> Mi informa. Scoppio a ridere e poco dopo anche lei mi imita.
<< Cosa mi sono perso ieri! >> Esclamo.
<< Gonzalo è il nuovo finanzato della zia? >> Domanda il piccoletto.
<< Fidanzato si dice. E no, piccoletto. È mio fratello. >> Rispondo.
<< Quindi è mio zio? Ma come fa mio zio a scrivere lettere d’amore a mia zia? >> Domanda confuso il bambino. Maria ed io ci scambiamo uno sguardo quindi sposto la mia sedia accanto a lui.
<< E tu come fai a dire che mio fratello è tuo zio? >> Gli domando.
<< Perché tu sei il mio papà! Paola è mia zia ed è la sorella della mamma, quindi il fratello del mio papà è mio zio. >> Risponde. Non fa una piega! Sento il cuore scoppiarmi nel petto e devo deglutire per non mettermi a piangere! Gli accarezzo la testa e noto che Maria non possiede il mio aplomb, dato che si è commossa! O forse si sente in colpa per aver rimandato tanto questo momento!
<< Buongiorno. >> Sento dire alle mie spalle da mio cognato. Il mio cuore perde definitivamente un battito quando incrocio, dopo svariato temo, lo sguardo della donna che mi ha fatto innamorare! Mi alzo in piedi.
<< Buongiorno. Ciao Angie. >> La saluto, dopo aver salutato Vasco e la sua ragazza.
<< Ciao Seba. Ti ricordi di Lupe Herrera, la fidanzata di Vasco? >> Mi saluta mia moglie. Stringo la mano alla ragazza dedicandole un flebile “come va?” non potendo staccare gli occhi da quelli di mia moglie, che distrae lo sguardo e incrocia le braccia al petto, un evidente segno di chiusura!
<< Sembravate divertirvi a questo tavolo. >> Commenta mio cognato a mo’ di frecciatina. Ci avrà visto ridere, e chissà che cosa ha pensato!
<< Tommy è molto buffo. >> Risponde Maria.
<< Io sono Tommy. Voi siete amici del mio papà e della mia mamma? >> Domanda il piccoletto. Mi mordo le labbra osservando la reazione di mia moglie.
<< Disgraziatamente, sì. >> Borbotta Vasco.
<< Sì, piccolo. È molto carino il tuo zainetto. >> Commenta Angie, inginocchiandosi dinanzi al piccolo.
<< Grazie. Me lo ha regalato il nonno Osvaldo perché vado all’asilo nuovo! Siamo stati a comprarlo prima insieme ma poi lui è andato al lavoro. >> Spiega il bambino.
<< Ma l’asilo qui a Bogotà? >> Domanda con leggero sconvolgimento Angelina. Il bambino annuisce.
<< Ti potrei parlare in privato? >> Le domando sotto voce, tentando di afferrarle il braccio ma si sottrare al contatto. Si allontana leggermente e lo interpreto come un invito a seguirla.
<< Noi ti aspettiamo al bancone. Tommy, signorina.>> Saluta gentilmente Vasco.
<< Buona giornata. >> Saluta Maria.
<< Ti chiama già papà. >> Commenta Angie, quando restiamo da soli.
<< Mi ha chiamato così per la prima volta poco fa. Prima ancora che gli dicessi chi sono in realtà… È sveglio. >> Le spiego.
<< È vero che ha dei tratti della tua famiglia. Sembrate una famigliola felice. >> Commenta per poi scuotere la testa incredula. Le poso le mani sulle spalle e non ha il tempo di sottrarsi a questo contatto improvviso.
<< Angie, io amo solo te! Stiamo aspettando l’arrivo di mio madre e Mariapaola, che sono in ritardo, tutto qui! >> Le spiego.
<< Eravate molto a vostro agio prima ridendo insieme. >> Osserva.
<< Ridevamo per quello che è successo ieri al circolo tra mia madre e Paola. >> Le spiego, sperando che mi creda, anche se capisco che al momento la mia credibilità sia pari allo zero!
<< Io come posso rimediare, e farti capire che ti amo ancora, se non me né dai la possibilità? Accetta un mio invito a cena stasera, vorrei dimostrarti che… >> Cerco di invitarla.
<< Ok. Vengo a cena con te. >> Mi interrompe, cogliendomi completamente di sorpresa.
<< Chiamami per i dettagli. Buona giornata. >> Mi saluta lasciandomi lì. Non riesco a mascherare un sorriso.
<< Io non sono d’accordo con mia sorella, ma non posso costringerla ad odiare suo marito, nonostante sia un bastardo! >> Esclama Vasco alle mie spalle. Mi volto.
<< Cerco di farmi perdonare, amo ancora Angie! >> Cerco di giustificarmi.
<< Come dicevo, mia sorella è adulta e vaccinata per tanto fa quello che vuole. Ma non credere di poter ritrovare la mia stima, quella di mio padre o delle mie sorelle! Per quanto ci riguarda, tu sei al pari di quel pezzo di merda di Samuel, considerando che Maria post amplesso si è fatta pagare esattamente come quella escort! >> Sbotta. Sento un brivido percorrermi la schiena e serro la mascella, cercando di cacciare dalla mia mente l’istinto di sbatterlo contro il muro per come ha apostrofato Maria. Anche se la cosa non dovrebbe neanche importarmi!
 
 
 
[David]
Camilla si massaggia il collo mentre attendiamo l’arrivo dell’ascensore al piano interrato, dove si trova il parcheggio. E’ molto tesa! L’abbraccio da dietro posando un bacio sulla sua guancia coperta da un velo di blush.
<< Questa sera massaggio, ok? >> Le propongo. Volta leggermente il capo e ci baciamo. Le sue labbra tese in un sorriso mescolate alle mie sono l’unica cosa bella della giornata!
<< Ehilà, non avete una casa? Non vorrete concepire il terzo nipote della stirpe Valencia qui nel parcheggio, mi auguro! >> Ironizza Michael, arrivandoci alle spalle con il suo ragazzo.
<< Spiritoso! Beato che hai voglia di scherzare! >> Lo canzono, prima che comincino i “buongiorno” di rito.
<< Comunque eravate molto carini. Immagini felici ci vogliono visti i tempi! Sei riuscita a riposare? >> Domanda Cèsar alla mia fidanzata.
<< Un po’ sì. Ad un certo punto sono crollata per forza di cose. I miei fratelli sapete se sono arrivati? >> Ci domanda.
<< Ci sono le loro auto là in fondo. Io ho pensato a tutta la notte a come potremmo fare per rimediare a quello che è successo! Dobbiamo inventarci qualcosa per recuperare la fiducia dei clienti e riscattare la nostra reputazione. >> Interviene Cèsar, mentre siamo tutti e quatto nel tram a muro.
<< Ci penseremo. Ora, come prima cosa, dobbiamo studiare la situazione finanziaria dopo questa collezione da cui non abbiamo tratto alcun utile! >> Intervengo. L’ascensore arriva al piano e, come sempre, la prima cosa che vediamo è la banda intenta a spettegolare!
<< Ma secondo voi cos’ha? >> Domanda Sandra a Berta, facendo un cenno verso Isabella che se ne sta in disparte alla sua scrivania, scribacchiando con il morale sotto le scarpe. Lancio uno sguardo a Camilla la quale non sembra turbata da questa immagine ma io so che non è così. Mia sorella si è ritrovata nella posizione di decidere se proteggere un segreto del suo fidanzato deludendo altri suoi cari, oppure no, e non dev’essere facile!
<< Ma che ne so. Sarà per i malumori di venerdì sera? Secondo voi cos’è successo e perché la dottoressa Camilla era così furiosa? >> Domanda di rimando Berta al resto del gruppetto.
<< Buongiorno. >> Tuona Camilla, in concomitanza con un colpo di tosse di Michael, finalizzato a richiamare l’attenzione.
<< B-buongiorno dottori! >> Esclamano coralmente e imbarazzate le segretarie. Isabella si alza quando ci nota.
<< I miei fratelli, Ugo e Roberta? >> Domanda la mia fidanzata che stamattina trafigge tutti con il suo sguardo laser.
<< I dottori e la dottoressa Mora sono in sala del consiglio, mentre Lombardi è in atelier, ha chiesto una tisana e ha detto che non vuole essere disturbato fino alla riunione, senza eccezioni. >> Spiega Annamaria.
<< Bhe, lo faccia chiamare, la riunione comincia adesso. >> Afferma perentoria la mia ragazza. Cèsar, Michael ed io ci scambiamo sguardi eloquenti. Camilla è la prima della fila ad avviarsi verso la sala riunioni dove vi entra senza degnare Isabella di uno sguardo. Mia sorella ci resta malissimo così le dedico un debole sorriso che viene ricambiato.
 
 
 
 
[Maria]
È stralunato da quando è tornato al tavolo, e vorrei tanto essere io la “responsabile” del sorriso che sfoggia!
<< Ti ha messo di buon umore quell’incontro. >> Rompo il ghiaccio. Ma dove diavolo sono finiti mia madre e Marcus?
<< Come, scusa? >> Mi domanda, riemergendo dai suoi pensieri.
<< Sei più allegro, dicevo. >> Ripeto. Ma perché poi introduco il discorso? Sono proprio masochista!
<< Bhe, sì. Angelina ha accettato di uscire a cena con me. >> Mi racconta.
<< Bene, no? Così farete pace e non mi sentirò più in colpa. Provo a chiamare mia madre, stai tu qui con Tommy? >> Rispondo, per poi cercare una scusa per allontanarmi di lì. Traggo un respiro profondo per calmarmi prima di estrarre il mio smartphone per chiamare mia sorella.
<< Maria! >> Esclama a mo’ di saluto.
<< Ok, hai ragione, contenta? >> Esordisco.
<< È sempre piacevole sentire questa frase, ma se mi spiegassi a proposito di cosa, te ne sarei grata! >> Risponde.
<< Su Sebastian! Mi piace! >> Ammetto. Dirlo a voce alta mi fa sentire meglio e peggio nello stesso momento, perché è sposato e ho già rovinato il suo matrimonio!
<< Paola? Sei ancora lì? >> Le chiedo, non udendo risposta.
<< Sì, stavo solo pensando che tutta questa situazione sembra una barzelletta. La mamma e Marcus da giovani commettono degli errori e si separano, lui sposa un’altra e lei parte. Trent’anni dopo circa tu fai un figlio con il figlio di Marcus, che però è sposato con un’altra. Anni dopo la mamma e Marcus tornano insieme e noi ci prendiamo due belle cotte per i loro figli, che sono diventati i nostri fratelli acquisiti, ma uno di loro parte, reiterando al contrario la storia dei nostri genitori. Uno strizzacervelli ci farebbe uno sconto comitiva! >> Riassume. Effettivamente c’è dell’assurdo in tutto ciò.
<< Poco fa abbiamo incontrato sua moglie e ha accettato il suo invito a cena. Non ho altra scelta se non quella di starmene buona buona, e soffrire in silenzio, finché questa cosa che sento non se ne andrà! >> Constato.
<< Te lo auguro, sorellina. Siamo accumunate dallo stesso destino: quello di non fare niente. Io non devo cercare Gonzalo, e tu non devi farlo con Seba. >> Osserva.
<< Sai che prima lo ha chiamato papà? Ha già capito tutto. >> Le narro, sorridendo da sola come una cretina.
<< È troppo intelligente. Ha preso tutto dalla zia! >> Ironizza, strappandomi un sorriso.
<< Ti lascio e provo a sentire che fine hanno fatto la mamma e Marcus. Bacio. >> La saluto.
<< Bacio. Stai tranquilla e comportati normalmente, limitati a parlargli il meno possibile. >> Mi consiglia. Trasalgo quando sento una mano sulla spalla.
<< Saba, mi hai fatto paura. Ok, ci sentiamo dopo. >> Intervengo, prima rivolgendomi a lui e poi a mia sorella.
<< Mio padre e tua madre sono arrivati, sono entrati dalla porta sull’altro lato. >> Mi informa. Pongo fine alla telefonata con mia sorella e lo seguo all’interno del bar.
 
 
 
[Roberta]
Ci siamo riuniti qui abbastanza presto per aspettare insieme il resto del consiglio amministrativo e trovare una via d’uscita, che non sembra esserci! Il piano della denuncia è improponibile, perché significherebbe mentire alla polizia e finiremmo in guai ben più seri se alla fine scoprissero che l’azienda che abbiamo denunciato in realtà non è mai esistita e che abbiamo comprato quelle stoffe al mercato nero! Il confronto è finito e attendiamo in silenzio l’arrivo degli altri. Lorenzo mi stringe la mano sotto al tavolo. L’assenza di rumori dura poco poiché la porta della sala del consiglio viene spalancata bruscamente da Camilla. Deglutisco cercando in lei in cenno, uno sguardo verso di me, ma nulla.
<< Buongiorno. >> Saluta atona e abbastanza infastidita, seguita e ruota da mio fratello, da Michael e David.
<< Buongiorno. >> Rispondiamo coralmente. Poco dopo entra anche Lombardi che si siede senza proferire parola, avvolgendosi il collo con il suo boa di piume.
<< Questi sono i resoconti riguardo a tutti i resi che sono stati effettuati e i rimborsi eseguiti. >> Dà il via alla riunione il mio fidanzato, presentando tali documenti in imbarazzo.
<< Io non aprirò quella disgustosa cartellina, mi vengono i brividi! >> Borbotta Lombardi. Gli altri iniziano a studiarne il contenuto. Camilla si porta una mano alla bocca.
<< Voi vi rende conto vero che ci ritroviamo con i costi della collezione sulle spalle, senza aver veduto neanche un blazer? >> Interviene David. Io, Lorenzo e Diego ci scambiamo uno sguardo eloquente.
<< Sì. L’unica cosa che posso fare è chiedere scusa a tutti, cercavo un maggiore margine di profitto e ho combinato un disastro. >> Interviene Diego a un passo dal pianto. Magari suscitare la loro compassione potrebbe servire a qualcosa?
<< Non facciamoci prendere dal panico. Possiamo sempre sperare nel rimborso dell’assicurazione, una volta denunciati questi signori! >> Interviene Cèsar. Lorenzo ed io ci scambiamo uno sguardo ma nessuno fa in tempo a ribattere poiché le porta della sala del consiglio si spalancano lasciando me, Diego e Lorenzo di sasso. Il nostro lavoro all’Ecomoda è giunto al termine.
 
 
 
[Helena]
Agito convulsamente il piede mentre attendo in questa sala d’aspetto che puzza di sigaro. Per fortuna avevo dei fazzolettini da stendere su questa poltroncina prima di appoggiarvi il mio fondoschiena. Stare qui non mi fa impazzire, ma avevo bisogno di un investigatore sconosciuto da mio marito per fare quello che voglio fare. Questo tale ha delle recensioni positive, e un’ex poliziotto, ma diciamo che dovrebbe lavorare di più sul lato estetico e sulla presentazione! Mi alzo ed entro in ufficio decisamente più ordinato e pulito, quando una signora chiama il mio nome.
<< Signora Torres, molto piacere. Sono Valerio Alonso. Come la posso aiutare? Marito infedele? >> Mi domanda. Ma che cavolo! Mi tocco in testa preoccupata che mi siano spuntate delle belle corna muschiate.
<< Buongiorno. Ho anche quello, ma l’ho già beccato, ed è tornato con la sua ex, ma grazie! Mio figlio è partito ieri, o sabato, non so bene quando, senza comunicare la meta, ed io voglio sapere dove sia finito. >> Espongo.
<< Il motivo di questa partenza? >> Mi chiede.
<< Una delusione amorosa. E alcuni problemi sorti in famiglia. Sembra volesse allontanarsi per respirare! >> Spiego.
<< È partito dall’aeroporto di Bogotà? >> Mi domanda. Spero se la cavi meglio sul campo perché queste domande mi sembrano idiote!
<< Suppongo di sì. >> Rispondo. Probabilmente non ha fatto in tempo a prendere l’ultimo space shuttle!
<< Allora potrei cercare di risalire alle liste dei passeggeri dei voli partiti da Bogotà tra sabato e ieri. Per cortesia, avrei bisogno delle generalità di suo figlio, e possibilmente di una foto recente. >> Propone. Detto i dati di mio figlio mentre lui prende nota sul pc.
<< Mi pagherà quando le avrò fornito le informazioni su dove si trova suo figlio. >> Mi informa, sicuro di sé. Non ha chiesto anticipi, sembra onesto! Non lo avrei detto quando sono entrata qui!
 
 
 
[Marcus]
Parcheggio l’auto e raggiungiamo il bar mano nella mano. Serviranno tanti caffè per poter affrontare questa giornata, considerando quanto abbiamo dormito stanotte!
<< Pensi che Seba accetterà? >> mi chiede, mentre accediamo al locale.
<< Alla fine sì, ma si farà pregare. >> Rispondo. Il nostro nipotino ci corre incontro e si fionda tra le braccia di Mariapaola, che si inginocchia, urlando “nonna”.
<< Ciao, posso chiamarti nonno Marcus? >> Mi domanda, lasciandomi spiazzato. Mi metto al suo livello e deglutisco prima di alzare lo sguardo verso mio figlio che sorride.
<< Certo che puoi. Ed io posso chiamarti “amore mio”? >> Gli domando. Scuote il capo, mentre appoggia il sederino al mio ginocchio, sulla gamba che tengo ad angolo retto.
<< Solo la mamma mi chiama così. >> Spiega il piccolino.
<< Allora dovremmo inventarci un codice tutto nostro, ok? >> Gli domando. Annuisce prima di tornare al tavolo. Sebastian lo aiuta a rimettersi seduto sulla sedia.
<< Avevo capito che avremmo aspettato ancora. >> Interviene Mariapaola.
<< Ha capito tutto da solo. Prima mi ha definito “papà”! È molto intelligente, tant’è che era piuttosto confuso dal fatto che lo zio Gonzalo scrivesse lettere d’amore alla zia Paola! >> Spiega mio figlio. È davvero un bambino furbo! Tra qualche anno ci farà penare, temo!
<< Mia figlia? >> Domanda Mariapaola.
<< Ha detto che usciva per telefonarvi, per sapere dove foste. Vado a cercarla. >> Si offre Sebastian.
<< Sembra di buon umore! È in un mood positivo, magari accetterà senza riserve? >> Ipotizza la donna che amo.
<< O magari rovineremo il suo umore? >> Ribatto, un attimo prima di vedere i nostri figli rientrare.
<< Ciao Mamma, ciao Marcus, scusate però mi ha telefonato Paola. >> Spiega Maria. Ci salutiamo.
<< Come sta? >> Domanda Mariapaola.
<< Sotto un treno. Ma la conosci: non lo darebbe mai a vedere! >> Risponde Maria.
<< Immagino che stamattina sia uscita di casa truccata e vestita di tutto punto, come se fosse una giornata normale. >> Ipotizza Mariapaola.
<< Immagini bene. >> Conferma la sua primo genita, mentre ci accomodiamo. Una cameriera si avvicina a noi per prendere le nostre ordinazioni e la ringraziamo gentilmente. Scambio uno sguardo complice con Mariapaola, prima di prendere la parola con Sebastian. Quanto mi è mancata con lei questa complicità!
 
Il giorno prima aveva avuto luogo la cerimonia dei diplomi della classe di Helena e Mariapaola, le cui famiglie erano amici dei miei genitori, per tanto quella sera stava avendo luogo una festa unica per festeggiare le ragazze. La mia Mariapaola era bellissima nel suo abito da cocktail! La osservavo ridere spontaneamente, reggendo una fluite in mano, con alcune sue amiche. Mi sentii avvampare quando posò lo sguardo su di me e mi sorrise, come se si fosse resa conto che la stavo osservando. Deglutii, limitandomi ad un debole sorriso. Mariapaola venne raggiunta da Helena che la strappò a quel gruppetto per avvicinarsi a me, che nel frattempo venni raggiunto da mio fratello Nicolas. Helena mi scioccò un bacio su una guancia.
<< Ma ci credete che fra qualche mese cominceremo l’università? >> Intervenne tutta eccitata Helena.
<< Sarà difficile vivere una storia a distanza! >> Esclamò Nicolas.
<< Sì, molto difficile. >> Risposi, osservando Mariapaola, che distolse lo sguardo, senza farmi notare, prima di voltare lo sguardo solo in secondo luogo verso Helena.
<< Vado a chiedere ai miei quanto manca alla torta, amore. >> Annunciò Helena, e si allontanò, non prima di aver posato sulle mie labbra un bacio a stampo. Avrei voluto caccia a pedate da lì mio fratello, per rimanere da solo con lei, ma non sembrava intenzionato a levare le tende!
<< E tu sei felice di partire per l’università? >> Domandò alla donna che amavo in realtà e con cui avevo intenzione di ufficializzare la mia relazione.
<< Sì. Anche se sono un po’ spaventata, dopotutto sarà un’esperienza totalmente nuova. >> Rispose lei cordiale.
<< Non penso potrai avere problemi, eri brava al liceo. Ed inoltre non credo tu abbia difficoltà nel conquistare le persone! >> Esclamò mio fratello amichevole.
<< Scusatemi, vado alla toilette. >> Intervenne Mariapaola, lanciandomi un’occhiata inequivocabile. Il mio logorroico fratello continuò a parlare del più e del meno, non ascoltai bene cosa disse, poiché attendevo di sentire il mio cercapersone emettere il tipico “bip”. Il dispositivo suonò poco dopo, quindi lo estrassi dalla tasca.
<< È il lavoro. Devo richiamarli! >> Mentii.
<< Ma è possibile che ti chiamino sempre in momenti così strani? >> Protestò mio fratello. Effettivamente questa scusa del lavoro prima o poi sarebbe stata scoperta, ma tale bugia doveva reggere ancora per poco!
<< Che ci vuoi fare? Stiamo progettando un nuovo macchinario, e a volte ci sono dei problemi. E poi sono appena stato assunto, ho bisogno delle referenze del tirocinio per completare il master, quindi devo ubbidire a testa bassa. Vado a chiedere al direttore del circolo se posso usare il telefono del suo ufficio, perdonami! >> Mi congedai. Corsi velocemente verso l’ufficio del direttore, amico intimo di mio padre, ed entrai nel suo ufficio richiudendo furtivamente la porta alle mie spalle. Ero sicuro che nessuno sarebbe entrato qui con una festa in corso, il direttore dell’epoca del circolo tendeva ad alzare spesso il gomito alle feste e amava intrattenere gli ospiti! Lei era lì che mi aspettava: così come avevamo concordato con quello sguardo durato una manciata di secondi!
 
 
<< Figliolo, ci sarebbe qualcosa di cui vorrei parlarti. Non so se hai saputo che Gonzalo ha lasciato la città. >> Introduco.
<< Ah, sì, Maria mi ha aggiornato. Il mio fratellino si è nascosto per leccarsi le ferite o, più probabilmente, per vergognarsi! Come se potesse permettersi di fare la vittima per il fatto che Paola è stata con Ferdinando… con tutte le corna che lui ha messo alle sue ex ragazze! Roba da matti! >> Vomita, incazzato con suo fratello.
<< Io ho molte cose di cui occuparmi, speravo nel tuo aiuto per gestire anche il suo lavoro, e la nuova società che ha di recente fondato con Osvaldo. Anche perché non credo che Osvaldo apprezzerebbe il mio aiuto! >> Taglio corto, ignorando le sue battute al vetriolo, perché effettivamente non so come cercare di sedare l’odio che al momento nutre verso suo fratello.
<< Stai scherzando? Cioè lui abbandona il suo lavoro, e dovrei metterci una pezza io? >> Mi domanda accennando un sorriso incredulo.
<< Te ne prego. Io sono oberato con i miei affari… >> Cerco di convincerlo.
<< E allora trovarlo, e riportalo qui con la forza, se necessario. Non mi occuperò dei suoi affari perché lui è un ragazzino! E poi spererei di tornare presto a Medellin, possibilmente con mia moglie, non rimarrò in città per attendere che sua lesa maestà torni! >> Sentenzia, visibilmente infastidito.
 
 
[Daniele]
 L’autista ferma l’auto di fronte all’Ecomoda e scendiamo tutti e quattro. Nel contempo vediamo l’auto di Camilla prendere possesso di un parcheggio a lisca di pesce e lei scendere dalla sua vettura. Arrivano anche Giulio e Silvia a bordo dell’auto di quest’ultima.
<< Buongiorno. Cosa succede? >> Augura e domanda Camilla.
<< Buongiorno. >> Rispondiamo coralmente, senza troppo entusiasmo.
<< Tra poco lo scoprirai. Saliamo. >> Taglio corto. Wilson saluta tutti con un “buongiorno dottori e dottoresse” prima di aprire la porta dove mia moglie e Camilla si incastrano perché cercano di entrare insieme. Può andare peggio di così?
<< Stare un po’ più attenta no, vero? >> La redarguisce Camilla.
<< Stai attenta tu a quel che fai. C’ero prima io. >> La rimbrotta mia moglie. Sto sudando freddo! Già devo occuparmi dell’azienda di famiglia che rischia di nuovo di andare in malora, e le scenette di gelosia di mia moglie non mi ci vogliono! Maledizione a Camilla e al fascino che ha sempre avuto su di me! A rendermi ancora più nervoso è il viaggio in ascensore: lunghi minuti di pura agonia durante i quali temo che Camilla faccia cose tipo pestare un piede a mia moglie e che finiscano così per accapigliarsi. Giungiamo integri al secondo piano e mi sorprende trovare la banda di scansafatiche alle loro scrivanie.
<< Buongiorno. >> Ci salutano tutte coralmente, venendo da noi ricambiate.
<< Annamaria, convochi tutti i dirigenti in sala riunioni. >> Le ordino.
<< Sono già tutti riuniti, dottore. >> Ci spiega. Ci avviamo verso la sala del consiglio facendo tappa dinanzi alla scrivania di mia figlia che rimane sbalordita osservando alternativamente Silvia e poi Giulio. Infine abbassa lo sguardo.
<< Dopo la riunione, semmai conserverò integri l’udito e la sanità mentale, vorrei parlarti. >> Le pre annuncio. Annuisce.
<< Va bene papà. >> Risponde. Nei suoi occhi leggo pentimento e vergogna: non ha tenuto questo segreto per cattiveria ma per amore di Diego, e dovrei ricordarmelo dopo mentre le farò la lavata di capo che vorrei!
<< Ci vediamo dopo, amore. >> Interviene Silvia baciando a stampo mio figlio prima di allontanarsi. Nel frattempo veniamo raggiunti dai figli di Camilla.
 
 
 
[Diego]
 Non ero così teso e sull’orlo di una crisi di nervi neanche all’esame di guida o durante la discussione della tesi di laurea… Sono una corda di violino, mi sento come se tenessi tra le mani una bomba che potrebbe scoppiarmi in faccia da un momento all’altro.
David sta per replicare ma viene interrotto dall’apertura delle porte: la bomba mi è appena scoppiata in faccia. A fare il loro ingresso con un “buongiorno a tutti” sono i Valencia al completo, con il prossimo presidente, e mia zia con i miei cugini, in divisa poiché stavano lavorando al bar ed in magazzino. Mi allento il nodo della cravatta perché sento perfettamente che fatico a respirare!
<< Stai calmo, per cortesia. >> Mi sussurra mio fratello.<< Papà, non vi aspettavamo. >> Interviene David, mentre prendono tutti posto.
<< Mi spiegate cosa succede e cosa ci facciamo qui con questa urgenza? >> Domanda mia zia a tutti.
<< Lo so che non ci aspettavate. Tutto a tempo debito, Camilla. Prima di cominciare manca ancora qualcuno! >> Interviene Daniele che dal tono sembra abbastanza incazzato!
<< Stanno arrivando i nostri genitori? >> Domanda conferma mia sorella. I Valencia annuiscono.
<< Sì. E Mario Calderon. >> Aggiunge Marcella. Bene, ci saremo tutti! Guardo Giulio il quale sembra tutto fuorché turbato: avevamo ragione, Silvia gli ha spifferato tutto e lui lo ha detto a suo padre che ha riunito tutti questa mattina!
<< Scusate, io dovrei andare al bagno. >> Intervengo, ma vengo bloccato non appena sollevo il sedere dalla sedia: i miei genitori e Mario Calderon fanno il loro ingresso.
<< Temo che i tuoi bisogni dovranno attendere qualche minuito. Buongiorno, se mi fate il piacere di accomodarvi, vorrei cominciare! >> Esclama infastidito mio suocero.
<< Buongiorno eh, Daniele! Ti ha morso una tarantola stamattina? O semplicemente ti mancavamo? >> Lo canzona Calderon, mentre i miei genitori salutano tutti.
<< Credimi, Calderon, avrei fatto volentieri a meno di ritrovarmi qui stamattina per affrontare certi argomenti! >> Esclama Daniele quando tutti hanno preso posto.
<< Finalmente capiremo cosa succede, e perché da qualche giorno siete tutti così strani e tesi. >> Interviene mia madre.
<< Buongiorno a tutti! >> Esclama Giulia facendo il suo ingresso e completando il quadretto. Bacia sulla guancia i suoi genitori e si accomoda.
<< La famiglia di Massi è ripartita? >> Le domanda sua zia Bea. Lei annuisce.
<< Sì. Poco prima del check-in Massi ha annunciato a suo fratello che lo vorrebbe come testimone! Era commosso! >> Ci spiega soddisfatta. Ascolto quanto viene detto completamente catatonico, in attesa di essere massacrato!
<< Ughetto, ma va tutto bene? Sei così pallido! >> Interviene Bea verso Ugo.
<< No, cara, non c’è niente che vada bene in questa dannatissima azienda. Mi viene da vomitare. >> Risponde lui. I miei si lanciano uno sguardo interrogativo.
<< Rimandiamo le inutili chiacchiere da salone estetico, cosa ne dite? >> Si irrita Daniele.
<< Daniele: perché ci hai riuniti qui a rapporto? >> Gli domanda Camilla.
<< Vediamo, come ve lo spiego… La collezione ha fatto un flop clamoroso! >> Annuncia senza mezzi termini. Chi non era ancora a conoscenza di ciò ovvero i miei, mia zia, Calderon e Giulia si scambiano sguardi abbastanza eloquenti.
<< Com’è possibile? Il lancio è stato un successone, le vendite sono andate bene in queste settimane… >> Ribatte Calderon, quando viene interrotto da Giulio.
<< Dovrebbe essere il nostro presidente ora a prendere la parola spiegandoci cos’è andato storto. Diego? >> Da l’imbeccata Giulio. Tutti gli sguardi si spostano su di me. Mi schiarisco la voce prima di prendere la parola.
<< Ho sbagliato la scelta delle stoffe e tutti i capi venduti sono stati rimandati indietro. I clienti hanno preteso il rimborso. >> Riassumo. Mamma si porta una mano alla bocca e papà alla fronte. Mentre parlo Daniele esce dalla sala del consiglio e vi rientra portando con sé due grucce con due abiti che appoggia sul lungo tavolo.
<< Questi sono due modelli che mia moglie ha appena acquistato, mai indossato e appena ritirato dalla tintoria! >> Spiega. La perfetta sfumatura che li caratterizzava ha ceduto il posto a un colore scialbo e spento e mi vergogno profondamente!
<< Oh mio Dio. Ed è così per tutti gli abiti della collezione? >> Domanda sconvolta mia zia.
<< No, Camilla. Hanno confezionato con questa robaccia da quattro soldi solo quelli comprati da mia moglie. Ma che razza di domande fai? >> Risponde sempre più infastidito.
<< Ti è proprio così difficile nascondere il tuo sarcasmo di quart’ordine almeno in certe circostanze? >> Lo redarguisce mia zia. Ci manca solo che questa riunione diventi l’ennesimo loro scontro!
<< Io mi domandavo se non fosse il caso di chiamare Leoncio, e magari denunciare quest’azienda, che evidentemente ci ha venduto una cosa per un’altra. Avete ancora le bolle di consegna, le fatture, etc? >> Interviene David, Deglutisco.
La riunione viene interrotta quando avvertiamo delle voci concitate provenire dal corridoio: una di queste è della mia Isa. Usciamo tutti per capire cosa stia accadendo! Questa giornata è un incubo!
 
 
[Isabella]
Dopo aver salutato il suo fidanzato, Silvia si incammina verso l’atelier e deciso di seguirla.
<< C’è qualcosa che vuoi chiedermi, o stamattina ti dai allo stalking? >> Mi domanda senza neanche voltarsi.
<< Vorrei solo sapere se hai detto tutto a Giulio, riguardo le stoffe insomma… >> Mi faccio avanti. Sembra arrabbiata con me, visto che non mi ha neanche salutata, e vorrei capirne il motivo!
<< No. Lo ha scoperto da solo. E, se proprio vuoi saperlo, ho litigato con lui perché ha scoperto che lo sapevo ma che ho tenuto la cosa per me! >> Mi spiega.
<< Ecco come mai eravate così nervosi venerdì sera. Bhe, avete fatto pace, ne sono felice. >> Rispondo.
<< Sì, abbiamo fatto pace perché sono giunta alla conclusione che non aveva senso litigare con il mio fidanzato per parare il culo a persone che mi hanno mentito e preso per i fondelli! Per la medesima ragione stamattina siamo andati dai Valencia a raccontare tutto, se ti stai chiedendo come mai paparino stamattina è così velenoso o come lo ha scoperto! >> Esclama passandomi davanti con fare provocatorio. La seguo nuovamente.
<< SILVIA, ASPETTA, TI PREGO! >> La richiamo seguendola.
<< Perché sei così arrabbiata? >> Le domando quando si ferma nei pressi della sala del consiglio.
<< Davvero non ci arrivi? >> Mi domanda.
<< Vorrei sapere da te a cosa ti riferivi poco fa… >> Le chiedo. Pur immaginando a cosa si riferisca quando dice che l’abbiamo presa per i fondelli!
<< MI RIFERISCO AL FATTO CHE TI SEI DIMENTICATA DI DIRMI CHE LORENZO MI HA CORTEGGIATA SOLO PERCHE’ AVEVA PAURA CHE SPIFFERASSI A GIULIO E AI VALENCIA QUELLO CHE AVEVATE FATTO CON LA COLLEZIONE! SEI LA MIA MIGLIORE AMICA CAZZO, AVRESTI DOVUTO DIRMI CHE IL TIPO CON CUI STAVO MI AVEVA PRESA IN GIRO! >> Tuona, senza accorgersi che sono tutti usciti dalla sala del consiglio. A Berta cade di mano il pacchetto di patatine che si svuota sulla scrivania. Deglutisco.
<< A cosa si riferisce? >> Domanda mio suocero a Lorenzo, il quale incrocia le braccia e guarda Silvia con espressione tutt’altro che dispiaciuta. È incazzato nero.
<< Quello che ho detto, Armando. Quando tuo figlio mi ha presentata a voi a quella cena lo ha fatto perché mi aveva confidato determinati segreti, e voleva controllarmi, non perché era tipo innamorato di me! Ha sempre provato ribrezzo probabilmente verso di me. Ero solo un problema da tenere sotto controllo! >> Spiega Silvia.
<< E la mia migliore amica non me lo ha detto. >> Conclude guardandomi dritta nei miei occhi che ormai sono colmi di lacrime. Fuggo via da lì lasciando tutti attoniti, seguita da alcune componenti della banda delle racchie. Sento mio suocero dire a Diego “No, ora rientri con noi, e ci spieghi tutto!”.
 
 
 
[Camilla]
Rientriamo tutti frastornati in sala del consiglio. Cerco di darmi un tono e di ricacciare dentro le lacrime, confortata solo da uno sguardo del mio futuro marito, che ha capito che sono giustamente turbata da quanto è appena successo in corridoio.
<< Lorenzo… L’hai davvero manipolata in quel modo? >> Chiedo a mio fratello, ancora incredula. Lorenzo annuisce mesto senza neanche sollevare il capo verso di noi. Papà si copre la fronte con una mano e comincia a battermi forte il cuore.
<< SIETE DUE MATTI! LO SAPETE CHE PAPA’ NON DEVE SUBIRE STRESS, E VI INVENTATE DI COMBINARE CERTI CASIN?! >> Mi altero, mentre mia madre cerca di chetarmi.
<< Tu lo sapevi? >> Domando a colei che fino a ieri era la mia migliore amica, una sorella, e che ho scelto come mia testimone di nozze!
 
Dopo l’annuncio dei testimoni e il discorso di papà, la mia migliore amica si era allontanata per andare al bagno e non aveva ancora fatto ritorno, così decisi di andare a vedere come stesse. Non appena varcai la soglia della mia camera da letto, la vidi nel bagno, attraverso la porta aperta, che si soffiava il naso. Sorrisi intenerita.
<< Tutto bene? Il discorso di papà ti ha commosso tanto, o sono le battute di mio suocero a farti ridere fino alle lacrime? >> La punzecchiai. Si mise e ridere.
<< Non volevo fare la figura della sciocca dinanzi a tutti, mi serviva qualche minuto da sola. Stavo ripensando a quando… >> Si spiegò.
<< Anch’io ci pensavo poco fa. >> La interruppi.
<< Pensavo che neanche te ne ricordassi. >> Rivelò.
<< Stai scherzando? Certo che lo ricordo, anche se eravamo un po’ brille! Ora aspetto la tua proposta, sappilo. >> Le ricordai, dandole una gomitata.
<< E’ più probabile che prima arrivi all’altare Gonzalo, oppure Lena! Non voglio forzare i tempi o aspettarmi troppo da tuo fratello, considerando come si comportava qualche tempo fa con Silvia, quando neanche mi considerava! >> Si demoralizzò.
<< Ti riferisci alle corna con Marilena, vero? La poveretta proprio non se le meritava, così come le sue ex… Però mio fratello ti ama profondamente, e sono convinta che, prima di quanto pensi, mi chiederai da farti da testimone! >> La rassicurai. Ci abbracciammo.
<< Sono così felice per te, Cami! David è un tesoro! >> Esclamò commossa, facendo commuovere anche me.
<< Lorenzo ed io siamo stati proprio due stupidi in questi anni… Io mi sono ravveduta e lo sposerò quel ragazzo che sono stata così sciocca da non accalappiare prima, e sappi che presto Lore farà la stessa cosa con te! >> La rassicurai.
<< Cosa dici, torniamo di là? Sei la star della serata, non puoi sparire perché la tua migliore amica è così emotiva. >> Osservò.
<< Sì, torniamo in sala da pranzo e speriamo di concludere questa serata senza che mio zio e mio suocero si azzannino! >> Ironizzai, attirando evidentemente la mala sorte.
 
<< Sì. >> Si limita a rispondere, per poi scambiare uno sguardo con il suo ragazzo con cui attualmente mi vergogno di condividere il DNA. Lancio uno sguardo a Diego.
<< Sì, lo sapevo anch’io. >> Ammette. Mi metto seduta con le mani in viso. Ma che ragazza di fratelli mi ritrovo? E come ha fatto Roby ad accettarlo sapendo questo precedente?
<< Cosa ne dite di tornare alle questioni economiche? Il lato teen drama della situazione lo lascio a voi più tardi, a me interessa relativamente! >> Taglia corto mio suocero, spazientito da tale interruzione.
<< Tuo figlio stava dicendo che possiamo denunciare questa ditta? >> Prende la parola Mario Calderon, dopo essersi schiarito la gola.
<< Io fossi in voi eviterei di chiamare Leon o la polizia, se non volete che ci portino tutti via in manette! >> Esclama Giulio. Ci guardiamo tutti allarmati.
<< In che senso? >> Domanda Mariabeatrice, smettendo per un istante di rimirarsi nello specchietto a forma di cuore, tempestato di glitter. Neanch’io ne avevo uno simile a quattordici anni!
<< Perché hanno comprato quelle stoffe in nero. Non esistono bolle di consegna, contratti, fatture o quant’altro. >> Rivela mio suocero, scaricando su di noi il carico da 90.
<< MA SIETE PAZZI?! >> Sbotta mio padre, balzando in piedi. Mi sembrava strano e riuscisse a mantenere la calma fino alla fine della riunione.
<< Armando, cerca di stare calmo. Dai. >> Lo esorta mia zia, imitata da mia madre che lo invita a sedersi. I miei fratelli e Roberta non hanno il coraggio di sollevare lo sguardo.
<< Si mette male qui. >> Commenta il cugino del mio fidanzato.
<< È assurdo! Le cose andavano così male da non poter rivolgersi alla Texicolor, con cui collaboriamo da secoli? >> Domanda sconvolta Marcella.
<< In questi anni le cose sono cambiate, sì. A causa del covid, e della conseguente crisi economica, per cui abbiamo dovuto chiudere la sede di Palm Beach. Ma niente giustifica tali scelte, che stanno mettendo il serio pericolo la nostra reputazione, e la fiducia che i nostri clienti hanno sempre riposto in noi! Ma perché avete agito in modo così sconsiderato?! >> Li redarguisce mamma, giustamente delusa da loro.
<< Cercavamo di poter trarre un profitto maggiore dalla collezione. >> Balbetta il nostro, ancora per poco suppongo, presidente. Non penso che mio cognato si sia dato tanto da fare per raccontare tutto a suo padre, solo per venire qui e fare una lavata di capo ai miei fratelli ed a Roberta.
<< Le stoffe le hanno viste anche Camilla e Ugo prima della produzione… sembravano perfette… >> Aggiunge Lorenzo.
<< Sì e se ci ripenso mi vengono i brividi per quanto sono stata sciocca! >> Esclamo.
<< Non è colpa tua, Cami. Questi due scellerati ti hanno presa per il culo guardandoti in faccia. Ditemi, vi siete divertiti mentre Camilla e Ugo ammiravano soddisfatti quegli stracci per lavare il pavimento? >> Interviene Giulio, ovviamente provocatorio.
<< NESSUNO HA CHIESTO IL TUO PARERE! >> Esplode Lorenzo, allo stremo della tensione. Mi massaggio l’orecchio concentrandomi sull’elice, e non sono l’unica a farlo.
<< Bhe, è un peccato che la mia opinione conti poco qui, perché se fossi stato preso in considerazione tre mesi fa, ora non ci ritroveremmo in tale casino! >> Ribatte mio cognato.
<< Certo, lo sappiamo perché sei qui, anche senza che lo sottolinei ogni due per tre! SEI QUI PER PRENDERE IL POSTO DI MIO FRATELLO! >> Esclama Lorenzo. Bhe, non ci vedrei niente di strano, onestamente, se Giulio diventasse presidente, visti i fatti! Lorenzo si alza e comincia a passeggiare per la stanza. Ho una pessima sensazione!
<< Sì, caro. Se ne avete ancora di quelle così dette stoffe, conservatele, perché potrebbero tornarvi utili per il prossimo ruolo che avrete qui ovvero pulire i pavimenti! >> Ridacchia Giulio soddisfatto.
<< Che cazzo hai detto? >> Interviene incollerito Lorenzo. Mi porto una mano alla fronte, così come fanno altri membri del consiglio.
<< Ecco, ora si menano. >> Commenta Alexander. Giulio si alza, ignorando i consigli di alcuni di noi che suggeriscono ad entrambi di calmarsi.
<< Che finirai a pulire i cessi, pezzo di merda! >> Sottolinea Giulio. Mio fratello sta per scagliarsi su di lui ma mio cognato lo precede, colpendogli la mascella con un pugno. Lorenzo barcolla ed è solo il contatto con la parete retrostante ad impedirgli di finire per terra. Roberta si fionda da lui, mentre alcuni di noi si alzano.
<< QUESTO È IL CAZZOTTO CHE NON TI HO DATO IERI AL CIRCOLO, QUANDO LA MIA RAGAZZA MI HA RIFERITO COME L’HAI TRATTATA! RINGRAZIAMI PER NON AVERTI SBURGIADATO IERI DAVANTI A TUTTI! >> Esplode mio cognato. Non penso che nella storia di quest’azienda ci sia mai stata una riunione del genere. Mio fratello Lorenzo ce l’ha proprio come hobby quello di farsi picchiare dai componenti della famiglia del mio fidanzato!
<< Mariabeatrice, andiamocene, ti prego! Qui sono tutti matti… si picchiano, ed urlano, sono stanco! >> Piagnucola Ugo. Papà rimane seduto con una mano sulla fronte quindi mi sposto sedendomi vicino a lui.
<< Ma siete impazziti? Datevi immediatamente una calmata! O pensate di essere al mercato del pesce?! >> Tuona Marcella, contenendo il tono di voce.
<< Ben detto, Marcella. Propongo di fare una pausa, e di mangiare qualcosa. Tu Lorenzo, ripulisciti, io e papà ti aspettiamo nell’ufficio di tuo fratello! Per quanto riguarda te, vai pure dalla tua ragazza a vedere come sta, e poi fila dritto in presidenza perché ne abbiamo anche per te! >> Interviene perentoria la mamma. Esco senza dire una parola dalla sala del consiglio, seguita dal mio fidanzato.
 
 
 
[AnnaMaria]
 Dopo la lite avvenuta prima, ci siamo divise: io e Berta abbiamo seguito Isabella. Mariana e Sandra hanno raggiungo Silvia in atelier. Isabella è chiusa nel bagno da diversi minuti, e iniziamo a preoccuparci!
<< Isa, perché non esci da lì? Vorremmo sapere come stai! >> La prega Berta.
<< È incredibile quello che è successo. Non ti ricorda qualcosa quella storia? >> Sussurro a Berta. Ricorda vagamente il comportamento che Armando ha avuto con Betty agli inizi. Tale padre tale figlio! Tranne per il fatto che la relazione con Silvia è morta, senza trasformarsi in un matrimonio felice.
<< Zitta, può sentirti! >> Mi redarguisce di rimando Berta. Sentiamo lo sciacquone quindi ci togliamo da davanti alla porta per permetterle di uscire. È molto abbattuta. Ci voltiamo tutte e tre verso l’uscita del bagno quando sentiamo arrivare gli strascichi di alcune urla.
<< Oh mio Dio, ma cosa sta succedendo là dentro? >> Domando.
<< Isa, ma cos’è successo con la collezione? È andata male? Ed io che pensavo di andare in pensione serenamente! >> Si lamenta Berta. Un’altra di noi se ne andrà!
<< Sì, ci sono dei problemi. >> Ammette, dopo essersi irrorata il viso con dell’acqua.
<< Ma benedetta ragazza, perché non hai detto a Silvia quello che sapevi su Lorenzo? >> Le domando.
<< Perché si erano lasciati… >> Adduce come scusa.
<< Secondo me lo hai fatto per Diego, per proteggere qualsiasi segreto riguardo alla collezione che sapeva anche Silvia. >> Ipotizza invece Berta. La conversazione viene interrotta dall’entrata in bagno di Diego che ha un aspetto tremendo, simile a quello che aveva suo padre anni fa, quando ci fu quel disastroso consiglio che ha cambiato tutto!
<< Ragazze, potete andare a pranzo. Ci vediamo più tardi. >> Ci accorda il permesso con un tono di voce strozzato dal pianto.
<< A dopo. >> Rispondiamo coralmente, lasciandoli soli.
 
 
 
[Mariana]
La poverina non riesce a smettere di piangere. Si sente tradita dalla sua migliore amica, e siamo tutte stupite dal comportamento di Isabella.
<< La conosco dall’asilo… Voi non sapete tutto quello che ho sempre fatto per lei… >> Singulta. Sedute una a destra e l’altra alla sua sinistra, io e Sandra, le accarezziamo la schiena, lanciandoci sguardi dispiaciuti.
<< Isa non è una persona ingrata, lo avrà fatto per non infliggerti tale sofferenza, visto che avevi anche dovuto affrontare la rottura con Lorenzo. >> Cerco di consolarla.
<< HA OMESSO QUALCOSA DI IMPORTANTE! NON SI MENTE ALLA MIGLIORE AMICA! >> Scoppia. Ci massaggiamo l’elice dell’orecchio.
<< È un peccato rovinare una bellissima amicizia che dura da vent’anni, specialmente per uno che ti ha manovrata e presa in giro! >> La consiglia Sandra.
<< Non mi frega un tubo di lui! Io sono delusa da Isabella! >> Precisa Silvia, soffiandosi in naso. Sospiriamo sconfortate prima di sentire un colpo di tosse alle nostre spalle.
<< Ragazze, potete andare a pranzo. Qua ci penso io. >> Ci ordina Giulio Valencia. L’occhio non può non cadermi sulla sua mano rossa con le nocche leggermente sbucciate.
<< Va bene, a dopo. >> Tagliamo la corda. Che giornata da incubo!
<< Hai visto la sua mano? >> Domando sottovoce a Sandra quando siamo nello showroom.
<< No, cos’aveva? >> Mi domanda.
<< Sembrava che avesse tirato un pugno a qualcosa, o a qualcuno! >> Esclamo. Su chi avrà sfogato la sua rabbia, non è difficile da intuire, visto che solo uno dei presenti in azienda ha preso in giro la sua ragazza.
 
 
 
[Angelina]
<< Che cosa? Ma sei matta? >> Commenta mia sorella Manuela, dopo che l’ho aggiornata riguardo l’incontro con mio marito.
<< Secondo me fai bene a concedere una seconda chance a tuo marito, a non lasciarlo nelle mani di quella! >> Commenta Adelina, prima di bere un sorso di acqua dal suo calice.
<< Parli così perché non sei mai stata tradita! Tu non corri questo rischio, dato che non consideri minimamente la possibilità di cominciare qualcosa di serio con qualcuno! >> La prende in giro Manu.
<< E faccio bene, a quanto pare. Gli uomini sono tutti stronzi, tranne nostro fratello. Comunque non puoi lasciare Seba nelle mai di quella, che sicuramente non aspetta altro. >> Risponde Adelina.
<< Questo è poco ma sicuro. Vedeste come ridevano insieme… >> Ricordo, con un moto nervoso allo stomaco!
<< E il bambino com’è? >> Mi domanda Manuela.
<< Molto carino. È un tesoro, e somiglia moltissimo a Marcus quando aveva la sua età, ricordo bene le foto di famiglia. >> Spiego loro.
<< L’importante è che tu sappia bene quel che fai, sorellina. Che non lo perdoni sono per via del bambino… >> Interviene Manuela. Comincio a giocherellare con il tovagliolo che tengo sulle gambe, a disagio per il discorso introdotto.
<< Cosa intendi dire? >> Le chiedo, anche se l’ho capito!
<< Che la visione del bambino, suo figlio, può averti intenerito e aver toccato un nervo scoperto. Io non voglio ferirti, ma ricordati che tu, il piccolo, e lui potreste sì essere una famiglia, ma con la presenza fastidiosa della madre di quella creatura. Pensa bene a quali motivi ti spingono a tornare tra le braccia di un marito che ti ha tradita e mentito. >> Mi consiglia Manu. Deglutisco.
<< Lupe, tu sei fra di noi? >> Domanda poi a nostra cognata, che ride da sola osservando il suo smartphone. Un tempo lo facevo anch’io!
<< Scusate ragazze, vostro fratello è uno spasso! >> Si giustifica, riponendo via l’apparecchio.
<< Non devi giustificarti, state molto bene insieme e siamo tutti contenti di averti in famiglia, sei una brava ragazza! Almeno nella vita di uno di noi c’è qualcosa di bello, viste le recenti e cocenti delusioni e quello che è successo a mamma. Io sarò sempre in debito con te per averci detto di Samuel… Chissà quali malattie mi sarei presa prima o poi continuando a stare con lui! >> Interviene Manuela.
<< Anche se questo sprazzo di onestà ti è costato il posto di lavoro. >> Osservo.
<< Non importa, non avrei mai potuto tenere nascosto questo torto che Samuel stava commettendo ai danni della famiglia dell’uomo che amo. Quando le cose con Vasco si sono fatte serie non potevo tenere per me quello che sapevo. Il lavoro lo avrei perso lo stesso, sapete che ha dovuto chiudere la redazione? >> Ci informa Lupe.
<< Per forza, senza i soldi di nostro padre! >> Salta fuori Adelina staccando gli occhi dal suo smartphone. Pensavamo che non stesse neanche ascoltando!
<< Ed ora cosa fa? Lo assumeranno in un'altra redazione? >> Domando, inforcando una patata arrosto.
<< Per pulire i bagni, magari! >> Esclama Manuela velenosa.
<< Sì, immagino che sarà costretto a trovarsi un nuovo lavoro, alle dipendenze di qualcuno, non dovrebbe risultare difficile visto che lo scandalo di Tanisha non è stato reso pubblico, lo sappiamo solo noi, i Mendoza, i Valencia e i Torres. >> Ricorda Lupe.
<< E tu Adele, sei tra di noi? >> Interviene Manuela verso nostra sorella. Le sue dita sembrano tanti serpentelli impazziti.
<< Con chi stai chattando? >> Le domando.
<< Con il cognato di Giulia. L’ho conosciuto ieri, e gli ho inviato il follow che ovviamente è stato ricambiato. Sfortunatamente ha preso l’aereo di ritorno questa mattina, però ha detto che tornerà spesso per i preparativi delle nozze, perché sarà il testimone di nozze di suo fratello! >> Ci spiega.
<< Insomma è la prossima vittima, ora che Gonzalo è uscito di scena! >> Commenta Manuela, scuotendo il capo. No, non lascerò mio marito nelle mani di quella!
 
 
 
[Paola]
Per la pausa pranzo, mi dirigo a casa di mio padre, dopo lo scambio di messaggi avuto con mia sorella dopo la colazione. Era troppo sintetica e, dal tono della sua voce nei vocali, ho intuito che qualcosa non andava.
<< Ben tornata, Paola. Per fortuna è qui, Maria si è chiusa in camera sua, e dice di non avere fame! >> Mi accoglie Carlita. Andiamo bene!
<< Salve, Carlita. Ci penso io, lei pranzi pure. Tommy ha già mangiato? >> Le domando.
<< Sì, ma ho dovuto accontentarlo con un budino perché faceva i capricci, voleva la mamma. >> Mi spiega. Sospiro.
<< Se volete c’è del passato di verdura. >> Mi informa.
<< Sì, grazie. Cercherò di convincere anche mia sorella a mangiare. >> Rispondo, prima di recarmi al piano di sopra. A ruoli invertiti rispetto a stamattina, busso ma non aspetto il suo consenso per accedere alla stanza. Maria cammina per la stanza piangendo. La situazione è più grave del previsto!
<< Vuole tornare a Medellin, con sua moglie. Mi sono innamorata di un uomo sposato! >> Esclama, piangendo. Si fionda tra le mie braccia. Che disastro… E adesso che si fa?
 
 
 
FINE CAPITOLO 91.
 
 
Non pensavo di riuscire a pubblicarlo prima di Natale, ma ho deciso di farlo più corto per non farvi aspettare troppo, e perché questa giornata sarà ancora lunga. Commenti su questa riunione, e su Maria che ha preso consapevolezza dei suoi sentimenti?
Vi auguro un sereno Natale e un felice anno nuovo! Con ogni probabilità di sentiremo nel 2023 con il seguito!
 
 
 
 
   
 
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