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Autore: Reginafenice    13/01/2023    0 recensioni
[The Marvelous Mrs. Maisel]
"La prima cosa a cui Midge pensò fu l’incolumità dei suoi figli. Tuttavia, era abbastanza certa di averli messi a letto al solito orario e, quindi, che dormissero ancora beati nelle loro stanze. Poi, controllò che la sveglia segnasse l’ora giusta: l’aereo sul quale doveva viaggiare la sua manager sarebbe decollato a breve e, a meno che le fosse sfuggito qualcosa tra un drink e un altro, le pareva di ricordare una forte intenzione di partire da parte di Susie. Avevano festeggiato la vigilia del primo tour di Alfie alzando un po' il gomito; questo invece lo ricordava molto chiaramente."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Se Midge avesse saputo cosa l’aspettava, la sera precedente non avrebbe chiesto al barman di fermarsi solo alla sua terza consumazione. Sentiva la mano di Alfie ben stretta nella sua, ma proprio non capiva che cosa stesse succedendo.

Dall’aeroporto era finita di nuovo in un appartamento. Il rumore di un giradischi in azione fu la prima cosa che avvertì come familiare. Poi, il chiacchiericcio nel soggiorno e i passi forsennati di alcuni bambini la invitarono ad assistere ad una scena che non ricordava di aver vissuto.

«Non la riconosci?» Chiese Alfie con un sorriso stampato sulla faccia.

Midge scosse la testa, incapace di proferire parola.

«Stanno tutti ascoltando la tua voce registrata su quel disco.» Accennò al grammofono e lì vicino, chinato sullo strumento, stava un giovane uomo intento a non lasciarsi sfuggire neanche una battuta. Insieme a lui, c’erano altre persone, comprese le piccole pesti che le erano sfrecciate davanti pochi istanti prima.

«Ma…»

«Esatto. Quello lì è Eathan. Saprai individuare anche tua figlia, spero.»

Dalla cucina riconobbe le voci allegre dei suoi genitori e l’inconfondibile stappo di bottiglia per festeggiare l’occasione. Si sporse solo per capire chi avesse causato tutte quelle risate. Se non avesse compreso di trovarsi dentro una visione di Alfie sarebbe stata certa di essere impazzita: la versione quasi cinquantenne di se stessa reggeva in mano il calice di champagne, versatole da una matura versione di Joel. Lui aveva una fede al dito, mentre Midge non indossava nessun anello. Ci fece volutamente caso, tirando un sospiro di sollievo.

«Questo è il futuro?»

«E’ una possibilità che non escludo.»

«Quindi andrà tutto bene. Solo che… non so perché avverto dietro a quel sorriso qualcosa di stranamente angosciante. E dov’è Susie?»

Dal bidone della spazzatura, Alfie afferrò il cartone vuoto del latte accorgendosi che si trovavano in un anno molto particolare. La performance di Midge, pubblicata in vinile, risaliva a qualche mese prima, quando l’auditorium della Carnegie Hall l’aveva ospitata per celebrarne la carriera, ancora ineguagliata nel mondo dello spettacolo.

Il destino aveva voluto che uno dei più grandi sogni di Midge si realizzasse vent’anni anni dopo il clamoroso successo ottenuto da Lenny Bruce proprio su quel palco. Lenny non c’era più, ma la Midge degli anni Sessanta ancora non lo sapeva.

 

 

«Non temete signori! È altamente improbabile che un giorno ritroviate qui, al mio posto, le vostre mogli. Improbabile, ma non impossibile. Dormite pure sonni tranquilli, almeno fino al giorno in cui, prede di un’indomabile crisi di nervi, non avvertiranno quella primordiale necessità di essere veramente se stesse e far ascoltare a tutti la propria, autentica, voce. E a voi signore, dico soltanto che non c’è bisogno di aspettare l’esaurimento nervoso per sentire la famigerata “chiamata”. Abbiamo, in ogni momento della vita, il potere di spogliarci dei nostri…»

Midge si interruppe per lasciare che il pubblico esternasse la propria eccitazione di fronte all’eventualità che ripetesse lo spogliarello della sua prima performance al Gaslight, quando si procurò l’arresto per oscenità e oltraggio al pudore.

«Pregiudizi! Cosa avevate capito? Sì, i pregiudizi che abbiamo ancora su noi stesse, nonostante le lotte per il riconoscimento dei nostri diritti e l’evoluzione dei tempi che ci ha portato degli importanti cambiamenti. E cosa importa se il suono che emettono le nostre corde vocali sia roco, stridulo, caldo, stentato o fluido come la crema idratante che usiamo per le mani? A proposito, da B. Altman ne danno due al prezzo di una per tutta la settimana. Io ne approfitterei… Comunque, quello che volevo dire è che l’importante è farlo uscire e non giudicarlo. Ci sarà sempre qualcuno che lo farà anche per conto nostro, ma ci sarà anche qualcuno che invece presterà attenzione al flusso di coscienza che sgorgherà dalla nostra bocca e sarà in grado di farlo con tutto il suo cuore. Quello, mie care signore, sarà l’istante in cui capirete di non esservi sentite mai così ascoltate nella vostra vita.»

La voce le si stava chiaramente spezzando per l’emozione e dovette fermarsi per trattenere il groppo in gola.

La Midge del presente notò un cambiamento sui volti del pubblico nell’appartamento. Evidentemente ricordavano tutti quel momento, ma ascoltarlo un’altra volta doveva essere ancora più difficile, soprattutto per una delle persona presenti nella stanza. Infatti, la giovane donna che occupava il posto affianco a Ethan mandò giù lo champagne tutto d’un sorso e scappò in cucina, dove era rimasta soltanto la Midge del futuro.

Quando la vide così sconvolta non le ci volle troppo per capire il motivo del suo turbamento.

«Ehi, perché sei qui tutta sola? È la tua festa, Midge!»

«Potrei farti la stessa domanda. Anche se sono certa di conoscere la risposta.»

La donna si asciugò presto una lacrima sfuggita al suo controllo, «Uffa! Perché è ancora così difficile? Vorrei avere un briciolo del tuo savoir-faire.»

«Non credere neanche a una parola di quello che dicono in giro di me, Kit.» Le posò una mano sulla spalla. «C’è gente molto più coraggiosa della sottoscritta. Vedi come è stato facile lasciarmi spaventare da uno stupido vinile!»  Voleva farla sorridere, ma ciò che riuscì a ottenere fu il suono strozzato di una mezza risata.

«So che hai lasciato una parte di te alla Carnegie Hall. Deve farti male esattamente quanto fa male a me, scusa la mia insensibilità.»

Midge annuì, «E’ che non riuscirò mai a godermelo veramente. Sai, avrei voluto festeggiarlo con le due persone più importanti della mia vita, ma nessuna delle due è potuta venire.»

«Lui sapeva che ce l’avresti fatta. E Susie ha solo cercato di proteggerti, come lui le ha chiesto di fare.»

«Mi hanno letteralmente spezzato il cuore, Kitty. Entrambi.»

«Lei ha rispettato la sua volontà, pur sapendo che ti avrebbe persa per sempre una volta che lo avresti scoperto. Hanno rinunciato alla loro luce per illuminarti la strada. Papà aveva una fede immensa nella tua capacità di salvarti dagli stessi errori che lui ha commesso.»

Midge si ritrovò smarrita di fronte a quella rivelazione. Stava ricollegando tutti i pezzi nella sua mente, ma non capiva perché Alfie avesse deciso di somministrarle del dolore in anticipo rispetto al naturale corso degli eventi.  Questa volta toccò a lei trascinarlo via e costringerlo a seguirla.

«E’ uno scherzo di pessimo gusto.»

«Ti sto solo mostrando la vita che hai sempre desiderato: una carriera da star della commedia, il tuo bellissimo appartamento, la famiglia che volevi al tuo fianco.»

Midge irruppe in una risata sarcastica, «Cosa ti fa credere che una vita senza Lenny e Susie sia ciò che ho sempre desiderato? Puoi vederlo con i tuoi occhi quanto possa rendermi felice!»

«Lo vedo, infatti. E tu, riesci a vederlo ora?»

La registrazione della sua performance continuava a scorrere in sottofondo, quando Midge sentì un passaggio che la convinse a prestare maggiore attenzione a quello che avrebbe detto tra vent’anni.

«Adesso vi farò una confessione molto personale. Vi ricordate quando vi ho parlato di un certo qualcuno che vi farà ricredere sul genere umano? Beh, il mio qualcuno aveva un nome e un cognome che tutti voi conoscete. Un abito nero. Una camicia bianca e una cravatta perfettamente abbinata.

Per lo Stato era un criminale, anche se per lavoro diceva solo delle battute, ed è morto a quaranta anni.

No, non ho nessuna voglia di sembrare un panda di fronte a una platea così numerosa. Quindi, vi consiglierei di non lasciare che mi si sciolga il mascara. Donne e uomini avvisati mezzi salvati!  

Volevo sfondare nel mondo dello spettacolo e sì, credo di esserci riuscita. Volevo avere due figli, un maschio e una femmina, e anche quelli mi sono riusciti piuttosto bene. Volevo, volevo e volevo. Ma cosa volevano le persone che amavo? Cosa volevano veramente, forse senza nemmeno saperlo? Non potrò mai sapere cosa voleva Lenny Bruce, perché lui se n’è andato troppo presto, cazzo!

Sapete, un giorno avremmo dovuto incontrarci per chiarire la situazione fra di noi, dopo una brutta litigata dovuta a … beh, sapete tutti il motivo della sua morte. Quel giorno lui non è venuto e io non l’ho più rivisto. Mi sono fidata delle parole della mia ex manager, che tutta sicura di sé mi ha detto: “Miriam, Lenny mi ha confessato che per lui è tutto finito. Che non ne può più dei tuoi insopportabili tentativi di migliorarlo e che vuole essere lasciato in pace a vivere tutto solo nella sua villa vuota. Mi dispiace.”  E tante grazie! Come potevo insistere di fronte a tanta tracotanza?

Credevo che il mio silenzio e il mio evitare di corrergli dietro sarebbero stati sufficienti a dimostrargli quanto lo rispettassi. Anzi, no, quanto lo amassi. Profondamente.

Susie mi ha mentito perché aveva paura che i problemi di Lenny mi troncassero la carriera. L’hanno fatto perché mi amavano, direte voi. No, lo hanno fatto perché hanno presunto che per rendermi felice bastasse una strada liscia e senza ostacoli, perché mi hanno considerata poco più di una bambina capricciosa, disposta a tutto pur di arrivare alla fine della corsa stringendo il primo premio tra le mani. Io volevo correre sì, ma insieme a loro,

L’amicizia è più importante della carriera. Già.

Eppure, sono finita proprio dove loro volevano che fossi a costo della nostra amicizia, e voi poverini avete dovuto pagare il biglietto per sentirvi vomitare addosso le mie lamentele! Sono spiacente, ma questa è la vera commedia della vita. E questa è la mia carriera: prendere o lasciare. Fatelo per Susie e per Lenny, affinché il loro sacrificio sia valso almeno i trenta dollari dello spettacolo!»

Midge indietreggiò, scuotendo la testa in segno di diniego verso quello che aveva ascoltato. Si ritrovò, quindi, con le spalle contro la parete, scossa dai singhiozzi.

«Non è quello che voglio. Dimmi che posso fare qualcosa per cambiarlo.»

Alfie le offrì il più rassicurante degli abbracci. Poi, le bisbigliò nell’orecchio una domanda molto semplice, «Tu credi nella magia?»

   
 
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