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Autore: Dakota Blood    26/12/2022    0 recensioni
Cosa succede quando una ragazza giovanissima come Savannah Smith, diciassettenne da sempre isolata dal resto del mondo tanto da sentirsi una Hikikomori, incontra un ragazzo affascinante e per di più famoso in tutto il mondo come Max Denver?
Una storia che nasce dal buio e affronta la luce, con tutto il dolore che ne consegue, perchè è vero che a volte le cicatrici sono dolorose, ma il sangue che scorre lento può essere di gran lunga peggiore.
-Tu non vuoi fuggire, Sav, tu vuoi restare.
Lo guardai con occhi smarriti, colmi di pianto. Non volevo restare, non volevo andare. Ma dovevo proteggermi...
-Io non capisco Max. Io dovrei odiare ciò che sei.
-Sh, tu non mi odierai MAI.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Con Max non dovevo preoccuparmi se evitavo di frequentare la scuola perché il panico mi assaliva sempre ogni volta che pensavo di varcare quel maledetto cancello, oppure se le canzoni che ascoltavo o il modo in cui mi piaceva vestire agli occhi del mondo mi facessero sembrare strana e anche matta.

Lui era la libertà fatta a persona e presto mi ero abituata.

Da quando stavo con lui non vedevo più i miei genitori, e finalmente non li sentivo più litigare per qualsiasi stupidaggine.

Ero una ragazza nuova di zecca e non mi sentivo più insicura, finalmente avevo abbandonato da un mese la mia comfort - zone della mia camera e uscivo ogni sera con lui.

 

Camminavamo per le vie di Los Angeles sentendoci una coppia, e anche se un mese non è nulla per conoscere una persona, io sentivo per lui un bruciore al cuore che a volte di notte persino mi spaventava.

Mi faceva ridere, litigavamo spesso ma poi facevamo pace a letto, sentendoci come se fossimo stati uniti da sempre, da molto prima che esistessimo.

Era un qualcosa di trascendentale, surreale, era un sangue giovane che confluiva nel veleno malato del mondo, restando comunque bello e puro.

In un mese avevo avuto la mia prima volta con lui ed era stata una ventata d’aria fresca.

Capii che avrei fatto sesso in poco tempo quando lui mi portò in albergo e mi disse di chiudere gli occhi.

Avevo paura, il cuore mi balzava dal petto, era una sensazione fresca, nuova, ero agitata e costretta a non poter fuggire, ma non volevo andare via perciò era tutto ok.

Dopo aver tolto le sue mani dai miei occhi chiusi rimasi a bocca aperta nel vedere con quanta cura aveva preparato il nostro letto… ovunque c’erano dei petali di rose nere e bordeaux sparse un po’ dappertutto e anche delle Tea Candles molto raffinate con dei cuori disegnati sopra.

-Ti piace?

Mi chiese, abbracciandomi da dietro.

-Mhmh.

Riuscii solo a mugugnare qualcosa di incomprensibile, perché stavo impazzendo di gioia e anche di paura.

-Senti, non devi avere alcun timore. Non faremo nulla che non ti piaccia. Ok?

-Va bene.

Gli sorrisi, e lui mi baciò prontamente.

Sapeva sempre come acchiapparmi mentalmente, riusciva a rendermi schiava dei suoi baci assurdi, delle sue labbra carnose e vogliose.

Era la brama di vita che ardeva dentro di lui a renderlo in quel modo.

E io lo amavo davvero.

 

Quella sera mi spogliò piano, lasciò che i miei jeans neri scendessero giù fino a terra e poi li accantonò da una parte della stanza, io non badai molto a quel fatto ovviamente.

La maglietta dei Guns mi fu tolta in meno di un secondo, così come il reggiseno e le mutandine.

Ero imperfetta tra le sue braccia.

-Mi sento una cretina, credimi.

-Shh, non  dire nulla.

Pensai al fatto se avesse con sé un preservativo ma mi lesse nel pensiero ed estrasse dal comodino un condom alla ciliegia.

Era il mio gusto preferito e con lui sarebbe stato perfetto.

Sentii un dolore molto forte all’inizio, come se qualcosa mi stesse dando fastidio ma anche piacere e quando mi lasciai andare sotto consiglio di Max, tutto divenne magico e quasi non volli che smettesse.

-Sav, che fai, ci prendi gusto adesso?

Risi di gusto e ci baciammo.

Ero la ragazza più invidiata del pianeta.

 

                                                                                                                  ***

 

Ciò che a diciassette anni non sapevo minimamente era che un ragazzo di vent’anni compiuti da poco come Max, non scherzava affatto quando diceva di non dovermi affezionare troppo perché lui “non era un bravo ragazzo”.

Ciò che non sapevo inoltre era che di lì a pochi giorni avrei conosciuto di nuovo la solitudine, il dolore… ma cosa ancora peggiore di tutte la sua migliore nemica: la droga.

 

 

 

Angolo autrice:

 

Secondo capitolo, più breve del primo certo, ma spero vi sia piaciuto lo stesso.

 

Buon Santo Stefano a tutti ♥


Dakota.


 

   
 
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