Autore:
Dark Akira (Kira__ U c h i h a su EFP)
Titolo della fic: Happy Ending
Personaggi principali: Sabaku no
Gaara
Altri personaggi: (citato) Naruto
Uzumaki
Genere: Drammatico, Introspettivo
Raiting: Giallo
Introduzione: - Gaara Centric -. In
questa fic non troverete un pairing, o un momento strappalacrime, o qualcosa di
grottesco tirato di fretta... Qui sono riportati i veri pensieri di Gaara, dopo la morte e la resurrezione, e
qualcos’altro...
HappY EndinG
“
Cosa sono io realmente?
Niente.
Nulla in confronto all’immenso scorrere del mondo.
Posso vivere, ammalarmi, morire...
Nessuno se ne accorgerebbe.
Il mondo continuerebbe ad andare avanti, anche senza di me.
E sapere che non ci sarà nessuno a rimpiangermi, mi distrugge.
Mi disintegra il fatto che quando morirò non ci sarà nessuno a ricordarmi.
Non riesci ad accettare il fatto di essere solo, solo in questo immenso mondo.
Ma infondo, che differenza farebbe?
Solo o no.
Cosa cambia?
Quando morirò non potrò mai sapere se qualcuno mi rimpiange, se qualcuno
proverà nostalgia nei miei confronti.
La morte è una brutta bestia.
Ti rapisce, portandoti via con lei, ingannandoti, rinchiudendoti in una gabbia, dove ti senti
confuso, disorientato.
Ho sempre creduto che dopo la morte vi sarebbe stato l’inferno, per me.
Per me, per tutto il male che ho inflitto, quello che ho fatto era sbagliato e
le conseguenze andavano affrontate...
Ma dopo la morte non vi era niente di tutto ciò.
Solo disperazione, cadendo in un oscuro burrone che non ha fine.
Il momento in cui muori, lasciando che la vita ti abbandoni, non vedi niente,
se non nero.
Non vi è il paradiso eterno, premio per essere stato buoni [ma cosa significa
realmente?].
Non vi è l’inferno universale, punizione per essere stati cattivi [e io lo sono
stato molto].
Il nulla, solo questo.
Un nulla totalmente, irrimediabilmente nero.
Così ho sempre creduto, e così lo credo tutt’ora.
La morte non è un qualcosa che ti porta via alla vita, un qualcosa di brutto,
che porta sconforto.
Nemmeno può essere una vendetta, sporca del sangue altrui.
No, la morte è semplicemente pace.
Si, pace...
Non devi pensare più a nulla, senza doverti preoccupare di sconfiggere il
nemico, senza il dovere di aiutare chi hai a fianco.
La morte ti dona solamente una pace eterna.
Dove puoi riflettere, senza che nessuno ti disturbi, la voce che senti
rimbombare nella tua mente, assassina, crudele.
Il silenzio, è l’unico tuo amico.
Io lo so, conosco bene la morte.
Io sono morto.
Ma poi sono risorto, provando una esistenziale tristezza.
Solo in quegli attimi, eterni, ho potuto pensare a me, per una volta, alla
svolta che aveva preso la mia vita.
In quel momento ebbi la certezza di aver avuto una seconda chance, dove mi
chiesi se ciò che facevo era giusto, se ero io a volerlo, ragionando solo con
la mia testa, nella quale la voce era ben vivida, e mi comandava,
sottomettendomi.
Riflettendo, ho capito che mi facevo condizionare interamente, da quel gelido
sussurro, che nella mie mente risuonava come un indiscutibile ordine, a cui
dovevo fedelmente obbedire.
Poi rinacqui a nuova vita.
La mostruosa voce era stata messa a tacere, senza possibilità di verbale in
capitolo.
Ero solo, nella mia testa, nel mio cuore... nel mio corpo.
Finalmente, solo.
Potevo ragionare senza che qualcosa mi insabbiasse i pensieri, modificandoli.
Potevo scegliere ciò che fare senza che qualcosa me lo impedisse se in
disaccordo, senza una qualunque voce assassina che comandasse la mia mente,
approfittando della mia incertezza, molto forte.
La felicità che provai rendendomi conto di tutto ciò fu enormemente
quantitativa, non mi resi nemmeno conto di sorridere, consapevole del fatto che
non fosse sadico, o masochista, o quant’altro...
Solo serenità, immensa e pura gioia.
Ed è questo che provo tutt’ora, mentre scrivo questa lettera, e il mio cuore
marcisce, colpa di questa malattia che mi divora, insostenibile, incurabile.
Volevo essere ricordato, e ci sono riuscito.
Sono riuscito a diventare Kazekage, per il villaggio, un salvatore dal male, un
eroe addirittura.
E ne sono felice.
Ce l’ho fatta finalmente a diventare qualcuno, ed essere rammentato
felicemente, senza che qualcuno potesse giudicarmi nuovamente come il
distruttore di vite, il pazzo sadico di sangue e sabbia...
E’ una sensazione bellissima, sopranaturale, che mi ringiovanisce dentro,
aiutandomi a combattere questa malattia.
Però tutti muoiono prima o poi, no?
E nel mio caso, questa filosofia si è rivelata totalmente fondata, su basi
certe e sicure.
Ed ora che sto per morire nuovamente non posso che provare gioia, sapendo ciò
che mi aspetta.
Infondo la prima morte si è rivelata utile, così saprò ciò che mi attende,
senza pensare o credere che aldilà della coltre nera c’è qualcos’altro di più
bello, che cerca di aiutarti e ci riesce, facendoti riflettere.
Sento che non avrò rimpianti verso questa mia vita terrena, e me ne andrò come
se avessi visto tutto di questo mondo, nonostante prima avessi sentito
solamente dolore, rabbia e odio, attraversare queste mie vene, che agivano
d’impulso.
L’unica cosa di cui mi sarò pentito è di non aver amato.
Anzi no, perché io ho amato; amato fraternamente certo, ma è pur sempre amore.
Ho amato mia sorella Temari, che mi è stata sempre a fianco cercando di farmi
ragionare.
Ho amato mio fratello Kankuro, nonostante ci andassi tutt’altro che d’accordo e
lo odiassi, era pur sempre mio fratello.
Ho amato perfino Naruto, che è entrato nel mio cuore con la sua forza e
solidarietà senza che io me ne accorgessi, piantando delle radici difficili da
estirpare [ma forse ero io che non volevo toglierle].
Dunque non ci sarà nulla di cui sentirò
la mancanza, beandomi della nuova vita che mi è stata offerta, lasciandomi
trasportare lontano da essa senza tornare indietro.
Si, sarà sicuramente così.
{Oltre la porta c’è
pace, sono sicuro.
E so che non ci saranno più lacrime in paradiso.}
So che posto per me in paradiso non ci sarà mai o comunque una pace eterna,
dopo tutto ciò che ho fatto, il male inflitto a delle persone innocenti, mentre
io mi crogiolavo nel piacere di vederle soffrire.
Ma non importa, perché a me non interessa dove finirò, se in paradiso, se
all’inferno, o chissà dove...
L’importante, per me, è morire...
Perché grazie ad essa ho trovato quella pace che cercavo da tempo ormai, quella
speranza in cui avevo creduto cecamente e che si è rivelata a me,
circondandomi.
Sono felice di lasciare questo mondo così, e non mi pentirà della mia scelta,
di lasciarmi alle spalle tutto.
E so che morirò con il sorriso sincero della felicità sulle labbra, posizione
che mai avevano assunto fino ad allora.
Non avrò rimpianti, non avrò nostalgia di questa mia [vecchia] vita... nulla di
nulla.
E sono felice così.
A tutti coloro che mi
hanno aiutato, sostenendomi nel momento del bisogno,
io vi lascio questa lettera come ringraziamento,
nella vana speranza che voi capiate cosa abbia per me comportato la morte.
Presto intraprenderò un viaggio già iniziato e mai finito,
sorvolando i cieli più azzurri e le nuvole più bianche.
Grazie,
Sabaku no Gaara, Kazekage. ,,
Ed ora i giudizi e il banner della giudicessa.
Prima classificata: Dark_Akira con
“Happy Ending”
Rispetto della grammatica: 9
Ricchezza del lessico: 9
Originalità:10
IC dei personaggi: 9
Presentazione dell'ambiente: 2
Giudizio personale: 10
Totale: 49
Grammaticalmente
è quasi perfetta, tranne qualche virgola di troppo e il fatto che mi hai
scritto ciecamente senza i, ma sarà stato di sicuro un errore di distrazione
(mi auguro).
Il lessico è ben curato, semplice, ma molto incisivo. All’originalità ti ho
messo 10 perché non me lo aspettavo, mi hai fatto rimanere sconvolta (in senso
positivo).
Sei rimasta nell’IC del personaggio, riuscendo comunque a trasmettere a pieno i
suoi sentimenti, senza cadere nel melodrammatico.
Alla presentazione dell’ambiente ho messo solo 2 perché non hai fatto
descrizioni di luoghi o di avvenimenti in maniera precisa ed accurata, ma
trattandosi di una lettera credo che sia stata un’ottima scelta.
Il Giudizio Personale è 10 poiché mi sono molto appassionata alla storia e mi è
quasi dispiaciuto quando sono arrivata all’ultimo rigo. Lo stile è leggero e
scorrevole, molto piacevole, e pur trattando un argomento abbastanza
impegnativo lo hai saputo rendere più leggero. A differenza di molte ff in cui
il personaggio (che sta per morire) è terribilmente teso e preoccupato, nella
tua storia Gaara affronta a cuor leggero la morte, vedendola più come una liberazione
che come una condanna.
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