Anime & Manga > Captain Tsubasa
Segui la storia  |       
Autore: Francyzago77    03/01/2023    5 recensioni
Amicizia, amore, famiglia, sfide, passione. E un pallone.
Quanto basta per raccontare una storia semplice ...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kojiro Hyuga/Mark, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

 

Arrivò quasi davanti alla porta dopo esser scesa per le scale in fretta.

Tra non molto i giocatori sarebbero usciti, Chris attendeva Mark trepidante.

Aveva assistito a tutta la cerimonia di premiazione assieme alla signora Lenders e ai ragazzi, si era commossa nel vedere i componenti delle due squadre emozionati nel ritirare le medaglie. Holly, da capitano, aveva alzato la coppa mentre suo fratello si era preso il premio di miglior portiere del torneo.

Adesso però il suo primo desiderio era abbracciare Mark.

Lo aspettava in solitudine nel breve tratto che separava il corridoio da quella stanza dove tutta la squadra della Toho si era riunita al termine della giornata.

Quando la porta si aprì vide uscire subito tre giocatori, uno era Danny. Lo seguivano altri due con un tizio, forse era il preparatore atletico. Dopo qualche istante uscì Ed che parlottava con il mister. Poi Mark. Con discrezione Chris lo chiamò.

-Sei qui? – le rispose lui voltandosi, vedendola semi nascosta quasi dietro il muro.

La raggiunse, non c’era nessuno.

-Non importa tu abbia perso – gli disse abbracciandolo – hai combattuto sino alla fine non risparmiandoti ed è anche per questo che sei il migliore!

-Grazie – le rispose lui con semplicità – ma non è facile mandare giù la sconfitta.

Allora Chris gli fece cenno di non parlare più e cercò le sue labbra. Si unirono in un dolce bacio, per un attimo non pensarono a nulla se non a loro due.

-Non sono corso a dedicarti il goal – le confessò Mark subito dopo – come fanno altri, sei dispiaciuta?

Sorridendo Chris rispose:

-Lo so che non sei per questi gesti plateali, a me non importa! Infatti sono venuta qui, dove non c’è nessuno.

Mark la strinse più forte a sé poi insieme iniziarono ad incamminarsi verso l’uscita.

-Dove sono mia madre e i miei fratelli? – chiese lui credendo di trovarseli intorno da un momento all’altro.

-Oh erano ancora a parlare con il tuo ex allenatore, Jeff Turner – spiegò Chris – ha seguito tutta la partita con noi. Io sono corsa subito da te, loro ci raggiungeranno a breve. Hai impegni ora con i tuoi compagni?

-No, ci siamo già salutati – rispose Mark – ora è meglio andare a casa, vuoi?

Chris annuì, fecero ancora qualche passo.

-Sono venuti quelli della nuova squadra – esordì lui dopo un breve silenzio – la prossima settimana ho appuntamento per firmare il contratto.

-La prossima settimana? – Chris era meravigliata – E’un’ottima notizia!

-Vorrei che tu venissi con me – le propose Mark con tono deciso – potremo fare un giro e vedere qualche appartamento in affitto. Mi sono informato, ce ne sono alcuni abbastanza vicini al posto dove andrò ad allenarmi. Qualcosa troveremo, anche  non molto grande potrebbe andar bene, l’importante ci sia una stanza per il bambino.

-La nostra prima casa – sussurrò Chris – tutta per noi e per il nostro bambino.

In quell’istante era ciò che sognavano, essere una famiglia, loro tre.

-Rimarremo da mia madre – aggiunse Mark – sino al termine degli esami poi, per quella data, spero potremo trasferirci in modo stabile e definitivo.

-Andare a sostenere gli esami per me – affermò Chris con difficoltà – significherebbe rivedere mia madre. Se vado a  scuola per le prove scritte lo verrebbe a sapere dal preside, non so se riuscirò a parlare nuovamente con lei dopo come ti ha trattato quella maledetta sera.

-Benji sarà dalla nostra parte! – bastarono quelle poche parole di Mark a far provare a Chris un lieve sussulto.

-Vi siete chiariti? – domandò immediatamente la ragazza, aveva gli occhi pieni di speranza.

-Proprio chiariti no – balbettò Mark – ma so per certo che non ci ostacolerà più.

Chris non capiva ma era fiduciosa, si sentì chiamare, era Patty.

-Ti ho trovata! – esclamò l’amica correndole incontro assieme a Evy e Susie.

-Ragazze! – gridò la Price – Che bello vedervi!

Fu una gioia essere nuovamente insieme.

-Non vogliamo disturbarvi – esordì Patty rivolgendosi anche a Mark – però ci tenevamo a rivederti Chris. Come stai?

-Bene – rispose subito lei e poi ripeté – bene! Non andate a festeggiare la vittoria?

-Sì ma prima dovevamo dirti – ammise Susie con foga – che c’è una persona che deve vederti e parlarti.

Evy rimproverò l’amica senza perdere tempo.

-Non riesci a tenere la bocca chiusa! Potevi aspettare un attimo!

-Chi c’è? – domandò allora Chris curiosa stringendosi forte al braccio di Mark.

-Qua fuori – tentennò Patty – ti sta aspettando una persona che ha seguito la partita con noi. Mi ha chiesto di aiutarlo a cercarti ma ora è meglio che noi ce ne andiamo. I ragazzi ci attendono per la festa!

A passo svelto sgattaiolarono via, Patty fece cenno all’amica che si sarebbero poi sentite per telefono.

Chris, seguita da Mark, si diresse verso l’uscita e fu lì, appena voltato l’angolo che vide suo padre. Era in piedi, si guardava attorno e incrociato il suo sguardo la chiamò.

-Papà! – disse sorpresa la giovane che, raggiunta dal suo ragazzo, gli prese istintivamente la mano per cercare un supporto.

Il signor Price, notando che la figlia era rimasta immobile, fece il primo passo per ricongiungersi a lei. Aveva quasi le lacrime agli occhi.

Allora Mark lasciò la mano di Chris e la ragazza prese il coraggio di avvicinarsi all’uomo. 

Fu un attimo. Padre e figlia si ritrovarono abbracciati.

-Per troppo tempo siamo stati lontani – disse amareggiato il signor Price – perdonami.

-Quando sei arrivato? – chiese Chris ancora frastornata.

-Qualche giorno fa – rispose lui – Benji mi ha contattato.

Chris allora si staccò dal padre e si voltò verso Mark che era rimasto in silenzio in disparte.

-Non mi presenti? –  sorrise il signor Price tendendo la mano al ragazzo.

-Oh certo papà – disse imbarazzata lei – l’avrei fatto subito dopo! Mark, mio padre.

-Complimenti, hai disputato un’ottima partita – dichiarò l’uomo con fare amichevole.

-Poteva andare meglio – rispose prontamente Mark colpito da tanta cordialità.

I due non cessarono di fissarsi negli occhi continuando a stringersi la mano.

-E’stata una gara molto combattuta – ribadì il signor Price – e tu hai segnato una splendida rete. 

-Far goal a suo figlio non è mai semplice! – aggiunse Mark quasi compiaciuto mentre l’uomo, avvolgendo Chris con un braccio, continuò:

-Anche il vostro portiere ha fatto delle grandi parate. Ho visto ottimi giocatori oggi, uno su tutti, ovviamente, Oliver Hutton.

-Papà non smetterebbe mai di parlare di calcio! – rise Chris ansiosa e desiderosa di andare via e discutere con più tranquillità da un’altra parte.

-Non sono venuto qui esclusivamente per commentare la partita – asserì fermo il signor Price.

Chris quindi si staccò da lui e accostandosi a Mark disse con piglio sicuro:

-Noi stavamo andando a casa, papà.

-Non vorrai subito lasciarmi? – domandò il signor Price interrotto però da un chiasso e da grida che lo fecero voltare.

Nat, Ted e Matt si precipitarono ad acclamare il fratello, erano sbucati dall’altra uscita trionfanti come se avessero vinto loro il campionato.

-Mark per noi sei il migliore! – urlò il piccolo seguito dagli altri due mentre la mamma li raggiungeva un poco distante.

Travolto da quell’entusiasmo anche il signor Price sembrò dimenticare i suoi pensieri poi, con garbo, sorrise alla madre di Mark.

-Il papà di Chris – disse il ragazzo alla donna che, molto educatamente, ricambiò il sorriso.

-Molto lieto – proseguì l’uomo sentendo gli occhi dei ragazzini ora puntati tutti su di lui.

-E’un immenso piacere fare la vostra conoscenza – rispose la mamma esortando i ragazzini a salutare.

I tre ubbidirono continuando ad osservare il signor Price che ora non sapeva proprio cosa dire.

-Dobbiamo preparare una festa per Mark – fu il solito Matt a parlare per primo – anche se ha perso per noi è sempre il migliore. Benji è stato fortissimo ma dobbiamo festeggiare Mark, viene con noi signor Price?

-Andiamo a casa a preparare un dolce o un qualcosa di buono? – domandò Nat alla mamma che era visibilmente in imbarazzo.

-Festeggeremo il secondo posto! – puntualizzò Ted contento della prestazione del fratello.

-Ragazzi – esordì pacatamente la mamma – credo che il signor Price abbia altri programmi e sia qui per stare con Chris.

-Effettivamente – iniziò a dire l’uomo – avrei bisogno di confrontarmi con mia figlia e con Mark.

-Può farlo a casa nostra! – puntualizzò Matt con una semplicità disarmante.

-Non vorrei arrecare disturbo – sussurrò quello – e piombare così improvvisamente, sono un estraneo.

-Non siete un estraneo – esclamò il bambino – siete il papà di Chris!

Al signor Price piacque così tanto quella risposta sincera che rise di cuore sentendo empatia verso quei ragazzini.

-Sarei onorata di avervi in casa mia – la mamma si sentì in dovere di intervenire – è semplice e piccola ma posso garantirvi una calorosa accoglienza, qualora desideriate accettare l’invito.

-Mia madre cucina molto bene – specificò Nat facendo ridere nuovamente il signor Price che si disse felice di essere loro ospite.

-Se vogliamo andare allora – balbettò la mamma – noi siamo venuti in autobus e la fermata è un po’ distante.

-Ho la macchina – disse subito l’uomo – non permetterei mai di lasciarvi a piedi. Venite! 

-Papà – lo chiamò Chris dopo essersi consultata con Mark – noi prendiamo un mezzo tu accompagna i ragazzi e la signora.

Non fece obiezioni vedendo la figlia che si allontanava al braccio del giovane.

Si diressero in fretta al parcheggio. 

-Siamo arrivati! – disse mostrando l’auto al piccolo gruppo familiare.

-Quella! – si fece scappare Ted sbarrando gli occhi entusiasta.

-Possiamo salire lì dentro? – domandò Matt correndo accanto all’automobile, era l’ultimo modello, l’aveva vista di sfuggita su un giornale specializzato in motori e simili.

-Certamente – rispose con garbo il signor Price aprendo lo sportello alla mamma – prego signora!

Si rivolse poi a Nat aprendo la portiera posteriore.

-Signorina! – e la esortò a salire.

Poi fu il turno di Ted e Matt, euforici.

-Siamo pronti – disse con enfasi il signor Price mettendo in moto – ora dovete soltanto indicarmi la strada.

-Posso chiedervi – esordì Nat gongolante – di fare una deviazione sotto casa della mia compagna di classe Nami Joki? Morirà d’invidia vedendomi passare a bordo di questa super automobile!

-Oh Nat – la rimproverò la mamma arrossendo – quante volte devo ripeterti di non fare certi pensieri! E non approfittare della generosità del signor Price.

Ma il papà di Chris era così divertito che avrebbe volentieri scarrozzato quei ragazzi per le vie del quartiere fino a sera inoltrata. Era bello vederli felici pensava. Si sentì anche lui inaspettatamente sollevato, leggero. Forse tutta la situazione si sarebbe risolta tranquillamente. 

Forse.

Iniziò a sperare.


 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: Francyzago77