Serie TV > Stranger Things
Segui la storia  |       
Autore: Feathers    10/01/2023    2 recensioni
Harringrove (Billy + Steve)
Tratto dal testo
« Con le ragazze era piacevole, ma quasi non gli pareva che ci fosse differenza fra avere un rapporto con loro e toccarsi da solo, e la ragione era semplicissima: non gli piacevano davvero. Steve Harrington che gli baciava e accarezzava il corpo nel più semplice dei modi gli stava provocando delle sensazioni pazzesche, che non si era mai concesso di godersi, e sulle quali probabilmente avrebbe fantasticato a vita. Cercò di tenere impresso nella sua mente ogni dettaglio, ogni minuscolo gesto, per evitare di dimenticarsene nel caso in cui non fosse riaccaduto mai più. »
Genere: Erotico, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Billy Hargrove, Steve Harrington
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
23 Giugno 1986

"Ti vanno bene uova fritte e bacon?"
Billy sbadigliò con fare pigro, stravaccato sulla sedia. "Quello che vuoi tu, Harrington. Quindi... ripetimi un attimo cosa ho fatto di preciso."
"Te l'ho... detto." Steve si voltò, nascondendo il viso, e ruppe due uova in padella. "Sei arrivato in videoteca, ubriaco marcio... e quando ti ho proposto di accompagnarti a casa, hai detto che non volevi. Ti ho portato qui, ti ho prestato un pigiama, e tu ti sei addormentato sul mio letto."
"Hm. Capisco."
Dopo qualche minuto, Steve sistemò le uova e il bacon sul piatto di Billy e sul proprio. Da quando si era svegliato sul divano del salotto, aveva deciso che al momento di dargli spiegazioni riguardo la notte precedente avrebbe omesso la parte del bacio. Quel "Adesso ti faccio schifo?" era stato un pungiglione allo stomaco, come quando Robin credeva che lui non l'avrebbe più voluta come amica se avesse saputo che era lesbica. Billy avrebbe già trascorso un periodo molto difficile così, non era necessario aggiungere altra negatività e paranoie. E poi, dopotutto, forse era veramente così ubriaco da non capire niente, e quel bacio non aveva alcun significato.
Billy iniziò a divorare il suo cibo. "Grazie. Ricambierò, prima o poi." borbottò.
"Ma va'. Per due uova e un po' di bacon e caffè. Sono decisamente più preoccupato per l'odore di alcol che fanno il mio letto e il mio pigiama. Ma ti ci sei fatto il bagno, nel whisky?" ironizzò. Gli parve di vedere le labbra di Billy incresparsi appena mentre masticava.
"Non ricordo nemmeno dove l'ho preso, l'alcol, figurarsi se ricordo se mi ci sono fatto il bagno o no."
Steve ghignò appena e si sedette. Prese una forchettata di uovo fritto. "La domestica arriverà a breve."
"Devo smammare?"
"No. Perché dovresti?"
"Non so, l'hai detto con un tono da «a breve verranno i miei»"
"Hm. Era più «a breve la domestica darà una sistemata al casino che sto combinando»."
Steve fece un gesto verso la padella incrostata e la chiara d'uovo che era finita accanto al fornello, i granelli di caffè sparsi sul piano di lavoro e molti più utensili sporchi di quelli che effettivamente servivano. "Io ci tento a... uh... a cucinare senza fare disastri. Ma niente, sempre così."
Billy lo osservò mentre sgranocchiava il bacon, pensoso. Sembrava che Steve stesse cercando di mantenere viva la conversazione, seppur in modo un po' impacciato, e la cosa gli fece uno strano piacere misto a tenerezza, tanto che si sentì in dovere di fare lo stesso. Non avevano mai parlato davvero tranquillamente. "Uhm, beh, almeno le cose sono buone." Picchiettò con la forchetta sul piatto. "... dovresti vedere me ai fornelli. La prima volta che ho provato a preparare qualcosa da solo ho quasi causato un incendio. Quasi."
Steve rise di gusto, e bevve qualche sorso di caffè. "Quanti anni avevi?"
"Hm. Quindici... credo? Max mi ha preso in giro per una settimana. Piccola stronza." Sospirò, e si ammutolì.
L'altro ragazzo corrugò la fronte, e rimase in silenzio a lungo, giocherellando col cibo sul piatto. "Io... non vedo l'ora di vedere la sua faccia quando saprà che sei di nuovo fra noi. Sai quanto le mancavi? Ti ha... scritto pure una lettera, e l'ha letta davanti alla tua... tomba."
Billy schiuse la bocca. "Io... le mancavo...? Io?"
"Ma certo. Era distrutta quando te ne sei andato. Era... irriconoscibile. Depressa. Non parlava più con nessuno, si vestiva quasi solo di grigio... era come... un'altra persona."
"E... sai cosa diceva nella lettera?"
L'altro scosse il capo. "No. Ma quando si sveglierà, ti dirà molto di più di quello che ha scritto lì, ci scommetto."
Billy fece un sorriso debole. Finì di mangiare, e mandò giù un sorso di caffè. Fece una smorfia, si era dimenticato di zuccherarlo.
Steve gli passò la zuccheriera. "Ah uhm, a tal proposito. Ho dimenticato di... dirti una cosa di ieri."
L'altro sollevò di nuovo lo sguardo, e sbatté le ciglia, curioso.
"Mi hai detto che volevi fare pace con me. È la verità?"
"Aaaah! Piantala di prendermi in giro. Io non le dico, queste smancerie."
"Lo hai detto, te lo giuro."
"No."
"Guarda che prendo la telecamera della videoteca e ti faccio leggere il tuo labiale. L'hai detto."
"Ma vaffanculo. Oddio, forse mi sto ricordando, sì... l'ho detto, ma che cazzo mi salta in men..." Billy rise di cuore per la prima volta da quando era tornato in vita, ma poi tornò improvvisamente serio. Inspirò, strabuzzando gli occhi.
Steve si allarmò. "Che è quella faccia?"
Di colpo, uno dopo l'altro, dei frammenti della sera precedente riaffiorarono, al principio in modo del tutto disordinato: «Sarebbe così bello fare pace» «Ma che cazzo fai?!» «...non volevo spingerti via in quel modo...» «Ti faccio schifo adesso?» «...per una delle tue tipe?» «Non volevi baciarmi...?» «Ma sei ubriaco...» «Mi ammazza» «No!»
Tutte quelle frasi si ricomposero, come uno strambo puzzle, e Billy mantenne lo sguardo fisso sull'espressione perplessa dell'altro ragazzo, sentendosi come se stesse precipitando giù da un dirupo. Si alzò di botto. "Devo andare subito. Mi sono ricordato di un impegno."
L'altro sollevò le sopracciglia. "...sicuro di star bene?"
"Sì, grazie ancora. Ciao."
Billy uscì dalla stanza e si precipitò fuori da quella grande casa, chiedendosi se sarebbe mai più stato capace di guardare Steve negli occhi. E pensare che lui nemmeno gliene aveva parlato per delicatezza, e si era mostrato gentile e amichevole nonostante tutto, lasciandolo dormire nel suo letto e facendo conversazione. La verità era che Billy ci aveva provato con tutte le sue forze a reprimere e nascondere quella parte di sé, e a privarsi di qualunque cosa che potesse farlo apparire anche vagamente effeminato. Aveva anche resistito alla giocosa tentazione di provare i trucchi di sua madre a tredici anni, troppo timoroso di non riuscire a lavarli via del tutto prima dell'arrivo dei suoi genitori. Aveva usato gli stessi insulti omofobi che suo padre gli rivolgeva ogni volta che ne aveva l'occasione terrorizzandolo al solo pensiero che potesse aver capito qualcosa. Aveva fatto sesso con miriadi di ragazze pur di provare a sé stesso che non avrebbe mai avuto bisogno di sentire un altro uomo. Evidentemente, non era stato abbastanza.

---
* tre giorni dopo *
26 Giugno 1986

"Ma che razza di demone si fa sconfiggere da una canzoncina registrata al contrario?"
"È così. La musica è il suo punto debole." mormorò Jane, giocherellando con un pezzetto di carta fra le dita.
Billy espirò lungamente, lo sguardo fisso su Max. "Non sembra troppo... semplice?"
"Non è semplice. Per Chrissy abbiamo provato quattro volte prima di riuscirci. Per Patrick due volte. Con te... siamo riusciti al primo colpo, perché io e Will adesso siamo molto allenati. Bisogna tenere fermo Vecna per fargli sentire tutta la canzone. E poi Eddie dice che le canzoni al contrario sono da sanguinazione di orecchie."
"Sanguinamento vuoi dire, forse. E cos'è che fa Byers? Non pensavo che anche lui fosse un bambino indaco o che so io."
Jane reclinò la testa da un lato. "Bambino cosa...?"
"Bambini indaco. Quelle robe New Age sui bambini con poteri magici. Tu non sei una di loro?"
"Non lo so. Comunque Will non è nato così. È che il mostro l'ha posseduto, anni fa. E ora sono... collegati. Può manipolarlo... l'ha scoperto da poco."
Ci fu una lunga pausa in cui Billy assunse un'espressione inorridita. "Anche io sono stato- aspetta. Questo significa che io adesso... vi potrei aiutare a riportare Max?"
Jane inspirò, e strinse le labbra in una linea sottile. "Doveva essere... morta per far funzionare il metodo."
"Quindi se morisse potremmo...? Cristo santo. Che gioco perverso è mai questo?!"
"Solo se morisse a causa di Vecna."
Billy annuì. "Capisco. In ogni caso, sappi che... non ho idea di quale fosse la sua... canzone preferita. Dovremo cercare qualcosa nella sua camere-"
"Non preoccuparti. È «Running up that Hill» di Kate Bush."
Il ragazzo annuì, la testa china. Si vergognava abbastanza di non sapere quasi nulla su sua sorella. "Vado a fare due passi." mormorò, alzandosi. Percorse i corridoi bianchi e verdognoli dell'ospedale e passò accanto alle barelle, alla gente seduta ad attendere e ai medici, finché non si ritrovò fuori, nel parcheggio. Si accese una sigaretta, e si passò una mano sulla fronte sudata, appoggiato a un muretto con aria mesta. Stava sbirciando distrattamente ciò che si poteva scorgere del viavai mattutino di Hawkins da lì, fra un tiro e l'altro, quando notò l'auto di Steve Harrington parcheggiata a una dozzina di metri da lui. Trasalì e si voltò, in cerca di una via di fuga, ma venne fermato dalla sua voce.
"Billy."
Roteò gli occhi e girò di nuovo i tacchi. "Ciao. Che fai qui?" disse, con tono meccanico.
"Niente, ti cercavo per sapere come stavi e come sta Max."
"Non ho bisogno di un babysitter."
Steve incrociò le braccia, cercando di restare tranquillo. "Perché ce l'hai con me?"
"Non ce l'ho con te."
"Sembra il contrario. Sei fuggito da casa mia l'altro giorno, e vorrei capire se inavvertitamente ho detto o fatto qualcosa che non va. Tutto qua."
Billy scosse il capo, senza osare guardarlo. "Non hai detto niente. Sei venuto seriamente fino a qui per chiedermelo?"
"Boh, che c'è di male se voglio saperlo? Sembra che mi eviti. Pensavo che tu volessi... fare pace con me." Gesticolò.
L'altro ragazzo strinse i pugni. "Non ce l'ho con te. Sono solo... senti, sono vivo da nemmeno una settimana ed è già un periodo del cazzo. Scusa se mi comporto come se mia sorella fosse in coma a causa di una specie di creatura demoniaca che le ha frantumato tutte le ossa del corpo e forse l'ha anche accecata."
"Sssh!" L'altro spalancò gli occhi.
Billy gettò il mozzicone a terra e lo calpestò. Tirò su col naso, facendo uno sforzo titanico per non contrarre il volto.
"Hey, uh... Hai ragione, va bene?" Steve gli sfiorò la spalla per un secondo. "In effetti hai ragione." ripeté. "Senti... uh... ce la prendiamo una birra, più tardi? Senza sbronze, magari." Sorrise debolmente.
"Perché?"
"Deve esserci un perché?"
Billy fissò di sbieco quello sguardo scuro, che sembrava quasi speranzoso. Poteva essere veramente speranzoso o era la sua immaginazione che gli giocava brutti scherzi? Magari Steve aveva solo pietà di lui, pietà di quello che era. Ripensò al momento in cui l'aveva preso per la nuca, cercando di dargli un bacio. In quel momento, era assolutamente certo che lui lo volesse. Si sentì nauseato dall'imbarazzo. "E vuoi ancora vedermi dopo quello che ho quasi fatto?" disse tutto d'un fiato, il cuore che galoppava.
"Che cosa hai fatto...?" chiese Steve, aggrottando le sopracciglia.
Il più giovane sbuffò. "Come sarebbe a dire «che cosa...»?"
"Non hai fatto nulla."
"Nemmeno mentre ero ubriaco?"
"No. Nulla." Fece una pausa. "O meglio, nulla di male."
Billy si lasciò sfuggire un risolino che voleva risultare sprezzante, intenerito dal fatto che Steve si ostinava a fingere che non fosse successo niente pur di non metterlo a disagio. "Lasciamo perdere. Comunque, va bene. Dove la prendiamo 'sta birra?"
"Vicino casa mia. Ci vediamo da me dopo cena, e ci andiamo insieme."
"Bene." Billy si accese un'altra sigaretta.
"Non esagerare con quelle robe."
"Ti ho detto che non ho bisogno di un babysitter."
Steve alzò gli occhi al cielo, e poi diede una pacca sulla schiena all'altro ragazzo. "Salgo un po' da Max. A più tardi."
"Hm hm. A dopo."

----

22:30

"Metti giù quel portafogli." disse Steve, fermo, spostando la mano di Billy, il quale gli diede una piccola gomitata.
"Non me ne dai ordini, Harrington."
"Oh, eccome se te ne do." Il giovane allungò delle banconote alla signora del bancone, che sogghignò nell'udire lo scherzoso battibecco. "Pago io le birre."
Billy gli lanciò una finta occhiataccia, ma dentro di sé non poté fare a meno di sorridere. Aprì la sua bottiglia coi denti. "Grazie."
Steve si voltò, col cavatappi in mano. "Ma figurati, amico. Ti ho invitato io." Diede un'occhiata fugace al petto quasi scoperto del ragazzo accanto a lui, ai boccoli dorati che gli ricadevano sulle spalle, al profilo dai tratti delicati. Sorseggiò la birra, non sapendo esattamente cosa dire, finché il volto di Billy non si illuminò. "Uh... perché non facciamo un gioco con questa?" Agitò la bevanda.
"Che gioco?"
"Mai fatto un gioco alcolico? Non ci credo." Billy si andò a sedere su uno dei divanetti del locale.
L'altro ragazzo si accomodò di fronte a lui e aggrottò le sopracciglia. "No."
"Beh, ti faccio un esempio... Io non ho mai sciato. Tu hai sciato?"
"Uh... una volta. Stavo diventando bravino."
"Beh, allora bevi un sorso."
Steve bevve. "Non sembra molto divertente."
"Se usi frasi come quella del mio esempio non lo è, ma magari se parliamo di cose più interessanti..."
"Uhm... d'accordo. Uh... io... non ho mai... uh... non ho mai fatto sesso a tre."
"Sei già entrato nello spirito del gioco, bravo." Billy ridacchiò, e bevve un sorso.
"Veramente?"
"Sì. Due tipe stupende." commentò, riflettendo sul fatto che forse era andato a letto con quelle due e con tutte le altre per motivi ben diversi dall'attrazione sessuale. "Io non ho mai... perso facendo a botte." Emise un ghigno.
"Ma vaffanculo." Steve prese un sorso. "Questa me la paghi. Io non ho mai... fatto sesso con una donna molto più grande di me."
Billy fece tamburellare le unghie corte sul tavolo ripensando alla signora Wheeler, l'ennesima figura materna su cui aveva posato gli occhi. "Ci è mancato davvero poco."
"Ah... wow."
"Mio turno... Io non ho mai rubato."
Steve non toccò la birra, e si strinse nelle spalle.
"Certo che non avete rubato, un principe come voi non ne ha mica bisogno."
"Sottovaluti il numero di persone ricche che vanno a rubacchiare in giro. Fidati, ce n'è."
"Lo so, ti volevo solo pizzicare." L'altro ragazzo gli lanciò il tappo della sua birra.
"Poi dici di non aver bisogno di un babysitter. Quanti anni hai?"
"Non è una domanda valida per il gioco. Continua."
Steve scosse il capo, e raccolse il tappo, che era finito sul suo divanetto. Si mise a giocherellarci un po'. Gli balenò in mente una possibile domanda e inspirò, chiedendosi se avrebbe mai osato fare una cosa del genere. Eppure il gioco doveva continuare, e nonostante avessero appena iniziato, non gli veniva in mente nient'altro. Inoltre, una parte di lui voleva vederci chiaro su ciò che era accaduto giorni prima. Aveva trascorso giornate intere a rimuginarci sopra. "Io... non ho mai... baciato un uomo." sussurrò. Rimase immobile a stringere la sua bottiglietta fra le dita, rigido.
Anche Billy non fece niente. Per qualche strana ragione, il locale sembrava essere diventato una tomba. Il tempo si era fermato attorno a loro due, uniche due persone coscienti. Dopo un tempo indeterminato, Steve lo sbirciò.
Billy aveva un'aria indecifrabile, più spenta di prima.
"Non volevo essere indelicato."
"Non preoccuparti." disse il più giovane, secco.
"No, sul serio, è che... voglio solo sapere perché l'hai fatto, se ti piacciono così tanto le... le ragazze. Sono curioso."
Con enorme sorpresa di Billy, di fronte a quello sguardo sereno e caloroso, un po' della paura di affrontare quel genere di discorso si dissolse. Non c'era stata una singola volta nella sua vita in cui aveva osato parlare a qualcuno di omosessualità, nemmeno un accenno. Si tormentò le mani a lungo, prima di aprire bocca. "Non so perché l'ho fatto. Magari ti ho davvero scambiato per qualcun altro, o... non ne ho idea, va bene? Non lo so. Non ricordo tutto ciò a cui pensavo mentre ero ubriaco..."
"Hey." Steve gli posò una mano sul braccio. "È okay. Io non sono arrabbiato. E se lo credi ancora, no: non mi fai per niente schifo."
Billy annuì.
"Anzi ti... dico una cosa forse un po' azzardata... se io fossi gay, tu mi piaceresti. Sei davvero bellissimo."
"Che...?!" L'altro ragazzo rise per nascondere il fatto che stava tremando. I complimenti delle ragazze non gli avevano mai provocato una reazione del genere. "Piantala."
"No, dico sul serio. E ti chiederei di uscire."
"Guarda che me l'hai già chiesto."
"...touché."
"Scherzavo, ovviamente. Non voglio che ti fai strane idee. E anche se tu fossi gay, ti assicuro che non andremmo d'accordo. Io ho un carattere di merda. E ci lanceremmo i piatti al primo giorno di convivenza."
"Ma no. Quello è il passato. Le cose cambiano, Billy. Eravamo ragazzetti."
"Se lo dici tu."
Steve bevve tutta la sua birra, e appoggiò il capo allo schienale. Billy fece altrettanto, imitandolo in modo del tutto inconscio. Nonostante fossero un po' intontiti dalla bevanda, non ci misero molto ad accorgersi del gruppo di ragazzi che li stava fissando con aria sospettosa, fra uno schiamazzo e una battuta volgare.
"Forse è meglio andare in auto. Si parla con più... tranquillità." suggerì Steve.
"Sì, meglio."
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Stranger Things / Vai alla pagina dell'autore: Feathers