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Autore: stefy_81    08/01/2023    1 recensioni
"Era l’alba di un nuovo giorno quando tre piccole imbarcazioni raggiunsero la spiaggia dorata sotto il promontorio dove si trovava il giovane Reafly. Era un ragazzo di appena tredici anni, i capelli rossi incorniciavano un volto delicato sostenuto da penetranti occhi verdi e uno sguardo vivace di chi è in cerca di rivalsa."
Eragon e Saphira hanno lasciato Alagaesia per sempre come aveva predetto Angela. Nuove ed emozionanti avventure attendono il giovane caliere !
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arya, Eragon, Murtagh | Coppie: Eragon/Arya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Mancavano pochi minuti all’alba, e tra non molto l’aria si sarebbe riempita dall’incessante cinguettio degli uccellini che annunciavano a tutti la nascita di un nuovo giorno. Ma prima che ciò potesse avvenire, per un unico breve istante, tutto avrebbe taciuto. E fu allora, che nel piccolo campo ai margini della Stonewood, calò un silenzio spettrale.
In quel momento, una giovane donna, si avventurò lasciando il suo nascondiglio sicuro e si avvicinò un po’ esitante al corpo inerme di Saphira, che giaceva immobile sul terreno. I suoi occhi neri brillarono di puro stupore mentre scopriva con sollievo che il grande cuore della dragonessa batteva ancora. Era un battito molto lieve, quasi impercettibile, ma che gridava con tutte le sue forze, la voglia di continuare a battere.
Più in là, la ragazza scorse il corpo ancora privo di sensi di Par, la misteriosa ragazza si affrettò a frugare nella sua borsa, tirando fuori, subito dopo, una boccetta contenente uno strano liquido rosso. Accoccolandosi al suo fianco aprì il tappo e, con un piccolo gesto rotatorio, gli passò più volte il flacone sotto il naso.
Un odore acre e pungente penetrò improvvisamente nelle narici dell’elfo, che tirandosi su un gomito iniziò a tossire. La giovane gli passò una mano sulle spalle, e con un sorriso gli disse:
- Tutto bene? -
- Sì, mi pare di sì- gli rispose Par, mentre riprendeva controllo sui propri polmoni.
- Co… cosa è successo? -
- Cosa non è successo, vorrai dire! - sbottò la giovane, con una confidenza che sorprese Par. Chi era quella ragazza? Si chiese improvvisamente l’elfo realizzano solo ora di non conoscere la ragazza. Par dovette guardare la giovane con una strana espressione sul volto, perché lei si affrettò ad aggiungere
- Avete provocato un bel frastuono con quella lotta. –
Saphira! Le ultime immagini balzarono immediatamente alla mente dell’elfo
Par cercò di alzarsi per piombare di nuovo a terra ancora stordito.
Fu quindi sorpreso quando la ragazza gli passò un braccio dietro la spalla per aiutarlo a sorreggersi.
Solo in quel momento Par poté vedere Saphira.
La ragazza lo osservò avvicinarsi a lei con cautela e tremante:
- Stavo giusto per avvertirti. Le sue condizioni sono critiche. Dobbiamo fare subito qualcosa a quelle ferite, altrimenti morirà. -
- Tu…tu puoi fare qualcosa? -
- Certamente, sono una maga e una guaritrice. Ma mi servirà tutto l’aiuto possibile. Te la senti di aiutarmi? -
Par non se lo fece ripetere due volte e con una espressione determinata sul volto disse solo - Mettiamoci al lavoro -
- Molto bene - gli rispose la giovane con un sorriso. – Ad ogni modo, Io sono Morgana – le fece lei porgendogli una mano. Dopo un attimo di esitazione l’elfo gliela strinse a sua volta. - Par – rispose lui ricambiando il sorriso con un po’ meno convinzione.

– Se dobbiamo lavorare insieme è bene sapere almeno i nostri nomi, non trovi? – il suo volto, notò Par, non aveva ombre, era sincera e l’elfo si trovò di nuovo disarmato di fronte alla schiettezza della ragazza – Giusto – aggiunse - da dove cominciamo? – chiese quindi alla ragazza. Morgana si fece scivolare il mantello dalle spalle e lo posò sul terreno prima di sfregarsi le mani e guardarsi intorno – Avremo bisogno di un fuoco e dell’acqua per applicare gli impacchi alle sue ferite. Iniziamo da questo. –  disse  
Lavorarono tutta la mattina e tutto il pomeriggio. La ragazza si muoveva con sicurezza ed esperienza sulle ferite della dragonessa, e scoprì con stupore le conoscenze di Par riguardo alle funzioni di diverse erbe e pozioni guaritrici.
Era ormai pomeriggio inoltrato quando la maga si sedette con un lieve sussulto. - Ora dobbiamo aspettare che passi la notte. Se riesce a superarla, possiamo sperare. - lasciò quelle ultime parole spegnersi in un sussurro. Doveva essere molto stanca, e anche Par lo era.
Senza dire una parola, come in mutuo accordo, i due restarono seduti intorno al fuoco, mentre l’oscurità calava inesorabilmente intorno a loro.
- Come hai fatto a trovarci? -
Chiese dopo un tempo che gli parve un’eternità
La giovane maga sorrise stanca, e la sua risposta arrivò altrettanto remota:
- Io abito ad un miglio da qui. Ero in giro da due giorni, alla ricerca di alcune piante che crescono solo di notte, e mi stavo preparando alla mia seconda battuta di caccia, quando ho sentito i rumori dello scontro. Quando sono giunta nei pressi del vostro accampamento. Il mio istinto mi disse di rallentare. Stava per succedere qualcosa di terribile o era già successo, non lo sapevo. Avanzai ancora con cautela quado il terrore s’impossessò dei miei arti. Rimasi completamente immobilizzata, non mi era mai successo di provare una sensazione del genere prima d’ora - gli occhi della maga, guizzarono accesi verso Saphira.
- Riuscii appena in tempo a nascondermi per non esser vista da una squadra di dieci soldati reali accompagnati di due figure incappucciate. Erano loro la causa del mio terrore -
I Raz-zac! La mente di Par prese a girare freneticamente.
Dovevano avergli preparato un ‘imboscata. Ma come avevano fatto a trovarli.?

Era stata Oliviana! concluse l’elfo. Il sicario doveva essere riuscito in qualche modo a trasmettere a quei mostri la loro posizione. Par non sapeva spiegarsi come. Molte cose del quadro ancora non gli tornavano.
La ragazza proseguì con il racconto.
- Mi appiattii contro un albero e attesi. Dalla mia posizione, la visuale mi permetteva di vedere bene la sagoma della dragonessa, immobile, ma non quello che le accadeva intorno. Poi riuscii a scorgere una donna che le si avvicinò. Doveva essere il capo, perché ad un suo ordine tutto tacque. Non so dirti quanto tempo passò prima dell’arrivo di quel ragazzo dalle sembianze elfiche -
- Eragon! - Questa volta Par diede voce ai suoi pensieri, interrompendo il discorso della maga. Era stato così intento a sanare le ferite della dragonessa, che aveva completamente dimenticato l’assenza del cavaliere.
La ragazza annuì grave e così Par apprese con orrore i particolari della sua cattura.
- Ho aspettato il tempo necessario per essere certa che nessuno di loro tornasse indietro, poi sono uscita allo scoperto - disse infine la ragazza concludendo il suo racconto.
- Ti dobbiamo la vita - le disse infine Par
- Ora tocca a te. -
- Toccarmi cosa? -
- Che ci facevano un elfo un drago e il suo cavaliere agli estremi della Stonewood, e con le guardie imperiali alle calcagna? -
Par la fissò dritta negli occhi per alcuni istanti. Che ne sapeva quella ragazza di draghi e cavalieri. Dietro di lui poteva sentire il lento respiro di Saphira, ritornato regolare. Non sapeva ancora se fidarsi di lei. Quello che aveva fatto quel giorno per Saphira era stato grandioso. Ma si era guadagnata il diritto a delle risposte?
- Dovevamo raggiungere l’altro capo della foresta. - disse enigmatico
- Un’impresa alquanto insolita. -
- Ci eravamo fermati per procurarci dei viveri e continuare il viaggio, ma siamo stati intercettati. Il seguito della storia la conosci già. -
Lo sguardo della giovane si fece accigliato:
- D’accordo. È giusto che tu voglia mantenere i tuoi segreti - Morgana gli sorrise stanca, il lavoro era stato lungo ed estenuante, e lei non voleva spendere altre energie preziose.
- Domani sarà una giornata altrettanto dura. Sarà meglio che riposiamo. E se allora avrò conquistato la tua fiducia, e vorrai dirmi la verità, sarò ben lieta d’ascoltarla -
Sotto gli occhi di un attonito Par Morgana si sistemò le coperte per la notte, e si addormentò quasi subito.
Par rimase solo qualche minuto a pensare alle sue parole. Poi la stanchezza prese il sopravvento e in un attimo anche lui si abbandonò ad un profondo sonno.

                                   **

Al suo risvegliò, il mattino seguente, Par trovò Morgana già alzata, china su Saphira, e i sospetti della sera prima, che credeva assopiti, lo investirono con nuova forza, prima di rendersi conto che la maga le stava solo cambiando alcune medicazioni.
- Buongiorno, come stai? - la sua voce argentina risuonò in tutto il capo, aveva oramai perso ogni traccia di stanchezza.
- Molto meglio. Ti ringrazio. -
Morgana sembrò aver intuire i suoi sforzi, ma, prima che entrambi potessero dire o fare qualcosa, la loro attenzione fu attirata da un movimento alle loro spalle.
Con loro grande gioia Saphira aveva lentamente aperto gli occhi. I loro sforzi erano stati finalmente ricompensati.
La dragonessa cercò istintivamente di alzarsi, ma lo sforzo era ancora troppo grande per lei.
- Non ti muoverti, non ancora. - le disse Morgana posandole una mano sul collo.
Alla vista della maga, Saphira emise un lungo ringhio d’avvertimento.
Par la raggiunse all’istante.
- Tranquilla Saphira, è un’amica-
Saphira sembrò sollevata nel vedere l’elfo, ma un basso ringhio, questa volta rivolto a Par, seguì immediatamente il primo, facendo sobbalzare entrambi.
La dragonessa aveva provato a mettersi in contatto con il suo cavaliere, ma non aveva ricevuto alcuna risposta.
Dove si trova Eragon?
La domanda rimbombò nella mente di Par con tanta forza da farlo sobbalzare una seconda volta.
- Che cosa succede? - chiese confusa la maga.
Par assunse un’espressione contrita, e abbassò lo sguardo.
Fu allora che Morgana comprese, e prendendo coraggio, si intromise fra loro, raccontando lei cosa era accaduto.
Quando ebbe terminato Saphira distolse lo sguardo da entrambi
E’ così chiese in conferma all’Elfo
Sì, Saphira
Un lungo ululato di lamento, uscì allora dalla sua gola.
Morgana sembrò terribilmente impressionata, da quella reazione.
- Non dovrebbe agitarsi, ha bisogno di riposo - disse rivolgendosi preoccupata a Par
Quello di cui avrei bisogno ora, è sapere che Eragon sta bene!
La dragonessa aveva parlato direttamente nella mente della maga, lei sostenne il suo sguardo per qualche secondo, poi le disse in un sussurro:
- Mi dispiace, ma per questo non posso fare nulla –

                                   **

Nei giorni seguenti Saphira cercò più volte di alzarsi, ma lo sforzo risultò sempre superiore alle sue forze, e Morgana cambiava giornalmente gli impacchi sulle ferite.
Dopo i primi due giorni, in cui sembrava non esserci miglioramenti, il recupero di Saphira divenne più rapido. Nel giro di una settimana, riuscì ad alzarsi e dopo due giorni era in già grado di volare anche se solo per piccoli tratti.
Potendosi di nuovo muovere, Morgana ritenne più opportuno, per tutti e tre, stabilirsi a casa sua.
La sua posizione isolata, aveva spiegato, avrebbe offerto loro meno possibilità di essere visti da qualcuno. Inoltre lì aveva tutti i suoi libri e pozioni, e avrebbe seguito al meglio la degenza di Saphira.
Morgana dovette andare in città un paio di volte.
- La gente non parla d’altro che dell’arrivo dei due mostri al servizio della regina - aveva detto al ritorno dopo una mattinata intera passata fuori.
- Ma ha timore a parlare apertamente di cosa è successo. L’unica cosa positiva che sono riuscita a scoprire, è che i soldati hanno avuto l’ordine di non far avvicinare nessuno alla foresta, neanche gli stessi soldati possono: evidentemente non vogliono che nessuno veda Saphira. Quando mi hanno vista arrivare dalla foresta, mi hanno fatto un sacco di domande - aggiunse con fare malizioso - ma sono riuscita a cavarmela. -
- Grazie- gli fece alla fine Par.

In un mutuo accordo, l’elfo continuava a tenere i propri segreti e Morgana continuava a non indagare.
- Come sta Saphira? - chiese infine, tirando fuori alcuni oggetti dalla sua borsa.
- Riposa –
Morgana si limitò ad annuire quindi uscì sul retro. Trovò Saphira accucciata al lato di un albero. La dragonessa alzò lentamente la testa quando si accorse della sua presenza. La ragazza si bloccò solo un attimo prima di avvicinarsi a lei con in mano l’occorrente per altri medicamenti. Posando gli oggetti a terra iniziò ad esaminare le ultime cicatrici che ancora segnavano al sua corazza squamosa. Le sue sottili dite si mossero sulle squame con sapienza, poi, sempre in silenzio scelse alcune erbe tra quelle che aveva portato con lei e le iniziò a pestare nel mortaio.
Era passata circa mezz’ora, quando Morgana sentì una voce risuonargli nella testa.
Perché lo stai facendo? Morgana ci mise un poco a capire che si trattava di Saphira. La dragonessa le aveva parlato di nuovo nella mente, come aveva fatto il primo giorno.
- Fare cosa? -
Perché ci stai aiutando? Hai detto di non conoscerci, ma stai lo stesso rischiando molto per noi. -.
Morgana posò la ciotola del mortaio e guardò la dragonessa in uno dei suoi grandi occhi azzurri.
- Mi crederesti, se ti dicessi che lo faccio semplicemente per darvi una mano? -
- No, non prendermi per una stupida, sento che sai molto di più di quel che vuoi far credere -
- Anche tu come Par non ti fidi di me? -
- No, io mi fido di te Morgana, altrimenti non ti avrei mai permesso di avvicinarti a noi, ma ora ho bisogno di sapere perché. Morgana deglutì a vuoto rendendosi conto che se la dragonessa avesse avuto anche il minimo dubbio su di lei ora quella conversazione si sarebbe svolta in bel altre condizioni. La maga era anche grata della profonda stima che le stava concedendo fece.
- E va bene. Sapevo del vostro arrivo – disse decisa a raccontarle tutto. -  o meglio, lo avevo previsto. Ma non sapevo chi foste veramente fino a quando non ti ho visto combattere con quei mostri, quei Lethrblaka, come li hai chiamati tu. È per questo che stavo in giro quella notte.
So anche, che tu e il tuo cavaliere venite da Alagaësia -
Morgana sentì la dragonessa flettere il suo collo per avvicinarsi. Avvertì la curiosità sprigionare dai confini della sua coscienza.
- Prima della pace, quando la regina era ancora in rapporti con il vostro re Galbatorix, dei suoi maghi erano venuti qua, ed avevano parlato con me. Il vostro re sapeva di ciò che c’era dall’altra parte della foresta e voleva impadronirsene. Ma doveva risolvere prima alcuni problemi all’interno del suo paese.

Quei maghi non mi diedero una buon’impressione e capii subito che non era prudente ignoragli. Mi dissero che non molto tardi sarebbe dovuto arrivare un cavaliere e il suo drago, e anche che la regina non avrebbe dovuto sapere nulla fino al loro arrivo.
Da allora sono passati molti anni, e per mio sollievo nessuno si è fatto più vedere.
Poi i mercanti che provenienti dalla capitale hanno iniziato a parlare di voi, ma la segretezza intorno alla vostra venuta mi ha fatto pensare che doveva essere successo qualcosa.
E’ per questo che vi sto aiutando, vorrei saperne di più -
E così Galbatorix era a conoscenza di questo luogo. Morgana devi allora sapere che Galbatorix è stato distrutto.
Saphira gli raccontò allora in breve cosa era accaduto nel loro paese, della loro partenza da Alagaësia fino al loro arrivo a Zàkhara, e di com’erano venuti a conoscenza di queste terre.
Adesso capisco tutto l’interesse del re per raggiungere le terre selvagge!
E a quanto pare la regina deve essere tuttora all’oscuro dell’importanza di questo luogo.

**

Dopo due settimane, Saphira aveva recuperato tutte le sue capacità motorie, e presto si sentì abbastanza in forze, da poter alzarsi in volo e procurarsi il cibo da sola.
Par e Morgana la videro alzarsi in volo e volteggiare con grazie sopra la foresta, per sparire subito dopo dietro la cima degli alberi.
- E’ bello rivederla di nuovo in forma…- sorrise Par. - Credi si sia ripresa del tutto?- chiese cercando con lo sguardo gli occhi della maga
- Le ferite esteriori sono guarite. Quelle del suo animo, non credo possano andarsene così facilmente - ammise seria.
Il volto di Par si fece all’improvviso scuro: da quando Saphira si era svegliata, l’elfo aveva temuto ogni giorno l’arrivo di questo momento; sapeva che per loro non c’era situazione migliore di questa per proseguire la missione, ma non era certo che la dragonessa sarebbe stata disposta a farlo.
- Che cosa intendete fare adesso?- chiese Morgana, intuendo i pensieri dell’elfo.
- Non lo so, ne dovrò parlare prima con Saphira, suppongo. Spero solo che possa essere ragionevole. –

                                         **

 

Quella sera stessa Par uscì fuori deciso a parlare con Saphira del loro futuro, ma non la trovò in nessuno dei posti dove era solita riposare per la notte. Stava per entrare a chiedere spiegazioni a Morgana quando fu raggiunto dalla voce della dragonessa.
Saphira dove sei? chiese con un senso di sollievo nel sentire la sua voce.
Sono poco distante dal capanno. So che volevi parlarmi, ma non tornerò subito Par Allarmato da quest’affermazione Par si affrettò chiedergli
Che storia è questa Saphira? Che intendo fare? La voce di Saphira si espanse nella mente di Par per diventare più calda e rassicurante.
Non ti preoccupare, ho solo bisogno di un po’ di tempo per pensare. Ho già parlato con Morgana e lei è d’accordo
Saphira! protestò l’elfo, ma la dragonessa aveva oramai tagliato la comunicazione e Par non poté fare nulla. Dopo un attimo Morgana uscì, e gli andò incontro.
- Saphira mi ha detto che ha parlato anche a te. È volta via. Perché gli hai detto che andava bene? -
- Non avevo alcun diritto di fermarla, ora che è guarita non ne vedo il pericolo -
Par la guardò disarmato, ma non aggiunse nulla.
Quando il giorno dopo Saphira atterrò davanti alla casa di Morgana, il sole era già sceso dietro gli alberi, e la foresta stava per essere avvolta dalla coltre scura della sera:
- Ho pensato a lungo a quello che è successo da quando siamo partiti per questa missione. - gli disse senza preamboli
- Ho sentito i tuoi timori ieri mattina, Il mio più grande desiderio era infatti di raggiungere Eragon, e lo è tutt’ora.
Par fece un cenno di protesta, ma Saphira lo interruppe prima che potesse dire qualcosa.
Ma è anche vero che abbiamo un compito importante da portare a termine.
Sono stata a lungo combattuta tra questi due obblighi. Poi ho capito che non potevamo farcela da soli, ed è per questo che ho chiesto a Morgana di aiutarci.
Ma non possiamo chiedergli tanto! fece allora Par, esprimendo tutti i suoi dubbi. Ma una voce alle sue spalle lo fece subito girare.
Morgana gli aveva infatti raggiunti:
- Non ti devi preoccupare Par, sono io che ve lo chiedo.
Devo dire che ho dovuto parlare a lungo con Saphira prima di convincerla, ma alla fine abbiamo raggiunto un accordo.
Voi proseguirete verso le terre selvagge. Io mi occuperò del modo di liberare Eragon-
- È già tutto deciso quindi!? -
- Sì Par. Era quello che desideravi, no? -
- Certo, ma…-
- Niente ma. Domani andrò in città per procurarvi i viveri che necessitate. Poi tu Saphira potrete ripartire.

  
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