Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Dreamer47    28/12/2022    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
HUNTER'S LEGACIES
Capitolo 30.
(II PARTE)


Guardando il cerchio di fuoco in cui fosse stato confinato con l'inganno, dopo che Anael era andata a cercarlo per portarlo dai Winchester e da Bobby, Castiel non riuscì a fare altro che interrogare se stesso, chiedendosi come fosse finito a lavirare insieme ad un demone come Crowley, mentendo ai suoi amici per cui si fosse tante volte ribellato e per cui avesse davvero sacrificato ogni cosa. 
La sua mente non era mai stata sfiorata dalla possibilità che potesse aver fatto una scelta sbagliata, come i suoi amici sostenevano ormai da un pezzo dopo averlo imprigionato, e Castiel lesse il dolore ed anche una punta di disprezzo nei loro sguardi. 
L'angelo si sentiva fin troppo combattuto e diviso sulla sua scelta, avendo interessi da entrambe le parti e avrebbe tanto voluto ritagliare un pezzo del suo tempo per spiegare loro il motivo che lo avesse spinto a comportarsi in quel modo, ma il tempo era proprio ciò che non aveva. 
Nel corso della sua permanenza terrena, Castiel aveva imparato dai suoi amici la difficile arte di saper prendere una posizione in guerra, la dura lotta e le conseguenze delle sue azioni, e l'angelo aveva davvero modificato il suo modo di percepire le cose ed agire, dimenticando a volte anche la sua natura angelica quando trascorresse il tempo insieme a loro.
Ma Castiel sarebbe dovuto restare morto quando Sam, posseduto da Lucifer, lo avesse ucciso e stesse per iniziare l'apocalisse sulla terra, ma così non fu: Dio l'aveva riportato in vita atomo dopo atomo, facendogli intuire che questa volta fosse tornato con una missione precisa di compiere. 
Sentiva dentro la sua anima che fosse una sua responsabilità portare Sam indietro dalla gabbia, e non si arrese quando scoprì di averlo portato indietro sulla terra senza un pezzo essenziale per un uomo come lui, ovvero la sua anima. 
Ma la lotta contro Raphael era troppo dura per potersi concentrare anche su quello, aveva bisogno di alleati potenti che trovò in Balthazar, il quale riuscì a fornirgli le armi Celesti del Paradiso per affrontare al meglio la sua battaglia contro l'arcangelo. 
Castiel guardò lo sguardo tradito e deluso di Anael posarsi sul suo e deglutí a fatica quando capí di averla ferita davvero tanto, e la vide scuotere la testa perché in tutto quel tempo lei gli era sempre stata accanto, sostenendolo quando la lotta diventava dura e avesse dei momenti di sconforto. 
Solo in quel momento Castiel capí di essere stato superbo ed arrogante, e di avere solamente complicato le cose. 
Aveva dunque agito male? Aveva ferito tutti i suoi amici e li aveva persi per sempre? 
Guardò il maggiore dei Winchester in silenzio con aria dispiaciuta che lui non potesse capire, nonostante avesse confessato tutto ciò che avesse fatto fino a quel momento, ma lesse nel suo sguardo, come in quello dei presenti, un grande senso di tradimento e di tristezza. 
Dean infatti si sentiva molto ferito, perché quel comportamento faceva male: aveva sempre considerato Castiel come il suo secondo fratello e averlo sentito parlare in quel modo gli aveva fatto fin troppo male. Tirò su col naso e mise su la sua espressione arrabbiata. “Per l’ennesima volta: riporta indietro Abby". 
"Non posso: non sapevo neanche che Crowley l'avesse rapita". 
L’angelo sospirò rumorosamente scuotendo la testa, ed abbassò lo sguardo sul cerchio di fuoco sul retro della casa di Bobby, osservando le fiamme che danzavano vicino a lui; serrò la mandibola e sollevò leggermente il capo, alternando lo sguardo fra i ragazzi.
“Non posso portarla via, ma la proteggerò! Ve lo prometto! Fidatevi del fatto che faccio tutto questo anche per voi!”.
“Lo fai per noi, Castiel? Davvero?" chiese Sam sgranando gli occhi e spalancando leggermente la bocca per la sorpresa, allargando le braccia e guardandolo con aria delusa. "Lo fai semplicemente perché sei avido di potere! Vuoi aprire il Purgatorio solamente per diventare più potente e forte".
L'angelo lo guardò con aria supplichevole e sgranò gli occhi, alternando poi lo sguardo fra i tre cacciatori posti davanti a sé. "Per distruggere Raphael in battaglia! È questo il mio unico scopo!". 
Anael, che teneva le braccia conserte ad assistere quella scena pietosa con la tristezza nel cuore, fece un passo avanti verso di lui con aria delusa, scuotendo la testa e guardandolo dritto negli occhi mentre superava i due Winchester e si mise davanti a Castiel: cercò nei suoi occhi un motivo per perdonarlo, per buttarsi tutto alle spalle ed allearsi contro Crowley ancora una volta, ma non trovò nulla a cui appigliarsi. 
Ed una lacrima tipicamente umana sfuggì al suo viso, che per la prima volta si piegò in un'espressione sofferente. 
"È finita, Cas. La nostra amicizia è finita, la nostra alleanza è finita. Non starò più dalla tua parte, ma più. E adesso, se almeno un po' ti importa ancora di me, fai ciò che ti hanno chiesto e riporta Abby a casa. È sotto la mia protezione ed io non posso accedere alle prigioni, ma tu puoi farlo. Riportala a casa, per favore". 
Castiel la guardò negli occhi con aria seria e addolorata, perché nonostante fosse un angelo e nonostante non avrebbe dovuto provare certi sentimenti nei suoi confronti, non riusciva ad impedire al suo cuore umano di battere più velocemente quando stesse insieme a lei. "Se lo faccio, non potrò aprire il Purgatorio e Raphael vincerà e scatenerà un'altra apocalisse, distruggendo la terra completamente. Come puoi mettere la vita di una persona davanti a quella di settemiliardi?". 
Anael deglutí a fatica ed abbassò il capo, perché le faceva male che Castiel le chiudesse ogni via d'uscita che gli proponesse, cercando di salvarlo da un futuro funesto. Sentí la mano del maggiore sulla sua schiena e subito sollevò lo sguardo verso di lui, permettendogli di osservare i suoi occhi lucidi ed il suo dolore, così come Dean fece con lei. 
Il maggiore fece un passo avanti verso Castiel guardandolo con aria di disappunto ed una smorfia di dolore sul viso e decidendo di fare un ultimo tentativo. "Io mi fidavo di te, sei come un fratello per me! Tu sei di famiglia e io proteggo sempre  la famiglia! Quindi ti do un'ultima possibilità: abbandona Crowley e torna con noi. Ti aiuteremo noi a fermare Raphael, come abbiamo sempre fatto. Insieme. Ma adesso devi aiutarmi a riportare Abby a casa, amico: lei è il mio cuore, Cas. Se me la porterete via, ti prometto che verrò a prendervi uno dopo l'altro e vi ucciderò".
Dean avrebbe voluto leggere la redenzione nello sguardo dell'angelo, il pentimento e la convinzione di aver fatto la scelta sbagliata, ma invece vide nello sguardo di Castiel un profondo rammarico perché nessuno capiva l'enorme sacrificio che avesse compiuto a lavorare con Crowley solamente per salvarli dalla distruzione. 
Scosse la testa in maniera lenta, alternando lo sguardo fra i cacciatori ed Anael che lo guardò con le lacrime agli occhi. "Non posso farlo. Mi dispiace". 
Con un cenno della mano, Castiel riuscì a spegnere le fiamme del cerchio di olio Santo, sospirando rumorosamente e mostrando loro quanto fosse diventato potente con la forza delle armi Celesti, e sospirò uscendo dal cerchio spento e guardandoli per un lungo momento senza dire nulla, soffermandosi su Anael e Dean. 
Deglutí a fatica e si voltò verso la rimessa della auto, pronto ad andare via senza aggiungere una parola, quando la voce del maggiore lo richiamò e gli sentí udire delle parole che mai avrebbe voluto sentir pronunciare proprio da lui. 
"Dopo che avrò ucciso Crowley, tu sarai il prossimo della mia lista, Castiel!". 
Chiuse gli occhi per un momento e poi si fece forza, andando via con aria addolorata e sbattendo forte le sue ali, lasciando i tre cacciatori e l'angelo da soli. 
 

 
Non aveva lasciato passare tanto tempo da quando quello che considerasse un amico fraterno gli avesse confessato il suo tradimento e se ne fosse andato come se nulla fosse, come se non li avesse feriti ed abbandonati in quella situazione; aveva raccolto tutti gli ingredienti per il rituale, ripetendo a suo fratello ed a Bobby che fosse del tutto calmo e pronto ad affrontare anche la seconda parte del piano, invocando Crowley. 
Infatti dopo pochi attimi se lo ritrovò davanti con un'espressione compiaciuta e sorridente, intrappolato nella chiave di Salomone che Sam e Bobby avessero preparato per lui. 
"Ciao ragazzi". 
Dean era rimasto ad osservarlo ed aveva lasciato andare avanti Sam e Bobby, che iniziarono a parlare con il demone ed a minacciarlo di ucciderlo nel caso in cui non avesse fatto esattamente ciò che gli avrebbero chiesto, e si guardò attorno con aria compiaciuta osservando come Anael fosse già andata via a completare il suo ruolo nel piano. 
"Riporta indietro Abby, subito, oppure ti uccideremo lentamente!". 
Dean sentí suo fratello minacciare Crowley con quella frase, scaturendo nel demone una grassa risata divertita e scuotendo la testa mentre li guardava come se avesse già vinto in partenza quella stupida partita che i Winchester si ostinassero a non mollare: lì aveva visti lavorare per lui quando aveva mentito loro, dicendo di essere stato lui a riportare Sam dalla gabbia, lì aveva ingannati un'infinità di volte e aveva spinto Castiel a fare lo stesso e adesso li vedeva così disperati e senza neanche una chance di batterlo. 
"La ragazza mi serve come garanzia che voi non interferiate con i miei piani; starà bene solamente se mi liberate adesso e tornate a cuccia come i bravi cagnolini che siete". 
Dean strinse i pugni ed avanzò in silenzio, guardandolo con aria arrabbiata e furiosa, ordinandogli perentoriamente di tacere. "Se è un ostaggio che ti serve, lascia andare Abby e prendi me".
Crowley sgranò gli occhi come se quella proposta lo allettasse parecchio, ma presto si lasciò andare in una risata grassa malvagia, scuotendo la testa con aria divertita e battendo le mani in un finto applauso. "Che romantica visione della vita che hai, peccato che a me non freghi proprio niente di te. Ho preso Abby non per il suo bel faccino da cerbiatto, ma perché lei è molto forte e so che è molto meglio averla dentro la mia cella che fuori mentre cerca di riavere te. Quindi no, la potrete riavere solamente quando io avrò aperto il Purgatorio e avrò avuto la mia parte". 
Dean non distolse mai lo sguardo arrabbaito da quello divertito del demone che gli stesse davanti, nonostante sentisse su di sé lo sguardo preoccupato di suo fratello e con Bobby, per poi avanzare in silenzio verso Crowley con aria minacciosa puntandogli contro un dito. "Ascoltami bene, brutto figlio di puttana: se non la riporti subito qua, giuro che ti guarderò contorcerti dal dolore mentre brucio le tue ossa davanti a te, sono stato abbastanza chiaro?". 
I tre cacciatori udirono il demone ridere ancora una volta in maniera divertita, scuotere la testa e tenersi la pancia per le troppe risate nonostante sembrasse più una reazione isterica; Crowley era davvero stanco di lottare con loro, lottare con Castiel e con i suoi stupidi tirapiedi che non facevano altro che mettergli i bastoni fra le ruote. 
Avrebbe voluto che le cose fossero più semplici, che la Madre fosse ancora viva e che avesse potuto estorcerle il modo di aprire il Purgatorio senza così tanti sforzi per poi acquisire potere dopo aver inglobato le molte anime presenti in quel luogo, diventando più forte ed autorevole in maniera che nessuno lo avrebbe più sfidato per il trono dell'inferno. 
Anche Castiel stesso iniziava a dargli sui nervi, come quel pomeriggio quando li vide spuntare nel magazzino in cui conducesse ancora esperimenti sui mostri di Eva, e l'angelo lo avesse minacciato di far saltare completamente il loro accordo se avesse osato anche solo torcere un capello ad Abby ed intimandogli di trattarla bene oppure gliel'avrebbe fatta pagare cara. 
Crowley si schiarí la voce ed osservò i loro sguardi sorpresi, perché probabilmente non si aspettavano il suo modo di reagire davanti a quella minaccia. "Il vostro piano non funzionerà: ho lasciato detto ai miei uomini che se non dovessi tornare, avrebbero dovuto dare la tua preziosissima ragazza in pasto ai miei cani. Te li ricordi i cerberi, Dean? So che siete stati molti intimi.. quando ti hanno dilaniato e trascinato all'inferno. Vuoi che anche la tua preziosa ragazza provi ciò che hai provato tu?".
Il maggiore serrò la mascella e strinse i pugni per la rabbia e fermò Sam che stesse cedendo a quella provocazione avanzando verso il demone brandendo il suo pugnale curdo a mezz'aria con tutta l'intenzione di colpirlo dritto al petto, così come fece Bobby che trattenne il minore da un braccio per tirarlo indietro. 
Crowley sorrise compiaciuto e si mosse all'interno della trappola disegnata per terra con una vernice rossa, sollevando un sopracciglio ed osservandoli con aria superiore. "Vedete cari ragazzi, quando oggi avete parlato con Castiel lui è venuto da me molto arrabbiato. Sono volate parole pesanti, abbiamo espresso i nostri sentimenti con parole molto colorate e argute, e mi sono chiesto Cosa farebbero i Winchester a questo punto?. Mi sono sforzato tanto e finalmente ho capito come avreste agito: mi avreste attirato fuori dall'inferno e avreste mandato Anael alla ricerca della bella cacciatrice. È per questo che ho messo i miei migliori uomini ed i miei migliori mastini a controllare la cella di Abby. Non sarà facile per la vostra mascotte entrare e portarla via, mentre le viscere le pendono dal corpo". 
 
 
Iniziò a tremare e a sentir fin troppo freddo seduta sulla pavimento di pietra all'interno della cella ed iniziò a rimpiangere i tempi in cui Lucifer la teneva appesa per le braccia a delle grosse catene e la torturava; il regno di Crowley era così noioso e non aveva visto neanche un demone varcare la soglia della sua porta, con cui avrebbe potuto lottare e ingannare un po il tempo. 
Stava seduta e si toccava le braccia per riscaldarsi, chiedendosi se il nuovo re fosse un pazzo a governare il suo regno in quella maniera o se fosse un genio. La lotta faceva paura, ma piaceva ai cacciatori come lei; ma l'attesa snervante di conoscere il proprio destino non piaceva a nessuno. 
"È il tuo sangue la chiave di tutto: posso aprire il Purgatorio solamente con qualcuno che c'è già stato" le aveva detto Crowley restando sulla soglia della sua cella, guardandola con un sorriso compiaciuto e maligno quando qualche ora prima era passato a trovarla. "Dove pensi che sia finita la tua anima ogni volta che la tua esistenza terrena finiva, quando la tua vita si concludeva? Il Paradiso spetta solamente alle anime che hanno seguito un lungo percorso di redenzione e di pentimento. Con tutti i peccati che hai commesso nelle tue passate incarnazioni è un miracolo che ti sia data la possibilità di continuare a tornare sulla terra". 
Abby aveva fatto una smorfia di disapprovazione e aveva distolto lo sguardo, guardando la pietra scura delle pareti della cella, e aveva sospirato rumorosamente; non amava il modo in cui Crowley stesse parlando di lei e della sua vita, come se la conoscesse e sapesse tutto di lei. "È stato Lucifer a condannare la mia anima a queste lunghe e dolorose incarnazioni, non è stato un miracolo, stupido folletto inglese". 
Il re aveva sorriso divertito dalle sue parole ed annuì, perché aveva sentito quella storia: la donna per cui Lucifer si fosse ribellato, l'amore della sua vita per cui avesse scelto di infrangere le leggi del Padre. 
Crowley aveva sempre pensato che le voci di corridoio a proposito di Lucifer fossero delle menzogne, ma adesso sapeva la verità. 
Sapeva che il suo disprezzo per l'umanità non centrasse nulla con la sua ribellione: Lucifer aveva fatto tutto per amore, trasformatosi solamente dopo in un forte odio contro gli umani quando Syria lo aveva tradito schiarandosi con Micheal. 
Crowley fece spallucce e la guardò, capendo come una donna come lei avesse potuto far perdere la testa persino ad un arcangelo. "Comunque non preoccuparti: quando aprirò il portale per il Purgatorio avrò bisogno di tutto il tuo sangue. Sarà come addormentarsi, la tua anima tornerà nuovamente lì e fra qualche decennio sarai pronta a reincarnarti nuovamente. Ti sembreranno pochi giorni".
"Confortante, davvero" aveva detto Abby facendo una finta smorfia e tornando a guardarlo con aria spazientita, alzandosi e pulendosi distrattamente le mani sui vestiti dopo aver toccato il suolo polveroso mentre si avvicinava minacciosamente al demone. "Non ti darò mai il mio sangue e la mia vita, dovrai costringermi; non vedo i tuoi uomini a difenderti, non vedo nessun demone pronto a fermarmi". 
Un ringhio forte l'aveva costretta a fermarsi sul posto, guardandosi attorno ma non vedendo assolutamente nulla, quando notò Crowley muovere la mano a mezz'aria per carezzare la testa di un cane infernale. 
Il demone rise leggermente, chiedendosi come la ragazza avesse potuto pensare che sarebbe venuto da solo. "Va' avanti, Abby. Dimmi ancora come farai a scappare da qui, a fare a pezzi me ed i miei demoni. Il mio cagnolino muore dalla voglia di sentirlo". 
La ragazza strinse i pugni e la mascella, guardandolo in cagnesco e scuotendo la testa appena con disapprovazione, non aspettandosi minimamente la presenza dei cerberi e subito capì perché non vi fosse stato nessuno a sorvegliare la sua cella: non li vedeva, ma i mastini erano sempre stati li, a cuccia dietro la sua cella non permettendo il passaggio a nessuno. "Va' all'inferno, brutto figlio di puttana". 
Sospirò rumorosamente e tornò al presente, alzandosi ed iniziandosi a muovere per la cella nel tentativo di scaldarsi, affacciandosi appena dalla fessura della porta: non vide nessuno, eppure sapeva che quei cani fossero lì e si chiese come avrebbe fatto ad uscire da quella cella in vita, ma anche se ci fosse riuscita Abby non aveva la minima idea di come si uscisse dall'inferno. 
Si mosse nervosamente, sforzandosi di non cedere al fatto che sarebbe potuta morire proprio per il rituale di Crowley ed iniziò a pensare ad un piano di fuga, ma non aveva armi, non poteva difendersi dai demoni, dai mastini e dal re stesso. 
Iniziò a pensare che fosse proprio in grossi guai e che sarebbe stato molto difficile riuscire a sopravvivere quella volta. 
Degli improvvisi e spaventosi ulati la fecero sobbalzare, indietreggiando dalla porta per la sorpresa quando udí le zampate possenti sul pavimento di pietra farsi sempre più lontane ed intuì che qualcosa stesse succedendo, qualcuno stesse facendo irruzione perché i mastini non avrebbero mai lasciato la sua cella. 
Udí dei passi avvicinarsi sempre di più e si mise in posizione da combattimento, pensando che qualsiasi cosa sarebbe spuntata dalla porta sarebbe riuscita a stenderla ed a scappare. 
Ce l'avrebbe fatta. Avrebbe lottato con le unghie e con i denti. 
La porta si spalancò con un sonoro stridolio che le accapponò la pelle ed Anael quasi rischiò di ricevere un forte pugno dritto in faccia, che riuscì a schivare in tempo, e l'angelo le sorrise felicemente osservandola stare bene. 
Abby non ci pensò due volte e le sorrise, correndo nella sua direzione ed abbracciandola forte, grata del fatto che non riportasse alcuna ferita; eppure la sua amica sembrava non stare troppo bene e le chiese spiegazioni sciogliendo l'abbraccio e guardandola meglio. "Sono i sigilli, mi indeboliscono. Dobbiamo uscire subito da qui". 
La ragazza annuì e la afferrò dal braccio per sostenerla, facendole segno di camminare aggrappandosi a lei. "Fammi strada".
 
 
Il silenzio eccheggiava fin troppo nelle sue orecchie, mentre se ne stava seduto su una sedia di legno all'interno della panic room con la schiena piegata in avanti ed i gomiti puntati sulle sue cosce; lo sguardo disperato di Dean era fisso sul corpo privo di conoscenza di Sam, sdraiato sul letto sembrando del tutto inerme ma con un'aria sofferente. 
Castiel era tornato a far loro visita quando aveva scoperto ciò che Crowley avesse fatto, intrappolando anche Anael insieme ad Abby, ed era andato ad informali ritrovandosi contro però i due Winchester piuttosto infuriati che non fecero altro che ricordargli la marea di scelte sbagliate che avesse fatto quando aveva deciso di allearsi con Crowley e mentire ai suoi famiglia, a coloro che gli volessero davvero bene. 
L'angelo non aveva apprezzato quel comportamento, specialmente quando Dean gli aveva confermato che sarebbe arrivato fino a Crowley e lo avrebbe fermato, perché il Purgatorio non poteva essere aperto. Non dopo aver visto Eva, la Madre, e la sua malvagità, chiedendosi cosa diavolo potesse contenere quel posto. Quando capí che avessero preventivato la sua visita e che stessero per intrappolarlo, Castiel eluse la trappola e si diresse da Sam facendo crollare il muro già parzialmente sgretolato che Morte avesse appositamente creato per lui. 
Sam era subito caduto a terra privo di conoscenza e da allora non si era più ripreso, facendo presagire al fratello che a quel punto dovesse già essere finita. 
Le pupille non reagivano, Dean aveva provato in tutti i modi a farlo uscire da quella sorta di trans, ma Sam era ormai andato. 
Dean chiuse gli occhi ed appoggiò il mento ai suoi pugni chiusi, scuotendo la testa perché non aveva la più pallida idea di come agire, cosa fare e come risolvere quella complicata matassa. 
Il suo fratellino stava già male da quando il muro aveva cominciato a sgretolarsi, lo aveva visto soffrire terribilmente quando alcuni ricordi erano tornati a galla scuotendolo fin troppo, e Sam aveva ricordato alcuni momenti della sua vita in quell'anno e mezzo: aveva ricordato Samuel, le cacce con i Campbell, i mostri, ma soprattutto ciò che avesse fatto ad Abby. 
Aveva capito che il se stesso senza anima avesse rapito la ragazza di suo fratello per lo stesso motivo per cui lo avesse fatto Crowley: l'avidità e la vendetta. 
Sam voleva utilizzarla per eliminare Lucifer una volta per tutte, diventando la superstar dei cacciatori e riscattando la sua immagine. 
Non importava che per farlo avrebbe dovuto sacrificare la vita di Abby o la sua. L'avrebbe uccisa a sangue freddo, quella sera, dopo averla avuta.
I suoi pensieri erano ciò che lo spaventasse di più. 
L'essere privo di umanità, incurante del dolore che avrebbe arrecato. 
Abby aveva una famiglia: uccidendo lei, avrebbe strappato via il cuore di Dan e di Silver. 
Bobby ne sarebbe stato devastato. E Dean sarebbe precipitato nel meandri più oscuri della sua personalità. 
Sam aveva posto le sue scuse al fratello con le lacrime agli occhi perché se fosse stato se stesso, il vero Sam, non avrebbe mai fatto delle azioni così spregevoli; Sam ricordò la violenza che avesse usato su Abby, il modo in cui la ricattasse ed avesse rapito i suoi fratelli per ottenere ciò che volesse, e non poté biasimarla quando la ragazza avesse preso le sue cose e si fosse ritirata, allontanandosi da lui e da Dean. 
Se Dean aveva perso Abby, era solamente colpa sua. 
Ciò che avesse fatto ad Abby, era solamente colpa sua. 
Tutta quella storia era colpa sua. 
Dean gli aveva detto tante volte di non pensarci più, che non era stato il vero Sam a compiere quelle azioni, eppure lui non faceva altro che sentirsi in colpa e scusarsi. Avrebbe tanto voluto incontrare Abby per chiederle perdono, avrebbe fatto di tutto pur di ottenere la sua assoluzione. 
Ma non c'era stato tempo. 
Dei passi alle sue spalle lo fecero trasalire e Dean aprí gli occhi guardando la porta di ferro venire aperta, mentre Bobby faceva il suo ingresso con un'espressione sconfitta esattamente come la sua. 
L'uomo lo osservò per qualche secondo e poi spostò lo sguardo su Sam, piegando gli angoli della bocca all'ingiu e scuotendo la testa, sentendo gli occhi iniziare a pizzicare mentre soffriva per i due ragazzi che considerasse i suoi due figli, sospirando rumorosamente. "Cos'hai intenzione di fare?". 
Dean tornò a guardarlo con aria afflitta, scuotendo la testa e facendo spallucce perché non sapeva cos'altro fare: aveva provato a convincere Castiel a tornare dalla loro parte, aveva minacciato Crowley che sembrò improvvisamente intoccabile e aveva pensato a tutti i dettagli per rendersi inattaccabile, e adesso non gli restava nessun altro tentativo. "Anael è imprigionata all'inferno insieme ad Abby, che verrà sacrificata per aprire un portale per il fottuto Purgatorio, mentre Sam è del tutto incosciente e non so neanche se si risveglierà mai; Castiel è contro di noi, Crowley è contro di noi. Francamente non vedo molte possibilità per noi, Bobby: è finita. È tutto finito".
Nel momento in cui udì quelle parole, qualcosa scattò dentro l'uomo più anziano, che sollevò un sopracciglio e lo guardò con aria furiosa, e Dean non riuscì neanche ad aspettarsi quando si sentí sollevare per il colletto della camicia e sbattere contro la parete di ferro, mentre la voce rabbiosa e forte di Bobby arrivava con forza alle sue orecchie. "Non siamo fatti per piangerci addosso, principessa. Stai soffrendo, ed io con te. Ma non possiamo permettere che un male del genere si schianti contro la terra solamente perché siamo troppo feriti per impedirlo! Abbiamo perso molti della nostra famiglia, siamo rimasti solamente noi due, ma ti dico io quello che succederà: usciremo da questa casa, troveremo il luogo in cui Castiel e Crowley hanno intenzione di fare il rituale e distruggeremo quei due bastardi pezzo dopo pezzo".
Dean lo guardò del tutto inerme, stringendo le sue dita attorno alla giacca del cacciatore e scuotendo la testa, lasciando che Bobby si accorgesse che avesse perso la speranza: l'uomo che non si arrendeva mai e che aveva sempre una soluzione per tutto, aveva appena iniziato a sventolare bandiera bianca ed abbandonava le armi, e ciò fece così male a Bobby che lo guardò con occhi lucidi e cuore spezzato. "Ho perso mio fratello Bobby, ho perso Castiel e ho perso Abby. È troppo, io non posso continuare". 
L'uomo più anziano continuò ad osservare i suoi occhi feriti e addolorati, chiedendosi come facesse a stare ancora in piedi con tutto quel dolore dentro, e sospirò rumorosamente allentando la presa su di lui mentre abbassava di molto il suo tono di voce, lasciando che venisse spezzata dal dolore. "Abby è ancora viva, idiota! Possiamo ancora trovare un modo per salvarla". 
Dean scosse la testa sentendo delle lacrime scivolare sulle sue guance ed abbassò subito lo sguardo, sentendo un forte peso stabilizzarsi sul suo petto e non riuscire più a farlo respirare. "Non posso fare niente per salvarla, non stavolta". 
Bobby avrebbe voluto replicare, avrebbe voluto confortare quel ragazzo che da bambino portasse al parco e con cui giocasse, disobbediendo agli ordini di John che lo lasciasse da lui per insegnargli a sparare ed a difendersi dai mostri; gli diede un leggero schiaffetto sulla guancia e si sporse per abbracciarlo, per infondergli parte della poca forza che gli fosse rimasta, ma Dean non rispose alla stretta, lasciando che il suo sguardo vagasse fino al fratello incosciente sul letto. 
Ed entrambi furono subito consapevoli che quella fosse davvero la fine. 
"Ma che razza di piagnucoloni arrendevoli e pietosi che siete!". 
Una voce alle loro spalle li fece voltare di scatto e subito i due cacciatori si allontanarono per osservare l'uomo che stesse sulla soglia della porta e di cui avessero entrambi completamente dimenticato la presenza in quella casa; Dean si asciugò il viso e deglutí a fatica, scuotendo la testa ed avanzando nella sua direzione e scusandosi con lo sguardo per non essere riuscito a salvare la sorella del ragazzo, che però pareva essere fin troppo fiducioso. "Dan, mi dispiace. Mi dispiace così tanto, ma è finita. Non posso salvare Abby, non posso salvare Sam e di certo non posso salvare questo stupido pianeta. Non questa volta". 
Dan entrò all'interno della panic room guardandosi attorno e non sentendosi per nulla preoccupato o addolorato, data la convinzione positiva che da qualche ora a quella parte si fosse stabilita dentro di sé. "Magari tu no, ma io si". 
Dean e Bobby si scambiarono una rapida occhiata ed il più anziano avanzò con un sopracciglio sollevato, serrando le braccia al petto. "Tu? Hai mai tenuto una pistola in mano, ragazzo?".
Dan rise di gusto e lo guardò con aria divertita, facendo scrocchiare le falangi delle mani ed il collo. "Abby non era la sola ad andare a caccia: sarà passato tanto tempo, ma sono ancora un bravo segugio. Posso scoprire dove avverrà il rituale e mi presenterò lì armato fino ai denti e con i giusti incantesimi, potremo salvare Abby, Sam ed anche il mondo se è il caso. Che ne dite, piagnucoloni? Siete con me?". 
 
 
Sbatté le palpebre in maniera quasi incosciente quando sentí delle dita delicate sfiorarle il collo all'altezza della carotide quasi con titubanza, e notò la figura del cacciatore che ormai aveva preso a conoscere fin troppo bene e piegò lentamente le labbra in un debole sorriso, sforzandosi di tenere gli occhi aperti. 
"È ancora viva!". 
La voce di Dean arrivò in maniera fin troppo ovattata alle sue orecchie, ma Abby riuscì a rendersi conto che anche lui fosse andata lì per salvarla; il ragazzo, che fino a quel momento era rimasto in disparte mandando avanti Bobby per controllare se lei fosse ancora viva, si avvicinò e scalzò il cacciatore più anziano, strappando immediatamente parte della sua stessa camicia per poter tamponare le ferite molto profonde che le fossero state inflitte su entrambi i polsi, in maniera tale da farla dissanguare più rapidamente. 
Dean osservò il pallore del suo viso che gli aveva fatto credere che fosse già morta quando misero piede in quell'edificio e la mise a sedere su quel lettino su cui giacesse in maniera fin troppo rapida, facendo gemere Abby per il forte capogiro e per la mancanza di forza dovuta al massiccio sanguinamento, lasciandosi cadere contro il suo petto. 
"Lasciami qui, lasciami qui. Non posso farcela..". 
Il ragazzo sentí le parole deboli di Abby che non riusciva neanche a raddrizzare la schiena ed a sollevare il capo per guardarlo, e le prese il viso gelido e troppo pallido fra le mani, osservando la sua forza di volontà nel tenere gli occhi aperti e guardarlo. 
Dean strinse la mascella nel vedere i suoi occhi normalmente sempre sorridenti e radiosi, adesso così spenti e arresi. "Stammi a sentire, ragazzina: nessuno di noi sa combattere meglio, a lungo o duramente come fai tu. Quindi non ti lascerò qui a morire e non ti permetterò di mollare proprio adesso!". 
Abby accennò un sorriso debole ma divertito e scosse la testa, iniziando a vedere in maniera annebbiata e non distinguendo più le due figure dei due uomini ed abbassò lo sguardo sul petto del ragazzo sentendo una lacrima solitaria scivolarle sulla guancia. 
Era fin troppo stanca di quella vita che non aveva mai cercato, ma che non la lasciasse mai in pace. 
Non aveva chiesto lei di essere scelta da Lucifer più di mille anni prima quando si era incarnata nella giovane Syria, che si era lasciata sedurre dal diavolo. 
Non aveva chiesto lei di tornare sulla terra ed essere presa da Lucifer per riportare Syria indietro. 
E neanche questa volta aveva scelto di farsi coinvolgere nell'ennesima apocalisse. 
Tutto ciò che cercava Abby era solamente la pace ed un posto dove poter finalmente riposare. "Lasciami andare, ti prego Dean.. Non posso più combattere.. È come addormentarsi, non me ne accorgerò neanche.. Lasciami andare.. Per favore.. ". 
Abby si era ritirata, avrebbe trascorso tutta la sua vita a Louisville con la sua famiglia, non avrebbe più fatto parte della vita da cacciatori insieme a Sam e Dean, eppure in un modo o nell'altro si trovava sempre in mezzo alla mischia. 
Ma Dean aveva appena ritrovato la fiducia, non poteva lasciare che Abby la perdesse così facilmente; assunse un'espressione dura, sollevandole il viso e guardandola con aria accigliata ma addolorata. "Se tu smetterai di lottare, non mi sarà rimasto più nulla a cui aggrapparmi. Se tu muori, morirò anche io. Quindi per favore non arrenderti".
Abby lo guardò a lungo negli occhi, augurandosi di riprendere al più presto le forze solamente per poterlo prendere a calci nel culo, perché non era questo che avrebbe dovuto dirle: lei voleva mollare la presa, magari sarebbe finita in Purgatorio come sosteneva Crowley, oppure sarebbe scomparsa nel nulla, ma ovunque era meglio che lì su quel lettino a sentire le forze abbandonare il suo corpo con ogni goccia di sangue che uscisse dalle sue vene fino a raggiungere le ciotole ormai già piene. 
Scosse la testa e si sforzò di mettersi dritta con la schiena mentre percepiva le ferite pulsanti sui polsi coperte e tamponate dai lembi della camicia di Dean, e sollevò un sopracciglio per guardarlo con un sorriso amaro. "Questo è un ricatto bello e buono". 
Dean ricambiò il sorriso e vide i suoi occhi cambiare, divenire più sicuri di sé e convinti mentre le sue guance prendevano un po di colore. "Beh, mi farai il culo dopo che ti sarai ripresa, ragazzina". 
"Non chiamarmi così, idiota". 
Abby sorrise e si fece aiutare per scendere da quel lettino di morte che Crowley avesse fatto per lei ed incrociò lo sguardo felice di Bobby, che le sorrise ed annuì come se avesse sempre saputo che la ragazza sarebbe sopravvissuta. 
Abby osservò la stanza attorno a sé e ricordò il modo in cui Crowley avesse attaccato la sua cella con i migliori uomini, che avessero trascinato via lei e colpito Anael per impedirle di seguire la sua amica.
Ricordò il modo in cui il re l'avesse colpita al viso per stordirla, squarciandole i polsi per far sgorgare via il sangue e il sorriso compiaciuto che spuntò sul suo viso quando la vide perdere i sensi.
Sgranò gli occhi e guardò Dean con aria allarmata, mentre ancora si teneva a lui. "Dobbiamo trovare Anael ed impedire che Crowley e Castiel aprano quel varco". 
"Questa è la mia ragazza.." sussurrò Dean accenando un sorriso soddisfatto, avvicinandosi di più per cingerle la vita e sorreggerla, mentre si accingevano verso il corridoio di quel posto per dirigersi verso le prigioni, dove Dan si fosse fermato quando Sam fosse apparso dal nulla dopo essersi risvegliato.
Dan era rimasto insieme al ragazzone per aiutarlo a gestire i continui flash di memoria perduta che apparissero nella sua mente, e aveva incaricato Dean di riportargli Abby sana e salva.
Dean non ebbe il tempo di rivelare ad Abby che se l'avessero trovata fosse tutto merito di Dan, quando la voce tuonante di Castiel giunse alle loro spalle facendoli sobbalzare. 
L'angelo lì richiamo e i tre si votarono verso di lui con aria sbalordita, quando videro l'espressione sul suo viso: c'era davvero qualcosa di diverso nei suoi occhi, nel suo modo di parlare e di guardarli. 
"Hai già fatto il rituale, non è vero?" chiese Bobby sgranando gli occhi e guardandolo con aria incredula, notando le sue mani ed il suo trench sporco di sangue. 
Castiel sollevò il viso ed annuì in silenzio, facendo spallucce e sospirando. "Siete riusciti ad entrare qui dentro grazie a me: ho eliminato tutti i demoni e i cerberi che vi fossero per aprirvi le porte e farvi trovare Abby, ho guidato Dan fino alla cella di Anael per liberarli. Ho fatto scappare Raphael, ho impedito che Crowley potesse prendersi tutte quelle anime e adesso sono potente. Adesso ho il giusto potere per governare e risolvere i problemi a cui mio Padre non ha mai prestato attenzione". 
I tre cacciatori si scambiarono uno sguardo titubante, incerti su quale sarebbe potuta essere la loro prossima mossa ed Abby fece leva sul braccio di Dean per mettersi più dritta, guardandolo in cagnesco e condannandolo con lo sguardo. "Ci siamo fidati di te dal primo istante. E tu ci tradisci così? Le persone, gli amici, contano così poco per te?". 
La ragazza gemette appena per lo sforzo di parlare ed in più la rabbia che stesse provando la fece sentire peggio, sentendo le gambe cedere e riuscendo a rimanere in piedi unicamente grazie a Dean che la sosteneva con un braccio. 
Castiel si avvicinò ad entrambi ed istintivamente Dean allontanò Abby da lui, portandola dietro di sé per proteggerla. 
L'angelo rimasto faccia a faccia con il suo amico, lesse nei suoi occhi la rabbia che provasse verso di lui e la preoccupazione per Abby e suo fratello. 
Ma Castiel era un angelo e riusciva a percepire dentro di sé come le forze di Abby si stessero affievolendo secondo dopo secondo. Sarebbe morta se non fosse intervenuto. 
Distolse lo sguardo da quello di Dean e gli girò attorno, fino a giungere più vicino alla ragazza: le sfiorò la fronte con due dita ed Abby sentí dentro di sé le forze tornare ad equilibrarsi e la pesantezza alla testa divenire sempre più blanda fino a sparire. Strabuzzò gli occhi e la vista annebbiata scomparve, riuscendo a mettere a fuoco tutti i presenti nella stanza mentre le sue guance tornavano rosee e colorate come sempre. 
Dean presto le afferrò il viso fra le mani per osservarla meglio e capí cosa Castiel avesse fatto per lei; la strinse al suo petto e le baciò la testa mentre dentro di sé si sentiva più sollevato. 
Ma ciò che avesse fatto l'angelo non era ancora abbastanza per i tre cacciatori, tant'è che la ragazza scosse la testa e lo guardò in cagnesco ancora una volta. "Questo non sistema un accidente!". 
Castiel scosse la testa e sospirò rumorosamente, allargando le braccia con aria incredula ed alternando lo sguardo fra i cacciatori, soffermandosi su quello del maggiore per qualche secondo in più, poi fece qualche passo indietro e li guardò con un sospiro. "Sono il vostro nuovo Dio, inchinatevi a me o vi ucciderò". 
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Dreamer47