Questa volta mi risvegliai con la sensazione che qualcosa di pesante mi gravasse sullo stomaco, e infatti, non appena aprii gli occhi, mi ritrovai Seven seduto tranquillamente sull’addome, che mi scrutava con uno sguardo sbilenco ed interrogativo insieme.
Ero nella mia stanza, nel mio letto, con Viola e Margherita che ancora dormivano appese alle travi del soffitto ed Edera che aveva allungato ancora di più i suoi arbusti, conquistando ormai quasi mezza cucina.
“Ehi, Seven…mi sei mancato!” Dichiarai, prendendo il mio piccolo amico rettile in braccio e sistemandolo accanto a me, nel letto.
Avevo addosso i miei soliti vestiti e attorno a me non c’era nessun indizio che indicasse che quello che era accaduto fosse reale.
“Era solo un sogno…!” Pensai, provando un terribile senso di vuoto e alzandomi dal letto con la stessa voglia che ha un albero di farsi abbattere.