Anche oggi era lì, poco distante da me, sulla spiaggia.
Solo, proprio come lo ero io, o almeno come realmente mi sentivo, durante quella noiosa vacanza a Venezia.
Amavo mia madre e le mie sorelle ma tutto mi sembrava così opprimente, quando invece io avevo soltanto voglia di scappare via, lontano, verso orizzonti nuovi, stimolanti e sconosciuti. In fondo avevo solo 15 anni.
Mi sembrava così malinconico, ma ero sicuro che i suoi occhi fossero buoni, gentili e timidi. Era lo sguardo di un uomo che sicuramente aveva sofferto nella vita. A volte mi sembrava un artista, colto e raffinato, ma anche tanto tormentato.
Durante una delle svariate volte in cui gli ero passato accanto avevo potuto distinguere distintamente l’odore di cedro e tabacco, proprio come quello che sentivo addosso a mio padre quando ero molto piccolo quando lui mi prendeva in braccio facendomi sentire al sicuro, protetto. Padre che non ho più ormai. Il mio rifugio perduto…
I miei coetanei mi annoiavano da morire con i loro stupidi giochi e così spesso girovagavo solitario in riva al mare. Non avevo amici. Le persone mi sembravano tutte così superficiali, vuote, a volte violente, banali.
Ieri sera mi è parso di udire una dolce melodia, struggente e magnifica, sembrava una discreta e accorata richiesta di aiuto… La musica: quanto la amavo! Una delle poche cose che mi faceva battere forte il cuore e brillare gli occhi.
E lui era sempre lì… Con quegli occhi tristi, rassegnati. Avrei voluto vederlo sinceramente rasserenato. In quella mente doveva esserci profondità di intelletto e sentimenti. Era diverso dagli altri. Proprio come me.
Ti prego, rivolgimi una parola gentile…
Io ti guarderò ancora.