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Autore: speechlessback    06/01/2023    2 recensioni
Raccolta di flashfic e Drabble incentrate sul personaggio di Sakusa Kiyoomi (le ship, il rating e il contenuto variano di capitolo in capitolo, leggete le note per qualsiasi informazione). Principalmente H/C e smut che non si possono definire tali.
(Scritta per la challenge #whumporsmut del gruppo Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom)
Genere: Erotico, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kiyoomi Sakusa, Kozune Kenma, Shouyou Hinata, Wakatoshi Ushijima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTE: i personaggi sono Bokuto e Sakusa, genere H/C, non c'è una ship, rating Verde.
 

Gelo.


 
Quello di Sakusa Kiyoomi è un dilemma che in pochi possono affermare di aver fronteggiato. Il dolore che si irradia dal suo polso destro ha deciso di trovare nuova linfa vitale e di espandersi fino al braccio, rendendogli difficile persino un’azione qualunque come l’aprire un’anta per prepararsi la colazione - o la porta della palestra, per iniziare il riscaldamento. Il freddo non aiuta (il freddo del Giappone, in particolare). Sakusa sente questo inverno in modo più acuto dei precedenti; si è infilato nei suoi tendini, nel corredo dei suoi muscoli, impossibile da scacciare via. Il suo volto tendenzialmente stoico si torce in smorfie di dolore. Seppur taciute, sono più che visibili ai suoi compagni di squadra.
Inizi di Gennaio, sono a metà campionato. Eppure Sakusa Kiyoomi sente il peso del gelo arrivargli fino al cuore, fermargli il battito, impedirgli i movimenti che l’hanno reso - solo pochi anni prima - MVP del campionato.
Quindi Sakusa si trova nello spogliatoio dei Black Jackals e si guarda attentamente la mano; lo stomaco gli brontola (non ha fatto colazione), ha utilizzato la sua scorta giornaliera di disinfettante perché per aprire le porte ha compiuto acrobazie tali da pensare di cimentarsi nella ginnastica artistica per le prossime Olimpiadi. È un filo di pensieri scivoloso come il ghiaccio, amaro per la caduta che sente ormai certa e ineluttabile. Ha provato a fare la stessa battuta alla receptionist dell’edificio, che di tutta risposta ha smesso di sorseggiare rumorosamente il suo caffellatte e l’ha fissato come se un’altra testa gli fosse appena spuntata dal corpo.
(Sia messo agli atti ed in difesa della povera receptionist la cui rivoluzione copernicana Sakusa non può nemmeno immaginare: negli anni precedenti, Sakusa non gli aveva mai rivolto la parola. Si aggiunga: Sakusa Kiyoomi non fa battute perché non possiede senso dell’ironia.)
Quindi Sakusa si guarda la mano. Non si rende conto che la porta dello spogliatoio viene spalancata dal giocatore più chiassoso della squadra. Non se ne rende conto perché la sua rivoluzione copernicana ha assunto le dimensioni di un labirinto in cui si fronteggiano un bambino ribelle che vuole continuare a stringere i denti - a giocare - e l'adulto coscienzioso, che lo aspetta al varco, quello stesso varco che ha una sola parola stampata a lettere cubitali (e che nessuno osa pronunciare, pensare, respirare).
Sakusa è talmente scosso da non accorgersi del fatto che una persona ha appena preso posto al suo fianco.
Al punto tale che si rende conto di non essere solo, irrigidendosi in maniera impercettibile e misurata, quando delle dita forti, ma estremamente delicate, cercano di spalmargli un unguento sul polso. Sono movimenti circolari, carezze più che manipolazioni. Sakusa forse se ne accorge perché vede la pelle arrossarsi di poco, quasi sia diventato insensibile al contatto umano. Bokuto Koutaro nel frattempo canticchia una melodia, e procede nel suo lavoro certosino. Un aggettivo che mai si potrebbe affibbiare ad una persona come lui. Sakusa non sa nemmeno quanto tempo passi. Il freddo rimane. Bokuto si alza, fa per uscire come se nulla fosse accaduto. Poi si ferma sulla porta.
“Omi-omi. Se ti fa male ancora, non esitare a chiederci aiuto, ok? Siamo qui per te.”
E poi esce fuori, urlando a squarciagola e svegliando l’intero edificio.
Sakusa lo raggiungerà qualche minuto dopo, proponendogli di fare qualche palleggio prima del riscaldamento. Se Bokuto ha notato gli occhi rossi e stropicciati del compagno di squadra, decide di non farne menzione.
 
(Il gelo lascia il passo al flebile raggio di sole proveniente dalle finestre della palestra. È flebile, sottile, contornato di un rosa che testimonia un tramonto, testardo, che vuole a tutti i costi lottare contro le nuvole. 
Sakusa si guarda le mani. Sorride.)

 
   
 
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