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Autore: Francyzago77    12/01/2023    5 recensioni
Amicizia, amore, famiglia, sfide, passione. E un pallone.
Quanto basta per raccontare una storia semplice ...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kojiro Hyuga/Mark, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L’insegna “Gelateria” era grande, luminosa e appariscente.

Il vecchio Conrad stava riempiendo le vaschette di nuovi gusti quando si sentì chiamare da Sam, il cameriere.

-Guarda chi sta arrivando – gli disse – i ragazzini della Lenders.

Quello scosse la testa e, toltosi il grembiule dalla vita, andò ad attenderli sulla porta.

-Buonasera signore – salutarono in coro i tre.

-Ragazzi – esclamò quello con un sorriso di circostanza – cosa volete? Il solito cono piccolo e metto tutto sul conto della mamma?

-No – rispose subito Ted – tre coppe maxi, quelle giganti servite al tavolo. Grazie.

Conrad si guardò col cameriere e, sorpreso, chiese:

-E come intendete pagarmi?

-Con questa! – e Ted tirò fuori dalla tasca una banconota, la mano gli tremava dalla gioia.

-Ah – esordì Sam – è passato Babbo Natale in anticipo?

-E’ arrivato il signor Price! – disse con enfasi Nat non vedendo l’ora di sedersi a quei tavolini.

Il vecchio proprietario della gelateria non domandò più nulla ma, dopo averli scrutati nuovamente,  ordinò al cameriere di accompagnarli a sedere.

Sam passò lo straccio umido sul tavolino, poggiò i menù e lasciò che i tre scegliessero i gusti.

Si sistemarono sedendosi su quei posti tanto ambiti, mai avevano consumato lì i gelati ma sempre in piedi, di fretta e in fila.

Ted consultò per primo il menù optando per un tris di creme mentre Matt, indeciso tra due gusti, si prese più tempo per effettuare quella difficile scelta. Intanto Nat si guardava intorno, cercava di star composta e in ordine osservando le altre persone che occupavano i tavoli.

-Per me anche doppia panna – richiese Matt al cameriere desideroso di tuffarsi in quel gelato tanto sognato. 

-Quanto vorrei – sospirò Nat – che adesso passasse qualche mia compagna di scuola e mi vedesse qui, seduta al tavolo, come una vera signora! 

I due fratelli ridacchiarono ma lei non se ne curò affatto, era troppo felice.

Erano tornati a casa dopo la partita con l’auto del signor Price.

Avevano percorso quel tragitto, il solito, che però a bordo di quella vettura sembrava un altro. Dal finestrino di quell’auto tutto pareva diverso, più bello, più colorato, perfino i palazzi, i giardini, le vie apparivano migliori.

Arrivati a destinazione, sul portone di casa, il padre di Chris aveva proposto loro una passeggiata con tappa in gelateria. Con naturalezza aveva tirato fuori dal portafogli una banconota e l’aveva affidata a Ted, il maggiore dei tre. La mamma aveva tentato di opporsi ma il signor Price era stato categorico. Lasciarono i due adulti entrare in casa mentre loro già correvano verso la gelateria. 

-E’stato un modo gentile per mandarci via e discutere senza di noi – aveva costatato Nat allungando il passo.

-Ben vengano i loro discorsi! – esclamò Ted tenendo stretti i soldi in tasca.

Matt non aveva compreso  tutto, aveva capito che la mamma e il signor Price avrebbero aspettato Mark e Chris per parlare di un argomento importante ma lui era solo concentrato sui gusti che il vecchio Conrad esponeva ogni giorno in vetrina. 

Non passò molto tempo, arrivò Sam con le tre coppe ordinate.

Da dove iniziare? Dalla cialda, infilarla nel cioccolato e mangiarla avidamente. Oppure prendere il cucchiaino, assaporare prima la panna e dopo la crema e dopo tutto il resto. 

-Attento che ti cola giù! – diceva Nat al piccolo Matt il quale allora con il dito andava a fermare quella goccia che scendeva dal bicchiere per non sprecarne neppure un filino.

Il vecchio Conrad e Sam li guardavano dalla vetrata del locale.

-Chi sarà mai – chiese il primo – questo signor Price?

Il cameriere scosse la testa mentre il proprietario aggiunse:

-Basta che paghino!

E si avviò al tavolo lui stesso.

-Tutto bene ragazzi? – domandò con finta gentilezza.

-Tutto bene – ripeté Ted alzandosi e dando i soldi al vecchio.

Quello prese la banconota in mano e si mise ad osservarla in controluce.

-Malfidato! – pensò Ted.

-Vado a prendervi il resto – disse l’uomo iniziando a incamminarsi verso la gelateria.

-Lo tenga pure! – dichiarò Ted esortando gli altri ad andare – Arrivederci!

E tutti e tre corsero via.

-Perché non hai preso il resto? – chiese Nat al fratello.

-Le persone di classe fanno così – rispose lui con aria da saccente – l’ho visto in un film. 

Risero, poi Ted aggiunse:

-Tanto quando Mark diventerà un grande calciatore, verrò qui, comprerò tutto il negozio e il signor Conrad lo butterò fuori.

-Così impara – disse Matt – a trattarci sempre in malo modo.

-Sbrighiamoci – sorrise Nat – voglio correre a casa per ringraziare il signor Price.

Allungarono il passo, avevano paura che il padre di Chris fosse già andato via e invece trovarono la sua auto ancora parcheggiata sulla strada.

-Che meraviglia! – esclamò Ted mentre Matt si era fermato ad ammirare per l’ennesima volta quel veicolo nuovo fiammante. 

-Entriamo – li esortò la sorella – non perdiamo tempo!

Tra risa e confusione aprirono la porta e trovarono la mamma e Chris in cucina.

-Dov’è il signor Price? – domandò Ted – Dobbiamo ringraziarlo per il gelato.

-Non fate chiasso – ordinò la mamma – è di sopra e sta parlando con Mark.

-Saliamo a ringraziarlo! – disse Nat ma la signora Lenders spiegò:

-No, non li disturbate e non ficcate il naso in faccende che non vi riguardano. Sono discorsi da adulti.

I tre non fiatarono ma, usciti da quella stanza, si rinchiusero nella cameretta a confabulare.

-Quando dicono che sono discorsi da grandi – affermò Nat – significa che ci sono guai. Avete visto mamma e Chris come erano tese?

-Andiamo ad origliare – propose Matt avvicinandosi alla porta.

-Fermo, vado io – lo bloccò Ted – sono più grande.

-Vengo con te – dichiarò la sorella.

-No, sono cose da uomini – asserì Ted – perché altrimenti la mamma e Chris sono rimaste giù in cucina?

-Perché – ipotizzò la ragazzina – Mark starà chiedendo la mano di Chris a suo padre. Come nelle fiabe e nelle storie romantiche!

-Se è una cosa così sdolcinata – si lagnò Ted – allora ti cedo volentieri il posto!

Invece tutti e tre si avvicinarono alla camera da dove provenivano le voci dei due.

Nat camminò rasente al muro per arrivare proprio accanto alla porta, si chinò e tentò di guardare dal buco della serratura.

-Cosa vedi? – bisbigliò Matt rimasto indietro con il fratello.

Lei fece cenno di fare silenzio e rimase lì ascoltando bene tutte le parole.

-Che dicono? – domandò Ted vedendo la sorella sbarrare gli occhi e fare gesti di disappunto.

Nat tornò di corsa da loro e raccontò a bassa voce:

-Il signor Price è arrabbiato con Mark, si è tolto la giacca e la tiene in mano, si muove per la stanza ripetendo qualcosa tipo … devi accettare.

-Accettare cosa? – domandò Ted stupito – Ma non è lui che deve accettare che Mark sposi Chris?

-Sicuramente c’è dell’altro – disse Nat sospettosa – vado a sentire ancora.

-No, adesso vado io! – sostenne il fratello dirigendosi di corsa alla porta.

Era appiccicato al muro, non guardava dentro perché voleva seguire attentamente quel discorso.

Gli altri due attendevano trepidanti, ad un certo punto Ted fece loro cenno di andare in cameretta.  

-Ho capito tutto – disse facendo ritorno – ho ascoltato bene!

-Allora? – chiese Matt.

-Il signor Price – illustrò Ted - vuole comprare una casa a Mark e Chris, dove potranno andare a vivere con il bambino. Ma Mark non vuole accettare.

-Perché? – domandò incredula la sorella – Il signor Price ha un sacco di soldi.

-Mark dice che vuole farcela da solo – continuò Ted – e che vuole essere lui a provvedere a Chris e al bambino. Queste sono le sue testuali parole!

Sentirono un rumore proveniente dal corridoio, Mark e il signor Price stavano uscendo dalla camera, entrambi erano visibilmente nervosi.

I ragazzini, sulla porta della cameretta, salutarono cordialmente l’uomo ringraziandolo per il gelato.

Lui sorrise e li salutò a sua volta poi tornò di sotto seguito da Mark.

Chiusi nuovamente nella stanza, i tre ripresero a fare delle ipotesi.

-Pensate che il signor Price si porterà via Chris? – domandò Matt rattristato.

-Mark non lo permetterà mai! – dichiarò Nat con sicurezza.

-Una cosa però dobbiamo farla – disse Ted agli altri due e andò verso il comodino.

Prese il suo salvadanaio, lo aprì e contò gli spicci che vi erano dentro.

-Se Mark non ha accettato i soldi del signor Price  - asserì – anche noi dobbiamo restituirgli quelli dei gelati. 

-Cosa? – gridarono gli altri due allibiti.

-Prendete i vostri risparmi – continuò il ragazzino – mettiamoli insieme e vediamo a che cifra si arriva!

-Ma il padre di Chris ci ha fatto un regalo – tentò di spiegare Nat – perché ridargli i soldi!

-Anche a Mark voleva fare un regalo – ribatté con forza Ted – e lui non l’ha preso. Se Mark ha agito così vuol dire che è giusto! 

A malincuore la sorella tirò fuori il suo salvadanaio e lo mise sul letto per aprirlo.

-Matt – lo chiamò Ted – manca il tuo!

Il piccolino era fermo in piedi, davanti all’armadio, scuoteva la testa e non osava muoversi.

-Forza! – gli ordinò la sorella – Porta qui i tuoi soldi.   

-Non voglio – ripeteva lui – non voglio!

-Siamo due contro uno – il tono di Ted era minaccioso.

Allora Matt si voltò, aprì l’armadio e tra le lacrime prese il suo salvadanaio per poi buttarlo con forza sulla coperta sopra il letto.

Nat iniziò a contare tutte le monetine, insieme non riuscivano a raggiungere la cifra data loro dal signor Price.

-Cercheremo di racimolare quello che manca – spiegò Ted – e quando avremo la somma stabilita la daremo al papà di Chris. Va bene?

-Va bene – esclamò la sorella.

-Va bene – disse a testa bassa Matt poco convinto.

Si sentirono chiamare, era la mamma che annunciava l’inizio della cena.

-Non mangiamo – urlò Ted affacciandosi dalle scale – siamo pieni!

Vide di sfuggita la mamma che portava il pasto in tavola, Chris era seduta mesta in silenzio e Mark in piedi, con le mani nelle tasche, si muoveva tra la credenza e il tavolo palesemente nervoso. Il signor Price era andato via, non c’era stato alcun festeggiamento e l’atmosfera era tesa.

Rimasero in cameretta ad architettare il modo per trovare quei soldi quando udirono dei passi in corridoio.

-E’ Chris – sussurrò Matt che aveva guardato tra la porta socchiusa – sta andando in camera.

-Da sola? – domandò Nat avvicinandosi al fratello.

Il piccolino annuì, la ragazzina continuò:

-Peccato! Se era con Mark l’avrei volentieri visti baciarsi!

-Perché tu li hai mai spiati mentre si baciano? – chiese incuriosito Matt.

-Piantatela! – li rimproverò Ted – Piuttosto scendiamo da Mark e la mamma.   

Uscirono ma appena giunti alla fine delle scale sentirono la voce di lei, era alquanto alterata.  

-Sto tentando di farti ragionare Mark! – diceva la donna con fermezza – Metti da parte il tuo orgoglio e accetta la proposta del padre di Chris.

I tre ragazzini si guardarono increduli, quando mai la mamma aveva rimproverato Mark? Non ne avevano ricordo alcuno!

-Ascolta – continuò la signora Lenders – non sarà facile l’inizio, con un bimbo piccolo e tante spese da affrontare. La tua carriera da calciatore non è ancora decollata quindi avere un casa di proprietà, senza affitto da pagare, è già una buona partenza. Prendilo come un regalo, un dono che un padre vuole fare alla propria figlia. Io non ci trovo nulla di male.

Mark non riusciva a rispondere, la mamma gli andò vicino e lo esortò:

-Rifletti figlio mio, fare un passo indietro non vuol dire aver perso, a volte, è necessario per vincere la partita. Ti prego, accetta quella proposta.

Dopo aver ascoltato quelle parole, il piccolo Matt corse in camera tra gli sguardi sorpresi degli altri due. 

Si gettò sul letto, riprese le sue monetine e rimase sdraiato tenendole strette.

-Mark è il mio fratellone – disse forte a Ted e Nat – ma la mamma è la mamma! E la mamma ha sempre ragione.

Si addormentò pensando che non doveva più ridare quei soldi al signor Price, l’aveva detto la mamma!

Sognò tanti gelati, di quelli con doppia panna e la cialda croccante sopra. 

       

   
 
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