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Autore: Maggie_Lullaby    11/09/2009    16 recensioni
Lexi è una sedicenne testarda e dalla lingua affilata che vive in un mondo tutto suo pieno di ideali e stili di vita.
Maggie è una ragazza timida a innocente, incapace di dire di no e di vivere tranquillamente la sua vita.
Maryl è una ventenne che aspira a una grande carriera, ma è bloccata da un padre testardo e da due sorelle che hanno bisogno di lei.
La vita di tre sorelle si mescola a quella dei Jonas Brothers
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Brothers&Sisters'
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Ragazze,

ieri ho passato una serata fantastica con la mia migliore amica a parlare di cose serie, miracolo! Del genere “dicono che nel 2012 la Terra esploderà!”, “Secondo me i vampiri esistono. E i licantropi per te?”, “Ma no! I licantropi no! Ehi, Sere hai mai sentito parlare dell'Area 51?”. Prenoterò una camera per due nel manicomio più vicino!

Coooomunque, che vi sto ad annoiare? Beh, vi è piaciuto lo scorso capitolo? Non vi preoccupate per i Mick, (che nello scorso capitolo ho fatto dannare!), la vostra pazienza verrà presto ricompensata!

Avverto che questo capitolo non mi piace affatto, ma non sapevo proprio come migliorarlo. Scusate!

nes95: eh eh, già che novità per te lo scorso capitolo. Ma come, non sapevi che il mio adorato ha un cane, il caro dolce Elvis? Mi vergogno di te *scuote la testa contrariata*, dài scherzo! Un bacione!

Niki_CuLLen: ehi, ciao! Certo che farò il seguito, ma lo scorso capitolo, come vedi, non era l'ultimo, ne mancano ancora una decina, credo, alla fine. Ora scoprirai che, dopo Denise, ci saranno altri problemini per i Mick! Un bacione!

ada12: dopo Denise ci saranno altri problemi per i Mick! E sì, sono perfida, ma con precisione sono sadica!! Muahhahahahhaa!! Un bacione!

annina94: se Nick non le ha tirate fuori prima le palle ora non potrà farlo per un po'!! Eh eh, scoprirai tutto leggendo questo capitolo. Io essere crudele! Un bacione!
mione94: oddio mi dispiace che tu non sia riuscita a studiare storia, ma sono felicissima di tutti i tuoi complimenti, del fatto che lo scorso capitolo sia il tuo preferito e che ti sia piaciuto!! Io ti adoro e non vedo l'ora che tu aggiorni la tua fanfic che personalmente amo!! Un bacione!!

coco2: sono onoratissima della tua recensione lunghissima!! Per Nick e Maggie ci siamo quasi, ma ci saranno altre complicazioni. Lo so che continuo a ripeterlo ma tempo al tempo... cavolo, potrei diventare una filosofa! Non vedo l'ora di incontrati, 3 Novembre 4ever!! Un bacione!

Melmon: non ci sono parole per dire quanto adoro le tue recensioni! Sì, Kev è talmente preso da Maryl da non voler farsi vedere il ginocchio, hai notato che era preoccupatissimo per la bionda e insisteva che la controllassero al più presto? Ecco, perchè non si è fatto controllare il ginocchio. Un bacione!

jeeeeee: tu non sai quanto adoro i tuoi complimenti, le tue recensioni... adoro tutto di te!! Sei fantastica!! Eh sì, il mio intento di farti venire un infarto è riuscito! Ci saranno altri problemi per i Mick... Un bacione!

DarkViolet92: grazie di tutto, ti adoro, sul serio! E poi non vedo l'ora che aggiorni la tua fanfic che personalmente adoro. Un bacione!

jonas_princess: grazie di tutto! Sono pienamente daccordo con te, Matt a morte! Ha fatto del male ai nostri adorati!! Un bacione!

MeneguzzinaJonassina: grazie per tutti i complimenti, non sai quanto mi fanno piacere!! Sul serio è una delle poche fanfic che preferisci?? Graaaaaaazie *.* Spero che apprezzerai anche questo capitolo. Un bacione!

Giulietta24: ci hai azzeccato, i guai non sono mica finiti, eh no!! Non ti preoccupare, il viso di Joe tornerà quello che tutti conosciamo. Un bacione!

JonasBrothersFan: prima di tutto sono contenta che questa storia ti piaccia, non sai quanto mi fanno piacere i tuoi complimenti!! Davvero potrei scriverci un libro? Io ne starei già scrivendo uno (e mia zia mi combinerà un incontro con la Mondadori *.*) e spero che me lo pubblicheranno... Cooooomunque, non sono arrabbiata con te, figurati, anche a me a volte capita di non voler recensire una capitolo perchè non ho voglia. Non vedo l'ora di conoscere te ed Eleonora. Un bacione!


Capitolo 24. She's Emma


- Kevin, dio, sto per avere una crisi isterica, mi vuoi lasciare in pace un secondo che dico sia uno? - sbraitò Maryl, scansando il suo ragazzo con una mano.

Il ventunenne la fissò, ferito, non gli aveva mai risposto così da quando stavano insieme e il fatto che l'avesse fatto lo spaventava.

- Voglio solo proteggerti – disse lui, senza tentare di riprenderle la mano.

- So farlo benissimo da sola! - strillò lei. - Kev, ora sto bene, hai capito o no? Sto bene, Matt è in prigione e ci resterà per svariato tempo perchè devi starmi attaccato in questo modo? Amo la tua compagnia, ma quando mi stai così appiccicato mi verrebbe voglia di tirarti uno schiaffo!

Il ragazzo, giusto per precauzione, si allontanò da lei di un passo e continuò a fissarla con i suoi occhi verdi.

- Ma credevo che ti facesse piacere – tentò di difendersi.

Maryl sbuffò e gli si avvicinò, l'espressione più addolcita.

- Tesoro mio, mi piace che tu stia con me, mi fa solo piacere, ma difendermi in questo modo, ovvero minacciare di denuncia per molestia un uomo solo perchè mi ha chiesto che ore sono è una cosa esagerata! - disse lei, accarezzandogli una guancia.

Kevin sospirò, le prese con dolcezza la mano che gli aveva appoggiato sul viso e la baciò, per poi lasciarla andare.

- Sono passati solo quattro giorni – sussurrò lui, come difesa.

Maryl sorrise.

- Beh, pensa che fra dieci giorni esatti sarà il nostro primo anniversario, così è più semplice.

Lui la fissò con una luce nuova negli occhi.

- Hai ragione – sussurrò. - Bene, cosa ti devo fare per dimostrarti che mi fido a lasciarti andare in giro da sola?

La bionda fece come per pensarci su, mordendosi un labbro per la concentrazione, infine la sua bocca si aprì in un largo sorriso e guardò ammiccante il suo ragazzo.

- Shopping! - esclamò.

- Shopping? Tu? Da sola? Per tutta la città? No! - esclamò il ventunenne.

- E dai! Ti giuro che se succede qualcosa mi potrai stare attaccato tutto il tempo che vuoi quando vuoi, ma ti preeeeego – gli fece gli occhi grandi.

Kevin la fissò. Il livido intorno al collo era stato coperto con un foulard rosa e quello sulla guancia era sparito sotto strati e strati di sotto tinta. Per il resto stava bene, anzi l'avvenimento sembrava averla a mala pena toccata, ma lui sapeva che stava mascherando i suoi veri sentimenti.

- Se ti succedesse qualcosa io non saprei cosa... - iniziò, ma la ventenne gli poggiò un dito sulle labbra.

- Shh, non ti preoccupare – e lo baciò.

Kevin rispose al bacio, nervoso, sapeva di aver perso la battaglia.

- Va bene – disse infine, - ti concedo di andare in giro a fare compere.

- Sì! - esultò lei.

- Ma...

Ma? Da quando c'erano dei ma?

- Dovrai chiamarmi una volta ogni trenta minuti e non trentuno, trenta, chiaro? E ti voglio a casa per... che ore sono? Sono le tre, diciamo le sette, orario in cui sarò davanti al portone di casa tua ad attenderti, okay? - spiegò lui, con un lieve sorriso.

Maryl lo fissò con la bocca lievemente aperta e gli occhi fuori dalle orbite. Ma era impazzito?

- Tu sei pazzo! Quattro ore per fare shopping? Io ho bisogno minimo di sei ore buone! Mi devo girare tutta Los Angeles, caro mio, e a piedi, in quattro ore avrò fatto solo un paio di chilometri considerando quanti vestiti provo in un negozio e quanto sto a fissarmi per decidere se prenderli o no! - sbottò.

Kevin le rubò un altro bacio, prima di lasciarla sola.

- Alle sette, tesoro, ti aspetterò! - urlò mentre se ne andava.

- Kevin!


Sincerità,

adesso è tutto così semplice

(Sincerità; Arisa)


- E' in ritardo – constatò Nick, dando una breve occhiata all'orologio posto sopra di lui.

- Lo so – annuì Joe, bevendo l'ennesimo sorso di aranciata.

- Lui non è mai in ritardo – continuò il sedicenne. - Che dici, si sarà perso di nuovo?

Joe scosse la testa e riempì nuovamente il bicchiere con un gesto meccanico, era il secondo litro di aranciata che beveva.

- Nah – disse, - starà seguendo Maryl come una cozza per tutta Los Angeles, sarà qui fra una mezzora se siamo fortunati.

Il sedicenne guardò il fratello diciannovenne e sbuffò. Mezz'ora? Erano a posto...

- E che diciamo al regista? Le riprese dovevano essere iniziate trenta minuti fa! - sbottò. - Glielo vado a dire.

- Okay – annuì il diciannovenne bevendo un altro sorso della bibita. Ma non era pieno?

Il sedicenne tornò poco dopo, un'espressione poco gradevole dipinta sul volto; l'occhio nero si era sbiadito grazie alle cure apprensive di Denise e ora sparito grazie alla truccatrice.

Per Joe il labbro non era più gonfio, ma ancora rosso e con una crosta su tutto il labbro inferiore, anch'essa nascosta dalla truccatrice, che abile che era quella donna!

Nick si passò una mano fra i capelli e diede un'altra breve occhiata all'orologio.

Sospirarono in contemporanea e Joe bevve un altro sorso di aranciata.

- La smetti? - chiese il sedicenne nervoso. - Mi dà sui nervi.

Il diciannovenne lo guardò storto.

- Ti dà fastidio il fatto che io beva dell'aranciata?

- Sì! - esclamò l'altro, irritato.

Joe lo squadrò da capo a piedi e, una volta poggiato su un mobile il bicchiere semi vuoto, lo fece sedere con la forza sulla sedia dietro di lui.

- Che hai? - domandò il mezzano.

Nick lo fissò e scrollò le spalle.

- Niente.

- Certo, e io sono Micheal Jackson!

- Salve Jecko! Ma lei non era morto?

- Nicholas! Sii serio, lo sono io, dovresti esserlo anche tu! - sbraitò Joe. - Avanti racconta.

Il sedicenne lo fissò, dapprima indeciso, poi fece un sospiro.

- Ho quasi detto cosa provo a Maggie – disse.

Joe, che aveva recuperato il bicchiere per un ultimo sorso, si mise a tossire convulso.

- Tucosahaifatto? - disse tutto d'un fiato, prima di tornare a tossire, Nick gli diede una pacca sulla schiena.

- Gliel'ho quasi detto – sussurrò, - le nostre bocche erano così vicine, Joe, talmente vicine. Sentivo il suo profumo ed eravamo abbracciati, ci tenevamo stretti... - il viso di Nick era una maschera pacifica.

- E perchè non l'hai fatto? - chiese il diciannovenne, ripresosi.

- Mamma è entrata in camera – spiegò il minore con una smorfia.

- Nooo! Non ci credo! Ecco perchè in questi ultimi giorni ti tratta come una principe, ha interrotto il grande momento! E Maggie come l'ha presa? - disse Joe.

Nick storse la bocca.

- E' arrossita come al solito, sembrava un peperone, e ha smesso di abbracciarmi.

- E poi?

- Da quando sei così pettegolo?

- Da sempre. Dai, dicevi?

Il sedicenne alzò gli occhi al cielo e continuò la sua storia.

- L'atmosfera era stata ammazzata dall'arrivo di mamma, quindi non le ho detto nulla, però ci siamo seduti sul letto e lei mi ha messo il ghiaccio sull'occhio e abbiamo parlato tutta la notte – sorrise. - E' stato così bello... certo se mamma non fosse entrata sarebbe stata tutta un'altra storia! Ecco perchè sono nervoso, Joe, c'eravamo quasi, c'eravamo quasi!

Il diciannovenne osservò per qualche istante il fratello minore e percepì la sua sofferenza, il suo nervosismo e fece per dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma fu interrotto dall'arrivo di Kevin.

- Eccomi! - esclamò il ventunenne, facendo capolinea. - Scusate il ritardo, ho accompagnato Maryl in centro e ho incontrato traffico. - Novità?

- Ti diremo tutto a casa – disse Joe, voltando la testa verso il ritardatario. - Muoviti a cambiarti che il Boss vuole farci conoscere la nostra nuova guest star.

Kevin ubbidì e sparì.

Per i Jonas Brothers il Boss era il regista, non aveva un nome di battesimo, era solo il Boss e questo gli piaceva, a suo parere gli dava un'aria importante.

Poco dopo Kevin fece ritorno, vestito per la scena di Jonas che dovevano girare quel giorno e tutti e tre insieme si diressero verso il set cinematografico.

- Ragazzi! - esclamò il Boss, vedendoli. - Kevin, alla buon ora! Ci hai fatto aspettare troppo, ora dobbiamo recuperare il tempo perso, quindi bando alle ciance, dov'è Emma? Steve! Cercami Emma! Ma dov'è quella benedetta ragazza? Ah, voi avete imparato il copione a memoria, vero? Oggi non possiamo sprecare troppa pellicola e soprattutto tempo. Steve, ti ho detto di trovarmi Emma!

Il Boss non era una persona cattiva, anzi al contrario era buonissimo, ma era un regista e in quanto tale aveva nel DNA il bisogno di organizzazione e puntualità.

Steve, invece, era un ragazzo ventiquattrenne che era stato assunto per fare qualsiasi cosa volesse il regista. Il Boss voleva un cavallo con la criniera color arcobaleno? Steve doveva trovare il cavallo con la criniera arcobaleno.

Poco dopo Steve comparve portandosi dietro una ragazza magra, dai capelli castani e lisci, il viso da bambina e un grosso sorriso sul volto.

- Ragazzi, lei è Emma Roberts – spiegò il Boss.

- Chi?! - chiesero all'unisono i tre ragazzi; Emma Roberts? La nipote di Julia Roberts? Avevano capito bene?

- Emma Roberts, ragazzi, su, sveglia e muovetevi a conoscervi che fra tre minuti si gira! - esclamò il Boss e se ne andò sbraitando a destra e a manca.

Emma lo seguì con lo sguardo fino a un certo punto, poi si voltò verso i Jonas e fece loro un sorriso ampio.

- E così, voi siete i Jonas Brothers – disse. - Piacere, Emma.

I tre ragazzi si presentarono, sorpresi della sua calma.

Si fissarono per un'istante, dopo essersi stretti la mano, poi lei non ce la fece più e li abbracciò uno per uno.

- Non sapete quanto sia felice di conoscervi! - strillò. - Vi adoro! Siete fantastici! Got Me Going Crazy è geniale!

Ora sì che la riconoscevano! Joe, Kevin e Nick sapevano che Emma era una loro fan e si aspettavano una reazione simile.

- Oh, beh, grazie – disse Nick, imbarazzato.

Emma gli sorrise e lo abbracciò di nuovo.

- Oddio, crederete sia pazza – disse, lasciandolo, - scusate è che sono così emozionata! Spero di conoscervi meglio, mi fermo qui un paio di settimane, poi vado in Costa Azzurra per un film che girerò presto, e... - avrebbe continuato volentieri, se non fosse stato che il Boss venne da loro a passo di carica, li afferrò tutti e li spinse verso il set per iniziare le riprese, Chealse Staub, l'ex ragazza di Joe nonché sua attuale amica li stava aspettando lì e li salutò con un gesto della mano concitato.

- Questa è la parte in qui Chelsea presenta la sua nuova amica, Donna, ovvero la nostra Emma. Ragazzi, siate espressivi; Chelsea cara, trasmetti emozioni e Emma recita come solo tu sei fare, okay? Pronti? Tre... due... uno... azione!


Sorprendimi e con carezze proibite

dolcissime amami

(Sorprendimi; Stadio)


Lexi stava mettendo l'ultima carta sul suo fragilissimo castello fatto con le carte da gioco di Uno e fece un respiro profondo, era lì da un'ora a fare quella maledetta cosa, doveva farcela, non fallire, solo farcela.

- Lexi, senti, ho un'idea per il compito di scienze che dobbiamo fare per domani e... - disse Maggie, entrando nella camera della sorella senza bussare, troppo concentrata a leggere i fogli che aveva in mano.

- Non chiudere la... - cercò di dirle la rossa, ma troppo tardi, Maggie aveva già sbattuto la porta dietro di sé e il castello di carte era andato a farsi benedire.

La mora fece un'espressione mortificata e iniziò a sparare scuse a destra e a manca, con anche la promessa di ricostruirlo.

- Lascia stare – sbuffò Lexi, - piuttosto tu mi devi ancora raccontare una cosa.

Maggie alzò lo sguardo sulla sorella.

- Cosa?

- Sai cosa – lo sguardo di Lexi non ammetteva repliche. - La sera in cui abbiamo dormito a casa Jonas tu non sei venuta a letto e il giorno dopo eri svegli per miracolo, avevi certe occhiaie... Cosa hai fatto per tutta la notte? Okay che anch'io ho dormito poco perchè ero preoccupata per Maryl, ma tu proprio non ti sei fatta vedere.

Maggie abbassò il capo, arrossendo fino alla punta delle orecchie e balbettò parole incoerenti che riguardavano “una notte insonne”, “che non era stanca”, “c'era Nick che le stava facendo compagnia” e che, putacaso, “si era quasi baciata con il suddetto cantante.

- Tu COSA? - gridò Lexi balzando in piedi e afferrandole le spalle con forza. - E non me l'hai detto? Ti sei tenuta questo segreto per quattro giorni?

Maggie distolse lo sguardo dalla gemella e sorrise impercettibilmente; certo che non glielo aveva detto e, anche se un po' se ne pentiva, aveva fatto bene, quella splendida notte con Nick era un segreto suo e voleva coccolarselo ancora un po' prima di rivelare il tutto alle due sorelle.

- Maggie, tu hai quasi baciato Nick Jonas? Vuoi dire che si stava dichiarando dopo quanto? Due mesi che ti viene dietro? - disse Lexi e Maggie alzò lo sguardo su di lei, impallidita all'improvviso.

- Cosa hai detto?

- Ho detto che Nicholas Jerry Jonas ti sbava dietro come un San Bernardo da mesi! - sbraitò la rossa.

Ci volle qualche istante perchè la mora apprendesse la notizia, la elaborasse, comprimesse la furia omicida scatenata dentro di lei e rispondesse.

- Come fai a saperlo?

- Oh, avanti, si vede lontano un miglio – sbottò la gemella tutta pepe. - Vuoi dire che non te neri accorta?

Maggie fissò Lexi con rabbia repressa che tentò di ricacciare indietro e, dopo qualche istante, ci riuscì.

- No – mormorò e solo allora comprese tutti i gesti di Nick che lei aveva scambiato solo per amichevoli mentre, allora, erano d'amore. Come quella volta che l'avevo chiamato dopo che suo padre era partito e l'aveva consolata, tutte quelle volte in cui si era dimostrato disponibile per farla piangere sulla sua spalla, i suoi consigli, le sue parole...

Lexi le lasciò le spalle e se ne tornò a sedere, mettendosi a costruire di nuovo il castello di carte con aria da depressa.

- Beh, è così ed è meglio se vi dichiarate al più presto altrimenti vi costringo io e non scherzo! - disse, dopodiché si richiuse nel suo silenzio.

Maggie uscì in silenzio dalla stanza e come un'automa si diresse verso la sua camera illuminata dal sole primaverile.

Si lasciò cadere sul letto e diede una breve occhiata alla sveglia accanto a lei, posta sul comodino.

Erano le tre e mezza, quindi i ragazzi dovevano essere alle riprese di JONAS, ma un messaggio non uccideva nessuno, un messaggino piccolo piccolo.

Estrasse il suo Motorola dalla tasca e scrisse il messaggio.

Ehi Nick, disturbo? Come vanno le prove?

Lo inviò e praticamente si mise in ginocchio a pregare in una risposta, qualunque essa fosse.

Una musichetta preimpostata l'avvertì che le sue preghiere erano state ascoltate.

Figurati, non disturbi, stiamo facendo una pausa di 5 minuti, Joe si è incastrato con la testa nel parapetto della scala che c'è qui e stanno tentando di tirarlo fuori. Tu?

Scoppiò a ridere divertita, povero Joe, capitavano tutte a lui!

Ma dai, povero Joe! Salutamelo! Comunque io tutto bene, stavo studiando fino a poco tempo fa.

Non le ci volle molto che quell'angelo di Nick le rispose.

Cosa?

Ti interessa davvero?

No, ma fa niente, tanto per avere una conversazione.

Sorrise e digitò i tasti con forza, scrivendo e cancellando quando le sue frasi le sembravano troppo smielate.

Scienze. La odio. Dopo ci vediamo?

- Dì di sì, dì di sì – supplicò Maggie ad alta voce.

Non posso, scusa, la nuova guest star ci vuole conoscere meglio e usciamo con lei per “socializzare”, non ne ho affatto voglia... Ti va di raggiungerci?

Notare questa ultima frase con attenzione, Nick ha scritto “ti”, non “vi”, quindi l'intervento di Lexi e Maryl non è stato richiesto.

- Ma certo che sì! - esultò la mora e scrisse la sua risposta con un sorriso che partiva da un orecchio all'altro.

Certo, va bene, dove?

Ti vengo a prendere io davanti a casa tua alle sette. Hanno liberato Joe, devo scappare perchè se il regista mi becca a messaggiare mi trincia e mi dà da mangiare al suo cane, a dopo! Salutami le altre!

Okay, lo farò, a dopo!

Fece un sospiro felice e si strinse il cellulare al petto. Passava lui a prenderla, magari era anche solo e...

Erano le tre, fra quattro ore l'avrebbe incontrato. Si avvicinò con passi lunghi e svelti al proprio armadio e lo aprì per dare un'occhiata.

Jeans, jeans, jeans, tuta, jeans, gonna da nonna, jeans, gonna da mare, jeans... ma non aveva una gonna normale?

Alla fine dalle profondità più oscure dell'armadio estrasse una gonna in, ovviamente, jeans e una camicetta carina di seta rossa.

Quattro ore e l'avrebbe visto.

E consolata da quel pensiero si buttò sotto la doccia.


La gelosia

più la scacci e più l'avrai

(La gelosia; Adriano Celentano)


Maggie era seduta sui gradini del porticato davanti a casa sua, le gambe strette e le braccia incrociate, mentre con gli occhi guardava la strada sperando che comparisse una Mustang scura.

Era seduta lì da dieci minuti e da poco erano le sette, non era lui in ritardo, era lei in anticipo.

Abbassò il capo sul cellulare che aveva appoggiato sulle gambe e gli diede una breve occhiata.

- Maggie? - domandò una voce femminile e la mora alzò gli occhi per vedere Maryl, i capelli stretti in una coda e almeno una decina di sacchetti fra le mani, che la fissava.

- Maryl – disse la sedicenne, scattando in piedi, - sei tornata.

- Già – annuì con una smorfia, - sarei rimasta un altro paio d'ore ma Kevin mi ha ordinato esplicitamente di essere qui entro e non oltre le sette e, ora che lo noto, è in ritardo, cioè, insomma, non è puntuale come al solito, normalmente agli appuntamenti arriva dieci minuti prima dell'orario stabilito – si sedette sulle scale dove prima c'era Maggie e l'altra la imitò.

- Allora, cosa fai sta sera? - domandò la bionda.

- Oh, Nick mi ha chiesto se volevo uscire con lui, Joe, Kev e una nuova entrata di JONAS – spiegò, - secondo me Kevin ti ha chiamato ma non hai visto la telefonata persa.

- Ma no! L'avrei vista di sicuro, io... - la canzone American Idiot dei Green Day partì dal cellulare della ragazza, la quale rispose non appena diede un'occhiata al display. - Ciao Kevin!... cosa? Sì, sono a casa ma perchè tu...? Ah, con Emma Roberts, beh capisco, certo... Maggie è qui accanto a me... sì, okay glielo dico, ovvio, ah ah. Va bene, tesoro, per oggi te lo concedo, staremo Lexi ed io, vedremo un film insieme... cosa mangeremo? Ordinerò cinese... sì, ho capito Kevin non aprirò agli sconosciuti, non sono scema, sai? Sì, anche io ti voglio bene, a domani tesoro, ciao – sbuffò.

Maggie, che aveva seguito la conversazione solo per metà, la guardò perplessa.

- E' diventato iper protettivo – spiegò la ventenne. - Comunque Nick sta arrivando, è leggermente in ritardo.

Maggie annuì, un grosso sorriso che le si tinse sul viso grazioso.

Maryl la fissò e sorrise, per poi prenderle una mano e stringerla amichevolmente e dopodiché la abbracciò, felice.

- Maggie, hai capito di Nick? - osò.

La sedicenne annuì e arrossì copiosamente, abbassò il capo e si guardò la gonna di sbieco, mentre nella sua testa stava cantando di gioia.

- Oh, sono così contenta! - esclamò la bionda e la strinse forte.

- Maryl... non respiro – disse la mora, il fiato mozzo.

Maryl la lasciò andare e continuò a guardarla, gli occhi lucidi dalla commozione.

- No, non ci credo! Stai quasi piangendo – commentò la sedicenne e la sorella maggiore fece un mezzo sorriso, asciugandosi una lacrima solitaria che le stava calando lungo il viso.

- Stai zitta Maggie, - disse, - sono contenta per te. Nick è un bravo ragazzo e voi siete perfetti per stare insieme, vi siete trovati nel momento adatto e siete come... due pezzi di un puzzle e combaciate alla perfezione.

La mora rifletté su quelle parole e alzò lo sguardo sul cielo ancora terso sulla sua testa; le piaceva il cielo, soprattutto di notte, il cielo parlava, a modo suo. Ad esempio le stelle potevano formare delle immagini che rappresentavano il suo futuro. Solo allora fece il collegamento: il giorno prima di incontrare Nick aveva guardato il cielo e aveva visto un ragazzo, insomma la forma di un ragazzo, poco precisa ma chiara... le stelle le avevano predetto il suo incontro con Nick.

Un clacson suonò all'improvviso strappandola ai suoi pensieri; una Mustang scura si era accostata davanti al giardino di casa sua e la aspettava.

- Vado – disse Maggie alla sorella, - a che ora torno?

Maryl le mise a posto una ciocca di capelli e le sorrise allegra.

- Oh, beh, diciamo che il coprifuoco scatta nel momento esatto in cui sarei rientrata in camera – ridacchiò, - hai carta bianca, torna quando vuoi. Vuoi accettare un mio consiglio, però?

La mora annuì, confusa, già in piedi, pronta ad andare.

- La prima mossa falla fare a lui, so che la sta per fare, pazienta – disse la bionda e rientrò in casa senza un'altra parola.

Maggie raggiunse la Mustang con un sorriso sulle labbra, immaginandosi già come sarebbe stato il tragitto con Nick, solo loro due.

Nick scese dalla macchina e non appena i loro sguardi si incrociarono i loro occhi si illuminarono e Maggie abbassò leggermente il capo; da quando lui aveva fatto la sua quasi rivelazione si erano già visti un paio di volte e sempre erano stati più gentili del solito fra di loro, ma con un nuovo imbarazzo.

- Nick – lo salutò con un sorriso.

- Maggie – sospirò lui e le diede due baci sulle guance. La ragazza rimase interdetta per un istante, poi gli sorriso e poggiò le sue labbra su una sua guancia.

Lui sorrise, ma all'improvviso si incupì leggermente.

- Maggie, ti vorrei presentare una persona, Emma Roberts – annunciò e non appena pronunciò quel nome una ragazza abbastanza bassa, con i capelli tinti di un rosso scuro simile al castano e con dei boccoli chiaramente non naturali comparve all'improvviso con un sorriso finto sulle labbra.

Indossava un vestitino rosso talmente corto che più che un abito sembrava una maglietta lunga, il viso pesantemente truccato.

- Tu devi essere Maggie – squittì e anche lei le baciò le guance. - Piacere Emma Roberts, ma chiamami Em se vuoi, va bene così! Come stai? Sei davvero una bella ragazza! Ehi Nicholas, mi hai detto che era una tua amica, non è che per caso non mi hai detto tutto?

Ma cos'era, un vulcano in eruzione? Continuò a parlare per cinque minuti buoni facendo domande su domande e senza aspettare una risposta ricominciava con una nuova raffica di quesiti.

- Andiamo? - propose infine il cantante, interrompendola nel bel mezzo di un'importante domanda di Emma, o Em: le stava bene quel vestito? Non era forse troppo lungo?

- Sì! - esclamò e si sedette comodamente sul posto anteriore, accanto a quello del guidatore.

Sia che Nick e Maggie la fulminarono con lo sguardo, ma poi la ragazza si sedette sul sedile posteriore.

- Allora, Jackie, hai la patente? - chiese Emma.

- Maggie – la corresse Nick con un sibilo infastidito.

- Sì lei.

Maggie la guardò con aria un po' persa, poi rispose senza guardarla negli occhi e allacciandosi la cintura.

- No, la prenderò fra un po', quando avrò tempo – disse.

- Ah e quand'è il tuo compleanno? - continuò quella.

- Il trentun ottobre – spiegò la mora, forzatamente gentile. - Nick, metti un po' di musica, per favore?

Il sedicenne annuì e accese la radio alzando la radio, quasi a coprire la voce di Emma.

- Come sono andate le prove, Nick? - continuò la mora, ignorando l'attrice davanti a lei.

- Oh bene! - rispose Emma, anche se non era stata chiamata in causa. - Davvero bene! Certo, questo è un ruolo che ho deciso di interpretare per occupare il tempo, con i soldi che mi hanno dato mi farò un paio di settimane in un'isola tropicale con tutta la mia famiglia. Sai che poi farò un film in Costa Azzurra? Interpreterò una ragazza, figlia di una scrittrice di successo e di un ex generale di guerra, presa dai problemi degli adolescenti, tipo droga, alcol, sesso... - rise. - Con quanti ragazzi sei stata?

- Cosa?! - chiesero allibiti Nick e Maggie in contemporanea.

- Ah, ho capito, in effetti sei ancora un po' giovane, quanti anni hai? Quattordici, no? Io ho iniziato alla tua età con un ragazzo che si chiamava Lucas, o forse era Robert? Non mi ricordo... Vabbè a Nick non lo chiedo nemmeno – sbuffò, - non l'ho mai capita questa cavolata dell'anello, sai?

Maggie sbuffò e Nick, tanto per non ammazzarla, alzò ancora di più il volume della radio.

Il tragitto fino al ristorante che Nick, Joe e Kevin avevano prenotato fu un inferno. Emma continuava a parlare, tanto che dopo dieci minuti di macchina sia Maggie che Nick avevano un forte mal di testa, ma Emma non parve farci caso e continuò a raccontare della sua vita e dei suoi miracoli.

- Joe! Kevin! - gridò Maggie non appena li scorse e li salutò con la mano concitatamente.

- Ma che ti urli? - strillò Emma, sbuffando, e incrociando le braccia al petto.

Nick parcheggiò davanti ai fratelli e non appena uscì dalla macchina li guardò come per dire che gli dovevano molte cose per l'inferno appena passato.

Maggie sgusciò fuori dalla macchina e andò a salutare Joe e Kevin con un cenno timido della mano, e li guardò persa.

Emma tossicchiò, attirando l'attenzione di tutti.

- Nick – disse non appena gli occhi del ricciolino si posarono su di lei. - Non si apre la portiera a una signora?

Il sedicenne roteò gli occhi e fece come la finta rossa gli aveva chiesto, ed Emma per ringraziarlo gli posò le labbra su una guancia.

- Grazie – sussurrò con voce suadente, poi si avvicinò ai due Jonas maggiori che la guardavano stralunati.

Maggie incrociò le braccia e la fissò con aria omicida, era la prima volta che Nick la vedeva con quell'espressione in volto e in quel momenti decise di intervenire e le si avvicinò, sfiorandole un braccio con una mano.

- Ehi – disse, - tutto okay?

Maggie sospirò e annuì; non doveva dire che era gelosa, non doveva dire che, se avesse potuto, avrebbe strangolato Emma in quel momento, no, non doveva dirlo.

- Dobbiamo parlare, dopo – spiegò il sedicenne in un orecchio della ragazza.

La sedicenne annuì, rabbrividendo a quel contatto e le fu impossibile non arrossire, come ogni volta che lui la sfiorava.

- Nicholas! - trillò Emma. - Vieni su!

Il cantante alzò gli occhi al cielo e prese Maggie per mano, facendole venire un mezzo infarto, e la trascinò dietro di sé, portandola con lui.

Nessuno dei due, per tutta la sera, ebbe la possibilità di palare, Emma rimase attaccata a Nick e non lo lasciò un istante.

Era possibile che, proprio quando le cose sembravano risolversi fra lui e Maggie, tutto ricominciasse a spezzarsi?


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