Cap. 2: Ghosts
How
can I sleep with this coldness beside me?
How can I sleep with this coldness inside me?
I know I can't bring back your love
How can I move on (How can I move on)
When everyone I see still talks about you?
How can I move on (How can I move on)
When all the best things I have we made
together?
Here's to letting go (Here's to letting go)
But I am lost in a void with your ghost and our
memories
Lest we forget
The great reset…
(“Ghosts (How can I
move on)) – Muse ft. Elisa)
Un quarto d’ora dopo circa, Freya e Hope
avevano allestito tutto il necessario per l’incantesimo che si sarebbe svolto
nel patio di Villa Mikaelson: le erbe erano pronte e, nella ciotola, la strega
versò qualche goccia del sangue di Kol, visto che era suo il passato nel quale
dovevano muoversi. Erano tutti in cerchio e si tenevano per mano, Kol stava tra
Freya e Hope e l’incantesimo ebbe inizio.
Una giovane Esther si trovava nella sua casa insieme ai
piccoli Finn, Elijah e Klaus quando udì bussare insistentemente alla porta.
Aprì e si trovò davanti una sua amica strega, Kaira, con un bambino di pochi
mesi in braccio.
“Kaira, che succede? Perché sei così agitata?” le chiese
Esther. “Entra, riposati, il tuo villaggio è molto lontano da qui. Sei venuta a
piedi con il tuo piccolo in braccio? Vieni, prendi qualcosa da mangiare e da
bere…”
Kaira la interruppe e le mise il bambino in braccio.
“Occupati tu di lui, Esther, io mi fido solo di te e… non
posso permettere che il mio piccolo Kol muoia!” disse tra le lacrime.
“Di che parli? Perché il tuo Kol dovrebbe morire?”
“Tu sai che i miei sogni sono sempre veritieri e da molte
notti ormai faccio sempre lo stesso sogno: un grande branco di lupi mannari
attacca il nostro villaggio e ci massacra tutti” spiegò la strega. “L’ho detto
a mio marito e al capo del villaggio, perché organizzino delle difese adeguate,
ma loro hanno pensato che esagerassi. Il capo, Erik, ha detto che lui e i suoi
guerrieri faranno scappare a gambe levate quei quattro lupetti spelacchiati…
non capiscono, non vogliono capire. Volevo che anche altre donne venissero con
me a portare i loro bambini al vostro villaggio, qui i lupi mannari non
arriveranno, ma loro hanno rifiutato, hanno più fiducia nella forza e nel
coraggio dei loro mariti che nei sogni di una strega…”
“Non preoccuparti, Kaira, tu e Kol potrete restare qui
con noi” disse Esther.
“No, io non resterò, sono venuta per affidarti Kol e
salvargli la vita, ma il mio posto è al mio villaggio, al fianco di mio marito
e delle altre famiglie. Preparerò delle protezioni per tenere più gente
possibile al sicuro, ma sarò molto più tranquilla sapendo che Kol è qui con te,
lontano dai pericoli” ribatté la strega, poi strinse il bambino tra le braccia
e lo baciò in fronte.
Nonostante le proteste di Esther, Kaira lasciò la casa e
si incamminò di nuovo verso il suo villaggio dopo aver affidato il piccolo Kol
all’amica.
I suoi sogni erano stati veritieri come sempre e i
guerrieri del villaggio troppo arroganti: il branco di lupi mannari sterminò
tutta la gente del villaggio poche notti dopo e non ci furono sopravvissuti,
Esther lo seppe tramite un incantesimo. Il piccolo Kol fu adottato dai
Mikaelson e crebbe con i figli di Esther; Mikael non fece storie visto che un
altro figlio maschio, anche se adottato, gli avrebbe fatto comodo di lì a
qualche anno.
La visione terminò e tutti rimasero in
silenzio per un lungo momento, poi Freya abbracciò Kol.
“Tua madre è stata molto coraggiosa e la
nostra molto generosa, devi a queste due donne, due streghe, la tua salvezza.
Ora comprendo meglio per quale motivo tu sia sempre stato particolarmente
attratto dalla magia” disse, “ma questo non ha importanza. Tu sei cresciuto con
i Mikaelson e Esther si è occupata di te come se fossi suo figlio, inoltre sei
un vampiro Originale perché c’eri anche tu quando Esther fece l’incantesimo.
Non importa se non sei nato dal sangue dei Mikaelson, è come se fossi rinato
con loro quando sei diventato un Originale.”
“E dai, zio Kol, non lo sai che in questa
famiglia i legami di parentela sono tutti strambi?” scherzò Hope. “Te l’ho
detto, tu rimani il mio zio preferito anche se non siamo dello stesso sangue.”
“Ma certo, non devi preoccuparti” lo
rassicurò Hayley, avvicinandosi a lui. “Anch’io ho perso i miei veri genitori
da piccola e sono stata cresciuta da una famiglia umana che mi ha cacciata via
quando ha scoperto chi ero veramente. I Mikaelson mi hanno accolta come se
fossi davvero parte della famiglia e adesso questa è casa mia, come è e sarà
sempre anche per te.”
Kol continuava a mostrarsi confuso e
destabilizzato nonostante le dichiarazioni di affetto.
“Sì, lo so questo” disse, stranito. “In
realtà io mi sono sempre sentito escluso dalla famiglia, io non ero neanche con
voi quando faceste il patto del sempre e
per sempre, spesso mi comportavo male per attirare la vostra attenzione ma
così era anche peggio. Per secoli ho vissuto nella solitudine e nell’odio, per
questo quando ho conosciuto Davina e ci siamo innamorati ho pensato che sarebbe
diventata lei la mia vera famiglia, ma poi lei è morta e…”
“Noi ci siamo sempre stati per te” gli disse
Rebekah, abbracciandolo.
“È stato questo a darmi la forza per reagire
e andare avanti anche senza Davina” replicò Kol, commosso. “Ho scelto di vivere
a San Francisco per dimostrare a me stesso che potevo farcela e che, in memoria
di Davina, avrei vissuto senza tornare ad essere il mostro che ero stato prima
di conoscerla, ma la forza che avevo dentro mi veniva dalla consapevolezza che
qui c’eravate voi e che mi avreste aiutato se ne avessi avuto bisogno.”
“Ed è così, Kol” dichiarò Freya.
“Sì, ma adesso… mi sembra tutto diverso”
mormorò lui. “In realtà all’inizio è stato una specie di sollievo, come se
finalmente avessi capito perché mi sentivo escluso, perché non facevo parte del
sempre e per sempre… Non ero io a
essere sbagliato, era normale che non fossi come voi perché in effetti non lo ero, non ho il vostro sangue, non
sono della famiglia. Sembrava andar bene, poi mi sono reso conto che, senza
Davina e senza l’appartenenza ai Mikaelson io… io… non sono più niente, non
appartengo a nessuno, sono solo!”
“Ma non è così! Tu sei e sarai comunque parte
della famiglia” protestò Rebekah, ma Kol non sembrava del tutto convinto. Alla
fine Klaus, che fino a quel momento era stato insolitamente zitto e calmo, si
avvicinò lentamente e gli mise le mani sulle spalle, stringendolo verso di sé.
“Non ci formalizziamo tanto in questa
famiglia e, infatti, a rigor di logica neanch’io dovrei essere un Mikaelson,
visto che non sono figlio di Mikael” gli disse. “Tu sei comunque uno di noi,
non importa chi siano i tuoi veri genitori, e non pensare neanche per un
istante di essere solo perché noi ci saremo sempre per te. Anzi, visto che non
lo facemmo all’epoca, da questo istante in poi dichiaro che anche tu fai parte
del sempre e per sempre… anche se, a
dire il vero, in genere sei tu che tendi a scappare da noi.”
“Ora non voglio più scappare e… grazie, Nik”
mormorò Kol, mentre l’ibrido lo abbracciava stretto come, forse, non aveva mai
fatto prima. E Kol, forse, aveva atteso l’approvazione di Klaus più di quella
di ogni altro e tra le sue braccia provava qualcosa di strano, un calore
improvviso nel petto. E Klaus, forse, si sentiva più strano e turbato dopo aver
saputo che Kol non era suo fratello che per le notizie che aveva portato di
Greta Sienna e dei suoi Notturni… ma perché?
Tuttavia non era il momento di indugiare su
insoliti sentimenti e domande assurde… Rebekah aveva approfittato della benedizione di Klaus a Kol per chiamare
Marcel e Elijah e dire loro di raggiungerli immediatamente a Villa Mikaelson.
I due, ansiosi di conoscere le novità,
arrivarono dopo pochi minuti. In realtà non c’erano soltanto loro, perché
Tristan non aveva voluto accettare di restare a Davilla Estate…
“Tristan, non ci metterò molto tempo e comunque non credo
che la questione possa interessarti, visto che, come sempre, riguarda un
problema della mia famiglia” aveva cercato di convincerlo Elijah.
Tristan si era imbronciato, ma la sua era più una
reazione di delusione che di rabbia.
“Allora non hai ancora capito niente di me, Elijah, è una
bella soddisfazione, certo, dopo tanto tempo…” aveva ribattuto il giovane
Conte. “Prima di tutto quello che riguarda la tua famiglia e, soprattutto, i
tuoi affetti, a questo punto riguarda anche me: è vero, non mi importa affatto
di loro, ma so quanto li ami e per questo non voglio che accada niente di male.
Inoltre se c’è un pericolo che riguarda i Mikaelson, indirettamente riguarda
anche New Orleans e la Strix e quindi voglio sapere tutto, non puoi lasciarmi
qui come se fossi un servitore!”
Elijah non aveva potuto far altro che baciare
appassionatamente il suo compagno e poi portarlo con sé, nonostante sapesse che
la cosa non sarebbe piaciuta affatto a Klaus…
“Bene, dunque, siamo tutti qui… anche chi non
dovrebbe esserci” sottolineò infatti Klaus, caustico, lanciando uno sguardo
seccato a Tristan, che ostentò un’olimpica indifferenza e non raccolse. “Kol ci
ha portato un sacco di notizie, più o meno belle, ma comunque molto importanti
per saperne di più sugli attacchi alla scuola di Hope.”
“Se è stato Kol a trovare queste
informazioni, forse sarebbe meglio che fosse lui a riferircele. Sa parlare da
solo, Niklaus, non ha bisogno dell’interprete” commentò Elijah, innervosito per
l’accoglienza che il fratello aveva riservato a Tristan. Riflettendoci, si era
reso conto che il giovane aveva ragione e che, anche grazie al suo ruolo nella
Strix, sarebbe potuto essere molto utile e quindi aveva tutti i motivi per partecipare
a quell’incontro.
“Sì, beh… innanzitutto mi fa piacere
rivedervi tutti quanti, anche se avrei sperato fosse in un momento ben diverso”
esordì allora Kol. “Come Nik, Rebekah e gli altri già sanno, sono tornato a New
Orleans per parlare con Vincent e, insieme, siamo riusciti a contattare Ivy che
ci ha mostrato che i colpevoli sia degli attentati ai lupi mannari e alle
streghe sia delle aggressioni alla scuola di Hope sono Greta Sienna e i suoi
seguaci. Ivy mi ha anche mostrato che in realtà non sono un Mikaelson ma,
magari, di questo parleremo più avanti, adesso direi di pensare a come
organizzarci contro i Notturni.”
Kol aveva cercato di buttarla sullo scherzo
come al solito, ma si vedeva bene dal suo volto che soffriva ancora, soffriva
per la mancanza di Davina e per la sensazione di non appartenere più a niente e
nessuno. Le sue rivelazioni, comunque, suscitarono grande agitazione nei nuovi
arrivati.
“Come sarebbe a dire che non sei un Mikaelson?” domandò subito Elijah.
“Greta e i Notturni, avrei dovuto
immaginarlo, non mi sono mai fidato di loro” intervenne Marcel. “Eppure i miei
vampiri li hanno sempre tenuti d’occhio e non li hanno mai colti sul fatto,
devono essere più astuti di quanto pensassi…”
“Greta Sienna? La madre di Antoinette e
Roman? Ma non ha senso… cioè, so quali siano le sue idee, ma so anche che
Antoinette l’ha ripudiata per questo ed è partita per l’estero” riprese Elijah.
“E comunque Roman stesso frequenta la Salvatore Boarding School. Perché mai
Greta metterebbe a repentaglio la vita di suo figlio? E, a proposito di figli, cosa intendevi dicendo che Ivy ti
ha rivelato che non sei un Mikaelson?”
“Una domanda alla volta, per favore, o dovrò
far sgombrare il patio di Villa Mikaelson!” li interruppe Klaus, con l’aria di
un giudice in un’aula indisciplinata. “A quanto pare abbiamo scoperto, grazie a
Freya che ci ha riportati indietro nel passato, che effettivamente Kol non è un
Mikaelson, non è un nostro fratello di sangue, ma non è questo il punto più
importante visto che, in quanto Originale e cresciuto con noi fin da
piccolissimo, Kol fa comunque parte della famiglia. Vorrei anche mettere in
chiaro che io non avrei mai permesso a Greta Sienna e ai suoi Nazisti Notturni
di stabilirsi a New Orleans… ma, naturalmente, qui nessuno mi dà mai retta e
quanto mi secca avere sempre ragione!”
“Adesso non metterti a fare la povera
vittima, Klaus” lo rimbeccò Hayley. “In questa storia ci sono molti colpevoli
ed è opportuno capire bene come stanno le cose, senza pregiudizi e senza
recriminazioni, prima di agire.”
“Oh, da quando la piccola lupa è diventata
così saggia? Anche tu sei senza pregiudizi, quindi?” la provocò Tristan, che
proprio non riuscì a farne a meno.
Hayley lo fulminò con un’occhiataccia.
“Sono diventata saggia da quando ho dovuto
imparare a proteggere la vita di mia figlia a qualsiasi costo” ribatté, secca.
“E no, non ho pregiudizi, infatti sono disposta ad accettare anche il tuo
aiuto, se deciderai di offrirmelo per Hope, anche se non mi piaci e non mi
piacerai mai.”
“Insomma, vogliamo smetterla di discutere tra
noi?” intervenne Freya, con l’aria esasperata di una maestra con una classe
particolarmente casinista… “Credo che sia molto più importante che Kol racconti
anche a voi quello che Ivy ha mostrato a lui e a Vincent.”
E così Kol ripeté a Elijah, Tristan e Marcel
quello che aveva già detto a Klaus e agli altri riguardo agli umani e ai lupi
mannari soggiogati per compiere gli attentati contro i lupi mannari e le
streghe e le aggressioni alla Salvatore Boarding School. Nessuno litigava o
discuteva più, adesso gli occhi di tutti erano puntati su Kol e nel patio di
Villa Mikaelson si udiva solo la sua voce.
“L’uccisione di Davina, di Ivy e delle altre
streghe è stata una punizione per Vincent, per essersi schierato con i lupi
mannari invece che con i Notturni; le aggressioni alla scuola di Hope, invece,
facevano parte di un piano ancora più perverso. Ivy ci ha mostrato Greta mentre
diceva ai suoi seguaci che dovevano soggiogare dei lupi mannari per attaccare
gli studenti e se, magari, qualche studente, preferibilmente un lupo mannaro, fosse
rimasto ucciso sarebbe stato anche meglio: così, secondo Greta, sia a Mystic
Falls che a New Orleans si sarebbe scatenata una caccia ai lupi mannari,
considerati pericolosi e incontrollabili, e sicuramente tutti sarebbero stati
d’accordo per la loro segregazione o addirittura eliminazione.”
“Questa donna è pazza, vuole fare un
genocidio!” esclamò Hayley, sconvolta.
“Greta, in realtà, voleva che tutti pensassero
che quelle creature erano diventate incontrollabili per colpa degli ibridi,
erano loro che i Notturni volevano davvero togliere di mezzo, mentre si
sarebbero accontentati di confinare per sempre i lupi mannari nel Bayou,
uccidendo chi si fosse rifiutato” riprese Kol, sempre più pallido in volto. “Nel
piano di Greta, tutti gli ibridi sarebbero dovuti morire, quindi… sì, quindi
anche Hope. Lei e i suoi seguaci avrebbero messo in giro la voce che Klaus
Mikaelson stava formando un esercito di ibridi per dominare il mondo e che
aveva iniziato proprio da sua figlia.”
“E, dopo aver ucciso i Mikaelson, immagino
che il piano di Greta preveda di eliminare anche me” commentò Marcel. “Dovranno
essere i Notturni a regnare su New Orleans, tenendo prigionieri i lupi mannari
e costringendo le streghe a sottostare ai loro voleri. Bene, che cosa facciamo
allora?”
“La cosa riguarda anche me” intervenne a
sorpresa Tristan, “e sono ancora più soddisfatto di aver accompagnato Elijah a
questo incontro. Se Greta vuole un predominio dei vampiri Notturni, allora
cercherà di attaccare anche la Strix, che al contrario vuole che i vampiri
educhino la loro parte migliore, che siano esseri superiori dediti alla
propagazione della bellezza, della raffinatezza e della cultura. Io e i miei
seguaci saremo al fianco di Elijah per distruggere questa Greta e i suoi
barbari!”
“Oh, ne sono profondamente onorato, Milord” fece Klaus, sarcastico.
“Piantala, Niklaus! L’aiuto di Tristan e dei
vampiri della nostra organizzazione sarà più prezioso di quanto voi tutti
possiate immaginare e io stesso a questo punto sono doppiamente coinvolto in
questa guerra, sia come Mikaelson sia come fondatore e capo della Strix” lo
rimbeccò Elijah. “E proprio tu ti metti a sindacare su chi abbia o meno il
diritto di combattere Greta e i suoi e di proteggere la nostra famiglia? Forse
devo ricordarti perché Greta Sienna è
così piena di odio e rancore verso i Mikaelson?”
Tutti si scambiarono occhiate stupite perché
non comprendevano le parole di Elijah. Gli unici che capirono il riferimento
furono Marcel, che sapeva tutto perché Klaus glielo aveva raccontato tempo prima,
e Klaus stesso.
“Ah, dunque sarebbe colpa mia se questi
vampiri folli e nazisti vogliono distruggere mia figlia e tutta la nostra
famiglia? Bene, allora, se pensate che io sia solo un ostacolo nella vostra nobile missione e mi ritenete
responsabile vi libero della mia presenza, così sarete solo voi, la Strix e
tutti quelli che riuscirete a raccogliere in giro a lottare contro Greta e i
suoi!” esplose l’ibrido, fulminando tutti con lo sguardo. “Fate tutto da soli,
visto che siete tanto bravi e non avete bisogno di me. Sappiate, però, che se
accadrà qualcosa a Hope, a Hayley o a chiunque altro delle persone che amo, non
avrete un posto al mondo in cui nascondervi dalla mia furia!”
“Insomma, Klaus, ti ho già detto di non fare
la vittima!” cercò di richiamarlo Hayley.
“Nik, nessuno voleva rimproverarti” aggiunse
Rebekah, che comunque non sapeva a cosa volesse alludere Elijah.
Klaus, tuttavia, era già sparito,
rifugiandosi nella sua stanza a rimuginare sulle ingiustizie subite e su altri
turbamenti vari…
“Non vi preoccupate, tornerà” disse Marcel,
che ormai era abituato alle uscite spettacolari di Klaus. “Probabilmente aspetta
solo che qualcuno di noi vada a implorare il suo perdono e il suo prezioso
aiuto, ma non sarò io quello. Intanto organizziamoci tra di noi. Tristan, hai
detto di poter coinvolgere i vampiri della Strix, non è così?”
“Certo. Vampiri come Greta Sienna e i suoi
sono la vergogna della nostra razza” replicò con sussiego il giovane Conte.
“Io parlerò con Vincent” disse Freya. “Anche
lui è coinvolto e sono sicura che sarà ben felice di aiutarci a punire chi ha
ucciso le sue streghe e la donna che amava.”
“Fai in modo che sia lui a venire qui, non è
prudente che tu vada da sola a cercarlo” le raccomandò Elijah.
“Elijah, tu che cosa intendevi dire? Va bene,
la reazione di Nik è stata esagerata come sempre, ma in questo caso credo di
capirlo” disse Kol all’Originale. “Lo hai praticamente accusato di aver iniziato lui la faida con Greta.”
“Niklaus ha le sue responsabilità in questa
storia, ma devi chiederlo a lui, se vorrà raccontartelo” rispose Elijah, dopo
di che raggiunse Marcel, Tristan e gli altri che stavano iniziando a
organizzare dei piani contro i Notturni.
Kol, in preda a un tumulto di emozioni che
non riusciva né a spiegare né a controllare, decise che avrebbe fatto proprio
così, doveva sapere tutto su quella faccenda.
Doveva raggiungere Klaus nella sua stanza e
farsi spiegare… sempre che lui fosse
d’accordo!
Fine capitolo secondo