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Autore: Sofifi    21/12/2022    2 recensioni
Matt alle prese col suo primo Natale da vigilante.
[Questa storia partecipa alla challenge "72 prompt in attesa del Natale", indetta da me e Mari sul forum Ferisce la penna]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matt Murdock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Conseguenze
 


Matt si sfregò le mani sudate e fredde sul cotone grezzo dei pantaloni cargo, poi poggiò nuovamente i polpastrelli sul cemento ruvido della terrazza. Il vento di fine dicembre gli sferzava le guance rasate, gelandogli il sangue – o forse a farlo tentennare era solo la paura.

Deglutì. I suoi muscoli e le sue orecchie erano tesi, sospesi nella calma inquietante dell’attesa, e la sua mente soppesava ogni rumore o scricchiolio, alla ricerca di note stonate nella melodia ordinaria della città.

Non sentiva nulla, se non il traffico, un vociare sparso, jingle confusi… e poi il frastuono martellante del suo stesso cuore, che forse copriva tutte le cose davvero importanti. Matt inspirò profondamente. Non poteva permettersi alcuna distrazione, alcuno sbaglio. Il crimine non va in vacanza e lui lo sapeva fin troppo bene; doveva solo stare all’erta e aspettare – anche a Natale.

Foggy non era d’accordo. Non che sapesse ciò che stava accadendo: dal suo punto di vista il suo migliore amico, quella sera, era solo uno stronzo che aveva deciso di dimenticare una tradizione.

La coscia di Matt continuava a bruciare a contatto col cellulare in modalità silenziosa. Non aveva avuto il coraggio di spegnerlo, ma quel fastidio non era nulla in confronto al disappunto che doveva provare Foggy. E lui avrebbe davvero voluto rispondere e chiedere scusa, ma… Ora doveva concentrarsi sulla città!

Matt aveva omesso, schivato la verità per tutta la vita; aveva imparato a stare al gioco quando veniva definito dagli altri. Pensava che fosse lecito, giusto, un diritto inalienabile dell’essere umano, e invece alla fine aveva superato il limite – ma quand’era successo?

Aveva sentito troppo, in tutti quegli anni. Era diventato avvocato. Eppure la città non aveva mai smesso di stridere, di fargli bruciare le orecchie, e così un giorno si era preso la responsabilità di farla smettere. Era stato allora che le sue bugie avevano cessato di essere innocenti?

Liberò un rantolo fiacco e una nuvoletta di vapore gli inumidì il mento liscio e la punta del naso. La prima volta che aveva preso nelle proprie mani la giustizia gli tremavano le dita; erano passati mesi da allora e adesso riusciva a stare fermo, eppure la paura a volte tornava a fargli visita e il suo petto era ancora perennemente schiacciato da un certo grado d’incertezza. Rimpianti però non ne aveva ancora avuti, non ne aveva avuti mai.

Matt si asciugò nuovamente le mani sulla stoffa nera dei pantaloni; si era quasi messo l’animo in pace e il suo respiro calmo sembrava confermarlo. Probabilmente tutto ciò che avrebbe fatto quella notte sarebbe stato stare sul tetto ad aspettare e, tutto considerato, le cose sarebbero potute andargli molto peggio.

E certo, Matt non era entusiasta all’idea di trascorrere il Natale da solo, avrebbe preferito andare a messa e poi passarlo come negli ultimi anni con Foggy e i suoi genitori, avrebbe voluto… se solo…

Una serie di tonfi metallici catturò la sua attenzione. La zona portuale era stranamente agitata.

Cominciò a correre.

Doveva andare a controllare.

 

Matt non era entusiasta all’idea di trascorrere il Natale con dei criminali, ma la città aveva bisogno di lui, sicuramente più di quanto lui avesse bisogno del tacchino al forno riscaldato della matrigna di Foggy.










 

  
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