ɴᴅᴀ: Qᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ᴇ̀ ᴜɴᴀ sᴏʀᴛᴀ ᴅɪ #ғᴜᴏʀɪᴄʜᴀʟʟᴇɴɢᴇ ᴅᴇʟ #sᴇᴄʀᴇᴛsᴀɴᴛᴀ2022  ᴅᴇʟ ɢʀᴜᴘᴘᴏ ғᴀᴄᴇʙᴏᴏᴋ Nᴏɴ sᴏʟᴏ Sʜᴇʀʟᴏᴄᴋ.
Pʀᴏᴍᴘᴛ: Nᴀᴛᴀʟᴇ ᴅɪ Hᴀʀʀʏ ᴘʀɪᴍᴀ ᴅᴜʀᴀɴᴛᴇ ᴇ ᴅᴏᴘᴏ Hᴏɢᴡᴀʀᴛs.
 

---

Harry, nascosto sulla sua poltrona, il vecchio Ogden's in una mano, guardava con orgoglio la propria famiglia riunita per la cena di Natale attraverso la porta aperta.
Una famiglia enorme, fatta di vecchi, fedeli amici e 'nuovi acquisti', di bambini che piangevano perché si stava avvicinando l’ora della nanna e di altri che gridavano eccitati in attesa di Babbo Natale.
“Miseriaccia devo nascondermi! Oh, ehi amico, sei scappato dal caos?”
“Come se fosse possibile scappare dal rumore a Grimmauld!” Ginni rispose per lui, ridendo.
“Per Salazar, siete tutti nascosti in Biblioteca? Mi stupisce che Hermione non l’abbia ancora bloccata per non lasciarvi scappare!”
“Questo è perché pensa che non sappiano neanche dove si trova la biblioteca!”
La risata scoppiò, inevitabile e contagiosa.
 

---

𝘚𝘦 𝘢𝘷𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘰 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘢𝘥 𝘏𝘢𝘳𝘳𝘺 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘧𝘰𝘴𝘴𝘦 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘕𝘢𝘵𝘢𝘭𝘦 𝘯𝘦𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘢𝘵𝘰, 𝘢𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘪𝘯𝘪𝘻𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘢 𝘳𝘢𝘤𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘥𝘢𝘪 𝘴𝘶𝘰𝘪 𝘶𝘯𝘥𝘪𝘤𝘪 𝘢𝘯𝘯𝘪.
𝘈𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘭𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘤𝘦𝘯𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘛𝘢𝘯𝘢, 𝘵𝘰𝘳𝘵𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘦𝘭𝘢𝘴𝘴𝘢, 𝘨𝘳𝘪𝘥𝘢 𝘧𝘦𝘭𝘪𝘤𝘪 𝘦 𝘭𝘰𝘵𝘵𝘢 𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘨𝘯𝘰𝘮𝘪 𝘪𝘯 𝘨𝘪𝘢𝘳𝘥𝘪𝘯𝘰.
𝘋𝘪 𝘧𝘦𝘴𝘵𝘦𝘨𝘨𝘪𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘢𝘥 𝘏𝘰𝘨𝘸𝘢𝘳𝘵𝘴, 𝘮𝘢𝘨𝘭𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘞𝘦𝘢𝘴𝘭𝘦𝘺 𝘦 𝘨𝘶𝘦𝘳𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘦 𝘱𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘥𝘪 𝘯𝘦𝘷𝘦.
𝘍𝘰𝘳𝘴𝘦, 𝘢𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘭𝘢𝘵𝘰 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘪𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘪 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘪 𝘕𝘢𝘵𝘢𝘭𝘪 𝘱𝘰𝘴𝘵-𝘨𝘶𝘦𝘳𝘳𝘢, 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘮𝘪𝘯𝘢𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘤𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘦 𝘥𝘢𝘭 𝘭𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘦𝘱𝘱𝘶𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘪̀ 𝘱𝘪𝘦𝘯𝘪 𝘥’𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦... 𝘦𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘦 𝘧𝘦𝘴𝘵𝘪𝘷𝘪𝘵𝘢̀ 𝘥𝘦𝘭 𝘱𝘪𝘤𝘤𝘰𝘭𝘰 𝘛𝘦𝘥𝘥𝘺.
 

---

“Ehi, guardate, mentre eravamo a leggere la favola della buona notte a Hugo è arrivato Babbo Natale!”
“Papà, Zio Harry, venite a vedere!”
“Il dovere ci chiama, Zio preferito!”
“Andate avanti, vi raggiungo subito” rispose Harry, un sorriso tirato sul volto.
Era uno di quei momenti…
 

---

𝘚𝘦 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘰 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘢𝘯𝘥𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘢 𝘳𝘪𝘵𝘳𝘰𝘴𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘢𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘴𝘢𝘱𝘶𝘵𝘰 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘯𝘥𝘦𝘳𝘦.
𝘕𝘰𝘯 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘳𝘥𝘢𝘷𝘢 𝘥𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘳 𝘮𝘢𝘪 𝘧𝘦𝘴𝘵𝘦𝘨𝘨𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘯 𝘪 𝘋𝘶𝘳𝘴𝘭𝘦𝘺.
𝘗𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘥𝘪 𝘏𝘰𝘨𝘸𝘢𝘳𝘵𝘴 𝘯𝘰𝘯 𝘤’𝘦𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘪 𝘕𝘢𝘵𝘢𝘭𝘪 𝘧𝘦𝘭𝘪𝘤𝘪, 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘦, 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘦𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘢𝘯𝘥𝘢𝘵𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘧𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘢𝘻𝘪𝘦𝘯𝘥𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘪 𝘻𝘪𝘰 𝘝𝘦𝘳𝘯𝘰𝘯 𝘦 𝘭𝘰 𝘢𝘷𝘦𝘷𝘢𝘯𝘰 𝘭𝘢𝘴𝘤𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘢 𝘤𝘢𝘴𝘢 𝘥𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘯𝘦𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘴𝘰𝘵𝘵𝘰𝘴𝘤𝘢𝘭𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘦𝘳𝘢 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘴𝘪̀ 𝘮𝘢𝘭𝘦: 𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘰 𝘭𝘰 𝘢𝘷𝘦𝘷𝘢𝘯𝘰 𝘭𝘢𝘴𝘤𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘱𝘢𝘤𝘦 𝘦 𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘤𝘩𝘪𝘶𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘢 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘷𝘦, 𝘲𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪 𝘢𝘷𝘦𝘷𝘢 𝘱𝘰𝘵𝘶𝘵𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘱𝘢𝘳𝘢𝘳𝘴𝘪 𝘶𝘯𝘢 𝘣𝘶𝘰𝘯𝘢 𝘤𝘦𝘯𝘢, 𝘴𝘵𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘣𝘦𝘯 𝘢𝘵𝘵𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘭𝘢𝘴𝘤𝘪𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘮𝘪𝘯𝘪𝘮𝘢 𝘵𝘳𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢, 𝘴'𝘪𝘯𝘵𝘦𝘯𝘥𝘦!
 

---

Il sorriso amaro si trasformò in uno malinconico ed emozionato: stringeva ancora tra le mani quel pezzo di carta lucida leggermente stropicciata e consumata dal tempo.
 

---

𝘜𝘯 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘱𝘰𝘤𝘩𝘪 𝘮𝘦𝘴𝘪 𝘢𝘱𝘱𝘦𝘴𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘦 𝘣𝘳𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢 𝘢 𝘶𝘯𝘢 𝘮𝘪𝘯𝘪-𝘕𝘪𝘮𝘣𝘶𝘴1980 𝘴𝘰𝘴𝘱𝘦𝘴𝘢 𝘥𝘢 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘢 𝘪 𝘤𝘦𝘯𝘵𝘪𝘮𝘦𝘵𝘳𝘪 𝘯𝘦𝘤𝘦𝘴𝘴𝘢𝘳𝘪 𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘧𝘢𝘳𝘨𝘭𝘪 𝘵𝘰𝘤𝘤𝘢𝘳𝘦 𝘵𝘦𝘳𝘳𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘪 𝘱𝘪𝘦𝘥𝘪 𝘢 𝘮𝘦𝘯𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘦 𝘪𝘯 𝘱𝘶𝘯𝘵𝘢 𝘥𝘪 𝘱𝘪𝘦𝘥𝘪.
𝘜𝘯 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘰 𝘥𝘢𝘪 𝘤𝘢𝘱𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘦 𝘨𝘭𝘪 𝘰𝘤𝘤𝘩𝘪 𝘤𝘰𝘭𝘰𝘳 𝘮𝘪𝘦𝘭𝘦 𝘪𝘮𝘱𝘦𝘨𝘯𝘢𝘵𝘰 𝘯𝘦𝘭 𝘷𝘢𝘯𝘰 𝘵𝘦𝘯𝘵𝘢𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘥𝘪 𝘢𝘤𝘤𝘩𝘪𝘢𝘱𝘱𝘢𝘳𝘭𝘰, 𝘰 𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘧𝘢𝘳𝘭𝘰 𝘤𝘢𝘥𝘦𝘳𝘦.
𝘜𝘯𝘢 𝘧𝘶𝘳𝘪𝘢 𝘥𝘢𝘪 𝘤𝘢𝘱𝘦𝘭𝘭𝘪 𝘳𝘰𝘴𝘴𝘪 𝘪𝘯 𝘮𝘰𝘥𝘢𝘭𝘪𝘵𝘢̀ 𝘱𝘳𝘦𝘥𝘪𝘤𝘢 𝘳𝘪𝘷𝘰𝘭𝘵𝘢 𝘢 𝘤𝘰𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘢𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦𝘳𝘰 𝘥𝘰𝘷𝘶𝘵𝘰 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘨𝘭𝘪 𝘢𝘥𝘶𝘭𝘵𝘪 𝘳𝘦𝘴𝘱𝘰𝘯𝘴𝘢𝘣𝘪𝘭𝘪: 𝘪 𝘥𝘶𝘦 𝘢 𝘵𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘣𝘢𝘴𝘴𝘢. 𝘚𝘦 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘰 𝘯𝘢𝘴𝘤𝘰𝘯𝘥𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘥𝘶𝘦 𝘪𝘥𝘦𝘯𝘵𝘪𝘤𝘪 𝘴𝘰𝘳𝘳𝘪𝘴𝘪 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘯𝘥𝘳𝘪𝘯𝘪, 𝘪𝘯𝘷𝘦𝘤𝘦 𝘥𝘪 𝘱𝘦𝘯𝘵𝘪𝘳𝘴𝘪, 𝘯𝘰𝘯 𝘦𝘳𝘢 𝘥𝘢𝘵𝘰 𝘴𝘢𝘱𝘦𝘳𝘭𝘰, 𝘥𝘪 𝘴𝘪𝘤𝘶𝘳𝘰 𝘦𝘳𝘢 𝘮𝘦𝘨𝘭𝘪𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘦𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘭𝘰 𝘴𝘢𝘱𝘦𝘴𝘴𝘦!
Una foto dinamica: tutto ciò che rimaneva del suo primo Natale.
Una stanza piena d’amore.
 

---

“Allora, cosa mi ha portato Babbo Natale?”
“Zio, ma tu sei grande, non c’è niente per te!”
Sorrise, un sorriso pieno, dolce e radioso, mentre scherzava con Teddy e lo faceva volteggiare in aria, 𝘧𝘦𝘭𝘪𝘤𝘦.