In una squallida mattina d’estate,
il verdazzurro mare in tempesta
che dipinge un’ancora sulla battima
e travolge le difese del cuore
in prepotenti spirali vorticose;
la replica tagliente, irriverente,
che tutto sa e niente conosce,
e si insinua nelle viscere, bollente,
come un fuoco sacro che rischiara le tenebre,
purifica la troia ed ingravida la vergine;
i silenzi rabbiosi, tante volte taciuti
in urla strozzate, spezzate in un incanto
dell’alticcio tintinnio di un’indebita vergogna,
pugnale affranto di gocce penetranti che incidono
in gola loschi peccati immaginari;
e soffia il vento, sibila il motore,
i tuoi occhi bagnati che riflettono l’amore,
baci senza sosta ed abbracci senza fiato,
promesse inespresse e l’angoscia di un domani
che paralizza i sensi e fa esitare le mani.