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Autore: vale_gada    03/01/2023    0 recensioni
Non è una ff con tante pretese ecco. Di solito nelle serie tv preferisco le coppie psicopatiche e in tal caso non ho fatto eccezione! Aggiornerò circa 1 volta a settimana compatibilmente con impegni universitari!
MercoledìTyler ovvio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva caricato tutte le valigie sulla macchina in fretta e furia perché aveva un piano di attacco e la sua impulsività non poteva non portarlo a termine prima di sera. 

Enid la prese per le spalle scuotendola.

"Sei sicura di volerlo fare? Ti rendi conto che se non dovesse accettarti o altro ti ritroveresti di notte in mezzo al nulla e lontana da casa?"

"Almeno il telefono dovrà farmelo caricare e poi la solitudine non mi dispiace in fondo"

"Hai provato almeno a contattare la psicologa per accertati che sia davvero nella sua vecchia casa?"

"No. Ho deciso di sfidare il destino delle cose e se non dovesse esserci lo andrò a rintracciare con un rubaradar finché non mi sarò vendicata."

"Non ho capito.Vuoi chiarirci o vuoi ammazzarlo?"

"Uno non esclude l'altro."

Enid la guardò con una faccia piuttosto preoccupata.

"Tranquilla, mal che vada mi porterai dei doni in carcere"

"Questo non aiuta a tranquillizzarmi."

"Come al solito per avere mie notizie scrivi..."

"A Mano. Tu figurati se consideri il telefono."

Mercoledì sorrise: l'aveva educata bene alla sua amicizia.

"Nessun abbraccio?" Chiese Enid.

"Quelli solo quando ti batti con creature selvagge per me"

"Ok" sorrise con le mani in alto.

Mercoledì salì in macchina con Zio Fester alla guida e Mano.

"Zio Fester" gridò sorpresa chiudendo lo sportello "Che ci fai alla guida al posto di Lurch?

"Felice di rivederti anche io! Lurch è dovuto stare agli ordini di Morticia per il tuo party di bentornata stasera!"

"Un party di bentornata? Assolutamente no"

"Eddai ci divertiremo! Gomez ha anche invitato una banda musicale a suonare."

"Zio io stasera non posso partecipare perchè devo fare un omicidio"

"Interessante. E di chi?"

"Tyler Galpin."

"Oh sì! Quel grazioso Hyd...COSA?"

Zio Fester guardò nello specchietto retrovisore per cercare di capire se avesse sentito bene.

"Sì ricordo tutto. Ogni singolo dettaglio. E' stato veramente terribile da parte vostra nascondermi questa cosa e me la pagherete."

"Io sono stato costretto ad allontanarmi da casa e comunque adesso ricordi per cui il problema è risolto giusto?"

"Non è risolto proprio un bel niente perchè tu adesso mi lascerai davanti a casa sua e tornerai a casa dicendo che stasera dormirò da Enid."

"Questo è escluso. Io ho una missione e la dovrò portare a termine ossia portarti a casa."

"Mano." Chiamò sicura.

L'appendice schizzò dritta al collo dell'autista, stritolandolo con fare molto minaccioso.

"D'accordo! D'accordo." Tossì.

Mano lasciò solo per qualche secondo in attesa di una risposta più chiara.

"Ti lascerò davanti a casa sua. Dove abita?"

"A Jeriko, ti indicherò io la via"

"Ricordi proprio tutto vero?"

"Anche quante volte mi hai fulminata in quel bosco."

"Quello era solo per riportarti in vita."

"Non giustificarti, sai quanto amo la corrente"

Suo Zio sorrise e mise in moto. Mercoledì salutò Enid dal finestrino. Lesse sul suo labiale: Buona fortuna. Ne aveva veramente bisogno.

-

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Non impiegarono molto per arrivare alla residenza Galpin: la cosa positiva di vivere fuori città e di essere un ex Hyde temuto dal resto del mondo. 

Mercoledì scese con il suo telefono in mano e si appoggiò al finestrino di suo Zio.

"Sicura che sia questa la casa?"

Mercoledì annuì.

"Se ci dovesse essere qualsiasi problema chiama Mano o il 911"

"Zio" proferì inquisitoria.

"D'accordo. Me ne vado. In bocca all'Hyde...oh no questo non dovevo proprio dirlo"

Sfrecciò via. In fondo amava suo Zio anche per quel sarcasmo.

Si guardò intorno. Silenzio tombale. I boschi ai margini della strada erano completamente ricoperti di nebbia. Fissò la sua cassetta delle lettere completamente satura.

"Questo ragazzo deve leggere un po' di posta" sussurrò tra sé e sé.

Non era sicura neppure fosse in casa: la sola speranza era l'auto di suo padre parcheggiata sul vialetto adiacente.

Camminò con passo incerto, sicura di sapere cosa dire e cosa fare, anche se non aveva ancora fatto i conti con i suoi occhi nei suoi o con il magnetismo. Forse ora che non era più un Hyde quella dipendenza non c'era più e poteva tenere tutto al meglio sotto controllo.

Guardò dentro tramite il vetro della finestra, vedendo solo cartoni e fogli di giornale. Si stava trasferendo? Ciò non faceva altro che incrementare le sue fantasie omicide nei suoi confronti.Senza farsi altre domande suonò al campanello che rimbombò di un suono fin troppo allegro in tutto il porticato. Nessuno rispose.

Senza perdersi d'animo riprovò subito.

Forse avrebbe dovuto davvero chiamare la psicologa. Quando iniziò a chiedersi che fine avesse fatto, la porta si aprì. 

Mercoledì deglutì a vuoto: era letteralmente più bello di come se lo ricordava. Gli aprì a petto nudo,con un asciugamano sulle spalle e i boccoli lievemente bagnati.

"Scusi ero..."

In quel momento Mercoledì si chiese se non fosse un Gorgone, perchè aveva proprio sortito quell'effetto. Pietra.Rimase a fissarla a bocca aperta per secondi che sembravano ore. Si era dimenticato di quanto gli mancasse averla intorno.Mercoledì cercò di riprendere il raziocinio per non sembrare una pazza e attuare il suo piano.

"Salve. Scusami se ti ho disturbato. Ti do del tu perché potresti avere la mia età all'incirca."

Tyler strinse nervoso l'asciugamano tra le mani: un estraneo.

"No tranquilla. Hai bisogno di aiuto?"

"Sì. In realtà sembrerà una storia un po' assurda...dovevo tornare a casa da scuola, ma nessuno è venuto a prendermi perciò stavo cercando di chiamare mio padre con questo coso, ma è scarico. Non è che potresti aiutarmi a caricarlo?"

"Ah sì...certo. Vuoi un caricatore?"

"No, lo ho il caricatore, ma non posso caricarlo ad un albero."

"Ovvio...accomodati." sorrise come un tonto soffermandosi sulle sue labbra. 

Si era giurato molte volte di mantenere la calma eppure anche l'immagine delle sue labbra colorate di Bordeaux Matte, mandavano i suoi neuroni a giocare a roulette russa.

Riuscì a spostarsi di lato: grande conquista. 

Mercoledì varcò la soglia guardandosi intorno sconvolta: decine e migliaia di cartoni.

"Permesso"

"Tranquilla ci sono solo io"

"Ah ok, scusa. Dove posso caricarlo?"

"C'è una presa al piano di sopra. Le altre sono tutte sommerse dagli scatoloni."

"Mi accompagni?"

"Oh sì...giusto. Ti faccio strada."

Salirono le scale. Non doveva sparire il magnetismo con la morte dell'Hyde? Anche solo averlo alle spalle destava non pochi problemi.

"La presa è quella accanto al letto. Non ti ricordi il numero? Magari potrei chiamarlo io con il mio"

"No...non sono molto tecnologica a dire il vero."

"Capito. Vabbè io vado a finire di sistemare il bagno, tu aspetta pure."

"Devi uscire? Magari ti ho disturbato."

"No, niente uscite."

"Se è un problema attendo l'arrivo del vicino per caricarlo"

"Non c'è più nessuno qua da qualche mese."

Da quando lo hanno scagionato avrebbe voluto dire: tutti i vicini avevano paura di finire affettati e se ne erano andati.

"Ah ok."

Mercoledì si mise a sedere sul letto completamente in disordine: si era lasciato decisamente andare a giudicare dallo strato di polvere sui mobili. 

"Sei appena arrivato qua?" Chiese alla ricerca di informazioni.

"No! Sto per andarmene in realtà"

"Quindi ti trasferisci?"

"Sì."

"E dove andrai a stare...se posso permettermi?"

"In realtà pensavo ad un giro in Europa alla ricerca di un posto lontano da qui"

Mercoledì strinse i denti.

"Buon per te."

Cominciò a guardarsi intorno, fissando il luogo del suo primo sogno: quello da cui era partito tutto. Era esattamente come la sua visione, con tanto di candela appoggiata sulla scrivania.

"Come mai hai una candela?" Si maledì per quella domanda.

"Una candela?" Chiese facendo di nuovo irruzione nella camera, stavolta con una maglietta indossata.

"Sì quella"

"Ah...in realtà mi aiuta a conciliare il sonno" la guardò confuso.

"Come mai ti trasferisci?"

"Voglio allontanarmi da Jeriko. Non è una città felice per me. Ho perso entrambi i genitori qui e la ragazza che amo."

"E' morta?" Chiese.

"No. E' viva, ma...è complicato."

"Che cosa è successo? Vi siete lasciati?"

"Più o meno sì" sorrise cercando di smorzare la tensione.

Mercoledì invece era un vero e proprio fascio di nervi. Avrebbe voluto vendicarsi, farlo pentire e poi rivelarsi, ma ogni secondo che passava accanto a lui portava solo dei danni cerebrali.

"Immagino tu voglia allontanarti per dimenticare o qualcosa del genere...tu la ami sempre o viceversa?"

"Io sì...lei no. Comunque non voglio tediarti con i miei discorsi inutili. Sei riuscita ad accenderlo vedo."

Mercoledì fissò la luce di sblocco attiva.

"Sì,ora faccio la chiamata e poi aspetto che venga a prendermi."

"Aspettalo pure qua, almeno non sei spersa nella nebbia."

Tyler giocava con le mani agitato finchè con un sorriso falso si diresse verso la porta: lontano da lei per non perdere il controllo e saltarle sulle labbra passando per un maniaco.

Non sapeva più che cosa fare. Forse era davvero arrivato il momento di chiamare suo padre e andarsene da quel posto. Avrebbe chiesto solo un ultimo bacio e poi l'avrebbe lasciato andare, così come l'intento della sua vendetta. 

   
 
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