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Autore: Mari Lace    25/12/2022    4 recensioni
[The Greatest (Still Magical) Showman!AU; Draco & Neville, accenni Drarry]
Draco annuisce cortese. I disegni che espone al pubblico non sono certo le sue opere migliori, anzi. “Vi ringrazio.” Reprime l’impulso di allentare il nodo della cravatta. Si sente soffocare.
“Pensate di essere in grado di disegnare un poster per gli spettacoli del mio gruppo?” domanda Paciock, senza scomporsi. “Vorrei assumervi anche per alcuni fondali.”
Draco batte le ciglia, incredulo. “Siete serio?”
Genere: Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Neville Paciock | Coppie: Draco/Harry
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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NdA: Questa storia è fortemente ispirata dalla canzone The Other Side. Mi aveva sfiorata l’idea di farla partecipare alla mia challenge Love beyond romance, solo che definire Draco e Neville amici qui è un tantino esagerato e quindi niente. :”)

L’ambientazione è ispirata a The Greatest Showman (fine Ottocento), ma ho mantenuto l’elemento magico adattandolo al contesto.

Cara Nao, spero tanto che ti possa piacere!

L’altro lato

 

Draco sorseggia, in disparte, un bicchiere di Whisky incendiario. Il party di questa sera è terribilmente noioso e lui vorrebbe soltanto tornare alla Villa e riposare, magari continuare il lavoro sul suo ultimo schizzo – il nuovo tipo di acquerello che ha applicato dovrebbe essersi asciugato, ormai –, ma non può sottrarsi. Già immagina i titoli dei giornali che formulano le più assurde ipotesi sull’assenza del giovane Malfoy al gran galà dei Nott, per non parlare dell’espressione delusa sul volto di suo padre. No, deve rimanere – e dovrebbe proprio unirsi a qualche conversazione –, un destino a cui è ormai rassegnato.

Quando si è quasi convinto a raggiungere il gruppetto dove ha notato Pansy Parkinson e Daphne Greengrass, un colpetto di tosse chiaramente fasullo richiama la sua attenzione e lo porta a girarsi. Riconosce l’uomo sui vent’anni che si trova davanti come farebbe chiunque abbia letto un giornale negli ultimi due mesi. L’istinto gli suggerisce di allontanarsene in fretta, ma Draco lascia prevalere la curiosità; concedere qualche minuto di attenzione a Neville Paciock può facilmente essere attribuito alle sue buone maniere, non crede che nessuno possa biasimarglielo.

Paciock sorride radioso. “Ho visto i vostri schizzi in mostra alla galleria Cooman,” esordisce. “Siete molto abile.”

Draco annuisce cortese. I disegni che espone al pubblico non sono certo le sue opere migliori, anzi. “Vi ringrazio.” Reprime l’impulso di allentare il nodo della cravatta. Si sente soffocare.

“Pensate di essere in grado di disegnare un poster per gli spettacoli del mio gruppo?” domanda Paciock, senza scomporsi. “Vorrei assumervi anche per alcuni fondali.”

Draco sbatte le ciglia, incredulo. “Siete serio?”

“Certo.”

Draco ride. Come altro dovrebbe reagire? “Posso ammettere di apprezzare il vostro spettacolo,” dice, “da lontano. Associarmi a voi mi rovinerebbe la reputazione, potrei perdere l’eredità per molto meno di una vostra commissione.” Termina il Whisky in un unico, ultimo sorso e poggia il bicchiere vuoto sul tavolo più vicino.

Il sorriso di Paciock non vacilla, anche se ora somiglia più a un ghigno. “Oh, certo. Associarvi a me potrebbe costarvi tutto, lo so bene. Ma al contempo vi renderebbe libero.” L’uomo agita la bacchetta e fa arrivare un bicchiere pieno di Whisky tra le mani di Draco, che lo afferra per mero riflesso. “Davvero preferite passare la vita ad annoiarvi a party tutti uguali? Lo leggo nei vostri occhi, Malfoy, voi volete di più. Io posso darvelo. Sarebbe un peccato continuare a sprecare il vostro talento.”

“Non so di che cosa parliate.” Draco poggia il bicchiere nuovo accanto a quello vuoto, piccato. “La vita di cui secondo voi sarei prigioniero è piuttosto godibile,” mente, “ma comprendo che voi non siate in grado di immaginarlo.”

Paciock inarca un sopracciglio. “È così godibile? Alcool, noia, feste e mostre fatte per accontentare chi non capisce niente di arte?” Afferra il Whisky che Draco ha rifiutato e lo beve tutto d’un fiato.

Draco si sente tremare di rabbia – rabbia e frustrazione, perché Paciock ha colpito nel segno. Ciò che gli propone, tuttavia, rimane impossibile. “Se venissi con voi, verrei rinnegato. Diventerei la disgrazia della comunità, un altro dei vostri clown.”

“Almeno vivreste un po’, finalmente,” replica Paciock senza mancare un colpo. “Potreste passare le vostre serate ridendo, invece che a dedurre quale gruppetto di conversazione vi annoierà meno. Potreste dedicarvi alla vostra arte. Gli schizzi che ho visto alla mostra non lasciano dubbi sulla vostra abilità, certo, ma so che potete fare molto di meglio. L’avete già fatto, non è così?”

Draco pensa a tutti i progetti che tiene nascosti al mondo, conscio che l’alta società magica non sia pronta ad accogliere tanta innovazione. L’espressione di sua madre l’unica volta che ha osato mostrarle uno dei suoi lavori più arditi gli è bastata a farsene una ragione. Ma come può Paciock…? “Voi cosa potreste saperne?”

“Oh, andiamo.” Il sorriso di Paciock si fa meno derisorio, più schietto. “Avete detto di apprezzare, sia pure da lontano, il mio spettacolo. Sono certo che sappiate chi vi si esibisce.”

Draco cerca di non pensarci, in realtà, ma sì. Lo sa fin troppo bene. In mezzo al gruppo di Nati Babbani e reietti del mondo magico, la stella dello spettacolo non poteva che essere lui; lui ad attirare spettatori curiosi da ogni parte, facendo conoscere un tentativo che forse non sarebbe mai riuscito a partire senza. Neville Paciock ha talento, come progettatore e uomo d’affari, ma forse neanche lui sarebbe riuscito a riscuotere il successo che ha ottenuto grazie al Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto, nientemeno che Harry Potter. Harry. Draco ricorda bene quando l’ha lasciato, a seguito del suo rifiuto di annunciare ai suoi genitori la loro relazione.

“Vi leggo in volto che avete compreso. Sì, Harry mi ha parlato delle vostre opere più d’avanguardia. Un vero peccato lasciarle nel cassetto, sbaglio?”

Draco si morde un labbro. È dannatamente tentato, proprio come lo è stato anni prima, di mandare tutto all’aria. Può davvero trovare il coraggio di lasciarsi la famiglia alle spalle e lanciarsi in una simile avventura? Paciock lo fa suonare facile, ma soprattutto stuzzicante. Lascia andare il labbro e si aggiusta la cravatta; a prescindere da ciò che deciderà di fare, resta comunque un Malfoy. Tempo di dimostrarlo. Sorride predatorio e chiama a sé un nuovo bicchiere. “Una proposta intrigante, ma mi costerebbe tantissimo.” Beve. “Quanto mi spetterebbe dei guadagni?”

Paciock sorride di rimando e poggia il bicchiere che ancora teneva in mano. “Siete pratico, Malfoy; mi piace.” Sembra rifletterci un secondo. “Forse dovreste mostrarmi che cosa sto comprando, prima.”

Draco ghigna e prende un altro sorso. “L’opinione di Harry non vi basta più?” Merlino, Harry. Quasi non gli sembra vero di star pronunciando il suo nome come se niente fosse, e che ci sia la possibilità – più reale ogni secondo che passa – di rivederlo a breve. L’orgoglio gli imporrebbe di non cercarlo più, dopo quanto ha sofferto per il suo abbandono, ma Draco non si illude al punto di non vedere le sue colpe. È stato lui ad allontanarlo. Termina il Whisky e si chiede se a fargli considerare di sciogliere ciò che lo vincola a una vita di responsabilità sia l’arte persuasoria di Paciock o il coraggio liquido che ha assunto nel corso della serata. Forse un misto di tutt’e due le cose; forse ha sempre voluto farlo e gli serviva solo un’ultima spinta.

Paciock schiocca le dita e fa apparire un biglietto da visita – Draco rotea gli occhi di fronte al trucco; chi crede di avere davanti, un Babbano? – e glielo porge. “Raggiungetemi tra un’ora al circo. Concluderemo l’affare.” Accenna un inchino, una mano sulla tesa del cappello. “Spero di vedervi.” Con un ultimo occhiolino, gira su sé stesso e si Smaterializza.

Draco sbuffa, ma sa di aver già deciso. Ignora gli sguardi che lo studiano con avida curiosità e si incammina verso la porta. Paciock non gli ha lasciato molto tempo per preparare un bagaglio.

 

Ad accoglierlo all’ingresso del tendone non è Neville Paciock.

Harry Potter gli sorride senza traccia di rancore.

“Benvenuto dall’altro lato.”

  
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