Anime & Manga > Capitan Harlock
Segui la storia  |       
Autore: Alexander33    06/01/2023    1 recensioni
Una ragazza poco raccomandabile dispersa tra le pieghe del tempo, un sos misterioso, una soluzione da trovare, un cuore spezzato da guarire.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Nuovo personaggio, Tadashi Daiwa, Yattaran
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I tappi delle bottiglie di champagne saltarono uno dopo l’altro, fiotti di liquido dorato e schiuma soffice bagnarono il pavimento della plancia.

 

«no ragazzi! Non dovevate!!!» Kei era imbarazzata. In occasione del suo compleanno i ragazzi le avevano preparato una piccola sorpresa, anche per mitigare la sua solitudine: Tadashi era via da un bel pezzo e la bionda sentiva particolarmente la sua mancanza.

 

Mancava il pezzo forte: si fece avanti Kaya con una magnum da 5 litri, prima di aprirla agitó energicamente la bottiglia che le venne tolta dalle mani dal navigatore che stava sostituendo Yattaran. Quando fece saltare il tappo il getto di champagne sotto la spinta del gas in pressione finì direttamente addosso a Kaya inzuppandola fino alla vita.

 

«certo che hai una mira penosa…» rise, grondante «speriamo mi porti fortuna questo bagno!»

 

Masu san era apparsa con grandi vassoi di pasticcini

 

«tanti auguri bambina!» le schioccó un bacio sulla guancia.

 

La pausa duró una mezz’oretta prima che si riprendesse il lavoro.

 

«sei tutta zuppa… devi cambiarti…» osservó Harlock guardando Kaya coi vestiti incollati addosso.

 

«si, ora vado…»

 

«la tua cabina è troppo distante. Ho qualcosa che potrebbe andarti.»

 

Gli sembrava un’ottima idea: era ora di mettere da parte una volta per tutte le ombre del passato, e questa era l’occasione giusta. Le avrebbe dimostrato che, dopotutto, poteva aspettarsi anche qualcosa di bello.



 

«mettiti questo» le porse un abitino azzurro

«era di Mayu. Tu sei un po’ più prosperosa, ma dovrebbe andarti…»

 

«stai forse dicendo che sono grassa?» disse con disappunto, afferrando l’abito che gli porgeva.

 

«non ho detto che sei grassa! Non cominciamo…»

 

«girati mentre mi cambio!»

 

Le diede le spalle, ubbidiente.

 

«se vuoi puoi usare il bagno…»

 

«non ce n’è bisogno… ehi! È veramente stretto… e corto! Sembra la divisa delle cheerleader!»

 

Harlock si voltó, curioso di vedere come le stesse, e speranzoso che le evocasse ancora di più la sua Mayu, e rimase a bocca aperta.

 

Kaya stava cercando di tirare più giù la microscopica gonnellina a pieghe. quel vestito era di almeno due taglie più piccolo, le tirava sul seno e ad Harlock parve di scorgere il rilievo dei capezzoli sotto il tessuto, il gonnellino a stento le copriva le mutandine, e lei era arrossita. Quando lo indossava Mayu l’aveva considerato un capo anonimo, ma su Kaya era molto provocante.

 

«credo sia meglio che indossi i miei vestiti bagnati…» disse Kaya imbarazzata

 

«no… ti sta benissimo…» e non stava mentendo.

 

A Kaya non sfuggì come l’aveva guardata… possibile che avesse catturato il suo interesse?

 

Improvvisamente Harlock si sentì terribilmente accaldato e desideró un birra gelata.

“Al diavolo il vino” per una volta gli preferiva dell’altro.

 

«io prendo da bere, vuoi qualcosa?» nel mentre abbassó un po’ la zip della maglia a collo alto.

 

«no grazie, non ho sete…» lo osservó dirigersi verso il frigo bar, prelevare una bottiglia di birra, stapparla e portarsela alle labbra bevendo avidamente a canna lunghi sorsi.

Si morsicó il labbro inferiore dopo che gli ebbe chiesto senza riflettere «me ne dai un po’?»

 

«hai detto che non ne volevi…» la guardó sorpreso

 

«solo un sorso… per assaggiare»

 

Harlock le porse la bottiglia e Kaya la prese, con lentezza se la portó alle labbra, fissandolo negli occhi con impudenza, e lentamente lambì con la punta della  lingua l’imboccatura della bottiglia dove lui aveva posato le labbra, prima di berne un sorso.

 

“Cosa diavolo sto facendo!!!» sentiva il viso di brace ma non riusciva a smettere, e vedere il modo in cui lui la guardava la spronava a continuare.

 

Deglutì la birra fredda che le fece venire i brividi, poi aprì la bocca e inizió a passare pigramente la lingua su e giù sul collo della bottiglia, due volte, e arrivata in cima succhió l’imboccatura prima di porgerla ad Harlock 

«grazie…» disse, inumidendosi le labbra con la lingua, continuando a guardarlo nell’occhio più sfrontata che mai. La vecchia Kaya voleva emergere per prendersi ció che desiderava: le lacrime di pochi giorni prima l’avevano spronata a mettere da parte le sue fragilità per passare a qualcosa di più pratico.

 

Harlock prese la bottiglia che lei gli porgeva e a sua volta la portó alle labbra vuotandola del contenuto.

Quando ebbe finito la lasció cadere a terra e quella rotoló fino a fermarsi a contatto con il tappeto ai piedi del letto.

 

Le mise le mani ai lati del collo, mentre coi pollici le accarezzava le guance; aveva un espressione seria e il suo occhio si era velato

 

«vuoi questo?» le chiese con un tono di voce che non gli aveva mai sentito. Il cuore di Kaya inizió a galoppare mentre lui la bació con ingordigia, sembrava affamato. La sua bocca la accarezzava morbida e golosa, era tanto diverso dal bacio che le aveva dato quando l’aveva confusa con Mayu… era stato tenero allora. 

 

«Sei sicura di essere pronta per fare dell’altro?» le sussurró sfiorandole con le labbra un’orecchio.

 

Non era inopportuno: lei l’aveva provocato in maniera sfacciata, e dentro di sé lo voleva eccome “andare oltre”; avrebbe ripulito lo schifo di anni di abusi. Ma non era sicura di poter controllare le sue reazioni… anche se ormai erano, come si dice, intimi; seppur non fossero mai andati oltre qualche bacio.

 

Era imbarazzata e il cuore aveva deciso di sconquassarle il petto, fissava le sue labbra mentre parlava

«lo vorrei, ma non sono sicura di poter controllare le mie azioni.»

 

Poi, in uno slancio di ardimento tornó a fissare lo sguardo sul suo

«vorrei potessi cancellare quello che ho dentro. La violenza con… l’amore?»

 

«Possiamo provare, se te la senti».

 

Kaya non sapeva se morire di vergogna, paura o felicità.

Alla parola “amore” non si era ritirato nominando Mayu o accampando i vari perché non potesse essere possibile. Vuoi vedere che l’ultima discussione che avevano avuto aveva smosso qualcosa d’importante?

 

Sarebbe bastato dire semplicemente sì, e le avrebbe fatto scoprire cosa significava essere di un uomo perché l’aveva deciso lei e non per costrizione.

Si mosse eccitata e nervosa.

 

«Credo sia ancora troppo presto. Non ci tengo a prendermi un altro calcio nelle palle.»

 

Kaya rise, quanto era incredibile quest’uomo? Aveva intuito il suo stato d’animo e aveva sdrammatizzato senza metterla in imbarazzo.

 

«So di non contare troppo per te…»

 

«È grazie a te se sto facendo pace col mio passato e accettando il mio presente: non dirlo più…»


Quella notte non riuscì proprio a prendere sonno. Pensava e ripensava a ciò che si erano detti la sera prima e l’unica frase che poteva descrivere tutto ciò che era successo era “ogni lasciata è persa”. Odiava i rimpianti. Era il momento giusto? Oppure aveva ragione lui?

 

“Dannazione! Ma chi se ne frega? Potrei pentirmene mille volte domani!”

 

I corridoi erano silenziosi e bui, fatte salve per le deboli luci a terra che segnavano la via nei corridoi e Kaya trovó che fossero molto utili per spostarsi durante la notte artificiale.

 

Harlock era ancora sveglio, seppure fosse molto tardi, Meeme era andata via da poco.

Non indossava pigiami, preferiva dormire in boxer e così lo trovó Kaya, che alla vista dell’uomo seminudo si sentì accartocciare le viscere in un mix incredibile di desiderio e autentica paura, una voce le urló nella testa

«girati e scappa!»

Non le diede retta, si concentrò sui sentimenti che provava mettendoci tutta l’attenzione possibile.

 

«Che ci fai qui? È molto tardi. Come sei conciata?»

 

Un lenzuolo la infagottava dai piedi fin sotto il naso, come un gigantesco bozzolo.

 

«Ho lasciato qualcosa in sospeso. Non riesco a dormire se non la risolvo.»

 

Harlock capì al volo.

 

«E sei assolutamente sicura di volerla risolvere adesso?»

 

Fece di sì con la testa «me ne pentirei mille volte, lo so…deve succedere ora».

 

«Potresti toglierti quel lenzuolo di dosso? Magari riesco a vederti in faccia»

 

Kaya temporeggió, finché Harlock la convinse con un’occhiata impaziente.

 

Lasció cadere il lenzuolo.

 

Era rossa come un pomodoro

«mi sono coperta per nascondermi, in caso avessi incrociato qualcuno per i corridoi…»

 

Indossava un cortissimo abitino di impalpabile stoffa… Meeme doveva averla aiutata a realizzarlo perché era dello stesso tessuto dei suoi foulard.

Trasparente, cortissimo… e sotto non aveva nulla.

 

Era così impacciata e timorosa. Si era spogliata di tutta la sua sfrontatezza e strafottenza: davanti a lui c’era una giovane donna che voleva essere aiutata a guarire da un passato di bassezze e laidume.

 

Si avvicinó per ammirarla meglio: Kaya in quanto a sensualità poteva dare lezioni a Sarah, la sua prostituta preferita, che pure ne aveva fatto un mestiere.

 

Senza parlare le mise le mani tra i capelli, accarezzandole il viso con gentilezza. Doveva rassicurare quell’animaletto spaventato e malfidente.

 

Inizió dalle labbra, Kaya amava baciare, si lasciava andare in quel frangente, nonostante le violenze passate. La bació a lungo, con passione ma con dolcezza, prendendo tutto il tempo che serviva. Quando sentì che era più rilassata, e non c’era rigidità nei suoi movimenti, con gentilezza l’accarezzó piano, partendo dalle spalle.

 

Kaya chiuse gli occhi, tremava e respirava con affanno.

La accarezzó dalle spalle fino alla vita, e poi giù, fino all’orlo del corto abitino. Dopodichè si inginocchiò di fronte a lei.

 

«Tu tieni su il vestito, al resto penso io».

 

Nella sua testa, involontariamente, erano le mani e la bocca di quel vecchio maiale che la toccavano e l’assaggiavano. Dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non fuggire. Voleva, doveva passare oltre, chiudere quel capitolo della sua esistenza e ricominciare a vivere.

Se lo impose con tutta se stessa, si concentró su di lui, sul suo sentimento prepotente e pulito: sul significato di ció che stava accadendo. Non era più un oggetto da usare per lo sporco capriccio di un animale.

 

«aspetta!»

 

Harlock si ritrasse «non te la senti?»

 

«no… solo forse è meglio se… lo conduco io il gioco.»

 

Avere il controllo la rendeva molto più rilassata. Sarebbe stata lei a decidere cosa e come farlo. 

 

Lo prese per mano e lo condusse al letto.

 

«ti prego, sdraiati…»

 

«mi piace questa cosa… e non mi capita spesso” disse con un sorriso mascalzone.

 

Quando si fu sdraiato, lei si sedette a cavalcioni all’altezza delle ginocchia di lui, e si avvicinó all’elastico dei boxer, indecisa. Poi si fermó.

 

Lui le prese gentilmente la mano che si era fermata a mezz’aria.

 

«non sei obbligata… possiamo rimandare…»

 

«no! Devo liberarmi, voglio finirla adesso!»

 

Si lasció condurre dolcemente sotto la stoffa dell’indumento.

 

«…Posso?» chiese Harlock, dopo essersi inumidito le dita con la saliva e le portava sotto il corto abitino.

 

Kaya annuì, con le ginocchia che le tremavano e gli occhi lucidi.

AFED8-D27-27-C4-4330-80-F4-7-AE549-D8-B044
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Capitan Harlock / Vai alla pagina dell'autore: Alexander33