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Autore: velocecalogiuri    30/12/2022    1 recensioni
[Serie Tv]
[Serie Tv]Era un collega. Solo un collega. Nient’altro che un collega. Un collega che aveva avuto una sventura, una disgrazia, un “errore fatale” —come lo aveva definito Vitali. [Imma x Calogiuri]
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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e con questo capitolo vi dò appuntamento al 4 gennaio! Grazie per aver letto fin qui e un grazie doppio a chi ha commentato, qui o su twitter (velocecalogiuri).
Buona lettura!



Imma e Calogiuri non lo sapevano allora, ma quella mattina di fuoco nell’ufficio di lei sarebbe dovuta essere per loro abbastanza per almeno un’altra settimana: riuscirono a vedersi solo al lavoro, e, benché entrambi provassero in ogni modo a darsi appuntamento, qualcosa finiva sempre per interferire con i loro piani. Questo, certo, non impedì loro di scambiarsi baci furtivi in auto mentre lui l’accompagnava, né di accarezzarsi e stuzzicarsi promettendosi molto più di quanto avevano già fatto. Ma i giorni sembravano scorrere senza dargliene loro la possibilità, e ora mancavano pochi giorni a Natale.
Imma si sentiva nervosa, frustrata: alla mancanza del maresciallo si univa la presenza insistente della famiglia De Ruggeri, che stava per riunirsi nel pieno spirito delle feste. Avevano fatto un’ultima seduta con il dottor Sansoni, poi lui aveva comunicato loro che sarebbe andato in ferie e sarebbe rientrato il sette gennaio —Questo ha una fantasia di lavorare… aveva commentato Imma, ma in realtà ne era felice. Non sopportava quell’uomo, il modo in cui la guardava facendola sentire incredibilmente trasparente e vulnerabile. Pietro, dal canto suo, non aveva mai smesso di tentare di recuperare il rapporto; l’unica cosa su cui aveva ceduto era il sesso: aveva smesso di chiederglielo una volta affrontato il discorso alla loro seconda seduta, quando Imma gli aveva detto chiaramente di non averne voglia e, se mai si fosse riaccesa la scintilla, se ne sarebbe accorto da solo. Erano parole che facevano male, ma era un primo passo per condurlo a mollare un po’ quella morsa nella quale suo marito sembrava stringerla ormai da tempo.
“Dianaaaa!” Tuonò imma lanciando la borsa e la sciarpa sulla scrivania.
“Dimmi, che c’è Imm— dottoressa?”
“Che cosa sai tu di quei pacchetti per i viaggi… mi pare si chiamino Smartmox”
Smartbox.” Diana sorrise, capendo che ciò che la dottoressa voleva da lei non aveva niente a che fare col lavoro: si accomodò di fronte a lei tutta contenta mentre partiva con uno spiegone che poteva riassumersi con “Carine, ma niente di che.”
“Ah. Quindi non ne vale la pena?”
“Secondo me faresti meglio a fare tutto tu. Quelle sembrano prometterti chissà che e poi alla fine non puoi scegliere quasi niente. Ma la vuoi regalare a Pietro?”
“No” disse subito Imma, come se Diana avesse detto un’eresia. “A Valentina” aggiustò il tiro. L’amica e collega la guardò accigliata, ma annuì: “Comunque, qualsiasi sia la meta, ti conviene prenotare direttamente dal sito. Se vuoi lo faccio io per te, mi dai i nominativi e…”
“No no, non ti preoccupare Diana, ci penso io, grazie.” Ci mancava soltanto farle prenotare due biglietti per lei e Calogiuri.
“Ma lo sai come si fa?”
“Mica sono nata nel 15-18, Diana! Ma non hai da lavorare tu?” Disse stizzita, mentre tentava di concentrarsi su altro sperando che la cancelliera capisse il suo intento di chiudere lì la conversazione.
Aveva pensato di regalare a Calogiuri un fine settimana. Ci stava pensando da giorni, con l’idea in testa che avrebbero rivissuto tutto quello che avevano vissuto a Firenze e forse anche di più. Non vedeva l’ora di scappare, di prenderlo e portarselo via dove non li conosceva nessuno, dove non li giudicava nessuno, dove potevano viversi alla luce del sole.
Accese il computer, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, Calogiuri entrò nel suo ufficio:
“Dottoressa,”
“Chi è morto?” Esclamò chiudendo con un rumore sordo il portatile.
“Una donna di quarant’anni, Irina Scocco. È stata trovata nel suo letto, uccisa con un’arma da taglio.”
“Ah.” Disse Imma, ricomponendosi “Io scherzavo quando l’ho chiesto.”
Vide Calogiuri sorridere dolcemente, poi abbassare lo sguardo e spostarlo solo per controllare se ci fosse Diana:
“Vi accompagno io, dottoressa?” Disse con il tono più professionale che gli riusciva.
“Certo. Andiamo Calogiuri, veloce!” Prese il cappotto e lui sorrise. Abitudini che non moriranno mai.

“Stavo pensando…” gli disse mentre lui guidava. “Ci vediamo venerdì a pranzo?” Allungò una mano per accarezzargli dolcemente i capelli.
“Ti prego, non mi torturare più. Lo sai come funziona: io dico di sì, preparo tutto, penso a ogni cosa e poi tu all’ultimo mi dici che non puoi a causa della tua famiglia.” Imma abbassò lo sguardo, senza però smettere di accarezzarlo. Aveva ragione, e lo sapeva. “E poi se mi dai buca venerdì…” Calogiuri faticò per un secondo a rimanere concentrato sulla strada “Beh, è il giorno prima della vigilia.”
“Lo so che giorno è. E so anche che farò di tutto per esserci.” Gli promise, guardandolo anche se sapeva che lui non poteva ricambiare. “Questa volta è una promessa, Calogiuri. Spaghetto dell’appuntato e poi ti dò il mio regalo.”
“Dottoressa…” la prese in giro.
“Intendevo quello vero.” Imma non si rese neppure conto del doppio senso, ma non potè far a meno di ridere maliziosamente.
Calogiuri si illuminò come un bambino all’idea che le avesse fatto un regalo: non che gli importasse ricevere qualcosa, ma era più per il fatto che una come lei aveva pensato di regalargli qualcosa: “Non ti facevo una che sta appresso ai regali di natale.”
“Infatti non me ne frega niente: ho regalato a tutti una sciarpa.”
“Che conoscendo i tuoi gusti sarà impossibile da abbinare.”
“Perché che cosa vorresti dire, scusa?”
Possibile che quando erano insieme non riuscissero mai a smettere di ridere? Lei finse di dargli una spinta sulla spalla e lui finse di lasciarsi spingere: come i bambini.
“Anche io ti ho fatto un regalo.” Le disse poi.
Imma non aveva dubbi, ma si finse lo stesso sorpresa: “Ah sì? E che cos’è?”
Calogiuri staccò un istante lo sguardo dalla strada per guardarla: “Qualcosa di rilassante.” Le disse solo, stringendosi nelle spalle.
Imma sorrise. “Si?” La sua voce si fece sempre più bassa, mentre la mano che prima era tra i capelli del maresciallo scivolava tra le gambe di lui. Calogiuri si ritrovò a stringere forte le mani sul volante, tanto da rendere le nocche bianche come perle: “Imma… facciamo un incidente.”
Imma ridacchiò: “Non vedo l’ora di aprirlo, il mio regalo.” Tolse la mano controvoglia e si rimise composta: “Allora venerdì da te?”
Lui si voltò un’ultima volta per sorriderle: “Venerdì da me.”

buon anno a tutt*, che questo 2023 sia l'anno dei calaranni <3

   
 
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